Salve a tutti, la mia domanda e' questa, che grado di tropicalizzazione ha la mia e vostra D300 ?
qualcuno ha avuto possibilita' di provarla ,magari sotto un diluvio universale ? A qualcuno e' caduta per errore nel mare ? Dentro la vasca ( improbabile ,ma non si sa mai ).Vorrei avere delle certezze riguardo all'impermeabilita' della mia amata D300.
so che dalla casa viene definita tropicalizzata ma fino a che punto ??
Se tutti i felici possessori della D300 , esprimessero le loro opinioni, magari basate su degli imprevisti capitati con la D300??
ho "bisogno" di raccogliere testimonianze per una diatriba in corso su un forum esterno con un utente Pentax ,che sotiene che la sua Pentax K20 sia' piu' impermeabilizzata della mia D300, e a tal proposito ha postato una foto della sua Pentax , sciaquata sul dorso ,sotto il lavandino.
vorrei poterne uscire un fiero vincitore dal confronto e non soccombere da una Pentax
grazie a tutti quelli che parteciperanno
qualcuno ha avuto possibilita' di provarla ,magari sotto un diluvio universale ? A qualcuno e' caduta per errore nel mare ? Dentro la vasca ( improbabile ,ma non si sa mai ).Vorrei avere delle certezze riguardo all'impermeabilita' della mia amata D300.
so che dalla casa viene definita tropicalizzata ma fino a che punto ??
Se tutti i felici possessori della D300 , esprimessero le loro opinioni, magari basate su degli imprevisti capitati con la D300??
ho "bisogno" di raccogliere testimonianze per una diatriba in corso su un forum esterno con un utente Pentax ,che sotiene che la sua Pentax K20 sia' piu' impermeabilizzata della mia D300, e a tal proposito ha postato una foto della sua Pentax , sciaquata sul dorso ,sotto il lavandino.
vorrei poterne uscire un fiero vincitore dal confronto e non soccombere da una Pentax
grazie a tutti quelli che parteciperanno
C'è un modo scientifico per rispondere a quanto tiene un oggetto rispetto all'acqua ed alla polvere: si chiama "grado di tenuta IP" ed è espresso da due cifre, una di tenuta alla polvere, l'altra all'acqua, va da 0 (tenuta minima) a 6 o 7 (tenuta totale all'immersione).
Basta sapere a che grado di tenuta IP è garantita la D300 e leggere le specifiche di tenuta di ogni grado (dasta una seplice ricerca su Google), meglio che fare esperimenti empirici e magari... pericolosi...
Marcello
Basta sapere a che grado di tenuta IP è garantita la D300 e leggere le specifiche di tenuta di ogni grado (dasta una seplice ricerca su Google), meglio che fare esperimenti empirici e magari... pericolosi...
Marcello
per mia esperienza con la d40x e la d200 che si sono beccate polvere in occasione di rally e anche della pioggia non c'è mai stato nessun problema pure sulla d40x che non è nemmeno tropicalizzata...
sicuramente se la d300 finisce nell'acqua non le fa bene ma un pò di pioggia credo che non sia un problema come per la d200
sicuramente se la d300 finisce nell'acqua non le fa bene ma un pò di pioggia credo che non sia un problema come per la d200
Non ero a conoscenza del grado di tenuta IP citato da marce956 (grazie, non si finisce mai d'imparare...), però posso dirti che mi è capitato di dover tenere la D300 sotto una pioggia non pesante ma fitta e costante. 5 minuti buoni, e non è successo niente. Certo la cosa in sé non dimostra molto, tuttavia...
Di una cosa sono certo: se cade in mare la macchina genericamente è spacciata!
Di una cosa sono certo: se cade in mare la macchina genericamente è spacciata!
C'è un modo scientifico per rispondere a quanto tiene un oggetto rispetto all'acqua ed alla polvere: si chiama "grado di tenuta IP" ed è espresso da due cifre, una di tenuta alla polvere, l'altra all'acqua, va da 0 (tenuta minima) a 6 o 7 (tenuta totale all'immersione).
Basta sapere a che grado di tenuta IP è garantita la D300 e leggere le specifiche di tenuta di ogni grado (dasta una seplice ricerca su Google), meglio che fare esperimenti empirici e magari... pericolosi...
Marcello
Basta sapere a che grado di tenuta IP è garantita la D300 e leggere le specifiche di tenuta di ogni grado (dasta una seplice ricerca su Google), meglio che fare esperimenti empirici e magari... pericolosi...
Marcello
si ,ma questo lo sapevo gia' , volevo sapere se a qualcuno e' capitato un imprevisto come da me descritto nel titolo... il grado IP, vale quello che vale, poi magari si scopre che la fotocamera anche con un grado di IP alto,alla prima pioggia si ferma ....
io non dico mica di gettare la fotocamera in acqua, sia mai, chiedo solo qualche certezza,se magari a qualcuno l'imprevisto e' successo ,tutto qua.
e direi che come prova un imprevisto, vale piu' del giudizio del grado IP dato alla fotocamera..
Non ero a conoscenza del grado di tenuta IP citato da marce956 (grazie, non si finisce mai d'imparare...), però posso dirti che mi è capitato di dover tenere la D300 sotto una pioggia non pesante ma fitta e costante. 5 minuti buoni, e non è successo niente. Certo la cosa in sé non dimostra molto, tuttavia...
Di una cosa sono certo: se cade in mare la macchina genericamente è spacciata!
Di una cosa sono certo: se cade in mare la macchina genericamente è spacciata!
grazie per testimonianza, per il fatto del grado IP io invece ne sono a conoscenza, ma come ho ripetuto e' meglio una prova sul campo ( inavvertitamente e imprevedibilmente, intendo, senza farlo apposta ), che da piu' garanzie,che un semplice numero dato alla fotocamera sulla resistenza IP, visto che poi all atto pratico,non corrisponde mai....una cosa e' la teoria un'altra la pratica...
non dico che deve cadere in mare, magari ti becchi una lavata da un onda...cose del genere...e li vorrei vedere se la mitica D300 ,tira le quoia o no ??
