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Seguendo Le Orme Dei Pionieri Della Fotografia::
Un primo calotipoa
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davidebaroni
Messaggio: #301
Carino lo "sbattitore"... Ma non facevi prima ad usare un normale sbattiuova elettrico, di quelli con le fruste in acciaio? ohmy.gif

Enrico, non passa giorno che la mia ammirazione per quello che stai facendo non cresca. smile.gif

Ti seguo ogni giorno, come immagino tanti altri, e mi faccio vivo solo ogni tanto... ma continuo ad essere incredibilmente affascinato da questa tua "impresa". smile.gif

grazie.gif
Davide

Messaggio modificato da twinsouls il Apr 30 2007, 08:29 AM
enrico
Messaggio: #302
QUOTE(twinsouls @ Apr 30 2007, 09:28 AM) *

Carino lo "sbattitore"... Ma non facevi prima ad usare un normale sbattiuova elettrico, di quelli con le fruste in acciaio? ohmy.gif



Ciao Davide,
sai, non voglio utilizzare, per principio, attrezzatura di cucina per i miei "intrugli". Anche se lo ioduro di potassio non è tossico, preferisco avere sul bancone tutto ciò che mi occorre ed usarlo esclusivamente per la fotografia. Oltretutto, così non invado il "territorio" di mia moglie... che così è più facilitata a sopportarmi biggrin.gif . E' una battuta, mi sopporta senza problemi.
E poi, mi diverte ideare oggetti e costruirli.
Un saluto
Enrico
enrico
Messaggio: #303
Ho preparato un regolo, seguendo le indicazioni di Le Gray, per "raschiare" l'albumina dalle lastre di vetro, in maniera di lasciarne uno spessore uniforme. Le Gray suggerisce di sistemare, ai due lati di un regolo di vetro, delle striscette di carta che creino lo spazio appropriato. Però nel suo testo non fornisce alcuna indicazione su tale spessore. Ho deciso per uno spessore di un millimetro, considerando anche un certo ritiro dell'albumina durante la fase di asciugatura. E' una base di partenza, poi si vedrà.
Intanto ho anche preparato una soluzione satura di ioduro di potassio.
Infatti, ho qualche perplessità sui numeri di Le Gray (il testo è una copia dattiloscritta e chi ha provveduto alla trascrizione potrebbe anche aver letto male). Si parla di 183 grammi di chiare d'uova in cui sciogliere 7 gr di ioduro di potassio, 2 gr di bromuro ed 1 gr di cloruro.
La sommatoria fa 193 grammi. La cosa mi sembra strana perché generalmente nelle formulazioni si tende a fare cifra tonda.
Niepce nipote, il primo ad aver sperimentato l'albumina, parla di 2 o 3 chiare d'uova cui aggiungere da 12 a 15 gocce di una soluzione satura di ioduro di potassio. Credo inizierò con le indicazioni di quest'ultimo.
Enrico
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perrins
Messaggio: #304
QUOTE(twinsouls @ Apr 30 2007, 09:28 AM) *

Carino lo "sbattitore"... Ma non facevi prima ad usare un normale sbattiuova elettrico, di quelli con le fruste in acciaio? ohmy.gif


ehehehehe e secondo te nell'800 esistevano? smile.gif beh forse neanche l'avvitatore, ma enrico non smetterà mai di stupirci con le sue costruzioni!
ricordo che in montagna una volta in assenza dello sbattiuova ho montato 6 chiare con una forchetta per una sacher rolleyes.gif (il segreto della sacher sono le chiare MOLTO ben montate, e infatti non venne nulla di che)
la volta dopo andai ad acquistare il caro buon vecchio sbattitore a manovella! wink.gif costa poco e rende bene

incredibile il regolo
attendiamo novità!
danighost
Nikonista
Messaggio: #305
Enrico non smetti mai di stupirci, sei un vulcano d'idee. guru.gif

