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Seguendo Le Orme Dei Pionieri Della Fotografia::
Un primo calotipoa
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enrico
Messaggio: #276
QUOTE(perrins87 @ Apr 12 2007, 08:08 PM) *


PS: continua a scrivere così dettagliatamente di tutti i tuoi sviluppi,


lo ritengo un mio dovere nei confronti di chi ha la bontà di seguirmi.
Ciao
ENrico
davidebaroni
Messaggio: #277
QUOTE
lo ritengo un mio dovere nei confronti di chi ha la bontà di seguirmi.

La bontà di seguirti??? blink.gif

Stai scherzando...

Non ho mai letto niente di così interessante ed appassionante. smile.gif
Questo è l'unico thread, o meglio l'unica pagina Internet, che sono sicuro di aprire tutti i giorni.

Un colossale grazie.gif per averci coinvolti in questa avventura. smile.gif

Davide
enrico
Messaggio: #278
Ciao Davide!
Allora: la formalina ha indurito come si deve la gelatina sul vetro. Il problema è che ora non è più in grado di assorbire le soluzioni. Sembra avvenga la stessa cosa che avveniva con il collodio hmmm.gif
Evidentemente la colpa è mia che mi sto spingendo troppo avanti nel tempo. Debbo passare prima per l'albumina, poi sarà il caso che mi dedichi anche alla gelatina. biggrin.gif
Appena tornato da scuola, ho esposto il 30° calotipo, sperimentando anche un nuovo cartoncino, piuttosto rigido e liscio da un lato, rigato dall'altro. L'intenzione era quella di ottenete una migliore definizione rispetto alla carta per acquerelli rugosa e porosa. Appena ho iniziato a passare il pennello con il nitrato d'argento, mi sono accorto che la soluzione era praticamente finita. Mi sono quindi precipitato a prenderne di fresca ed ho ripreso le passate col pennello. Solo che questa interruzione e ripresa compare sull'immagine. Il cielo era intensamente velato, quindi ho esposto per due minuti. Decisamente troppi anche questa volta. Immersa in acido gallico, l'immagine è comparsa immediatamente e, benché mi precipitassi a sciacquarla e fissarla, si è scurita troppo. Sovraesposizione e sottosviluppo: mancano i neri pieni, ma tutta l'immagine ha una tinta marrone.
Prese le figlie dalla scuola, in attesa che mia moglie ci chiamasse per il pranzo, ho sensibilizzato un altro foglio (la solita carta per acquerelli) ed ho esposto per 40 secondi. A giudicare dal tempo di comparsa dell'immagine, potrei diminuire ancora l'esposizione (o aumentare l'acido acetico nel bagno rivelatore). Mi sto avvicinando all'istantanea? laugh.gif
Questo 31° calotipo questa volta è decisamente buono. Si nota la struttura della carta, ma questa è proprio una caratteristica del calotipo. E' per questo motivo che si è passati poi al vetro. Comunque l'immagine è nitida e si vedono perfino i raggi delle ruote. Anche i due alberelli di alloro sono ben delineati.
A presto
Enrico

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maxiclimb
Messaggio: #279
Caspita Enrico, quest'ultima è spettacolare, nitidissima! smile.gif
La cosa si fa sempre più appassionante e coinvolgente, grazie per farci condividere la tua avventura. grazie.gif
enrico
Messaggio: #280
QUOTE(maxiclimb @ Apr 15 2007, 09:15 PM) *

Caspita Enrico, quest'ultima è spettacolare, nitidissima! smile.gif
La cosa si fa sempre più appassionante e coinvolgente, grazie per farci condividere la tua avventura. grazie.gif


