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enrico
Volevo condividere con voi un mio progetto. All'inizio di gennaio ho iniziato la costruzione di una macchina fotografica in legno, del tipo di quelle con cui Talbot eseguì i suoi calotipi. Lo scopo era quello di rieseguire appunto quelle prime immagini, tornando materialmente agli albori della nascita della Fotografia.
Ho quindi rimesso in funzione il mio tavolo da lavoro, rispolverando seghetti, colle, mordenti e vernici. Il primo passo è stato quello di costruire l'obiettivo. Mi sono così procurato da un ottico due lenti da occhiale da 3 diottrie ciascuna. Con i dati di lunghezza focale ed angolo di copertura di questo semplice obiettivo, sono passato al progetto di tutti gli elementi ed alla loro realizzazione pratica, sfruttando tutti i momenti liberi delle mie giornate. Qualche giorno fa ho terminato l'impresa.
Nell'immagine che segue, i tre moduli: a sinistra quello col vetro smerigliato per la messa a fuoco e l'inquadratura, al centro quello con l'obiettivo (in basso il tappo copriobiettivo e due diaframmi; il terzo, un f/8, è sulla lente frontale); a destra il modulo "chassì" destinato a contenere la carta sensibile:
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Un primo piano del modulo portaottica:
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ed un primo piano del modulo col vetro smerigliato:
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(segue)

Il modulo "chassì" col volet abbassato:
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Il modulo col vetro smerigliato è inserito all'interno del modulo portaobiettivo. Sul basamento si vede la scala per le distanze e sul secondo modulo il riferimento per la messa a fuoco:
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Lo chassì è inserito nel modulo portaottica:
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(segue)

Il volet è sollevato e la macchina è in fase di esposizione:
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Una immagine dal vetro smerigliato di ciò che si vede dal terrazzino di casa:
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(segue)
fotoland
Enrico complimenti, hai fatto proprio una bella cosa! Pollice.gif
In un mondo ormai che và, verso la più alta tecnologia, quello che hai realizzato tu, mi sembra "Fantastico".
Bravo wink.gif

Ciao
Salvo
enrico
Oggi la giornata non è delle migliori: il cielo è coperto ed i contrasti sono bassi. Ma non ho saputo resistere. Ho ritagliato un rettangolo di 13 x 14 cm (il formato della mia macchina biggrin.gif ) e l'ho immerso in una soluzione debole di sale da cucina. L'ho asciugato con il phon. Per ripetere in tutto il procedimento di Talbot, ho preso una candela (non vi racconto cosa mi ha detto mia moglie quando mi ha visto salire le scale con la candela accesa...) ed al suo debole lume ho passato sulla carta qualche pennellata di una soluzione di nutrato d'argento, tornando ad asciugare il tutto col phon. Ho quindi inserito la carta nello chassì. Ho posizionato la macchina sul terrazzino, ho messo a fuoco, notando la posizione del riferimento, ho estratto il modulo col vetro smerigliato e vi ho sostituito lo chassì, facendo coincidere il suo riferimento di messa a fuoco con il primo. Ho alzato il volet. DOpo un'ora ed un quarto ho ritirato il tutto. Si è trattato di un primo esperimento il cui scopo è stato, fra l'altro, quello di qvere una stima della sensibilità della carta per poter aggiustare successivamente il tiro con l'esposizione. La luce della scena era tale da darmi, con la D200, una esposizione di 1/250 ad f/8 e 400 ISO.
Ho sbirciato alla luce della solita condela e, perbacco, qualcosa si vedeva!
Senza effettuare il fissaggio (Talbot stabilizzava i suoi negativi con una soluzione forte di sale da cucina; solo dopo, su consiglio di Herschel, utilizzò il tiosolfato di sodio), ne ho fatto una scansione:

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E' un negativo leggero, sottoesposto, ma qualcosa si vede.
Ne ho tratto un positivo con Photoshop:

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Non è una immagine eccezionale, si notano le pennellate e le grinze della carta, ma si vedono anche i rami dell'albero, il comignolo e le falde dei tetti ricoperti di neve. Qualcuno potrebbe dire che "è una vera schifezza biggrin.gif ), ma Niepce non ottenne di meglio con la sua fotografia su bitume di Giudea. Ora si tratta di perfezionare il procedimento e di fare altre prove. Questa è l'immagine presa con la D200 dallo stesso punto:

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In tempi dominati dal digitale e da una tecnologia molto avanzata, è bello ripetere i tentativi e ripercorrere le strade degli antichi pionieri e l'emozione è forte.
Un saluto
Enrico
FabioC.
affascinante..... wink.gif
toad
Complimenti, Enrico, per l'idea e per la manualità. Pollice.gif
Bell'oggetto e interessante esperimento. Affascinante, direi anch'io. Facci seguire gli sviluppi, mi interessa molto.

