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Nitidezza Di Input
troppa o poca?
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alessandro pischedda
Messaggio: #26
QUOTE(ges @ Jan 12 2011, 03:22 PM) *
Nei ritratti, per lasciare intatta la trama delle pelle:
Fattore 35
Raggio 1,2
Dettagli 20
Mascheratura 60

Per altri soggetti con molti dettagli:
Fattore 40
Raggio 0,5
Dettagli 50
Mascheratura 0


Una conferma..

nel ritratto noto che viene indicato un raggio maggiore (quindi teoricamente un alone piu' esteso) rispetto al settaggio landscape che pur essendo per foto con molti dettagli ha raggio 0,5.

Questo dovrebbe essere un controsenso poiche' un ritratto dovrebbe essere piu' delicato e "fine" di una scogliera, per dire ma....vediamo se ho capito cosa intende..

Noto che nel ritratto c'e' una mascheratura a 70 e il dettaglio ridotto a 20.
La mia interpretazione e': Un raggio maggiore e' utile per i dettagli forti che vanno evidenziati come occhi sopraciglia, la mascheratura maggiore pero' escludera' buona parte della pelle lasciano fuori i dettagli di cui sopra...e' come fare un lavoro selettivo.
Il dettaglio e' ridotto a 20 perche', trattandosi di ritratto , si rimane piu' delicati.

Invece nel landscape, il fattore e' maggiore perche' serve un complessivo contrasto piu' d'impatto, il raggio e' inferiore per mantenere la pulizia anche nei dettagli fini senza nessuna parte in particolare, il dettagli e' maggiore per la visualizzazione globale piu' forte, un po' come il fattore, e la mascheratura e' a zero perche'tutta l'immagine va contrastata.

E' giusta questa interpretazione? Scrivo questo per assimilare bene anche la filosofia dell'applicazione dei comandi non solo "nel paesaggio fai cosi'", cosa che spesso un po' manca anche nei testi.
Marley86
Messaggio: #27
quindi in un monitor con risoluzione 1920x1080 da 19 pollici e uno da 27, per esempio che sia LCD, una stessa foto a pieno schermo sarà caratterizza dallo stesso numero di pixel, ma ogni pixel sarà composto da più o meno elementi di visualizzazione (fosfori o nn so negli LCD).

sbaglio o è corretto?


Domanda: è meglio un monitor da 22 con risoluzione 1920x1080 oppure uno da 22" con risoluzione 1600x1200 ?

ciao
maxiclimb
Messaggio: #28
QUOTE(d80man @ Jan 13 2011, 05:07 PM) *
Poniamo che la destinazione del mio JPG finale sia il monitor
visto che la Nitidezza è stettamente legata alla risoluzione finale della immagine stessa
non andrebbe fatto prima il ridimensinamento dell'immagine ?
mi sto annodando ...


Un momento, partiamo dal presupposto che non scattiamo solo per immagini da web.
Il capture sharpening si fa sulla foto a piena risoluzione, così come esce dalla reflex.
In realtà, il capture sharpening, siccome serve per rimediare all'interpolazione di bayer che è fissa, andrebbe in teoria lasciato invariato per QUALSIASI immagine.
Perchè il decadimento dovuto alla demosaicizzazione è identico per qualsiasi soggetto.
Poi, andrebbe applicato una sharpening ulteriore "creativo" adatto caso per caso.
Ma siccome oggi le regolazioni su ACR sono così sofisticate, molti preferiscono variare le impostazioni in base al soggetto per saltare un passaggio e partire già con una nitidezza definitiva.
Anche perchè con l'evoluzione dei raw converter ormai la necessità di passare da Photoshop è sempre minore, e spesso si può ottenere un file pronto all'uso direttamente da Camera Raw o Lightroom senza ulteriori passaggi.
Detto questo, una volta aperto in PS il file con il capture sharpening applicato a piena risoluzione, si ridimensiona per il web, e si applica la nitidezza di output con i valori adatti al file ridimensionato.
Se invece decidi di esportare direttamente il file ridimensionato da ACR (ma dipende dal tuo workflow, io non lo faccio mai), allora si, dovresti impostare prima le dimensioni e regolare i parametri di nitidezza alla bisogna.

