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Saper Leggere Una Foto ...
E' importante per imparare a scattare ?
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Franco_
Messaggio: #1
Per essere in grado di fare buone fotografie è importante, oltre a saper accettare le critiche, saper leggere le foto degli altri ?

Secondo me SI, credo sia fondamentale.

Ma non solo quelle degli altri, anche le proprie dovrebbero essere rilette come se non le avessimo scattate noi. Siete d'accordo oppure pensate che per imparare si debba solo scattare, scattare e scattare ?
ciro207
Messaggio: #2
Io ho grosse difficoltà a valutare i miei scatti perchè sono coinvolto spesso emotivamente e anche dipendentemente dal mio umore mi sembrano tutte buone o tutte pessime

Va detto che da qualche mese cerco di osservare con attenzione e di "copiare" dagli altri. Ci sono foto sulle quali mi soffermo diversi minuti per capire come, dove, quando, perchè. Cercando poi di emulare il risultato

Prima o poi avrò un mio stile e qualcuno mi copierà! biggrin.gif
Per il momento sto migliorando (o immagino di farlo) rubacchiando idee in giro e mi torna molto utile.
_ROY_
Messaggio: #3
QUOTE(ciro207 @ Mar 13 2006, 06:11 PM)
Io ho grosse difficoltà a valutare i miei scatti perchè sono coinvolto spesso emotivamente e anche dipendentemente dal mio umore mi sembrano tutte buone o tutte pessime

*



Stessa cosa che succede a me...............
nuvolarossa
Messaggio: #4
QUOTE
Per essere in grado di fare buone fotografie è importante, oltre a saper accettare le critiche, saper leggere le foto degli altri ?


E' un campo difficile...
La risposta immediata è SI!... Poi ci soffermiamo a pensare e subentra la risposta meditata: Cosa vuol dire "saper leggere"?
Voglio dire: Davanti alla stessa fotografia, siamo capaci di leggerla tutti al solito modo? La risposta è inevitabilmente NO!
Quindi ciascuno di noi ha la propria sensibilità ed il proprio modo di leggere le immagini, a prescindere dalla lettura tecnica che potrebbe anche essere la solita per tutti. Cioè tutti vediamo se l'immagine è sfocata, mossa, bene o male composta eccetera, però non tutti riceviamo lo stesso messaggio emotivo...

Quindi la domanda corretta dovrebbe essere: E' importante saper guardare le foto degli altri?
La risposta è di nuovo SI!!!!
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #5
QUOTE(Franco_ @ Mar 13 2006, 05:05 PM)
Per essere in grado di fare buone fotografie è importante, oltre a saper accettare le critiche, saper leggere le foto degli altri ?

Secondo me SI, credo sia fondamentale.

Ma non solo quelle degli altri, anche le proprie dovrebbero essere rilette come se non le avessimo scattate noi. Siete d'accordo oppure pensate che per imparare si debba solo scattare, scattare e scattare ?
*



Due domande diverse ma legate comunque da un denominatore comune. L'umiltà. E si perchè per porsi davanti alle foto di chunque ci vuole umiltà. Solo con una gran dose di questo sentimento si può far tesoro non solo di quanto attraverso la lettura delle foto altrui si può imparare ma anche e soprattutto per estraniarsi nel momento in cui si guardano e si giudicano le nostre.
La prima parte è comunque importante per arrivare alla seconda. Saper leggere nel modo più corretto una foto (questo non significa trarne significati di cui il solo autore è certo) ma trarne comunque un significato, per capire se l'autore è riuscito nel suo intento e pensare come, nelle stese condizioni ci saremmo comportati noi. Quindi questo processo mentale porta ad un allenamento che è essenziale per il miglioramento personale.

Andate alle mostre e osservate gli intervenuti...potete farvi un'idea immediata di chi le foto le fa e di chi invece gli piace solo usufruirne. Hanno due approcci completamente diversi...o dovrebbero averne biggrin.gif
nisant
Messaggio: #6
QUOTE(Franco_ @ Mar 13 2006, 05:05 PM)
Per essere in grado di fare buone fotografie è importante, oltre a saper accettare le critiche, saper leggere le foto degli altri ?

Secondo me SI, credo sia fondamentale.

