Apro questo 3d, prendendo spunto dalla bellissima discussione La Composizione - proporzioni e altro ancora aperta da Nico.
Riflettevo, infatti, scorrendo il 3d, su come nel linguaggio figurativo, seppur nelle infinite varianti di stili e schemi compositivi, la rappresentazione dello spazio, nel corso dei secoli, sia rimasta sostanzialmente saldata allo schema prospettico lineare del rinascimento.
Ma cosa succede, quando agli inizi del '900 il cubismo e le avanguardie artistiche, provano a smantellare questo impianto, a decostruire la prospettiva reinventando nuovi concetti di spazio figurativo? Abbiamo un riscontro di questo anche in fotografia? L'influenza reciproca e il rapporto tra arte figurativa e fotografia sono stati sempre molto forti, anche in questo caso, e a tale proposito, vorrei proporvi alcune foto di Alexander Rodčenko, i primi esempi .... di "foto storte":
Al telefono -1928
Pioniere - 1930
Possono piacere o non piacere, ma queste inquadrature non convenzionali, comunque rappresentano, per quegli anni, una notevole innovazione. Dall'angolazione e il punto di ripresa, dal tutto a fuoco e il contrasto, sembrano realizzate con un grandangolo, ma Rodčenko usa i pochi mezzi a disposizione agli inizi del '900: un obiettivo normale, aiutato da forte diaframmatura; la pellicola pancromatica dell'epoca, poco sensibile al rosso, fa il resto restituendo un contrasto cromatico particolare, sopratutto nell'incarnato.
Ma parlavamo all'inizio di rappresentazione dello spazio. Come vediamo, usando un punto di ripresa dal basso o dall'alto, con una struttura di diagonali parallele, compone delle assonometrie, aggira la prospettiva rinascimentale che ha, invece, linee convergenti verso un punto di fuga:
Scalinata -1930
Ragazza con Leica - 1934
Sfutta le linee e i giochi di ombre per definire geometrie dinamiche. Alexander Rodčenko, è pittore, grafico e poi fotografo, esponente dell'avanguardia russa e nella sua fotografia, come nel panorama artistico -culturale di quegli anni, sono molto presenti i principi cubo-futuristi:
V. Tatlin - Modello per il 'Monumento alla terza Internazionale'- 1920
M. Larinov - Rayonnisme - 1913
Mi fermo qui, lasciando spazio ai vostri interventi. Spero che sia di vostro interesse.
saluti
Bruno
Riflettevo, infatti, scorrendo il 3d, su come nel linguaggio figurativo, seppur nelle infinite varianti di stili e schemi compositivi, la rappresentazione dello spazio, nel corso dei secoli, sia rimasta sostanzialmente saldata allo schema prospettico lineare del rinascimento.
Ma cosa succede, quando agli inizi del '900 il cubismo e le avanguardie artistiche, provano a smantellare questo impianto, a decostruire la prospettiva reinventando nuovi concetti di spazio figurativo? Abbiamo un riscontro di questo anche in fotografia? L'influenza reciproca e il rapporto tra arte figurativa e fotografia sono stati sempre molto forti, anche in questo caso, e a tale proposito, vorrei proporvi alcune foto di Alexander Rodčenko, i primi esempi .... di "foto storte":
Al telefono -1928
Pioniere - 1930
Possono piacere o non piacere, ma queste inquadrature non convenzionali, comunque rappresentano, per quegli anni, una notevole innovazione. Dall'angolazione e il punto di ripresa, dal tutto a fuoco e il contrasto, sembrano realizzate con un grandangolo, ma Rodčenko usa i pochi mezzi a disposizione agli inizi del '900: un obiettivo normale, aiutato da forte diaframmatura; la pellicola pancromatica dell'epoca, poco sensibile al rosso, fa il resto restituendo un contrasto cromatico particolare, sopratutto nell'incarnato.