QUOTE(Marley86 @ Jan 13 2011, 06:02 PM) *
"E i pixel NON hanno nessuna dimensione fisica, sono Adimensionali.
Se ingrandisci al 100%, e prendi un righello da disegno, ti accorgerai che a monitor diversi corrisponde una dimensione di immagine diversa."


Scusa, ma i pixel non sono gli elementi che costituiscono lo schermo?


C'è un po' di confusione, perchè la parola Pixel significa Picture Element, ovvero la più piccola informazione che costituisce l'immagine.
Viene espresso con valori RGB, per esempio 220, 180, 120.
Ma in questi numeri non c'è alcun riferimento alla dimensione, come dicevamo un pixel è adimensionale.
Però, facendo un po' di confusione si definiscono pixel anche i fotodiodi dei sensori (che non hanno megapixel, ma generano files di un certo numero di megapixel...)
Allo stesso modo i monitor, i cui punti lminosi che generano l'immagine sono anch'essi definiti pixel, ma sono un'altra cosa.
Sul monitor i pixel hanno una dimensione fisica che dipende da... quanti ce ne sono in un determinato spazio, e quindi la risoluzione reale dei monitor cambia da un prodotto all'altro a seconda del tipo di pannello.
A parità di n° dei pixel, e quindi di risoluzione complessiva, un monitor più grande avrà una risolvenza minore (meno pixel per pollice)
La storia dei 72 e 96 dpi... è una storia, i monitor sono praticamente tutti diversi tra di loro, e non dipende dal sistema operativo come dicevamo.

QUOTE(esclavo @ Jan 13 2011, 07:03 PM) *
Una conferma..
........

E' giusta questa interpretazione? Scrivo questo per assimilare bene anche la filosofia dell'applicazione dei comandi non solo "nel paesaggio fai cosi'", cosa che spesso un po' manca anche nei testi.


Si, è corretto.

Proviamo a fare una distinzione: un ritratto è da considerarsi un soggetto con dettaglio "finito", metre un paesaggio ha dettaglio "infinito".
Cosa significa?
Significa che in un ritratto stampato, avvicinandomi non sento la necessità o il desiderio di vedere sempre più particolari.
Una persona normalmente la si osserva da una certa distanza, e quando distinguo con chiarezza le ciglia, i capelli o le striature delle iridi... basta e avanza, non ho necessità di entrare dentro i pori della pelle per esplorare...

Una stampa di paesaggio invece ha dettaglio "infinito" perchè idealmente più la ingrandisco e più mi aspetto di vedere particolari. Posso ingrandire quella montagna a km di distanza e vorrei poter vedere i canaloni, le rocce, i licheni su di esse, le formiche che ci camminano sopra... e via così.

In un ritratto ci sono meno "dettagli fini" da esaltare, mentre un paesaggio è molto più ricco di trame e tessiture sottili.
Usando una maschera, nel ritratto escludiamo la nitidezza al di sotto di una certa soglia, perchè non serve e finirebbe solo per esaltare i difetti come le imperfezioni della pelle, mentre le linee importanti sono ben delineate e si possono esaltare con un raggio più ampio e con una intensità maggiore.
Nel paesaggio invece andiamo proprio alla ricerca del particolare minuto e nascosto, quindi niente maschera, e dettaglio superiore.