Ma non solo quelle degli altri, anche le proprie dovrebbero essere rilette come se non le avessimo scattate noi. Siete d'accordo oppure pensate che per imparare si debba solo scattare, scattare e scattare ?
*



Risposta alla Catalano: Meglio la botte piana e la moglie ubriaca wink.gif

La prima (saper leggere) ti fa risparmiare migliaia di scatti per arrivare alla meta, la seconda (scattare, scattare) ti fa imbattere nel tuo stile, se c'è, e se all'inizio non c'è, negli errori di percorso che spesso ne costituiscono i prodromi.

Ciao.
Antonio
PAS
Messaggio: #7
QUOTE(Franco_ @ Mar 13 2006, 06:05 PM)
Per essere in grado di fare buone fotografie è importante, oltre a saper accettare le critiche, saper leggere le foto degli altri ?

Secondo me SI, credo sia fondamentale.
......


Di fronte a questi quesiti mi piace sempre fare il parallelo tra la fotografia ed altri mezzi espressivi.
Parafrasando:
Per scrivere buoni libri è importante aver letto quelli di altri?
Per comporre buona musica è importante conoscere ed ascoltare quella di altri?
Detta così, la risposta è: evidentemente sì. Quindi la domanda di Franco può sembrare retorica, ma occorre chiarire che cosa intendiamo per “buone” fotografie.

Continuando con la provocazione:
Un libro può essere definito “buono” se è stato scritto in un italiano ortograficamente corretto?
Una foto può essere definita “buona” se il fotografo ha applicato al meglio regole e tecniche compositive acquisite osservando le foto di altri?
Non sarà che una foto, per essere veramente “buona” abbia necessità anche (o forse soprattutto) di una componente espressiva personale che è difficilmente acquisibile, in quanto frutto della nostra sensibilità?
hmmm.gif hmmm.gif


Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #8
QUOTE(PAS @ Apr 5 2006, 03:12 PM)
Di fronte a questi quesiti mi piace sempre fare il parallelo tra la fotografia ed altri mezzi espressivi.
Parafrasando:
Per scrivere buoni libri è importante aver letto quelli di altri?
Per comporre buona musica è importante conoscere ed ascoltare quella di altri?
Detta così, la risposta è: evidentemente sì. Quindi la domanda di Franco può sembrare retorica, ma occorre chiarire che cosa intendiamo per “buone” fotografie.

Continuando con la provocazione:
Un libro può essere definito “buono” se è stato scritto in un italiano ortograficamente corretto?
Una foto può essere definita “buona” se il fotografo ha applicato al meglio regole e tecniche compositive acquisite osservando le foto di altri?
Non sarà che una foto, per essere veramente “buona” abbia necessità anche (o forse soprattutto) di una componente espressiva personale che è difficilmente acquisibile, in quanto frutto della nostra sensibilità? hmmm.gif  hmmm.gif
*



Certo, come in qualunque espressione artistica.
Altrimenti non ci sarebbero opere belle o brutte, ma solo giuste o sbagliate.

Ma il punto è che la nostra sensibilità e quindi il nostro ...valore aggiunto (se ne siamo in grado) non è altro che un'elaborazione personale di tutta quella serie di inconsapevoli "condizionamenti" (nell'accezione letterale e positiva del termine) derivanti dalla nostra esperienza, conoscenza e assorbimento di ciò che ci circonda. La natura, la matematica, le simmetrie, il sopra e il sotto, ...e le opere degli altri.

Ne abbiamo parlato qui, qui, qui, qui ed anche qui.
PAS
Messaggio: #9
QUOTE(ludofox @ Apr 6 2006, 09:05 AM)
Certo, come in qualunque espressione artistica.
Altrimenti non ci sarebbero opere belle o brutte, ma solo giuste o sbagliate.

Ma il punto è che la nostra sensibilità e quindi il nostro ...valore aggiunto (se ne siamo in grado) non è altro che un'elaborazione personale di tutta quella serie di inconsapevoli "condizionamenti" (nell'accezione letterale e positiva del termine) derivanti dalla nostra esperienza, conoscenza e assorbimento di ciò che ci circonda. La natura, la matematica, le simmetrie, il sopra e il sotto, ...e le opere degli altri.