QUOTE(enrico @ Jan 26 2007, 05:38 PM) *

In tempi dominati dal digitale e da una tecnologia molto avanzata, è bello ripetere i tentativi e ripercorrere le strade degli antichi pionieri e l'emozione


Già. Proprio qualche giorno fa, sistemando un po' di cose, mi sono venuti in mano i volumi del "Manuale teorico-pratico di chimica fotografica per il prof. Rodolfo Namias, ed.1921" che ho la fortuna di possedere. Mi sono soffermato a leggere qualche pagina. Incantato, quasi come un romanzo... smile.gif
enrico
QUOTE(toad @ Jan 26 2007, 05:55 PM) *

Proprio qualche giorno fa, sistemando un po' di cose, mi sono venuti in mano i volumi del "Manuale teorico-pratico di chimica fotografica per il prof. Rodolfo Namias, ed.1921" che ho la fortuna di possedere. Mi sono soffermato a leggere qualche pagina. Incantato, quasi come un romanzo... smile.gif

Grazi Salvo, Fabio, Toad. Vecchi manuali... Mio padre era un fotoamatore. Anch'io ho la fortuna di possedere qualche vecchio libro:
Ricettario fotografico del dott. Luigi Sassi ed. 1923 e "Fotografia per dilettanti" del dott. Giovanni Muffone, edizione 1925, tutti della Hoepli.
E' studiando il passato che si comprende il presente, e questo anche in Fotografia.
Enrico
apeiron
Ciao, Enrico. E' davvero interessante. Credo che dovresti pensare di preparare un testo ad uso scolastico. Un insieme di esperienze da proporre.
Così, almeno, non ti divertiresti solo tu! smile.gif
Apeiron
enrico
QUOTE(apeiron @ Jan 26 2007, 06:34 PM) *

Ciao, Enrico. E' davvero interessante. Credo che dovresti pensare di preparare un testo ad uso scolastico. Un insieme di esperienze da proporre.
Così, almeno, non ti divertiresti solo tu! smile.gif
Apeiron

Ciao Apeiron. Che piacere risentirti!
A proposito del testo, ci sei andato vicino. In effetti, ho preparato una conferenza FIAF (faccio parte del Dipartimento Attività Culturali) dal titolo "dall'argento al silicio", sulla storia dell'evoluzione dei materiali sensibili. Ho preparato delle diapositive e delle animazioni per accompagnare le serate presso i circoli, ma mi è sembrato opportuno arricchirle con qualcosa di pratico. Ho costruito così una camera ottica, di quelle in uso dai pittori del 700 ed ho pensato poi a questa realizzazione.
Un abbraccio
Enrico
malina
Grande Enrico!
guru.gif
Simone Cesana
complimenti...
che esperimento spettacolare, appassionante...

ciao
simone cesana
buzz
Molto bello, interessante e istruttivo.
Io sposterei il tutto in tecniche fotografiche!
apeiron
QUOTE(enrico @ Jan 26 2007, 06:44 PM) *

Ciao Apeiron. Che piacere risentirti!
A proposito del testo, ci sei andato vicino. In effetti, ho preparato una conferenza FIAF (faccio parte del Dipartimento Attività Culturali) dal titolo "dall'argento al silicio", sulla storia dell'evoluzione dei materiali sensibili. Ho preparato delle diapositive e delle animazioni per accompagnare le serate presso i circoli, ma mi è sembrato opportuno arricchirle con qualcosa di pratico. Ho costruito così una camera ottica, di quelle in uso dai pittori del 700 ed ho pensato poi a questa realizzazione.
Un abbraccio
Enrico

Lodevole, caro Enrico. Mi piacerebbe partecipare. Mi divertirei un mondo, di sicuro.
I vedutisti la utilizzarono per le riprese prospettiche, infatti.
Forse sarebbe interessante proporre al tuo pubblico proprio la versione per la ripresa prospettica, come anticipazione della ripresa fotografica. Nella versione reflex, non dovrebbe essere difficile prevedere un vetro smerigliato sul lato superiore della scatola. Sul vetro, potrebbero sistemare un foglietto di lucido e sperimentare lo schizzo prospettico.
Forse potresti proporre anche la costruzione di una serie di camere ottiche reflex con focali diverse, così da poter cogliere la diversa resa prospettica in funzione della diversa focale.
Enrico, ma dove le tieni queste conferenze?
Apeiron
enrico
QUOTE(apeiron @ Jan 26 2007, 09:44 PM) *
I vedutisti la utilizzarono per le riprese prospettiche, infatti.
Forse sarebbe interessante proporre al tuo pubblico proprio la versione per la ripresa prospettica, come anticipazione della ripresa fotografica. Nella versione reflex, non dovrebbe essere difficile prevedere un vetro smerigliato sul lato superiore della scatola. Sul vetro, potrebbero sistemare un foglietto di lucido e sperimentare lo schizzo prospettico.
Forse potresti proporre anche la costruzione di una serie di camere ottiche reflex con focali diverse, così da poter cogliere la diversa resa prospettica in funzione della diversa focale.
Enrico, ma dove le tieni queste conferenze?
Apeiron