Ma parlavamo all'inizio di rappresentazione dello spazio. Come vediamo, usando un punto di ripresa dal basso o dall'alto, con una struttura di diagonali parallele, compone delle assonometrie, aggira la prospettiva rinascimentale che ha, invece, linee convergenti verso un punto di fuga:
Scalinata -1930
Ragazza con Leica - 1934
Sfutta le linee e i giochi di ombre per definire geometrie dinamiche. Alexander Rodčenko, è pittore, grafico e poi fotografo, esponente dell'avanguardia russa e nella sua fotografia, come nel panorama artistico -culturale di quegli anni, sono molto presenti i principi cubo-futuristi:
V. Tatlin - Modello per il 'Monumento alla terza Internazionale'- 1920
M. Larinov - Rayonnisme - 1913
Mi fermo qui, lasciando spazio ai vostri interventi. Spero che sia di vostro interesse.
saluti
Bruno
E' sicuramente di grande interesse. Grazie per avercelo proposto.
Enrico
Enrico
Enrico, un Grazie a te per la risposta.
saluti
Bruno
saluti
Bruno
Bravo Bruno!
Ottimo spunto e occasione di riflessione.
Leggevo alcuni mesi fa qualcosa a proposito del "tradizionale" e "l'innovativo" e Rodčenko, in Russia, fu accusato di plagio e di imitazione della fotografia straniera, in particolare di quella tedesca, proprio perché non sottostava alle regole rigide imposte dall'ideologia imperante di quel periodo.
Aveva molti oppositori in patria i quali continuavano a sostenere i punti di vista tradizionali considerando ""distorsioni"" i punti di ripresa dal basso....mi ricorda qualcosa ...chissà se nel 1920 in russia c'era un forum!
Gianluca
Ottimo spunto e occasione di riflessione.
Leggevo alcuni mesi fa qualcosa a proposito del "tradizionale" e "l'innovativo" e Rodčenko, in Russia, fu accusato di plagio e di imitazione della fotografia straniera, in particolare di quella tedesca, proprio perché non sottostava alle regole rigide imposte dall'ideologia imperante di quel periodo.
Aveva molti oppositori in patria i quali continuavano a sostenere i punti di vista tradizionali considerando ""distorsioni"" i punti di ripresa dal basso....mi ricorda qualcosa ...chissà se nel 1920 in russia c'era un forum!
Gianluca
Mi fermo qui, lasciando spazio ai vostri interventi. Spero che sia di vostro interesse.
saluti
Bruno
Ciao Bruno
ti ringrazio per questo tuo intervento.
Indubbiamente è molto difficile reinterpretare prospettive, volumi , cambiare in punto di ripresa, difficile ma stimolante...
Gli "oppositori" non possono mancare neanche al giorno d'oggi, in fondo una visione di immagini composte in modo tradizionale da molta più sicurezza a chi osserva e risulta spesso di immediata comprensione.
Così si è poco propensi ad intraprendere delle via sperimentali ed a provare a mettersi in discussione seguendo strade differenti...
Come lascia intendere giustamente Gianluca in questo forum è visibile sia la ricerca e la sperimentazione, che un'opposizione intransigente a queste "avanguardie", ed in fondo credo che tutto ciò sia normale.
Però una differenza importante con la Russia del 1920 è quella che nel nostro forum non c'è un...regime totalitario!
Marco
MMFR
innanzitutto Grazie!
considerando l'epoca in cui ha realizzato i propri lavori devo dire che sono davvero notevoli, uno sforzo non da poco, immagino, proporre certe inquadrature allora, forse oggi è più comune.
considerando l'epoca in cui ha realizzato i propri lavori devo dire che sono davvero notevoli, uno sforzo non da poco, immagino, proporre certe inquadrature allora, forse oggi è più comune.
Mah, io invece ci ritrovo in pieno i canoni compositivi proposti da Nico nell'altro 3D, proprio per la ricerca della linea compositiva anche quando questa si scontra con la visione "normale" geometrica del nostro modo di vedere.
Il cubismo fotografico, secondo me, serebbe un lavoro da svolgere innanzitutto sul mosso, o con esposizioni multiple da lati diversi dello stesso soggetto, per dare il senso di tridimensionalità dato "demorfologizzazioni" estreme, come quelle praticate dal più noto esponente di tale corrente che è quel fenomeno di Picasso.
Quando penso a cubismo fotografico, penso a come realizzare un Guernica fatto di collage fotografici di reportage di guerra, o cose simili.
