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Sfocato Digitale
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MatteoGirola
Messaggio: #26
QUOTE(buzz @ Jul 3 2006, 12:03 AM)
La precisazione era stata richiesta dallo stesso enrico a bradipo.
Se per sfocato digitale si intende la sfocatura introdotta con un filtro digitale (blur) allora la risposta è quella categorica, condivisa dallo stesso enrico, come esposto nei post precedenti.
Se invece viene considerato il risultato di uno sfocato "naturale" tra una fotocamera a pellicola e una digitale, nemmeno io vedo motivi di differenze, a parte il discorso della profondità di campo dovuta alle ottiche (più pronunciato sulle compatte invero).
I risultati possono differire per il fatto che in apparenza una digitale è più "scolpita" per cui lo sfocato è meno "impastato" e i passaggi tonali  del jpeg non aiutano certo.
*




Ovvio, le risposte negative assolute si riferivano alla sfocatura con filtro digitale.

Mentre tra pellicola e digitale, il discorso ha molti fattori da valutare come state facendo egregiamente voi..

Met
Utente cancellato
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Messaggio: #27
QUOTE(Gefry @ Jul 3 2006, 08:35 AM)
Secondo te Stefano queste differenze si vedrebbero cosi vistosamente?
*


Gerry, visto che è difficile avere due foto identiche, una fatta in analogico ed una in digitale, ti faccio un esempio diverso.

Queste foto escono da scanner, senza crop, quindi stesso angolo di campo




Lo sfocato era molto diverso dall'originale analogico, tanto che ho dovuto fare qualche ritocco per renderlo simile all'originale, ma è ancora molto lontano.
Nell'originale i passaggi tonali dello sfocato più spinto sono molto più graduali e si amalgamano perfettamente, specie per certe tonalità.

Se si stampa, bisogna innanzitutto vedere se prima si effettua una scansione e con quale scanner, oltre alla qualità della stampa.

Non bisogna confondere la resa intrinseca dello sfocato di un sensore (e dei successivi trattamenti) con lo sfocato dovuto alla diversa profondità di campo derivante da formati diversi.
Se diminuisci il formato, a parità di tutto il resto, è sempre più difficile ottenere sfocati del genere. Più è piccolo il sensore e più si tende al tutto a fuoco di una compatta.
Il digitale, specie se si agisce in post-produzione, ti può alterare pesantemente il bokeh (resa dello sfocato ) di un obiettivo.
Il bokeh non dipende dal formato, nè riguarda semplicemente la forma delle lamelle del diaframma, ma riguarda la distribuzione della luminosità in un puntino luminoso fuori fuoco.
I pallini arancione (fiori sfocati), nella foto sopra, hanno una distribuzione tonale molto diversa dalla dia, il bokeh è molto alterato.



Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #28
QUOTE(StefanoBonfa @ Jul 3 2006, 02:59 PM)
I pallini arancione (fiori sfocati), nella foto sopra, hanno una distribuzione tonale molto diversa dalla dia, il bokeh è molto alterato.
*



Discorso interessante, da approfondire...
Quindi anche la maggior gamma tonale e plasticità del supporto potrebbe influire?
Dunque sensori con una maggior gamma, mi viene in mente il foveon ad es. potrebbe dare sfocati migliori a parità di formato?
Gefry
Messaggio: #29
QUOTE(StefanoBonfa @ Jul 3 2006, 01:59 PM)
Gerry, visto che è difficile avere due foto identiche, una fatta in analogico ed una in digitale, ti faccio un esempio diverso.

Queste foto escono da scanner,...............
...................
...................
I pallini arancione (fiori sfocati), nella foto sopra, hanno una distribuzione tonale molto diversa dalla dia, il bokeh è molto alterato.
*



Io come al solito Stefano ti credo sulla parola Pollice.gif

PERO!!!!!! non so che dirti .......ma i tuoi esmpi sono proprio carini anzi sono molto belli smile.gif sopratutto quella del firoe arancione, mi intrigano quei punti nel cielo, un taglio e una prospettiva e uno sfocato ad OK wink.gif

Ciao

Gerry
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #30
QUOTE(buzz @ Jul 3 2006, 10:47 AM)
Quoto anche Marco. Io ho espresso un dubbio dopo aver letto l'articolo e aver fatto i miei calcoli logici. A questo punto chiederei a Stefano, che è più scientifico nelle valutazioni, se ritiene esatta l'affermazione da me citata.
*


A parità di tutto vuol dire anche a parità di campo inquadrato, altrimenti non è la stessa foto.

