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Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #1
Mi è arrivata ieri la seconda spedizione in abbonamento, della collana dei fotografi della Magnum.

Sfogliando il fascicolo dedicato a Ferdinando Scianna, sono arrivato in fondo ove c'è, come in tutti i fascicoli, una pagina intitolata "Scianna si racconta".

Prioprio alla fine ci sono alcune frasi che mi hanno particolarmente colpito e che mi hanno fatto riflettere. Ve le riporto sperando si possa aprire, partendo da queste, un sereno dibattito sulla fotografia e sul suo ruolo.

"Il mio mestiere è fare fotografie, e le fotografie non sono lo strumento per costruire metafore. Né concetti. Le fotografie mostrano, non dimostrano.

"Dopo quarant'anni di mestiere e di riflessione sono arrivato alla convinzione che la massima ambizione per una fotografia è di finire in un album di famiglia.

Sono sicuramente due frasi forti, anticonvenzionali secondo i nuovi canoni, e che hanno secondo me una loro valenza. Voi che ne pensate?
Luca Moi
Messaggio: #2
Grazie Claudio per lo spunto interessantissimo, anche se il tema è di enorme complessità.
Avevo già letto queste frasi di Scianna nel suo libro "Obiettivo ambiguo", che consiglio a tutti di leggere, ma sinceramente non sono daccordo con lui.
Che le fotografie non dimostrino...è tutto da dimostrare!!
Per lo meno, nella maggior parte dei casi tentano di dimostrare quello che vuole il fotografo, una sua visione o interpretazione della realtà, talora anche inconsciamente. L'inquadratura, l'esposizione, l'area di messa a fuoco, etc., implicano tutte quante che si debba operare una scelta, e dove c'è possibilità di scelta c'è sempre interpretazione personale del "quesito".
Per quanto riguarda invece la seconda frase, mi sembra più che altro ironica e polemica nei confronti di certa fotografia talmente sperimentale e con false pretese artistiche da risultare alla fine incomprensibile e inutile, tranne che per il fotografo che magari in questo modo si fa un nome e guadagna qualcosa.
Personalmente, credo che la fotografia, almeno quella vera di reportage, che è poi la mia preferita, abbia una funzione fondamentale e insostituibile. In questo preferisco certamente la frase con cui James Nachtwey introduce il suo sito, ovvero

"I have been a witness, and these pictures are my testimony. The events I have recorded should not be forgotten and must not be repeated."
Flanker78
Messaggio: #3
biggrin.gif Avevo notato il fascicolo sul tuo bancone...
Aspetto di leggere il fascicolo che dovrebbe arrivarmi a giorni.

Non capisco personalmente il senso delle sue frasi, non capisco se sono provocazioni o cos'altro.
Di sicuro... e a mio modesto parere, l'ultima frase è più adatta a quella gente che scatta foto solo per vincere premi in denaro nei vari concorsi.
Meno male che la foto...è anche album di famiglia, è mostrarle agli amici, è paragone, è curiosità, passione e tanto altro.
Tutti concetti che sono scevri dal denaro...(escludo quelli che con le foto ci lavorano).
Giorgio Baruffi
Messaggio: #4
mi ero preparato un bel discorsetto, poi ho letto Luca e non posso fare altro che quotarlo per non riscrivere le stesse cose...

Bravo Claudio per lo spunto e grazie a Luca che ha espresso, in maniera eccellente, anche il mio pernsiero, pur non conoscendomi! wink.gif

sergiobutta
Messaggio: #5
Mi piacciono le frasi di Scianna, e, se le ho capite, le condivido. Ovvero : non rendiamo difficili le cose facili, diamo visibilità ed intellegibilità all'opera, e, aggiungerei con i latini: "sutor, ne ultra crepidam" (calzolaio, non andare oltre le scarpe) ...
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #6
Da qualche parte in questo forum dovrebbe esserci ancora una mia discussione che raccontava di un incontro tenuto da Scianna in centro a Milano, con diaproiezione e discorso/dibattito..la serata ricalcava un pò "Obiettivo Ambiguo", il mitico libro senza fotografie di Scianna, ma secondo me andava anche più a fondo..
Bisogna conoscerlo di persona, Scianna, per comprendere certe sue affermazioni che comunque restano sue personali opinioni.
Alla fine, da Bagheria in poi, è stato tutto un "lungo diario personale" a suo modo di vedere, ogni scatto un pò autoritratto, e quale miglior posto per un diario fotografico personale se non un "Album di famiglia"??
Di scianna mi sento di consigliarvi "Altrove, reportage di moda" e "Le forme del caos", secondo me tra i suoi migliori scatti.
Scianna, oltretutto è un personaggio incredibile, tutto il tempo a sparare ca--ate.. laugh.gif
Ma in modo intelligente...a chi per primo ebbe la faccia di prendere la parola (ed il microfono) dopo i suoi racconti incredibili dicendogli "Grazie maestro! è stato stupendo!!" lui rispose testualmente "Meno male che non mi hai detto che ti sei rotto le palle!!".
Un grande!
_Mauro_
Messaggio: #7
Secondo me, dipende dalla destinazione della foto. La foto professionale deve soddisfare uno scopo ben preciso, che dipende dal committente, dall'argomento da illustrare, dal risultato che si intendeva raggiungere ecc.

