FORUM NIKONCLUB

Condividi le tue conoscenze, aiuta gli altri e diventa un esperto.

Chiudi
TITOLO*
DOMANDA*
AREA TEMATICA INTERESSATA*
3 Pagine: V  < 1 2 3 >  
Lettura Dell'immagine
(giudizio?)
Rispondi Nuova Discussione
enrico
Messaggio: #26
Vorrei riflettere con voi a questo punto, su tre termini che ricorrono in questa discussione e non solo in questa:

a - lettura dell'immagine
b - valutazione dell'immagine
c - emozioni suscitate dall'immagine

Sono convinto che si tratta di tre cose molto diverse anche se, in un certo qual senso, collegate.

Leggere una immagine significa cercare di arrivare all'idea del suo autore. La lettura presuppone infatti che la Fotografia sia un linguaggio attraverso cui si può comunicare, ci si può esprimere. Per poterla leggere occorre ovviamente conoscerne la grammatica e la sintassi. Se non si crede nella fotografia come linguaggio, non si può parlare di lettura: sarebbe una contraddizione. Molti anni fa ebbi la fortuna di frequentare un corso residenziale di più giorni di lettura dell’immagine fotografica, tenuta da un allievo del Taddei (il prof. Maccarini). Non ero un novellino e collaboravo da tempo alle riviste Tutti Fotografi e Progresso Fotografico, eppure imparai davvero moltissimo da quegli incontri.

Valutare una immagine significa esprimerne un giudizio di valore.
Nel caso di una giuria fotografica, può trattarsi addirittura di un punteggio perché trovi un posto in una graduatoria di qualità fra le altre foto. E questo è un punto particolarmente delicato e difficile. E' molto più facile leggere una fotografia che giudicarla. Nel giudicarla siamo per forza di cose condizionati dalla nostra esistenzialità, dai nostri gusti, dalla nostra cultura e dalla nostra storia. Un autore ci piace più di un altro perché vede il mondo come lo vediamo noi, ci somiglia.

Le emozioni suscitate da una immagine: sono sensazioni soggettive e sono tutto l'opposto della lettura. Mentre in questa cerchiamo di risalire al pensiero dell'autore (fotografia come comunicazione), quando ci concentriamo sulle emozioni, stiamo leggendo in noi stessi. A quel punto la fotografia diventa semplicemente uno stimolo perché qualcosa di nostro riaffiori. Una certa immagine ci rievoca certi ricordi, certe sensazioni, un particolare vissuto. E questo spiega perché, quando si giudica una foto lasciandosi guidare dalle emozioni, vengono fuori opinioni diverse e spesso anche discordi.
Non che non sia legittimo questo tipo di approccio alla fotografia. Anch'io l'amo e vi dedico tanta parte del mio tempo, proprio perché mi procura delle emozioni, spesso molto intense. Però leggere una fotografia è altra cosa.

Un saluto
Enrico
photoflavio
Messaggio: #27
QUOTE(reefaddict @ Feb 2 2007, 11:48 AM) *

Dopo aver lanciato il sasso rispondo ora iniziando da photoflavio [...]

Ringrazio prima di tutto Alessandro per aver tempestivamente ed esaustivamente risposto al mio intervento.

Inizio dal raccontare il mio modo di esprimere i giudizi sulle immagini che vedo qui sul forum.
La scelta... eh si, perchè tra le tantissime immagini che vedo ne commento tutto sommato poche. Quelle poche prima di tutto perchè mi hanno colpito, in positivo o in negativo. L'immagine "bella o brutta" ma senz'anima (a mio gusto, ovviamente) che non mi trasmette nulla, spesso non mi spinge ad esprimere un giudizio. Quelle che mi colpiscono o mi trasmettono sensazioni, emozioni, che già al primo colpo catturano la mia attenzione (in senso positivo o negativo), le guardo e riguardo e cerco di sintetizzare proprio quelle emozioni che ne ho ricavato. Poi, se lo ritengo utile o necessario, inserisco un possibile suggerimento su cosa avrei fatto io.
Tutto questo indipendentemente dall'autore.

Poi, ovviamente, in funzione di chi ha eseguito la foto (e quindi della conoscenza di questa persona o del suo percorso o storia fotografica), posso immaginare se determinate caratteristiche dell'immagine sono errori grossolani o scelte fortemente volute. In funzione di ciò posso esprimere un ulteriore giudizio. Inutile dire a Daniele (Ciro207) che ha scattato una foto storta o a Monia che ha postato un’immagine con cromie verdi... so che quelli non sono errori ma loro caratteristiche peculiari, loro punti di forza. Posso invece permettermi di far notare ad un utente "novizio" o che non conosco che un orizzonte è storto e che, forse, si tratta proprio di un banale errore e non di un suo punto di forza.

Un particolare importante, considerato che alcuni lamentano (probabilmente a ragione) di vedere "sudditanza psicologica o piaggeria" in alcuni interventi o in alcune discussioni: personalmente non ho mai sofferto del fascino dei potenti, di quelli che alcuni chiamano guru, né mi sono mai fatto problemi a scrivere che le foto di alcuni di questi sono in alcuni casi davvero senz'anima, talvolta brutte. Allo stesso modo non ho problemi a dire ad una persona meno blasonata o sconosciuta se ha fatto uno scatto che a mio gusto percepisco come magistrale.

