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Seguendo Le Orme Dei Pionieri Della Fotografia::
Un primo calotipoa
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enrico
Messaggio: #401
Cari amici, EUREKA!

ho appena ritirato la camera oscura, dopo otto ore di esposizione, ed ho immerso il cartoncino in acqua fredda per un paio di minuti. Sembrava non succedesse niente ma, per essermi cimentato con la gomma bicromatata anche nel passato, sapevo che occorreva aver pazienza. Un sottile dubbio però mi infastidiva: "Troppa esposizione, vista la giornata assolata, ha reso insolubile tutta l'emulsione?".

Ho tolto delicatamente il cartoncino, ho sostituito l'acqua della vaschetta (non potevo vedere che colore aveva perché ero in luce rossa) con acqua tiepida e vi ho immerso di nuovo il cartoncino a faccia in su.

L'emulsione ha iniziato a dare segni di vita: qualcosa ha iniziato ad agitarsi, a venir via e... ed è comparsa una immagine nitida, perfetta, ben contrastata. Una immagine negativa, marrone sul fondo giallino del cartoncino per acquerello.

Ora è ad asciugare. Abbiate pazienza, stasera ve lo mostro smile.gif
Enrico
davidebaroni
Messaggio: #402
WHOPEE!!

Restiamo in attesa! smile.gif
enrico
Messaggio: #403
Eccola qui.
L'originale:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

e la conversione in positivo:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Non mi resta a questo punto che produrre una eliografia direttamente positiva. Provai tempo fa col cartoncino nero, ma non è adatto, molto meglio la carta per acquerelli.
Vi stenderò sopra una emulsione bianca. Dopo lo spoglio, vedrò di colorare in nero, per immersione nel colorante, le parti scoperte. D'altra parte, Niepce cercava di scurire il metallo su cui stendeva il suo bitume di Giudea, sottoponendolo ai vapori di iodio. Ed è grazie a questa sua idea, evidentemente ripetuta da Daguerre sulle lastre argentate, che questi scoprì la sensibilità alla luce degli alogenuri (in questo caso lo ioduro) d'argento.
Se il risultato sarà soddisfacente, potrò considerare conclusa questa esperienza sull'eliotipo e passare avanti.
Vista l'epoca remota che stiamo rivivendo assieme (siamo praticamente agli albori della Fotografia), mi sembra opportuno riportarvi delle righe che riprendo da un libro che sto leggendo (Ando Gilardi - "Meglio ladro che fotografo"), dove è espresso, in maniera ironica e paradossale, un concetto fondamentale che mi ha fatto riflettere sul significato della fotografia o, almeno, su di uno dei suoi significati, di cui nessuno più si ricorda:

"Daguerre e poi Herschel, Talbot e gli altri non hanno inventato la Fotografia: ai tempi loro era già secolare. Hanno inventato un procedimento per renderla stabile, per poterla togliere dalle camere obscure e portarla dove si desidera.
Ora, per poter prendere la fotografia, toglierla da dove si forma e viveva, dal fondo delle scatole con l'occhio di vetro, bisognava imbalsamarla con sali d'argento e altri unguenti assai fetidi chiamati sviluppo, fissaggio, gelatina, collodio... Insomma si trattava di uccidere la bella immagine effimera che sorgeva e tramontava con il sole".
Osservando il mio eliotipo e riflettendo su queste parole, lo vedo con occhio nuovo.
Un saluto
Enrico
davidebaroni
Messaggio: #404
Ottimo, Enrico! smile.gif

E grazie per la citazione di Gilardi... l'unico, o almeno il principale motivo per cui compravo Photo. Ironia e cultura coniugati insieme sono una miscela esplosiva... biggrin.gif

Se trovassi il suo vecchio pezzo sulle "lire per millimetro" come parametro di valutazione degli obiettivi... wink.gif

Una visione interessante e, come spesso gli succedeva, "controcorrente", quella di Gilardi.
In effetti, la "fotografia", in un certo senso, è vecchia quanto l'occhio. E la fotografia con la "camera obscura", col foro stenopeico, o qualche procedimento simile, é probabilmente vecchio di millenni.