Buonasera a tutti, riporto di seguito cio' che ho trovato in merito alla classificazione del grado di tenuta IP; non so se Nikon garantisce a livello di specifica tecnica per i suoi prodotti una garanzia di tenuta IP, ma quanto segue è un metodo oggettivo per valutare il grado di tenuta.
Ovviamente cio' non puo' sostituire l'esperienza, ovvero i vari casi che possono essere capitati (ed ai quali sono interessato anch'io, se non altro per sana curiosità)
Marcello
[i]Le lettere IP del codice sono seguite da due cifre indipendenti e talvolta da lettere. Nel caso in cui il grado di protezione corrispondente a una delle cifre non sia precisato (perché non sia necessario o perché non sia conosciuto) viene sostituito con una X.
Prima cifra
La prima cifra caratteristica indica simultaneamente la protezione delle persone contro l’accesso a parti pericolose e la protezione dei materiali contro la penetrazione dei corpi estranei. I diversi gradi corrispondono alle seguenti protezioni:
IP 0X: nessuna protezione.
IP 1X: si tratta di una rete o di un involucro in cui l’apertura più grossa non permette il passaggio di una sfera di diametro 50 mm che rimane ad una distanza adeguata dalle parti pericolose e corrisponde approssimativamente alla protezione contro il passaggio della mano.
IP 2X: la rete di protezione ha le maglie più strette e il diametro del calibro-oggetto è di 12,5 mm. Inoltre, il "dito di prova articolato" deve restare a distanza adeguata dalle parti pericolose.
IP 3X: l’involucro non deve lasciar penetrare i corpi estranei di diametro superiore a 2,5 mm. La prova è effettuata con un asta d’acciaio con la punta senza sbavature perché sarebbe difficile l’utilizzo di una sfera di 2,5 mm.
IP4X: come il grado precedente sostituendo 2,5 mm con 1 mm.
IP 5X: permette la penetrazione della polvere in quantità tale da non nuocere al buon funzionamento dell’apparecchiatura o da non comprometterne la sicurezza. IP 6X: non ammette alcuna penetrazione della polvere.
Seconda cifra
La seconda cifra caratteristica del codice IP indica il grado di protezione contro gli effetti dannosi della penetrazione dell’acqua. È precisato che le prove sono effettuate con acqua dolce senza agenti tensioattivi. I diversi gradi definiti dalla seconda cifra corrispondono alle seguenti situazioni:
IP X 0: nessuna protezione.
IP X 1: questo primo grado corrisponde alla protezione contro la caduta verticale di acqua alla quale possono essere sottoposti i prodotti da interno a seguito di perdite o di gocce di condensa sul soffitto del locale o sulle tubature che passano al di sopra dell’involucro.
IP X2: anche questo grado corrisponde alla caduta di acqua, ma con una portata maggiore e inclinazione fino a 15° rispetto alla verticale. È il caso ad esempio, del materiale installato sulle navi.
IP X3: questo grado corrisponde alla tenuta contro la pioggia. L’angolazione massima d’annaffiatura è di 60° rispetto alla verticale. La base dell’involucro può essere aperta. La prova può essere fatta con un tubo oscillante provvisto di ugelli (ripartiti lungo un arco di 60° da entrambe le parti della verticale) o con un ugello d’annaffiamento in cui uno schermo a contrappeso limita l’angolo di incidenza dei getti. In entrambi i casi è precisata la portata dell’acqua.
IP X 4: per questo grado di protezione, la portata di ogni ugello è la stessa del grado precedente, ma questi sono disposti su tutti i 180°; inoltre l’arco oscilla di +180° in modo che la protezione dall’acqua sia garantita verso tutte le direzioni. È la prova di tenuta alla pioggia battente e agli spruzzi.
IP X5 e IP X6: questi sono i gradi di tenuta a getti d’acqua, ondate del mare ecc. Le condizioni di prova sono più severe per il grado 6 che per il grado 5 in quanto nel primo caso il diametro dell’ugello e la portata dell’acqua sono maggiori.
IP X7 e IP X8: non corrispondono più a proiezione di acqua, ma all’immersione temporanea o continua. Inoltre, gli involucri che soddisfano questi gradi devono essere designati con una doppia marcatura se soddisfano ugualmente a un grado inferiore, ad esempio IP X5 / X7 (un secchio rovesciato immerso nell’acqua ha un IP X8 ma non ha l’IP X4).[/i]
Ovviamente cio' non puo' sostituire l'esperienza, ovvero i vari casi che possono essere capitati (ed ai quali sono interessato anch'io, se non altro per sana curiosità)
Marcello
[i]Le lettere IP del codice sono seguite da due cifre indipendenti e talvolta da lettere. Nel caso in cui il grado di protezione corrispondente a una delle cifre non sia precisato (perché non sia necessario o perché non sia conosciuto) viene sostituito con una X.
Prima cifra
La prima cifra caratteristica indica simultaneamente la protezione delle persone contro l’accesso a parti pericolose e la protezione dei materiali contro la penetrazione dei corpi estranei. I diversi gradi corrispondono alle seguenti protezioni:
IP 0X: nessuna protezione.
IP 1X: si tratta di una rete o di un involucro in cui l’apertura più grossa non permette il passaggio di una sfera di diametro 50 mm che rimane ad una distanza adeguata dalle parti pericolose e corrisponde approssimativamente alla protezione contro il passaggio della mano.
IP 2X: la rete di protezione ha le maglie più strette e il diametro del calibro-oggetto è di 12,5 mm. Inoltre, il "dito di prova articolato" deve restare a distanza adeguata dalle parti pericolose.
IP 3X: l’involucro non deve lasciar penetrare i corpi estranei di diametro superiore a 2,5 mm. La prova è effettuata con un asta d’acciaio con la punta senza sbavature perché sarebbe difficile l’utilizzo di una sfera di 2,5 mm.
