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Odio Il Mio Lavoro!
e voi?
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masma
Messaggio: #51
Mi capita anche di ripensare ai miei (vostri) nonni, che dopo il lavoro si "dedicavano" (eufemismo) alla terra, se non era il loro primo lavoro, poi impastavano la calce e tiravano su blocchetti....magari anche per far ritrovare una casa ai figli...nipoti e così a venire.
Tempo per..... "fotografare"?..........bah
A me, personalmente, vengono i brividi!
Vedo ancora anziani di 80 anni piantare alberelli d'ulivo....

Poi, ben venga il raggiungimento delle aspettative, ma a parlare di odio starei ben attento!
Mi concentrerei di più sulla quantità di tempo libero che ci resta, in fondo qualcuno disse che è da questo che si misura il benessere di una persona, non ditelo ai disoccupati però!

IMHO
Marco Senn
Messaggio: #52
Più che odiare il mio lavoro, che alla fine nemmeno mi dispiace, odio come me lo fanno fare. Odio quelli che sanno tutto quello che dovrei fare io ma non sanno fare il loro... ma continuo a dirmi che il 27 arriva ogni mese e questa è una buona cosa dato che a 52 anni nessuno mi prenderebbe a fare un lavoro diverso. Dai... ancora 14 anni e forse se sopravvivo mi godo la pensione smile.gif
miciagilda
Messaggio: #53
No, infatti, sono d'accordo con Rosanna: odiare i clienti no, questo mai!

Manuel, a parte che senza clienti non esisterebbe lavoro, a parte che vivere nel veleno dell'odio per il prossimo ti fa più male che altro, ma soprattutto, per quanto si indossi una maschera sorridente, loro lo percepiranno comunque e tu vivrai nell'ipocrisia. wink.gif

Nel caso in cui ti stia stretta la tua vita, ti sia stancato del tuo lavoro, vale quello che ho scritto sopra.

Ma se il problema è che non sopporti più i clienti, allora c'è dietro un grosso lavoro da fare su te stesso, perché è un lusso che non ti puoi permettere e (temo) te li farà perdere tutti.

ciao

QUOTE(Marco Senn @ Mar 24 2015, 10:53 AM) *
Più che odiare il mio lavoro, che alla fine nemmeno mi dispiace, odio come me lo fanno fare. Odio quelli che sanno tutto quello che dovrei fare io ma non sanno fare il loro... ma continuo a dirmi che il 27 arriva ogni mese e questa è una buona cosa dato che a 52 anni nessuno mi prenderebbe a fare un lavoro diverso. Dai... ancora 14 anni e forse se sopravvivo mi godo la pensione smile.gif


Eh, caro coetaneo... tu non sopporti gli imbecilli arroganti, ma questo è un altro problema, che non necessariamente ha a che fare col lavoro. Tieni duro! wink.gif
Il_Dott
Messaggio: #54
Io lavoro da 8 anni e ho un bellissimo lavoro. Alla fine devo rendere conto solo ad una persona (il capo), che è una persona eccezionale (anche se alle volte sa essere pesante). Ma so che non potrò farlo per 40 anni.
Per natura sono molto inquieto e, fosse per me, vivrei solo per girare il mondo. Quindi stare tutti i giorni alla scrivania, davanti al computer, con gli occhi gonfi, mi fa sentire come un leone in gabbia.

Mi piace pensare che un giorno, tra 5 o 10 o 15 anni, cambierò radicalmente vita!
Sempre che non mi nasca un figlio e tutto si rimette in discussione.....
skyler
Messaggio: #55
Ho sempre fatto i lavori che volevo fare e non ho mai avuto padroni...non mi va di farmi comandare da chi non rispetto e non ne sà più di me.
Nei momenti neri, dedicarsi alla fotografia di paesaggi.......consiglio scontato visto il posto dove scriviamo? Ma no..
Il lavoro si cambia fino a quando non è pronto quello nuovo. Nuova specializzazione, nuovi clienti.
Farlo senza, in genere si rimane a piedi e non va bene, visto quello che c'è in giro.
D'altronde se uno non può vivere di rendita, deve andare a lavorare o trovare una ricca vedova...smile.gif rolleyes.gif
Auguri.
riccardobucchino.com
Messaggio: #56
QUOTE(masma @ Mar 24 2015, 10:31 AM) *
Mi capita anche di ripensare ai miei (vostri) nonni, che dopo il lavoro si "dedicavano" (eufemismo) alla terra, se non era il loro primo lavoro, poi impastavano la calce e tiravano su blocchetti....magari anche per far ritrovare una casa ai figli...nipoti e così a venire.
Tempo per..... "fotografare"?..........bah
A me, personalmente, vengono i brividi!
Vedo ancora anziani di 80 anni piantare alberelli d'ulivo....

Poi, ben venga il raggiungimento delle aspettative, ma a parlare di odio starei ben attento!
Mi concentrerei di più sulla quantità di tempo libero che ci resta, in fondo qualcuno disse che è da questo che si misura il benessere di una persona, non ditelo ai disoccupati però!

IMHO


Ma hai mai provato a guardare le cose dall'esterno? Prova a pensare a cosa serve il lavoro, la risposta sarà per guadagnare denaro, poi pensa a come viene usato il denaro e valuta se tutti gli usi che se ne fa sono necessari e anche quelli che sono necessari cerca di capire perché sono necessari.

Io sento gente che dice "vorrei trovare lavoro" e io penso che è un idea sbagliata come concetto, tu non vuoi un lavoro, nessuno vuole un lavoro, quello che uno dovrebbe volere realmente è il benessere (fisico e psicologico), uno dei modi per averlo è usare il denaro per cose che danno benessere come una casa (senza un riparo non vivi bene), il cibo etc... e il denaro si può ottenere in vari modi, il più banale è il lavoro. Denaro e lavoro sono strumenti per ottenere qualcos'altro, si può anche ottenere soddisfazione con il lavoro ma è un discorso a parte. Desiderare lo strumento per ottenere qualcosa è stupido, non puoi desiderare il denaro o il lavoro, devi desiderare qualcosa di concreto, qualcosa che non è uno strumento per ottenere altre cose ma è qualcosa per davvero. Tu cosa vuoi? Vuoi un lavoro? se si allora non sai cosa vuoi e ti stai limitando a desiderare quello che desiderano o hanno gli altri ma non è quello che vuoi veramente.
Quindi se cercate lavoro dovete dire "che vi serve un lavoro" e non che lo "volete" (desiderate), perché il lavoro è uno strumento, è una cosa che serve per altro non un punto di arrivo ma un punto di partenza.

