La val Pusteria ha costruito un turismo modernissimo nel rispetto dell'ambiente.
Tutto è perfetto, dalle case piene di fiori ai prati che sembrano dipinti in cui non un albero, una staccionata, un filo d'erba è disposto a caso.
Fanno eccezione pochissimi, vecchi, grandi edifici termali costruiti per la nobiltà austroungarica e rimasti, dopo il crollo dell'impero (1918) privi di scopo.
Così, a S. Candido, le Terme dell'imperatore (Francesco Giuseppe) e, in quella perla che è la laterale val di Braies, i Bagni di Braies Vecchia.
Un complesso poderoso e abbandonato che i turisti lasciano sulla sinistra, senza degnarlo di uno sguardo, per mete più spettacolari, come Prato Piazza o il celeberrimo lago di Braies.
Proprio dai ruderi dei Bagni è cominciato il mio giro.
Posto una visione d'insieme, a far da contorno a un quadernetto di pelle, trovato tra i ruderi, le cui pagine ingiallite erano vergate a stilografica con la descrizione di fantastici menù bilingue (presumo che il complesso abbia trascinato la sua esistenza fino agli anni '50).
Arrosti di cervo, creme di funghi, gnocchetti in salsa di capriolo..
Profumi di mitteleuropa che, commosso per la scoperta, ho ritenuto giusto fotografare tra i colchici, fiori che annunciano la fine dell'estate e l'arrivo dell'autunno.
Tutto è perfetto, dalle case piene di fiori ai prati che sembrano dipinti in cui non un albero, una staccionata, un filo d'erba è disposto a caso.
Fanno eccezione pochissimi, vecchi, grandi edifici termali costruiti per la nobiltà austroungarica e rimasti, dopo il crollo dell'impero (1918) privi di scopo.
Così, a S. Candido, le Terme dell'imperatore (Francesco Giuseppe) e, in quella perla che è la laterale val di Braies, i Bagni di Braies Vecchia.
Un complesso poderoso e abbandonato che i turisti lasciano sulla sinistra, senza degnarlo di uno sguardo, per mete più spettacolari, come Prato Piazza o il celeberrimo lago di Braies.
Proprio dai ruderi dei Bagni è cominciato il mio giro.
Posto una visione d'insieme, a far da contorno a un quadernetto di pelle, trovato tra i ruderi, le cui pagine ingiallite erano vergate a stilografica con la descrizione di fantastici menù bilingue (presumo che il complesso abbia trascinato la sua esistenza fino agli anni '50).
Arrosti di cervo, creme di funghi, gnocchetti in salsa di capriolo..
Profumi di mitteleuropa che, commosso per la scoperta, ho ritenuto giusto fotografare tra i colchici, fiori che annunciano la fine dell'estate e l'arrivo dell'autunno.