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A Proposito Di "minimalismo"...
Fotografare con l'essenziale
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DEREGISTRATO
Messaggio: #1
S'è parlato parecchio negli ultimi tempi, su questo forum, di "minimalismo": per alcuni un'esigenza "logistica" (questioni di peso e d'ingombro), per altri "filosofica" (dove non arriva la tecnologia si libera la creatività), per altri, più concretamente, una questione di costi wink.gif ...
Dopo aver visto in uno degli ultimi numeri di National Geographic un bellissimo reportage sul Viet Nam realizzato solo con una telemetro (sì, la solita del pallino rosso) cool.gif , un 35 mm...e un ciclomotore, mi sono chiesto se davvero servano i chilogrammi di vetro, ferro e (sigh) plastica che in questi anni ho accumulato. Non sono riuscito a darmi una risposta definitiva, ma alla luce della riflessione di cui sopra ho provato a rivedermi quel servizio "minimalista" che mi aveva tanto colpito, e a guardarlo con occhi diversi, analizzando cioè le singole immagini e il "racconto" completo che esse offrivano. E mi sono reso conto che era sì suggestivo, ma non "completo" come mi sarei aspettato da un lavoro sul campo durato - mi sembra di ricordare - quasi due mesi...
Mi spiego: le immagini erano tutte in esterno o in ambienti relativamente vasti, i ritratti ambientati, non un primo piano, non un interno angusto. La scelta era stata chiara: agilità e relativa "invisibilità" in cambio di una maggior flessibilità operativa.
Questa riflessione mi ha parzialmente "rincuorato" di fronte alla prima, devastante considerazione che, con i miei due corpi reflex, le sei ottiche dal fish eye al 400, il moltiplicatore e via elencando, non sarei mai riuscito a produrre un reportage del genere. Lasciamo da parte per un attimo la questione del "manico" (differenza abissale) e anche il fatto che pochi di noi avrebbero la possibilità di "spendere" due mesi in una città lontana al solo scopo di fotografare: affrontare la fotografia dal punto di vista "minimalista" vuol dire sì confrontarsi all'estremo con le proprie capacità, ma anche accettare in partenza una serie di limitazioni espressive che non sempre sono in realtà "accettabili".
Mi spiego: con una reflex e un 50 mm si possono affrontare moltissime situazioni fotografiche, ci si educa alla ricerca e ci si "disintossica" dalla pigrizia, ma non si può pretendere, animati dal "credo" minimalista, di spaziare con questa attrezzatura dalla foto d'architettura alla foto naturalistica...
La questione è molto meno "filosofica" di quanto sembri, e interessa a mio avviso non tanto i cultori più smaliziati, che nell'approccio "minimalista" vedono una ulteriore sfida alle proprie capacità tecniche e creative, quanto gli esordienti, che numerosi s'affacciano a queste pagine virtuali chiedendo lumi sul famoso "corredo", sull'ottica - o le ottiche - da affiancare al famoso, o famigerato, zoom di prima dotazione. Spesso - e ne faccio ammenda per primo - le nostre risposte sono "viziate" da scelte personali maturate dopo anni di esperienze, esperimenti e acquisti...alcuni dei quali inevitabilmente sbagliati. Insomma, ai neofiti (ma anche agli amici ben più "scafati") suggerirei di evitare la tentazione del supercorredo da 14 a 500 mm così come quella del "cinquantino e vai", se non prima di aver sperimentato - magari anche col vituperato plasticone comprato assieme alla reflex - quali siano realmente i soggetti preferiti, il proprio "linguaggio" fotografico...solo allora sarà possibile effettuare davvero una scelta "minimalista", che equivale a mio avviso all'indispensabile "condito" da un po' di "utile" senza traccia di "superfluo".
Ciao
Diego
hrod
Messaggio: #2
Bellissima riflessione. Pollice.gif
Grazie.
...da qualche minuto sono soggetto ad un duro mea culpa!

unsure.gif
Fedro
Messaggio: #3
Stavo ragionando proprio un questo momento su questo argomento....allora mi senti!!

In effetti...il corredo minimalista, per alcuni è far di necessità virtù, per altri è precisa scelta, ragionata e maturata.

