2019 Dachau il non luogo della memoria Mi piace

Ho incontrato Dachau in una nuvolosa giornata di agosto in cui anche il cielo piangeva. Per raggiungerlo ho attraversano una moderna cittadina; a misura di uomo, con le strade ampie e gli edifici distanziati, e campi verdi coltivati, intervallati da fattorie, qua e là; ed infine, un quartiere residenziale, dalle vie a traffico limitato, per consentire ai bambini, di giocare nelle strade.

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Poi dopo un boschetto l’ingresso al memoriale, al campo di Dachau, un non luogo, pieno solo della sua memoria, delimitata, a tratti, lungo i confini, dal cancello d’ingresso, dal lungo serioso edificio dei laboratori e dal “bunker”, la prigione nella prigione, dove erano isolati, i punizione, i detenuti.

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Nulla è originale, “bunker” e laboratori sono stati restaurati dopo molteplici differenti utilizzi, le baracche ricostruite sulla base delle fotografie e della memoria dei sopravvissuti; rimane originale il vasto nulla desolante, testimonianza lacerante delle atrocità che lo avevano riempito.

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Un luogo pieno solo di memoria …....... Ispirato dal luogo Dachau e dal libro “Il campo di concentramento di Dachau dal 1933 al 1945”
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