TARANTO SETTIMANA SANTA Mi piace

Nella Domenica delle palme, le due principali confraternite di Taranto, quella di Maria Santissima Addolorata e san Domenico (sita nella chiesa di San Domenico Maggiore nel Borgo Antico) e quella di Maria Santissima del Carmine (sita nella omonima chiesa nel Borgo Nuovo), convocano in assemblea straordinaria i propri iscritti in regola con l\'amministrazione e che non siano incorsi in sanzioni disciplinari, ed effettuano le \"gare\" per aggiudicarsi l\'onore di partecipare alle due processioni, il pellegrinaggio della Vergine addolorata e la processione dei Sacri misteri. All\'inizio dell\'assemblea, il segretario o uno degli assistenti del priore bandisce l\'asta che prosegue fino a quando l\'offerta più alta non è superata da altre offerte. A questo punto il simbolo (o statua) viene aggiudicata al confratello che ha fatto l\'offerta maggiore. Il ricavato delle \"gare\" viene devoluto nel corso dell\'anno, in favore di iniziative benefiche. Per il solo 2013, a volere dall’arcivescovo di Taranto, monsignor Filippo Santoro, le gare di aggiudicazione delle statue e dei simboli della Settimana santa si svolgeranno il sabato precedente alla Domenica di Passione. La decisione è revocata nel 2014, quando, tenuto conto della forte spinta degli stessi appartenenti alle confraternite e del rilievo in termini di patrimonio culturale che la tradizione rappresenta, le gare di aggiudicazione tornano a svolgersi nella Domenica delle palme. I PERDONI (le Perdúne in dialetto tarantino) sono poste , coppie, di Confratelli del Carmine, che nel pomeriggio del Giovedì Santo escono ad intervalli dalla Chiesa di Maria Santissima del Monte Carmelo per effettuare un pellegrinaggio verso le principali chiese del Borgo Antico e del Borgo Nuovo dove sono allestite i \"sepolcri\", altari della reposizione. La coppia che esce dal portone della sagrestia si chiama di \"campagna\" e compie il pellegrinaggio per i sepolcri della città Nuova, mentre la coppia che esce dal portone principale si chiama di \"città\" e compie il pellegrinaggio per i sepolcri della città Vecchia. Oltre i \"Sepolcri\" del borgo cittadino, visitano anche la chiesa di San Domenico per il saluto alla Vergine Addolorata prima dell\'uscita della stessa nella processione notturna. i Perdoni sono scalzi e vestiti con l\'abito tradizionale di rito che si compone di: un camice bianco stretto in vita e sui polsi; un rosario nero appeso in vita con medaglie sacre ed un crocifisso, pendenti sulla destra del camice; una cinghia di cuoio nero attaccata in vita e fatta pendere sul lato sinistro del camice, rappresentante la frusta che colpì Gesù; una mozzetta color crema abbottonata sul davanti; due scapolari recanti rispettivamente le scritte ricamate \"Decor\" e \"Carmeli\" in seta blu chiaro; un cappuccio bianco con due forellini all\'altezza degli occhi; un cappello nero bordato con nastro blu chiaro, dai cui lati scendono altri due nastri anch\'essi blu, indossato in testa sul cappuccio o appoggiato sopra le spalle, fissato in vita con un nastro che viene fatto passare attraverso un\'asola che si trova nell\'abbottonatura della mozzetta e guanti bianchi di cotone o di pelle. I Perdoni portano inoltre una mazza,chiamata \"bordone\", alta circa due metri che simboleggia l\'antico bastone dei pellegrini: infatti le Perdúne sono così chiamati in ricordo dei pellegrini che si recavano a Roma per ottenere il perdono dei peccati. Un\'altra teoria, riconducibile allo studioso di tradizioni tarantine Angelo Fanelli, vuole, invece, che il termine derivi dalla deformazione dialettale di \"bordone\", cioè del nome del bastone uncinato che usavano i pellegrini. Un dondolio chiamato in dialetto tarantino \"nazzecata\", caratterizza l\'incedere lentissimo dei confratelli penitenti. L\'uscita dei Perdoni è il primo atto della Settimana santa tarantina che coinvolge l\'intera cittadinanza.Il Pellegrinaggio dell\'Addolorata parte alla mezzanotte tra il giovedì e il venerdì Santo dalla chiesa di San Domenico Maggiore, dopo il discorso dell\'arcivescovo di Taranto dal sagrato della Chiesa. La processione procede per le strade del Borgo Antico e poi del Borgo Nuovo secondo il seguente percorso: Chiesa di San Domenico Maggiore - Pendio San Domenico - Piazza Fontana - Via Garibaldi - Discesa Vasto - Ponte Girevole - Via Matteotti - Via Margherita - Via d\'Aquino - Piazza Giovanni XXIII - Via Massari - Via Anfiteatro - Via Berardi - Piazza Maria Immacolata - Sosta nel Monastero di Maria SS. Immacolata - Via d\'Aquino - Via Margherita - Ponte Girevole - Piazza Castello - Via Duomo - Chiesa di San Domenico Maggiore. I confratelli, che procedono a ritmo lentissimo accompagnati dalle marce funebri, sono vestiti con l\'abito tradizionale che si compone di: un camice bianco stretto in vita e sui polsi; un rosario nero, con medaglie sacre ed un crocifisso, appeso in vita e pendente sulla destra del camice; una cinta di stoffa nera bordata di bianco con quattro fasce alle cui estremità sono applicate due nappe, e pendenti sulla sinistra del camice; una mozzetta nera bordata di bianco, abbottonata sul davanti e con una piastra di metallo raffigurante l\'Addolorata; un cappello nero bordato di bianco, appoggiato sulle spalle e fissato in vita con un nastro che viene fatto passare attraverso un\'asola che si trova nell\'abbottonatura della mozzetta; un cappuccio bianco con due forellini all\'altezza degli occhi; una corona di sterpi poggiata sul capo; calze e guanti bianchi; scarpe con lacci neri e coccarde di nastro bianco e bottoncini neri applicati su di esse. Questo Pellegrinaggio è costituito dalla Troccola, strumento che emette un suono roco che nei giorni della Passione va a sostituirsi al tintinnio festoso delle campane; le Pesàre che rappresentano le pietre scagliate verso Gesù; la Croce dei Misteri; la Terza Croce; la Seconda Croce; la Prima Croce; il Trono; l\'Addolorata. È accompagnata da due bande che suonano marce funebri. Vi sono inoltre quattro coppie di poste prima dei Crociferi e due prima del Trono, nonché tre Mazze che hanno il compito di mantenere ordinato il pellegrinaggio e di sostituire i confratelli che ricoprono gli altri ruoli, in caso di necessità:

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