Se qualcuno sa di fotografi che hanno praticato queste strade, me li linki, perchè è un lavoro che sto cercando di portare avanti, in un concetto che inglobi diverse tecniche di ripresa.
Il cubismo fotografico, secondo me, serebbe un lavoro da svolgere innanzitutto sul mosso, o con esposizioni multiple da lati diversi dello stesso soggetto, per dare il senso di tridimensionalità dato "demorfologizzazioni" estreme, come quelle praticate dal più noto esponente di tale corrente che è quel fenomeno di Picasso.
Quando penso a cubismo fotografico, penso a come realizzare un Guernica fatto di collage fotografici di reportage di guerra, o cose simili.
Se qualcuno sa di fotografi che hanno praticato queste strade, me li linki, perchè è un lavoro che sto cercando di portare avanti, in un concetto che inglobi diverse tecniche di ripresa.
Il cubismo fotografico, secondo me, serebbe un lavoro da svolgere innanzitutto sul mosso, o con esposizioni multiple da lati diversi dello stesso soggetto, per dare il senso di tridimensionalità dato "demorfologizzazioni" estreme, come quelle praticate dal più noto esponente di tale corrente che è quel fenomeno di Picasso.
Quando penso a cubismo fotografico, penso a come realizzare un Guernica fatto di collage fotografici di reportage di guerra, o cose simili.
Se qualcuno sa di fotografi che hanno praticato queste strade, me li linki, perchè è un lavoro che sto cercando di portare avanti, in un concetto che inglobi diverse tecniche di ripresa.
Quando penso a cubismo fotografico, penso a come realizzare un Guernica fatto di collage fotografici di reportage di guerra, o cose simili.
Se qualcuno sa di fotografi che hanno praticato queste strade, me li linki, perchè è un lavoro che sto cercando di portare avanti, in un concetto che inglobi diverse tecniche di ripresa.
Tocchi un argomento che io mi trovo a lambire con la ricerca sulla composizione, e che intendo trattare forse quest'anno (ma nel mio corso monografico ): il rapporto tra pittura e fotografia m'interessa in particolar modo, ultimamente, e proprio raccogliendo immagini per il discorso sulla composizione mi sono imbattuto a più riprese su fotografi che risentono in maniera evidente delle avanguardie artistiche dell'epoca, o ne sono addirittura partecipi -com'è, in fondo anche il caso di Rodchenko...
Stavo per dirti che il movimento non riguarda il Cubismo, che si occupa di "dissezionare" l'oggetto, quanto il Futurismo (e bisogna guardare soprattutto gl'interessanti lavori fotografici di Bragaglia). Ma poi m'è venuto in mente che invece hai ragione: qualche Cubista s'è interessato al movimento...
È il caso di Marcel Duchamp, personaggio a cui m'interesso in definitiva quasi da trenta e ben più anni... Si fece fotografare mentre scendeva le scale (se non ricordo male la foto è di Mar Ray, amico, fotografo e pittore)....
... e ne ricavò il Nu descendant l'escalier (nudo che scende le scale...
Però resta appunto un'eccezione... Ho trovato diversi fotografi sensibili al linguaggio cubista (guarda Outbridge nell'altro thread, per es.), ma questo m'ha colpito in particolar modo...
Soprattutto se si pensa ai quadri di La Fresnaye. Metto il primo a caso...
... e vado ad aiutare in cucina...
Eventualmente riprendiamo il discorso.
QUOTE
Mah, io invece ci ritrovo in pieno i canoni compositivi proposti da Nico nell'altro 3D, proprio per la ricerca della linea compositiva anche quando questa si scontra con la visione "normale" geometrica del nostro modo di vedere.
Caro Matteo, non posso che essere d'accordo con te.
D'altra parte, come ho spiegato nell'altro thread, è praticamente impossibile, strutturalmente, NON rispettare qualche "linea compositiva" poiché queste sono codificate neurologicamente... Ed è interessante osservare in queste immagini come i rapporti di proporzione siano rispettati e ricercati, pur in immagini che stravolgono, più che le regole di composizione, le convenzioni di inquadratura e di punto di ripresa vigenti all'epoca in cui le foto sono state scattate.
Aspetto che tu riprenda il discorso, Nico. Promette bene, anzi benissimo.
