è qualcosa di fantastico, da leggere tutto d'un fiato e da assaporare giorno dopo giorno con le nuove prove
continua così!
continua così!
Cari amici,
questa mattina ho fatto delle prove di esposizione per vedere quali fossero le migliori concentrazioni di cloruro di sodio e di nitrato di argento. Per far questo ho preparato tre soluzioni di cloruro di sodio alla concentrazione di 0,01 moli/litro, di 0,1 moli/litro e di 0,5 moli/litro
e tre soluzioni di nitrato d'argento anch'esse alle concentrazioni di 0,01 moli/litro, di 0,1 moli/litro e di 0,5 moli/litro.
Per preparare le soluzioni a diversa concentrazione, ho preparato una soluzione madre di nitrato d'argento 0,5 molare sciogliendone 17 grammi in 200 ml di acqua distillata, ed una soluzione madre di cloruro di sodio sciogliendo 5,84 grammi di sale da cucina in 200 ml di acqua distillata (una mole di cloruro di sodio ha una massa di 58,44 grammi ed una di nitrato d’argento, di 169,91 grammi).
Da queste, per preparare le soluzioni alla concentrazione 0,1 molare, ne ho prelevato 1 ml e vi ho aggiunto 4 mol di acqua distillata.
Per preparare le soluzioni alla concentrazione 0,01 molare, ho prelavato 1 ml da queste seconde soluzioni e vi ho aggiunto 9 ml di acqua distillata.
Ho suddiviso una striscia di carta (dello stesso tipo che sto usando per i calotipi) in quattro parti:
- nella prima a sinistra ho utilizzato concentrazioni 0,01 molare delle due soluzioni
- nella seconda di 0,1 molare delle due soluzioni
- nella terza di 0,5 molare delle due soluzioni
- nella quarta (all'estremità destra) una soluzione 0,1 molare di cloruro di sodio e 0,5 molare di nitrato d'argento.
Nelle prime tre le concentrazioni dei due sali sono uguali; nella quarta ho voluto provare, come diceva Talbot, con una soluzione debole di cloruro di sodio ed una forte di nitrato d'argento.
Ho fatto asciugare un po' la striscia al buio, quindi l'ho portata coperta in pieno sole, l'ho scoperta ed ho cominciato a scattare ad intervalli successivi con la D200 per vedere cosa succedeva (mi sono reso conto che sarebbe stato meglio esporre la striscia all’ombra dove gli annerimenti avrebbero proceduto più lentamente). I tempi dei relativi scatti li ho potuti ricavare dai dati exif delle immagini che inserisco come allegati, non essendo riuscito a inserirle direttamente:
dopo 11 secondi di esposizione
dopo 28 secondi
dopo 49 secondi:
dopo 118 secondi (1' e 58"):
dopo 630 secondi (10 minuti e 30 secondi):
Le conclusioni che ho potuto trarre sono che:
- la concentrazione di 0,01 moli/litro è troppo bassa e quindi non va usata
- la seconda e la terza combinazione sono buone, mentre l'ultima annerisce di meno ed in ritardo, e questo contrasta con le osservazioni di Talbot, devo capire come mai. Una ipotesi che però non regge, essendo Talbot un conoscitore della chimica, è che prima si usassero delle concentrazioni uguali in peso, nel qual caso, si sarebbe avuto, a reazione avvenuta, un eccesso di cloruro di sodio, essendo diverse le masse molari dei due sali.
La terza si è dimostrata la combinazione con maggior sensibilità, ma anche la seconda è buona e richiede un minor uso di nitrato d'argento che è piuttosto costoso. Proverò queste due combinazioni mediante la macchina per calotipi.
Ora mi dedicherò a produrre qualche immagine.
Un saluto
Enrico
questa mattina ho fatto delle prove di esposizione per vedere quali fossero le migliori concentrazioni di cloruro di sodio e di nitrato di argento. Per far questo ho preparato tre soluzioni di cloruro di sodio alla concentrazione di 0,01 moli/litro, di 0,1 moli/litro e di 0,5 moli/litro
e tre soluzioni di nitrato d'argento anch'esse alle concentrazioni di 0,01 moli/litro, di 0,1 moli/litro e di 0,5 moli/litro.