D’accordo Ludovico, ma la mia (blanda) provocazione voleva andare a parare da un’altra parte:
Vediamo se riesco ad essere leggermente meno confuso:

Spesso leggiamo:
<< bellissima foto, assomiglia a………>>
Quindi l’ “inconsapevole condizionamento” ci porta ad attribuire valore alla foto in quanto riferibile ad una sorta di canone estetico già in noi precostituito.
Tornando al quesito originale di Franco:
Non sarà che una continua e metodica lettura delle foto di altri costruisca poi argini “inconsapevoli” che imbrigliano la nostra espressività e ci portino soprattutto ad imitare piuttosto che a sperimentare?
hmmm.gif

Messaggio modificato da PAS il Apr 6 2006, 09:50 AM
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #10
QUOTE(PAS @ Apr 6 2006, 10:50 AM)
Non sarà che una continua e metodica lettura delle foto di altri costruisca poi argini “inconsapevoli” che imbrigliano la nostra espressività e ci portino soprattutto ad imitare piuttosto che a sperimentare?
hmmm.gif
*



Il rischio è proprio questo, Valerio.
Il valore di un'opera è direttamente proporzionale (detto in maniera semplicistica) alla...quantità di spazio che riusciamo ad interporre tra noi e i nostri condizionamenti.

In altro thread sullo still life, ho parlato dell'ingenuità senza condizionamenti che spesso ritroviamo nei disegni dei bambini.

Ne riporto un brano.

<<...Quella dei disegni realizzati dai bambini, è una perfetta analogia.
.....
Quante volte abbiamo visto il disegno di un bimbo che rappresenta un paesaggio con un prato.
Ebbene, spesso il prato viene rappresentato da una sottile striscia verde tracciata nei pressi del bordo inferiore del foglio e il cielo è altrettanto rappresentato da una striscia azzurra tracciata vicino al bordo superiore. In mezzo il bel ...bianco carta entro il quale vi sono altri elementi come case, persone.
Naturalmente il bambino vede che l'azzurro del cielo arriva fino all'orizzonte e che da lì parte il verde del prato.
Ma il bambino sa anche che il cielo è "su", il prato è "giù" e le case stanno "in mezzo".
>>

E come Nico, nello stesso thread, indica:

<<...la differenza tra ciò che si vede e ciò che si sa. Il bambino, quando dipinge le montagne marroni, dipinge ciò che sa, non ciò che vede: anche le vedesse dell'azzurro più intenso continuerebbe a dipingerle marroni... Ciò che sappiamo tende ad avere una persistenza superiore, rispetto a ciò che vediamo. Anche per ragioni d'«economia»: ciò che vediamo cambia continuamente. Dunque noi tendiamo a riportare l'infinita varietà dei fenomeni a schemi più semplici, e più duraturi...>>


Voglio dire che l'assenza di condizionamenti, o la capacità di distaccarsene, porta verso direzioni insospettabili, curiose e creative.
La parola "creatività", etimologicamente indica la creazione. Ossia l'invenzione (o la scoperta) di ciò che ancora non è stato inventato (o scoperto).

Per condizionamenti intendo anche la tendenza all'imitazione che credo, sia insita nella natura umana.

I geni, gli artisti sono quelli che affrontano la realizzazione delle loro opere, tenendo conto dei loro condizionamenti, facendo i conti con essi, ma sfruttandoli a proprio vantaggio. ...Come i bambini.
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #11
QUOTE(Franco_ @ Mar 13 2006, 05:05 PM)
Per essere in grado di fare buone fotografie è importante, oltre a saper accettare le critiche, saper leggere le foto degli altri ?

Secondo me SI, credo sia fondamentale.

Ma non solo quelle degli altri, anche le proprie dovrebbero essere rilette come se non le avessimo scattate noi. Siete d'accordo oppure pensate che per imparare si debba solo scattare, scattare e scattare ?
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Franco , parto dall'ultimo punto.
Se rileggi le tue fotografia in una chiave non personale le tue foto non avranno più senso.
A meno di non giudicare esclusivamente parametri tecnici.
Visto che la fotografia è comunicazione, ed ogni comunicazione dev'essere personale, ogni allontanamento da questa soggettività farà perdere di senso ogni contenuto e senso della fotografia stessa.