Ciao Maxiclimb,
grazie a te ed a tutti coloro che mi fanno compagnia in questa avventura!
Ieri il cielo era nuvoloso, ma ho voluto provare ugualmente a realizzare un calotipo. Ho messo in posa i miei tre figli che hanno pazientato immobili per un minuto e 50 secondi, ma la prova è risultata notevolmente sottoesposta. Ci riproverò.
Intanto vi metto a disposizione la traduzione di un brano di Gustave Le Gray, gentilmente fornitomi da Nico, che riguarda la preparazione del vetro e della carta all'albumina. Infatti è su questa strada che intendo portare ora la sperimentazione.
Il problema è trovare il giusto tempo di posa per ogni occasione e per far questo è necessario che standardizzi ogni procedimento, dalla concentrazione delle soluzioni sensibilizzanti alla concentrazione e composizione del rivelatore all'acido gallico. Altrimenti, se ho troppe variabili che variano biggrin.gif , non potrò imparare molto da ogni prova.
Un obiettivo importante è quindi quello della "ripetibilità".
Ma nonostante la complessità delle procedure ed i frequenti insuccessi, per fortuna inframmezzati da successi che mi ripagano dei primi, l'emozione è ogni volta grande perchè mi sembra quasi di star reinventando la Fotografia (non vorrei essere frainteso: lo dico con la più grande umiltà nel senso di riviverne anche emotivamente le tappe).
Ma ecco il brano, dal quale si vede che le preparazioni sono piuttosto laboriose (e si apprezza la semplicità operativa cui è giunta oggi la fotografia).

Preparazioni all’albumina, prove negative su vetro.

Questi preparati si basano sulla proprietà che ha l’albumina di diventare completamente insolubile con il calore. È a M. Niepce De Saint Victor nipote che si deve la scoperta dell’applicazione di questo corpo alla fotografia su vetro. È lui che per primo, proseguendo per un’altra strada gli studi su vetro fatti da suo zio, è arrivato a dei risultati soddisfacenti; è ai suoi incessanti sforzi e alla franchezza con la quale ha pubblicato le sue scoperte che noi dobbiamo le belle prove ottenute oggi. La prova negativa su vetro dà una finezza che si avvicina a quella ottenuta sulle placche metalliche. Per la riproduzioni di stampe, di quadri, di sculture e paesaggi, il risultato è completo. Lascia a desiderare un po’ il ritratto, non essendo la rapidità abbastanza grande. Si spera al tempo stesso che con la collaborazione degli studiosi e degli amatori che attualmente se ne occupano, si arriverà a diminuire di molto il tempo dell’esposizione alla luce. Sarebbe auspicabile che ciascuno pubblicasse con onestà il frutto delle proprie scoperte; da ciò ne risulterebbero ovviamente un progresso e un immenso impulso.

Preparazione del vetro all’albumina.

