Sa Pa e il Vietnam del nord Mi piace

Sapa, provincia di Lao Cai, Vietnam settentrionale. Trecento chilometri di strada impervia dividono questo villaggio dalla caotica Hanoi; le morbide montagne che caratterizzano l’intera regione fanno da naturale spartiacque con la Cina, lontana appena una manciata di minuti. La distanza di queste terre dal ruggito del moderno Vietnam si può misurare in chilometri, ma sarebbe più significativo farlo in termini di distanza culturale. Una distanza che racconta di due mondi che viaggiano a velocità incomparabili, in cui la vita scorre secondo tempi che non possono essere paragonati. La maggior parte dei viaggiatori arriva a Sapa da Hanoi, con il treno o con i pullman. E’ un viaggio piuttosto faticoso, che l’esiguo numero di chilometri non descrive a dovere. Si parte dal caos della grande città, con le sue temperature bollenti e i paurosi ingorghi e si giunge in una terra che sa di antico, immersa in uno scenario fiabesco, tra verdi montagne e silenzio. Sapa è poco più di un villaggio, anche se conta quasi 10.000 abitanti. E’ il punto di riferimento di tutta l’area e il mercato, il suo vero cuore pulsante, richiama persone da tutta la regione, che giungono sino a qui per vendere i loro prodotti. Se non fosse per qualche turista e per le bancarelle che espongono zaini e giacche a vento di marche occidentali, si potrebbe pensare di essere sospesi in un tempo remoto. La gente di qui vive principalmente ancora di allevamento, piccolo artigianato e agricoltura tradizionale. L’isolamento geografico ha permesso alle popolazioni locali, un intricato mosaico di minoranze etniche, tra cui i Hmong e i Dao (entrambi originari della Cina), di mantenere lingua, abiti e tradizioni che da sempre li rendono unici. Nei secoli, queste popolazioni hanno modellato con gentilezza le alture circostanti, dando vita a suggestive risaie a terrazza che, alternate a boschi di bambù, caratterizzano il panorama. Oggi, l’espansione del turismo ha certamente giovato, almeno in parte, all’economia locale: donne Hmong accompagnano gli occidentali in emozionanti percorsi di trekking, mentre alcune famiglie mettono a disposizione le proprie case per brevi pernottamenti, durante i quali è possibile vivere a stretto contatto con usi e costumi distanti da quelli a cui siamo abituati. Come spesso accade quando delicati equilibri secolari vengono modificati dalla modernità, la vera sfida di questa terra sarà quella di aprirsi e farsi ammirare, rimanendo però fedele a se stessa, senza perdere la propria anima.

Effettua il Login per commentare!