Sto facendo la danza del sole perchè venga solo in Abruzzo. laugh.gif

Attendiamo i tuoi risultati.
enrico
Messaggio: #306
Cari amici,
intanto che aspettiamo il sole, ho sbattuto l'albume di due uova con 21 gocce di soluzione satura di ioduro di potassio e qualche goccia di soluzione di cloruro di sodio. L'avvitatore si è dimostrato poco adatto, dato il basso numero di giri. Ho così continuato a mano, utilizzando solo la "forchetta" di legno. Non mi dispiace, perché così è tutto più aderente alla Storia. La mousse riposerà per una notte e domattina preparerò carte e vetri. Vi farò sapere.
Enrico
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enrico
Messaggio: #307
Ho appena terminato la seconda fase: ho preparato i vetri e le carte. Ora sono ad asciugare e nel pomeriggio dovrò far coagulare l'albumina col calore. Per le carte userò un ferro caldo. Per il vetro forse la fiamma del gas. Il timore è che si spacchino.
Per la stesa sul vetro non ho avuto problemi. Li ho puliti con carta da cucina ed alcool etilico, poi ho versato l'albumina prelevandola con un contagocce. Si sono formate delle bolle, ma le ho "risucchiate" una per una con lo stesso contagocce. Ho passato il regolo, ma la stesa è risultata abbastanza regolare. Se il vetro è ben orizzontale, la gravità e la tensione superficiale fanno il resto.
Per la carta è stato più difficile. Ho iniziato a ricoprirne una con la stessa tecnica del vetro, ma poi ho seguito il metodo di Le Gray. Il problema è che con la carta è molto difficile eliminare le bollicine che si formano in maggior numero e si presentano in fitti aggregati di piccole dimensioni, anche al di sotto del millimetro. Ho preparato 4 vetri e 7 cartoncini. Di questi, 5 del tipo per acquerelli, 2 con cartoncini di diverso tipo.
E dire che, vista la quantità delle due chiare nel barattolo, pensavo riuscissi a ricoprire solo qualche vetro.
Vi allego qualche immagine.
Un saluto
Enrico

Nella foto "sgocciolare", l'altra mano ha provveduto a reggere la macchina ed a scattare.


Il cielo è sempre coperto. Sembra però che l'albumina, una volta coagulata, si conservi a lungo.
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enrico
Messaggio: #308
Continuo a relazionarvi.
Ho passato con il ferro da stiro ben caldo i cartoncini albuminati, interponendovi un foglio di carta bianca. Nella foto, quello a sinistra è il primo: ho insistito evidentemente troppo ed è un po' "arrostito". Ma mi è servito per aggiustare il tiro. Gli altri sono come quello a sinistra.
Il cartoncino da disegno liscio non è ancora completamente asciutto, ma presenta una superficie vellutata, come una carta da stampa di oggi.
L'albumina su vetro non è ancora asciutta, a causa del supporto non assorbente.
Un saluto
Enrico
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perrins
Messaggio: #309
Complimenti Enrico, che perfezione! smile.gif
Anche il 1o maggio non ti fermi un secondo
chissà che emozione accarezzare la carta albuminata...
enrico
Messaggio: #310
QUOTE(perrins87 @ May 1 2007, 06:35 PM) *

Complimenti Enrico, che perfezione! smile.gif
Anche il 1o maggio non ti fermi un secondo
chissà che emozione accarezzare la carta albuminata...

L'emozione più bella sarà se riuscirò ad ottenere immagini di qualità Pietro. Ho fiducia nel vetro. A vederlo, lo strato di albumina che si va consolidando, è uniforme e trasparente. Se tutto andrà bene, credo che il dettaglio sarà sensibilmente superiore a quello ottenuto fin'ora. Sul piano chimico, devo vedere di procurarmi il bromuro di potassio.
Se gli esperimenti con il vetro dovessero risultare positivi, proverò a stamparli su carta albuminata col processo negativo-positivo.
La strada da percorrere è ancora lunga, per fortuna. Alla fine di essa, quando questa avventura sarà giunta al termine, credo che alla soddisfazione del percorso compiuto si aggiungerà un velo di tristezza. Dover scendere dalla carrozza...
Enrico
davidebaroni
Messaggio: #311
Tranquillo, Enrico, la storia della fotografia è lunga, e se vuoi ripercorrerla tutta ci vorrà del tempo. smile.gif
Voglio vederti arrivare a fare l'FP4 e la Velvia... e i sensori digitali! wink.gif

Per ora però mi stragodo questo viaggio nel tempo... E' di gran lunga la cosa più interessante che ho letto sul Forum da sempre. Ed è anche una cosa che mi fa riflettere molto... sul rapporto che abbiamo con la fotografia, ad esempio, e su quello che dovevano avere questi primi inventori-fotografi. E anche sulla tecnica, sulle conoscenze necessarie, sulla passione e il tempo e la curiosità e la scoperta e le cose che diamo per scontate e la tecnologia e quello che le deleghiamo e... smile.gif

C'è così tanto, in questo tuo lavoro, e così tanto altro ad esso collegato.