Non è facile giungere a capire quale possa essere la via da seguire per il corredo "giusto", e da questo punto di vista il mio plasticosissimo 28.80 mi ha fatto capire tante cose....(e shhh.. non ditelo in giro ma ci ho fatto qualche fotina mica male.. wink.gif )

Capire su cosa vogliamo concentrarci....è fondamentale per la scelta dell'attrezzatura, ma anche per la ricerca dell'immagine, per una sorta di ricerca culturale intorno a ciò che vogliamo riprodurre...

Ad esempio, fotografia naturalistica....campo vastissimo....stringiamo....che sò io voglio interessarmi di insetti (ancora campo enormeeee ma passatemela) ecco potrebbe servirmi un 105 micro e/o un 200 micro qualche flash un cavalletto....ma nel nostro corredo per minimalista che sia non dimentiachiamoci l'essenziale...ossia la conoscenza!!!! se vogliamo fotografare qualcosa...dobbiamo saperne il più possibile...
Solo così capiremo come fotografarlo...e.. con cosa..
Ovviamente l'esempio vale per qualsiasi settore...

Poi ci sono gli eclettici..... sad.gif (eccomi) e qui bisogna non cadere, se possibile, nella trappola del mi porto TUTTO! ecco io sono in questa fase....nel non riuscire a lasciare a casa qualcosa, salvo poi non avere il modo di adoperare quasi nulla (come era prevedibile....)

Le mie mire per il futuro

se vado a fare trekking....mi porto il 60 micro e il 19-35, stop

Se vado a fare fotografia naturalistica di animali, mi porto il 400 e il 19.35 Stop

Il 28-105 quando vado a spasso in scioltezza....

FE+ 45 2.8 (mi arriva questa settimana) tutti i giorni in borsa.....

e così via......ossia operiamo delle scelte oculate....o almeno....proviamoci

massimogi
Messaggio: #4
bella riflessione iniziale.... wink.gif

vi dico la mia, che non è lontana da quella di marco, e che arriva dopo anni di zaini pesanti, borse piene e l'interrogativo a fine giornata se ne è valsa la pena.

il minimalismo in sè non mi attira più di tanto, perchè sono convinto che solo un 35 mi tolga una miriade di possibilità, e anche se avessi un gran manico finirei per non fare le foto che mi piacciono.

però ho smesso di girare, se non in rarissime occasioni, con una zainata di ottiche dal 18 al 400 e con tre o quattro corpi ed applico un minimalismo a settori.

se vado per il boschi e prati a far macro, mi porto il 60, l'80/200 e il 18/35 se prevedo anche animali aggiungo 300 e duplicatore.

se vado per città 20, 45 e 80/200 oppure se sono proprio "fotografico, aggiungevo il 35/70 2,8 (che sta per essere sostituito dal 28/70 2,8 tongue.gif )

se vado per monti fm3a o f3 con 28/105 o - in casi arrampicatori - rollei 35 o olympus xa2.

insomma, il corredo non è minimalista, anche perchè mi piacciono gli attrezzi, semmai è l'approccio che più minimalista di un tempo e tende a limitare il superfluo ed a esercitare più l'occhio e la capacità di vedere che il polso a cambiar ottiche e la schiena a portarle in giro laugh.gif

in ogni caso, invece che mille obiettivi mediocri, ho deciso che pochi ma buoni e quindi il mio corredo da viaggio fotografico diventerà 28/70 e 80/200... non so se è minimalismo, ma sicuramente è una maturazione rispetto al mio approccio iniziale di quando dovevo aver tutto dietro a pena di angustie... laugh.gif

ho recentemente preso anche una bessa r con qualche ottica, perchè mi affascinava l'approccio minimalista alla leicista biggrin.gif ma non riesco a trovarmici e penso che presto venderò tutto...per tornare alla sana e bella reflex.