IP4X: come il grado precedente sostituendo 2,5 mm con 1 mm.
IP 5X: permette la penetrazione della polvere in quantità tale da non nuocere al buon funzionamento dell’apparecchiatura o da non comprometterne la sicurezza. IP 6X: non ammette alcuna penetrazione della polvere.
Seconda cifra
La seconda cifra caratteristica del codice IP indica il grado di protezione contro gli effetti dannosi della penetrazione dell’acqua. È precisato che le prove sono effettuate con acqua dolce senza agenti tensioattivi. I diversi gradi definiti dalla seconda cifra corrispondono alle seguenti situazioni:
IP X 0: nessuna protezione.
IP X 1: questo primo grado corrisponde alla protezione contro la caduta verticale di acqua alla quale possono essere sottoposti i prodotti da interno a seguito di perdite o di gocce di condensa sul soffitto del locale o sulle tubature che passano al di sopra dell’involucro.
IP X2: anche questo grado corrisponde alla caduta di acqua, ma con una portata maggiore e inclinazione fino a 15° rispetto alla verticale. È il caso ad esempio, del materiale installato sulle navi.
IP X3: questo grado corrisponde alla tenuta contro la pioggia. L’angolazione massima d’annaffiatura è di 60° rispetto alla verticale. La base dell’involucro può essere aperta. La prova può essere fatta con un tubo oscillante provvisto di ugelli (ripartiti lungo un arco di 60° da entrambe le parti della verticale) o con un ugello d’annaffiamento in cui uno schermo a contrappeso limita l’angolo di incidenza dei getti. In entrambi i casi è precisata la portata dell’acqua.
IP X 4: per questo grado di protezione, la portata di ogni ugello è la stessa del grado precedente, ma questi sono disposti su tutti i 180°; inoltre l’arco oscilla di +180° in modo che la protezione dall’acqua sia garantita verso tutte le direzioni. È la prova di tenuta alla pioggia battente e agli spruzzi.
IP X5 e IP X6: questi sono i gradi di tenuta a getti d’acqua, ondate del mare ecc. Le condizioni di prova sono più severe per il grado 6 che per il grado 5 in quanto nel primo caso il diametro dell’ugello e la portata dell’acqua sono maggiori.
IP X7 e IP X8: non corrispondono più a proiezione di acqua, ma all’immersione temporanea o continua. Inoltre, gli involucri che soddisfano questi gradi devono essere designati con una doppia marcatura se soddisfano ugualmente a un grado inferiore, ad esempio IP X5 / X7 (un secchio rovesciato immerso nell’acqua ha un IP X8 ma non ha l’IP X4).[/i]
Personalmente mi guardo bene da "test" stile scherzi a parte...cercando di usare la mia attrezzatura con le dovute cautele in ogni caso.
Comunque posso riferiti la mia esperienza con la D300, pioggia di un temporale estivo di media entità si è bagnata senza riportare danni, servizio fotografico durante gara ippica, molta polvere, caldo afoso, nessun problema.
Tra qualche giorno la riporto al mare....speriamo abbia imparato a levarsi la maschera da sola....
Scherzo......saluti!
Comunque posso riferiti la mia esperienza con la D300, pioggia di un temporale estivo di media entità si è bagnata senza riportare danni, servizio fotografico durante gara ippica, molta polvere, caldo afoso, nessun problema.
Tra qualche giorno la riporto al mare....speriamo abbia imparato a levarsi la maschera da sola....
Scherzo......saluti!
Buonasera a tutti, riporto di seguito cio' che ho trovato in merito alla classificazione del grado di tenuta IP; non so se Nikon garantisce a livello di specifica tecnica per i suoi prodotti una garanzia di tenuta IP, ma quanto segue è un metodo oggettivo per valutare il grado di tenuta.
Ovviamente cio' non puo' sostituire l'esperienza, ovvero i vari casi che possono essere capitati (ed ai quali sono interessato anch'io, se non altro per sana curiosità)
Marcello
[i]Le lettere IP del codice sono seguite da due cifre indipendenti e talvolta da lettere. Nel caso in cui il grado di protezione corrispondente a una delle cifre non sia precisato (perché non sia necessario o perché non sia conosciuto) viene sostituito con una X.
Prima cifra
La prima cifra caratteristica indica simultaneamente la protezione delle persone contro l’accesso a parti pericolose e la protezione dei materiali contro la penetrazione dei corpi estranei. I diversi gradi corrispondono alle seguenti protezioni:
IP 0X: nessuna protezione.
IP 1X: si tratta di una rete o di un involucro in cui l’apertura più grossa non permette il passaggio di una sfera di diametro 50 mm che rimane ad una distanza adeguata dalle parti pericolose e corrisponde approssimativamente alla protezione contro il passaggio della mano.
IP 2X: la rete di protezione ha le maglie più strette e il diametro del calibro-oggetto è di 12,5 mm. Inoltre, il "dito di prova articolato" deve restare a distanza adeguata dalle parti pericolose.
IP 3X: l’involucro non deve lasciar penetrare i corpi estranei di diametro superiore a 2,5 mm. La prova è effettuata con un asta d’acciaio con la punta senza sbavature perché sarebbe difficile l’utilizzo di una sfera di 2,5 mm.
IP4X: come il grado precedente sostituendo 2,5 mm con 1 mm.
IP 5X: permette la penetrazione della polvere in quantità tale da non nuocere al buon funzionamento dell’apparecchiatura o da non comprometterne la sicurezza. IP 6X: non ammette alcuna penetrazione della polvere.
Seconda cifra
La seconda cifra caratteristica del codice IP indica il grado di protezione contro gli effetti dannosi della penetrazione dell’acqua. È precisato che le prove sono effettuate con acqua dolce senza agenti tensioattivi. I diversi gradi definiti dalla seconda cifra corrispondono alle seguenti situazioni:
IP X 0: nessuna protezione.