Di nuovo, grazie.gif

Davide
enrico
Messaggio: #312
QUOTE(twinsouls @ May 1 2007, 11:16 PM) *

Ed è anche una cosa che mi fa riflettere molto... sul rapporto che abbiamo con la fotografia, ad esempio, e su quello che dovevano avere questi primi inventori-fotografi.


Ciao Davide,
è vero, il rapporto che abbiamo con la Fotografia diviene diverso, se lo agganciamo alla storia, al suo divenire.
Io ho riprovato lo stupore di quando ne feci conoscenza da bambino; non di quando vedevo le foto che mio padre ci faceva nelle varie occasioni (erano immagini già complete, finite, di cui non avevo vissuto la genesi), ma di quando mi regalò delle carte 6 x 9 vergini ed io mi divertivo a ricoprirle di oggetti e ad esporle al sole.
Un saluto
Enrico
enrico
Messaggio: #313
Cari amici,
questa mattina, mentre aspettavo che le figlie si preparassero per la scuola, seguendo quanto letto sul "Traité pratique de Photographie sur papier et sur verre" di Gustave Le Gray:

"Si lasciano in seguito seccare le lastre di vetro in posizione orizzontale, tenendole a riparo dalla polvere. Quando lo strato si è seccato mettete le lastre di vetro ad una temperatura da 70 a 90 gradi; ciò che fate sia davanti a un fuoco ardente, sia rinchiudendole in una bacinella di cuoio argentata, munita di un coperchio, che mettete al di spora della bacinella d’acqua che bolle da me descritta alla quarta operazione del negativo. L’azione del calore fa screpolare lo strato di albumina che diviene allora perfettamente insolubile e pronta a ricevere l’azione dell’aceto-nitrato d’argento. i vetri così preparati possono conservarsi indefinitamente."

Non accendendo più da qualche settimana il caminetto, ho passato i vetri per 10 - 15 secondi sulla fiamma del gas, tenendoli ad una quindicina di centimetri e muovendoli continuamente.
Allego l'immagine dei 5 vetri pronti a ricevere il bagno di nitrato d'argento e due particolari dove si vedono le particolarissime screpolature provocate sull'albumina dal calore.
Un saluto (ma come si salutava nell'800?)
Enrico

e la terza:
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perrins
Messaggio: #314
Che belle immagini, e che bei racconti smile.gif Sembra di essere accanto a te mentre con grande perizia fai passare le lastre sul fuoco!

Ora mi sto preparando a queste due settimane di esami, ma quando le finisco ho una piccola sorpresa per te: domani rinnovo il mio spazio web, volevo creare un form per l'upload di tutto il materiale che vorrai, se ti può ancora servire un deposito virtuale! (sai com'è... qui nella metropoli nessuno ha il classico "garage con banco da lavoro" quindi lo spazio che ti posso offrire è virtuale!)
enrico
Messaggio: #315
QUOTE(perrins87 @ May 2 2007, 04:21 PM) *

Che belle immagini, e che bei racconti smile.gif Sembra di essere accanto a te mentre con grande perizia fai passare le lastre sul fuoco!

Ora mi sto preparando a queste due settimane di esami, ma quando le finisco ho una piccola sorpresa per te: domani rinnovo il mio spazio web, volevo creare un form per l'upload di tutto il materiale che vorrai, se ti può ancora servire un deposito virtuale! (sai com'è... qui nella metropoli nessuno ha il classico "garage con banco da lavoro" quindi lo spazio che ti posso offrire è virtuale!)