Non è certo materia facile quella oggetto della discussione.
Tutto non è sempre così semplice e lineare; mi rifaccio all'affermazione di Marco (.oesse.) le foto sono emozione, trasmettono emozione... e come tali, anche il giudizio che do ad uno scatto può essere funzione del mio stato in quel determinato momento.
Chi ha scattato una certa foto, poi, potrebbe aver provato determinate cose in quel momento, ma io potrei non essere in possesso del "dizionario" idoneo per tradurre quel messaggio, e ricevere un messaggio completamente diverso.
Troppo complicato sforzarsi di voler in qualche modo cercare linee guida nel giudicare una foto... troppo riduttivo voler assoggettare il giudizio a rigide regole. Siamo qui per condividere, discutere, confrontarci e - perchè no - divertirci con la fotografia.

Forse sarebbe sufficiente o auspicabile essere rispettosi, educati e sinceri nei propri giudizi, senza tanti schemi o tante regole... e sarebbe probabilmente il giusto approccio di fronte ai casi quotidiani della vita, non solo fotografica.




alessandro.sentieri
Messaggio: #28
Premesso che sono estremamente affascinato da questo tipo di dibattitito, che, a mio modo di vedere, ci accresce moltissimo l'un l'altro e serve a conoscerci sotto aspetti che vanno al di là della visione delle immagini che proponiamo in questa sede.
Premesso anche che sotto questo ed altri aspetti mi ritengo un vero ignorante (nel senso letterale della parola) in quanto privo di quella formazione cultural-fotografica (permettemi il termine) che invece riscontro in altri utenti che sono intervenuti in questa sede, vorrei capire se ho capito.

Mi rivolgo, in particolare, all'ultima analisi fatta da Enrico: non è che in riferimento all'immagine lettura e emozione siano in realtà le due facce opposte ma complementari della stessa medaglia, dalle quali si ottiene alla fine la valutazione dell'immagine stessa ???

Grazie ancora a tutti per la bella e costruttiva discussione.

Ale
enrico
Messaggio: #29
QUOTE(senale @ Feb 2 2007, 08:57 PM) *


Mi rivolgo, in particolare, all'ultima analisi fatta da Enrico: non è che in riferimento all'immagine lettura e emozione siano in realtà le due facce opposte ma complementari della stessa medaglia, dalle quali si ottiene alla fine la valutazione dell'immagine stessa ???


La valutazione dovrebbe essere legata principalmente alla lettura e seguire a questa. Occorre capire innanzitutto cosa ha inteso comunicarci l'autore dell'immagine. La valutazione quindi dovrebbe basarsi sul cosa e sul come, cioè sulla validità e originalità dell'idea e sul modo con cui questa idea è stata espressa. E' come per un testo poetico. Il papà di un mio compagno di scuola era una persona eccezionale ed aveva una grande sensibilità. Mi piaceva chiacchierare con lui. Ma aveva solo la quinta elementare e non avrebbe mai saputo scrivere una poesia. Al contrario, molti sono bravissimi a mettere qualcosa in rima, ma i contenuti sono banalità. Un'opera valida deve avere entrambi i requisiti di forma e contenuto. E' chiaro che una foto che ci piace, ben fatta, che comunica qualcosa di interessante, che ci fa vedere la realtà in maniera diversa ed originale, ci emoziona. Una bella immagine crea una emozione.
Il rischio è quello di giudicare una immagine solo in base all'emozione che ci procura e quell'emozione potrebbe dipendere da altri fattori, come dicevo prima, soggettivi. Potrebbe piacerci solo perchè ci ricorda qualcosa. Potremmo vedervi un significato che è il nostro significato e non quello che l'autore ha voluto comunicarci. Questo modo di giudicare una foto è quello che spesso si cela dietro un "mi piace" o un "non mi piace", non preceduta da un'analisi attenta e da un successivo "mi piace perchè" o "non mi piace perché". Anzi, io eviterei il termine "mi piace, non mi piace" perché è già un indizio di soggettivismo.
Questo se vogliamo affrontare una immagine dal punto di vista della "lettura". Se poi vogliamo esprimere semplicemente una sensazione, siamo liberi di farlo.
Enrico
maurizioricceri
Messaggio: #30
QUOTE(enrico @ Feb 2 2007, 09:19 PM) *

Il rischio è quello di giudicare una immagine solo in base all'emozione che ci procura e quell'emozione potrebbe dipendere da altri fattori, come dicevo prima, soggettivi. Potrebbe piacerci solo perchè ci ricorda qualcosa. Potremmo vedervi un significato che è il nostro significato e non quello che l'autore ha voluto comunicarci. Questo modo di giudicare una foto è quello che spesso si cela dietro un "mi piace" o un "non mi piace", non preceduta da un'analisi attenta e da un successivo "mi piace perchè" o "non mi piace perché". Anzi, io eviterei il termine "mi piace, non mi piace" perché è già un indizio di soggettivismo.
Questo se vogliamo affrontare una immagine dal punto di vista della "lettura". Se poi vogliamo esprimere semplicemente una sensazione, siamo liberi di farlo.
Enrico