IP X 1: questo primo grado corrisponde alla protezione contro la caduta verticale di acqua alla quale possono essere sottoposti i prodotti da interno a seguito di perdite o di gocce di condensa sul soffitto del locale o sulle tubature che passano al di sopra dell’involucro.
IP X2: anche questo grado corrisponde alla caduta di acqua, ma con una portata maggiore e inclinazione fino a 15° rispetto alla verticale. È il caso ad esempio, del materiale installato sulle navi.
IP X3: questo grado corrisponde alla tenuta contro la pioggia. L’angolazione massima d’annaffiatura è di 60° rispetto alla verticale. La base dell’involucro può essere aperta. La prova può essere fatta con un tubo oscillante provvisto di ugelli (ripartiti lungo un arco di 60° da entrambe le parti della verticale) o con un ugello d’annaffiamento in cui uno schermo a contrappeso limita l’angolo di incidenza dei getti. In entrambi i casi è precisata la portata dell’acqua.
IP X 4: per questo grado di protezione, la portata di ogni ugello è la stessa del grado precedente, ma questi sono disposti su tutti i 180°; inoltre l’arco oscilla di +180° in modo che la protezione dall’acqua sia garantita verso tutte le direzioni. È la prova di tenuta alla pioggia battente e agli spruzzi.
IP X5 e IP X6: questi sono i gradi di tenuta a getti d’acqua, ondate del mare ecc. Le condizioni di prova sono più severe per il grado 6 che per il grado 5 in quanto nel primo caso il diametro dell’ugello e la portata dell’acqua sono maggiori.
IP X7 e IP X8: non corrispondono più a proiezione di acqua, ma all’immersione temporanea o continua. Inoltre, gli involucri che soddisfano questi gradi devono essere designati con una doppia marcatura se soddisfano ugualmente a un grado inferiore, ad esempio IP X5 / X7 (un secchio rovesciato immerso nell’acqua ha un IP X8 ma non ha l’IP X4).[/i]
Ovviamente cio' non puo' sostituire l'esperienza, ovvero i vari casi che possono essere capitati (ed ai quali sono interessato anch'io, se non altro per sana curiosità)
Marcello
[i]Le lettere IP del codice sono seguite da due cifre indipendenti e talvolta da lettere. Nel caso in cui il grado di protezione corrispondente a una delle cifre non sia precisato (perché non sia necessario o perché non sia conosciuto) viene sostituito con una X.
Prima cifra
La prima cifra caratteristica indica simultaneamente la protezione delle persone contro l’accesso a parti pericolose e la protezione dei materiali contro la penetrazione dei corpi estranei. I diversi gradi corrispondono alle seguenti protezioni:
IP 0X: nessuna protezione.
IP 1X: si tratta di una rete o di un involucro in cui l’apertura più grossa non permette il passaggio di una sfera di diametro 50 mm che rimane ad una distanza adeguata dalle parti pericolose e corrisponde approssimativamente alla protezione contro il passaggio della mano.
IP 2X: la rete di protezione ha le maglie più strette e il diametro del calibro-oggetto è di 12,5 mm. Inoltre, il "dito di prova articolato" deve restare a distanza adeguata dalle parti pericolose.
IP 3X: l’involucro non deve lasciar penetrare i corpi estranei di diametro superiore a 2,5 mm. La prova è effettuata con un asta d’acciaio con la punta senza sbavature perché sarebbe difficile l’utilizzo di una sfera di 2,5 mm.
IP4X: come il grado precedente sostituendo 2,5 mm con 1 mm.
IP 5X: permette la penetrazione della polvere in quantità tale da non nuocere al buon funzionamento dell’apparecchiatura o da non comprometterne la sicurezza. IP 6X: non ammette alcuna penetrazione della polvere.
Seconda cifra
La seconda cifra caratteristica del codice IP indica il grado di protezione contro gli effetti dannosi della penetrazione dell’acqua. È precisato che le prove sono effettuate con acqua dolce senza agenti tensioattivi. I diversi gradi definiti dalla seconda cifra corrispondono alle seguenti situazioni:
IP X 0: nessuna protezione.
IP X 1: questo primo grado corrisponde alla protezione contro la caduta verticale di acqua alla quale possono essere sottoposti i prodotti da interno a seguito di perdite o di gocce di condensa sul soffitto del locale o sulle tubature che passano al di sopra dell’involucro.
IP X2: anche questo grado corrisponde alla caduta di acqua, ma con una portata maggiore e inclinazione fino a 15° rispetto alla verticale. È il caso ad esempio, del materiale installato sulle navi.
IP X3: questo grado corrisponde alla tenuta contro la pioggia. L’angolazione massima d’annaffiatura è di 60° rispetto alla verticale. La base dell’involucro può essere aperta. La prova può essere fatta con un tubo oscillante provvisto di ugelli (ripartiti lungo un arco di 60° da entrambe le parti della verticale) o con un ugello d’annaffiamento in cui uno schermo a contrappeso limita l’angolo di incidenza dei getti. In entrambi i casi è precisata la portata dell’acqua.
IP X 4: per questo grado di protezione, la portata di ogni ugello è la stessa del grado precedente, ma questi sono disposti su tutti i 180°; inoltre l’arco oscilla di +180° in modo che la protezione dall’acqua sia garantita verso tutte le direzioni. È la prova di tenuta alla pioggia battente e agli spruzzi.
IP X5 e IP X6: questi sono i gradi di tenuta a getti d’acqua, ondate del mare ecc. Le condizioni di prova sono più severe per il grado 6 che per il grado 5 in quanto nel primo caso il diametro dell’ugello e la portata dell’acqua sono maggiori.
IP X7 e IP X8: non corrispondono più a proiezione di acqua, ma all’immersione temporanea o continua. Inoltre, gli involucri che soddisfano questi gradi devono essere designati con una doppia marcatura se soddisfano ugualmente a un grado inferiore, ad esempio IP X5 / X7 (un secchio rovesciato immerso nell’acqua ha un IP X8 ma non ha l’IP X4).[/i]
molto utile, resta da scoprire com'e' siglata la D300 ???