Per preparare le soluzioni a diversa concentrazione, ho preparato una soluzione madre di nitrato d'argento 0,5 molare sciogliendone 17 grammi in 200 ml di acqua distillata, ed una soluzione madre di cloruro di sodio sciogliendo 5,84 grammi di sale da cucina in 200 ml di acqua distillata (una mole di cloruro di sodio ha una massa di 58,44 grammi ed una di nitrato d’argento, di 169,91 grammi).
Da queste, per preparare le soluzioni alla concentrazione 0,1 molare, ne ho prelevato 1 ml e vi ho aggiunto 4 mol di acqua distillata.
Per preparare le soluzioni alla concentrazione 0,01 molare, ho prelavato 1 ml da queste seconde soluzioni e vi ho aggiunto 9 ml di acqua distillata.
Ho suddiviso una striscia di carta (dello stesso tipo che sto usando per i calotipi) in quattro parti:
- nella prima a sinistra ho utilizzato concentrazioni 0,01 molare delle due soluzioni
- nella seconda di 0,1 molare delle due soluzioni
- nella terza di 0,5 molare delle due soluzioni
- nella quarta (all'estremità destra) una soluzione 0,1 molare di cloruro di sodio e 0,5 molare di nitrato d'argento.
Nelle prime tre le concentrazioni dei due sali sono uguali; nella quarta ho voluto provare, come diceva Talbot, con una soluzione debole di cloruro di sodio ed una forte di nitrato d'argento.
Ho fatto asciugare un po' la striscia al buio, quindi l'ho portata coperta in pieno sole, l'ho scoperta ed ho cominciato a scattare ad intervalli successivi con la D200 per vedere cosa succedeva (mi sono reso conto che sarebbe stato meglio esporre la striscia all’ombra dove gli annerimenti avrebbero proceduto più lentamente). I tempi dei relativi scatti li ho potuti ricavare dai dati exif delle immagini che inserisco come allegati, non essendo riuscito a inserirle direttamente:
dopo 11 secondi di esposizione
dopo 28 secondi
dopo 49 secondi:
dopo 118 secondi (1' e 58"):
dopo 630 secondi (10 minuti e 30 secondi):
Le conclusioni che ho potuto trarre sono che:
- la concentrazione di 0,01 moli/litro è troppo bassa e quindi non va usata
- la seconda e la terza combinazione sono buone, mentre l'ultima annerisce di meno ed in ritardo, e questo contrasta con le osservazioni di Talbot, devo capire come mai. Una ipotesi che però non regge, essendo Talbot un conoscitore della chimica, è che prima si usassero delle concentrazioni uguali in peso, nel qual caso, si sarebbe avuto, a reazione avvenuta, un eccesso di cloruro di sodio, essendo diverse le masse molari dei due sali.
La terza si è dimostrata la combinazione con maggior sensibilità, ma anche la seconda è buona e richiede un minor uso di nitrato d'argento che è piuttosto costoso. Proverò queste due combinazioni mediante la macchina per calotipi.
Ora mi dedicherò a produrre qualche immagine.
Un saluto
Enrico
Anteprima(e) allegate
Complimenti per i tuoi risultati ed augiri per gli esperimenti.Tienici informati.Si potrebbe organizzare un meeting dalle tue parti e tra un confetto e l'altro..apprendere qualche cosa.
Maurizio
Messaggio modificato da maurizioricceri il Feb 1 2007, 02:31 PM
Maurizio
Messaggio modificato da maurizioricceri il Feb 1 2007, 02:31 PM
Grazie Maurizio,
sto per aprire lo chassì di un terzo calotipo...
Enrico
sto per aprire lo chassì di un terzo calotipo...
Enrico
Cari amici,
finalmente un po' di tempo (oggi è il mio giorno libero) ed ho realizzato il terzo calotipo, questa volta riprendendo il palazzo di fronte, dal terrazzo del piano-notte:
Il negativo:
Il positivo:
L'esposizione è durata un'ora e tre quarti. L'immagine è un po' granulosa perchè ho utilizzato la carta da schizzi. Voglio riprovare con il cartoncino liscio da disegno. A presto.