Se diminuisci il formato, diminuisci in proporzione il diametro del cerchio di confusione accettato.
Il rapporto tra la diagonale del 35mm e quella del formato DX è circa 1.5, quindi il cerchio di confusione per il DX è circa 0.030/1.5= 0.020mm.
Dico circa perchè non tutti accettano il valore 0.030 mm per il 35mm, per Zeiss era 0.024 mm.

La profondità di campo, a parità di tutto il resto, è inversamente proporzionale al formato:
più è piccolo il formato, più è grande la profondita di campo.

La profondità di campo che hai nel DX con diaframma f/4 è la stessa che avresti nel 35mm con diaframma f/6 (basta moltiplicare per il rapporto delle diagonali 4 x 1.5 = 6).

Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #31
QUOTE(matteoganora @ Jul 3 2006, 03:09 PM)
Discorso interessante, da approfondire...
Quindi anche la maggior gamma tonale e plasticità del supporto potrebbe influire?
Dunque sensori con una maggior gamma, mi viene in mente il foveon ad es. potrebbe dare sfocati migliori a parità di formato?
*


Il Foveon non fa testo... secondo me hanno solo sfruttato commercialmente un'idea, che tra l'altro era già stata scartata da tutti.
La separazione tra i canali è pessima, tanto che ha bisogno di un lungo e contorto trattamento software in fase di apertura del file.

Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #32
QUOTE(oesse @ Jul 3 2006, 02:55 AM)
io rimango della mia. 85 1.4 ad  1.4 sulla F5 e sulla d2X mi danno pdc diverse. sino a quando le vedro' diverse rimarro' della mia idea wink.gif

.oesse.
*




QUOTE(StefanoBonfa @ Jul 3 2006, 06:44 PM)


La profondità di campo, a parità di tutto il resto, è inversamente proporzionale al formato:
più è piccolo il formato, più è grande la profondita di campo.

La profondità di campo che hai nel DX con diaframma f/4 è la stessa che avresti nel 35mm con diaframma f/6 (basta moltiplicare per il rapporto delle diagonali 4 x 1.5 = 6).
*



Grazie per aver dato un senso scientifico a cio' che vedo nelle mie foto.
grazie.gif

.oesse.
buzz
Staff
Messaggio: #33
QUOTE(StefanoBonfa @ Jul 3 2006, 06:44 PM)
A parità di tutto vuol dire anche a parità di campo inquadrato, altrimenti non è la stessa foto.

Se diminuisci il formato, diminuisci in proporzione il diametro del cerchio di confusione accettato.
Il rapporto tra la diagonale del 35mm e quella del formato DX è circa 1.5, quindi il cerchio di confusione per il DX è circa 0.030/1.5= 0.020mm.
Dico circa perchè non tutti accettano il valore 0.030 mm per il 35mm, per Zeiss era 0.024 mm.

La profondità di campo, a parità di tutto il resto, è inversamente proporzionale al formato:
più è piccolo il formato, più è grande la profondita di campo.

La profondità di campo che hai nel DX con diaframma f/4 è la stessa che avresti nel 35mm con diaframma f/6 (basta moltiplicare per il rapporto delle diagonali 4 x 1.5 = 6).
*



già, l'articolo mette in evidenza che il confronto è fatto con lo stesso obiettivo 28mm., che per le ragioni che sappiamo, su una DX si comporta come un 42 quindi avrà la profondità di campo del 42 su 35mm.

ad una cosa ancora non arrivo: se il circolo di confusione è generato dall'ottica (nel fuori fuoco) in una 35 mm. è accettato come buono il valore di 0.030. Fermo restando questo valore, il dx lo condsidera un "fuori fuoco" perchè superiore allo 0.020. dove sbaglio nel pensare che per conseguenza, in questo caso, il dx "vede" più sfocato?
Galeno
Messaggio: #34
QUOTE(buzz @ Jul 3 2006, 07:53 PM)
già, l'articolo mette in evidenza che il confronto è fatto con lo stesso obiettivo 28mm., che per le ragioni che sappiamo, su una DX si comporta come un 42 quindi avrà la profondità di campo del 42 su 35mm.