EHHHH la curiosita' e' una brutta bestia....
Personalmente mi guardo bene da "test" stile scherzi a parte...cercando di usare la mia attrezzatura con le dovute cautele in ogni caso.
Comunque posso riferiti la mia esperienza con la D300, pioggia di un temporale estivo di media entità si è bagnata senza riportare danni, servizio fotografico durante gara ippica, molta polvere, caldo afoso, nessun problema.
Tra qualche giorno la riporto al mare....speriamo abbia imparato a levarsi la maschera da sola....
Scherzo......saluti!
Comunque posso riferiti la mia esperienza con la D300, pioggia di un temporale estivo di media entità si è bagnata senza riportare danni, servizio fotografico durante gara ippica, molta polvere, caldo afoso, nessun problema.
Tra qualche giorno la riporto al mare....speriamo abbia imparato a levarsi la maschera da sola....
Scherzo......saluti!
bene meglio cosi', almeno a qualche intemperia resiste...
speriamo anche a qualche lavata imprevista ,con quello che costa, vorrei vedere che poi si arrugginisce
Non sò se può aiutare la mia recente esperienza con D700+80-400VR (visto che chiedi lumi sulla D300), ma la condivido ugualmente.
Sea World Orlando, florida. Spettacolo delle Orche.
Visto che il figlio è innamorato di questi magnifici animali, abbiamo visto lo spettacolo 3 volte. I primi due eravamo "lontani", diciamo in zona sicura, ma l'ultimo, beh, moglie e figli hanno deciso di andare più vicino.
Il finale dello spettacolo, come potete immaginare, è un'orca enorme che gira per la piscina dando poderosi colpi di coda annaffiando il pubblico.
Beh, all'ultimo colpo di coda, io ero in linea perfetta col getto d'acqua (salata, ovviamente) e me la sono beccata tutta (ho anche fotografato la sequenza). :(
Pur essendo "innondata" la macchina ha continuato a fare il suo dovere senza tentennamenti.
All'uscita, ho lavato macchina ed obiettivo con acqua dolce (non per immersione, ovvio) giusto per rimuovere il sale e nessun problema si è ancora presentato in entrambi gli oggetti.
Fortunato od ottima qualità costruttiva?
Ciao,
Alessandro.
Sea World Orlando, florida. Spettacolo delle Orche.
Visto che il figlio è innamorato di questi magnifici animali, abbiamo visto lo spettacolo 3 volte. I primi due eravamo "lontani", diciamo in zona sicura, ma l'ultimo, beh, moglie e figli hanno deciso di andare più vicino.
Il finale dello spettacolo, come potete immaginare, è un'orca enorme che gira per la piscina dando poderosi colpi di coda annaffiando il pubblico.
Beh, all'ultimo colpo di coda, io ero in linea perfetta col getto d'acqua (salata, ovviamente) e me la sono beccata tutta (ho anche fotografato la sequenza). :(
Pur essendo "innondata" la macchina ha continuato a fare il suo dovere senza tentennamenti.
All'uscita, ho lavato macchina ed obiettivo con acqua dolce (non per immersione, ovvio) giusto per rimuovere il sale e nessun problema si è ancora presentato in entrambi gli oggetti.
Fortunato od ottima qualità costruttiva?
Ciao,
Alessandro.
Eh, Pino, bisogna pur far contenti i figli, è che speravo di salvarmi: il getto è stato molto concentrato, nel senso che mio figlio seduto accanto a me, ha preso solo qualche goccia.
Forse mi ha visto col "cannone" ed ha pensato volessi spararle!
Messaggio modificato da xaci il Aug 2 2009, 07:58 AM
Forse mi ha visto col "cannone" ed ha pensato volessi spararle!
Messaggio modificato da xaci il Aug 2 2009, 07:58 AM
Per mia esperienza posso solo dire che la D300 e' la migliore Dslr a livello di tropicalizzazione che ho mai posseduto....a tal punto che ho gia' deciso di ricomprarla come secondo corpo!
Saluti
Giacomo
Saluti
Giacomo
Prova a dare un'occhiata qui.
E' la prima voce che ho letto passando a Google la stringa "D300 sealing IP", penso che con un pò di calma troverai la risposta che stai cercando
E' la prima voce che ho letto passando a Google la stringa "D300 sealing IP", penso che con un pò di calma troverai la risposta che stai cercando
Prova a dare un'occhiata qui.
E' la prima voce che ho letto passando a Google la stringa "D300 sealing IP", penso che con un pò di calma troverai la risposta che stai cercando
E' la prima voce che ho letto passando a Google la stringa "D300 sealing IP", penso che con un pò di calma troverai la risposta che stai cercando
grazie Franco_ ,ora guardo con calma, ho provato anch'io su google, ma ho messo solo "D300 grado IP", invece che la parolina magica "sealing ", che non so neanche cosa voglia dire..( inglese zero).
cmq visto come si comporta la D700 di Xaci, presumo che anche la D300 resista .... esteticamente e come costruzione ,non sono mica uguali ? giusto ?
Se avessi una D300 non penso che la immergerei mai in acqua...
Ma avendola, e montando un obiettivo tropicalizzato, non penso che mi farei problemi a portarla sotto la pioggia (ovvio, non diluvio, ma neanche pioggerellina...)
Però sono sempre frenato dall'esperienza di un amico, che ai campionati di canoa, con D3 e 80-400 ha ricevuto un'onda che non è stata fermata da nessuna tropicalizzazione, e la D3 non ne ha più voluto sapere di riaccendersi...
A questo proposito sarebbe bello che Nikon, o chi per lei, pubblicasse una lista accurata di tutti gli obiettivi tropicalizzati e quanto.
Ciao, Mattia
Ma avendola, e montando un obiettivo tropicalizzato, non penso che mi farei problemi a portarla sotto la pioggia (ovvio, non diluvio, ma neanche pioggerellina...)