Messaggio modificato da maxiclimb il Jan 13 2011, 08:01 PM
maxiclimb
Messaggio: #29
QUOTE(Marley86 @ Jan 13 2011, 07:49 PM) *
quindi in un monitor con risoluzione 1920x1080 da 19 pollici e uno da 27, per esempio che sia LCD, una stessa foto a pieno schermo sarà caratterizza dallo stesso numero di pixel, ma ogni pixel sarà composto da più o meno elementi di visualizzazione (fosfori o nn so negli LCD).

sbaglio o è corretto?
Domanda: è meglio un monitor da 22 con risoluzione 1920x1080 oppure uno da 22" con risoluzione 1600x1200 ?

ciao


Esempio un po' fuorviante, visto che non dici quanti pixel ha IL FILE... il fatto che sia vista a pieno schermo significa poco o niente. smile.gif
E comunque due monitor da 19 e 27 pollici sono molto diversi, e non avranno mai la stessa risoluzione, altrimenti la risolvenza (pixel pitch) sarebbe davvero troppo diversa.

Per i monitor: il primo è un fullHD in formato 16/9, mentre il secondo è in formato 3/4.
Dipende quindi dalla destinazione d'uso e dalle preferenze personali, non si può dire è meglio o peggio a prescindere.

Messaggio modificato da maxiclimb il Jan 13 2011, 08:19 PM
Rinux.it
Banned
Messaggio: #30
QUOTE(manovi @ Jan 12 2011, 04:06 PM) *
Ma ricordate SEMPRE che la nitidezza è in realtà CONTRASTO!


Ti riporto pari pari un articolo di un nostro "comune amico" a nome Attilio Gagliardi che, mi pare, non la pensa esattamente come te.

<<Quando si parla in generale di nitidezza mentalmente ci riferiamo ad un concetto piuttosto intuitivo, immaginiamo una figura ricca di dettagli tutti ben leggibili e distinguibili, ma in realtà ciò che stiamo apprezzando in questa situazione non è ciò che correttamente dovremmo definire con nitidezza, bensì con acutanza. I due concetti sono sensibilmente diversi, la nitidezza riguarda la capacità di rendendere in modo diverso due soggetti (o due punti del nostro soggetto) diversi, viceversa l'acutanza ci indica quanto contrasto, quanta differenza di "luminosità", c'è tra due soggetti (o punti del nostro soggetto) vicini. Un dettaglio potrebbe essere nitido ma non contrastato, come potrebbe essere contrastato ma meno nitido, purtroppo al crescere del contrasto diminuisce la nitidezza, ora vediamo perché.

Un esempio, il capello biondo su una guancia molto chiara: la differenza cromatica che ci può essere tra alcuni capelli biondi su una pelle chiara potrebbe essere molto poca, un obiettivo, ma in generale un qualsiasi sistema di acquisizione/rappresentazione, molto nitido restituirà un'immagine dove sono preservati gli esatti colori di ogni punto della guancia e di ogni passaggio tonale, in modo che anche i capelli più sottili e simili per colore siano, ad un'attenta osservazione, distinguibili.
Il fatto che siano distinguibili ad un'osservazione attenta, però, non significa che io li riesca ad apprezzare con semplicità, l'esempio eclatante per capire il concetto è dato dai capelli neri: se invece che bionda la mia modella fosse mora io non avrei alcuna difficoltà a distinguere facilmente il capello nero sulla guancia.

Cosa sta cambiando quindi tra le due situazioni? Certamente non la nitidezza, a parità di condizioni di acquisizione e rappresentazione, tuttavia per il mio occhio, che è sempre lo stesso, l'immagine con il capello nero appare più comprensibile, più facilmente apprezzabile, perché ciò che è cambiato è il contrasto tra il chiarore della pelle ed il nero del capello.
In sostanza quindi ciò che apprezziamo più facilmente e che ci offre la maggiore sensazione di "nitidezza" in realtà è il contrasto tra due punti/elementi/soggetti, mentre la nitidezza vera esula dal valore di contrasto, un obiettivo nitido mi rende leggibili dei passaggi tonali minimi, dove il contrasto è praticamente nullo. Questo aspetto è in generale sottovalutato o mal compreso ma ci sono degli ambiti fotografici dove invece è determinante: nelle riproduzioni d'arte noi non dobbiamo offrire una sensazione ma restituire nel modo più fedele immaginabile ciò che abbiamo davanti, se la "Starry Night" di VanGogh si presta con i suoi colori netti e brillanti ad una rappresentazione più contrastata, certamente quando dobbiamo riprodurre una "Gioconda" abbiamo invece la necessità di ritrovare tutta la nitidezza possibile per preservare ognuno dei delicatissimi passaggi di colore che Leonardo ha messo nel suo dipinto.