Un saluto
Enrico
Messaggio modificato da enrico il Dec 31 2010, 12:21 PM
finalmente un po' di tempo (oggi è il mio giorno libero) ed ho realizzato il terzo calotipo, questa volta riprendendo il palazzo di fronte, dal terrazzo del piano-notte:
Il negativo:
Il positivo:
L'esposizione è durata un'ora e tre quarti. L'immagine è un po' granulosa perchè ho utilizzato la carta da schizzi. Voglio riprovare con il cartoncino liscio da disegno. A presto.
Un saluto
Enrico
Messaggio modificato da enrico il Dec 31 2010, 12:21 PM
che spettacolo
complimenti!!
complimenti!!
la qualità sta migliorando giorno dopo giorno!
aspettiamo novità!
a quando i colori?
aspettiamo novità!
a quando i colori?
Enrico è sorprendente quello che riesci a fare con i tuoi rudimentali aggeggi.Semplicemente fantastico.
Maurizio
Messaggio modificato da enrico il Dec 31 2010, 12:21 PM
Maurizio
Messaggio modificato da enrico il Dec 31 2010, 12:21 PM
Ringrazio tutti per l'interesse che dimostrate a questo mio lavoro.
Enrico
Enrico
Per onorare Talbot, posto alcune immagini che lo riguardano:
1 - Una finestra, la sua più antica negativa esistente (agosto 1835)
2 - Un "disegno fotogenico" (così iniziò a chiamare le sue immagini, prima di cambiare in calotipi e poi in talbotipi) della casa della sua tenuta di Lacock Abbey
3 - Una delle sue macchine, costruitagli dal suo falegname, che disponeva in diversi punti della sua tenuta per andare a riprenderle dopo qualche ora e che la moglie chiamava scherzosamente "trappole per topi":
Un saluto
Enrico
1 - Una finestra, la sua più antica negativa esistente (agosto 1835)
2 - Un "disegno fotogenico" (così iniziò a chiamare le sue immagini, prima di cambiare in calotipi e poi in talbotipi) della casa della sua tenuta di Lacock Abbey
3 - Una delle sue macchine, costruitagli dal suo falegname, che disponeva in diversi punti della sua tenuta per andare a riprenderle dopo qualche ora e che la moglie chiamava scherzosamente "trappole per topi":
Un saluto
Enrico
Anteprima(e) allegate
Enrico,che dirti !!! trovo molto interessanti e affascinanti queste tuoi esperimenti da "Talbot del 200" mi sà che qualche giorno verrò veramente a trovarTi.
maurizio
maurizio
Mi sembra giusto a questo punto inserire una foto di William Henry (come me ) Fox Talbot che non è un calotipo ma un dagherrotipo, e la cosa è curiosa, considerato che Talbot fu quasi un avversario di Daguerre che credeva di aver preceduto nella scoperta di quella che poi Herschel chiamò "fotografia".
Enrico,che dirti !!! trovo molto interessanti e affascinanti queste tuoi esperimenti da "Talbot del 200" mi sà che qualche giorno verrò veramente a trovarTi.
maurizio
Ti aspetto.
Enrico,che dirti !!! trovo molto interessanti e affascinanti queste tuoi esperimenti da "Talbot del 200" mi sà che qualche giorno verrò veramente a trovarTi.
maurizio
Ti aspetto.
Complimenti, veramente interessante. Un bell'esempio di archeologia sperimentale.
A questo punto aspetto un'autoritratto fatto con l'enricotipo!
R.
A questo punto aspetto un'autoritratto fatto con l'enricotipo!
R.
Complimenti, veramente interessante. Un bell'esempio di archeologia sperimentale.
A questo punto aspetto un'autoritratto fatto con l'enricotipo!
R.
Simpatica battuta Riccardo
Archeologia sperimentale, hai colto nel segno. E' proprio lì il perchè di questo mio lavoro: capire rifacendo.
Un saluto
Enrico
Per me sei un mito
Grazie!!!
Fabrizio
Grazie!!!
Fabrizio
Cari amici,
ieri ho fatto altre due prove, utilizzando però dei fogli che avevo trattato con la soluzione di sale da cucina il giorno prima. Erano quindi bene asciutti. Volevo valutare se potevo preparare così una scorta di "carta salata" da sensibilizzare di volta in volta. Ho esposto un quarto calotipo per circa 2 ore, ma quando l'ho ritirato, è stata una delusione: non c'era quasi traccia di immagina (la scena era luminosissima) e la carta aveva una zona scura in basso ed il resto era di una tonalità intensa di giallino. Prima sovraesposizione? Sarebbe dovuto apparire tutto molto scuro.