Grazie Pietro per la tua gentilezza e disponibiità.
In bocca al lupo per gli esami!
Enrico

Il banco da lavoro che ho in garage, è la mia migliore opera di falegnameria perché, quando l'ho costruito, non avevo un "banco da lavoro"... biggrin.gif
enrico
Messaggio: #316
Cari amici,
a causa del persistente cattivo tempo qui nel centro dell'Abruzzo, le lastre e le carte albuminate sono pazientemente in attesa del sole.
Qualche giorno fa ho fatto alcune foto alle mie figlie con i miei recenti acquisti: un SB 800 ed un SB 600. Mi è venuto quindi da pensare ai vecchi lampi di magnesio. Io me li ricordo. Quando ero piccolo, mio padre li ha usati, prima che uscissero le lampadine col filamento di magnesio all'interno. Vi mostro una foto in cui ci sono io e mio fratello ripresi con il "lampo". Mio padre raccontava che io dicevo "Papà ci ha fatto la fotografia col temporale", perché per me il lampo ed il temporale erano collegati smile.gif
La macchina a soffietto ha ancora il foro sulla piastra portaottica, al quale fissava un congegno da lui costruito che provvedeva alla sincronizzazione con lo scatto. In pratica, lo scatto flessibile mandava giù la levetta che si vede alla sinistra dell'obiettivo, cosa che chiudeva un circuito che faceva saltare un fusibile che innescava l'accensione della polvere di magnesio. Quando papà passò alle più moderne lampade flash, mi regalò diverse bottigliette con la polvere di magnesio che io usai, mi pare di averlo già detto, per abbellire gli effetti dei giochi di prestigio ai quali allora mi dedicavo.
Ho ritrovato su di un libro della prima metà del secolo scorso, un capitolo dedicato alla luce lampo che ritengo interessante e che vi riporto per intero:

Lampi di magnesio

Attenzione che certe sostanze sono esplosive e devono essere manipolate con cautela. Le miscele non devono essere polverizzare in mortaio ma isolatamente, ed il cloruro di potassa può esplodere anche quando si polverizza da solo.
1) magnesio in polvere p. 1
nitrato di potassa p. 1

2) magnesio in polvere p. 4
permanganato di potassa p. 3

3) magnesio in polvere p. 1
clorato di potassa p. 2

4) magnesio in polvere p. 3
clorato di potassa p. 6
solfuro di antimonio p. 1

5) magnesio in polvere p. 4
permanganato di potassa p. 5
bicromato di potassa p. 5

Le miscele suddette sono tutte per lampi.
Diamo altre formule per durata di luce più o meno lunga:

1) clorato di potassa p. 15
alluminio in polvere P. 5,5
solfuro di antimonio p. 3,5
dà una luce della durata di un quinto di secondo.

2) clorato di potassa p. 12,3
alluminio in polvere p. 5,5

3) clorato di potassa p.6,3
magnesio in polvere p. 3,7
dà un lampo di mezzo secondo circa

4) clorato di potassa p. 6
solfuro di antimonio p. 1
magnesio in polvere p. 3
dà un lampo di mezzo secondo circa

5) magnesio in polvere p. 4
polvere da caccia p. 1
dà un lampo di più di mezzo secondo

6) magnesio in polvere p. 8
bicarbonato di potassa p. 10
permanganato di potassa p. 10
dà un lampo di più di mezzo secondo

Tutte le miscele si mettono in un cartoccio di carta velina sottile. Si sospende il cartoccio con un filo e si incendia per mezo di un secondo filo attaccato all’estremità inferiore del cartoccio stesso.

Per fotografare interni, grotte ed ambienti di una certa capacità e poco illuminati, coi maggiori dettagli possibili, è ottima la seguente miscela:

polvere di magnesio p. 20
nitrato di bario p. 30
zolfo fiori p. 4
sego di bue p. 7

si fonde il sego e si aggiungono gli altri prodotti dopo averli mescolati intimamente facendoli passare attraverso le maglie di uno staccio finissimo. La miscela si cola in uno stampo di zinco. Uno stampo del diametro di cm 8 per 10 di altezza contiene circa 500 gr di questa miscela e può dare una luce della intensità di ventimila candele. Questa luce impiegata come segnalazioni è stata scorta ad una distanza di 100 chilometri.

