Le cupole affrescate del barocco genovese Mi piace

Dopo l'innovazione di Bramante, la costruzione delle cupole divenne nel tardo rinascimento un segno di ingegno e di capacità di condurre a termine opere grandiose, ardite e maestose. Divennero nel periodo barocco un elemento architetturale caratterizzante, specialmente nelle chiese, dove assumevano particolari significati dalle loro forme, spesso arricchite da stucchi dorati, e da raffigurazioni pittoriche su affreschi e tavole, in distacchi che rafforzavano la tridimensionalità dello spazio sotto la cupola. Le cupole qui fotografate con la bellezza dei loro affreschi, stucchi e altre decorazioni, si trovano tutte nel centro di Genova, a poche centinaia di metri una dall’altra.

La cupola centrale della Chiesa del Gesù

La struttura quadrata di base simboleggia, nell’antica cosmologia geocentrica, la Terra e la cupola è una finestra sull’eternità, sulla volta celeste, al cui centro troviamo il divino. Sui peducci dei 4 pilastri i 4 evangelisti, che ci tramandano la via di accesso al mondo celeste. L'interno della cupola è illuminato da un foro sormontato dalla lanterna, tempietto tondo e finestrato a sua volta sormontato da un cupolino con scritto in stucchi dorati “IHS” (acronimo latino per Iesus): nei 4 cartigli in oro su sfondo blu attorno alla base della cupola si legge “Non nobis, Domine / non nobis / sed Nomini tuo / da gloriam” Gli affreschi sono di G.B. Carlone (XVII sec.): nella cupola l'"Assunzione della Vergine", "Ascensione" appartenente al ciclo di affreschi della volta, e i 4 Evangelisti sui peducci.

La cupola della volta a crociera della Chiesa del Gesù

La prospettiva fisheye evidenzia la cupola al centro della crociera della volta con un ciclo di affreschi di G.B. Carlone: l'"Annunciazione", "Cristo giudice tra la Vergine e il Battista", l'"Ascensione", l'"Entrata di Cristo in Gerusalemme", il "Sollevamento della Croce", l'"Incoronazione della Vergine", l'"Assunzione della Vergine" (nella cupola) e i "Quattro Evangelisti" (nei peducci).

Navata destra della Chiesa del Gesù cupolette all'ingresso

La decorazione delle cupolette presso l’ingresso è più tarda e l'iconografia varia secondo la dedicazione delle cappelle; in primo piano l’opera di Lorenzo De Ferrari, in secondo piano l’opera di Sebastiano Galeotti e le decorazioni di Pietro Cavatorta. Questa prospettiva, oltre a celare i danni del tempo, mostra la luce dagli occhi aperti sulla superficie della calotta, da finestre sopra la linea di imposta e da altre inserite nel “tamburo” tra la calotta ed il perimetro di base. Al centro, tra i peducci con le sibille, il cartiglio ricorda “Judicium”, ma subito rincuora il cartiglio a sinistra “Misericordia” e il volo di angeli nella cupola che invitano a volgerci al cielo.

Navata destra della Chiesa del Gesù: cupola di testata

Gli angeli in volo nel cupolino della lanterna ed i quattro dottori della Chiesa sui peducci sono opere di Lorenzo De Ferrari, mentre la visitazione visibile in alto è di G.B. Carbone.

Cupola della cappella dedicata a S. Francesco Saverio

Testata della navata sinistra della Chiesa del Gesù: la vista leggermente sbiecata evidenzia come i dipinti - su tavola posti presso la superficie della calotta -rafforzino la percezione di tridimensionalità dell’opera di Antonio Giolfi (XVII sec.).

Navata sinistra della Chiesa del Gesù cupolette all'ingresso

Verso l’uscita, i cartigli della seconda cupoletta (in alto, dedicata a San Giovanni Battista) ricordano “Fuit homo / missus a Deo / cui nomen / erat Ioannes” (Gv 1:6). In basso, da un balcone affrescato sul tamburo della prima cupoletta, si affaccia a predicare San Francesco Borgia. Opere di Lorenzo De Ferrari

Navata sinistra della Chiesa del Gesù cupolette all'ingresso

La cupoletta di sinistra appartiene alla cappella dedicata a San Giovanni Battista; sotto, nell’intradosso dell’arco, la “Decollazione del Battista”, affresco di Bernardo Castello (1577-1629); a destra la cupoletta della cappella dedicata a San Francesco Borgia: insieme e dal basso sembrano due occhi che possono intimorire nel loro scrutare, ma i voli degli angeli invitano piuttosto a puntare verso l’alto con il cuore.

Navata centrale della Chiesa del Gesù

Prima di uscire, ancora una vista della grande cupola centrale, ornata dal ciclo di affreschi sulla volta, che sovrasta la controfacciata con il grande organo - in parte ricostruito nell'Ottocento – del fiammingo Willem Hermans; gli intagli della cantoria sono di Filippo Santacroce.

N.S. Annunziata del Vastato: cupola e volta del presbiterio

Giovanni Carlone mise mano alla decorazione a fresco tra il 1625 e il 1630, cominciando a dipingere gli episodi previsti per il transetto: Pentecoste, Incredulità di san Tommaso, Trasfigurazione e Discepoli di Emmaus.