ad una cosa ancora non arrivo: se il circolo di confusione è generato dall'ottica (nel fuori fuoco) in una 35 mm. è accettato come buono il valore di 0.030. Fermo restando questo valore, il dx lo condsidera un "fuori fuoco" perchè superiore allo 0.020. dove sbaglio nel pensare che per conseguenza, in questo caso, il dx "vede" più sfocato?
*



A mio parere è proprio come tu dici.

Dando per scontato che le dimensioni "accettabili" del cosidetto "circolo di confusione" sono determinate prevalentemente dall' ottica (lunghezza focale dell' obiettivo, diaframma impostato, tipo e qualità dei vetri, distanza del soggetto, e così via), a parità di condizioni un determinato circolo di confusione resta sempre delle medesime dimensioni, su qualunque piano posto ad una determinata distanza dal centro dell' ottica, sia esso la pellicola, il sensore, un vetro smerigliato, etc.
Ciò vale, ovviamente, quale che sia la dimensione fisica "fuori tutto" del piano di cui sopra, sia esso una pellicola 24 x 36 mm, un sensore 10 x 15 mm o...un piano "infinito".
Se il circolo di confusione ha un diametro, poniamo, di 0,030 mm sarà sempre di 0,030 mm qualsiasi superficie va a colpire.
Ne consegue che la stessa immagine ripresa su pellicola (24 x 36) avrà il medesimo sfocato anche su una lastra 180 x 240 mm nonchè su un sensore 18 x 24 mm (APS).
Ovviamente, se le relative immagini vengono osservate con lo stesso fattore d' ingrandimento, per es., 1 : 1.

(Tutto il ragionamento prescinde ovviamente dall' angolo di campo, supponendo di osservare le immagini prodotte limitatamente ad una zona nell' intorno del circolo di confusione).

Se, al contrario, la lastra viene stampata "per contatto" mentre occorre ingrandire l' immagine registrata dal suddetto sensore per ottenere una stampa della medesima dimensione della lastra (180 x 240 mm), anche il circolo di confusione subirà il medesimo ingrandimento e, pertanto, risulterà avere un diametro di ben 0,30 mm producendo uno "sfocato" (se ancora possiamo definirlo tale) dieci volte superiore (non soltanto per le parti già fuori fuoco, ma anche per quelle che apparivano accettabilmente a fuoco!).

Tornando al digitale, con tale tecnologia lo sfocato si differenzia da quello che appare su pellicola soltanto per la costruzione "discreta" dell' immagine operata dal sensore (ad es., 6 milioni di elementi sensibili per un sensore da 6 Megapixel), mentre nella pellicola (nella quale l' immagine è comunque formata da elementi "discreti") l' elemento unitario è costituito dai granuli di alogenuro d' argento che formano lo strato sensibile, ma presenti in numero decisamente superiore rispetto ai pixel costituenti il sensore.
Da qui la tendenza a costruire sensori con un sempre maggior numero di pixel, ciascuno di dimensioni sempre più piccole, anche se con conseguenti "effetti collaterali" più marcati (ad es., minore latitudine di posa).

Come è noto, la migliore "definizione" ottenibile con una pellicola a bassa sensibilità (ad es., da 50 ISO) rispetto a quella ottenibile da una pellicola ad alta sensibilità (ad es., da 800 ISO) è dovuta proprio alle dimensioni minori dei granuli di alogenuro d' argento con i quali la pellicola a bassa sensibilità è costruita!
Infatti, una pellicola ad alta sensibilità fornisce un' immagine in cui le zone fuori fuoco appaiono maggiormente fuori fuoco, (oltre che con più accentuata "granulosità").