Ho quindi sensibilizzato un secondo foglio (salato il giorno prima) e ho ripetuto l'esposizione per un tempo di un'ora e un quarto. Il risultato è stato un negativo sottoesposto:
Ho gettato nel caminetto i fogli presalati (credo che dipenda da quello, forse la carta non deve asciugare completamente dopo che è stata immersa nella prima soluzione) ed oggi ho trattato un altro foglio (di tipo diverso, di quelli ruvidi da disegno: sto sperimentando per trovare la carta più adatta) con acqua salata, l'ho asciugato parzialmente col phon e l'ho quindi sensibilizzato con la solita soluzione di nitrato d'argento. Ho ripreso la stessa scena del primo calotipo (tempo di esposizione 1 ora e 46 minuti):
Come potete vedere compare la struttura a righe della carta. L'immagine è ben dettagliata. Il muretto è di un bel bianco perché gli operai hanno finito di intonacarlo e pitturarlo. Sulla sinistra si notano alcuni alberi di Piazza Torlonia spuntare da dietro le costruzioni. Al di sopra del muro le pareti erano in ombra e quindi non hanno molto dettaglio. In ogni caso, sono riuscito a sensibilizzare la superficie della carta in modo uniforme e non si notano né macchie né zone di diversa densità.
Per quanto riguarda la comparsa nell'immagine della struttura della carta (vedi anche 3° caoltipo), questo era un pregio del calotipo perché portava ad una immagine di tipo pittorico (i pittorialisti, quando la fotografia si fu definitivamente affermata, cercarono di ottenere immagini sgranate, flou), ma era anche un difetto poichè la fotografia (con i dagherrotipi soprattutto che possedevano una incisività eccezionale) appariva straordinaria proprio per la sua capacità di riprodurre i più minuti dettagli, cosa che era impossibile fare con la pittura. La fotografia infatti nacque e si diffuse proprio con i dagherrotipi (chissà che in futuro non provi anche con questi..) che presentavano una superiore qualità. Erano però esemplari unici, mentre il calotipo, mediante il processo negativo-positivo poteva essere duplicato innumerevoli volte.
Al prossimo calotipo
Enrico
Messaggio modificato da enrico il Dec 31 2010, 12:44 PM
ieri ho fatto altre due prove, utilizzando però dei fogli che avevo trattato con la soluzione di sale da cucina il giorno prima. Erano quindi bene asciutti. Volevo valutare se potevo preparare così una scorta di "carta salata" da sensibilizzare di volta in volta. Ho esposto un quarto calotipo per circa 2 ore, ma quando l'ho ritirato, è stata una delusione: non c'era quasi traccia di immagina (la scena era luminosissima) e la carta aveva una zona scura in basso ed il resto era di una tonalità intensa di giallino. Prima sovraesposizione? Sarebbe dovuto apparire tutto molto scuro.
Ho quindi sensibilizzato un secondo foglio (salato il giorno prima) e ho ripetuto l'esposizione per un tempo di un'ora e un quarto. Il risultato è stato un negativo sottoesposto:
Ho gettato nel caminetto i fogli presalati (credo che dipenda da quello, forse la carta non deve asciugare completamente dopo che è stata immersa nella prima soluzione) ed oggi ho trattato un altro foglio (di tipo diverso, di quelli ruvidi da disegno: sto sperimentando per trovare la carta più adatta) con acqua salata, l'ho asciugato parzialmente col phon e l'ho quindi sensibilizzato con la solita soluzione di nitrato d'argento. Ho ripreso la stessa scena del primo calotipo (tempo di esposizione 1 ora e 46 minuti):
Come potete vedere compare la struttura a righe della carta. L'immagine è ben dettagliata. Il muretto è di un bel bianco perché gli operai hanno finito di intonacarlo e pitturarlo. Sulla sinistra si notano alcuni alberi di Piazza Torlonia spuntare da dietro le costruzioni. Al di sopra del muro le pareti erano in ombra e quindi non hanno molto dettaglio. In ogni caso, sono riuscito a sensibilizzare la superficie della carta in modo uniforme e non si notano né macchie né zone di diversa densità.