Ma il procedimento per fissare l'immagine disegnata dalla luce... Beh, quella è davvero storia "recente".

Attendo con pazienza la prossima tappa di questo meraviglioso viaggio nel tempo. smile.gif

Davide
perrins
Messaggio: #405
QUOTE(enrico @ Jul 12 2007, 05:42 PM) *

Cari amici, EUREKA!


E noi siamo qui, a condividere la tua gioia! smile.gif

Complimenti per la macchina del tempo, sono sicuro che potrà regalarti tante emozioni!

;-) Spettacolo l'eliografia. Io direi di cominciare a raccogliere molto bene il materiale e prendere molto bene appunti su quello che si svolge... uscirà un gran lavoro
apeiron
Nikonista
Messaggio: #406
QUOTE(enrico @ Jul 12 2007, 09:34 PM) *



"Daguerre e poi Herschel, Talbot e gli altri non hanno inventato la Fotografia: ai tempi loro era già secolare. Hanno inventato un procedimento per renderla stabile, per poterla togliere dalle camere obscure e portarla dove si desidera.
Ora, per poter prendere la fotografia, toglierla da dove si forma e viveva, dal fondo delle scatole con l'occhio di vetro, bisognava imbalsamarla con sali d'argento e altri unguenti assai fetidi chiamati sviluppo, fissaggio, gelatina, collodio... Insomma si trattava di uccidere la bella immagine effimera che sorgeva e tramontava con il sole".
Osservando il mio eliotipo e riflettendo su queste parole, lo vedo con occhio nuovo.
Un saluto
Enrico


Suggestioni sempre di grande interesse, Enrico.
Certo. Da questo punto di vista anche la fotografia fa parte, come le tecniche che l'hanno preceduta, della lunghissima storia della rappresentazione, più o meno fedele, del reale.
Però, fin da subito, la fotografia pare aver scoperto (per fortuna...?) una vocazione diversa e mai completamente riconosciuta. "Il fotografo -ha scritto Italo Zannier- più di altri operatori visivi, si è posto ansiosamente, (...), ilproblema dell'artisticità del suo prodotto (...)". E' un problema tuttora aperto, più che mai, io credo. Purché, con "artisticità", non si voglia intendere per forza, come spesso accade, la sola rappresentazione di se stessi.
Scusa se sono uscito dal seminato. Ma la colpa è tua. Sei tu che dai il "la", come sempre. smile.gif
Apeiron
enrico
Messaggio: #407
Davide, lire per millimetro è tutto un programma. Se lo trovi, faccelo leggere. Grazie per il Whopee. Testimonia il tuo entusiasmo. Mi vedo in una carrozza al galoppo su di una strada polverosa, con te e tutti gli altri amici al fianco a scherzare ed a conversare in allegria, in un tempo lontano.
Marcelus, ho anch'io un retroilluminatore per scanner, ma non l'ho usato quasi mai. Ritengo che la luce di un lampeggiatore, regolabile come quella di un SB 800 e l'incisività del 60 mm macro, siano l'ideale. Posterò poi qualche risultato.
Pietro, la tua amicizia e la tua simpatia sono preziose.
Apeiron, risentirti è sempre un gran piacere. Le tue riflessioni non sono mai OT, ma profonde e stimolanti.
Un saluto a tutti
Enrico
enrico
Messaggio: #408
Cari amici,
a proposito dell'eliografia e di Niepce, vi faccio un regalo: un libricino di 17 pagine su di lui, è del 1861. E' in francese.
A presto
Enrico
File allegati
File Allegato  Niepce.pdf ( 277.97k ) Numero di download: 233
 