Venendo alla prima parte del tuo discorso...dunque per essere un buon critico non credo bisogna essere dei fotografi ( o in altre arti dei pittori, ad esempio)
Per fare, invece, una buona fotografia, o in misura maggiore un buon dipinto, una buona formazione culturale non può che aiutare.
E non è il problema dell'ispirarsi, il vero problema è il confronto.
Con se stessi.
Quando io leggo un'opera geniale io vedo non l'opera ma me stesso.
La mia interpretazione di quell'opera non sarà nient'altro che un frammento di me.
Esattamente come una foto di reportagè...quando io testimonio il mondo con uno scatto stò testimoniando solo me stesso...le mie emozioni, il mio punto di vista riguardo quell'evento.
Esprimo un giudizio...è inevitabile.
Altro che imparzialità!
E così attraverso i miei lavori , ed i lavori dei grandissimi, io conoscerò meglio me stesso , in questo modo mi esprimerò fotograficamente sempre meglio.
Perchè recepirò come posso esprimermi, cosa mi emoziona ed in che modo, quale modalità trovo più appropriata per raccontare un evento, etc, etc,
Insomma comincerò a leggere le sfumature delle mie emozioni...
Se guardo una foto per poi imitarla significa che da quella foto non ho recepito una mazza se non un canone estetico.
E questo è molto limitante, almeno nella mia ottica.


Buone foto!

Federico.
Franco_
Messaggio: #12
QUOTE(FZFZ @ Apr 7 2006, 04:43 AM)
Franco , parto dall'ultimo punto.
Se rileggi le tue fotografia in una chiave non personale le tue foto non avranno più senso.
...
*



Ciao Federico, approfitto di questa tua frase per precisare meglio il mio pensiero.
Non sono d'accordo con la tua affermazione, o meglio potrei condividerla solo nel caso in cui fossi talmente bravo da riuscire a trasmettere un qualche messaggio con le mie foto; ma purtroppo mi accorgo che questo non mi riesce quasi mai. Credo che se una foto è riuscita, nel senso che riesce a trasmettere qualcosa, il messaggio dovrebbe essere sempre evidente, indipendentemente dal fatto di esserne stato o meno l'autore.
Il problema è quando il messaggio lo vede solo l'autore della foto ... (o, ancora peggio, quando non lo vede neanche lui rolleyes.gif )


QUOTE(PAS @ Apr 6 2006, 10:50 AM)
...
Tornando al quesito originale di Franco:
Non sarà che una continua e metodica lettura delle foto di altri costruisca poi argini “inconsapevoli” che imbrigliano la nostra espressività e ci portino soprattutto ad imitare piuttosto che a sperimentare?
hmmm.gif
*



Il rischio di cadere nell'imitazione indubbiamente c'è, ma credo lo corrano quelli che, come me, non hanno particolari capacità "artistico-creative".
Diverso è evidentemente il discorso per i veri artisti (pittori, scultori, musicisti e chi più ne ha più ne metta) hanno sicuramente studiato (letto) le opere degli altri, le hanno interiorizzate, rielaborate e alla fine hanno "creato"; diverso è evidentemente il discorso per coloro che hanno scopiazzato, in questo caso il termine artista mi sembra fuori luogo ...
Io sto cercando un metodo che mi aiuti a migliorare: è sulla validità di questo metodo (saper leggere le proprie foto come se le avesse scattate un altro => saperle criticare serenamente) che mi piacerebbe conoscere il vostro pensiero.


QUOTE(ludofox @ Apr 6 2006, 11:02 AM)
...
I geni, gli artisti sono quelli che affrontano la realizzazione delle loro opere, tenendo conto dei loro condizionamenti, facendo i conti con essi, ma sfruttandoli a proprio vantaggio. ...Come i bambini.
*



Appunto, i GENI/ARTISTI.
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #13
QUOTE(Franco_ @ Apr 7 2006, 09:08 AM)
Ciao Federico, approfitto di questa tua frase per precisare meglio il mio pensiero.
Non sono d'accordo con la tua affermazione, o meglio potrei condividerla solo nel caso in cui fossi talmente bravo da riuscire a trasmettere un qualche messaggio con le mie foto; ma purtroppo mi accorgo che questo non mi riesce quasi mai. Credo che se una foto è riuscita, nel senso che riesce a trasmettere qualcosa, il messaggio dovrebbe essere sempre evidente, indipendentemente dal fatto di esserne stato o meno l'autore.
Il problema è quando il messaggio lo vede solo l'autore della foto ... (o, ancora peggio, quando non lo vede neanche lui  rolleyes.gif )
Il rischio di cadere nell'imitazione indubbiamente c'è, ma credo lo corrano quelli che, come me, non hanno particolari capacità "artistico-creative".
Diverso è evidentemente il discorso per i veri artisti (pittori, scultori, musicisti e chi più ne ha più ne metta) hanno sicuramente studiato (letto) le opere degli altri, le hanno interiorizzate, rielaborate e alla fine hanno "creato"; diverso è evidentemente il discorso per coloro che hanno scopiazzato, in questo caso il termine artista mi sembra fuori luogo ...
Io sto cercando un metodo che mi aiuti a migliorare: è sulla validità di questo metodo (saper leggere le proprie foto come se le avesse scattate un altro => saperle criticare serenamente) che mi piacerebbe conoscere il vostro pensiero.
Appunto, i GENI/ARTISTI.
*