E aggiungo una citazione di me stesso.
Se lavori non guadagni nulla, baratti il tuo tempo con del denaro, il guadagno è quando gli altri lavorano e tu ne prendi i profitti.

Dopo questo discorso vi chiederete perché io lavoro, domanda più che lecita a cui do la seguente risposta: Perché al momento ho solo questo modo per sopravvivere ma il mio obiettivo è vivere senza dover lavorare o comunque lavorare il meno possibile e non parlo di pensione, la pensione è lo strumento che da ai perdenti la possibilità di vivere i loro ultimi anni riflettendo su quello che non sono riusciti a fare nella vita, i vincenti non han bisogno di pensioni, io ho ambizioni enormi, forse non si cocretizzeranno mai ma almeno io so cosa voglio, tutti dovrebbero sapere cosa vogliono. Mesi fa ho avuto un idea che potenzialmente potrebbe arricchirmi molto ma richiede molto lavoro, poi mi sono chiesto "voglio davvero arricchirmi?", ci sto ancora pensando e finché non sarò convinto di volerlo non farò un bel niente perché non posso lavorare per raggiungere obiettivi che non so se desidero davvero.





QUOTE(skyler @ Mar 24 2015, 01:15 PM) *
D'altronde se uno non può vivere di rendita, deve andare a lavorare o trovare una ricca vedova...smile.gif rolleyes.gif
Auguri.


Si ma vuoi mettere vivere di rendita alle spalle di altri e vivere di rendita per quello che hai fatto tu?
Il_Dott
Messaggio: #57
Visto che siamo entrati nel campo della filosofia, mi piace ricordare questa massima.

"Quello che mi sorprende degli uomini è che perdono la salute per fare i soldi e poi perdono i soldi per recuperare la salute. Pensano tanto al futuro che dimenticano di vivere il presente in tale maniera che non riescono a vivere né il presente né il futuro. Vivono come se non dovessero morire mai e muoiono come se non avessero mai vissuto."

Dalai Lama
balga
Iscritto
Messaggio: #58
Forse io sono quello che il bicchiere lo vede sempre mezzo pieno, pero' c'e' da dire che mi sono sempre sforzato per averlo comunque tutto pieno.
Quando sono partito dall'italia il lavoro l'avevo e guadagnavo discretamente, era una posizione comoda e lo sapevo ma comunque mi stava stretta.
In australia nonostante potessi sfoggiare una bella laurea in ingegneria ho fatto di tutto e di piu, amando quasi tutti i lavori che ho fatto. Quello che mi faceva stare piu in pace con me stesso era fare il manovale in una fattoria, raccoglievo zucchine, arance, zucche e mandarini. Tanta fatica, tante levatacce, ma la campagna e' bella. Altri che lo facevano con me vedevano solo i lati negativi e per loro era una tortura.
Un altro lavoro che mi piaceva fare, anche se pagato una miseria era il lavapiatti, in una cucina frenetica devi essere organizzato e e veloce vuoi farti apprezzare, mi piaceva lavorare di corsa e dopo qualche giorno mi volevano passare ad aiuto cuoco, ma avevo altri obiettivi.
Ora il mio lavoro e' tornato ad essere il project manager di cantiere, meta' giornata in ufficio e meta' giornata a spaccarmi la schiena sotto il sole; ci sono ovviamente i momenti che lo maledico questo lavoro ma e' come un bisticcio con la fidanzata di sempre: si litiga forte e poi si fa pace.

Il problema che avevo in italia e cioe' odiare il proprio lavoro per me era dovuto al fatto che mi sforzassi di farlo nel modo che avevo in testa io, un po piu sull'ideologico e meno attinente al mercato reale. Sul lavoro contano secondo me tre cose: essere precisi, essere affamati, non perdere tempo con perditempo (clienti o fornitori). In italia c'e' anche la quarta: fare piu nero che si puo'.

Questo per dire, ad esempio un elettricista e' sicuramente una figura che ha sempre piu o meno da fare sia nei periodi di crisi che nei periodi buoni, magari puoi focalizzarti su una fetta diversa di clientela, magari puoi impostare il tuo lavoro in maniera diversa in modo tale da ridurre le occasioni di xxx. Un mio amico italiano elettricista, aveva prima trovato lavoretti privati in zona, poi si e' scazzato ed e' andato a dubai, qualche anno li, poi e' venuto in australia, un paio d'anni a lavorare per privati, si e' scazzato e ora ha trovato un lavoro nelle ferrovie per cui non fa praticamente nulla e lo ricoprono di dollari.

Lo so cosa vuol dire avere la responsabilita' di una famiglia sulle spalle (due figli e una moglie e un mutuo da pagare), ma se il lavoro ti fa venire l'esaurimento nervoso devi fare qualcosa, e devi farlo sia per te stesso che per loro.
Io al proverbio 'chi lascia la strada vecchia...' non ho mai creduto, la felicita' (e anche i profitti) sono di chi lotta non di chi si accontenta.
masma
Messaggio: #59
QUOTE(riccardobucchino.com @ Mar 24 2015, 01:44 PM) *
Ma hai mai provato a guardare le cose dall'esterno? Prova a pensare a cosa serve il lavoro, la risposta sarà per guadagnare denaro, poi pensa a come viene usato il denaro e valuta se tutti gli usi che se ne fa sono necessari e anche quelli che sono necessari cerca di capire perché sono necessari.

Io sento gente che dice "vorrei trovare lavoro" e io penso che è un idea sbagliata come concetto, tu non vuoi un lavoro, nessuno vuole un lavoro, quello che uno dovrebbe volere realmente è il benessere (fisico e psicologico), uno dei modi per averlo è usare il denaro per cose che danno benessere come una casa (senza un riparo non vivi bene), il cibo etc... e il denaro si può ottenere in vari modi, il più banale è il lavoro. Denaro e lavoro sono strumenti per ottenere qualcos'altro, si può anche ottenere soddisfazione con il lavoro ma è un discorso a parte. Desiderare lo strumento per ottenere qualcosa è stupido, non puoi desiderare il denaro o il lavoro, devi desiderare qualcosa di concreto, qualcosa che non è uno strumento per ottenere altre cose ma è qualcosa per davvero. Tu cosa vuoi? Vuoi un lavoro? se si allora non sai cosa vuoi e ti stai limitando a desiderare quello che desiderano o hanno gli altri ma non è quello che vuoi veramente.
Quindi se cercate lavoro dovete dire "che vi serve un lavoro" e non che lo "volete" (desiderate), perché il lavoro è uno strumento, è una cosa che serve per altro non un punto di arrivo ma un punto di partenza.