Già fatto Apeiron, a dicembre. Poiché la Fotografia in fondo è nata quando l'Ottica e la Chimica si sono incontrate, ho pensato di partire proprio dala camera ottica.
Il modello chiuso:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.
Aperto:

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Una veduta dal vetro smerigliato (sempre dal terrazzino di casa, ma verso nord):

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Per quanto riguarda la parte chimica, ho preparato il necessario per mostrare una reazione di precipitazione mescolando una soluzione di cloruro di sodio ed una di nitrato d'argento. La reazione è spettacolare perchè, da due soluzioni incolori, si forma immediatamente un precipitato bianco di cloruro d'argento. Il nitrato d'argento è fotosensibile, ma molto poco, mentre il cloruro d'argento lo è molto di più. E poi è questa la reazione mediante la quale ancora oggi si fanno precipitare all'interno della gelatina gli alogenuri d'argento.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali..

L'ultima conferenza a Fara S. Martino sulla lettura strutturale della fotografia. Vado dove mi chiamano i circoli FIAF e quando sono libero dagli altri impegni. Fra un paio d'anni me ne vado in pensione ed avrò più tempo da dedicare alla fotografia.
Ciao
Enrico
maurizioricceri
Enrico dire che sei un MITO è dire poco, qualche giorno mi farò una passeggiata per assistere come discente ad una delle tua interessantissime lezioni.
Così,magari .. hmmm.gif ci scrocco anche un caffè !!! rolleyes.gif biggrin.gif
Ciao ed auguri per i tuoi esperimenti....Maurizio
Franco_
Ciao Enrico, immagino l'emozione che hai provato quando hai visto "comparire" il negativo; per me è commovente.


QUOTE(buzz @ Jan 26 2007, 07:37 PM) *

Molto bello, interessante e istruttivo.
Io sposterei il tutto in tecniche fotografiche!


Sono d'accordo Pollice.gif
apeiron
Deliziose queste cose. Congratulazioni, Enrico. guru.gif guru.gif
Apeiron
Fabio Pianigiani
QUOTE(buzz @ Jan 26 2007, 07:37 PM) *

Molto bello, interessante e istruttivo.
Io sposterei il tutto in tecniche fotografiche!

Concordo, e mi permetto di effettuare lo spostamento "invadendo" il campo dei miei colleghi NPU che spero non me ne vorranno.

Ma questa ricerca merita una visibiltà maggiore ed un plauso per il lavoro svolto da Enrico.

Se non lo hai ancora visitato, quando passi da queste parti questo è imperdibile.
Un appassionato come te potrebbe non voler più venir via ... wink.gif
enrico
Grazie a tutti. Siete davvero molto gentili.
ENrico
Mauro Villa
Enrico credo che quello veramente gentile sei tu e ringrazio l'amico Toad che mi ha segnalato questa discussione che mi era sfuggita e che ora seguirò.
Complimenti Enrico e grazie per condividre con noi questa tua esperienza.
_Mauro_
Caro Enrico

In quest'epoca dominata dalla tecnologia, dalla ricerca di sensori sempre più grandi e densi di pixel, di automatismi e servomeccanismi... fa davvero piacere immaginare qualcuno, te in questo caso, intento a rsipolverare la sapienza originale degli inizi, i primi tentatiti dell'uomo di asservire la luce ai suoi scopi, di catturare il tempo... a ricordare che alla base di tutto, alla fine, c'è l'uomo, la sua manualità, la sua voglia di scoprire e di sperimentare. Quella foto raggrinzita e appena leggibile, è una delle più belle e suggestive che abbia visto negli ultimi tempi.