Facciamo un passo avanti ulteriore e passiamo dal capello, elemento dallo spessore nullo, ad oggetti adiacenti ma dalle dimensioni maggiori. Immaginiamo adesso un albero, pieno di foglie tutte verdi, illuminato dalla stessa luce, cosa ci permette di distinguere una foglia dall'altra? Il bordo. Il bordo di ogni singola foglia avrà una variazione tonale minima rispetto alla foglia adiacente, un obiettivo molto nitido ci restituirà queste variazioni tonali in modo fedele e noi, ad un'attenta osservazione, riusciremo a cogliere le singole foglie.

Tuttavia possiamo anche sforzarci molto meno: se aumentiamo il microcontrasto avremo che i passaggi tonali tra una foglia e l'altra diventeranno più decisi e percepibili, meno accurati, ma più facilmente percepibili, in sostanza andremo creare quell'effetto bordo che ci consentirà di individuare con maggiore immediatezza i confini delle singole foglie, avendo la percezione di una maggiore "nitidezza". Anche qui il concetto è fondamentalmente errato, maggiore nitidezza è avere un bordo foglia con tutti i suoi valori variabili in funzione della diversa incidenza della luce, variabili anche di pochissimo in funzione della variazione minima della luce che colpisce i diversi punti diversamente inclinati rispetto al sole, tuttavia ai fini della percezione di "limpidezza" dell'immagine avere un bordo foglia più netto, scuro, anche monocolore ma deciso, è preferibile.

Sono coniugabili i due aspetti? Posso avere un obiettivo nitido e contrastato contemporaneamente? Fino ad un certo punto si, oltre una certa misura di nitidezza e contrasto devo iniziare a sacrificare uno dei due aspetti per dare preferenza all'altro: se torniamo alle foglie è facilmente comprensibile, la gamma di verdi compatibili con le foglie di un Platano è una gamma finita e facilmente esaurita dalla luce di un tramonto che colpendo il nostro Platano ci mostrerà tutte le possibili sfumature che quelle foglie potrebbero mai assumere. Per aumentare la sensazione di leggibilità dell'immagine io dovrò aumentare il contrasto tra i vari passaggi tonali ma i passaggi tonali che ho sono già tutti quelli possibili quindi non posso far diventare un verde chiaro ancora più chiaro ed un verde scuro ancora più scuro perché uscirei dalla gamma dei verdi compatibili con quel soggetto (un verde tendente al blu non sarà mai credibile su un platano nonostante offra più contrasto) quindi cosa posso fare per incrementare comunque la sensazione di leggibilità? Comprimere le gamme tonali dei passaggi intermedi: il verde più scuro che ho è un verde 10, il più chiaro è un verde 100 e dentro ho tutti i verdi intermedi; tra due foglie potrebbe esserci lo scarto di un solo valore, verde 54 e verde 55, rendendole quasi indistinguibili, come faccio a distinguerle? Comprimendo i passaggi tonali.

Tutti i verdi da 10 a 14 diventano verde 10
tutti i verdi da 15 a 24 diventano verde 20
tutti i verdi da 25 a 34 diventano verde 30
tutti i verdi da 35 a 44 diventano verde 40
tutti i verdi da 45 a 54 diventano verde 50
tutti i verdi da 55 a 64 diventano verde 50
ecc...