E aggiungo una citazione di me stesso.
Se lavori non guadagni nulla, baratti il tuo tempo con del denaro, il guadagno è quando gli altri lavorano e tu ne prendi i profitti.

Dopo questo discorso vi chiederete perché io lavoro, domanda più che lecita a cui do la seguente risposta: Perché al momento ho solo questo modo per sopravvivere ma il mio obiettivo è vivere senza dover lavorare o comunque lavorare il meno possibile e non parlo di pensione, la pensione è lo strumento che da ai perdenti la possibilità di vivere i loro ultimi anni riflettendo su quello che non sono riusciti a fare nella vita, i vincenti non han bisogno di pensioni, io ho ambizioni enormi, forse non si cocretizzeranno mai ma almeno io so cosa voglio, tutti dovrebbero sapere cosa vogliono. Mesi fa ho avuto un idea che potenzialmente potrebbe arricchirmi molto ma richiede molto lavoro, poi mi sono chiesto "voglio davvero arricchirmi?", ci sto ancora pensando e finché non sarò convinto di volerlo non farò un bel niente perché non posso lavorare per raggiungere obiettivi che non so se desidero davvero.
Si ma vuoi mettere vivere di rendita alle spalle di altri e vivere di rendita per quello che hai fatto tu?

Vincenti e perdenti?
Carino!!
Ma qualcuno dovrà pur pulire i cessi per gli utenti....raccogliere i rifiuti....pulire il sedere agli anziani ricoverati! Non tutti avranno avuto quell'ambizione nella vita.....ma l'utilità è innegabile!
Quando mi godrò la mia pensioncina da fallito dipendente comunale, ricorderò con piacere le multe e gli accertamenti fiscali che ti ho notificato in tutta la mia carriera lavorativa. Qualcuno doveva pur farlo...no??

Dico per scherzare Riccardo, mi sei pure simpatico... messicano.gif

Ciao
riccardobucchino.com
Messaggio: #60
QUOTE(masma @ Mar 25 2015, 03:46 PM) *
Vincenti e perdenti?
Carino!!
Ma qualcuno dovrà pur pulire i cessi per gli utenti....raccogliere i rifiuti....pulire il sedere agli anziani ricoverati! Non tutti avranno avuto quell'ambizione nella vita.....ma l'utilità è innegabile!
Quando mi godrò la mia pensioncina da fallito dipendente comunale, ricorderò con piacere le multe e gli accertamenti fiscali che ti ho notificato in tutta la mia carriera lavorativa. Qualcuno doveva pur farlo...no??

Dico per scherzare Riccardo, mi sei pure simpatico... messicano.gif

Ciao


Certo, ma il bello e brutto lavoro è relativo, c'è chi sogna di fare il medico e chi come me non riesce a immaginare un lavoro peggiore, è tutto relativo.

Io quando faccio discorsi come quello qui sopra l'unica cosa che cerco di ottenere è di mostrare un punto di vista diverso da quello comune, è solo vedendo le cose da più punti di vista che si può decidere qual'è il nostro punto di vista.
masma
Messaggio: #61
QUOTE(riccardobucchino.com @ Mar 25 2015, 08:13 PM) *
Certo, ma il bello e brutto lavoro è relativo, c'è chi sogna di fare il medico e chi come me non riesce a immaginare un lavoro peggiore, è tutto relativo.

Io quando faccio discorsi come quello qui sopra l'unica cosa che cerco di ottenere è di mostrare un punto di vista diverso da quello comune, è solo vedendo le cose da più punti di vista che si può decidere qual'è il nostro punto di vista.

Capisco quello che dici però come puó essere relativamente bello pulire i cessi?
Chi pulisce i cessi é un vincente!
Il dipendente che andrá poi in pensione é un vincente! Anche perché il nostro sistema fiscale si regge quasi per intero sulle buste paga
Gli altri?....é tutto da vedere...da verificare. In tanti dicono:mi son fatto da solo! magari evadendo.....
Vabbè, ormai sono fuori OT
riccardobucchino.com
Messaggio: #62
QUOTE(masma @ Mar 25 2015, 11:50 PM) *
Capisco quello che dici però come puó essere relativamente bello pulire i cessi?
Chi pulisce i cessi é un vincente!
Il dipendente che andrá poi in pensione é un vincente! Anche perché il nostro sistema fiscale si regge quasi per intero sulle buste paga
Gli altri?....é tutto da vedere...da verificare. In tanti dicono:mi son fatto da solo! magari evadendo.....
Vabbè, ormai sono fuori OT