Enrico quoto quanto da te esposto circa la lettura ,ma questa è una condizione che si acquisisce con l'esperienza e lo studio nel tempo....
per coloro che già hanno padronanza della lettura,della tecnica nonchè di un critico spirito di osservazione.
Credo che per un discente, sia perfettamente normale,che la prima emozione sia dettata dall'impulso visivo i e si esprima anche con un linguaggio sterile tipo "mi piace.."non mi piace", ma credo anche che in quel "mi piace/non mi piace" vi sia una riflessione interna che ci porta a capire come tizio attraverso una foto,sia riuscito a stimolare una nostra emozione,e quindi farne tesoro affinchè a nostra volta riusciremo ad esprimere con una nostra foto ,la nostra emozione e trasmetterla all'osservatore,in altre parole imparare ad esprimere le nostre emozioni,attraverso le nostre immagini.
hmmm.gif chissà se mi sono fatto capire !!!
Ciao ...Maurizio
enrico
Messaggio: #31
Per quanto riguarda la conoscenza dell’autore e la valutazione della foto, condivido un pensiero già espresso in questa discussione. Si valuta un autore in base alle sue foto e non viceversa. Intendo dire che un autore importante certamente è uno che conosce il mestiere e se è divenuto importante molto probabilmente è perché ha avuto qualcosa da dire e ha saputo dirlo. Questo non significa però che tutte le sue foto debbano per forza essere dei capolavori.
Fare i critici è cosa molto difficile. Vi ricordate di quelle teste di gesso prodotte da alcuni studenti e fatte passare per opere di Modigliani? Ricordo che un critico (mi pare fosse una donna, ma non me ne sovviene il nome) perse la faccia, perché le attribuì al grande pittore senza alcuna esitazione. Successivamente i ragazzi confessarono la burla. Poiché era certa che fossero dei Modigliani, ne aveva parlato come di capolavori.
Per quanto riguarda poi gli "errori" voluti, se sono voluti si capisce. Si capisce perchè sono funzionali al discorso che l'autore sta facendo in quella immagine. Vi ricordate le foto "storte" di Rodzenko?
Se un errore è solo un errore, lo si dovrebbe vedere, poichè in quell'immagine non è funzionale a niente. Crearsi uno stile non significa essere originali a tutti i costi, rompendo le regole solo per venir notati.
Se una foto è sfuocata perchè voglio mettere in risalto un certo gioco di cromatismi, astraendo dal soggetto, lo vedo.
Se invece ho ottenuto un micromosso perchè non sono stato capace di scegliere un tempo di esposizione adatto, lo si dovrebbe capire.
Enrico
enrico
Messaggio: #32
QUOTE(maurizioricceri @ Feb 2 2007, 09:55 PM) *

Credo che per un discente, sia perfettamente normale,che la prima emozione sia dettata dall'impulso visivo i e si esprima anche con un linguaggio sterile tipo "mi piace.."non mi piace", ma credo anche che in quel "mi piace/non mi piace" vi sia una riflessione interna che ci porta a capire come tizio attraverso una foto,sia riuscito a stimolare una nostra emozione,e quindi farne tesoro affinchè a nostra volta riusciremo ad esprimere con una nostra foto ,la nostra emozione e trasmetterla all'osservatore,in altre parole imparare ad esprimere le nostre emozioni,attraverso le nostre immagini.
hmmm.gif chissà se mi sono fatto capire !!!
Ciao ...Maurizio

Ciao Maurizio,
ti sei spiegato benissimo. Infatti per me è perfettamente legittimo esprimere le sensazioni che si provano nel vedere una immagine, ed è altrettanto leggittimo dire "mi piace", "è bellissima". Ho solo cercato di riflettere sul significato di "lettura" di una foto che è diverso dalla semplice osservazione della stessa.
Sarebbe a questo punto forse interessante postare qualche immagine e descrivere le proprie reazioni.
Ci provo io?



Anteprima(e) allegate
Immagine Allegata

 
maurizioricceri
Messaggio: #33
hmmm.gif senza una chiave di lettura ,non è facile l'interpretazione di questa foto.Da un punto di vista personale/emotivo mi trasmette una duplice sensazione,inquietudine ma anche tenerezza.
un bianco/nero surreale, l'aver volutamente messo in evidenza la mani,gli occhi e gli strumenti di lavoro ,mi fanno pensare al trascorrere degli anni,alle difficoltà che la quotidianetà del tempo che ci sfugge ,ci pone innanzi.Una immagine che trasmette la tenerezza e la capiarbietà di chi con ostinazione non vuol rinunciare alla propria autonomia.
maurizio
PS: non sò il perhè,ma il titolo mi fà pensare all'ungheria ... forse qualche vecchia lettura.

Messaggio modificato da maurizioricceri il Feb 2 2007, 10:40 PM
enrico
Messaggio: #34
Caro Maurizio,
provo a commentare il tuo commento smile.gif

hmmm.gif senza una chiave di lettura ,non è facile l'interpretazione di questa foto.Da un punto di vista personale/emotivo mi trasmette una duplice sensazione,inquietudine ma anche tenerezza.