invece un forte impulso minimalista ce l'ho nell'utilizzo dei corpi. nonstante adori la f100, specie per boschi e monti non riesco a rinunciare alla splendida essenzialità della f3 e - in città - anche della f2
scusate la filippica cool.gif

ciao

max

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sergiobutta
Messaggio: #5
Ottimi interventi che inducono a serie riflessioni. Il mio ritratto di fotografo domenicale, purtroppo prevede : un luogo in cui andare, deciso democraticamente insieme alla moglie e, magari agli amici, due borse piene di fotocamere ed accessori, altrimenti si avrebbe la sensazione di aver lasciato a casa "l'indispensabile", l'arrivo in loco nelle ore peggiori per fare foto, il tentativo di qualche scatto frettoloso, la partenza prima che la luce ridiventi decente. Qua non si tratta di essere massimalisti o minimalisti. Per la gran parte dei pseudofotografi, anche se appassionati si tratta di mancanza di spazio e di tempo. Prima, magari c'era la compatta che era la macchina adatta per i "domenicali". Oggi il possessore di una compatta digitale, che ha già in se le componenti di un corredo medio, dovrebbe avere la cultura fotografica di base e la preparazione della trasferta come descritti da voi. Tempo fa, MMFR ha postato a sua volta un ottimo intervento sull'argomento. I domenicali, me compreso, devono riflettere e scegliere.
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #6
QUOTE (sergiobutta @ Jun 29 2004, 09:03 PM)
...l'arrivo in loco nelle ore peggiori per fare foto, il tentativo di qualche scatto frettoloso, la partenza prima che la luce ridiventi decente.

E' vero, molto spesso ad essere ridotto al minimo è il tempo: impostare un reportage (anche "casereccio") richiederebbe una documentazione preventiva, una ricognizione dei luoghi con un'analisi attenta dell'esposizione (geografica) dei soggetti, il ritorno per lo scatto nelle ore più favorevoli in quanto a qualità della luce, e magari un'ulteriore attesa perchè il quadro si completi con una presenza significativa...ma come conciliare tutto questo con l'uscita domenicale, le code in autostrada...
In previsione delle mie prossime vacanze (il curatore d'una seguita rubrica su una nota rivista di fotografia avrebbe parecchio a che dire, ma purtroppo per la maggioranza dei poveri mortali è questo il periodo in cui è possibile mettere in pratica alcuni degli accorgimenti di cui sopra) ho optato per una soluzione "moderatamente minimalista", nel senso che il limite che mi sono autoimposto riguarda soprattutto il materiale sensibile. Usero solo Agfa Scala (dia bianconero) in un contesto, Cuba, dove i soggetti "invocano" il colore, magari dia leggermente sottoesposte per esaltare la saturazione. Il fatto di fermarmi due settimane e di girare in auto dovrebbe consentirmi di sfruttare al meglio il tempo. Attrezzatura: FE "rodatissima", FM3a appena "arrivata in famiglia, fish eye russo, Nikkor 24.28, 50 1.4 e 105 2.5, gamma di filtri da 52 mm dal verde al rosso, più un ND. Niente flash, la Scala regge bene un trattamento "push" fino a 1600 iso.
Intanto sto riempiendo quadernetti di appunti, annotazioni, schizzi di immagini visti su guide o riviste, leggendo libri...Chissà se mi ricorderò di portarli con me?
Diego
_Nico_
Messaggio: #7
Io ho fatto da alcuni mesi una scelta in certo senso 'minimalista'. Due o tre anni fa ho venduto una delle mie trentennali Nikkormat, e anche degli obiettivi (se ci ripenso: 20 vivitar, 28 nikkor, 55 micronikkor...), tenendo solo l'80-200. Ho comprato una F65 con due zoom, il 28-100 e il 70-300. Ho fatto anche qualche foto soddisfacente -almeno per me- ma avevo bisogno di ancor meno.

Da alcuni mesi giro solo con la Coolpix 5700. Mi direte che non è la stessa cosa della Leica a telemetro e 35 mm. Da sola la 5700 ha uno zoom che va dal 35 al 280... Eppure è diverso, e capisco la scelta minimalista. Per anni ho girato con una borsa enorme (dentro ci stavano anche una Rollei 35, il cavalletto e altro materiale). Poi, pian piano, a causa degl'iimpegni, della riduzione dei viaggi quando mia figlia era piccola, ho ridotto le foto al minimo. Quando volevo fotografare dovevo deciderlo prima, partire con l'attrezzatura.