Perché pulire i cessi è utile, a fine giornata il lavacessi vede il suo lavoro li, fatto e finito, io faccio il fotografo, nel 99% dei casi a fine giornata ho girato miliardi di microscopici magneti sulla superfice di un piatto di metallo che gira a 7200 rpm o all'interno di memorie con struttura simile a una ram.
La pensione va bene per alcune categorie che non hanno speranza di accumulare soldi a sufficienza per vivere senza lavorare, ha senso ma la cosa che non ha senso è sentire la gente che parla di voler andare in pensione, io non li sopporto. C'è gente che a 30 anni si fa il calcolo di quando andrà in pensione, i miei genitori, da quando li conosco parlano con i loro amici di pensione, quando andremo in pensione e bla bla bla, è un ossessione, uno strumento nato come "welfare" è diventato un sogno, non è quello il senso della pensione, non è un obiettivo da raggiungere. Poi quelli che odio davvero sono quelli che "non vado in vacanza ma quando sarò in pensione voglio viaggiare!" e non parlo di chi non può (e anche qui dovrei aprire una parentesi), ma parlo di chi può e non va, io gli metterei le mani sulle spalle li scuoterei e gli direi "ma che ca**o dici!!! prendi la tua valigia e parti, ADESSO è il momento di viaggiare!" del resto ci sono solo 2 giorni in cui non puoi fare nulla, uno si chiama ieri e l'altro si chiama domani, il giorno in cui puoi davvero fare le cose è oggi e solo oggi!
A me tanti han detto troppe volte che quello che volevo fare non si poteva fare e io puntualmente gli ho dimostrato che si può, basta volerlo, qui chiaramente sorge il problema, perché siccome mi chiedo troppo spesso "ha senso?" e la risposta il più delle volte è "no" molti miei progetti si bloccano sul nascere, come quel progetto di cui ho accennato che potrebbe arricchirmi, io lo so che anche se è il progetto più ambizioso che abbia mai pensato posso realizzare la mia idea, so come fare, c'è la possibilità di guadagnare molto ma non ho ancora compreso se ci guadagnerò qualcosa che serve davvero o se guadagnerò solo del denaro, la domanda più difficile a cui dare risposta affermativa è "questo progetto/idea/cosa mi renderà più felice?" se la risposta è no o forse non vale la pena di proseguire perché infondo tutto è vano, solo la felicità è un qualcosa che vale la pena di ricercare.
BloodyTitus
Messaggio: #63
Quando un cliente ti dice,preoccupato: "ma ci fai vedere il film che dobbiamo vedere?"
mi ritorna in mente "ma per andare dove dobbiamo andare,per dove dobbiamo andare?"
quello è il momento in cui attendo un'apocalisse zombie XD
miciagilda
Messaggio: #64
QUOTE(riccardobucchino.com @ Mar 26 2015, 12:57 AM) *
Perché pulire i cessi è utile, a fine giornata il lavacessi vede il suo lavoro li, fatto e finito, io faccio il fotografo, nel 99% dei casi a fine giornata ho girato miliardi di microscopici magneti sulla superfice di un piatto di metallo che gira a 7200 rpm o all'interno di memorie con struttura simile a una ram.
La pensione va bene per alcune categorie che non hanno speranza di accumulare soldi a sufficienza per vivere senza lavorare, ha senso ma la cosa che non ha senso è sentire la gente che parla di voler andare in pensione, io non li sopporto. C'è gente che a 30 anni si fa il calcolo di quando andrà in pensione, i miei genitori, da quando li conosco parlano con i loro amici di pensione, quando andremo in pensione e bla bla bla, è un ossessione, uno strumento nato come "welfare" è diventato un sogno, non è quello il senso della pensione, non è un obiettivo da raggiungere. Poi quelli che odio davvero sono quelli che "non vado in vacanza ma quando sarò in pensione voglio viaggiare!" e non parlo di chi non può (e anche qui dovrei aprire una parentesi), ma parlo di chi può e non va, io gli metterei le mani sulle spalle li scuoterei e gli direi "ma che ca**o dici!!! prendi la tua valigia e parti, ADESSO è il momento di viaggiare!" del resto ci sono solo 2 giorni in cui non puoi fare nulla, uno si chiama ieri e l'altro si chiama domani, il giorno in cui puoi davvero fare le cose è oggi e solo oggi!
A me tanti han detto troppe volte che quello che volevo fare non si poteva fare e io puntualmente gli ho dimostrato che si può, basta volerlo, qui chiaramente sorge il problema, perché siccome mi chiedo troppo spesso "ha senso?" e la risposta il più delle volte è "no" molti miei progetti si bloccano sul nascere, come quel progetto di cui ho accennato che potrebbe arricchirmi, io lo so che anche se è il progetto più ambizioso che abbia mai pensato posso realizzare la mia idea, so come fare, c'è la possibilità di guadagnare molto ma non ho ancora compreso se ci guadagnerò qualcosa che serve davvero o se guadagnerò solo del denaro, la domanda più difficile a cui dare risposta affermativa è "questo progetto/idea/cosa mi renderà più felice?" se la risposta è no o forse non vale la pena di proseguire perché infondo tutto è vano, solo la felicità è un qualcosa che vale la pena di ricercare.


Mah, Riccardo: fin qui i tuoi interventi mi hanno trovato sostanzialmente d'accordo, e in ogni caso ti dico che li sto apprezzando tutti.

Però... osserverei...

Se uno vive il proprio lavoro come una parte che scelto della sua vita, un "di cui" che lo sostenta ma senza particolari angosce o ansie o difficoltà economiche, è un discorso.

Se invece uno il suo lavoro non l'ha potuto scegliere, o ne è per vari motivi totalmente dipendente, o se professionalmente e economicamente non ha alternative, o se non può mancare dal lavoro per due giorni per farsi un viaggio senza rischiare di diventare il prossimo che ségano, ecc. ecc... non è strano che viva il proprio lavoro come una specie di galera e che gli scatti nel cervello il conto alla rovescia verso la scarcerazione=pensione.

Poi, che ci sia gente che si chiude da sola in una gabbia e non se ne renda conto, questo è ancora un altro discorso e qui sono d'accordo con te. smile.gif
balga
Iscritto
Messaggio: #65
se uno si prende le ferie che gli spettano e lo segano dopo due giorni le questioni sono tre: o non fa bene il proprio lavoro oppure non vale la pena lavorare per quell'azienda, oppure entrambe le cose.
Io a giugno mi sono sposato e un invitato a me stretto non e' venuto al mio matrimonio perche' se si prendeva la mezza giornata si spaventava che l'avrebbero lasciata a casa (lavoro da 300 euro a mese, friuli)
Cosa e' successo a settembre, che con un'altra mezza scusa l'hanno lasciato a casa!
Al mio matrimonio e' invece poi venuto un'altro invitato, rimasto orfano di entrambi i genitori e senza una lira a 18 anni, nessun titolo di studio, ma con determinazione tre anni dopo ha lavoro a tempo indeterminato, e tutti i diritti del caso. A questa persona il capo non ci pensa proprio a licenziarla perche' si e' dovuto prendere le ferie che spettavano.

Riguardo al non avere avuto scelta sul lavoro da fare, beh mi spiace ma la scelta c'e' sempre, e' troppo comodo dire che non c'e' stata scelta.
pisistrate nelson
Messaggio: #66
QUOTE(balga @ Mar 30 2015, 04:21 AM) *
se uno si prende le ferie che gli spettano e lo segano dopo due giorni le questioni sono tre: o non fa bene il proprio lavoro oppure non vale la pena lavorare per quell'azienda, oppure entrambe le cose.
Io a giugno mi sono sposato e un invitato a me stretto non e' venuto al mio matrimonio perche' se si prendeva la mezza giornata si spaventava che l'avrebbero lasciata a casa (lavoro da 300 euro a mese, friuli)
Cosa e' successo a settembre, che con un'altra mezza scusa l'hanno lasciato a casa!
Al mio matrimonio e' invece poi venuto un'altro invitato, rimasto orfano di entrambi i genitori e senza una lira a 18 anni, nessun titolo di studio, ma con determinazione tre anni dopo ha lavoro a tempo indeterminato, e tutti i diritti del caso. A questa persona il capo non ci pensa proprio a licenziarla perche' si e' dovuto prendere le ferie che spettavano.