Va comunque detto che il sensore, più che la pellicola, "soffre" di altri inconvenienti, quali l' "effetto adiacenza" dei singoli pixel, ed altri, che influiscono sulla definizione (sempre rispetto all' emulsione sensibile della pellicola), come, ad es., un certo "impasto" dei toni derivante dal diverso comportamento dei raggi luminosi quando colpiscono gli elementi sensibili con un angolo diverso da quello perpendicolare ad essi, cosa praticamente non influente con la pellicola, oppure le conseguenze del "trattamento" dei dati, forniti dal sensore, con opportuni algoritmi di calcolo (vedi il famigerato "banding" della D 200). Etc., etc..

Ma anche la pellicola ha di suo parecchi problemucci!...

Ho detto la mia.

Se ho sbagliato, "corrigetemi"...

Galeno.

Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #35
QUOTE(buzz @ Jul 3 2006, 08:53 PM)
se il circolo di confusione è generato dall'ottica (nel fuori fuoco) in una 35 mm. è accettato come buono il valore di 0.030. Fermo restando questo valore, il dx lo condsidera un "fuori fuoco" perchè superiore allo 0.020. dove sbaglio nel pensare che per conseguenza, in questo caso, il dx "vede" più sfocato?
*


Il cerchio di confusione indica solo il massimo sfocato (di un punto) che il potere risolvente dell'occhio umano riesce ancora a vedere nitido.

Se dobbiamo stampare due foto allo stesso formato, quella che proviene da un supporto più piccolo dovrà essere ingrandita di più, quindi il massimo sfocato accettabile (cerchio di confusione ) dovrà essere più piccolo in modo che, dopo un maggiore ingrandimento, si ritrovi allo stesso valore dell'altro.
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #36
QUOTE(buzz @ Jul 3 2006, 08:53 PM)
già, l'articolo mette in evidenza che il confronto è fatto con lo stesso obiettivo 28mm., che per le ragioni che sappiamo, su una DX si comporta come un 42 quindi avrà la profondità di campo del 42 su 35mm.
*


Tieni anche presente che per avere lo stesso campo inquadrato con il DX ti devi allontanare.
buzz
Staff
Messaggio: #37
Vorrei aggiungere a quanto detto da me e da Galeno, che a conferma di ciò abbiamo che gli obiettivi per le medioformato sono, come risoluzione linee/mm inferiori a quelli per il piccolo 35. Questo ha a che vedere con il fatto che il circolo di confusione, ovvero la capacità di risolvere nitidezza, su una medioformato è più elevato che in una 35 mm. ?
Secondo un calcolo approssimativo se 0.030 è su 35 , dato che il fattore "moltiplicativo" di una medioformato è di 0.5 (diagonale doppia rispetto al 24x36) il circolo di confusione sarà di 0,060. Tutti i punti che saranno al di sotto di tale valore appariranno a fuoco.
marvin74
Messaggio: #38
Ciao a tutti.

Il circolo di confusione è un parametro "relativo". Oltre al fatto che può dipendere da persona a persona (ognuno di noi ha un potere risolvente diverso nel suo occhio); oltre a tutto quello che giustamente ha detto StefanoBonfa; ... c'è anche da considerare che in campo entra il fattore "distanza di visione" della foto.

Infatti anche se non da tutti "universalmente accettato" si considera che:
1) la distanza di visione di una foto "dovrebbe" essere quanto la lunghezza della sua diagonale.
2) per il formato 8x10 (20x25 cm) il circolo di confusione che il nostro occhio percepisce come nitido è stabilito in 0,25mm.

Quindi per dirla breve nel formato 8x10" si considerano ancora nitidi in una stampa 20x25cm (quindi a contatto), osservata dalla distanza di 32cm, tutti i dettagli che rientrano nel circolo di confusione di 0,25mm. Oltre questa soglia il nostro occhio percepisce lo sfocato.

Il concetto di cerchio di confusione si applica alla stampa e non al negativo/sensore. Anche il rapporto con cui si calcola per gli altri formati è calcolato sulla base di una stampa 20x25cm.
Ogni supporto di acquisizione ha il suo circolo di confusione, e si calcola dividendo 0,25 per il numero di ingrandimenti lineari necessari a stampare dal "supporto di acquisizione" una stampa di 20x25cm.