Prendete dei bianchi d’uova molto fresche e pesatene 183 g. Vi farete poi disciogliere: ioduro di potassio 7 g, bromuro di potassio 2 g, cloruro di sodio 1 g. Sbattete questo miscuglio in un grande piatto, con una forchetta di legno fino ad ottenere una schiuma bianca molto solida. Lasciatela riposare per una notte; l’indomani travasate il liquido viscoso che si è depositato e servitevene per preparare i vetri. A questo punto, prendete del vetro sottile o meglio ancora smerigliato, sul quale l’aderenza sia più completa. Tagliatelo secondo la grandezza dei vostri châssis e molatene i bordi. La buona riuscita della prova è dovuta in gran parte all’uniformità dello strato d’albumina.
Per ottenerla, disponete uno dei vostri vetri in senso orizzontale (il lato smerigliato verso l’alto, se voi adottate questo tipo di vetro, preferibile penso io) e versate sopra una quantità di albumina sovrabbondante. Poi con una riga di cristallo molto dritta, che avvolgerete da un estremo all’altro con due striscioline di carta passate alla cera vergine e che terrete con le dita in modo tale che arrivino ad appoggiarsi su una larghezza di mezzo centimetro ai bordi del vetro, raschiate questo strato con un solo colpo in modo da togliere l’eccesso di albumina. Disponendo le striscioline più o meno spesse, variate in questo modo lo spessore dello strato sensibile. Si può arrivare allo stesso risultato incollando due strisce di carta molte strette dai due lati del vetro da preparare e passare semplicemente la riga di cristallo appoggiandola al di sopra. Preferisco il primo metodo perché con il secondo si sporca quasi tutto il vetro quando si vanno ad incollare le strisce.
Non bisogna mai ripassare una seconda volta con la riga perché si darebbe così luogo alla formazione di bolle schiumose.
Si lasciano in seguito seccare le lastre di vetro in posizione orizzontale, tenendole a riparo dalla polvere. Quando lo strato si è seccato mettete le lastre di vetro ad una temperatura da 70 a 90 gradi; ciò che fate sia davanti a un fuoco ardente, sia rinchiudendole in una bacinella di cuoio argentata, munita di un coperchio, che mettete al di spora della bacinella d’acqua che bolle da me descritta alla quarta operazione del negativo. L’azione del calore fa screpolare lo strato di albumina che diviene allora perfettamente insolubile e pronta a ricevere l’azione dell’aceto-nitrato d’argento. i vetri così preparati possono conservarsi indefinitamente. Preparo così questo primo strato saturando il miscuglio precedente di acido gallico, il che dà più corpo alla prova e più sensibilità.
Al momento di fare una prova , se si procede per via umida, immergete il vetro così preparato in un bagno di aceto-nitrato d’argento descritto nella seconda operazione del negativo.
Questa operazione è molto delicata perché persino il minimo tempo di arresto provoca delle soluzioni di continuità dello strato sensibile e dei fili che non possono essere più riparati. Per ottenere questa immersione istantanea e regolare, mi servo del seguente piccolo apparecchio: esso è composto da due vetri tra i bordi dei quali sono incollate con la gommalacca due strisce di vetro di due centimetri di larghezza e una tra queste due di un centimetro e mezzo, disposte in modo tale da riservare al centro una scanalatura nella quale vengono infilate facilmente le lastre di vetro.
Questo apparecchio ha senza dubbio la forma di una scatola con una sola scanalatura. Dopo aver lasciato il vetro immerso quattro o cinque minuti, ritiratelo e lavatelo perfettamente con l’acqua distillata. Esponetelo umido nella camera oscura per un tempo che varia dai 2 ai 30 minuti e il doppio di tempo circa se il vetro è secco. Quando si procede a secco, è opportuno che il preparato contenga già l’acido gallico nello ioduro o, ancora meglio, che gli si faccia fare un bagno di acido gallico di un quarto d’ora dopo quello di acido acetico d’argento, poi lo si lavi e lo si faccia seccare. Fate sviluppare l’immagine all’uscita dalla camera oscura, come i negativi su carta, immergendola in un bagno caldo di acido gallico saturato. Quando è ben delineata, fissatela con i procedimenti indicati precedentemente per la carta. Per ottenerne una prova positiva, basta applicare sulla prova un foglio di carta positivo ordinario o meglio ancora un foglio positivo albuminato come indicherò poi. Si introduce il tutto in uno châssis dove sono adagiati i bordi della prova; si mette al di sopra un drappo nero molto sottile che è incollato su uno dei lati di un vetro spesso, poi si chiude il coperchio dello châssis, che esercita una pressione molto leggera, per non rovinare la prova. Si espone in seguito alla luce; per poter seguire la sua azione, abbiate cura di spostare il preparato in uno degli angoli del vetro per poter giudicare i toni che l’immagine assume. Quando pensate che sia buona, toglietela dallo châssis e fissatela come gli altri.

Carte all’albumina. Prova negativa.