Ricordo molti anni fa (oltre 15, credo) in un numero di "Fotografare" c'era la descrizione per la costruzione di una fotocamera persino priva di lente e di vetro smerigliato, col solo forellino, credo si dica stenopeico... e già allora la fotografia cominciava la sua deriva elettronica, e faceva piacere vedere esperimenti del genere... oggi poi!

ciao

Mauro
enrico
Cari amici,
questa mattina ho rimesso in funzione la macchina calotipica. Ho aumentato l'esposizione a due ore, anche in considerazione che per un po' è uscito un bel sole. Ho letto che Talbot smise di fare i suoi esperimenti nella stagione invernale a causa dei tempi di posa troppo lunghi, per riprenderli al sole dell'estate.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Questa volta ho voluto utilizzare, considerate le grinze del primo supporto, qualcosa di più consistente, così ho utilizzato un cartoncino liscio da disegno. Questa volta il risultato è decisamente migliore del primo e si notano con chiarezza molti elementi del fabbricato, dei balconi e si vede bene perfino una parabola televisiva. Unico inconveniente è che delle zone non hanno preso le sostanze chimiche. Probabilmente la colpa è del cartoncino liscio e del metodo che ho usato per trattarlo. Infatti nel negativo ci sono delle zone completamente bianche (nere nel positivo).

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

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Cercherò di perfezionare la parte chimica dell'esperienza. Domattina acquisto due pennelli più larghi e morbidi e delle puntine da disegno con le quali stendere la carta su di un supporto di compensato, per evitare che raggrinzisca, una volta sottoposta alla soluzione di sale e di nitrato d'argento. Userò di nuovo la carta del blocco per schizzi perchè più assorbente. Preparerò le soluzioni con più attenzione, utilizzando acqua distillata anziché quella del rubinetto e ne porterò la concentrazione per entrambe a 0,01 moli per litro e non "a naso" come ho fatto fin'ora. Vi mostrerò poi i risultati.

Questa che segue è la scena ripresa dallo stesso punto di vista con la D200 ma, ditemi quel che volete, preferisco le due immagini precedenti, anche se ancora non sono perfette.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Un saluto
Enrico
apeiron
[quote name='enrico' ]
Questa che segue è la scena ripresa dallo stesso punto di vista con la D200 ma, ditemi quel che volete, preferisco le due immagini precedenti, anche se ancora non sono perfette.

Sono proprio d'accordo, Enrico. Provo a immaginare la delusione, lo stupore, la meraviglia, la gioia, di Niépce, Daguerre, Talbot..., alle origini di questa incredibile avventura.
Apeiron
Franco_
Grandi miglioramenti e in pochi giorni, Enrico... se vai avanti così credo che farai uscire la D3 prima di Nikon laugh.gif .

Scherzi a parte, trovo molto istruttivo quello che stai facendo; sarebbe bello illustrare queste tue esperienze nelle scuole, in un solo colpo si potrebbero trattare ottica, chimica, disegno e "applicazioni tecniche" (non so come si chiamano oggi)

Continuo a seguire con interesse gli sviluppi di questa interessante esperienza (credo proprio che alla fine dovrai preparare un Experience Pollice.gif )

Alle prossime puntate

Franco
Fabio Pianigiani
QUOTE(Franco_ @ Jan 29 2007, 09:09 AM) *

...
Scherzi a parte, trovo molto istruttivo quello che stai facendo; sarebbe bello illustrare queste tue esperienze nelle scuole, in un solo colpo si potrebbero trattare ottica, chimica, disegno e "applicazioni tecniche" (non so come si chiamano oggi)
...

Stai parlando della Scuola di Fotografia, dove appunto nella formazione vengono trattati tutti gli argomenti che hai elencato, e molto di più.
Ho apprezzato particolarmente il lavoro di Enrico, appunto perché a suo tempo, durante la scuola, mettevamo in pratica le nozioni multidisciplinari via via acquisite, per consolidarle.