Polveri a combustione lenta:
Case tedesche hanno brevettato delle composizioni che non sono veri lampi, perché dapprima bruciano diffondendo una luce rossastra, poco attinica, che poi si fa più intensa fino a raggiungere il massimo di splendore. Questa combustione presenta innegabile il vantaggio che le persone si vanno abituando alla luce intensa e quindi nella fotografia non mostreranno occhi spaventati o semichiusi.
Ecco le formule:

1) permanganato di potassa p. 30
limatura di zinco p. 10
limatura fine di ferro p. 60

2) nitrato di potassa p. 30
limatura fina di ferro p. 30
magnesio in polvere p. 20
alluminio in polvere p. 220

3) perossido di bario p. 33,3
magnesio in polvere p. 33,3
alluminio in polvere p. 33,3
una luce di magnesio della durata di circa 5 secondi è ottenuta con la seguente miscela:

polvere di magnesio p. 5
nitrato di cerio p. 3
carbonato di stronzio p. 2
la miscela si colloca in una bustina di carta pergamena e si incendia con una miccia di carta.

Nastri di magnesio:
si sciolgono gr. 1,5 di clorato di potassa in 30 cmc di alcool e si aggiunge alla soluzione 150 gr di collodio al quale saranno stati prima mescolati gr 60 di magnesio in polvere. Si agita bene la miscela in un barattolo a bocca larga in modo che tutto sia bene amalgamato. Si prepara una striscia di vetro, che deve essere ben tersa e soffregata con polvere di talco, ed al centro si versa poca della mistura e si muove la lastra in modo che copra, uniformemente, tutta la superficie, inclinandola a destra e a sinistra, avanti e all’indietro, e collocandola quando tutta coperta, sopra una superficie piana lasciandola asciugare. Questa operazione deve essere eseguita lontano da fiamme perché i vapori della miscela sono infiammabilissimi. Quando la soluzione sul vetro sarà quasi essiccata, con un temperino bene afflato, e con una vecchia lametta di rasoio, si toglie lo strato tutto all’intorno su una distanza di qualche millimetro dal bordo. Si tira la pellicola leggermente che senza difficoltà si staccherà dal vetro, se questo, ripetiamo, è stato previamente bene pulito per togliergli ogni macchia, specie di untume e leggermente talcato. La pellicola si taglia a strisce, che si conservano fra fogli di carta sottile. Pel l’uso si prende un pezzo di questa striscia, lo si fissa ad un supporto e con un fiammifero le si dà fuoco all’estremità in basso. Dopo una o due prove si potrà sapere quanto nastro è necessario per una illuminazione di una certa durata.

Carta al magnesio:
invece del nastro si può impiegare della carta che fornisce una luce simile a quella del lampo o del nastro. Si prende della carta asciugante, la si immerge per qualche minuto in una soluzione concentrata di nitrato di potassa. Si sospende il foglio lasciandolo asciugare, quando asciutto lo si spolvera con della polvere di magnesio. Il foglio si incendia fornendo una luce viva di magnesio.

Lampi per fotografie su lastre ortocromatiche:
carbonato di litio p. 1
carbonato di calcio p. 1
magnesio in polvere p. 20

Lampi per fotografie su lastre pancromatiche:
buoni risultati si ottengono col filtro giallo impiegando la seguente miscela:
magnesio p. 30
nitrato di ammonio p. 1,7
ossalato di stronzio p. 3,5
ossalato di soda p. 3,5

Candele di magnesio:
invece del lampo di magnesio occorre talvolta avere una luce che abbia una certa durata. La miscela seguente è adatta allo scopo avendo la composizione della luce del bengala, bianchissima. Le polveri devono essere polverizzate separatamente e quindi intimamente mescolate. Si farà una specie di candela con della carta resistente e la si riempirà con:
nitro gr 60
zolfo gr 20
solfuro d’antimonio gr 10

Nota: se il lampo di magnesio deve servire per fotografare una persona od un gruppo è necessario che nel locale la lampada elettrica rimanga accesa. Se il lampo illumina il soggetto di fronte, questo assumerà un aspetto marmoreo con occhi da spiritato, perderà la naturalezza dell’espressione e sarà ottimo di interporre fra sorgente luminosa e soggetto un diffusore traslucido, per esempio un pezzo di tela da disegno.
Disponendo di corrente elettrica si può costruire una lampada a magnesio facendo funzionare l’interruttore dell’apparecchio fotografico con la pera, e provocando un corto circuito. Iol filo fusibile della valvola fondendo accende la miscela di magnesio ottenendo il lampo.