Questo preparato di albumina allo stesso dosaggio si applica perfettamente anche su carta ma richiede grandi precauzioni. La prova che questa fornisce è notevole per il vigore dei suoi neri e la trasparenza dei chiari. Quasi tutti i fogli, quando non sono troppo macchiati da punti neri, possono servire per questo metodo e danno risultati superiori.
Ottengo così una finezza di esecuzione che è quasi così impressa come sulla prova su vetro e che è incontestabilmente artistica. Versate la soluzione d’albumina su un piano orizzontale avendo cura che non ci sia schiuma. Prendete la carta scelta e cominciate a bagnarla da un lato solamente, cominciando l’immersione dal bordo del catino che è verso di voi e dal lato più largo del foglio, ponendola ad angolo retto sul liquido e piegandola verso di voi, respingete in avanti in modo tale da esercitare una forte pressione che respinga le bolle d’aria. Avete disposto davanti a voi una luce per seguire attraverso la carta l’andamento delle bolle per respingerle se si arrestano al di sotto. Lasciate che il foglio si imbeva un minuto o poco più senza toccarlo, poi toglietelo con un solo colpo ma dolcemente attraverso un movimento regolare e lasciatelo seccare appeso per un angolo. Preparate così quanti altri fogli desiderate, nello stesso bagno, avendo cura che sia sempre di mezzo centimetro di spessore. Piazzate in seguito tutti i vostri fogli secchi disposti gli uni sugli altri, tra due fogli di carta bianca e passatevi sopra, a più riprese un ferro molto caldo ritirando un foglio alla volta; rendete così l’albumina insolubile.
Il ferro deve essere caldo ma non deve strinare la carta. Mi servo in seguito di questo negativo come di quello indicato prima; bisogna fare solamente attenzione che l’immersione nell’aceto-nitrato d’argento sia istantanea e che le bolle d’aria siano immediatamente respinte, poiché ogni attimo di arresto produce delle macchie come per la prova su vetro. È anche necessario riscaldare moderatamente l’acido gallico.

Carta positiva albuminata.

Uno dei migliori servizi che l’albumina rende alla fotografia è senza dubbio la sua applicazione alla preparazione della carta positiva alla quale dà una vivacità e un vigore che difficilmente si possono ottenere diversamente.
Prendete dei bianchi d’uovo e aggiungetevi un quinto in volume d’acqua salata saturata di cloruro di sodio.
Sbatteteli come in precedenza e travasate il liquido dopo una notte di riposo.
Versate questo liquido in un contenitore e preparate, da un lato solamente, la carta positiva con lo stesso metodo valido per la carta negativa all’albumina. Fatela seccare e passateci il ferro caldo nello stesso modo. Può conservarsi così per un po’ di tempo prima di essere immerso nell’aceto-nitrato d’argento. Dopo immergete il lato albuminato nel nitrato d’argento, una parte di nitrato in peso e quattro parti d’acqua distillata, lasciate che si imbeva per circa 4 o 5 minuti. Fatelo seccare sospendendolo per un angolo e servitevene come nel caso della prima carta positiva precedentemente descritta. Questo foglio dà molta profondità ai neri e un grande risalto ai bianchi. Lasciatelo un po’ nell’aceto-nitrato d’argento, un minuto circa, e servendosi della carta Whatman inglese, si ottengono dei toni rossi sul porpora molto armoniosi.
La carta Canson e in generale tutte quelle che contengono molto amido mettono in risalto i toni neri.


A presto
Enrico








enrico
Messaggio: #281
Cari amici,
anche oggi, tornando da scuola e nell'attesa del pranzo, approfittando di uno splendido sole, ho chiesto alle mie due figlie di posare per un calotipo. Riccardo è a Chieti e questa mattina, studente di medicina, ha iniziato a frequentare l'ospedale smile.gif . Sabato o domenica, tempo permettendo, farò un calotipo anche a lui.
L'esposizione è stata di un minuto e 10 secondi, esposizione stimata "a naso", d'altra parte nell'ottocento non avevano ancora inventato gli esposimetri laugh.gif
Questa volta il risultato è buono. Nell'acido gallico l'immagine è cominciata a rendersi visibile dopo un minuto ed ha continuato ad intensificarsi molto lentamente. Il negativo ha quindi raggiunto un buon grado di contrasto.
Patrizia (in primo piano) e Simona sono sedute sulle scale che danno sul giardino. Si nota anche l'ombra del braccio di Patrizia sul pantalone bianco. Come è naturale, si nota la granulosità della carta per acquerello. Per migliorare la letura dei dettagli, dovrei provare con un cartoncino più liscio.
A presto
Enrico