enrico
Messaggio: #409
Ho preparato il cartoncino per l'eliografia che esporrò domani e che, se viene bene, potrebbe essere l'ultima.
Ho fissato con le solite mollette il cartoncino per acquerelli ad una tavoletta di compensato. Questa volta l'ho passato prima col pennello bagnato in acqua distillata. Ho poi preparato l'emulsione col pigmento bianco stemperato in qualche goccia di acqua distillata, cui ho aggiunto la gomma arabica. Dopo aver mescolato il tutto con una spatola per alcuni minuti, vi ho aggiunto un po' della soluzione satura di bicromato di potassio. Ho continuato a mescolare il tutto. Poi l'ho steso a pennello sul cartoncino che, pur essendo ancora umido, non presentava segni di baganto in superficie. La stesa è risultata perfetta. Mai era venuta così.
A domani.
Enrico

p.s. una piccola riflessione. Col digitale e la pellicola, il mio riferimento per gli approvvigionamenti è sempre stato il fotonegoziante.
Mai prima d'ora mi era capitato di dovermi recare, per realizzare le mie "fotografie", al negozio di belle arti, a quello di ferramenta, di generi alimentari, in falegnameria e dal vetraio laugh.gif
perrins
Messaggio: #410
QUOTE(enrico @ Jul 13 2007, 09:53 PM) *

Mai prima d'ora mi era capitato di dovermi recare, per realizzare le mie "fotografie", al negozio di belle arti, a quello di ferramenta, di generi alimentari, in falegnameria e dal vetraio laugh.gif


beh, qualcuno ad alimentare la passione per la fotografia ci deve sempre essere no? biggrin.gif

aspettiamo l'esito dell'eliografia!
enrico
Messaggio: #411
Cari amici,
il vero grande merito di Niepce, non è tanto di aver prodotto tramite la camera oscura, quella che è considerata "la prima fotografia", visto che quello del bitume di giudea era un vicolo cieco. A mio avviso (ed è l'opinione di molti storici della fotografia), sono stati i progressi e le scoperte di Daguerre a farla partire. Il suo grande merito, di cui poco si parla (fin'ora solo Ando Gilardi lo ha puntualizzato a dovere nella sua "Storia sociale della Fotografia") è stata l'invenzione della fotoincisione, che ha rivoluzionato il modo di produrre le matrici per la stampa.
Non potevo quindi, per onorare a dovere questo grande personaggio, non sperimentare la produzione di una matrice o, per lo meno, i passaggi iniziali.
Isidore, figlio di Josheph-Nicéphore Niepce, ricordava che il padre nel 1826, - cito testualmente - "stese su una lastra di peltro ben pulita del bitume di Giudea sciolto in olio animale di Dippel. Su questa vernice collocò l'incisione da riprodurre, dopo averla resa traslucida, ed espose il tutto alla luce. Trascorso un certo tempo, immerse la lastra in un solvente che, a poco a poco, fece apparire l'immagine, fino allora invisibile.
Dopo queste operazioni, per renderla adatta all'incisione, la immerse in acqua più o meno acidula. Mio padre mandò la lastra all'incisore Lemaitre, chiedendogli di contribuire con la sua abilità a incidere il disegno più profondamente. Monsieur Lemaitre acconsentì con molta gentilezza alla richiesta di mio padre, e tirò diverse prove del ritratto del cardinale d'Amboise.."