Adesso ho una borsina minuscola di cui non sento il peso, con la sola Coolpix. Con la 5700 ho ritrovato il piacere di fotografare... Ripeterete che è come girare con un intero corredo. Sì, e no. wink.gif

Ho usato per troppo tempo reflex per poter dire che è la stessa cosa. A 35 lo zoom deforma a barilotto. Come tutte le sue pari 8 o 10x, ma insomma deforma. Dunque non va utilizzato salvo casi rari... E 35 è poco, direte voi. Sì, ma ci si adatta. E si impara anche a sfruttare al massimo ciò che si ha. Un 45 mm, o qualcosa del genere, per evitare distorsioni.

Io penso che se s'intende con minimalismo un'attrezzattura all'osso (il termine deriva dall'arte contemporanea in cui, per fare un esempio si espone un cubo d'alluminio...), allora possa essere utile talvolta scegliere di ridurre l'attrezzatura. Si perde qualche foto, ma s'impara a usare il più possibile ciò che si ha.

Molti molti anni fa feci qualcosa del genere. Fotografavo quasi sempre col grandangolo (dal 35 al 28, e da questo al 20, infine), con filtri colorati (bah!). Il grandangolo consente di fare foto spettacolari, con cromie vivaci, messa a fuoco semplicissima anche in manuale (basta mettere a infinito, sostanzialmente...). Ma anche una discarica risulta bella, persino suggestiva... Il grandangolo edulcora...

Allora ho cominciato a usare solo il tele. Quante foto ho buttato via all'inizio! I grandangolisti biggrin.gif pensano che l'uso del tele faciliti, perché si può stare a distanza. In realtà è una bella scuola, perché veicola tutt'altro linguaggio,e richiede tecnica meticolosa e paziente: basta pochissimo per avere il soggetto sfocato, o leggermente mosso. La focale è meno luminosa, e così via. Ma non basta avere la foto nitida... Spesso si scopre che la foto è ben meno efficace di quanto si pensasse.

Con la Coolpix ho molto, ma ho anche molti limiti: grana che affiora in condizioni che richiedono maggiore sensibilità, lentezza nell'accensione, ritardi nella messa a fuoco in condizioni difficili... Eppure è un taccuino impagabile: essenziale, discreto, leggerissimo. La mia scelta minimalista è questa wink.gif

Tra qualche mese mi convertirò definitivamente al digitale, con una reflex (riuscite a indovinare quale? biggrin.gif ), ma sarà un altro paio di maniche, e dry.gif rischierò nuovamente lo zaino...
nuvolarossa
Messaggio: #8
Secondo me il punto è che MINIMALISTA non deve essere il corredo, ma l'approccio.
Quindi Minimalismo a seconda delle situazioni.
Spiego: Se vado a fare un giro in gommone porto il "block notes" (HP photosmart 320) e basta, se parto la domenica mattina per fare un giro in moto con la mia signora porto la F 60 con il 28/70 2,8 (Sigma) e magari anche il block-notes, se invece vado in vacanza con la macchina ed ho posto, allora cerco di riempire lo zaino con quello che penso mi possa servire.
Inevitabilmente, mi ritrovo a sentire la mancanza di qualcosa che ho lasciato a casa credendolo inutile per la situazione prevista e che invece risultava indispensabile nella situazione reale sad.gif ed a sorbirmi il peso di qualche "oggetto" che non userò mai.... Ma a chi non è successo almeno una volta???

Saluti Stefano

Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #9
Gran bella discussione, wink.gif

Da parte mia posso dire solo che vi è un periodo, che coincide di solito con i primi due o tre anni, in cui si acquista di tutto e ci si porta dietro tutto ciò che si è acquistato blink.gif. Il bello è che nella maggior parte dei casi lo si usa pure! tongue.gif Si arriva addirittura a cercare l'inquadratura notturna per usare il treppiedi, magari non l'avremmo fatta quella foto ma, siccome il cavalletto è assicurato al nostro megazaino, perchè non trovare qualcosa per cui serva? E' sciocco questo atteggiamento? Tutt'altro! dico io...è proprio il periodo in cui si PROVA, si prende confidenza con l'attrezzatura, e si cerca di capire. huh.gif
Passato questa fase, stanchi dei pesi e degli ingombri, presa visione dei lavori altrui e dei mezzi impiegati per farli, si è convinti di poter fare altrettanto con il minimo indispensabile, si passa allora alla fase minimalista: un corpo macchina e uno massimo due obiettivi...per fare tutto!!! ohmy.gif Alcuni restano in questa fase e con ottimi risultati, perchè nel frattempo hanno trovato il loro filone e di conseguenza sanno esattamente che per il loro genere serve quello e niente di più. Altri invece, e tra questi mi pongo anch'io, si accorgono che in molte occasioni se avessero avuto quell'ottica in più sarebbero riusciti a fare quella foto che magari hanno visto con gli occhi ma che non possono riportare nello scatto. Per me non c'è niente di più frustrante di uno scatto non fatto sad.gif dry.gif .
Ecco allora la ricomparsa dello zainetto, magari più piccolo del primo, ma che contiene anche solo un corpo con tre zoom di ottima fattura e che coprano almeno le focali dal 18 al 200, con questa attrezzatura io mi sento più tranquillo, magari uno degli obiettivi non lo uso ma il sapere che ce l'ho con me mi da un senso di sicurezza già dalla partenza.