Davide
Cerco di dare anch'io il mio piccolo contributo a questa interessantissima discussione che seguo con molta attenzione.
Riporto una fotografia di Aleksandr Rodcenko al pittore russo Aleksandr (si chiamava come lui) Sevcenko, con una doppia posa, riprendendolo di fronte e di profilo. Una foto di sapore cubista.
Enrico
Riporto una fotografia di Aleksandr Rodcenko al pittore russo Aleksandr (si chiamava come lui) Sevcenko, con una doppia posa, riprendendolo di fronte e di profilo. Una foto di sapore cubista.
Enrico
Beh, qui emerge il rapporto che correva tra il futurismo italiano e le avanguardie russe. Ecco Anton Giulio Bragaglia, che citavo prima, alle prese col ritratto del (mi sembra il caso di dirlo) più titolato Boccioni...
E già che ci siamo, sempre di Bragaglia, la dattilografa...
E già che ci siamo, sempre di Bragaglia, la dattilografa...
Vedo con piacere che la discussione prosegue e diventa molto interessante. Grazie a tutti per i preziosi contributi.
Ma ponevo l'attenzione sulla questione della Rappresentazione dello spazio, ovvero sulla prospettiva e l'inquadratura, ossevando come il progresso tecnologico e i nuovi strumenti abbiano portato delle innovazioni anche nei linguaggi figurativi, nel nostro caso pittura-fotografia.
Il Futurismo, attinge sì dalla tecnica cubista, ma per esaltare il dinamismo del 1900 appena nato, il secolo della "macchina veloce". Come negli esempi sopra mostrati, raffigura visivamente il movimento e la velocità, utilizza anche il mezzo fotografico sfruttando il mosso e le sovrapposizionni:
E in questo ritratto di Marinetti, fotodinamismo con effetto vortice e uso del fotomontaggio:
Il Cubismo, invece, che frantuma e ricompone l'oggetto, affianca conteporaneamente più punti di vista e più momenti (quarta dimesione), ridefinisce un nuovo spazio figurativo. L'inquadratura tradizionale-rinascimentale a cui siamo abituati (oggi come nei nei secoli scorsi), è completamente distrutta e reinventata.
Ma i primi passi, le prime avvisaglie di cambiamento, le percepiamo gia alla fine dell' '800 con l'Impressionismo, proprio grazie all'invezione della Fotografia e al suo inevitabile influsso:
E. Degas - Due ballerine in scena, 1874
In queste ballerine di Degas, è evidente l'inquadratura (non convenzionale) di tipo fotografico. E' uno scorcio; il punto di ripresa si alza; parte delle figure, come in tanti altri quadri impressionisti, sono tagliate, escono fuori campo. Impensabile, qualche anno prima, dove l'inquadratura frontale, a livello dell'orizzonte, era pressocche la norma.
Ma torniamo a Rodčenko. In questa foto, chiaro schema compositivo basato sulle diagonali, ma il famigerato ... orizzonte storto:
Mar Baltico, 1933
saluti
Bruno
Messaggio modificato da Bruno L il Sep 18 2006, 10:32 PM
QUOTE
Mah, io invece ci ritrovo in pieno i canoni compositivi proposti da Nico nell'altro 3D..
Certo, anche qui le immagini sono costruite su geometrie e schemi compositivi, (così brillantemente trattati da Nico) .. e come non potrebbero!Ma ponevo l'attenzione sulla questione della Rappresentazione dello spazio, ovvero sulla prospettiva e l'inquadratura, ossevando come il progresso tecnologico e i nuovi strumenti abbiano portato delle innovazioni anche nei linguaggi figurativi, nel nostro caso pittura-fotografia.
Il Futurismo, attinge sì dalla tecnica cubista, ma per esaltare il dinamismo del 1900 appena nato, il secolo della "macchina veloce". Come negli esempi sopra mostrati, raffigura visivamente il movimento e la velocità, utilizza anche il mezzo fotografico sfruttando il mosso e le sovrapposizionni:
E in questo ritratto di Marinetti, fotodinamismo con effetto vortice e uso del fotomontaggio:
Il Cubismo, invece, che frantuma e ricompone l'oggetto, affianca conteporaneamente più punti di vista e più momenti (quarta dimesione), ridefinisce un nuovo spazio figurativo. L'inquadratura tradizionale-rinascimentale a cui siamo abituati (oggi come nei nei secoli scorsi), è completamente distrutta e reinventata.