In pratica, Niepce prese una stampa che riproduceva il cardinale, la unse con olio per renderla trasparente e la pose a contatto con una lastra ricoperta di bitume. Espose poi il tutto alla luce del sole. La luce rendeva insolubile il bitume attraverso le parti bianche. I tratti neri, invece, proteggevano il bitume che restava solubile. Trattando la lastra con un solvente, questa rimaneva protetta dallo strato di bitume, tranne nelle parti corrispondenti al disegno che venivano via. Un bagno nell'acido nitrico (acquaforte) incideva la lastra in corrispondenza dei tratti scoperti. A quel punto era sufficiente asportare tutto lo strato, inchiostrare la lastra e passarla con una racletta. L'inchiostro restava nei solchi. Pressando la lastra su di un foglio di carta, si riproduceva il disegno.
Niepce così aveva sostituito il sole alla mano dell'artista. In precedenza infatti, le lastre rivestite con bitume di Giudea, venivano incise col bulino da abili artigiani.
Riporto in fondo la stampa originale del cardinale d'Amboise e la riproduzione di Niepce.
E veniamo a noi.
Ho riprodotto su di un foglio di carta una immagine della "xxx della melagrana" di Raffaello Sanzio (matita su cartone) e ne ho eliminato i mezzi toni, trasformandola "al tratto" come se si trattasse di un'incisione.
Ho poi unto con olio (non vi dico la marca biggrin.gif ) mediante un batuffolo di cotone il foglio, per renderlo traslucido, e l'ho posto a contatto con un cartoncino trattato nel solito modo (colore bianco in polvere, gomma arabica, bicromato), sistemando il sandwich nel torchietto sotto una lastra di vetro ed esponendo al sole per 10 minuti:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Solito sviluppo in acqua, ed ecco il risultato:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

L'intenzione era quella di colorare di nero per immersione le parti scoperte. La cosa però non è riuscita, probabilmente perché è restato, anche nelle parti spogliatesi dall'emulsione, un sottile strato impermeabile. Ho spennellato del nero di china sul dorso nella speranza di tingere il foglio dal retro. Ma è chiaro che dovrò ripetere la prova.

Contemporaneamente, ho estratto il cartoncino dalla camera oscura che era in esposizione dalle otto e trenta di questa mattina. Ora è ad asciugare. Ve lo mostro ancora umido. Compare una specie di bassorilievo formato dall'emulsione indurita. L'immagine c'è, ma temo che incontrerò le stesse difficoltà per annerire le parti scoperte.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

--
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enrico
Messaggio: #412
Per Marcelus, che mi chiedeva di tenerlo aggiornato, ecco lo stato di avanzamento dei lavori della "macchina del tempo". Nemmeno un chiodino, solo incastri e colla.
Un saluto a tutti
Enrico
Anteprima(e) allegate
Immagine Allegata

 

File allegati
File Allegato  visore_riproduttore.pdf ( 85.93k ) Numero di download: 216
 
perrins
Messaggio: #413
QUOTE(enrico @ Jul 15 2007, 10:07 AM) *

Per Marcelus, che mi chiedeva di tenerlo aggiornato, ecco lo stato di avanzamento dei lavori della "macchina del tempo". Nemmeno un chiodino, solo incastri e colla.


ohmy.gif complimenti per il lavoro: sia la "progettazione virtuale" che la realizzazione artigiana sono lodevolissime !!
enrico
Messaggio: #414
La "macchina del tempo" è completa. Domattina salgo in soffitta a prendere i negativi ed inizio a digitalizzarli.
Per l'eliografia, l'immersione nel colorante nero non funziona. Sto sperimentando un'altra strada: ho dipinto di nero con l'inchiostro di china un cartoncino per acquerelli, l'ho rivestido di gomma arabica sensibilizzata ed ho esposto il tutto alla luce perchè questa prima emulsione divenga insolubile. Una volta asciutta, vi ho passato a pennello una seconda emulsione, bianca. Domani rimetto in funzione la camera oscura.
ENrico
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enrico
Messaggio: #415
Ci vorrebbe un altro Eureka! smile.gif
Ho ripetuto l'esposizione della stampa della "Madon na del melograno", in due tentativi. Il primo mi è servito per stabilire il tempo di posa ottimale ed il tempo di permanenza in acqua. Del secondo posso essere pienamente soddisfatto.
Vi mostro la stampa che mi è servita da matrice, stampa su carta resa traslucida mediante olio. E' incredibile come, una volta asciutta, avesse lo stesso aspetto della "carta da lucidi" che si usa per i progetti:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Dopo tre minuti di esposizione nel torchietto in pieno sole, ho ottenuto questo:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Se, anzichè di cartoncino, il supporto fosse stato di metallo, avrei potuto trattarlo con l'acido nitrico ed avrei avuto una matrice per la stampa. Non riprodurrò questo percorso, visto che il nostro cammino riguarda la fotografia e non la stampa, ma a questo punto la cosa non sarebbe troppo difficile.
Ho provato a simulare l'effetto che avrei ottenuto stampando una analoga matrice metallica inchiostrata con inchiostro tipografico, convertendo l'immagine sopra in scala di grigio ed invertendone i toni mediante Photoshop.
Questo è il risultato che a me sembra eccezionale:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