Per quanto riguarda la comparsa nell'immagine della struttura della carta (vedi anche 3° caoltipo), questo era un pregio del calotipo perché portava ad una immagine di tipo pittorico (i pittorialisti, quando la fotografia si fu definitivamente affermata, cercarono di ottenere immagini sgranate, flou), ma era anche un difetto poichè la fotografia (con i dagherrotipi soprattutto che possedevano una incisività eccezionale) appariva straordinaria proprio per la sua capacità di riprodurre i più minuti dettagli, cosa che era impossibile fare con la pittura. La fotografia infatti nacque e si diffuse proprio con i dagherrotipi (chissà che in futuro non provi anche con questi..) che presentavano una superiore qualità. Erano però esemplari unici, mentre il calotipo, mediante il processo negativo-positivo poteva essere duplicato innumerevoli volte.
Al prossimo calotipo
Enrico
Messaggio modificato da enrico il Dec 31 2010, 12:44 PM
Caspita, quest'ultima mi sembra un progresso notevole!
Complimenti, è tutto davvero affascinante ed è bello vedere la sequenza dei tuoi tentativi con i perfezionamenti che trovi un po' alla volta.
Ti seguo con molta curiosità.
Complimenti, è tutto davvero affascinante ed è bello vedere la sequenza dei tuoi tentativi con i perfezionamenti che trovi un po' alla volta.
Ti seguo con molta curiosità.
Caspita, quest'ultima mi sembra un progresso notevole!
Complimenti, è tutto davvero affascinante ed è bello vedere la sequenza dei tuoi tentativi con i perfezionamenti che trovi un po' alla volta.
Ti seguo con molta curiosità.
Grazie Maxi.
Appena estraggo i negativi di carta dalla macchina, li acquisisco con lo scanner e poi li conservo al buio. Ieri l'altro ho provato a fissarne uno con l'iposolfito, ma l'immagine è scomparsa quasi completamente. Evidentemente l'argento ridotto che forma l'immagine non si àncora bene nelle fibre della carta e viene via assieme ai granuli di alogenuro. Riproverò con un fissaggio più diluito, magari non procedendo per immersione ma nebulizzandolo sulla carta. Più in là proverò ad usare l'albume d'uovo come supporto per le sostanze sensibili, riproducendo le "carte all'albumina" che si usavano una volta.
Saluti
Enrico
Ciao conterraneo, anch'io ti seguo dagli inizi e vengo a leggere quì tutti i giorni con interesse ed ammirazione.
Va avanti ! Sono sicuro che arriveranno risultati sorprendenti.
Ciao Alfredo
Va avanti ! Sono sicuro che arriveranno risultati sorprendenti.
Ciao Alfredo
Grazie Alfredo. Sto usando un diaframma f/5,6, praticamente un disco di cartoncino che pongo davanti alla lente frontale dell'obiettivo. Domani voglio provare "a tutta apertura". Le due lenti hanno un totale di 6 diottrie e quindi una lunghezza focale di 16,7 cm (100 cm / 6). Poiché il diametro utile delle lenti è di 6 cm, viene fuori proprio un'apertura massima di f/2,8 (16,7/6). Voglio vedere se le aberrazioni che verranno fuori sono sopportabili. Guadagno però 2 stop e posso far scendere il tempo di posa ad una mezz'ora. Potrò così recarmi in campagna e fotografare qualcosa di diverso dai soliti palazzi e muretti che sono intorno a casa. Questo magari quest'estate.
E' bello sapere di essere seguiti e questo stimola a continuare in questa mia bella avventura. Pensa che sto trascurando la D200
Un saluto
Enrico
E' bello sapere di essere seguiti e questo stimola a continuare in questa mia bella avventura. Pensa che sto trascurando la D200
Un saluto
Enrico
...mi sono imbattuto per caso in questa discussione.
...e sono rimasto senza parole!
Non vedo l'ora di vedere come continua questa sua fantastica avventura nel passato!!
Lei è un Genio!!!
...e sono rimasto senza parole!
Non vedo l'ora di vedere come continua questa sua fantastica avventura nel passato!!
Lei è un Genio!!!
Ciao Enrico,ci sorprendi ogni giorno di più.sorprendenti ed appassionanti questi tuoi esperimenti che prendono forma giorno dopo giorno.Una cosa è conoscere più o meno ,nella teoria come si è arrivati al fissaggio di una immagine,tutt'altra cosa è vederla crescrere e seguire nella pratica ciò che si riusciti ad ottenere.
