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La Riduzione A Icona
Dal giornalismo alla chat+webcam
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_Nico_
Messaggio: #1
In questa discussione sul fotogiornalismo, Francesco si domandava:
QUOTE
Fra macchine fotografiche digitali e telefoni cellulari con fotocamera sempre più diffusi e sempre più onnipresenti nella nostra giornata, si va diffondendo rapidamente l' utilizzo da parte dei media di immagini non realizzate da professionisti. Sebbene fino a poco tempo fa, queste erano pubblicate solo su siti internet poco conosciuti e blog personali, ora quasi tutte le testate giornalistiche invitano i lettori ad inviare loro foto. Quale credete sarà il contributo di questa nuova disponibilità di immagini al fotogiornalismo
Io avevo risposto che la tendenza d'usare immagini scattate dei cellulari mi sembrava avere un prevalente orientamento commerciale.

Ma un'altra nuova risposta viene dalla cronaca: il Corriere segnala oggi in questo articolo il primo documentario girato col cellulare... I due autori, che hanno realizzato un remake d'un documentario di Pasolini sui costumi sessuali degl'Italiani, avrebbero usato un cellulare di "nuova generazione". Credo che questo aspetto, cioè uno sponsor alle spalle che punti alla promozione del proprio cellulare, non vada trascurato.

Per quanto di nuova generazione (penso a certi Nokia che costano il doppio d'una normale digitale compatta), questo cellulare avrà sfornato video in risoluzione bassina, 640x480... Ma ciò non ha disarmato i due autori, anzi. Essi ritengono che il rapporto con le persone divenga più intimo, grazie al cellulare:
QUOTE
Usando un piccolo strumento come il portatile che per gli italiani è diventato un oggetto della vita quotidiana, tu stabilisci un rapporto intimo con le persone, a differenza di quello che succede con la telecamera -continua il regista Mencantini- L'intervista diviene qualcosa di molto simile a una chat.

In tutta onestà mi sembra tuttavia che una chat non rappresenti il massimo dell'intimità. E però credo che l'impressione sia corretta: l'intervista diventa una chat. Per un paio di ragioni. La prima è tecnica: per quanto di nuova generazione, non credo che un cellulare possa consentire una registrazione video infinita. La seconda è di mentalità: da tempo il nostro linguaggio si restringe, i vocaboli si riducono parimenti alla nostra capacità e volontà d'esprimere idee e sentimenti.

La televisione ha da tempo sostituito la chiacchiera alla riflessione, l'opinione al ragionamento, il pettegolezzo alla notizia (e infatti questo documentario è centrato sul sesso, argomento sicuramente di cassetta...). Quando si chiedono due battute conclusive sulla fame nel mondo, quando si chiede alla madre che ancora piange sul corpo caldo del figlio morto "cosa prova in questo momento?", è inevitabile che l'intervista diventi una chat, e la si consideri anche intima...

Dunque è possibile che questo documentario segni un crinale: alla perdita di definizione dell'immagine -ottenuta con un cellulare- si potrebbe accompagnare anche una riduzione dell'approfondimento, cioè la perdita di definizione nel mondo dell'immagine. Ma non sarebbe una novità.
La vera novità sarebbe proprio nell'uso d'un mezzo che produce immagini povere di dettaglio: il (foto)giornalismo trasformato in una chat con webcam...

In tutto ciò vedo una sorta di "riduzione a icona", nel senso informatico: l'immagine si rimpicciolisce e sta a indicare una funzione. Il nostro mondo ha troppa informazione, ne è saturo. La nostra inclinazione media tende a difendersi dalla marea montante d'informazioni riducendone anzitutto la quantità, e quindi la ricchezza. Insomma, tutti pronti a dire due battute sull'universo, non una di più... E anche alla fiumana d'immagini accade altrettanto: proprio perché ne scorrono sempre più, ne vediamo sempre meno, con minore attenzione, in uno stato che potrebbe approssimarsi all'anestetizzazione, al torpore.

E allora troppi dettagli distolgono, troppe sfumature confondono. Allora l'immagine si riduce e trasforma in icona. Quando questo è avvenuto, nella storia, s'è sempre trattato d'un sintomo d'una svolta epocale. Forse un oggetto all'apparenza non così rilevante, come un documentario girato col telefonino, segna un ulteriore punto di svolta verso un'epoca in cui l'immagine non rappresenta più la realtà, ma la sostituisce.

Messaggio modificato da _Nico_ il Jun 18 2006, 01:15 PM
max16vj
Messaggio: #2
parole sante....max16vj
nuvolarossa
Messaggio: #3
Maurizio... Ottima riflessione, stiamo "riducendo a icona" le nostre menti!!!

Giorgio Baruffi
Messaggio: #4
mannaggia al tempo, questo spunto Maurizio meriterebbe ben altra risposta che "sono daccordo", per ora però accontentati del fatto che hai dipinto, ahimè perfettamente, la strada che stiamo percorrendo... personalmente a volte manderei il progresso al gabinetto (per essere gentile con le parole), ma tant'è, non si ferma, nemmeno quando sbaglia strada... wink.gif
 
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