Prato, 28.01.2010

Un pomeriggio noioso e freddo. Quasi il tramonto. E addosso ancora le scorie di una giornata di lavoro da dimenticare. Così, imbraccio la D90, comprata da pochi giorni e di cui ignoro ancora gran parte delle funzioni, ed esco in strada. Non ho una meta. Ho solo voglia di fotografare qualcosa. Sgombrare la mente. Mi avvio verso le mura medievali. Subito fuori di esse c’è uno strano monumento d’arte contemporanea che spesso attrae la mia attenzione. Inconsciamente, dunque, sto andando in quella direzione. Ma prima di raggiungere le mura mi volto indietro. Ecco cosa vedo: la luna immobile nel cielo e una vecchia ciminiera in disuso da decenni. È un’immagine banale. Ma è potente. Mi trasmette quella sensazione di pace di cui ho fame e che mi ha costretto a uscire. È lì che punto l’obiettivo…

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Mentre scatto un po’ di immagini, per provare tempi di posa ed esposizione, la vecchia ciminiera mi ricorda che da qualche settimana lei e la vecchia fabbrica a cui è affiancata sono tornate a nuova vita. Il grande corpo industriale – l’industria tessile che fu e che ormai è ridotta a poca cosa in città – è stato completamente ristrutturato e trasformato in una modernissima biblioteca. Sono curioso di vederla questa nuova struttura comunale di cui ho tanto sentito parlare e che non ho ancora visto nonostante si trovi a pochi passi da casa mia. Camminando in fretta, arrivo in meno di un minuto. La piazza ancora in fase di realizzazione, compresa tra le mura medievali e l’ex corpo di fabbrica, mi dà subito un sussulto. Ricordavo questo luogo come un monumento funebre all’economia cittadina. Cumuli di macerie, intonaci crepati, vetri rotti… Adesso mi ritrovo davanti un’opera architettonica che sembra voler sfidare il senso di decadenza che pervade la città nella sua interezza. È bella da vedersi questa nuova biblioteca. Affascinante. Accogliente.

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Peccato che non possa entrare per fotografare anche gli interni. I soffitti a capriate – come ce n’erano tanti nelle vecchie fabbriche di Prato -, gli spazi enormi… dev’essere uno spettacolo. Ma anche godersi solo dall’esterno questa presenza inaspettata è qualcosa che fa bene all’anima. Il disagio e le ruggini che mi hanno spinto fuori casa sono già dimenticati. Non mi sono nemmeno reso conto che sto scattando a ritmo serrato, quasi stessi seguendo la solita gara di pattinaggio di mia figlia anziché osservare, come invece faccio, un’opera di architettura che sprigiona bellezza e armonia. Una cosa del genere, mi trovo a pensare, l’avrei immaginata a Parigi, certamente non a Prato, di solito piuttosto spartana in fatto di gusti. Colpa, forse, dell’efficientismo industriale che è rimasto nel Dna della città nonostante che l’industria sia ormai una realtà in affanno, rispetto al passato, anche nelle zone dove sono stati concentrati i moderni capannoni produttivi.

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Anche il retro della biblioteca, da dove presto si dovrebbe aprire il passaggio verso il Museo del Tessuto – anch’esso realizzato dentro un vecchio corpo di fabbrica, e anch’esso affascinante anche se non di così potente impatto come questo tempio dei libri – esercita una magia particolare. Forse è merito anche dell’enorme striscione rosso che recita un inno alla produzione tessile di Prato. O forse, il merito è del contrasto con i resti scalcinati di un’altra vecchia fabbrica confinante con questo scorcio di città completamente ricreato.

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Sì, trovo che questo sia davvero un luogo di pace. E nemmeno l’opera scultorea collocata in un angolo di questa piazza retrostante la biblioteca riesce ad incrinare questa sensazione. È vero, le figure umane costrette a camminare in cerchio e in equilibrio sul bordo di una vasca in cui possono precipitare potrebbe suscitare una sensazione di precarietà. Eppure la serenità della biblioteca e lo slancio della ciminiera hanno la meglio su tutto.

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È stata un’uscita benedetta. Ho scoperto, inaspettatamente, che la bellezza e la pace abitano praticamente dietro l’angolo di casa…

Attrezzatura usata: Nikon D90 con Nikkor 18-70 f3,5-4,5 ED e Sigma 70-200 f2,8

Ciao
Un’ottima interpretazione dello spirito del Life.
A passeggio con la fotocamera per guardare, cogliere e documentare.
La riqualificazione di vecchie strutture in disuso è opera meritoria, purtroppo non frequente nel nostro paese, ove si preferisce il loro abbandono e la nuova costruzione in altra sede, cementificando ulteriormente il territorio.
Preziosa testimonianza e buona fotografia.
Complimenti
Valerio

Valerio, i tuoi apprezzamenti mi fanno davvero piacere. E sono uno stimolo a continuare a fotografare e a migliore la mia tecnica.
Ciao a presto

... Un’ottima interpretazione dello spirito del Life.
A passeggio con la fotocamera per guardare, cogliere e documentare....

è verissimo... avevo perso questo life e sono contenta di averlo ritrovato!
in alcune foto traspare proprio questa ricerca e sensazione di liberarsi... staccare la spina dalla quotidianità e "perdersi" nella propria città, cercandone dimensioni e prospettive diverse... anche solo dietro casa!!!

tempo fa mi è capitato di passare spesso da Prato, ma non l'ho mai potuta girare con un'attenzione fotografica (anche perchè la mia consapevolezza in tal senso è un'acquisizione di un periodo più recente)...
oggi, grazie al tuo life marluc, ho potuto farlo: ho potuto scoprire scorci nuovi ed interessanti, assaporare un po' della sua atmosfera, conoscere architetture e spazi che non avevo mai frequentato (al di là del fatto che alcune cose sono recenti).

proprio un bel life!!!!
complimenti.

ciao,
Ale

e ancora dei complimenti Ale!!!!
Fa piacere sapere di essere stato capace di trasmettere le sensazioni che hanno animato la mia uscita fotografica.
Un caro saluto, Luca