Quindi:
1) Per stampare un 20x25cm dal negativo 24x36mm sono necessari circa 7,4 ingrandimenti. Da cui 0,25mm diviso 7,4 uguale --> 0,033mm (ecco il famoso 0,030). Il ragionamento è sempre lo stesso: si considerano ancora
nitidi nel formato 135, su una stampa di 20x25cm, osservata dalla distanza di 32cm, tutti i dettagli che rientrano nel circolo di confusione di 0,030mm.

2) Per stampare un 20x25cm dal formato DX Nikon sono necessari circa 12,7 ingrandimenti. Da cui 0,25mm diviso 12,7 uguale --> 0,0196mm (ecco il famoso 0,020). Il ragionamento è sempre lo stesso: si considerano ancora
nitidi nel formato DX Nikon, su una stampa 20x25cm, osservata dalla distanza di 32cm, tutti i dettagli che rientrano nel circolo di confusione di 0,020mm.

Come si intuisce c'è un rapporto di ingrandimento lineare di tutta l'immagine via via che si passa ai formati più piccoli.
Quindi la PDC di una stampa 20x25cm eseguita da un negativo 8x10" è minore della stessa stampa eseguita da un negativo 24x36mm, e a sua volta è minore della stessa stampa eseguita da un file prodotto su sensore DX Nikon.

La risposta alla domanda originaria quindi è esattamente quella indicata da StefanoBonfa, lo sfocato fra digitale e analogico è identico!
Quello che cambia, sia sul piano di messa a fuoco, sia sui punti fuori fuoco (o a questo punto meglio dire sui punti oltre il circolo di confusione percepito) è solo la PDC!

C'ha messo non poco tempo a farmelo capire mio padre che da un po' di tempo usa solo il 4x5" (grande formato 10x12cm).
Ecco perché una messa a fuoco sbagliata anche di poco con un ampio diaframma su un suo negativo di 10x12cm rovina inevitabilmente un ritratto, mentre è quasi impossibile sfuocare lo sfondo attorno ad un soggetto con le compatte che hanno i sensori di pochi millimetri di diagonale.

Tutta questione di PDC!.

Un saluto
Vincenzo

PS. nella speranza di essere rimasto chiaro nonostante la parte matematica. La fotografia per un terzo (probabilmente quella meno importante) è anche scienza!

Messaggio modificato da marvin74 il Jul 3 2006, 11:27 PM
marvin74
Messaggio: #39
QUOTE(buzz @ Jul 3 2006, 11:34 PM)
Vorrei aggiungere a quanto detto da me e da Galeno, che a conferma di ciò abbiamo che gli obiettivi per le medioformato sono, come risoluzione linee/mm inferiori a quelli per il piccolo 35. Questo ha a che vedere con il fatto che il circolo di confusione, ovvero la capacità di risolvere nitidezza, su una medioformato è più elevato che in una 35 mm. ?

Ciao Buzz,

e' la somma delle 2 cose. Prendi un riferimento linee/mm e un formato.
Un obiettivo meno risolvente del "riferimento" ma su un formato di acquisizione maggiore, restituisce un'immagine con più dettaglio di un obiettivo più risolvente ma per un formato di acquisizione più piccolo.

QUOTE
Secondo un calcolo approssimativo se 0.030 è su 35 , dato che il fattore "moltiplicativo" di una medioformato è di  0.5 (diagonale doppia rispetto al 24x36) il circolo di confusione sarà di 0,060. Tutti i punti che saranno al di sotto di tale valore appariranno a fuoco.
*



Prova a farlo con il riferimento standard 20x25cm. Sono necessari circa 3,5 ingradimenti di un negativo 6x7cm per fare una stampa di 20x25cm. Quindi 0,25 diviso 3,5 uguale --> 0,071.
Si considerano ancora nitidi nel formato 6x7, su una stampa 20x25cm, osservata dalla distanza di 32cm, tutti i dettagli che rientrano nel circolo di confusione di 0,070mm.

Tra l'altro chi usa medio/grande formato ha necessità di fare calcoli di questo tipo visto che il circolo di confusione interviene anche nella formula del calcolo della PDC (nonché limite anteriore e posteriore) e della distanza Iperfocale. Spesso chi fa uso di queste fotocamere porta dietro la calcolatrice (non vi dico cosa ho detto a mio padre l'ultima volta, quando per non dimenticare i vari passaggi ne ha portato una a rullo ... di quelle che scrive!!!!)
Mio Dio ragazzi. Sono un ignorante che sta cercando di imparare.
Certo che con il grande formato ... altro che punta e scatta, ma forse la fotografia NON E' PUNTA E SCATTA!.