A domani
Enrico
Fabio_Porcelli
Messaggio: #416
Ho letto tutto stasera. Ho potuto seguire i tuoi progressi e sono stupefatto. Complimento per la costanza per la curiosità e la capacità di superare gli imprevisti.
Grazie.
Fabio.
enrico
Messaggio: #417
QUOTE(Tursiope @ Jul 17 2007, 12:04 AM) *

Ho letto tutto stasera. Ho potuto seguire i tuoi progressi e sono stupefatto. Complimento per la costanza per la curiosità e la capacità di superare gli imprevisti.
Grazie.
Fabio.

Grazie a te Fabio.
Enrico
davidebaroni
Messaggio: #418
ohmy.gif
Questa è la meraviglia di questo thread... Sono stato via quattro giorni, e al ritorno trovo questa "sorpresa".... ohmy.gif

Enrico, hai perfettamente ragione a dire che il risultato è eccezionale. Almeno secondo me lo è, eccome.

Che viaggio... Sono felicissimo di poterlo "condividere" con te, anche se solo come "osservatore".

grazie.gif

Davide
danighost
Nikonista
Messaggio: #419
E' un po' che non intervengo, ma non vuol dire che non sto viaggiando con voi (di natura sono un ragazzo silenzioso), volevo esporre il mio dubbio.
Seguendo le varie tracce storiche (e qui correggimi Enrico), mi sembra di aver capito che il processo fotografico sia partito dalla duplicazione di stampe, magari in maniera empirica, con successivo passaggio a sensibilizzare un prodotto trasparente (e negativo), per poi sensibilizzare e portarlo in positivo un supporto cartaceo (quasi una seconda foto).

Ho scritto in maniera sintetica, ma vorrei capire hmmm.gif ,perchè se c'è un tracciato storico delle varie fasi in questa discussione me lo sono perso, ma inizio ad avere un po' di confusione, soprattutto quando Enrico hai scritto: "Non riprodurrò questo percorso, visto che il nostro cammino riguarda la fotografia e non la stampa, ma a questo punto la cosa non sarebbe troppo difficile". Sono andato un po' in confusione, pensavo che i due saspetti fossero correlati.

Se non sono stato chiaro ditemelo pure.
enrico
Messaggio: #420
QUOTE(danighost @ Jul 17 2007, 11:09 AM) *

Seguendo le varie tracce storiche (e qui correggimi Enrico), mi sembra di aver capito che il processo fotografico sia partito dalla duplicazione di stampe, magari in maniera empirica, con successivo passaggio a sensibilizzare un prodotto trasparente (e negativo), per poi sensibilizzare e portarlo in positivo un supporto cartaceo (quasi una seconda foto).

Ho scritto in maniera sintetica, ma vorrei capire hmmm.gif ,perchè se c'è un tracciato storico delle varie fasi in questa discussione me lo sono perso, ma inizio ad avere un po' di confusione, soprattutto quando Enrico hai scritto: "Non riprodurrò questo percorso, visto che il nostro cammino riguarda la fotografia e non la stampa, ma a questo punto la cosa non sarebbe troppo difficile". Sono andato un po' in confusione, pensavo che i due saspetti fossero correlati.

Se non sono stato chiaro ditemelo pure.