Qui siamo ovviamente nel campo delle sensazioni soggettive.

un bianco/nero surreale, l'aver volutamente messo in evidenza la mani,gli occhi e gli strumenti di lavoro,

E questa è "lettura"

mi fanno pensare al trascorrere degli anni,alle difficoltà che la quotidianetà del tempo che ci sfugge ,ci pone innanzi.Una immagine che trasmette la tenerezza e la capiarbietà di chi con ostinazione non vuol rinunciare alla propria autonomia.

Questa è ancora una sensazione soggettiva. E dimostri di esserne consapevole quando dici "mi fanno pensare"

PS: non sò il perhè,ma il titolo mi fà pensare all'ungheria ... forse qualche vecchia lettura.

Anche questa è una consapevole reazione soggettiva (il Taddei la chiamerebbe "integrazione culturale".

Tutto perfettamente legittimo Maurizio. Apprezzo il tuo pensiero.

Provo a farne una lettura:

L’autore ha ripreso una donna avanti negli anni, intenta ad infilare il filo nella cruna di un ago. La donna ha gli occhiali abbassati sul naso e guarda con attenzione in basso. Su di un tavolo lucido (si vede il riflesso del rocchetto), un rocchetto di filo bianco ed un altro aggeggio che non conosco ma che immagino abbia a che fare con il cucito.
Questo è “cosa” il fotografo ha inserito nell’inquadratura. Ma “come” lo ha fatto? Ha inserito solo pochi elementi essenziali. La ripresa è da vicino e lo sfondo è scuro. In primo piano ci sono le mani e gli strumenti del cucito e questi elementi sono gli unici di tono chiaro e per questo spiccano sul resto. Il fotografo ha inteso così metterli in evidenza. Il volto della donna è relegato in secondo piano ed è scuro, quasi in ombra. Inoltre la donna non guarda verso l’obiettivo. Queste scelte sono dirette a ridurne il peso strutturale (che in una persona tende a prevalere su quello degli oggetti inanimati), perché l’intenzione dell’autore è evidentemente quella di mettere in evidenza le mani, ma non le mani in sé, quanto l’azione che esse stanno compiendo. Quale è il soggetto della foto? La donna? Assolutamente no. E’ l’azione del cucire, è il lavoro. E questa idea ce l’ha saputa raccontare in maniera esemplare. La tecnica qui è al servizio dell’espressione. Si percepisce la calma serena, un lavoro che non pesa, un momento di domestica tranquillità.
Enrico

davidebaroni
Messaggio: #35
Enrico, se non ci fossi bisognerebbe inventarti... smile.gif
Quoto ogni tuo singolo intervento, parola per parola. La questione della differenza fra lettura, emozione e valutazione/giudizio mi è cara, è da molto tempo che porto avanti la stessa distinzione che fai tu, ma non sono mai riuscito a farmi veramente capire se non da pochi. Tu lo hai spiegato molto meglio di quanto io non abbia saputo fare. smile.gif

QUOTE("photoflavio")
Chi ha scattato una certa foto, poi, potrebbe aver provato determinate cose in quel momento, ma io potrei non essere in possesso del "dizionario" idoneo per tradurre quel messaggio, e ricevere un messaggio completamente diverso.

Flavio, questo è verissimo, e allo stesso tempo è l'oggetto del contendere di infinite discussioni. Personalmente, cerco di chiedermi "che foto voleva scattare l'Autore?"... il che, per me, implica "Che effetto voleva ottenere?". Poi questo può o meno corrispondere con l'effetto che fa a me... Il fatto che sia riconoscibile e condivisibile l'effetto desiderato/suscitato significa, per me, che lo scopo è raggiunto, e che la foto é "buona"... anche se mi dà una sensazione sgradevole (perché magari voleva trasmettere proprio quello).
Le mie emozioni personali sono altamente soggettive, e se permetto loro di interferire nella lettura e valutazione della foto non darò mai valore ad una foto "scomoda" o che trasmette un messaggio che non condivido o che trovo sgradevole. Spero di essermi spiegato. smile.gif
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #36
QUOTE(reefaddict @ Feb 1 2007, 03:31 PM) *


- Il critico è quello che non sa fotografare (con ironia smile.gif )

Alessandro



Potrei, e vorrei, scrivere sù ognuno dei punti da te elencati.
Comincio , stanotte, dall'ultimo sperando di provocare una qualche reazione.

Direi il contrario Alessandro.
Nella grandissima maggioranza dei casi è il fotografo che non sà giudicare

Seguendo i concetti di Gombrich , di schemi figurativi, che sono tipici di ogni artista.
Ogni fotografo avrà i propri schemi interpretativi (fortemente influenzati , appunto dagli schemi figurativi personali che lo dirigono in ciò che crea) che lo limiteranno fortemente (spessissimo almeno) nell'interpretazione di cose che saranno completamente estranee ad i suoi riferimenti abituali e che ha seguito per una vita intera per esprimersi...
Uno schema figurativo è uno schema di riferimento che l'artista ha , in maniera più o meno conscia, come riferimento estetico-rappresentativo.
Qualcosa in più di uno stile.
Si tratta di stile e riferimenti culturali,di schemi cognitivi, di qualcosa di cosciente e qualcosa di meno evidente....

Credo sia estremamente raro, geni a parte, trovare qualcuno che sia in grado di comprendere ed apprezzare ciò che esula totalmente dalla propria "lingua natia".....