Per le ferie estive poi il discorso è diverso...mi porto tutto...ma proprio tutto quel che ho. Direi che non sono da annoverare fra i "minimalisti" laugh.gif
botbot
Messaggio: #10
.... quando ero giovane e forte avevo fatto mio il detto di ansel adams (portarsi dietro l'attrezzatura più grande e pesante che si riesca a trasportare)!
ora che mi avvio alla maturità (?!) cerco di ridurre al minimo, compatibilmente con le esigenze.
Quando si fa più consapevole il proprio modo di fotografare e la propria visione ci si rende conto che il troppo rallenta, stanca e in fin dei conti non ci offre molte possibilità in più.
Qiundi bene il minimalismo, che costringere a capire il soggetto, girargli attorno, trovare soluzioni alternative e così via.

ciao!





Luca Moi
Messaggio: #11
Complimenti Diego per aver avviato questa interessante discussione...quanto invece al reportage di David Alan Harvey che ti è piaciuto tanto, sebbene sia in linea con il suo stile, sinceramente non mi ha colpito come altri...soprattutto la foto del parco acquatico non mi dice proprio niente, anche se poi quelle sono scelte fatte dalla redazione e il discorso è diverso.
Quanto all'approccio minimalista, a meno che uno non sia un genio della fotografia sin dalla nascita, trovo che sia più un punto d'arrivo che non di partenza. Come giustamente fatto notare anche da Claudio, all'inizio si ha la voglia di sperimentare un po' tutti i generi fotografici possibili, poi quando si è individuato il filone preferito si può scegliere con cognizione di causa l'attrezzatura più adatta per le diverse occasioni. Sono convinto che la scelta di limitare all'osso l'attrezzatura sia sicuramente uno stimolo in più dal puntodi vista creativo, ma soprattutto se, come molti di noi, si fotografa solo per passione, può anche diventare un limite e una fonte di frustazione. Anche portarsi dietro tutta l'attrezzatura non è però la scelta giusta se si vuol essere veloci ed evitare nel contempo l'ernia vertebrale !! Certe volte poi si creano delle situazioni assurde...l'ultima volta che sono stato a Roma per lavoro ho avuto un pomeriggio libero per fare un po' di foto...ho camminato interrottamente dalle 16.00 alle 23.00 portandomi dietro uno zaino pesantissimo con tanto di treppiede, per poi scoprire verso le 21.00, alla prima occasione utile per utilizzare il treppiede, di aver lasciato in Sardegna la piastra di aggancio alla fotocamera !!! ph34r.gif ph34r.gif
Claudio Rampini
Nikonista
Messaggio: #12
ho fatto il fotografo professionista per circa una ventina di anni, poi ho smesso perchè ho constatato che una fotografia dura molto ma molto meno di un violino rolleyes.gif
La mia passata vita professionale è stata divisa in due: il periodo "grandi attrezzature" e il periodo "minimalista". Il primo periodo fu contraddistinto dall'uso di due corpi macchina 35mm, 5 obiettivi, corpo macchina e obiettivi medio formato, lampade flash professionali. Questo è il corredo classico del fotografo matrimonialista. In teatro andavo a fotografare solo con il corredo 35mm. Poi ci fu l'incontro con Leica e questo segnò l'inizio del periodo minimalista. Da allora in poi i miei matrimoni li ho fatti solo con due corpi Leica a telemetro e 5 obiettivi (dal 21mm al 135mm), solo a luce ambiente, niente flash. Il flash lo usavo per fare le foto dei parenti all'aperto per schiarire le ombre. Solo la Leica mi poteva garantire la resa di contrasto ottimale in condizioni di luce spesso critiche o estremamente critiche, fotografando con tempi lunghi e aperture generose di diaframma. E' stato veramente un buon periodo quello. Ricordo che quando andavo in giro con il mio risicato corredo, mi capitava di incontrare i miei colleghi, ricurvi sotto il peso di tanti corpi e obiettivi che mi guardavano con triste invidia. In effetti non ho mai sbagliato un matrimonio, le foto erano bellissime e così ho chiuso in bellezza la mia carriera. Oggi con il digitale le cose sono cambiate molto, l'aspetto di post produzione offre possibilità che nemmeno mi sognavo solo qualche anno fa. Tuttavia l'uso dei corpi macchina a telemetro, mi ha insegnato l'essenzialità e mai più riporrò la fiducia nella mia attrezzatura, perchè ho la grazia di avere fiducia in me stesso. Ho usato per un paio di anni le coolpix (ho ancora la 5000) con le quali mi sono divertito a scoprire le gioie del digitale. Qui potete vedere qualche scatto fatto in allegria spensierata: San Francisco
Da qualche giorno posseggo una D70, per me rappresenta un certo passo all'indietro, perchè pensavo di essermi lasciato alle spalle tutto il mondo reflex e le sue complicazioni. Il paradossale è che con tanti anni di fotografia alle spalle, l'obiettivo della D70 è il primo zoom della mia vita!! Mai usato gli zoom quando esercitavo la professione: troppo costosi, pesantissimi e di qualità inferiore rispetto agli obiettivi a focale fissa. Oggi le differenze si sono alquanto assottigliate e forse non ha più senso rifiutare uno zoom.
Ecco, ci tenevo a sottolineare il mio amore per l'essenzialità e il minimalismo, che anche nella musica ha una sua grande importanza.
Ciao a tutti e buone fotografie.
Fedro
Messaggio: #13
Mini ot
claudio60=pipaluce??? Benvenuto è un piacere leggerti anche qui
Claudio Rampini
Nikonista
Messaggio: #14
QUOTE (Fedro73 @ Jun 30 2004, 01:35 PM)
Mini ot
claudio60=pipaluce??? Benvenuto è un piacere leggerti anche qui