Riguardo al non avere avuto scelta sul lavoro da fare, beh mi spiace ma la scelta c'e' sempre, e' troppo comodo dire che non c'e' stata scelta.


Beh... Hai portato due esempi e vivi una vita. Un po' poco per dire 'SEMPRE' così categorico. Ti do' ragione che il futuro ci si crea e io stesso nei precedenti messaggi ho consigliato di cambiare lavoro a chi sta stretto, cambiare luogo se il lavoro non c'è, mettersi in gioco cambiando noi stessi ma non userei un 'SEMPRE' .... Perché le situazioni per qualcuno potrebbero non essere come la tua o la mia. Non lo sappiamo.
miciagilda
Messaggio: #67
QUOTE(balga @ Mar 30 2015, 04:21 AM) *
se uno si prende le ferie che gli spettano e lo segano dopo due giorni le questioni sono tre: o non fa bene il proprio lavoro oppure non vale la pena lavorare per quell'azienda, oppure entrambe le cose.
Io a giugno mi sono sposato e un invitato a me stretto non e' venuto al mio matrimonio perche' se si prendeva la mezza giornata si spaventava che l'avrebbero lasciata a casa (lavoro da 300 euro a mese, friuli)
Cosa e' successo a settembre, che con un'altra mezza scusa l'hanno lasciato a casa!
Al mio matrimonio e' invece poi venuto un'altro invitato, rimasto orfano di entrambi i genitori e senza una lira a 18 anni, nessun titolo di studio, ma con determinazione tre anni dopo ha lavoro a tempo indeterminato, e tutti i diritti del caso. A questa persona il capo non ci pensa proprio a licenziarla perche' si e' dovuto prendere le ferie che spettavano.

Riguardo al non avere avuto scelta sul lavoro da fare, beh mi spiace ma la scelta c'e' sempre, e' troppo comodo dire che non c'e' stata scelta.


E' un modo di vedere le cose anche il tuo. wink.gif
Traveler_59
Messaggio: #68
QUOTE(mauvr81 @ Mar 18 2015, 10:11 PM) *
Io non sopporto più il mio lavoro. Anzi lo odio. Sono elettricista e ci sono giorni come oggi e sono sempre più frequenti, in cui maledico il giorno che ho scelto questo mestiere. Resisto solo perchè cè crisi e sicuramente cè chi sta peggio di me.
Anche io odio profondamente il mio lavoro...che svolgo da quando avevo 15 anni... pensavo di far carriera evolvermi nell'azienda dove lavoro...ma poi come succede sono stato "rottamato" perchè vecchio e perchè ora ci sono i parenti con il big boss al comando... l'esperienza e la professionalità che ho acquisito in questi anni a questi (im)prenditori non interessa, interessa solo la pecunia, auto di lusso, case , barchette...poi noi siamo solo di contorno... Così mi sfogo nella fotografia, anche facendo foto al micio di domenica... :-)

Messaggio modificato da Traveler_59 il Mar 30 2015, 09:35 AM
balga
Iscritto
Messaggio: #69
QUOTE(pisistrate nelson @ Mar 30 2015, 08:44 AM) *
Beh... Hai portato due esempi e vivi una vita. Un po' poco per dire 'SEMPRE' così categorico. Ti do' ragione che il futuro ci si crea e io stesso nei precedenti messaggi ho consigliato di cambiare lavoro a chi sta stretto, cambiare luogo se il lavoro non c'è, mettersi in gioco cambiando noi stessi ma non userei un 'SEMPRE' .... Perché le situazioni per qualcuno potrebbero non essere come la tua o la mia. Non lo sappiamo.


Guarda, hai ragione in principio ma voglio spiegarti perche' sono cosi radicale.

quattro anni fa mi sono trasferito in australia, senza chiedere un aiuto monetario o di altro tipo a nessuno.
Purtroppo nel 2015 se vivi lontano usi facebook per tenerti in contatto con quattro amici e invece inizi a ricevere messaggi di persone che non ne possono piu del loro lavoro, che bla bla bla, che vogliono venire in australia a cambiare vita e bla bla bla... Non bastasse questo, i tuoi amici passano il tuo contatto ai loro amici e quindi facebook ti si riempie sempre piu di persone che pensano che tu debba essere sia il loro psicologo che colui che gli risolve la vita.

La manfrina e' sempre la stessa nella sostanza, cambia ovviamente il profilo, si va dall'ingegnere con tre figli all'operaio, dal commercialista all'avvocato, dall'agricoltore al cuoco.
La prima domanda che ti fanno e': ma l'inglese serve? e vedi tu!
La seconda ovviamente e': ma (posizione lavorativa a caso, tipo cuoco o ingegnere) ne servono? e io che ne so? In italia stessa ci sono ingegneri che hanno un sacco di offerte di lavoro ed ingegneri disoccupati.
La terza ovviamente e' sul cibo: ma l'estathe c'e'? ma il culatello di vitello podolico del paesino sperso sugli appennini si trova, no perche' non posso vivere senza!
Poi qualcuno, un 2% parte effettivamente, arrivano qua e scendono dall'aereo come se stesse arrivando la nazionale italiana, o un aereo pieno di tronisti, con telefonini della grandezza di un monitor 24'', non un capello sfuggito al gel, insomma hai capito.
Appena arrivano in genere trovano un lavoro abbastanza rapidamente, e hanno un tot di tempo per trovare uno sponsor lavorativo che li faccia restare in australia. La maggior parte, il 95%, torna a casa perche' gli manca la mamma, perche' la fidanzata non e' voluta partire con lui, perche' in un anno ha girato tutti i locali della citta' ma non ha mandato un curriculum che fosse uno per perseguire il proprio obiettivo lavorativo, perche' vuole tornare per lottare e cambiare le cose (balla colossale), perche' preferisce l'italia, perche' senza sapere una parola d'inglese non si va lontano ed io per l'inglese non sono portato, perche' adesso vado a fare l'estate in italia e poi a settembre torno, perche' e' andata cosi'.
il 5% rimanente di quel 2% che sono partiti invece senza farsi neanche troppi sbattimenti riesce a trovare lavoro, casa, visto d'immigrazione e prosegue con la sua vita normale. Ovviamente anche questo 1 per mille rimanente e' composto dal poveraccio che in italia aveva quattro stracci e l'inglese l'ha imparato andando a scuola di sera dopo il lavoro, all'ingegnere o al medico che andava a scuola d'inglese da una vita.
Se ho visto qualcuno che non ha dato il 100% di se riuscire a restare, di certo non ho visto qualcuno che lo ha dato ed e' tornato indietro con le pive nel sacco.