Bella lezione Professor Enrico ... !
enrico
Cari amici,
la parte ottica non mi crea problemi. Devo lavorare sulla parte chimica. La procedura è quella di bagnare la carta con una soluzione di sale da cucina (cloruro di sodio). Una volta asciutta, passo col pennello una soluzione di nitrato d'argento. Ciò crea dei fini precipitati di cloruro d'argento insolubile fra le fibre della carta (e nitrato di sodio solubile).
Mi propongo alcuni obiettivi:
a - produrre una distribuzione del cloruro d'argento il più uniforme possibile perché non si formino chiazze di diversa densità e macchie.
Mediante delle prove, vedrò se è meglio immergere totalmente la carta nella soluzione di cloruro di sodio (come ho fatto fin'ora) o passare anche questa col pennello (usando naturalmente un pennello diverso per ogni soluzione).
b - Vedere quali sono le concentrazioni più adatte e in che rapporto debbono stare. Talbot scoprì che la carta diventava più sensibile se si utilizzava una soluzione debole di sale da cucina ed una forte di nitrato d'argento. Si tratta di indicazioni qualitative (debole quanto? forte quanto?) da stabilire quantitativamente mediante delle prove. Se la concentrazione del sale da cucina invece prevale, la carta perde sensibilità; Talbot infatti usava agli inizi come stabilizzatore (non si può parlare di fissaggio perchè così non si eliminava il cloruro non colpito dalla luce), una soluzione forte di sale da cucina dopo l'esposizione.
In queste prove, ripeto i suoi primi procedimenti: praticamente sto usando una carta ad "annerimento diretto". Fu Talbot infatti a scoprire in seguito l'immagine latente ed a svilupparla con l'acido gallico. Non so se tale acido si trovi ancora oggi. Allora si estraeva dalle galle e dalla pianta di sommacco. Ho chiesto ad un amico farmacista di vedere se si trova.
Pare che Talbot abbia saputo delle proprietà dell'acido gallico da una comunicazione di un certo reverendo Reade la cui storia è gustosa. Reade stava ripetendo gli esperimenti di Wedgwood col nitrato d'argento per i quali questi utilizzava il cuoio perchè risultava più sensibile della carta. Così Reade utilizzò un paio di guanti di capretto che la moglie gentilmente gli diede. Ma alla seconda richiesta la signora giustamente si rifiutò. Pensando che la maggior sensibilità della pelle rispetto alla carta dipendesse dalle sostanze usate per la concia, pensò bene di "conciare" la carta. Allora per la concia si usava l'acido gallico...
Vedrò anche se, asportando mediante lavaggio il nitrato di sodio solubile, aumenta la sensibilità.
In effetti il primo (e molto prima di Talbot) a fissare l'immagine di una camera oscura, fu Niepce che però abbandonò l'impresa, sia perchè non riuscì a renderla stabile, sia perchè i toni risultavano invertiti e si dedicò a trovare una sostanza che alla luce non annerisse ma imbianchisse.
Più avanti, ho pensato di preparare della carta all'albumina.
Sono convinto che un conto è studiare la storia della fotografia, un conto è riviverla. Le emozioni che ciò mi procura, valgono bene tutta la fatica ed il tempo che ciò richiede.
Per evitare che la carta raggrinzi, ho preparato un supporto di compensato sul quale stenderla.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Appena ho tempo, faccio un'altra prova di esposizione.
Un saluto
Enrico
perrins
è qualcosa di fantastico, da leggere tutto d'un fiato e da assaporare giorno dopo giorno con le nuove prove

continua così!
enrico
Cari amici,
questa mattina ho fatto delle prove di esposizione per vedere quali fossero le migliori concentrazioni di cloruro di sodio e di nitrato di argento. Per far questo ho preparato tre soluzioni di cloruro di sodio alla concentrazione di 0,01 moli/litro, di 0,1 moli/litro e di 0,5 moli/litro
e tre soluzioni di nitrato d'argento anch'esse alle concentrazioni di 0,01 moli/litro, di 0,1 moli/litro e di 0,5 moli/litro.
Per preparare le soluzioni a diversa concentrazione, ho preparato una soluzione madre di nitrato d'argento 0,5 molare sciogliendone 17 grammi in 200 ml di acqua distillata, ed una soluzione madre di cloruro di sodio sciogliendo 5,84 grammi di sale da cucina in 200 ml di acqua distillata (una mole di cloruro di sodio ha una massa di 58,44 grammi ed una di nitrato d’argento, di 169,91 grammi).
Da queste, per preparare le soluzioni alla concentrazione 0,1 molare, ne ho prelevato 1 ml e vi ho aggiunto 4 mol di acqua distillata.
Per preparare le soluzioni alla concentrazione 0,01 molare, ho prelavato 1 ml da queste seconde soluzioni e vi ho aggiunto 9 ml di acqua distillata.

Ho suddiviso una striscia di carta (dello stesso tipo che sto usando per i calotipi) in quattro parti:
- nella prima a sinistra ho utilizzato concentrazioni 0,01 molare delle due soluzioni
- nella seconda di 0,1 molare delle due soluzioni
- nella terza di 0,5 molare delle due soluzioni
- nella quarta (all'estremità destra) una soluzione 0,1 molare di cloruro di sodio e 0,5 molare di nitrato d'argento.
Nelle prime tre le concentrazioni dei due sali sono uguali; nella quarta ho voluto provare, come diceva Talbot, con una soluzione debole di cloruro di sodio ed una forte di nitrato d'argento.
Ho fatto asciugare un po' la striscia al buio, quindi l'ho portata coperta in pieno sole, l'ho scoperta ed ho cominciato a scattare ad intervalli successivi con la D200 per vedere cosa succedeva (mi sono reso conto che sarebbe stato meglio esporre la striscia all’ombra dove gli annerimenti avrebbero proceduto più lentamente). I tempi dei relativi scatti li ho potuti ricavare dai dati exif delle immagini che inserisco come allegati, non essendo riuscito a inserirle direttamente:

dopo 11 secondi di esposizione
dopo 28 secondi
dopo 49 secondi:
dopo 118 secondi (1' e 58"):
dopo 630 secondi (10 minuti e 30 secondi):



