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Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #1
Cari amici,
pubblico qui una serie di versi sulla tecnica fotografica che mi son divertito a scrivere.
Ecco la prima:

Il diaframma

A imitazion dell’iride
che dentro l’occhio brilla,
modificando il foro
che chiamasi pupilla

questo congegno apresi
e chiudesi a comando,
il flusso della luce
così modificando.

Si stanno vicinissimi,
qual monaci in preghiera,
dei numeri stranissimi
incisi sulla ghiera.

Del lor significato
il senso vi riporto:
fra la focale e il foro
esprimono il rapporto.

Per cui, più sono piccoli
più grande è l’apertura
e viceversa: è, in spiccioli,
la spiegazion sicura.

Enrico Maddalena

buzz
Staff
Messaggio: #2
Molto carina, ma come mai sei "iscritto"?
che fine hai fatto?
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #3
Non lo so, non riuscivo più ad entrare ed ho chiesto una nuova password. il sistema mi ha dimenticato : (
E' un piacere risentirti.

Ne aggiungo un'altra:

La profondità di campo

Quando il diaframma è chiuso
si percepisce a fuoco
da poco avanti al muso
fino a lontano loco.

Ma se lo tieni aperto
e un punto metti a fuoco,
allor vedrai, sii certo,
di qua e di là ben poco.
Memez
Messaggio: #4
molto carine.
complimenti per la vena poetica smile.gif
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #5
QUOTE(Memez @ Aug 28 2015, 10:27 PM) *
molto carine.
complimenti per la vena poetica smile.gif


Grazie. Continuo:


L’iperfocale

Se il fuoco è all’infinito
il nitido, è banale,
andrà da lontanissimo
fino all’iperfocale.

Se il fuoco su quest’ultima
a regolar sei pronto,
dalla metà di essa
si estende fino in fondo.

L’otturatore

Centrale dentro l’ottica,
se a tende sul sensore,
della luce il passaggio
lui blocca a tutte l’ore.

E solo quando scatta,
veloce o lentamente,
ai raggi del visibile
si apre riverente.

Così con il diaframma
lavora in stretta unione,
e al material sensibile
dà giusta esposizione.

S’è rapido congela
e blocca arditamente
la corsa delle auto
e i moti della gente.

S’è lento è un’altra cosa:
che l’acqua del torrente
fa morbida e fumosa
e il moto fluido rende.


La prospettiva fotografica

Se scatti col normale
la foto, se mi credi,
ti appare tale e quale
a quello che tu vedi.

S’è corta la focale
lo spazio allor si estende
e si rende più arioso
in modo consistente.

Ma guai se ti avvicini
al volto che ritrai!
Che lo deformi alquanto
e puoi passar dei guai...

Una lunga focale
i piani invece schiaccia.
E questo non è male,
ammesso che ti piaccia.

Così una piazza rada
appare pien di gente.
Poi dicono, ma bada,
la foto che non mente...

Lo sviluppo

Quando allo scatto giunge
la luce sul bromuro,
la traccia dell’immagine
ci lascia di sicuro.

Però, mistero strano,
non vedesi un bel niente.
Pertanto la chiamarono
immagine latente.

Il metol, l’idrochino,
con altri sali in gruppo,
in soluzione acquosa
che chiamasi sviluppo,

d’alogenuro i granuli
colpiti dalla luce
a lenta riduzione
pian piano li conduce.

Così, grazie alla chimica,
l’immagine latente
diventa alfin visibile
alla comune gente.

Ma lo sarìa per poco
e avrebbe un triste fato
se noi non la fissassimo
col sodio tiosolfato.

Il flash

Quando di luce ambiente
c’è poca oppur per niente,
ricorrere è normale
a quella artificiale.

Di tutte le sorgenti
è il lampeggiatore,
a detta delle genti,
di gran lunga il migliore.

Di xeno gas fornito,
con luce intensa brilla,
se giunge dal circuito
l’elettrica scintilla.

Se consigliarti posso,
non tenerlo dappresso
all’ottica, che spesso
t’evita l’occhio rosso.

Diretto è troppo duro.
Sul soffitto, indiretto,
è meglio, t’assicuro:
più morbido è l’effetto.

Il numero guida

Del prodotto è il risultato
fra distanza ed apertura.
S’esso è grande, è evidente,
che hai un flash molto potente.

Dividendolo pei metri
fra la torcia e il soggetto,
otteniam, non farne un dramma,
l’apertura del diaframma.

Se la scienza di Pitagora
non t’aggrada, bè, pazienza,
che di tanti automatismi
ci ha fornito oggi la scienza.

Il foro stenopeico

Una scatola in cartone
per la scarpa o la ciabatta,
altrimenti va benone
una scatola di latta.

S’è rotonda non è male
che s’allarga, non c’è scampo,
sul sensibil materiale
anche l’angolo di campo.

Ch’altro serve? Ch’altro fare?
Con un ago attentamente
solo un foro circolare,
che non serve alcuna lente.

Un aggeggio sì banale
è bastante, a marzo o a maggio,
cosa invero eccezionale,
per riprendere un paesaggio.

Pei ritratti, è poca cosa,
basta essere pazienti
e restare a lungo in posa
senza altri inconvenienti.

Il vantaggio (è una certezza)
è nel campo tutto a fuoco,
nella grande morbidezza
che di certo non è poco.

Ma il suo fascino, è scontato
e non dico una bugia,
è che ottieni un risultato
senza gran tecnologia.
Lutz!
Messaggio: #6
Niente male! Molto piacevole... Fanne altre!!!
ciao-ceo
Messaggio: #7
Belle davvero, complimenti!

Riccardo
 
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