Pino, avevo ammirato alcune tue immagini sul sito, ma viste in questa discussione e commentate dall'autore sono una meraviglia. Fanno trattenere il fiato come se fossimo ad un concerto. Grazie!
QUOTE (sergiobutta @ Jan 27 2005, 08:10 PM) |
Pino, avevo ammirato alcune tue immagini sul sito, ma viste in questa discussione e commentate dall'autore sono una meraviglia. Fanno trattenere il fiato come se fossimo ad un concerto. Grazie! |
Grazie a te Sergio!
Non a caso ho scelto il nick jazz...per me è vero Amore ...di quelli che creano il vuoto di stomaco perenne, per cui condividere con altri amici questa passione è veramente bello.
Non so se conoscete un aneddoto sull'etimologia Jazz.
Secondo il trombettista Dizzy Gillespie "jasi", in un dialetto africano, significa "vivere ad un ritmo accelerato".
Secondo altri Afroamericani, precedenti alla interpretazione di Gillespie, deriva dal diminuitivo/contrazione Jass... di Jasmine, Gelsomino...ed era il profumo costoso che nella New Orleans degli albori, era in voga presso le prostitute...una fragranza penetrante e dolciastra, che veniva usata quasi come odore di riconoscimento.
Alcuni musicisti, nel suonare la "nuova musica" derivante dal Ragtime e dal Blues, non sapevano ancora come chiamarla...ma sapevano come definirla...."musica put*ana"...perche' era per tutti, era seducente, era erotica, era malandrina...
Qualcuno si inventò allora il termine jass...(evocando il profumo delle put*ane di allora) che non significava niente per gli altri...ma per i musicisti si!
Un vero signore del Jazz, Steve Lacy; ogni volta che veniva a Roma, un nutrito seguito di donne di grande classe veniva ad acclamarlo e "coccolarlo" sue ammiratrici di vecchia data...elegante e raffinato nel vestire come nel suonare il sax soprano. Sonorità sofisticate e cerebrali...
Ci ha lasciati a giugno scorso...
Roma Music Inn, 1989
Ciao, Pino.
Ciao Pino (se mi permetti di chiamarti così).
Ad osservare le tue foto si avverte quanto ami il Jazz e quanto lo hai capito.
Il BN che hai usato, grazie alla tua tecnica fotografica, comunica la "dimensione intimistica del Jazz e dei suoi Uomini,...il clima tipico dei locali fumosi ...".
Sono tutte foto eccellenti: per la composizione, sempre essenziale, per la scala dei grigi ricca ed espressiva, per la scelta del momento dello scatto, che coglie l'espressione più significativa dell' "estasi " del "Jazzman", che tu conosci così bene.
Sono d'accordo con te che il BN sia più adatto del colore a questo genere di foto. Forse lo è per tutte le foto che colgono una scena nella sua realtà di vita, del vissuto quotidiano, e perciò in qualche modo sofferta.
Complimenti e saluti
Alberto
Ad osservare le tue foto si avverte quanto ami il Jazz e quanto lo hai capito.
Il BN che hai usato, grazie alla tua tecnica fotografica, comunica la "dimensione intimistica del Jazz e dei suoi Uomini,...il clima tipico dei locali fumosi ...".
Sono tutte foto eccellenti: per la composizione, sempre essenziale, per la scala dei grigi ricca ed espressiva, per la scelta del momento dello scatto, che coglie l'espressione più significativa dell' "estasi " del "Jazzman", che tu conosci così bene.
Sono d'accordo con te che il BN sia più adatto del colore a questo genere di foto. Forse lo è per tutte le foto che colgono una scena nella sua realtà di vita, del vissuto quotidiano, e perciò in qualche modo sofferta.
Complimenti e saluti
Alberto
Pino
Miscelando fotografia & jazz sei riuscito a scaldarmi l' animo nonostante il freddo che ci attanaglia.
alberto
Miscelando fotografia & jazz sei riuscito a scaldarmi l' animo nonostante il freddo che ci attanaglia.
alberto
QUOTE (Halberman @ Jan 27 2005, 09:15 PM) |
Ciao Pino (se mi permetti di chiamarti così). |
Ciao Alberto, certo che ti permetto! ci mancherebbe.
I miei amici mi chiamano così
grazie a te e anche all'altro Alberto, alga65, e a tutti gli altri che hanno seguito e seguiranno questa carrellata di ricordi in BN, di un periodo indimenticabile del Jazz a Roma.
A proposito di freddo.., mi sto scaldando con una tazza di te earl grey al bergamotto nel mio studio, mentre gira su un piatto Thorens un LP della etichetta Blue Note... un Miles Davis d'annata...1958 "Miles Davis - Ballads & Blues".
Una sola lampada illumina la stanza, proprio sul disco che gira...mentre suona la traccia numero 4; Moon Dreams
Penso proprio che mi trasferiro' sul divano e mi lascerò andare a uno dei tanti voli...che questa musica mi regala da anni...
Ciao a tutti!
Pino.
Nella mia foto mancano i protagonisti ma spero che l'atmosfera si respiri lo stesso tramite gli strumenti.
Vi segnalo anche questa splendida photo gallery
http://net.onion.it/jazz/it
Vi segnalo anche questa splendida photo gallery
http://net.onion.it/jazz/it
Immagine(i) allegate
Provo a rilanciare la discussione, magari qualcuno mi segue...
03 Febbraio 2005, Franco Ambrosetti.
Ciao, L.