Le linee guida , a parer mio, non possono essere influenzate dalla bravura...
In ogni foto, in qualunque, c'è un messaggio.
Che poi quest'ultimo sia trasmesso bene , in modo chiaro, è un discorso diverso.
A volte, è vero, non siamo neppure del tutto consapevoli di ciò che abbiamo espresso noi stessi , nei nostri stessi lavori...

Il problema è che solo l'autore della foto sà esattamente il suo significato.
Ognuno di noi, guardando quella foto, la reinterpreterà.
E non si potrà mai dare a stessa definizione, la stessa interpretazione dell'autore o di un altro osservatore.
Perchè ci avrà trasmesso emozioni diverse, anche se magari molto simili.
Per cui guardare la foto come un'osservatore "neutrale" non ha senso perchè l'osservatore "neutrale" non può esistere.
In questo senso quando osserviamo una foto osserviamo noi stessi...
L'unico modo per migliorare è scattare e farsi una cultura fotografica osservando gli altri, maestri e non.
E non per scopiazzare ma per scoprire come noi leggiamo e come noi riusciamo a percepire una data emozione o sensazione.
Un discorso come il tuo , Franco, a mio parere presupporebbe una oggettività assoluta ( o quasi) che non esiste in nessun campo della vita, figurarsi nel campo dove per denominazione la soggettività è assoluta.
Ovverosia l'arte, nel senso di espressione personale.
Oltretutto , se esistessero dei critire universali ed oggettivi di giudizio, li troverei estremamente pericolosi, oltre che limitanti ovviamente!


Federico.



Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #14
Un genio/artista non è colui che riesce a travalicare i propri condizionamenti di cui tutti siamo colpiti.
L'artista è colui che riesce , in qualunque modo, a raccontare la condizione umana in modo efficace e creativo.
Ad osservare l'anima e raccontarla.
Propria o altrui.
Ma che alla fine, nell'opera d'arte , diventa di tutti, appartiene a tutti coloro che la osservano.
E diventa personale , del singolo osservatore.
Il messaggio non è mai chiaro, perchè esistono miliardi di sensazioni, di sfumature di emozioni diverse da individuo ad individuo.
Per questo il mio punto di partenza : solo conoscendo noi stessi riusciremo a capire meglio gli altri e quindi dare un'interpretazione più profonda in ciò che realizziamo.
Ed in ciò che osserviamo.
Chi riesce a liberarsi dei propri condizionamenti ( cosa impossibile peraltro)non è di per sè un artista : è originale e creativo ma da qui ad "artista" il passo è lungo.
Chi pensa che per essere "artista" basti essere originale è del tutto fuori strada...

L'unico modo per migliorarsi, per me, è lo studio della tecnica, dei lavori di altri e una maggior attenzione a se stessi e gli altri, ovverosia lo sviluppo e la crescita di una sensibilità maggiore , più matura e complessa.
Ci permetterà di esprimerci meglio.
Di andare più a fondo.
Di farci capire di più.

Personalmente non me ne frega nulla di piacere agli altri con i miei scatti...devono essere significativi per me....dopodichè se vengono apprezzati da altre persone , tanto di guadagnato, mi fà piacere.
Ma l'essenza dell'espressione creativa, come la fotografia, è solamente personale.

Se questo non fosse stato capito la fotografia sarebbe ancora oggi legata al concetto di arte secondaria o povera...o al mero ruolo di tecnica.
Dove esistono dei paletti, delle costrizioni e delle regole da seguire assolutamente, non si parla più di espressione artistica , ma tecnica.
Per questo capisco poco chi ironizza sù "sfocati in B&N" di gente povera....o sù certi lavori....
Certe volte ci manca l'umiltà di dire " Io 'stà cosa non la capisco"...
Direi che è molto più semplice dire: " Ma chè 'stà robaccia è arte"?
Oppure "Mio figlio di 5 anni lo farebbe meglio"!


Buone foto!

Federico.


 
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