Anzi, sai quale' la cosa che mi fa ridere ancora di piu? e' che se tu prendi quelli della generazione di prima che sono qua dai tempi della guerra, sono tutte persone che sono salite su una nave, attraversato il mondo e senza sapere ne leggere ne scrivere hanno portato a casa il risultato.

Comunque al di la del mio personale giudizio su chi si comporta in questi modi una cosa e' assolutamente innegabile, e cioe' che tutti hanno esercitato (consciamente o inconsciamente) delle scelte personali.
A meno che uno non e' fisicamente vittima di oppressione, nel senso di prigionia o una malattia particolare, tutto il resto e' solo un limite mentale che ci mettiamo quando diciamo "quello e' stato fortunato", ''dieci anni fa era diverso'', "sono stato costretto".

Nathan Thinkler, miliardario, nel 2006 faceva l'elettricista in cantiere, e nel 2008 aveva 500 milioni di dollari cash in tasca. Questi sono gli esempi che uno dovrebbe guardare, non alzare le spalle e dire "e' troppo difficile" perche' nel frattempo c'e' qualcuno invece che lo sta facendo. (e con questo esempio non voglio dire che uno deve diventare miliardario per forza, i soldi non misurano la felicita', ma che ci si puo dare da fare per cambiare la nostra situazione)

Messaggio modificato da balga il Apr 1 2015, 04:10 AM
Il_Dott
Messaggio: #70
QUOTE(balga @ Apr 1 2015, 05:07 AM) *
Guarda, hai ragione in principio ma voglio spiegarti perche' sono cosi radicale.

quattro anni fa mi sono trasferito in australia, senza chiedere un aiuto monetario o di altro tipo a nessuno.
Purtroppo nel 2015 se vivi lontano usi facebook per tenerti in contatto con quattro amici e invece inizi a ricevere messaggi di persone che non ne possono piu del loro lavoro, che bla bla bla, che vogliono venire in australia a cambiare vita e bla bla bla... Non bastasse questo, i tuoi amici passano il tuo contatto ai loro amici e quindi facebook ti si riempie sempre piu di persone che pensano che tu debba essere sia il loro psicologo che colui che gli risolve la vita.

La manfrina e' sempre la stessa nella sostanza, cambia ovviamente il profilo, si va dall'ingegnere con tre figli all'operaio, dal commercialista all'avvocato, dall'agricoltore al cuoco.
La prima domanda che ti fanno e': ma l'inglese serve? e vedi tu!
La seconda ovviamente e': ma (posizione lavorativa a caso, tipo cuoco o ingegnere) ne servono? e io che ne so? In italia stessa ci sono ingegneri che hanno un sacco di offerte di lavoro ed ingegneri disoccupati.
La terza ovviamente e' sul cibo: ma l'estathe c'e'? ma il culatello di vitello podolico del paesino sperso sugli appennini si trova, no perche' non posso vivere senza!
Poi qualcuno, un 2% parte effettivamente, arrivano qua e scendono dall'aereo come se stesse arrivando la nazionale italiana, o un aereo pieno di tronisti, con telefonini della grandezza di un monitor 24'', non un capello sfuggito al gel, insomma hai capito.
Appena arrivano in genere trovano un lavoro abbastanza rapidamente, e hanno un tot di tempo per trovare uno sponsor lavorativo che li faccia restare in australia. La maggior parte, il 95%, torna a casa perche' gli manca la mamma, perche' la fidanzata non e' voluta partire con lui, perche' in un anno ha girato tutti i locali della citta' ma non ha mandato un curriculum che fosse uno per perseguire il proprio obiettivo lavorativo, perche' vuole tornare per lottare e cambiare le cose (balla colossale), perche' preferisce l'italia, perche' senza sapere una parola d'inglese non si va lontano ed io per l'inglese non sono portato, perche' adesso vado a fare l'estate in italia e poi a settembre torno, perche' e' andata cosi'.
il 5% rimanente di quel 2% che sono partiti invece senza farsi neanche troppi sbattimenti riesce a trovare lavoro, casa, visto d'immigrazione e prosegue con la sua vita normale. Ovviamente anche questo 1 per mille rimanente e' composto dal poveraccio che in italia aveva quattro stracci e l'inglese l'ha imparato andando a scuola di sera dopo il lavoro, all'ingegnere o al medico che andava a scuola d'inglese da una vita.
Se ho visto qualcuno che non ha dato il 100% di se riuscire a restare, di certo non ho visto qualcuno che lo ha dato ed e' tornato indietro con le pive nel sacco.

Anzi, sai quale' la cosa che mi fa ridere ancora di piu? e' che se tu prendi quelli della generazione di prima che sono qua dai tempi della guerra, sono tutte persone che sono salite su una nave, attraversato il mondo e senza sapere ne leggere ne scrivere hanno portato a casa il risultato.

Comunque al di la del mio personale giudizio su chi si comporta in questi modi una cosa e' assolutamente innegabile, e cioe' che tutti hanno esercitato (consciamente o inconsciamente) delle scelte personali.
A meno che uno non e' fisicamente vittima di oppressione, nel senso di prigionia o una malattia particolare, tutto il resto e' solo un limite mentale che ci mettiamo quando diciamo "quello e' stato fortunato", ''dieci anni fa era diverso'', "sono stato costretto".

Nathan Thinkler, miliardario, nel 2006 faceva l'elettricista in cantiere, e nel 2008 aveva 500 milioni di dollari cash in tasca. Questi sono gli esempi che uno dovrebbe guardare, non alzare le spalle e dire "e' troppo difficile" perche' nel frattempo c'e' qualcuno invece che lo sta facendo. (e con questo esempio non voglio dire che uno deve diventare miliardario per forza, i soldi non misurano la felicita', ma che ci si puo dare da fare per cambiare la nostra situazione)


Sono sostanzialmente d'accordo con te...
Magari oggi è più difficile di prima ma continuo a pensare che chi cerca trova.
Però sei OT perché qui si parla di odiare o amare il lavoro che si ha, non di come cercare lavoro.
miciagilda
Messaggio: #71
QUOTE(balga @ Apr 1 2015, 05:07 AM) *
Guarda, hai ragione in principio ma voglio spiegarti perche' sono cosi radicale.

quattro anni fa mi sono trasferito in australia, senza chiedere un aiuto monetario o di altro tipo a nessuno.
Purtroppo nel 2015 se vivi lontano usi facebook per tenerti in contatto con quattro amici e invece inizi a ricevere messaggi di persone che non ne possono piu del loro lavoro, che bla bla bla, che vogliono venire in australia a cambiare vita e bla bla bla... Non bastasse questo, i tuoi amici passano il tuo contatto ai loro amici e quindi facebook ti si riempie sempre piu di persone che pensano che tu debba essere sia il loro psicologo che colui che gli risolve la vita.