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p.s.
La piccola tacca triangolare che si vede sul cartoncino con l'immagine negativa, la pratico per riconoscere il lato della carta che ha subito il processo di sensibilizzazione.
marcelus
Messaggio: #282
e bravo enrico!
ormai sei talmente padrone della tecnica che puoi permetterti anche delle sessioni con le modelle :-)


Messaggio modificato da marcelus il Apr 16 2007, 02:41 PM
enrico
Messaggio: #283
QUOTE(marcelus @ Apr 16 2007, 03:37 PM) *

ormai sei talmente padrone della tecnica


Non ancora Marcelus,
ieri ed oggi ho provato a fare altri due calotipi. Quello di ieri (una natura morta) ha tardato molto a comparire, risultando comunque talmente piatto da essere inutilizzabile. Oggi c'è un sole intenso ed ho puntato la camera oscura sul muretto con albero che è stato il mio primo soggetto ma, nonostante avessi esposto per due minuti, l'immagine ha impiegato molto a comparire, pur essendosi scurita tutta la carta. Inoltre si presenta irregolare. Può darsi che la soluzione di acido gallico si sia fatta vecchia, anche se ieri l'ho "rigenerata" con una piccola aggiunta di acido gallico fresco ed aceto-nitrato d'argento. Vuol dire che getto tutta la soluzione e ne preparo una fresca. Staremo a vedere.
Ciao
Enrico


Allego le immagini:

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enrico
Messaggio: #284
Era proprio come pensavo: sviluppo invecchiato. Ho gettato tutto e ne ho preparato di fresco. Ho poi ripetuto l'esposizione per lo stesso soggetto (un minuto e mezzo), utilizzando un cartoncino da disegno liscio. Mi ricordavo infatti di una delle prime immagini ad annerimento diretto venute molto nitide, anche se disuniformi, grazie alla superficie liscia.
Ho baganto per bene il cartoncino e, quando si è asciutto, ho passato a pennello le due solite soluzioni.
Nello sviluppo (limpidissimo) l'immagine si è formata gradualmente prendendo forza. I neri sono neri e non tendenti al marroncino e c'è un buon contrasto. La distribuzione del sale sensibile non è risultata molto uniforme e fin'ora, per quanto riguarda l'uniformità dell'assorbimento delle soluzioni, niente è riuscito a superare il cartoncino per acquerelli.
Si distingue bene l'albero, i cui rami non sono molto nitidi a causa di una leggera brezza che li ha agitati tutto il tempo. Si nota anche l'edera sul muro ed in basso la trama delle betonelle.
Dopo lo sviluppo, la soluzione di acido gallico è risultata torbida a causa del fine deposito di argento metallico. Credo però che lo posso usare per qualche altro calotipo.
Un saluto
Enrico
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enrico
Messaggio: #285
Cari amici, eccovi altri due calotipi fatti questa mattina.
Mostro il 39° in positivo ed allego il negativo dello stesso ed il positivo e negativo del 38°.
Un saluto
Enrico

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Si tratta di un autoritratto, tempo di posa 2 minuti.

La limitata nitidezza è dovuta alla trama della carta. Possibili soluzioni:

1 - formato pià grande. Questo comporterà questa estate la costruzione di una seconda macchina, più grande, con la quale utilizzerò un vecchio obiettivo in ottone di più lunga focale e maggior cerchio di copertura. Talbot, per il suo "Pencil of nature" utilizzava negativi grandi. Non sono riuscito a trovarne le dimensioni precise (se qualcuno riesce a fare questa ricerca con più fortuna di me, gliene sarò grato).