Fumo dei lampi di magnesio.
Per impedire che il fumo del magnesio si spanda per l’abitazione basta collocare sopra il luogo dove si produce il lampo, uno straccio di lana bagnato che assorbirà la maggior parte del fumo. Si può collocare il nastro, la carta o l’involtino contenente magnesio entro una specie di sacco che sarà aperto dalla parte che il magnesio deve illuminare. Questo sacco deve avere grandezza sufficiente per permettere alla luce di spandersi uniformemente. Si può impiegare un vecchio pezzo di tela che sarà reso incombustibile immergendolo per mezz’ora in un bagno caldo a 50°C composto di:

fosfato d’antimonio p. 5
sale comune p. 2
acqua p. 90
eseguito il lampo si porta il sacco all’aperto per vuotarlo del fumo. Se la tela dovesse essere lavata, bisogna rinnovare il bagno per ridargli l’incombustibilità.

Enrico


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enrico
Messaggio: #317
Ho fra le mie cose, un regolo esposimetrico, che permette anche il calcolo della quantità di polvere di magnesio da utilizzare. In pratica, si inserisce la sensibilità del materiale sensibile (in DIN) nella finestrella in basso, facendo ruotare i dentini del disco mobile sulla destra. Si porta poi il dentino posto in corrispondenza della distanza di ripresa fino all'arresto e si legge, in corrispondenza dei valori di diaframma in basso, i grammi di polvere necessaria. Sul retro ci sono indicazioni sulla "Polvere luce lampo Agfa" e sui "sacchetti di polvere per luce lampo Halox":
sacchetti luce lampo Halox contenuto A 1,5 grammi; B 3 grammi.

Il regolo:
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marcelus
Messaggio: #318
illuminante
enrico
Messaggio: #319
QUOTE(marcelus @ May 6 2007, 11:02 AM) *

illuminante


Ciao Marcelus,
sono cose che ci fanno apprezzare ancora di più le moderne e sofisticate attrezzature e ce ne fanno comprendere più appieno il significato.
Io credo che, se non ci interessiamo della Storia della Fotografia, è come entrare a vedere un film già cominciato da diverso tempo. Possiamo apprezzarne le scene, la regia, gli attori, ma non riusciremo a comprenderlo appieno.
Nonostante il cielo nuvoloso, ho sensibilizzato una lastra all'albumina e l'ho esposta per quattro minuti. Durante la sensibilizzazione, ho potuto apprezzare il procedere della reazione di precipitazione fra il nitrato d'argento (in una vaschetta di vetro) e lo ioduro presente nell'albumina. Infatti si è lentamente formato uno strato bianco lattiginoso, per la verità non molto uniforme, visto che ho utilizzato (essendo la prima prova) la lastra meno riuscita in fase di preparazione. L'ho immersa nello sviluppo a base di acido gallico, ma all'inizio non è comparso niente, tanto che iniziavo a disperare. Riflettendo però, mi son detto che il tempo occorrente doveva essere per forza più lungo, visto che la soluzione doveva diffondere attraverso un mezzo solido (l'albume coagulato tramite il ferrro da stiro, per renderlo insolubile al fine di evitare che si sciogliesse a contatto dei bagni) e non semplicemente le fibre della carta.
Sono tornato a vedere e, in un angolo, si nota una immagine ben definita. Ora vado a vedere se lo sviluppo è andato ancora avanti.
A fra poco
ENrico
marcelus
Messaggio: #320
attendo...sviluppi laugh.gif
enrico
Messaggio: #321
Ecco la foto. Si vede solo il cancelletto con la cassetta della posta, la parte della scena che aveva più contrasto. La nitidezza dei particolari è buona, a parte un effetto tipo "reticolatura". Non ho usato il phon per l'asciugatura, quindi è da imputare all'effetto del ferro da stiro probabilmente. Ma la stesa e la coagulazione sono avvenute seguendo le indicazioni di Le Gray il quale parla di "screpolatura dello strato di albumina", cosa quindi normale. Sarà forse più evidente a causa della sottoesposizione?
Riproverò alla prossima giornata di sole (e di pochi impegni huh.gif ), con una delle lastre migliori e/o con la carta, rinnovando il bagno di sviluppo e quello di fissaggio.
Un saluto
Enrico

inserisco anche il particolare ingrandito
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danighost
Nikonista
Messaggio: #322
Per quanto riguarda le polveri:

E luce fu!

guru.gif sarà un particolare, ma per testare le lastre di vetro all'albumina, credo che ci sia un riscontro positivo.