Le conclusioni che ho potuto trarre sono che:
- la concentrazione di 0,01 moli/litro è troppo bassa e quindi non va usata
- la seconda e la terza combinazione sono buone, mentre l'ultima annerisce di meno ed in ritardo, e questo contrasta con le osservazioni di Talbot, devo capire come mai. Una ipotesi che però non regge, essendo Talbot un conoscitore della chimica, è che prima si usassero delle concentrazioni uguali in peso, nel qual caso, si sarebbe avuto, a reazione avvenuta, un eccesso di cloruro di sodio, essendo diverse le masse molari dei due sali.
La terza si è dimostrata la combinazione con maggior sensibilità, ma anche la seconda è buona e richiede un minor uso di nitrato d'argento che è piuttosto costoso. Proverò queste due combinazioni mediante la macchina per calotipi.
Ora mi dedicherò a produrre qualche immagine.
Un saluto
Enrico
maurizioricceri
Complimenti per i tuoi risultati ed augiri per gli esperimenti.Tienici informati.Si potrebbe organizzare un meeting dalle tue parti e tra un confetto e l'altro..apprendere qualche cosa.
Maurizio
enrico
Grazie Maurizio,
sto per aprire lo chassì di un terzo calotipo...
Enrico
enrico
Cari amici,
finalmente un po' di tempo (oggi è il mio giorno libero) ed ho realizzato il terzo calotipo, questa volta riprendendo il palazzo di fronte, dal terrazzo del piano-notte:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Il negativo:

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Il positivo:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

L'esposizione è durata un'ora e tre quarti. L'immagine è un po' granulosa perchè ho utilizzato la carta da schizzi. Voglio riprovare con il cartoncino liscio da disegno. A presto.
Un saluto
Enrico
lupo.reggae
che spettacolo biggrin.gif
complimenti!!
perrins
la qualità sta migliorando giorno dopo giorno!
aspettiamo novità! wink.gif
a quando i colori? smile.gif
maurizioricceri
Enrico è sorprendente quello che riesci a fare con i tuoi rudimentali aggeggi.Semplicemente fantastico.
Maurizio
enrico
Ringrazio tutti per l'interesse che dimostrate a questo mio lavoro.
Enrico
enrico
QUOTE(perrins87 @ Feb 1 2007, 09:18 PM) *

la qualità sta migliorando giorno dopo giorno!
aspettiamo novità! wink.gif
a quando i colori? smile.gif


Per i colori dammi tempo. Ho proposto a mia moglie di posare per un ritratto, solo due ore di posa, quasi un'istantanea. Non ci crederete ma si è rifiutata biggrin.gif
Enrico
enrico
Per onorare Talbot, posto alcune immagini che lo riguardano:

1 - Una finestra, la sua più antica negativa esistente (agosto 1835)

2 - Un "disegno fotogenico" (così iniziò a chiamare le sue immagini, prima di cambiare in calotipi e poi in talbotipi) della casa della sua tenuta di Lacock Abbey

3 - Una delle sue macchine, costruitagli dal suo falegname, che disponeva in diversi punti della sua tenuta per andare a riprenderle dopo qualche ora e che la moglie chiamava scherzosamente "trappole per topi":

Un saluto
Enrico

maurizioricceri
Enrico,che dirti !!! trovo molto interessanti e affascinanti queste tuoi esperimenti da "Talbot del 200" hmmm.gif mi sà che qualche giorno verrò veramente a trovarTi.
maurizio
enrico
Mi sembra giusto a questo punto inserire una foto di William Henry (come me biggrin.gif ) Fox Talbot che non è un calotipo ma un dagherrotipo, e la cosa è curiosa, considerato che Talbot fu quasi un avversario di Daguerre che credeva di aver preceduto nella scoperta di quella che poi Herschel chiamò "fotografia".

QUOTE(maurizioricceri @ Feb 1 2007, 10:53 PM) *

Enrico,che dirti !!! trovo molto interessanti e affascinanti queste tuoi esperimenti da "Talbot del 200" hmmm.gif mi sà che qualche giorno verrò veramente a trovarTi.
maurizio

Ti aspetto.
Riccardo S.
Complimenti, veramente interessante. Un bell'esempio di archeologia sperimentale.