2 - Utilizzo di un supporto diverso dalla carta. Userò il vetro con l'albumina. Per seguire il corso della storia, passerò molto più in là alla pellicola, utilizzando i trasparenti che si usano per la stampa ink-jet e che hanno una faccia finemente zigrinata, cosa che assicurerà un migliore aggancio alla gelatina. A proposito di gelatina, ho fatto delle prove con la gelatina alimentare che è risultata troppo morbida. Ricordo di aver acquistato da ragazzo della "colla da falegname" detta anche "colla di pesce". Ricordo che era venduta in scaglie di colore scuro, simili a vetro. Vedo se è ancora in vendita.
Enrico

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enrico
Messaggio: #286
Star fermi, immobili per due minuti, non è cosa facile. L'ho provato di persona. La mancanza di nitidezza è molto probabilmente dovuta anche alla impossibilità di fermare piccoli movimenti durante un tempo di posa così lungo, anche se ce l'ho messa tutta smile.gif .
Ho trovato una immagine di una posa prolungata, durante la quale il soggetto veniva tenuto immobile da un "poggiatesta".
Inserisco anche una immagine dello stabilimento di Talbot dove venivano prodotti in serie i calotipi per il "The pencil of nature". Le dimensioni sono maggiori dei miei cartoncini 12,5 cm x 13,9 cm.
Enrico
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perrins
Messaggio: #287
Caro Enrico,
purtroppo in questi ultimi giorni sono molto impegnato e non ho trovato il tempo di passare qui sul forum.
Torno così dopo pochi giorni e... quali sorprese!
E' veramente un piacere per gli occhi e soprattutto per l'animo vedere che passi da gigante fai!
Che bella la "foto" (foto?) delle tue figlie, tu invece sei proprio regale! smile.gif

Leggo sempre con passione tutti i tuoi post, ma purtroppo le mie conoscenze tecniche sono davvero ridotte per poterti fornire qualche prezioso suggerimento.
Intanto permettimi di suggerirti un piccolo confronto, che stasera mi ha affascinato: l'inizio

Per quanto riguarda la colla di pesce essa è ancora in vendita e indovina per cosa viene usata... per le acconciature! Proprio così! I crestoni punk sono tipicamente realizzati con la colla di pesce! messicano.gif

A presto, ti seguo sempre con amicizia!
grazie.gif
danighost
Nikonista
Messaggio: #288
Scopro ora questo 3D e l ho letto tutto in 2 ore e mezza.
Non posso far altro che i complimenti, c'è posto per me sulla carrozza?

Grazie a te ho rivissuto i miei esperimenti anche se si tratta di un'altra cosa.
enrico
Messaggio: #289
QUOTE(exdanighost @ Apr 23 2007, 02:10 PM) *

c'è posto per me sulla carrozza?


Come no! Sali a bordo. Mangeremo un po' di polvere (le vie non sono asfaltate) ma il viaggio è piacevole.

Ciao Pietro. Ma quella per le acconciature è pura o ci sono altre sostanze dentro? Dove si trova?
Enrico
perrins
Messaggio: #290
Enrico... qui mi coglio in castagna! smile.gif
So che qualcuno la usa per quello scopo, ma non ho nessuna idea di dove possa essere procurata. Ho però ora letto rapidamente che è la stessa usata in cucina, quindi forse non è propriamente quella che cerchi.
Sto pensando a chi potresti chiedere... forse a un ferramenta (oppure a un parrucchiere!)
davidebaroni
Messaggio: #291
La colla di pesce, al di fuori della cucina (dove peraltro non è più prodotta col pesce ma con la cotenna di maiale e le ossa bovine... wink.gif ), si usa nel restauro e nella doratura. La trovi, per esempio, al link che ti segnalo in privato (non si sa mai, il regolamento dice che non si possono linkare siti commerciali...) oppure (immagino) nei negozietti d'arte e colori. Oppure da un restauratore, specialmente di cornici antiche. smile.gif
Davide