La foto scattata per passione (cioè senza scopo di lucro), invece, secondo me non deve né mostrare né dimostrare. Deve esprimere, invece, uno stato d'animo...

Ma su questo argomento si potrebbero imbastire interminabili discussioni, e non credo di essere abbastanza competente, per cui non aggiungo altro...

ciao

Mauro
_Nico_
Messaggio: #8
Non conosco i libri più citati in questa discussione, ma uno dei pochi fotolibri che posseggo è proprio di Scianna, I Siciliani. Ho imparato molto da quel libro, e non ancora a sufficienza. E non solo sulla fotografia, ma anche sui Siciliani -spero che ciò, detto da un Siciliano, abbia un qualche valore... rolleyes.gif

La prima frase è apparentemente lepalissiana, ma sostanzialmente rivoluzionaria: «la foto non dimostra, mostra». Le dimostrazioni sono campo della parola, non dell'immagine. Forse proprio perché lavoro professionalmente con la parola -sulle immagini- apprezzo particolarmente la disarmante riflessione di Scianna. La foto non ha bisogno d'intessere un costrutto di ragionamenti su un fenomeno. Le è sufficiente mostrarne l'esistenza. Naturalmente questo discorso acquista particolare senso nel reportage, ma ovviamente la fotografia mostra anche nel caso della composizione fantastica.

Credo che Scianna pensi -anche- all'immediatezza di certi gesti sacri. Quando il sacerdote alza l'ostia, pratica l'ostensione (l'ostia si chiama così proprio per questa ragione), cioè mostra senza spiegare, senza dimostrare...

Fra le righe Scianna dice che la foto può camminare da sola, non ha bisogno di spiegazioni e interpretazioni. Anzi, quando ne ha bisogno vuol dire che non funziona: vuol dire che non mostra...

La seconda frase? Altrettanto provocatoria, ma altrettanto significativa: in un album di famiglia finiscono le immagini che suscitano affetto, emozioni, corrispondenze. Se la foto non suscita tutto ciò, forse non ha senso d'esistere -probabilmente ha fallito il suo scopo.

In fondo non ci si può aspettare nulla di diverso da chi pensa la fotografia come terzo occhio... rolleyes.gif
_Nico_
Messaggio: #9
QUOTE(plinius @ Mar 12 2005, 10:06 PM)
La foto scattata per passione (cioè senza scopo di lucro), invece, secondo me non deve né mostrare né dimostrare. Deve esprimere, invece, uno stato d'animo...

Scusa, caro Mauro, se intervengo su questo aspetto, ma ho letto da qualche parte che insegni scienze... rolleyes.gif

Ho conosciuto diversi ingegneri che smesso il lavoro giocano al lotto... smile.gif

Tu dici che la foto scattata per passione 'deve' esprimere uno stato d'animo. Se questo è per te il non plus ultra dell'arte, ti segnalo che quando il cane guaisce esprime uno stato d'animo, e altrettanto quando ringhia... dry.gif

Insomma, l'espressione degli stati d'animo, per molti il livello più alto dell'espressione artistica, a guardar bene ne rappresenta lo stato più basso. Molti credono in quest'epoca della quantità di esser gli unici a provare emozioni...

Ti dirò che me ne cale assai degli stati d'animo altrui e dei miei, visto che non sono uno psicoanalista, che l'arte è ben differente dalla psicoanalisi, e che ritengo l'arte la capacità di trascendere la propria misera individualità.

Ma, poiché so che queste affermazioni sono sgradevoli per i più (e spero mi perdonino), farò due esempi concreti. Passeggio con un amico che, guardando una vetrina, mi dice: «bello questo vestito!». Gli chiedo perché lo trovi bello. «Perché mi piace»- è la risposta lapidaria. Fine del dialogo. Non so nulla del vestito, e nemmeno della ragione per cui il vestito piace all'amico. In realtà l'amico ha solo affermato se stesso, come accade troppo spesso in quest'epoca...

Stesso episodio, ma passeggio con un sarto. «Bello quel vestito!». «Perché ti piace?». «La stoffa è tessuta con gran cura, il motivo è raffinato, le cuciture ben rifinite, i revers non troppo ampi e senza spigoli, il disegno morbido...». In questo caso ho molte informazioni sia sull'oggetto, sia sulle ragioni per cui piace a questo amico. Parlandomi dell'oggetto, ha anche espresso il suo 'stato d'animo'. Ma gli ha dato una forma, non si è limitato a dirmi che esiste...

Ecco, l'arte comincia dai sarti... biggrin.gif Da coloro che sanno tessere, mettere insieme, e soprattutto parlare dell'oggetto senza anteporgli se stessi. Forse è per questo che da tempo l'arte va scomparendo... dry.gif

Scianna intende ciò per 'mostrare'. Ciò che la fotografia 'mostra' è ancor più diretto del discorso del sarto...

Perdonami questa tiritera, ma ogni tanto non riesco a trattenermi. La prossima volta dirò, come sempre, che la tal cosa mi piace oppure no. Rientrerò nei ranghi... smile.gif
 
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