La manfrina e' sempre la stessa nella sostanza, cambia ovviamente il profilo, si va dall'ingegnere con tre figli all'operaio, dal commercialista all'avvocato, dall'agricoltore al cuoco.
La prima domanda che ti fanno e': ma l'inglese serve? e vedi tu!
La seconda ovviamente e': ma (posizione lavorativa a caso, tipo cuoco o ingegnere) ne servono? e io che ne so? In italia stessa ci sono ingegneri che hanno un sacco di offerte di lavoro ed ingegneri disoccupati.
La terza ovviamente e' sul cibo: ma l'estathe c'e'? ma il culatello di vitello podolico del paesino sperso sugli appennini si trova, no perche' non posso vivere senza!
Poi qualcuno, un 2% parte effettivamente, arrivano qua e scendono dall'aereo come se stesse arrivando la nazionale italiana, o un aereo pieno di tronisti, con telefonini della grandezza di un monitor 24'', non un capello sfuggito al gel, insomma hai capito.
Appena arrivano in genere trovano un lavoro abbastanza rapidamente, e hanno un tot di tempo per trovare uno sponsor lavorativo che li faccia restare in australia. La maggior parte, il 95%, torna a casa perche' gli manca la mamma, perche' la fidanzata non e' voluta partire con lui, perche' in un anno ha girato tutti i locali della citta' ma non ha mandato un curriculum che fosse uno per perseguire il proprio obiettivo lavorativo, perche' vuole tornare per lottare e cambiare le cose (balla colossale), perche' preferisce l'italia, perche' senza sapere una parola d'inglese non si va lontano ed io per l'inglese non sono portato, perche' adesso vado a fare l'estate in italia e poi a settembre torno, perche' e' andata cosi'.
il 5% rimanente di quel 2% che sono partiti invece senza farsi neanche troppi sbattimenti riesce a trovare lavoro, casa, visto d'immigrazione e prosegue con la sua vita normale. Ovviamente anche questo 1 per mille rimanente e' composto dal poveraccio che in italia aveva quattro stracci e l'inglese l'ha imparato andando a scuola di sera dopo il lavoro, all'ingegnere o al medico che andava a scuola d'inglese da una vita.
Se ho visto qualcuno che non ha dato il 100% di se riuscire a restare, di certo non ho visto qualcuno che lo ha dato ed e' tornato indietro con le pive nel sacco.

Anzi, sai quale' la cosa che mi fa ridere ancora di piu? e' che se tu prendi quelli della generazione di prima che sono qua dai tempi della guerra, sono tutte persone che sono salite su una nave, attraversato il mondo e senza sapere ne leggere ne scrivere hanno portato a casa il risultato.

Comunque al di la del mio personale giudizio su chi si comporta in questi modi una cosa e' assolutamente innegabile, e cioe' che tutti hanno esercitato (consciamente o inconsciamente) delle scelte personali.
A meno che uno non e' fisicamente vittima di oppressione, nel senso di prigionia o una malattia particolare, tutto il resto e' solo un limite mentale che ci mettiamo quando diciamo "quello e' stato fortunato", ''dieci anni fa era diverso'', "sono stato costretto".

Nathan Thinkler, miliardario, nel 2006 faceva l'elettricista in cantiere, e nel 2008 aveva 500 milioni di dollari cash in tasca. Questi sono gli esempi che uno dovrebbe guardare, non alzare le spalle e dire "e' troppo difficile" perche' nel frattempo c'e' qualcuno invece che lo sta facendo. (e con questo esempio non voglio dire che uno deve diventare miliardario per forza, i soldi non misurano la felicita', ma che ci si puo dare da fare per cambiare la nostra situazione)


Bellissime parole, ma è sempre tutto relativo e lo capirai col passare degli anni.
Anch'io vent'anni fa ero così integralista: o bianco o nero, volere è potere... Poi nella vita si impara anche che esistono i grigi in varie sfumature.

Quando arrivi ad avere una certa età e un certo peso sulle spalle (in molti sensi: di stanchezza, di bastonate, di cicatrici, ma soprattutto di responsabilità, di impegni economici e/o famigliari) capisci che non è proprio tutto così possibile.

Se dai il 110%, e sai l'inglese, e sei un esperto nel tuo settore e non fai il bambino viziato, ma poi nel mercato e nel mondo non c'è più spazio per quelli della tua età e tanto meno per gli esperti del tuo settore (perché il tuo settore è "scoppiato") puoi rimboccarti le maniche, pregare i santi, fare le capriole, ma ti posso assicurare che è veramente dura.

E quando si ha un muto sulle spalle e lo stipendio non entra più da mesi, la situazione non è più di scelta, ma di emergenza.

Io ce l'ho fatta: mi sono tirata fuori da una situazione disperata e mi sono riciclata in un altro settore.
Ho avuto la forza di reinventarmi una professione completamente diversa, di buttare via quasi 30 anni di esperienza e di rivedere l'intero modo (e livello) di vivere che avevo avuto fino a quel momento, pur di non restare tagliata fuori.

Ora che ce l'ho fatta però non posso certo dire di aver trovato il lavoro della mia vita, o di stare meglio di prima: semplicemente ho risolto l'emergenza e meno male che l'ho risolta.

Di scelte diverse e migliori al momento non ne vedo. E più passa il tempo (sia per la mia età sia per l'andazzo socioeconomico che c'è) e meno ne vedo, personalmente.
Il_Dott
Messaggio: #72
QUOTE(miciagilda @ Apr 1 2015, 10:00 AM) *
Bellissime parole, ma è sempre tutto relativo e lo capirai col passare degli anni.
Anch'io vent'anni fa ero così integralista: o bianco o nero, volere è potere... Poi nella vita si impara anche che esistono i grigi in varie sfumature.

Quando arrivi ad avere una certa età e un certo peso sulle spalle (in molti sensi: di stanchezza, di bastonate, di cicatrici, ma soprattutto di responsabilità, di impegni economici e/o famigliari) capisci che non è proprio tutto così possibile.