Il sogno dei protofotografi è sempre stato quello di rendere permanente l'immagine effimera della camera oscura. Per raggiungere questo obiettivo si sono percorse le vie della chimica, visto che la parte ottica era già ad ottimi livelli: le camere ottiche erano da tempo in uso presso i disegnatori ed i pittori.
Poiché la luce che penetrava nella camera oscura era molto tenue, i primi tentativi andarono incontro a fallimenti.
Per esempio, Thomas Wedgwood tentò inutilmente, utilizzando le camere ottiche che venivano usate nell'impresa di famiglia (il padre era un famoso ceramista inglsese) per fare disegni di case di campagna da riprodurre a mano sul vasellame.
Wedgwood usava il nitrato d'argento su carta e su cuoio. L'azione della luce sul nitato d'argento era nota in seguito agli esperimenti del medico tedesco Schultze. Wedgwood si limitò quindi a fare quelli che noi oggi chiameremmo "fotogrammi" e che mi divertivo a fare anch'io da piccolo, ponendo sassolini, foglie e piume sulle carte scadute che mio padre mi regalava.
Niepce ebbe miglior fortuna. Ma all'inizio, i suoi esperimenti riguardavano la litografia.
Nel 1815 la litografia venne introdotta in Francia e Niepce pensò di sostituire le pesanti lastre di pietra Solenhofen usate dal suo inventore, Aloys Senefelder, con lastre di peltro. Per i suoi esperimenti gli occorrevano dei disegni ma, poichè non ne era capace, pensò di produrli per mezzo della luce.
Solo successivamente pensò di far uso della camera oscura.
D'altra parte Ando Gilardi, nella sua Storia sociale della Fotografia, pone l'accento più volte sul legame fra stampa e fotografia.
Se ci rifletti, le immagini che ci passano sotto gli occhi (ad esclusione della TV e di Internet), sono per la stragrande maggioranza ad inchiostro, prodotte cioé tramite i processi di stampa. Solo una piccola percentuiale sono immagini argentiche.
La fotografia ha quindi rivoluzionato l'arte della stampa che, prima di Niepce, richiedeva operazioni esclusivamente manuali e l'opera di valenti disegnatori. Non trovo più, purtroppo, una raccolta di giornali di mio nonno, rilegati, della seconda metà dell'800 dove tutte le immagini sono incisioni fatte a mano.
La storia della Fotografia e quella della stampa quindi si intrecciano.
Io sto ripercorrendo quella della prima.
Spero di aver risposto ai tuoi dubbi. Se nonl'ho fatto, chiedi pure.
Intanto grazie per essere con noi.
Davide, le cose hanno valore non tanto per quello che sono, quanto per quello che rappresentano. Nel mio caso la riproduzione della Mad onna della melagrana rappresenta il raggiungimento di un obiettivo.
Questa mattina ho messo in moto il riproduttore di negativi appena finito di costruire ed ho sceso la scatola nella quale, per fortuna, tanti anni fa volli raccogliere i negativi di mio padre.
Che emozione! Ho la schiena a pezzi, ma sono contento. Quanti ne sono!
All'inizio ho avuto quasi un moto di sconforto al vedere il lavoro che mi aspetta, ma sono sicuro che, quando avrò finito di digitalizzarli tutti, mi sembreranno pochi.
In soffitta ho trovato un cartoncino con una poesia che mio nonno dedicava alla sua fidanzata, nonna Anna. E' datata 1901!
Ora sto aprendo una scatola di negativi sulla quale mio padre ha scritto "Franca da fidanzata". Franca è mia madre.
Puoi capire che valore hanno per me questi pezzi di vetro e di celluloide, specie ora che i miei non ci sono più.
Ma ad ogni scatto, è come se li riavessi per un po'.
Buona giornata a tutti
Enrico
Gianni_Casanova
Messaggio: #421
QUOTE(enrico @ Jul 17 2007, 01:58 PM) *

...Ma ad ogni scatto, è come se li riavessi per un po'.
Buona giornata a tutti
Enrico


Pollice.gif Enrico....sei grande,
Gianni
danighost
Nikonista
Messaggio: #422
Quto quello che ha quotato Gianni, credo che così facendo sia un'opera di ringraziamento verso i tuoi genitori, io sarei fiero di avere un figlio come te, e nonstante posso essere tranquillamente essere tuo figlio (ho 28 anni), lavoro in una casa di riposo, e tutti i giorni vedo come i figli si comportino con i genitori. Ma qui si va OT.