Un critico è , o dovrebbe essere, un poliglotta....in grado di capire più linguaggi possibili.

(fine prima parte)

Buonanotte!

Buone foto!

Federico.

nisant
Messaggio: #37
QUOTE(twinsouls @ Feb 4 2007, 02:08 AM) *

Enrico, se non ci fossi bisognerebbe inventarti... smile.gif
Quoto ogni tuo singolo intervento, parola per parola. La questione della differenza fra lettura, emozione e valutazione/giudizio mi è cara, è da molto tempo che porto avanti la stessa distinzione che fai tu, ma non sono mai riuscito a farmi veramente capire se non da pochi.
Io appartengo ai più, Davide, ma non per colpa tua.


QUOTE(twinsouls @ Feb 4 2007, 02:08 AM) *

Le mie emozioni personali sono altamente soggettive, e se permetto loro di interferire nella lettura e valutazione della foto non darò mai valore ad una foto "scomoda" o che trasmette un messaggio che non condivido o che trovo sgradevole. Spero di essermi spiegato. smile.gif
Ma con questa frase mi hai dato una grossa mano a capire il tuo pensiero. grazie.gif

Eppure ... hmmm.gif ... ( de coccio, eh laugh.gif ) ... eppure, valutazione, giudizio come menzionato da Alessandro ...
Possiamo dire misura , in ogni caso?

Se sì, allora, datemi il metro.
  • Efficacia nel trasmettere il proprio complesso di pensiero-sensazioni-intenzioni?
  • Capacità di smuovere l'animo dell'osservatore?
  • Un mix dei due? E in che proporzioni?
  • Qualcos'altro?

E' evidente che cambiando il metro cambia il valore e le eventuali graduatorie, volendo ad ogni costo fare delle classifiche.

Ciao.
Antonio
davidebaroni
Messaggio: #38
QUOTE(nisant @ Feb 9 2007, 06:08 PM) *

Io appartengo ai più, Davide, ma non per colpa tua.
Ma con questa frase mi hai dato una grossa mano a capire il tuo pensiero.

Bene! Ne sono davvero contento. smile.gif

QUOTE(nisant @ Feb 9 2007, 06:08 PM) *

Eppure ... ... ( de coccio, eh ) ... eppure, valutazione, giudizio come menzionato da Alessandro ...
Possiamo dire misura , in ogni caso?

Se sì, allora, datemi il metro.
  • Efficacia nel trasmettere il proprio complesso di pensiero-sensazioni-intenzioni?
  • Capacità di smuovere l'animo dell'osservatore?
  • Un mix dei due? E in che proporzioni?
  • Qualcos'altro?
E' evidente che cambiando il metro cambia il valore e le eventuali graduatorie, volendo ad ogni costo fare delle classifiche.

Ciao.
Antonio


Ora, su questa parte, sarò onesto, mi riesce difficile darti una risposta "chiara".
Per come la vedo io, molto dipende dal contesto in cui la foto da "valutare" si inserisce. Per esempio, la stessa identica foto avrà probabilmente valutazioni diverse se la valuto come "produzione artistica" o come "immagine pubblicitaria" o ancora come "documento". smile.gif

E non è che i parametri non possano essere gli stessi. E' che, secondo me, cambia la loro priorità.

Come accennavo, per me è importantissimo che la foto raggiunga lo scopo per cui è utilizzata, o meglio ancora per cui è stata realizzata. Se scatto una foto a una automobile sfasciata per scopi artistici, valuterò il messaggio trasmesso dando magari priorità a un sacco di fattori che associo al concetto di "artistico". Ma se la faccio per scopi pubblicitari, tipo una campagna per la sicurezza stradale, valuterò il "messaggio" in termini tipo "Mi fa venire voglia di andare più piano? E quanto? Che tipo di messaggio fa passare riguardo alla velocità (o al guidare dopo aver bevuto, o quale che sia il tema della campagna)? E' coerente con la campagna pubblicitaria di cui fa parte?" e così via. Ancora diverso il caso in cui sto fotografando quella macchina per la compagnia di assicurazioni. Qui le domande sono "questa immagine mi permette di valutare il danno? In che misura? Cosa è effettivamente documentato, e cosa no?" ecceterea, eccetera. smile.gif
Spero di essermi spiegato anche questa volta... biggrin.gif

In sintesi: per me, il "metro" non è e non può essere unico, ma varia a seconda del contesto. Questo a prescindere che le risposte alle varie domande siano sempre influenzate dai soliti fattori (composizione, illuminazione, esposizione, ecc.). Insomma, "valutare" significa anche dire "A è meglio di B" o viceversa... Ma rispetto A COSA?

Per me, allo SCOPO per cui la foto è stata realizzata. smile.gif

Ovviamente, possono esserci nmila altre risposte. Questa è semplicemente la mia...

Davide
nisant
Messaggio: #39
QUOTE(twinsouls @ Feb 10 2007, 03:35 AM) *

...
Spero di essermi spiegato anche questa volta... biggrin.gif
...

Evvai !!! Ho capito al primo colpo !!! laugh.gif
E mi ritrovo perfettamente con la tua visione "funzionale" dell'interpretazione, che comporta, per la sua attuazione, la conoscenza della linguistica e del contesto psico-socio-emotivo-culturale ( blink.gif ) dell'autore.