Un saluto
Vincenzo

PS. Era mia intenzione sistemare le ultime foto scattate in montagna stasera, ma il maledetto/benedetto FORUM ha assorbito tutto il mio tempo. Ora è tempo di andare a dormire altrimenti domani ... ...
buzz
Staff
Messaggio: #40
Mi ritorna tutto. Calcoli, dati e riferimenti.
Ma ancora non riesco a immaginare il rapporto tra il formato e la PDC, sebbene so che è così perchè l'ho anche provato.
Forse devo tenere conto che a parità di focale, il DX prende un piccolo particolare rispetto al grande formato, per cui la pofondità è relativa a quel solo frammento di immagine?
Di contro per ottenere la stessa immagine sul DX occorre un super grandangolo, per cui tutto o quasi è a fuoco, per il valore assoluto dell'ottica-
Mi sa che dovrei rivedere proprio qualche articolo che tratta della profondità di campo per rinfrescarmi le nozioni che alle 2 di notte sono offuscate.
Non c'è peggio di quando si entra in confusione, pur sapendo le cose!!!
Gefry
Messaggio: #41
Ecco, sarete contenti!!!

Mi è venuto un mal di testa!!! unsure.gif

Gerry

buzz
Staff
Messaggio: #42
QUOTE(Gefry @ Jul 4 2006, 01:38 AM)
Ecco, sarete contenti!!!

Mi è venuto un mal di testa!!!  unsure.gif

Gerry
*



vedo che anche tu sei un notturno! smile.gif
ogni tanto quando si discute di tecnica ci lasciamo prendere la mano...
Gefry
Messaggio: #43
QUOTE(buzz @ Jul 4 2006, 01:07 AM)
vedo che anche tu sei un notturno! smile.gif
ogni tanto quando si discute di tecnica ci lasciamo prendere la mano...
*



Notturno per guadagnarmi la pagnotta non per diletto dry.gif

Capisco che anche l'aspetto puramente tecnico, i dati nudi e crudi e il ragionarci sopra possono affascinare wink.gif
Personalmente però preferisco la pratica alla teoria e ciò che non si riesce a percepire a occhio non lo approfondisco piu di tanto.........ma voi continuate pure tanto il mal di testa mi è passato smile.gif

Ciao

Gerry
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #44
secondo me i numeri aiutano a capire le cose.

un 50 mm f8 usato con pellicola 24x36 ha una distanza iperfocale di 9,43 metri.
per trovare la stessa iperfocale con un 35 mm su formato dx (a fare i pignoli dovrei fare il confronto con un 33,33 mm, ma spero mi perdonerete) devo aprire il diaframma fino ad f2.6.

se messa cosi' magari non e' chiara, faccio un altro esempio:
sono nella mia posizione di ripresa, e scatto una foto con la macchina 24x36 e un 50 mm fuocheggiato a 5 metri, f8
la mia profondita' di campo andra' da 3,3 metri fino a 10,6 metri.

dalla stessa posizione, voglio fare una foto con lo stesso campo inquadrato e la stessa profondita' di campo, con la mia digitale con sensore dx, quindi monto il 35 mm, metto a fuoco a 5 metri ed apro il diaframma ad f2.6.

il tutto a meno di miei strafalcioni.

andrea
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #45
QUOTE(buzz @ Jul 4 2006, 01:26 AM)
Non c'è peggio di quando si entra in confusione, pur sapendo le cose!!!
*


E' per questo che molti lo chiamano "Circolo di confusione"... l'iscrizione però è gratis biggrin.gif

marvin74
Messaggio: #46
QUOTE
<andreafoschi>
secondo me i numeri aiutano a capire le cose.
...


QUOTE
<Gefry>
...
Personalmente però preferisco la pratica alla teoria e ciò che non si riesce a percepire a occhio non lo approfondisco piu di tanto.........ma voi continuate pure tanto il mal di testa mi è passato
...