Però sono sempre frenato dall'esperienza di un amico, che ai campionati di canoa, con D3 e 80-400 ha ricevuto un'onda che non è stata fermata da nessuna tropicalizzazione, e la D3 non ne ha più voluto sapere di riaccendersi...
A questo proposito sarebbe bello che Nikon, o chi per lei, pubblicasse una lista accurata di tutti gli obiettivi tropicalizzati e quanto.
Ciao, Mattia
Prova a dare un'occhiata qui.
E' la prima voce che ho letto passando a Google la stringa "D300 sealing IP", penso che con un pò di calma troverai la risposta che stai cercando
E' la prima voce che ho letto passando a Google la stringa "D300 sealing IP", penso che con un pò di calma troverai la risposta che stai cercando
quindi pioggia batternte la allaga. A che servirebbe altrimenti la scafandratura se no?
Non sò se può aiutare la mia recente esperienza con D700+80-400VR (visto che chiedi lumi sulla D300), ma la condivido ugualmente.
Sea World Orlando, florida. Spettacolo delle Orche.
Visto che il figlio è innamorato di questi magnifici animali, abbiamo visto lo spettacolo 3 volte. I primi due eravamo "lontani", diciamo in zona sicura, ma l'ultimo, beh, moglie e figli hanno deciso di andare più vicino.
Il finale dello spettacolo, come potete immaginare, è un'orca enorme che gira per la piscina dando poderosi colpi di coda annaffiando il pubblico.
Beh, all'ultimo colpo di coda, io ero in linea perfetta col getto d'acqua (salata, ovviamente) e me la sono beccata tutta (ho anche fotografato la sequenza). :(
Pur essendo "innondata" la macchina ha continuato a fare il suo dovere senza tentennamenti.
All'uscita, ho lavato macchina ed obiettivo con acqua dolce (non per immersione, ovvio) giusto per rimuovere il sale e nessun problema si è ancora presentato in entrambi gli oggetti.
Fortunato od ottima qualità costruttiva?
Ciao,
Alessandro.
Sea World Orlando, florida. Spettacolo delle Orche.
Visto che il figlio è innamorato di questi magnifici animali, abbiamo visto lo spettacolo 3 volte. I primi due eravamo "lontani", diciamo in zona sicura, ma l'ultimo, beh, moglie e figli hanno deciso di andare più vicino.
Il finale dello spettacolo, come potete immaginare, è un'orca enorme che gira per la piscina dando poderosi colpi di coda annaffiando il pubblico.
Beh, all'ultimo colpo di coda, io ero in linea perfetta col getto d'acqua (salata, ovviamente) e me la sono beccata tutta (ho anche fotografato la sequenza). :(
Pur essendo "innondata" la macchina ha continuato a fare il suo dovere senza tentennamenti.
All'uscita, ho lavato macchina ed obiettivo con acqua dolce (non per immersione, ovvio) giusto per rimuovere il sale e nessun problema si è ancora presentato in entrambi gli oggetti.
Fortunato od ottima qualità costruttiva?
Ciao,
Alessandro.
grazie Alessandro, tutto quello che per voi puo' essere stato una prova estrema con la fotocamera ( anche e sopratutto imprevedibile),a me serve per sapere la resistenza della mia D300.
inanzitutto , invidia per il bellissimo posto in cui sei andato...
piu' che fortunato, direi ottima cura costruttiva, faccio la stessa considerazione fatta a Franco_ ? allora anche la D300 dovrebbere reggere a queste situazioni estreme, visto che se non sbaglio la costruzione ed il grado di tropicalizzazione sono uguali nella D300 / D700 o sbaglio ??
una cosa ? nel lavare la macchina sotto ( naturalmente ) l'acqua dolce, hai avuto cura, hai lavato solo il dorso , o l'hai affogata prorpio tutta, frontale compreso ?
secondo te capitasse un imprevisto come il tuo, bisogna aver cura nel lavarla, magari stando attenti al frontale appunto, specialmente i contatti innesto cpu delle ottiche ?
sempre secondo te ci sono parti ,dove e' meglio evitare prorpio di lavare ??
grazie mille per le risposte che spero mi darai ,memore della tua avventura
ciao
Ivan
Se avessi una D300 non penso che la immergerei mai in acqua...
Ma avendola, e montando un obiettivo tropicalizzato, non penso che mi farei problemi a portarla sotto la pioggia (ovvio, non diluvio, ma neanche pioggerellina...)
Però sono sempre frenato dall'esperienza di un amico, che ai campionati di canoa, con D3 e 80-400 ha ricevuto un'onda che non è stata fermata da nessuna tropicalizzazione, e la D3 non ne ha più voluto sapere di riaccendersi...
A questo proposito sarebbe bello che Nikon, o chi per lei, pubblicasse una lista accurata di tutti gli obiettivi tropicalizzati e quanto.
Ciao, Mattia
Ma avendola, e montando un obiettivo tropicalizzato, non penso che mi farei problemi a portarla sotto la pioggia (ovvio, non diluvio, ma neanche pioggerellina...)
Però sono sempre frenato dall'esperienza di un amico, che ai campionati di canoa, con D3 e 80-400 ha ricevuto un'onda che non è stata fermata da nessuna tropicalizzazione, e la D3 non ne ha più voluto sapere di riaccendersi...
A questo proposito sarebbe bello che Nikon, o chi per lei, pubblicasse una lista accurata di tutti gli obiettivi tropicalizzati e quanto.
Ciao, Mattia
beh ,questo anch'io, e' chiaro, ma gli imprevisti prima o poi capitano, ed e' meglio sapere se la tua D300, in caso...li possa superare, altrimenti ,bisogna essere molto prudenti in determinate situazioni.
cavolo che la D3 ,non regga un onda.....mi sempre un paradosso ( 5000 euro di macchina ),ma naturalmente mi fido di quello che dici...speriamo sia stato solo un modello difettoso...
per Giacomo.B
allora se parli cosi, e' perche' ,penso io...che tu abbia vuto qualche imprevisto con la tua D300 brillantemente superato ???
confermi ??