Invece grazie.gif per per la scaletta storica, mi ha chiarito alcuni passaggi del tuo lavoro.
enrico
Messaggio: #423
Grazie Gianni, grazie Danighost.
Qualche immagine:
- la "macchina del tempo" in funzione.
- una scatola di mezza dozzina di lastre Cappelli 13 x 18
- una scatola di una dozzina di lastre 6,5 x 9 ed una scatola in cartone di negativi 35 mm
Notate come non ci sia indicata la sensibilità ma si parli di "media rapidità" e di "extra rapide", e di come si parli di dozzine; oggi si direbbe solo 12 lastre o 6 lastre.
A proposito, mi sono sempre chiesto perché la dozzina. La decina dipende dal numero delle nostre dita, ma la dozzina? Perché non allora la "quindicina", o la "diciottina"?. E' chiaro che ci deve essere una ragione culturale. Chiesi anche a dei professori dell'università che ho frequentato, ma nessuno ha mai saputo darmi risposta, fino a che...
mia cognata mi regalò ad un compleanno la "Storia universale dei numeri" ed allora venni a capo del mistero:
quando la scrittura era privilegio di pochi (parlo di epoche remote in cui gli scribi erano appannaggio dei re), i calcoli i mercanti li facevano sulle dita. Il pollice serviva da indicatore, appoggiandosi via via sulle falangi delle altre dita che, per ogni mano, sono 12. Ogni volta che si raggiungeva una dozzina (una mano), il pollice dell'altra mano portava il segno sulle rispettive falangi: 12, 24, 36...
Esisteva una procedura, che non ricordo, per fare delle operazioni aritmetiche utilizzando le dita. Sul testo si dice che questo sistema è ancra utilizzato da qualche popolazione di mercanti nomadi.
Ma tornando alla fotografia:
- alcune lastre sono all'interno di una carta rossa, mi pare si chiamasse "alla celloidina", retaggio di un tempo precedente al pancromatismo.
- uno dei "prodotti" della mia "macchina del tempo": zio Michelino, fratello di nonno e medico condotto.
Si pensa che la fotografia abbia valore solo quando ha intenzioni artistiche e ci si dimentica che il suo grande vantaggio sulla pittura è proprio quella di riportarci, se pure con qualche limite, un pezzo di realtà. Ogni negativo è uno spiraglio che si apre per un istante nel passato e ce ne rivela un frammento. Solo per questo, la Fotografia è straordinaria.
L'ultimo tentativo eliografico non è andato a buon fine.
A presto
Enrico

--

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danighost
Nikonista
Messaggio: #424
Bè direi che zio Michelino porta bene gli anni.
enrico
Messaggio: #425
Questa mattina ho provato a rifare una eliografia che riproducesse le luci in bianco. Ieri sera ho spalmato su di un vetro una emulsione di gomma bicromata e pigmento bianco. Dopo una esposizione di 10 ore, ho estratto la lastra, ma il risultato è stato negativo (non in senso fotografico smile.gif ) Una parte di emulsione si è sfaldata subito, prima dell'immersione in acqua e non c'era la minima traccia di immagine. Il vetro quindi non va bene. L'esperimento è riuscito quando ho usato il trasparente per getto d'inchiostro e poi, ma con i toni in negativo, tutte le volte che ho usato il cartoncino per acquerelli.
Continuerò a provare, ma intanto credo che proseguirò oltre, facendo un salto in aventi e tornando all'albumina, utilizzando in maniera completa la ricetta di Le Gray, visto che ho il bromuro. Certo, la posa di qualche minuto, mi sembrerà extrarapida.
Un saluto
Enrico
 
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