Ma i primi passi, le prime avvisaglie di cambiamento, le percepiamo gia alla fine dell' '800 con l'Impressionismo, proprio grazie all'invezione della Fotografia e al suo inevitabile influsso:
E. Degas - Due ballerine in scena, 1874
In queste ballerine di Degas, è evidente l'inquadratura (non convenzionale) di tipo fotografico. E' uno scorcio; il punto di ripresa si alza; parte delle figure, come in tanti altri quadri impressionisti, sono tagliate, escono fuori campo. Impensabile, qualche anno prima, dove l'inquadratura frontale, a livello dell'orizzonte, era pressocche la norma.
Ma torniamo a Rodčenko. In questa foto, chiaro schema compositivo basato sulle diagonali, ma il famigerato ... orizzonte storto:
Mar Baltico, 1933
saluti
Bruno
Messaggio modificato da Bruno L il Sep 18 2006, 10:32 PM
In questo caso non posso che leggere, apprendere, e fare tesoro di queste importanti documentazioni;
Ringraziando Persone come BrunoL, Nico che con la Loro Grande cultura aggiungono continui valori a questo Forum di Fotografia.
Grazie!
Ringraziando Persone come BrunoL, Nico che con la Loro Grande cultura aggiungono continui valori a questo Forum di Fotografia.
Grazie!
Bene, avete velocizzato le mie ricerche, proponendo esattamente quello che avevo in mente... noto con piacere che i tentativi di una foto cubista esistono, seppur sperimentati forse in un periodo dove la tecnologia non aiutava nella realizzazione di scatti del genere...
Oggi credo si potrebbe fare qualcosa utilizzando gli open flash...
Grazie a tutti, questi autori saranno uno spunto importante!
Oggi credo si potrebbe fare qualcosa utilizzando gli open flash...
Grazie a tutti, questi autori saranno uno spunto importante!
perchè storte??? hanno inquadrature diverse... angolazioni diverse ma chi stabilisci la normalità nell'inquadrare? perchè sempre le "classiche" inquadrature? senza offesa per le inquadrature prese in questione...
buoni scatti e inquadrature come ve la sentite...
la fotografia è anche nessun vincolo...
buoni scatti e inquadrature come ve la sentite...
la fotografia è anche nessun vincolo...
la fotografia è anche nessun vincolo...
"Nessun vincolo"? Proprio nessuno? Nè di leggi dell'ottica e dell'elettronica, né della fisica e della chimica, né della neurologia o della comunicazione?
Scusa, ma mi sembra un punto di vista poco realistico.
Davide
Grazie Bruno,
sia per la ricerca bibliofotografica che per il sasso lanciato nello stagno. allo stesso modo grazie a Nico, anch'egli alla continua ricerca delle radici e ad Enrico, uno dei migliori acquisti del forum.
dopo i dovuti ringraziamenti, dico la mia: Rodcenko è una pietra miliare della fotografia, senza alcun dubbio. bisogna prendere in cosiderazione, prima di tutto, l'epoca e l'ambiente in cui questo maestro ha operato. una tecnica che ha molto successo nell'ars oratoria, che a tutt'oggi usano con molta abilità attori di teatro, è quella di abbassare al minimo il tono della voce per catturare maggiormente l'attenzione di un pubblico già di per sè attento e di usare dei picchi di tono quando si ha l'impressione che l'attenzione vada scemando (chi va a pesca traduce questo in strattoni). è chiaro che non è il caso di Rodcenko che in quegli anni operava nella duplice veste di sperimentatore del mezzo (così come molti altri del suo tempo) e di contestatore e reazionario. Oggi fotografare dall'alto piuttosto che dal basso, così come realizzare un orizzonte di 45° costituisce spesso un trucchetto "retorico", mentre sono pochissime quelle che richiedono quella specifica ripresa. ricordo che un utente postò la foto del porto di messina con le barche in discesa: su molti sortì effetto, ma quelle sono foto destinate ad esaurire velocemente la loro funzione, ammesso che ne abbiano una. Viceversa nella foto postata da Bruno (mar Baltico - Rodcenko) l'orizzonte inclinato ha la funzione di offrirti il punto di vista inclinato che ha la persona usata dal fotografo come quinta e come trampolino per i nostri occhi.