Mi fa anche piacere notare che la porta non è stata chiusa di fronte a quelle opere più sfuggenti che sono difficili da incasellare, per la difficoltà di interpretare le stesse alla luce della difficoltà di interpretarne l'autore secondo schemi esaustivi o per il semplice fatto che sono opere a sé stanti, quelle che, in un altro 3D, definivo animate di vita propria, e che, probabilmente, anche al di là della più o meno razionalizzata intenzione dell'autore, smuovono profondamente l'animo degli osservatori, inducendo impressioni spesso contrastanti, ma comunque intense.

Insomma tra i due estremi, il funzionale e l'emotivo assoluti, si dipana la sequenza di opere che cambiano valore anche a seconda dell'intenzione valutativa dell'osservatore.
Quindi, per chiarezza comunicativa, risulta importante, oltre al numerello, specificare anche la caratteristica che si sta valutando.
Spesso sfugge questo particolare e si assiste a surreali dialoghi tra sordi, sovente anche in queste pagine.

Ciao.
Antonio
davidebaroni
Messaggio: #40
QUOTE("nisant")
Quindi, per chiarezza comunicativa, risulta importante, oltre al numerello, specificare anche la caratteristica che si sta valutando.
Spesso sfugge questo particolare e si assiste a surreali dialoghi tra sordi, sovente anche in queste pagine.

Esattamente! smile.gif
Anzi, dirò di più. Non solo sarebbe importante, per evitare i "surreali dialoghi fra sordi" a cui fai riferimento, specificare anche la caratteristica che si sta valutando, ma anche stabilire la cornice all'interno della quale si effettua la valutazione, e quindi, implicitamente o esplicitamente, la "funzione" a cui quella caratteristica è, all'interno di quella valutazione, momentaneamente asservita. smile.gif

Un esempio. Se guardando un'immagine pubblicitaria ne rimango affascinato, mi trasporta emotivamente, eccetera, ma non ricordo a che prodotto si riferiva e magari nemmeno a che categoria merceologica, beh, quell'immagine NON avrà una valutazione positiva nel contesto pubblicitario, ma magari (per le stesse caratteristiche) ne avrà una molto alta in un contesto artistico. smile.gif
Se io dico solo "questa immagine non è composta adeguatamente", si potrebbe obiettare finché si vuole, perché magari è proprio la composizione a farne un'immagine così coinvolgente. Ma se dico "La composizione di questa immagine, nel contesto del suo utilizzo pubblicitario, non è adeguata in quanto concentra l'attenzione su questo e quest'altro elemento, rendendo insignificante l'oggetto che dovrebbe pubblicizzare e/o il suo brand e/o il messaggio principale che dovrebbe associarsi all'oggetto stesso", ecco che diventa tutto molto più chiaro. smile.gif

Almeno spero! biggrin.gif
reefaddict
Messaggio: #41
Ieri sera ho assistito ad una valutazione di fotografie effettuate da allievi nell'ambito di un corso di fotografia. Il giudice era una persona di lunga esperienza, anche in ambito FIAF, e con particolare conoscenza dei metodi di lettura e valutazione dell'immagine. Scopo della serata era dare un esempio di lettura e valutazione generale dell'immagine, con finalità soprattutto didattiche.

Sono emersi alcuni punti interessanti, che potrebbero costituire uno spunto di riflessione (per me lo sono stati):

1) bella scena di paesaggio, tecnica buona come anche la composizione. La valutazione è stata modesta con il seguente commento: bellissima immagine, molto piacevole e di grande valore estetico, ma di facile realizzazione da parte di chiunque, senza nessuna pretesa di ricerca fotografica, un po' banale.

2) una scena "street" con persone (difficile descriverla a parole), inquadratura non perfetta, leggero micromosso/sfocato, guidizio elevato con la seguente motivazione: al di là di difetti evidenti la scena ha elevato valore evocativo e semantico.

All'improvviso ho realizzato qualcosa che si è letto e ripetuto in molti luoghi (non fosse che io sono un po' lento) e cioè: la bella immagine e la buona fotografia sono cose diverse.
Il giudice sembra aver decretato che la prima foto è solo una bella immagine, ma una foto modesta, la seconda è un'immagine che comunica, che lascia un segno e non importa se la messa a fuoco non è perfetta.

Mi ha ricordato alcune discussioni che talvolta compaiono sul forum dove una foto sembra che non si possa definire buona se ha un piccolo difetto tecnico o, all'opposto, viene acclamata come una foto eccellente solo perché il soggetto è esteticamente bello, pur senza alcun contributo "attivo" dell'autore.

enrico
Messaggio: #42
Forma e contenuto.
L'ideale e che ci siano entrambi. Diversamente, meglio un contenuto valido (messaggio) che una vuota, ma bella cornice.
Questa che allego è una famosissima foto di Capa fatta durante lo sbarco in Normandia. E' mossa, sfuocata, esposta male: da buttare? Neanche per sogno. Considerata la situazione (Capa scattava fra esplosioni e proiettili), è una foto che proprio per la sua "sommarietà", esprime bene la situazione, il rischio, il dramma del momento.
Un saluto
Enrico
Anteprima(e) allegate
Immagine Allegata

 
nisant
Messaggio: #43
L'ultimo spunto di reefaddict mi fa capire la dose di indeterminatezza delle mie convinzioni e, volendo estrapolare, magari anche di quelle di molti altri, o più semplicemente che in media stat virtus, o più ancora semplicemente che mi piace fare il Bastian contrario ... laugh.gif