Se dai il 110%, e sai l'inglese, e sei un esperto nel tuo settore e non fai il bambino viziato, ma poi nel mercato e nel mondo non c'è più spazio per quelli della tua età e tanto meno per gli esperti del tuo settore (perché il tuo settore è "scoppiato") puoi rimboccarti le maniche, pregare i santi, fare le capriole, ma ti posso assicurare che è veramente dura.

E quando si ha un muto sulle spalle e lo stipendio non entra più da mesi, la situazione non è più di scelta, ma di emergenza.

Io ce l'ho fatta: mi sono tirata fuori da una situazione disperata e mi sono riciclata in un altro settore.
Ho avuto la forza di reinventarmi una professione
completamente diversa, di buttare via quasi 30 anni di esperienza e di rivedere l'intero modo (e livello) di vivere che avevo avuto fino a quel momento, pur di non restare tagliata fuori.

Ora che ce l'ho fatta però non posso certo dire di aver trovato il lavoro della mia vita, o di stare meglio di prima: semplicemente ho risolto l'emergenza e meno male che l'ho risolta.

Di scelte diverse e migliori al momento non ne vedo. E più passa il tempo (sia per la mia età sia per l'andazzo socioeconomico che c'è) e meno ne vedo, personalmente.


Ma questo che dici (che ti fa onore) è proprio la dimostrazione che se vuoi puoi...
ovviamente questo non va inteso che puoi fare tutto quello che vuoi... ma almeno puoi venirne a capo.
Certo è difficile, certo se hai una famiglia ancora più difficile.... ma pur di prendere delle decisioni drastiche come, appunto, andare in Australia... poi alla fine ci si riesce. Ammesso ovviamente che sia quello che si vuol fare.

Io sono partito da Napoli dopo la laurea per fare la specializzazione, altri 4 anni NON pagati, destinazione Genova. Molte volte la sera non mangiavo (non me lo potevo permettere!!!), ho fatto anche call center la sera dopo il lavoro ufficiale e mi sono guardato intorno in tutto il nord Italia, ho tempestato tutto e tutti... ora coordino l'attività di ricerca di un ospedale privato di Milano e mi sono preso le mie belle soddisfazioni! viaggio per il mondo e sto mettendo su casa e famiglia.



miciagilda
Messaggio: #73
QUOTE(Il_Dott @ Apr 1 2015, 11:20 AM) *
Ma questo che dici (che ti fa onore) è proprio la dimostrazione che se vuoi puoi...
ovviamente questo non va inteso che puoi fare tutto quello che vuoi... ma almeno puoi venirne a capo.
Certo è difficile, certo se hai una famiglia ancora più difficile.... ma pur di prendere delle decisioni drastiche come, appunto, andare in Australia... poi alla fine ci si riesce. Ammesso ovviamente che sia quello che si vuol fare.

Io sono partito da Napoli dopo la laurea per fare la specializzazione, altri 4 anni NON pagati, destinazione Genova. Molte volte la sera non mangiavo (non me lo potevo permettere!!!), ho fatto anche call center la sera dopo il lavoro ufficiale e mi sono guardato intorno in tutto il nord Italia, ho tempestato tutto e tutti... ora coordino l'attività di ricerca di un ospedale privato di Milano e mi sono preso le mie belle soddisfazioni! viaggio per il mondo e sto mettendo su casa e famiglia.



Sì, ma io non volevo fare questo lavoro.
Se vuoi puoi, è stato vero perché ho voluto e quindi potuto risolvere la crisi; ma da qui a dire di aver scelto davvero dove essere e cosa fare ce ne passa...
E questo passo in più, al momento, a me sembra impossibile. Questo intendevo.
mauvr81
Messaggio: #74
Avevo aperto questa discussione come sfogo dopo una giornataccia sul lavoro. Ora novità degli ultimi giorni per me e i miei colleghi si prospetta la cassa integrazione. Adesso se possibile odio ancora di più il mio lavoro. Lo odio perchè nel mio settore cè troppa gente che fa questo mestiere. Quanti elettricisti si vedono in giro? Tantissimi. Ma di case non se ne costruiscono più. Se hai qualche lavoretto da fare in casa rimandi o ti arrangi. È una legge di mercato.....tanta offerta ma poca domanda. Da questo deriva anche il mio desiderio di cambiare settore. Ma dove vai? È inutile girarci intorno. Lavoro in giro se ne vede poco. E chi ti da la sicurezza di un lavoro fisso di questi tempi? Ho un mutuo sulle spalle come tanti. E in progetto di avere un figlio. Mi devo ricostruire da zero a questo punto. Sarebbe facile farlo se non avessi una banca che ogni mese vuole la sua parte o se vivessi ancora con i genitori. Qui si tratta di tamponare una situazione che non si sta evolvendo bene. Bisogna adattarsi.....e in fretta. Ma quale LAVORO DEI MIEI SOGNI.
miciagilda
Messaggio: #75
QUOTE(mauvr81 @ Apr 1 2015, 09:33 PM) *
Avevo aperto questa discussione come sfogo dopo una giornataccia sul lavoro. Ora novità degli ultimi giorni per me e i miei colleghi si prospetta la cassa integrazione. Adesso se possibile odio ancora di più il mio lavoro. Lo odio perchè nel mio settore cè troppa gente che fa questo mestiere. Quanti elettricisti si vedono in giro? Tantissimi. Ma di case non se ne costruiscono più. Se hai qualche lavoretto da fare in casa rimandi o ti arrangi. È una legge di mercato.....tanta offerta ma poca domanda. Da questo deriva anche il mio desiderio di cambiare settore. Ma dove vai? È inutile girarci intorno. Lavoro in giro se ne vede poco. E chi ti da la sicurezza di un lavoro fisso di questi tempi? Ho un mutuo sulle spalle come tanti. E in progetto di avere un figlio. Mi devo ricostruire da zero a questo punto. Sarebbe facile farlo se non avessi una banca che ogni mese vuole la sua parte o se vivessi ancora con i genitori. Qui si tratta di tamponare una situazione che non si sta evolvendo bene. Bisogna adattarsi.....e in fretta. Ma quale LAVORO DEI MIEI SOGNI.


Mi dispiace. Mi dispiace e ti capisco.
Posso solo darti il mio consiglio, visto che è stata la mia salvezza: stabilisci qual'è l'entrata minima di cui hai bisogno e parti in quarta a cercare OVUNQUE un nuovo lavoro QUALSIASI purché ti paghino per quella cifra.

Un abbraccio,
Katia
 
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