Ti immagino immerso nei tuoi esperimenti tra "scatolette" di legno,seghe,chiodi martello, acidi ,fogli di carta da mettare sotto sale...etc etc.Continua a tenerci informati e... se tua moglie ti dovesse cacciare di casa... .la ex cameretta di mia figlia è disponibile !!! ..aspetto una tua chiamata
Battute a parte, complimenti veramenti e NON ti fermare pendiamo dalle tue evoluzioni.
Buon lavoro...ciao
Maurizio
Ti immagino immerso nei tuoi esperimenti tra "scatolette" di legno,seghe,chiodi martello, acidi ,fogli di carta da mettare sotto sale...etc etc.Continua a tenerci informati e... se tua moglie ti dovesse cacciare di casa... .la ex cameretta di mia figlia è disponibile !!! ..aspetto una tua chiamata
Battute a parte, complimenti veramenti e NON ti fermare pendiamo dalle tue evoluzioni.
Buon lavoro...ciao
Maurizio
Ciao Maurizio,
fino ad ora mia moglie si è dimostrata abbastanza paziente. Per ogni evenienza, terrò conto del tuo invito
D'altra parte, Talbot non doveva ricevere troppa solidarietà dalla sua, che chiamava le sue macchine calotipiche "trappole per topi"
Questa mattina ho fatto altri tentativi. Due sono andati a vuoto, ma si impara anche dagli errori. Ti mostro il mio nono calotipo. Ho voluto fare qualcosa di diverso dai soliti palazzi ed ho sistemato sotto il ballatoio che dà sul giardino della mia abitazione, una sediolina ed un annaffiatoio. Quando ho iniziato la ripresa, batteva il sole. Ben presto però è scomparso dietro un fabbricato vicino (il sole invernale "vola" basso nel cielo ) mettendo in ombra il mio soggetto. Ho interrotto l'esposizione dopo 2 ore e 27 minuti e questo è il risultato:
Si vede molto bene la poltroncina ed il ballatoio. Si percepisce anche un po' l'innaffiatoio sulla destra che, essendo di colore verde (non sono ancora arrivato all'ortocromatismo ), è venuta di un grigio scuro che si confonde un po' con lo sfondo. L'immagine difetta di uniformità perchè ci sono delle zone che non hanno preso bene le soluzioni. Potrebbe dipendere forse dalla colla con cui viene spesso trattata la carta. Proverò a lavarla prima in acqua per asportarla. Vediamo che succede. Devo arrivare ad ottenere risultati omogenei e costanti.
Un saluto
Enrico
Messaggio modificato da enrico il Dec 31 2010, 12:58 PM
fino ad ora mia moglie si è dimostrata abbastanza paziente. Per ogni evenienza, terrò conto del tuo invito
D'altra parte, Talbot non doveva ricevere troppa solidarietà dalla sua, che chiamava le sue macchine calotipiche "trappole per topi"
Questa mattina ho fatto altri tentativi. Due sono andati a vuoto, ma si impara anche dagli errori. Ti mostro il mio nono calotipo. Ho voluto fare qualcosa di diverso dai soliti palazzi ed ho sistemato sotto il ballatoio che dà sul giardino della mia abitazione, una sediolina ed un annaffiatoio. Quando ho iniziato la ripresa, batteva il sole. Ben presto però è scomparso dietro un fabbricato vicino (il sole invernale "vola" basso nel cielo ) mettendo in ombra il mio soggetto. Ho interrotto l'esposizione dopo 2 ore e 27 minuti e questo è il risultato:
Si vede molto bene la poltroncina ed il ballatoio. Si percepisce anche un po' l'innaffiatoio sulla destra che, essendo di colore verde (non sono ancora arrivato all'ortocromatismo ), è venuta di un grigio scuro che si confonde un po' con lo sfondo. L'immagine difetta di uniformità perchè ci sono delle zone che non hanno preso bene le soluzioni. Potrebbe dipendere forse dalla colla con cui viene spesso trattata la carta. Proverò a lavarla prima in acqua per asportarla. Vediamo che succede. Devo arrivare ad ottenere risultati omogenei e costanti.
Un saluto
Enrico
Messaggio modificato da enrico il Dec 31 2010, 12:58 PM