Ho appena finito di lodare le opere che
QUOTE(reefaddict @ Feb 14 2007, 03:44 PM) *

...
al di là di difetti evidenti la scena ha elevato valore evocativo e semantico.
...
che subito mi viene da sorridere quando un esperto oggettivizza un giudizio soggettivo rolleyes.gif

e di fronte ad
QUOTE(enrico @ Feb 14 2007, 03:54 PM) *

...
una foto che proprio per la sua "sommarietà", esprime bene la situazione, il rischio, il dramma del momento.
...
mi chiedo se sia così per scelta o per caso. hmmm.gif

Ecco, lodavo opere che, al di là dell'intenzione e (aggiungo qui) della progettazione tecnica, smuovevano gli animi, in contrapposizione all'assoluto primato della funzionalità verso un messaggio predeterminato ed ad una sintassi espositiva accuratamente progettata.
Mi ritrovo, ora, a chiedermi, invece, se quello scatto di guerra fosse stato di un'altro anonimo fotografo, pur con le medesime intenzioni documentative, sarebbe assurto a paradigma comunicativo o sarebbe stato cestinato da uno zelante redattore, perché privo di ogni cura e progetto in fase di ripresa?

Sconvolto da questo mio dietro front posso solo cercare di ritrovare unità in me stesso pensando di dare un valore ad opere non strettamente "funzionali" in base al fatto che smuovano l'animo di persone di strati sociali, culturali ed etnici diversi, cogliendo quel poco o molto che li accomuna.

Ciao.
Antonio
reefaddict
Messaggio: #44
QUOTE(nisant @ Feb 14 2007, 07:14 PM) *

Mi ritrovo, ora, a chiedermi, invece, se quello scatto di guerra fosse stato di un'altro anonimo fotografo, pur con le medesime intenzioni documentative, sarebbe assurto a paradigma comunicativo o sarebbe stato cestinato da uno zelante redattore, perché privo di ogni cura e progetto in fase di ripresa?


Ci potrebbe sempre essere in agguato un redattore idiota, ma è difficile pensare che chiunque si fosse trovato al posto di Capa, anche uno sconosciuto, non avrebbe avuto la stessa notorietà. Si tratta di uno scatto tecnicamente terribile, ma al contempo di un documento storico di valore inestimabile. Poi la storia dello sviluppatore emozionato che rovina buona parte dei negativi aggiunge un sapore epico alla leggenda. Intanto Capa era dentro il giorno più lungo del secolo scorso e ci ha restituito un pezzo di storia. Parafrasando una sua famosa affermazione, era proprio "close enough" questa volta....
enrico
Messaggio: #45
Alle volte le fotografie assumono un significato ed un valore che vanno oltre la forma. Fra le foto di mia madre e di mio padre, ne ho alcune che una volta avrei cestinato ma, ora che non ci sono più (li ho persi entrambi da un anno), sono diventate immagini preziose.
Enrico
Franco_
Messaggio: #46
QUOTE(.oesse. @ Feb 2 2007, 01:24 PM) *

...credo che la base di lettura si basi sulla cultura di ognuno di noi. Ed in base alla soglia culturale raggiunta entrano massicciamente in gioco le emozioni che la stessa foto ci suscita.
Questo fenomeno, e' alla base in primis della valutazione delle nostre fotografie, il motivo per cui ne scartiamo alcune e ne promuoviamo altre.
La fotografia e' emozione, e l'emozione e' sentimento, ed il sentimento e' qualcosa di cosi' profondo e personale che non credo basti tutto il forum per poterlo spiegare.
Possono entusiasmare le geometrie, possono piacere i contrasti, ognuno valuta in merito a parametri molto personali...


Sono totalmente d'accordo. Alla cultura di ciascuno di noi aggiungerei la sensibilità.
Avete mai pianto ascoltando una sinfonia dal vivo o osservando un affresco ? A me è successo, l'emozione è stata talmente forte che non si può restare insensibli. Quando succede questo l'autore ha raggiunto l'acme.
Mi è successo di piangere anche osservando qualche foto (non ricordo il nome dell'autore perchè ho poca memoria). In questi casi la lettura della foto viene in un secondo tempo, quando, passata l'emozione, si cercano le ragioni che ci hanno toccato così nel profondo.
Ritengo importante conoscere l'autore e il suo percorso, come pure il contesto che lo ha portato ad un certo scatto, ma quando ci sono le lacrime tutto questo passa in secondo piano.
davidebaroni
Messaggio: #47
QUOTE("Franco_")
In questi casi la lettura della foto viene in un secondo tempo, quando, passata l'emozione, si cercano le ragioni che ci hanno toccato così nel profondo