laugh.gif
marcofranceschini
Messaggio: #15
Saluti a tutti
Minimalismo sì ,minimalismo no ,questo è il problema !
No, credo che un fotografo debba sapere esattamente cosa vuole fare dal momento in cui decide di uscire di casa portando con sè la macchina fotografica.
Il problema sono proprio le idee ,la previsualizzazione del "lavoro" ,l'esperienza.
Se un giorno esco per fare reportage turistico porterò con me sicuramente un grandangolo(20mm) ,un normale (50mm o 35-70) ed un mediotele (180 o 70-210).,possedendoli non mi sogno di portare con me un 300,un 105 ,un 85 .Se invece mi capita di uscire per fare dei ritratti allora nella mia borsa non potrà mancare il 50ino + il mediotele (85,135 o 70-200),se vado a fare delle riprese sportive metterò in borsa il 300 e il 70-200 e così via...tutto in base alle esigenze del momento...ultimamente per il reportage mi sono affezionato molto al semplice 24-120 ,con cui soddisfo in ripresa digitale la maggior parte delle esigenze di ripresa, ma sono consapevole che nel mio corredo manca il grandangolare e come se manca.....quindi se per minimalismo intendiamo riuscire a fare tutto con un'ottica sola,non non sono assolutamente d'accordo ,i compromessi sono troppi,se invece intendiamo "corredo minimo/giusto/ideale" per ottenere il risultato prefissato senza sprechi di soldi e di energie ,sì sono il primo a sposare la tesi minimalista.

Saluti
Marco
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #16
Non esistono regole universali ,non è possibile.....

Il minimalismo parte nel momento in cui decidi che vuoi fare una cosa, e questa cosa può essere un servizio, un viaggio lungo un ora o tutta la vita, una foto, un disegno....e allo stesso tempo decidi che quella cosa puoi farla anche solo con una macchina ed un obiettivo....