Ecco fatto che le mie foglie, una verde 54 ed una verde 55 diventano non più distati solo un tono di verde ma distanti ben 10 toni di verde e quindi distinguibili facilmente una dall'altra.
Ho più dettaglio o nitidezza nell'immagine? Chiaramente no, ne ho un decimo rispetto a prima, le mie foglie non sono più foglie ricche di sfumature ma solo foglie a tinta piatta, ma nel complesso distinguerò meno elementi con più immediatezza ricavandone un'impressione di maggiore leggibilità.

Chiaramente l'esempio qui sopra è un'esemplificazione estrema per spiegare il concetto, nella pratica il fenomeno è un pochino più complesso, in sede progettuale si decide come far comportare un obiettivo, anche in funzione del supporto su cui andrà a lavorare (pellicola, sensore, sensore a grande densità di pixel, ecc...) e della destinazione d'uso appunto, se professionale o amatoriale ed in quali ambiti, ma ci andiamo a perdere in discorsi molto probabilmente inutili per le nostre esigenze medie.>>


E allora che mi dici?
Ciao,
Rinux.

Messaggio modificato da rinux1956 il Jan 13 2011, 08:50 PM
maxiclimb
Messaggio: #31
Rinux, sono due cose diverse. rolleyes.gif
Un conto sono le ottiche, altra cosa è il SOFTWARE.
Il software non ha modo di modificare la nitidezza reale di una foto, che dipende in primis dall'obbiettivo e poi dalle specifiche del sensore.

L'unico modo in cui un software può aumentare la nitidezza percepita (non reale, percepita) è appunto aumentare il contrasto tra pixel adiacenti.

Nessuna contraddizione tra quello che dice Attilio e quanto detto da manovi. smile.gif

QUOTE
Cosa sta cambiando quindi tra le due situazioni? Certamente non la nitidezza, a parità di condizioni di acquisizione e rappresentazione, tuttavia per il mio occhio, che è sempre lo stesso, l'immagine con il capello nero appare più comprensibile, più facilmente apprezzabile, perché ciò che è cambiato è il contrasto tra il chiarore della pelle ed il nero del capello.
In sostanza quindi ciò che apprezziamo più facilmente e che ci offre la maggiore sensazione di "nitidezza" in realtà è il contrasto tra due punti/elementi/soggetti, mentre la nitidezza vera esula dal valore di contrasto


Come vedi, Attilio ha scritto esattamente la stessa cosa.

Messaggio modificato da maxiclimb il Jan 13 2011, 11:12 PM
alessandro pischedda
Messaggio: #32
In un certo senso maxiclimb il contrasto potrebbe essere visto per paradosso come una unita' di misura!
"quanto un'immagine e' contrastata?" "quanto ha di contrasto?"
La nitidezza e' invece proprietà Fisica dell' obiettivo ad es ma anche dell'occhio umano perché no, una capacita'... ma invece non ho capito la differenza tra acutanza e resto del mondo..
Massimo.Novi
Messaggio: #33
QUOTE(rinux1956 @ Jan 13 2011, 08:48 PM) *
...non la pensa esattamente come te.
...


A me pare che diciamo la stessa cosa. La nitidezza del software è contrasto (o acutanza detta alla vecchia maniera). La nitidezza della ripresa è invece il dettaglio risolto dal gruppo lente-sensore.

Ovviamente il termine "nitidezza" da me usato si riferiva alla nitidezza software, tema della discussione.

Anche perchè i sensori con maschera di tipo Bayer devono per forza accettare dei limiti di nitidezza intrinseci, dovuti allo schema di ricostruzione dei dettagli.

Non vedo problemi.

Massimo
Rinux.it
Banned
Messaggio: #34
Grazie Maxiclimb, grazie manovi. guru.gif
Mi sono reso perfettamente conto della grossa confusione che facevo!
Ciao,
Rinux.
 
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