Scusa, Franco, ma non sono d'accordo, o almeno non del tutto. smile.gif
Se mi dici che "la lettura consapevole, cosciente, della foto avviene in un secondo momento", ok. Ma è proprio la lettura "inconsapevole" che ha scatenato la tempesta emotiva di cui parli, e che può essere presa a testimonianza di una possibile efficacia della comunicazione espressa attraverso quella foto. Non certa, bada bene. Infatti, magari la mia intenzione era quella di farti "riflettere con distacco", o addirittura farti sorridere... In questo caso quella comunicazione NON sarebbe stata efficace.
Inoltre, non è affatto detto che tutto si riduca a suscitare un'emozione da lacrime... Potrebbe farti sganasciare dalle risate (è un'emozione anche quella), o porti appunto in una posizione di "distacco", o millantamila altre opzioni. Perché limitarsi alle lacrime? wink.gif
Comunque, siamo di nuovo alla differenza fra lettura "consapevole", attiva, e lettura "inconsapevole", passiva. Quest'ultima è quella del "pubblico", dello spettatore. La prima è quella del "critico", dell'autore, del comunicatore. Spero di essermi spiegato... smile.gif
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #48
QUOTE(Franco_ @ Feb 23 2007, 08:11 PM) *

Sono totalmente d'accordo. Alla cultura di ciascuno di noi aggiungerei la sensibilità..... In questi casi la lettura della foto viene in un secondo tempo, quando, passata l'emozione, si cercano le ragioni che ci hanno toccato così nel profondo....

Pollice.gif
Franco,
sono in totale sintonia ...
anzi dovrei dire simpatia, nel senso etimologico del termine.
enrico
Messaggio: #49
La fotografia è tante cose.
E' emozione, come dice Franco, ed è forse questa sua capacità di farci emozionare che ha fatto nascere in molti di noi la passione. Ma "emozione" è la risultante di due componenti: la foto ed il nostro sentire. Per questo, di fronte ad una stessa foto, due persone possono avere reazioni diverse, perchè diversa può essere la sensibilità, la cultura, il carattere, le esperienze vissute ecc.
Ma la fotografia è anche comunicazione, linguaggio, come dice Twinsouls.
Solo così intesa, ha senso parlare di lettura. "Lettura" non significa quindi guardare la foto e sentire le sensazioni, le emozioni che tale visione ci suscita. In questo caso sarebbe più opportuno forse parlare semplicemente di "osservazione".
Lettura, se la foto è comunicazione (ed io di questo sono convinto), significa cercare di risalire al pensiero, all'idea dell'autore. E' quindi un fatto analitico, metodologico. Non certo facile, ma sicuramente possibile. Tanto più facile quanto più l'autore ha saputo "scrivere" e quanto più il recettore è abile nel "leggere".
Sono due approcci diversi alla fotografia, entrambi ovviamente leggittimi.
Se però si ha il compito di "valutare" una foto, perchè ad esempio si fa parte di una giuria, allora bisogna mettere da parte le emozioni (che sono soggettive) e bisogna affrontare la lettura.
Un saluto
Enrico
Franco_
Messaggio: #50
QUOTE(twinsouls @ Feb 23 2007, 09:53 PM) *

...
Inoltre, non è affatto detto che tutto si riduca a suscitare un'emozione da lacrime... Potrebbe farti sganasciare dalle risate (è un'emozione anche quella), o porti appunto in una posizione di "distacco", o millantamila altre opzioni. Perché limitarsi alle lacrime? wink.gif...


Ciao, come va ? I Kiwi come se la passano ?
Sai, per me l'emozione più bella è quella che porta alle lacrime... in fondo si può piangere anche dalle risate smile.gif
Davide, sono stato un tecnico per tutta la vita e forse per questo spesso ho osservato il mondo in maniera fredda ed analitica, quasi con distacco. Adesso basta, mi sono stufato. Voglio provare emozioni. Una foto tecnicamente ben fatta, ben composta, che si fa guardare insomma, in questo momento non mi soddisfa. Una foto può piacere per 10.000 motivi, come del resto sottolineava anche il buon .oesse., ma se non mi trasmette quella particolare emozione...
Riconosco che sono andato un pò OT, visto che in fondo qui si parla di lettura di una foto e di cosa reputiamo necessario sapere per leggerla e giudicarla.
A questo proposito credo che sia importante conoscere non solo il percorso fotografico dell'autore, ma anche la sua vita, le sue esperienze, i suoi problemi. Un pò come si fa per i pittori, gli scultori, i musicisti...
Se mi soffermo davanti ad un quadro senza sapere, ad esempio, il momento storico in cui è stato dipinto e l'esperienza di vita del pittore in quel periodo, la lettura potrebbe risultare totalmente sbagliata.
Ad esempio se non sapessi che nel "Bacchino malato" Caravaggio ha dipinto se stesso ai tempi del ricovero in ospedale per un attacco di malaria, potrei trarre delle conclusioni affatto corrette.
Secondo me per una lettura seria occorre avere metodo e conoscenza dell'autore, mi trovo quindi d'accordo con l'affermazione:

- Posso leggere una foto solo dopo approfondita conoscenza della biografia, del percorso, della poetica dell'autore e solo dopo accurato studio del suo lavoro.

E' evidente che una foto letta da me "ignorante" risulti profondamente diversa dalla stessa foto ri-letta da me "colto".

Franco
 
Discussioni simili Iniziata da Forum Risposte Ultimo messaggio
3 Pagine: V  < 1 2 3 >