9 volte su 10, per come la vedo io, se ti riconosci minimalista, lo sei da anni senza essertene accorto...se adotti questo metodo non è di certo per freddi calcoli matematici nè perchè hai studiato ogni possibile inquadratura ripensandola con la focale che hai deciso di usare.
Se esci con una macchina ed un obiettivo, lo fai perchè quello è il tuo modo di essere.

Sicuramente sbagliato verso le accademiche regole della fotografia e della composizione, ma il fascino è anche in questo.. wink.gif

ciao a tutti!

Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #17
QUOTE (claudio60 @ Jun 30 2004, 12:05 PM)
ho fatto il fotografo professionista per circa una ventina di anni, poi ho smesso perchè ho constatato che una fotografia dura molto ma molto meno di un violino rolleyes.gif
La mia passata vita professionale è stata divisa in due: il periodo "grandi attrezzature" e il periodo "minimalista". Il primo periodo fu contraddistinto dall'uso di due corpi macchina 35mm, 5 obiettivi, corpo macchina e obiettivi medio formato, lampade flash professionali. Questo è il corredo classico del fotografo matrimonialista. In teatro andavo a fotografare solo con il corredo 35mm. Poi ci fu l'incontro con Leica e questo segnò l'inizio del periodo minimalista. Da allora in poi i miei matrimoni li ho fatti solo con due corpi Leica a telemetro e 5 obiettivi (dal 21mm al 135mm), solo a luce ambiente, niente flash. Il flash lo usavo per fare le foto dei parenti all'aperto per schiarire le ombre. Solo la Leica mi poteva garantire la resa di contrasto ottimale in condizioni di luce spesso critiche o estremamente critiche, fotografando con tempi lunghi e aperture generose di diaframma. E' stato veramente un buon periodo quello. Ricordo che quando andavo in giro con il mio risicato corredo, mi capitava di incontrare i miei colleghi, ricurvi sotto il peso di tanti corpi e obiettivi che mi guardavano con triste invidia. In effetti non ho mai sbagliato un matrimonio, le foto erano bellissime e così ho chiuso in bellezza la mia carriera. Oggi con il digitale le cose sono cambiate molto, l'aspetto di post produzione offre possibilità che nemmeno mi sognavo solo qualche anno fa. Tuttavia l'uso dei corpi macchina a telemetro, mi ha insegnato l'essenzialità e mai più riporrò la fiducia nella mia attrezzatura, perchè ho la grazia di avere fiducia in me stesso. Ho usato per un paio di anni le coolpix (ho ancora la 5000) con le quali mi sono divertito a scoprire le gioie del digitale. Qui potete vedere qualche scatto fatto in allegria spensierata: San Francisco
Da qualche giorno posseggo una D70, per me rappresenta un certo passo all'indietro, perchè pensavo di essermi lasciato alle spalle tutto il mondo reflex e le sue complicazioni. Il paradossale è che con tanti anni di fotografia alle spalle, l'obiettivo della D70 è il primo zoom della mia vita!! Mai usato gli zoom quando esercitavo la professione: troppo costosi, pesantissimi e di qualità inferiore rispetto agli obiettivi a focale fissa. Oggi le differenze si sono alquanto assottigliate e forse non ha più senso rifiutare uno zoom.
Ecco, ci tenevo a sottolineare il mio amore per l'essenzialità e il minimalismo, che anche nella musica ha una sua grande importanza.
Ciao a tutti e buone fotografie.

Benvenuto! wink.gif
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #18
Minimalismo a manetta.
Prendi il mio ehm... esempio.
Felice possessore di un corredo composto da un obiettivo solo (il cinquantino), sono un minimalista.
Così minimalista che fra tre settimane devo fare un matrimonio,

ergo

Matteo mi presterà il suo 70-200vr
Gabriele il suo 10.5
Marco il suo 12-24
Chi altro? mmm, vediamo, Fabio te mica c'hai un sb-800?

Il bello del minimalismo...



ps: scherzo ovviamente ( ph34r.gif )

Ciao!
sergiobutta
Messaggio: #19
Il tuo si potrebbe definire minimalismo alla genovese.
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #20
QUOTE (Gabriele Lopez @ Jun 30 2004, 07:00 PM)

9 volte su 10, per come la vedo io, se ti riconosci minimalista, lo sei da anni senza essertene accorto...se adotti questo metodo non è di certo per freddi calcoli matematici nè perchè hai studiato ogni possibile inquadratura ripensandola con la focale che hai deciso di usare.
Se esci con una macchina ed un obiettivo, lo fai perchè quello è il tuo modo di essere.