Messaggio modificato da twinsouls il Apr 23 2007, 10:02 PM
enrico
Messaggio: #292
Grazie per le informazioni sulla colla di pesce.
Nell'attesa intanto di produrre altri calotipi, ho stampato delle etichette da mettere sulle bottiglie dei prodotti chimici ed ho costruito un piccolo sostegno per appendere i pennelli in verticale (in questa posizione si conservano meglio e durano di più, oltre ad occupare meno spazio sul bancone che comincia a diventare angusto). Ve ne mostro una immagine, nella quale ho voluto sperimentare il nuovo SB600 appena acquistato per affiancarlo all'SB800. Lo so, è un anacronismo parlare di queste cose, visto che non sono ancora arrivato al magnesio biggrin.gif (ma ci arriverò, non temete!). Intanto, per il nuovo acquisto, offro un bicchiere di rosolio a tutti.
Ho anche sistemato in un libretto le varie formulazioni trovate qua e là. Provo ad accludere anche questo per chi ne fosse interessato.
Un saluto
ENrico
Anteprima(e) allegate
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File allegati
File Allegato  formulario_vario.pdf ( 150.01k ) Numero di download: 269
 
marcelus
Messaggio: #293
insisto xchè questa discussione diventi una "NIKON EXPERIENCE".

sapere da dove si è partiti ... aiuta
danighost
Nikonista
Messaggio: #294
QUOTE(enrico @ Apr 25 2007, 12:41 PM) *

Intanto, per il nuovo acquisto, offro un bicchiere di rosolio a tutti.


Mi accontento di un bicchiere di limoncino. laugh.gif
Belle le etichette, soprattutto il carattere.
Non male il portapennelli, che dire Enrico ne hai di fantasia e di creatività.
Complimenti ancora noi siamo qua a supportarti.

Messaggio modificato da exdanighost il Apr 25 2007, 01:52 PM
perrins
Messaggio: #295
Grazie per il rosolio, lo prendo volentieri! smile.gif

Complimenti per il formulario, denota una passione non comune!