A questo punto aspetto un'autoritratto fatto con l'enricotipo! laugh.gif

R.

enrico
QUOTE(Riccardo S. @ Feb 2 2007, 12:46 PM) *

Complimenti, veramente interessante. Un bell'esempio di archeologia sperimentale.

A questo punto aspetto un'autoritratto fatto con l'enricotipo! laugh.gif

R.


Simpatica battuta Riccardo biggrin.gif
Archeologia sperimentale, hai colto nel segno. E' proprio lì il perchè di questo mio lavoro: capire rifacendo.
Un saluto
Enrico
Fabbry
Per me sei un mito
Grazie!!!
Fabrizio
enrico
QUOTE(Fabbry @ Feb 3 2007, 12:13 AM) *

Per me sei un mito
Grazie!!!
Fabrizio

Grazie a te Fabrizio.
Buona giornata.
Enrico
enrico
Cari amici,
ieri ho fatto altre due prove, utilizzando però dei fogli che avevo trattato con la soluzione di sale da cucina il giorno prima. Erano quindi bene asciutti. Volevo valutare se potevo preparare così una scorta di "carta salata" da sensibilizzare di volta in volta. Ho esposto un quarto calotipo per circa 2 ore, ma quando l'ho ritirato, è stata una delusione: non c'era quasi traccia di immagina (la scena era luminosissima) e la carta aveva una zona scura in basso ed il resto era di una tonalità intensa di giallino. Prima sovraesposizione? Sarebbe dovuto apparire tutto molto scuro.
Ho quindi sensibilizzato un secondo foglio (salato il giorno prima) e ho ripetuto l'esposizione per un tempo di un'ora e un quarto. Il risultato è stato un negativo sottoesposto:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Ho gettato nel caminetto i fogli presalati (credo che dipenda da quello, forse la carta non deve asciugare completamente dopo che è stata immersa nella prima soluzione) ed oggi ho trattato un altro foglio (di tipo diverso, di quelli ruvidi da disegno: sto sperimentando per trovare la carta più adatta) con acqua salata, l'ho asciugato parzialmente col phon e l'ho quindi sensibilizzato con la solita soluzione di nitrato d'argento. Ho ripreso la stessa scena del primo calotipo (tempo di esposizione 1 ora e 46 minuti):

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

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Come potete vedere compare la struttura a righe della carta. L'immagine è ben dettagliata. Il muretto è di un bel bianco perché gli operai hanno finito di intonacarlo e pitturarlo. Sulla sinistra si notano alcuni alberi di Piazza Torlonia spuntare da dietro le costruzioni. Al di sopra del muro le pareti erano in ombra e quindi non hanno molto dettaglio. In ogni caso, sono riuscito a sensibilizzare la superficie della carta in modo uniforme e non si notano né macchie né zone di diversa densità.

Per quanto riguarda la comparsa nell'immagine della struttura della carta (vedi anche 3° caoltipo), questo era un pregio del calotipo perché portava ad una immagine di tipo pittorico (i pittorialisti, quando la fotografia si fu definitivamente affermata, cercarono di ottenere immagini sgranate, flou), ma era anche un difetto poichè la fotografia (con i dagherrotipi soprattutto che possedevano una incisività eccezionale) appariva straordinaria proprio per la sua capacità di riprodurre i più minuti dettagli, cosa che era impossibile fare con la pittura. La fotografia infatti nacque e si diffuse proprio con i dagherrotipi (chissà che in futuro non provi anche con questi..) che presentavano una superiore qualità. Erano però esemplari unici, mentre il calotipo, mediante il processo negativo-positivo poteva essere duplicato innumerevoli volte.

Al prossimo calotipo
Enrico
maxiclimb
Caspita, quest'ultima mi sembra un progresso notevole! smile.gif

Complimenti, è tutto davvero affascinante ed è bello vedere la sequenza dei tuoi tentativi con i perfezionamenti che trovi un po' alla volta.
Ti seguo con molta curiosità. wink.gif
enrico
QUOTE(maxiclimb @ Feb 3 2007, 06:06 PM) *

Caspita, quest'ultima mi sembra un progresso notevole! smile.gif

Complimenti, è tutto davvero affascinante ed è bello vedere la sequenza dei tuoi tentativi con i perfezionamenti che trovi un po' alla volta.
Ti seguo con molta curiosità. wink.gif


