forum, concorsi, riviste, tutti si sentono in obbligo di costringere in categorie le fotografie, di forzarle in un genere preciso, possibilmente già esistente e per questo immediatamente riconoscibile nei contenuti: paesaggio, ritratto, natura morta.
In altri casi ci si sente pure in dovere di globalizzarsi strizzando l'occhio alla lingua inglese: still-life, street, reportage, conceptual, fashion.
Da un lato c'è la necessità (umana, e quindi giustificabile, ma non per questo ineluttabile) di categorizzare, schematizzare, ricondurre a modelli riconoscibili e quindi (il peggio possibile) giudicare in base agli stereotipi prevalenti all'interno di ciascuna categoria (es. che il paesaggio abbia tre piani ben distinti, regola dei terzi, prospettiva; che il ritratto abbia gli occhi a fuoco, sfondo sfocato, luce morbida, ecc.)
Pare che qualcuno la pensi diversamente (meno male): iniziano a vedersi mostre, antologie, esposizioni, musei, e pure concorsi, senza distinzione di genere fotografico. Per me è un bene, equivale ad aprire le gabbie in cui siamo costretti a infilare le nostre foto e provare qualche volta a giudicare senza alcun riferimento a stereotipi (se una foto non è "infilata" a forza nel genere street posso anche liberarmi dall'irrefrenabile esigenza di giudicarla in base ai "parametri" dello specifico genere).
Insomma, io voterei a favore dello sforzo che qualcuno sta compiendo per buttare via tutte le categorizzazioni. Non so voi che ne pensate.
In altri casi ci si sente pure in dovere di globalizzarsi strizzando l'occhio alla lingua inglese: still-life, street, reportage, conceptual, fashion.
Da un lato c'è la necessità (umana, e quindi giustificabile, ma non per questo ineluttabile) di categorizzare, schematizzare, ricondurre a modelli riconoscibili e quindi (il peggio possibile) giudicare in base agli stereotipi prevalenti all'interno di ciascuna categoria (es. che il paesaggio abbia tre piani ben distinti, regola dei terzi, prospettiva; che il ritratto abbia gli occhi a fuoco, sfondo sfocato, luce morbida, ecc.)
Pare che qualcuno la pensi diversamente (meno male): iniziano a vedersi mostre, antologie, esposizioni, musei, e pure concorsi, senza distinzione di genere fotografico. Per me è un bene, equivale ad aprire le gabbie in cui siamo costretti a infilare le nostre foto e provare qualche volta a giudicare senza alcun riferimento a stereotipi (se una foto non è "infilata" a forza nel genere street posso anche liberarmi dall'irrefrenabile esigenza di giudicarla in base ai "parametri" dello specifico genere).
Insomma, io voterei a favore dello sforzo che qualcuno sta compiendo per buttare via tutte le categorizzazioni. Non so voi che ne pensate.