Avete ragione entrambi! A parte chi fa fotografia in grande formato che porta dietro la calcolatrice per vari motivi, vedi per esempio l'applicazione della regola di Scheimpflug per il basculaggio della standarta posteriore, chi usa il formato 24x36 o DX ora in digitale, deve solo "capire" questa roba tanto da crearsi qualche tabellina da portarsi dietro, tutto qui. Il resto si fa sul campo.

Voglio il tutto nitido a 18mm?. Messa a fuoco in manuale ad 1metro e scatto senza pensarci 2 volte. Ho messo come si calcola sta roba e le tabelle che mi porto dietro io in montagna qui:
http://www.nital.it/forum/index.php?showto...ndpost&p=268588


Un saluto
Vincenzo
buzz
Staff
Messaggio: #47
Non è mai stato un problema e mai lo sarà, per lo scatto.
La mia è una semplice curiosità teorica. Quando accetto un fenomeno perchè la pratica me lo insegna, voglio anche sapere perchè si verifica.

Teoria: è quando si sa tutto, ma non funziona niente
Pratica: è quando funziona tutto, ma non si sa il perchè biggrin.gif
enrico
Messaggio: #48
QUOTE(buzz @ Jul 4 2006, 10:15 AM)
Non è mai stato un problema e mai lo sarà, per lo scatto.
La mia è una semplice curiosità teorica. Quando accetto un fenomeno perchè la pratica me lo insegna, voglio anche sapere perchè si verifica.

Teoria: è quando si sa tutto, ma non funziona niente
Pratica: è quando funziona tutto, ma non si sa il perchè biggrin.gif
*



Bello! Mi ricordo di quando facevo il formatore nei circoli didattici, per l'educazione all'immagine. Per rompere il ghiaccio, il mio collega, più anziano, esordiva dicendo:

Chi sa, fa.
Chi non sa fare, insegna.
Chi non sa insegnare, fa il formatore degli insegnanti

E' una battuta. La verità è che, quando si insegna qualcosa agli altri, si impara ancora più in profondità ciò che si va ad esporre.
Ciao
Enrico
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #49
QUOTE(enrico @ Jul 4 2006, 01:06 PM)
Chi sa, fa.
Chi non sa fare, insegna.
Chi non sa insegnare, fa il formatore degli insegnanti

E' una battuta. La verità è che...
*


Se una cosa funziona in teoria ma non funziona in pratica, vuol dire solo che la teoria è sbagliata.

"Chi sa fa e chi non sa fare insegna" è diventato il motto dei "somari" presuntuosi, che, come tali, nella loro presunzione hanno estrapolato e non hanno minimamente capito il senso di una frase detta da un noto personaggio.

Questo personaggio si chiamava Albert Einstein, noto teorico, noto insegnante.
Sul fatto che lui non sapesse o non sapesse fare... beh, scusate tanto, ho molti dubbi... wink.gif

buzz
Staff
Messaggio: #50
QUOTE(StefanoBonfa @ Jul 5 2006, 09:44 AM)
Se una cosa funziona in teoria ma non funziona in pratica, vuol dire solo che la teoria è sbagliata.

"Chi sa fa e chi non sa fare insegna" è diventato il motto dei "somari" presuntuosi, che, come tali, nella loro presunzione hanno estrapolato e non hanno minimamente capito il senso di una frase detta da un noto personaggio.

Questo personaggio si chiamava Albert Einstein, noto teorico, noto insegnante.
Sul fatto che lui non sapesse o non sapesse fare... beh, scusate tanto, ho molti dubbi...  wink.gif
*



non dimentichiamoci chi pima di lui sapeva di non sapere...

Se una cosa funziona in teoria e non funziona in pratica vuol dire che chi la mette in pratica non lo sa fare!
Ecco perchè esiste la manovalanza specializzata. Solo che quella della teoria sa poco.

E poi sappiamo che le "frasi fatte" vengono sempre usate al di fuori del loro contesto e quindi soggette a diverse interpretazioni.
la stessa frase "chi sa fare fa e chi no insegna" è diventata il motto di chi si rende conto che il mondo è sempre più pieno di presuntuosi che privi di meriti hanno conquistato, non si sa come, dei posti di una certa rilevanza.

Per fortuna che non è per tutti così. dry.gif
 
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