VALLE ANTIGORIO - SALECCHIO Mi piace

VALLE ANTIGORIO-SALECCHIO TRA ORCHIDEE SELVATICHE ED ANTICHI INSEDIAMENTI WALSER – SABATO 8 GIUGNO 2019 Buongiorno a tutti, se vorrete darvi un’idea di questa breve e facile escursione attraverso caratteristiche ed antiche costruzioni che testimoniano la presenza di un antico popolo e godere della bellezza di tipiche fioriture vi invito a scorrere la mia galleria ad essa dedicata. Il popolo Walser, di origine vallese, incominciò a colonizzare la val Formazza e le Alpi Occidentali intorno al 1200. Il nome Walser deriva dalla parola “Walliser” che vuol dire Vallesano. La val Formazza divenne la prima colonia Walser che acquisì e tramandò nel tempo la cultura e le tradizioni di questo popolo. I villaggi che tocca questo itinerario sono ormai abitati solo dagli eredi degli ultimi residenti nei periodi estivi e fino a quando la neve non rende difficile raggiungere questi luoghi splendidi e pieni di fascino. Il borgo più famoso è quello di Salecchio (inferiore e superiore). “La colonia di Salecchio venne fondata da Walser Formazzini intorno al 1200 - 1300 per volontà di Giovanni Pontemaglio de Rodis; particolare è la posizione geografica di questo insediamento, composto da una frazione Superiore ed una Inferiore, situato su un terrazzamento naturale che si estende su un'alta parete rocciosa; il comune, oggi abitato solo in estate, fu conglobato con quello di Premia nel 1928. Il minuscolo cimitero di Salecchio era così dimensionato per non rubare spazio vitale alle coltivazioni ed ai pascoli. (www.walseritaliani.it/salecchio/c%20salecchio.htm)”.   Il percorso, ad anello, è decisamente semplice e non particolarmente lungo (circa 12Km). Lasciata la macchina nei pressi di Passo (Frazione del comune di Premia) si sale lungo la strada gippabile (chiusa ai non residenti) che rapidamente porta ai piedi della parete rocciosa sopra la quale troviamo l’altopiano di Salecchio. La rupe si può attraversare tramite una galleria non illuminata o aggirare lungo il vecchio tracciato che si snoda sulla sinistra della galleria stessa (percorso consigliato). Raggiunto il bosco si prosegue lungo la strada fino a quando si trova una mulattiera sulla sinistra che in breve porta a Salecchio Inferiore (1312 mt). In questa frazione possiamo ammirare il villaggio Walser con la sua chiesa ed il piccolo cimitero annesso. Proseguendo verso destra raggiungiamo la vecchia scuola Comunale da dove parte il sentiero che in 30 minuti porta alla frazione di Salecchio superiore. Dalla frazione si prosegue in piano lungo il sentiero che in breve tempo porta all’ultimo dei tra villaggi Walser lungo questo itinerario: Case Francoli. Dall’abitato si prende il sentiero che sale alle spalle del paese e prosegue per breve salita, sempre verso nord, verso gli alpeggi che sovrastano l’Alpe Vova. Raggiunta la stupenda ed ancora molto frequentata Alpe Vova si scende per la strada carrozzabile fino alla statale della val Formazza nei pressi di Chioso (Altra frazione di Premia). Da qui si scende per circa due km fino al punto di partenza (Volendo passando dal sentiero della Sbrinz Route - www.sbrinzroute.ch/home.html - che costeggia il fiume Toce). Eccovene una breve storia: Premia- Salecchio “Finalmente individuammo delle nuove case, era l’alpeggio di Salecchio. Bussammo alla porta della prima baita chiedendo del fuoco per asciugarci poiché da molte ore avevamo patito tutte le calamità delle Alpi: pioggia, vento, neve, grandine, fame e freddo”. Nell’agosto 1844 Edouard Desor e Louis Jean Rodolphe Agassiz arrivano stremati e infradiciati a Salecchio con la loro comitiva di vagabondi naturalisti. Erano partiti da Severo e prima del Passo del Muretto, avevano visto dall’alto Agaro, “una colonia tedesca stabilitasi in queste montagne da tempo immemorabile, ma della quale nessuno storico ha studiato gli archivi.” In realtà il documento della fondazione risale al 1296-98. Trovano che la gente di Agaro parla “un idioma tedesco abbastanza puro, un po’ sibilante, come quello della valle di Binn, ma molto più facile da capire per lo straniero rispetto al tedesco bernese o agli altri dialetti gutturali. D’estate gli abitanti di Agaro sono sparsi su tutta la montagna, ovunque ci siano dei pascoli. La chiesa e il villaggio si vedono in fondo alla valle, alla