Si aspetta la latra intera, ed il sole ovviamente.
enrico
Messaggio: #323
QUOTE(exdanighost @ May 7 2007, 09:02 AM) *

guru.gif sarà un particolare, ma per testare le lastre di vetro all'albumina, credo che ci sia un riscontro positivo.
Si aspetta la latra intera, ed il sole ovviamente.


Ciao,
mattinata col sole splendido, ma io ero a scuola mad.gif
Per le lastre, le immergo nella soluzione di nitrato d'argento (nel passato si chiamava "azotato d'argento") anziché passarle a pennello. Ho quindi adibito una bacinella di vetro allo scopo. Poiché si tratta di una sostanza che si altera alla luce, oggi pomeriggio ho costruito una "scatola" in cartoncino nero nel quale ho inserito la bacinella. E' inutile che riversi ogni volta la soluzione in una bottiglietta anche perché se ne perderebbe un po' nel travaso e, trattandosi di una soluzione costosa...
Enrico
enrico
Messaggio: #324
Cari amici, Eureka!
questo pomeriggio la giornata è stata splendida ed ho approfittato per eseguire una seconda prova con l'albumina. Ho sensibilizzato una seconda lastra e l'ho esposta per 5 minuti. C'era vento e durante l'esposizione la vegetazione si muoveva. Per movimentare il muro di cinta, bianco e vuoto, vi ho appoggiato una delle biciclette dei miei figli. Durante l'esposizione sono passate due ragazze col monopattino. Poi è passato un vicino che, vista la macchina e me vicino ad essa (anche se era mimetizzata fra i gerani dell'ingresso), si è fermato chiedendo: "Posso passare?". Pensava forse ad un'istantanea, ma in 5 minuti di posa, i passanti non vengono certo registrati.
Ho sviluppato in una soluzione fresca di acido gallico (ho anche rinnovato il fissaggio). Ho letto che l'albumina è meno rapida del calotipo e debbo dire che è vero. L'immagine ha impiegato del tempo per cominciare ad apparire. Sono comparsi per prima il muro di cinta ed il cielo (ho messo sotto la bacinella di vetro un cartoncino bianco per seguire lo sviluppo, visto che ora ho a che fare non con la carta ma con una trasparente lastra di vetro). Il muro si è scurito in maniera non uniforme all'inizio, essendo comparso per prima un lato. Scrutavo per vedere se compariva la bicicletta. Ho fatto proseguire lo sviluppo per circa un'ora, durante la quale i vari particolari si sono fatti lentamente pià intensi e distinti. E' chiaro che debbo aumentare il tempo di posa, almeno a 10 minuti. Se dovessi decidere di farmi un ritratto, ne avrò da penare blink.gif
Il contrasto è elevato, ma questo dipende dall'aver "tirato" il negativo sottoesposto. Si vedono bene al centro le xxx di neve di un grosso cespuglio oltre il muro di confine e le betonelle del viale, col tombino.
La scansione peggiora un po' la qualità dell'immagine: così come la vedo ad occhio nudo è molto più definita. Danno un po' fastidio le screpolature causate dal ferro da stiro. Dovrei provare con nuove lastre (quando finisco quelle che ho preparato) senza passare il ferro...
Provo a fare una riproduzione per via fotografica anziché con lo scanner.
Ora che ho imparato a produrre lastre trasparenti, posso preparare delle carte ad annerimento diretto, sempre all'albumina, sostituendo allo ioduro di potassio, il cloruro di sodio, e procedere al processo negativo-positivo, senza passare per lo scanner. Ho letto che le stampe ad annerimento diretto sono superiori come profondità dei neri e gamma tonale, a quelle per sviluppo. Nel passato hanno avuto molta fortuna e mi pare si chiamassero "carte aristotipiche". La via è ancora lunga e la carrozza continuerà per la sua strada ancora per un po' smile.gif
Vedremo se, esponendo di più la prossima lastra (me ne rimangono 3), avremo una migliore qualità.
Un saluto
Enrico

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.
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enrico
Messaggio: #325
Noto che il nome della pianta oltre il muro di cinta mi è stato sostituto (esiste qualche programma automatico di controllo?) con XXX biggrin.gif
 
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