Prova a dare un'occhiata qui.
E' la prima voce che ho letto passando a Google la stringa "D300 sealing IP", penso che con un pò di calma troverai la risposta che stai cercando
E' la prima voce che ho letto passando a Google la stringa "D300 sealing IP", penso che con un pò di calma troverai la risposta che stai cercando
non pensavo fosse in inglese,come ti ho detto, non capisco un acca di inglese, mi potresti tradurre brevemente quello che dicono ???
in 2 parole eh !!!!
ormai penso che a nessun produttore convenga piu' dichiarare il grado IP, e sopratutto a cosa puo resistere la tropicalizzazione della fotocamera stessa.
e' piu' comodo dire che resite agli spruzzi e alla polvere e niente piu', anche se magari potrebbe resister a ben altro...
ma se esagerano, e poi la fotocamera non regge , chissa' le lamentele, ed il buon nome del marchio,non ne esce indenne.
diciamo che sta all'utente purtroppo constatare a che punto puo' arrivare la tropicalizzazione, magari e sempre piu' spesso involontariamente.
Essendo molto prudenti su questo, i produttori se ne lavano le mani.....
o sbaglio esprimendo questa opinione ??
Invito tutti gli Amici interessati che hanno delle perplessità riguardo la tropicalizzazione a rileggere questo vecchio thread (molto simile al presente) ove si parlave della stessa cosa per la D200.
http://www.nikonclub.it/forum/index.php?showtopic=35480
Enrico.
http://www.nikonclub.it/forum/index.php?showtopic=35480
Enrico.
Invito tutti gli Amici interessati che hanno delle perplessità riguardo la tropicalizzazione a rileggere questo vecchio thread (molto simile al presente) ove si parlave della stessa cosa per la D200.
http://www.nikonclub.it/forum/index.php?showtopic=35480
Enrico.
http://www.nikonclub.it/forum/index.php?showtopic=35480
Enrico.
Interessante...
Marcello
...cut...
una cosa ? nel lavare la macchina sotto ( naturalmente ) l'acqua dolce, hai avuto cura, hai lavato solo il dorso , o l'hai affogata prorpio tutta, frontale compreso ?
secondo te capitasse un imprevisto come il tuo, bisogna aver cura nel lavarla, magari stando attenti al frontale appunto, specialmente i contatti innesto cpu delle ottiche ?
sempre secondo te ci sono parti ,dove e' meglio evitare prorpio di lavare ??
...cut...
una cosa ? nel lavare la macchina sotto ( naturalmente ) l'acqua dolce, hai avuto cura, hai lavato solo il dorso , o l'hai affogata prorpio tutta, frontale compreso ?
secondo te capitasse un imprevisto come il tuo, bisogna aver cura nel lavarla, magari stando attenti al frontale appunto, specialmente i contatti innesto cpu delle ottiche ?
sempre secondo te ci sono parti ,dove e' meglio evitare prorpio di lavare ??
...cut...
Come scrivevo prima, non l'ho immersa in acqua dolce. Praticamente, mi sono infilato nei bagni e con la carta asciugamani imbevuta d'acqua del rubinetto, l'ho passado ovunque, incluso sotto il flash (dopo averlo alzato) che è, forse, l'unico punto dove l'acqua poteva penetrare.
Ho aperto i vari sportelletti batteria, CF, e collegamenti vari: completamente asciutti.
Rimosso l'ottica e... nemmono l'ombra di una benchè minima infiltrazione.
Rimosso il battery pack, praticamente nulla. Solo qualche goccia che, credo, vi sia entrata solo quando l'ho scollegato. Ma non ne sono sicuro.
Insomma, direi che, considerando la quantità d'acqua ricevuta (magari poi, ti metto una gif animata di tutta la sequenza, almeno ti rendi conto), non è entrato nulla!
Per il discorso costruzione, credo (se anch'io, come te, non erro), che le due macchine condividano lo stesso procedimento costruttivo, quindi, anche la tropicalizzazione.
Ciao,
Alessandro.
una cosa ? nel lavare la macchina sotto ( naturalmente ) l'acqua dolce, hai avuto cura, hai lavato solo il dorso , o l'hai affogata prorpio tutta, frontale compreso ?
A scanso d'equivoci e giusto per evitare che qualcuno leggendo abbia la malsana idea di far fare il bagnetto alla fotocamera: si parla di TROPICALIZZAZIONE e NON di IMPERMEABILIZZAZIONE. L'impermeabilizzazione rende completamente stagna la fotocamera (è il caso delle Nikonos, concepite appunto per andare sott'acqua), mentre la tropicalizzazione garantisce un certo livello di protezione da umidità e polvere in determinati punti critici dell'apparecchio. Per umidità s'intendono gli spruzzi di acqua salmastra, la pioggia, la condensa etc. e per polvere la sabbia del deserto, il pulviscolo presente in determinati ambienti (penso ad una fabbrica in cui si producono laterizi, per esempio), etc.
Questo non significa che certe situazioni rendano comunque totalmente sicura la fotocamera, anche se ben tropicalizzata. Un'onda marina addosso al fotografo e alla sua macchina può essere fatale, anche perché la tropicalizzazione, per quanto efficace, non impedisce all'acqua di penetrare attraverso l'obiettivo.
Relativamente quindi alla frase di cui sopra di nitalnital, che ho evidenziato in grassetto, la risposta è: NO, NON SI DEVE MAI "AFFOGARE" UNA FOTOCAMERA NELL'ACQUA PER PULIRLA DALL'ACQUA SALMASTRA. Ciò detto, è altrettanto vero che, per tentare il salvataggio di una macchina finita in mare, essa doveva essere privata dell'alimentazione elettrica, smontata e lavata in acqua dolce. Si trattava però di un intervento che veniva eseguito, com'è ovvio, presso laboratori specializzati ed in casi estremi, quando ci fosse la reale possibilità di ripristinare la funzionalità dell'apparecchio. Con le fotocamere digitali non saprei neppure se i laboratori tentino un ripristino dello strumento secondo queste modalità, e se infine ne valga la pena.