Io invece insisto perchè NULLA di questo lavoro vada perso, la mia sfera dice che qualcosa di veramente grande potrebbe nascere
enrico
Messaggio: #296
Ciao Marcelus, Exdanighost, Pietro.
Ieri mia moglie ha preparato un dolce e le ho fatto mettere da parte due chiare d'uova, per cimentarmi con l'albumina.
Come sapete e come ho ed avete potuto constatare attraverso le prove che sto facendo, un difetto del negativo su carta è nella trama della stessa che compare nell'immagine. La carta per acquerello poi l'ha molto evidente. La uso perché è quella che si è dimostrata la migliore per quanto riguarda l'assorbimento delle sostanze chimiche. Il dettaglio ne viene ridotto, anche se questo potrebbe avere un fascino tutto suo, facendo assomigliare la foto ad un disegno.
Ma Daguerre produceva delle immagini di una nitidezza estrema ed era in fondo proprio quella incisività nei dettagli la vera forza della nascente fotografia che le dava un vantaggio sulla pittura. Così i pionieri iniziarono a pensare ad un supporto diverso.
Una sensazione curiosa che provo con i miei autoritratti (3 fin'ora), prima molto vaghi e nebbiosi, l'ultimo più netto, è nella tensione di riuscire a venir fuori da una immaginaria barriera, un ostacolo che si sovrappone fra me soggetto e me immagine. E' una specie di sfida. E' come se stessi cercando di penetrare lo spessore del tempo. In questo ho presente tutti voi che mi seguite ed è come se stessi facendo uno sforzo per rendermi visibile. Non è solo un fatto tecnico, è qualcosa di più, non so se riesco a farmi comprendere.
Anche Talbot fece delle prove sul vetro. Ma quelle coronate da un certo successo furono quelle di Niepce nipote e di Gustave Le Gray. Il problema era quello di trovare un supporto che aderisse sufficientemente al vetro, che fosse trasparente ed in grado di assorbire i prodotti chimici. L'albume delle uova fu la prima risposta, quella definitiva la gelatina.
Anche se per i negativi l'albumina ebbe poca storia, perchè venne presto sostituita dal collodio, le carte albuminate per stampe positive ebbero invece un enorme successo per l'elevata qualità dei risultati. Sorsero delle fabbriche che consumavano centinaia di uova al giorno ed aumentò in maniera esponenziale il numero di allevatori di polli. Ho letto che la migliore albumina era quella di uova di galline vecchie (dovremmo allora aggiornare il famoso detto con "Gallina vecchia fa buon brodo e ... buone foto smile.gif )
Risperimenterò l'albumina sia col vetro che con la carta. Le uova però le ho prese al supermercato e sulla confezione non ho trovato scritta l'età della gallina laugh.gif
Ho scritto una mail al mio amico farmacista per vedere se ha del bromuro di potassio. Il bromuro di potassio, oltre a produrre con il nitrato d'argento bromuro d'argento, l'alogenuro più sensibile alla luce, se in eccesso, esercita una azione "frenante" sulle soluzioni di sviluppo, abbassando il velo (molto elevato nelle mie prove, come avrete avuto modo di osservare) e permettendo di ottenere delle immagini con bianchi puliti.
Da ieri ho momentaneamente interrotto le prove perchè sto costruendo uno stativo in legno per pannelli riflettenti, ma sono cose del 2007, il futuro smile.gif
maxiclimb
Messaggio: #297
La nostra carrozza del tempo si va sempre più affollata.
Eppure si sta comodi e ci si diverte.
Sarà grazie alla bravura del cocchiere? wink.gif

Sono curioso di vedere le prove con l'albumina.
Se andassero male, puoi sempre consolarti con il dolce di tua moglie! smile.gif

enrico
Messaggio: #298
Ciao Maxiclimb,
ho appena finito di costruire il sostegno per pannello riflettente (postato in accessori e dispositivi) e sono pronto a sperimentare l'albumina. Il dolce di mia moglie è nel frigo, per ogni evenienza biggrin.gif
Enrico
danighost
Nikonista
Messaggio: #299
Bè puoi sempre offrire la torta postando una foto biggrin.gif .
Poi se è buona è un, motivo in più per incontrarsi laugh.gif .

Attendiamo i tuoi risultati della pasta all'uovo blink.gif
ooops parlando di pappa, intendevo dire i risultati con l'albumina.
enrico
Messaggio: #300
Cari amici,
sto seguendo le previsioni del tempo...
Fino ad ora, per ottenere buoni calotipi, ho bisogno del sole pieno. Qui in Abruzzo il cielo è coperto e lo sarà ancora per qualche giorno. Per preparare l'albumina mi occorrono un paio di giorni:
a - primo giorno (in serata), aggiunta a due chiare d'uovo dello ioduro di potassio e frullare a neve il tutto. Lasciare quindi riposare per una notte.
b - al mattino, utilizzare il liquido viscoso che si raccoglie in basso per preparare la carta e le lastre e lasciarle asciugare. Quindi far coagulare l'albumina con una passata di ferro caldo.
E' un po' laborioso. Delicata è soprattutto la sensibilizzazione con il nitrato d'argento, a leggere Gustave Le Gray. Per le lastre di vetro lo strato d'albumina deve essere di spessore uniforme. Dovrò acquisire un po' di manualità nelle operazioni, per tentativi ed errori.
Intanto ho costruito una "forchetta" di legno da applicare al mio avvitatore per sbattere l'albume. Penso che ci rimetterò mano per approfondire gli incavi.
Un saluto
Enrico
Anteprima(e) allegate
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