riguardo invece alla interessante comparazione propostaci da Nico, credo che quella fase di emulazione del cubismo pittorico e del ritratto "maniacale" sia figlia di quella sudditanza psicologica che la fotografia nutriva nei confronti delle arti figurative. altra aberrazione, sempre di notevolissimo effetto per la natura ossimora del risultato, è rappresentata dalle pose lunghe: è sempre bellissimo vedere una persona che diventa trina, quadrupla, il gesto che si prolunga senza tempo, morbido, evanescente. perchè? perchè forse la fotografia congela un attimo e noi vorremo andare oltre? perchè la fotografia, in quel caso, guarda al cinema che non ha subito le medisime umiliazioni essendo considerata ars nova? perchè vogliamo concentrare in un frame una sequenza "cinematografica"? e delle esposizioni multiple che possiamo dire? la ricerca è la base della conoscenza, ma bisogna ammettere che non tutta la ricerca dona i frutti sperati e che spesso si tratta di mera emulazione vestita di colori diversi. Nan Goldin a riguardo potrebbe dire moltissimo.
Messaggio modificato da nisex_II il Sep 24 2006, 01:05 AM
sia per la ricerca bibliofotografica che per il sasso lanciato nello stagno. allo stesso modo grazie a Nico, anch'egli alla continua ricerca delle radici e ad Enrico, uno dei migliori acquisti del forum.
dopo i dovuti ringraziamenti, dico la mia: Rodcenko è una pietra miliare della fotografia, senza alcun dubbio. bisogna prendere in cosiderazione, prima di tutto, l'epoca e l'ambiente in cui questo maestro ha operato. una tecnica che ha molto successo nell'ars oratoria, che a tutt'oggi usano con molta abilità attori di teatro, è quella di abbassare al minimo il tono della voce per catturare maggiormente l'attenzione di un pubblico già di per sè attento e di usare dei picchi di tono quando si ha l'impressione che l'attenzione vada scemando (chi va a pesca traduce questo in strattoni). è chiaro che non è il caso di Rodcenko che in quegli anni operava nella duplice veste di sperimentatore del mezzo (così come molti altri del suo tempo) e di contestatore e reazionario. Oggi fotografare dall'alto piuttosto che dal basso, così come realizzare un orizzonte di 45° costituisce spesso un trucchetto "retorico", mentre sono pochissime quelle che richiedono quella specifica ripresa. ricordo che un utente postò la foto del porto di messina con le barche in discesa: su molti sortì effetto, ma quelle sono foto destinate ad esaurire velocemente la loro funzione, ammesso che ne abbiano una. Viceversa nella foto postata da Bruno (mar Baltico - Rodcenko) l'orizzonte inclinato ha la funzione di offrirti il punto di vista inclinato che ha la persona usata dal fotografo come quinta e come trampolino per i nostri occhi.
riguardo invece alla interessante comparazione propostaci da Nico, credo che quella fase di emulazione del cubismo pittorico e del ritratto "maniacale" sia figlia di quella sudditanza psicologica che la fotografia nutriva nei confronti delle arti figurative. altra aberrazione, sempre di notevolissimo effetto per la natura ossimora del risultato, è rappresentata dalle pose lunghe: è sempre bellissimo vedere una persona che diventa trina, quadrupla, il gesto che si prolunga senza tempo, morbido, evanescente. perchè? perchè forse la fotografia congela un attimo e noi vorremo andare oltre? perchè la fotografia, in quel caso, guarda al cinema che non ha subito le medisime umiliazioni essendo considerata ars nova? perchè vogliamo concentrare in un frame una sequenza "cinematografica"? e delle esposizioni multiple che possiamo dire? la ricerca è la base della conoscenza, ma bisogna ammettere che non tutta la ricerca dona i frutti sperati e che spesso si tratta di mera emulazione vestita di colori diversi. Nan Goldin a riguardo potrebbe dire moltissimo.
Messaggio modificato da nisex_II il Sep 24 2006, 01:05 AM