Saluti
A scanso d'equivoci e giusto per evitare che qualcuno leggendo abbia la malsana idea di far fare il bagnetto alla fotocamera: si parla di TROPICALIZZAZIONE e NON di IMPERMEABILIZZAZIONE. L'impermeabilizzazione rende completamente stagna la fotocamera (è il caso delle Nikonos, concepite appunto per andare sott'acqua), mentre la tropicalizzazione garantisce un certo livello di protezione da umidità e polvere in determinati punti critici dell'apparecchio. Per umidità s'intendono gli spruzzi di acqua salmastra, la pioggia, la condensa etc. e per polvere la sabbia del deserto, il pulviscolo presente in determinati ambienti (penso ad una fabbrica in cui si producono laterizi, per esempio), etc.
Questo non significa che certe situazioni rendano comunque totalmente sicura la fotocamera, anche se ben tropicalizzata. Un'onda marina addosso al fotografo e alla sua macchina può essere fatale, anche perché la tropicalizzazione, per quanto efficace, non impedisce all'acqua di penetrare attraverso l'obiettivo.
Relativamente quindi alla frase di cui sopra di nitalnital, che ho evidenziato in grassetto, la risposta è: NO, NON SI DEVE MAI "AFFOGARE" UNA FOTOCAMERA NELL'ACQUA PER PULIRLA DALL'ACQUA SALMASTRA. Ciò detto, è altrettanto vero che, per tentare il salvataggio di una macchina finita in mare, essa doveva essere privata dell'alimentazione elettrica, smontata e lavata in acqua dolce. Si trattava però di un intervento che veniva eseguito, com'è ovvio, presso laboratori specializzati ed in casi estremi, quando ci fosse la reale possibilità di ripristinare la funzionalità dell'apparecchio. Con le fotocamere digitali non saprei neppure se i laboratori tentino un ripristino dello strumento secondo queste modalità, e se infine ne valga la pena.
Saluti
Questo non significa che certe situazioni rendano comunque totalmente sicura la fotocamera, anche se ben tropicalizzata. Un'onda marina addosso al fotografo e alla sua macchina può essere fatale, anche perché la tropicalizzazione, per quanto efficace, non impedisce all'acqua di penetrare attraverso l'obiettivo.
Relativamente quindi alla frase di cui sopra di nitalnital, che ho evidenziato in grassetto, la risposta è: NO, NON SI DEVE MAI "AFFOGARE" UNA FOTOCAMERA NELL'ACQUA PER PULIRLA DALL'ACQUA SALMASTRA. Ciò detto, è altrettanto vero che, per tentare il salvataggio di una macchina finita in mare, essa doveva essere privata dell'alimentazione elettrica, smontata e lavata in acqua dolce. Si trattava però di un intervento che veniva eseguito, com'è ovvio, presso laboratori specializzati ed in casi estremi, quando ci fosse la reale possibilità di ripristinare la funzionalità dell'apparecchio. Con le fotocamere digitali non saprei neppure se i laboratori tentino un ripristino dello strumento secondo queste modalità, e se infine ne valga la pena.
Saluti
Solo un appunto, probabilmente lo hai scritto senza darci peso perchè nella frase ci stava, comunque a scanso di equivoci, soprattutto per gli Amici meno tecnici.
LA TROPICALIZZAZIONE NON PROTEGGE DALLA CONDENSA che si crea a causa dei repentini cambi termici.
Comunque io ho usato per un intera partita di Rugby (sotto pioggia battente la D300)...
Ingrandimento full detail : 3.4 MB
A casa addirittura ho dovuto rimuovere l'acqua dai pulsanti con la pompetta che uso per pulire il sensore e stendere la cinghia sul radiatore di casa...cosa e' successo NIENTE!!
Io e un mio amico (2 D3) siamo andati al cimitero della Futa sotto una pioggerellina battente molto intensa
Ingrandimento full detail : 563 KB
Morale 2 D3 in Ltr per appannamento interno del monitor posteriore
Insomma nonostante le tropicalizzazioni e' sempre meglio portarsi il "sacchetto" sempre con se!
Saluti
Giacomo
Messaggio modificato da Giacomo.B il Aug 2 2009, 03:34 PM
Ingrandimento full detail : 3.4 MB
A casa addirittura ho dovuto rimuovere l'acqua dai pulsanti con la pompetta che uso per pulire il sensore e stendere la cinghia sul radiatore di casa...cosa e' successo NIENTE!!
Io e un mio amico (2 D3) siamo andati al cimitero della Futa sotto una pioggerellina battente molto intensa
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Morale 2 D3 in Ltr per appannamento interno del monitor posteriore
Insomma nonostante le tropicalizzazioni e' sempre meglio portarsi il "sacchetto" sempre con se!
Saluti
Giacomo
Messaggio modificato da Giacomo.B il Aug 2 2009, 03:34 PM
--><div class='quotetop'>QUOTE(Giacomo.B @ Aug 2 2009, 04:32 PM) </div><div class='quotemain'><!--quotec-->Insomma nonostante le tropicalizzazioni e' sempre meglio portarsi il "sacchetto" sempre con se![/quote]
Appunto. Sai quanti guai evitati da uno stupido sacchetto di plastica trasparente (quelli da freezer) + elasticone...
Brutto a vedersi, ma fuziona.
Messaggio modificato da paolodes il Aug 2 2009, 03:41 PM
Appunto. Sai quanti guai evitati da uno stupido sacchetto di plastica trasparente (quelli da freezer) + elasticone...
Brutto a vedersi, ma fuziona.
Messaggio modificato da paolodes il Aug 2 2009, 03:41 PM