Grazie Maxi.
Appena estraggo i negativi di carta dalla macchina, li acquisisco con lo scanner e poi li conservo al buio. Ieri l'altro ho provato a fissarne uno con l'iposolfito, ma l'immagine è scomparsa quasi completamente. Evidentemente l'argento ridotto che forma l'immagine non si àncora bene nelle fibre della carta e viene via assieme ai granuli di alogenuro. Riproverò con un fissaggio più diluito, magari non procedendo per immersione ma nebulizzandolo sulla carta. Più in là proverò ad usare l'albume d'uovo come supporto per le sostanze sensibili, riproducendo le "carte all'albumina" che si usavano una volta.
Saluti
Enrico
decarolisalfredo
Ciao conterraneo, anch'io ti seguo dagli inizi e vengo a leggere quì tutti i giorni con interesse ed ammirazione.

Va avanti ! Sono sicuro che arriveranno risultati sorprendenti.

Ciao Alfredo
enrico
Grazie Alfredo. Sto usando un diaframma f/5,6, praticamente un disco di cartoncino che pongo davanti alla lente frontale dell'obiettivo. Domani voglio provare "a tutta apertura". Le due lenti hanno un totale di 6 diottrie e quindi una lunghezza focale di 16,7 cm (100 cm / 6). Poiché il diametro utile delle lenti è di 6 cm, viene fuori proprio un'apertura massima di f/2,8 (16,7/6). Voglio vedere se le aberrazioni che verranno fuori sono sopportabili. Guadagno però 2 stop e posso far scendere il tempo di posa ad una mezz'ora. Potrò così recarmi in campagna e fotografare qualcosa di diverso dai soliti palazzi e muretti che sono intorno a casa. Questo magari quest'estate.
E' bello sapere di essere seguiti e questo stimola a continuare in questa mia bella avventura. Pensa che sto trascurando la D200 biggrin.gif
Un saluto
Enrico
PoTi
...mi sono imbattuto per caso in questa discussione.
...e sono rimasto senza parole!

Non vedo l'ora di vedere come continua questa sua fantastica avventura nel passato!!

Lei è un Genio!!! guru.gif guru.gif guru.gif
maurizioricceri
Ciao Enrico,ci sorprendi ogni giorno di più.sorprendenti ed appassionanti questi tuoi esperimenti che prendono forma giorno dopo giorno.Una cosa è conoscere più o meno ,nella teoria come si è arrivati al fissaggio di una immagine,tutt'altra cosa è vederla crescrere e seguire nella pratica ciò che si riusciti ad ottenere.
Ti immagino immerso nei tuoi esperimenti tra "scatolette" di legno,seghe,chiodi martello, acidi ,fogli di carta da mettare sotto sale...etc etc.Continua a tenerci informati e... hmmm.gif se tua moglie ti dovesse cacciare di casa... rolleyes.gif .la ex cameretta di mia figlia è disponibile !!! telefono.gif ..aspetto una tua chiamata biggrin.gif
Battute a parte, complimenti veramenti e NON ti fermare pendiamo dalle tue evoluzioni.
Buon lavoro...ciao
Maurizio
enrico
Ciao Maurizio,
fino ad ora mia moglie si è dimostrata abbastanza paziente. Per ogni evenienza, terrò conto del tuo invito biggrin.gif
D'altra parte, Talbot non doveva ricevere troppa solidarietà dalla sua, che chiamava le sue macchine calotipiche "trappole per topi" hmmm.gif
Questa mattina ho fatto altri tentativi. Due sono andati a vuoto, ma si impara anche dagli errori. Ti mostro il mio nono calotipo. Ho voluto fare qualcosa di diverso dai soliti palazzi ed ho sistemato sotto il ballatoio che dà sul giardino della mia abitazione, una sediolina ed un annaffiatoio. Quando ho iniziato la ripresa, batteva il sole. Ben presto però è scomparso dietro un fabbricato vicino (il sole invernale "vola" basso nel cielo smile.gif ) mettendo in ombra il mio soggetto. Ho interrotto l'esposizione dopo 2 ore e 27 minuti e questo è il risultato:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

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Si vede molto bene la poltroncina ed il ballatoio. Si percepisce anche un po' l'innaffiatoio sulla destra che, essendo di colore verde (non sono ancora arrivato all'ortocromatismo biggrin.gif ), è venuta di un grigio scuro che si confonde un po' con lo sfondo. L'immagine difetta di uniformità perchè ci sono delle zone che non hanno preso bene le soluzioni. Potrebbe dipendere forse dalla colla con cui viene spesso trattata la carta. Proverò a lavarla prima in acqua per asportarla. Vediamo che succede. Devo arrivare ad ottenere risultati omogenei e costanti.
Un saluto
Enrico
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