Ciao a tutti,
premetto che quanto scrivo probabilmente interessera' ben poche persone ma soprattutto quanto affermo e' valido ESCLUSIVAMENTE nelle condizioni ambientali in cui faccio lavorare i miei flash (tutto questo per evitare inutili incomprensioni sul funzionamento ottimo del sistema iTTL).
Ho fatto diverse prove in ambiente ipogeo con il sistema iTTL, ottenendo risultati deludenti al massimo oppure ottimi a seconda del posto in cui mi trovo. Mi spiego meglio, le variabili ambientali in cui opero presentano una umidita' relativa pari e superiore al 100%, pareti tendenzialmente cristalline con film d'acqua oppure zone ad altissimo assorbimento di luce oppure zone ad assorbimento. I flash lavorano abbastanza bene su distanze ravvicinate (entro i 5 metri) con fotocellula a vista mentre per distanze superiori ... un casino totale.
Ho tentato diverse modifiche non invasive quali l'applicazione di una lente di concentrazione sopra la lentina della fotocellula (risultato nullo), l'applicazione di una fibra in vetro di 4 mm di diametro con lente di concentrazione in testa (effettivamente migliora ma di pochissimo, sono passato dai 5 ai 6-7 metri) ma il sistema comincia ad essere ingestibile per le troppe cose da tenere nelle mani. Ho tentato anche con specchietti ma ... lasciamo perdere.
Mi sono deciso a prendere un cacciavite ed ho aperto un SB-600. Con mia somma sorpresa mi sono accorto che la fotocellula e' "coperta" da una lentina aggiuntiva rossa piuttosto "scura" e che la fotocellula stessa sembra lavorare nel campo dell'infrarosso.
Mi sorge una domanda che potrebbe aiutarmi prima di cimentarmi con saldatore ed ulteriori accrocchi: i pre-flash di controllo sono "realizzati" direttamente dalla lampada del flash o dagli illuminatori ausiliari? Questo perche' sarebbe molto piu' facile estrapolare dal master solo gli illuminatori piuttosto che tutte le fotocellule dai flash in mio possesso inoltre mi spiegherei il perche' dell'altissimo assorbimento della sola frequenza IR in ambiente ipogeo.
Grazie
Enrico
premetto che quanto scrivo probabilmente interessera' ben poche persone ma soprattutto quanto affermo e' valido ESCLUSIVAMENTE nelle condizioni ambientali in cui faccio lavorare i miei flash (tutto questo per evitare inutili incomprensioni sul funzionamento ottimo del sistema iTTL).
Ho fatto diverse prove in ambiente ipogeo con il sistema iTTL, ottenendo risultati deludenti al massimo oppure ottimi a seconda del posto in cui mi trovo. Mi spiego meglio, le variabili ambientali in cui opero presentano una umidita' relativa pari e superiore al 100%, pareti tendenzialmente cristalline con film d'acqua oppure zone ad altissimo assorbimento di luce oppure zone ad assorbimento. I flash lavorano abbastanza bene su distanze ravvicinate (entro i 5 metri) con fotocellula a vista mentre per distanze superiori ... un casino totale.
Ho tentato diverse modifiche non invasive quali l'applicazione di una lente di concentrazione sopra la lentina della fotocellula (risultato nullo), l'applicazione di una fibra in vetro di 4 mm di diametro con lente di concentrazione in testa (effettivamente migliora ma di pochissimo, sono passato dai 5 ai 6-7 metri) ma il sistema comincia ad essere ingestibile per le troppe cose da tenere nelle mani. Ho tentato anche con specchietti ma ... lasciamo perdere.
Mi sono deciso a prendere un cacciavite ed ho aperto un SB-600. Con mia somma sorpresa mi sono accorto che la fotocellula e' "coperta" da una lentina aggiuntiva rossa piuttosto "scura" e che la fotocellula stessa sembra lavorare nel campo dell'infrarosso.
Mi sorge una domanda che potrebbe aiutarmi prima di cimentarmi con saldatore ed ulteriori accrocchi: i pre-flash di controllo sono "realizzati" direttamente dalla lampada del flash o dagli illuminatori ausiliari? Questo perche' sarebbe molto piu' facile estrapolare dal master solo gli illuminatori piuttosto che tutte le fotocellule dai flash in mio possesso inoltre mi spiegherei il perche' dell'altissimo assorbimento della sola frequenza IR in ambiente ipogeo.
Grazie
Enrico