Basilica di N.S. Annunziata del Vastato: la cupola centrale

La famiglia dei Lomellini si rivolse per la cupola ad Andrea Ansaldo, il quale vi lavorò ininterrottamente per tre anni, fino alla morte nel 1638. Affreschi e figure in oro a tutto tondo ricoprono ogni elemento: pennacchi, tamburo, cupola e lanterna sommitale. Al tema della dedicazione del tempio e dell'Ascensione della Vergine tendono le grandi figure ad affresco dei pennacchi con i Quattro evangelisti, con il giovane Giovanni con la penna sollevata e l'anziano e possente Marco. In cima agli arconi, coppie di giovani reggono lo stemma mariano in campo azzurro. Coppie di puttini in oro a tutto tondo si poggiano sulla base del tamburo e cariatidi dorate affiancano le finestre e sembrano sorreggere la cupola. Tra le colonne tortili, dalle balaustre sporgono i discepoli dipinti a trompe-l'œil. Le architetture dipinte si fondono con quelle reali, e da un arcone si scorge l'Assunta contornata da vari personaggi biblici. Al centro, nell’alto dei cieli del cupolino, si affaccia Dio Padre che si accinge a incoronare Maria.

Basilica di N.S. Annunziata del Vastato: la cupola di destra

Le serie di cappelle nelle navate laterali sono arricchite da affreschi, dipinti, marmi intarsiati e stucchi in oro zecchino. Le cappelle di testata sono sormontate da cupole: in quella di destra, dal cielo del cupolino dorato della lanterna, Dio Padre veglia sugli avvenimenti descritti con gli affreschi della calotta.

Basilica di N.S. delle Vigne: la cupola a base ottagonale

Costruita come basilica romanica a tre navate, la riedificazione seicentesca accrebbe la luce con finestroni e con la cupola a base ottagonale che sostituì il tiburio, facendo assumere al tempio la struttura di unica grande aula. Gli affreschi furono realizzati solo successivamente.

Chiesa di Santa Croce e San Camillo de Lellis

Molti gli affreschi ad opera di Gregorio De Ferrari e del figlio Lorenzo. Un ciclo che raffigura il Trionfo della Croce, realizzati nei primi decenni del XVIII secolo tra i quali la Croce portata dagli angeli (nel tamburo), Patriarchi, Profeti, Eroine bibliche (cupola), Vergine, San Giuseppe, il Battista (anch'esso nella cupola) e, sulla sommità della chiesa, il Cristo risorto. Sono presenti anche affreschi del quadraturista genovese Francesco Costa.

San Camillo: la cupola simulata e quella dissimulata

Nella parte inferiore, i peducci e gli elementi di raccordo alla cupola non ne seguono la forma e sembrano voler dimensionalmente prevalere, quasi mimetizzarla. Sopra, l’affresco sulla volta della navata mostra una seconda cupola con un volo d’angeli che l’attraversano: è un gioco in cui a prima vista si scambia un affresco per un elemento architetturale e viceversa.

Chiesa di San Luca: la cupola

Un ciclo di affreschi raffigura l'Incoronazione della Vergine nella volta della cupola centrale con lanterna, Giaele, Giuditta, Giobbe e il Figliol Prodigo nei peducci; fu realizzato nell'ultimo decennio del Seicento da Domenico Piola con la collaborazione del quadraturista Anton Maria Haffner e del figlio Paolo Gerolamo. A destra una raffigurazione del Sacro Volto, a sinistra un volo d’angeli mostra dei cartigli, uno dei quali ricorda “GLORIA IN EXCELSIS DEO”.

Chiesa di San Luca: la volta che incornicia la cupola

L'interno della chiesa ha pianta a croce greca con l'unica navata leggermente allungata e terminante con un'abside semicircolare. Storie di S. Luca nel presbiterio e nel coro (San Luca pittore ritrae la Vergine e San Luca predica al popolo) e figure allegoriche di Virtù a monocromo nella controfacciata e nel transetto. Nella volta della navata San Luca battezza i neofiti e Cena in Emmaus.

Chiesa di Santa Maria Maddalena e San Gerolamo Emiliani

Lungo ciascuna delle navate laterali si trovano tre altari ed una cappella in capo alla navata; le volte sono interamente affrescate: quasi tutti gli affreschi, nella navata centrale, nella cupola (Gloria di Santa Maria Maddalena), nel presbiterio e nell'abside, sono opera di Sebastiano Galeotti (1729), mentre quelli alle pareti del transetto, raffiguranti episodi tratti dall'agiografia di S. Gerolamo Emiliani, vennero eseguiti da Sigismondo Betti nel 1737.

Basilica di San Siro: abside e cupola

La cupola in armonia con affreschi e quadri dell’abside. Dal basso Il miracolo del basilisco sulla semicupola absidale e la Gloria di S. Siro nella volta del presbiterio, affreschi di Giovanni Battista Carlone (1652). In alto, il tema della esaltazione della Santa Croce su cupola e transetto [… segue …]

Basilica di San Siro: la cupola al centro della volta

Gli affreschi evidenziano la pianta a croce con al centro la cupola. La chiesa è suddivisa in tre navate da due file di archi sorretti da colonne binate. Gli affreschi del Carlone, eseguiti tra il 1650 e il 1670, raffigurano Costantino adora la croce e L'imperatore Eraclio riporta la vera croce sul Calvario, nella volta del transetto, episodi della vita di S. Pietro (Vocazione di San Pietro, Martirio di San Pietro, San Pietro fa precipitare Simon Mago), Cattura di Cristo nell'orto degli ulivi, Beatitudini, Virtù teologali, Virtù cardinali e Profeti e Gerarchie celesti.

Chiesa di Nostra Signora della Consolazione e San Vincenzo

Incorniciano la cupola gli affreschi della volta a crociera. La volta della navata centrale e la controfacciata sono state affrescate nel 1874 da Giuseppe Isola: Visioni dell'Apocalisse, Gloria di Nostra Signora della Consolazione e Giuditta rientra trionfante in Betulia.
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