Infatti: alla fine tutto si riconduce al proprio modo di vivere la fotografia (e non solo).
A parte il fatto che anche nel servizio che citavo nell'iniziare la discussione, riguardandolo con attenzione, ci sono un paio di scatti che NON POSSONO essere stati fatti con un 35 mm, come pretende la nota d'accompagnamento al servizio, credo che la "filosofia" giusta in ogni genere di fotografia, ma soprattutto in quelli che prevedono una forte interazione con persone (o animali) sia quella della "minima invadenza". Scattare senza disturbare il soggetto, o condizionarlo, o infastidirlo...scattare senza "comprarlo" e senza prevaricarlo, cercandone il consenso.
Certo, la questione è anche di attrezzatura, ma solo marginalmente: personalmente, per esempio, ho trovato che con l'eccezionale 80-200 2.8 è molto difficile scattare nelle condizioni cui accennavo sopra, vuoi perchè le dimensioni attirano l'attenzione e, a mio avviso, trasmettono un messaggio "minaccioso", vuoi perchè l'imponenza dell'attrezzatura viene associata spesso ad una condizione professionale ("Mi fotografa per lucrarci, quindi o caccia la lira o lo mando a quel paese"). Ho notato che il 105 2.5, col suo aspetto "mini" e anche un po' demodè, suscita meno diffidenza.
Paradossalmente, il "cannone" può essere davvero l'approccio minimalista (leggi: minimo impatto) quando fotografi animali: ho visto turisti imbecilli inseguire correndo branchi di stambecchi "armati" del 28-80 d'ordinanza, quando già con una focale attorno ai 200 mm è possibile ottenere immagini che riempiono il fotogramma. Non è un discorso snobbistico, sia chiaro: non voglio assolutamente affermare che la fotografia naturalistica sia una sorta di "Olimpo" riservato a chi può permettersi il 600 f/4. Voglio solo dire che un "minimo" di buon senso suggerirebbe, se il prezzo di una foto è la creazione d'una situazione di disturbo, che rinunciare è meglio.
Diego
Fedro
Messaggio: #21
QUOTE (tembokidogo@libero.it @ Jul 1 2004, 09:49 PM)
[...]
credo che la "filosofia" giusta in ogni genere di fotografia, ma soprattutto in quelli che prevedono una forte interazione con persone (o animali) sia quella della "minima invadenza". Scattare senza disturbare il soggetto, o condizionarlo, o infastidirlo...scattare senza "comprarlo" e senza prevaricarlo, cercandone il consenso.
[...]
Voglio solo dire che un "minimo" di buon senso suggerirebbe, se il prezzo di una foto è la creazione d'una situazione di disturbo, che rinunciare è meglio.
[...]

Questo è esattamente il mio pensiero.

Ho voluto quotarlo per riaffermare questo principio che, per il mio modo di interpretare la fotografia, ma anche la vita, trovo sacrosanto!
ryo
Nikonista
Messaggio: #22
Secondo me c'è da fare una distinzione tra i professionisti e i fotografi amatoriali. Per quanto riguardi i primi, il minimalismo può anche essere espresso da un 600 f4 e una F5, in generale se poi ci si limita solo ad un tipo di fotografia come quella di matrimonio, potrebbe bastare anche uno zoom 24-120. Per quello che riguarda i fotoamatori, oltre ai costi, al peso, all'ingombro, alla mancanza di tempo da dedicare allo scatto, alla impossibilità di sapere in anticipo la situazione che si troverà, io considero anche il fattore della discrezionalità. Spesso in chiese, chiostri, musei, teatri ecc. i guardiani vietano di scattare fotografie anche senza il flash a chi ha in mano qualcosa di più grande di una compatta, mentre poi fanno finta di nulla se qualcuno usa una usaegetta con il flash.
PS: Bisogna tenere presente anche il fatto che, girando per strada con tutto l'armamentario al collo, c'è anche il rischio di attrarre qualche ........ maleintenzionato.
 
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