03 Febbraio 2005, Franco Ambrosetti.
Ciao, L.
Immagine(i) allegate
Purtroppo, nonostante la mia grande passione per il Jazz, non ho materiale per partecipare, vi volevo però segnalare la photogallery di una persona che ho avuto modo di conoscere recentemente e che questo mese è presente anche sulla rivista Fotografia Reflex:
Emilio D'Itri
e un libro che sto leggendo della Baldini & Castoldi dedicato al grande Chet Baker:
CHET BAKER
Stefano
Emilio D'Itri
e un libro che sto leggendo della Baldini & Castoldi dedicato al grande Chet Baker:
CHET BAKER
Stefano
Ciao Stefano,
grazie per la segnalazione!!!
Saluti
Franco
grazie per la segnalazione!!!
Saluti
Franco
QUOTE (morgan @ Feb 4 2005, 12:40 PM) |
Ciao Stefano, grazie per la segnalazione!!! Saluti Franco |
Amo il jazz e la foto di jazz
Complimenti!
Complimenti!
grandi interpreti e più grandi ancora le foto!!
Stasera nella mia città ci sono FRESU, SALIS e DI CASTRI in trio
speriamo che il mio 80-200 faccia il suo dovere...!
e soprattutto io
Le luci rosse uccidono purtroppo...
A. Mandarini alla Black Out Night (Torino), lo spettacolo si intitolava Miles and Miles away
A. Mandarini alla Black Out Night (Torino), lo spettacolo si intitolava Miles and Miles away
QUOTE(Jazz @ Jan 27 2005, 12:38 PM)
Ciao Luca, il genere "Jazz", peraltro antico, è un genere particolare e coinvolgente.
Si tratta di raccontare con solo luci e ombre, il clima tipico dei locali fumosi e immersi nella penombra, dove la musica piu' importante del '900, compie ancora oggi il suo miracolo.
il "jazzman", partendo da uno standard e su questo improvvisando, insieme agli altri, si immerge in una estasi che lo isola dalla realtà e lo introduce a qualcosa che ha a che fare piu' con il mondo onirico, cerebrale che con il reale.
Ho avuto il grande onore di conoscere intimamente "grandi", che mi incute soggezione solo nominarli, ne ho fotografato i concerti, i "pensieri", i "turbamenti"...le luci e le ombre del BN, permettono di comunicare meglio la dimensione intimistica del Jazz e dei suoi Uomini . Ovviamente ho visto anche capolovori a colori di colleghi, anche illustrissimi.
Penso che per fotografare bene il jazz, bisogna prima amarlo e ascoltarlo, capirne il linguaggio, seguirne i "voli" attraverso i suoi esecutori.
L'unico consiglio quindi è questo: ascoltalo, amalo...e quando lo avrai capito, seguendo nel mirino il musicista, ne potrai magicamente intuire e anticipare i movimenti e le espressioni del corpo e del viso, in una complessa mutazione senza soluzione di continuità...
buone foto, veramente.
Pino
Si tratta di raccontare con solo luci e ombre, il clima tipico dei locali fumosi e immersi nella penombra, dove la musica piu' importante del '900, compie ancora oggi il suo miracolo.
il "jazzman", partendo da uno standard e su questo improvvisando, insieme agli altri, si immerge in una estasi che lo isola dalla realtà e lo introduce a qualcosa che ha a che fare piu' con il mondo onirico, cerebrale che con il reale.
Ho avuto il grande onore di conoscere intimamente "grandi", che mi incute soggezione solo nominarli, ne ho fotografato i concerti, i "pensieri", i "turbamenti"...le luci e le ombre del BN, permettono di comunicare meglio la dimensione intimistica del Jazz e dei suoi Uomini . Ovviamente ho visto anche capolovori a colori di colleghi, anche illustrissimi.
Penso che per fotografare bene il jazz, bisogna prima amarlo e ascoltarlo, capirne il linguaggio, seguirne i "voli" attraverso i suoi esecutori.
L'unico consiglio quindi è questo: ascoltalo, amalo...e quando lo avrai capito, seguendo nel mirino il musicista, ne potrai magicamente intuire e anticipare i movimenti e le espressioni del corpo e del viso, in una complessa mutazione senza soluzione di continuità...
buone foto, veramente.
Pino
Grande pino mi scusi se le ho dato del tu!beh io amo molto il jazz oltre a suonarlo(veda il mio avatar è john coltrane) ma vedo che lei è al di sopra di tutti ,mi dica ma ha mai conosciuto massimo urbani o larry nocella e magari fotografati!è stato mai pure a fotografare pomigliano in jazz?attendo sue risposte.Grazie
Mi scusi ma ho visto solo adesso massimo urbani!bhe ho letto anche gl'altri commenti ,è un grande ma posso darle del tu?
P.s.
Se solo la gente sapesse che la musica rock non potrebbe esistere senza il jazz magari lo si ascolterebbe di più!
P.s.
Se solo la gente sapesse che la musica rock non potrebbe esistere senza il jazz magari lo si ascolterebbe di più!
Ne posto una scattata tanti anni fa (76??) al Teatro Argentina, con i grandi Art Ensemble of Chicago, e se non ricordo male, Roscoe Mitchell di spalle.
Più jazz e più foto per tutti...
Forme e Colori
Più jazz e più foto per tutti...
Forme e Colori
Art ensemble of chicago...riescono ad essere free anche nelle foto!Bellissima!