nostra destra”. Come nell’Alto Vallese, le donne di Agaro usavano masticare il tabacco e fumare la pipa: ma la cronaca non ne fa cenno. Evidentemente era un piacere solo domestico. Desor e Agassiz insegnano a Neuchatel e diventeranno celebri per le esplorazioni nell’Oberland Bernese. “Anche gli abitanti di solecchio – scrive Desor – sono di origine tedesca e il villaggio si chiama Saley. Il pastore che ci accoglie parve felice della nostra visita quando ci sentì parlare la sua lingua e ci disse che da tanto tempo non passavano degli stranieri. Quelli che incontrano saltuariamente sono dei “welches”, ossia italiani, quindi stranieri anche loro. Dal suo aspetto il pastore non sembrava un tedesco. Era bruno, con delle spesse sopracciglia nere, l’occhio vivo e un fisico meridionale. Avrei preferito se avesse avuto i capelli biondi, gli occhi blu e la barba rossa. Da lui abbiamo saputo che tutta la popolazione del villaggio era di origine tedesca e sembra che metta un impegno particolare nei conservare la lingua dei padri, in casa parlano tedesco benché la scuola sia in italiano. Anche i parroci, a memoria d’uomo, sono sempre stati dei “welches” e non paiono affatto disposti a favorire il tedesco. La lingua è di una purezza eccezionale. Anche i figli del pastore prendevano parte alla nostra conversazione”. Questo quadretto esemplare di una comunità Walser subalpina è tracciato da Desor nel volume “Nouvelles excursions et séjours dans les glaciers”, pubblicato nel 1845. L’autore esplicita anche il suo disappunto: “Nessuno degli abitanti seppe darci delle informazioni sull’antichità di questa colonia. Pensano che i loro antenati siano venuti dall’altro versante della montagna ma non sanno quando”. Il viaggio prosegue per Formazza, “Pommat”, le cui “baite hanno un aspetto di ordine e prosperità che fa piacere vedere in Italia”. Nei 1928 l’antico comune di Salecchio, che riuniva le due frazioni di Salecchio Inferiore e Superiore, veniva unito d’autorità a Premia. Finiva l’autonomia secolare di “uno dei paesi più piccoli e miserabili dei regi Stati sardo-piemontesi”. Un magro terrazzo fra le rocce, segregato a oltre 1500 metri di quota, che però produceva patate squisite. Le migliori dell’Ossola. I rapporti erano più intensi con l’antica patria vallesana di Binn che con il fondovalle dei “Welsch”, gli stranieri ossolani. Il contrabbando era la norma, ma limitato alle esigenze familiari, senza finalità di lucro. Questa esistenza comunitaria e solidale, fondata sul lavoro ostinato, era regolata da durissime norme statutarie che ancora alla fine del Cinquecento prevedevano la pena del taglione per i feritori, la decapitazione per gli omicidi, la berlina e la catena per i bestemmiatori, l’amputazione delle mani e la forca per i ladri, la fustigazione sulla piazza per le adultere. Ma i preziosi statuti del 1588 sono stati depredati qualche decennio fa, insieme ad altri documenti della parrocchia. Ai tempi il segretario comunale saliva controvoglia dal fondovalle per i verbali delle sedute. Quel lungo sentiero inciso nella roccia era un martirio, soprattutto d’inverno. Nella seconda metà dell’Ottocento, traditi dal ghiaccio, si erano sfracellati anche il sindaco e il suo vice. Ma chissà quante altre tragedie si sono consumate. Però uomini e donne lo percorrevano, carichi come animali da soma. Un canalone separa le due comunità: la piccola fila di croci attesta i morti delle valanghe. Il cimitero è minuscolo, come le tombe. Dicono che per conservare lo spazio vitale, deponessero i morti in piedi. La leggenda spiega bene l’esigenza di non sprecare nemmeno una zolla di terra. Ora Salecchio è abitato solo nella bella stagione. In passato aveva avuto più di cento abitanti. L’ultimo se n’è andato per sempre nel 1966. La mulattiera gradinata con le piode è stata sostituita da una strada. Molte case rifatte per il relax estivo. Recuperati dai volontari della Pro Salecchio e del Club alpino italiano la vecchia segheria, un mulino e un forno. Nelle belle case di legno che sanno d’antico, perfettamente conservate, l’ospitalità è ancora sacra. Le ricorrenze della Candelora e di San Giuseppe richiamano tanta gente. E d’estate i due villaggi sul terrazzo sospeso sopra enormi pareti di granito, rifioriscono. Descrizione dell’itinerario da me percorso: Quota di partenza:  787 m Quota di arrivo:  1 572 m Dislivello:  785 m Tempo di salita o complessivo*:  3h45' Tempo di discesa:  1h30' Lasciata l'auto a Passo (787m) dirigersi lungo la strada asfaltata a Chioso, a circa 2 km (896m), imboccare a sinistra la strada sterrata per l'alpe Vova, e percorrerla fino a incrociare la bellissima mulattiera che con pendenza costante sale dolcemente tra gli alberi. Arriviamo a a Rampignana, e ammiriamo a sinistra una bella casa nobiliare, poi superiamo il bivio per Antillone, e continuiamo il nostro percorso in parte sullo sterrato, nel bosco ora di faggi; dopo circa un paio d'ore ci ritroviamo di fronte l'ampia conca dell'alpe Vova. Abbiamo fatto questo giro il 23 di Aprile, in un anno in cui c'era ancora neve lungo i tratti volti a nord del sentiero. All'alpe Vova (1572m, 3h00'), passiamo davanti la piccola chiesa bianca in mezzo ad un prato, compiamo un ampio semicerchio attraversando il torrente e ci portiamo sull'altro lato della valle; le case sono molto belle, e se non fosse per i fili della luce, a fotografarle in bianco e nero sembra di tornare indietro di 300 anni... Passiamo di fianco a bellissimi rascard, e cerchiamo il sentiero che parte a destra della strada e continua pianeggiante a mezzacosta fino a case Francoli (1555m), dove c'è un'altra fonte e un tumulo che era un forno della calce. Il sentiero prosegue con un tratto a gradoni, protetto da un mancorrente, e quasi in piano arriva a Salecchio Superiore (1509m, 0h45' minuti da Vova, 3h45').Prima del paese, a destra, lungo un torrentello, si vedono la segheria e i mulini. Il paese è bellissimo, con i rascard in pietra e legno, Molte case la domenica sono abitate, lo sono nel periodo estivo, e le tradizioni rivivono tutti gli anni con la celebrazione in costume Walser delle feste religiose, la Candelora, per festeggiare la fine dell'inverno, la prima domenica di Febbraio, con sentiero battuto da battipista, e poi il Primo Maggio, l'Assunta il 15 Agosto. La festa dell'Alpe Vova è la prima domenica di Luglio. Lasciata Salecchio Superiore, proseguiamo verso sud sul sentiero che scende a Salecchio Inferiore. Appena fuori dal paese, in basso a sinistra, sul tetto di un antico rascard del 1645, sventola la bandiera del rifugio Zum Gora, in posizione panoramicissima. Il nostro percorso attraversa i pascoli e raggiunge una piccola cappella, di fianco alla quale, su di una pietra, sono infisse alcune croci metalliche; anche qui il panorama è bellissimo; continuiamo a scendere verso le case di Salecchio Inferiore (1322m) e la sua deliziosa chiesa; dietro la chiesa c'è un minuscolo cimitero con tante piccole tombe, perché gli abitanti di un tempo, anche per via dell'alimentazione appena sufficiente, erano più minuti di noi... Prima della chiesa c'è la scuola. Da Salecchio Inferiore il sentiero compie una curva decisa verso nord e imbocchiamo la bellissima mulattiera che scende passando vicino ad una cappella e poi si trasforma in brutto sterrato al servizio delle cave. Seguirlo fino all'auto (1h30' da Salecchio Superiore, cinque ore e un quarto in totale). Sapevo, conoscendo bene i luoghi ed avendoli frequentati piu’ volte negli anni, che in questa valle a volte esclusa dalla piu’ ambita ed alta Val Formazza, si possono trovare tra i bei fiori, oltre alle solite nigritelle ed orchis latifolia, delle vere e bellissime orchidee selvatiche molto somiglianti a quelle piu’ conosciute e prezzolate esotiche e vendute a caro prezzo dai fiorai, ebbene sono felice di potervene mostrare attraverso le mie foto purtroppo non perfette in assenza di treppiede. SALECCHIO INFERIORE Buongiorno a tutti, se volete farvi un’idea potete visionare le foto all’interno della galleria dedicata alla Valle Antigorio-Salecchio. A sorpresa, all'ingresso del villaggio, compare la scuola comunale (1930) ancora in buono stato ma ormai chiusa da alcuni decenni. l'edificio della scuola comunale Virgilio che fino alla fine degli anni cinquanta ospitava, al piano terreno, una decina di alunni delle classi elementari e, al primo piano, una maestra.  Isolata sorge la chiesa dedicata alla Madonna Assunta. L'edificio è affiancato dalla cappella dei morti e da un minuscolo cimitero dove il susseguirsi ordinato dei tumuli in terra battuta crea una particolare atmosfera di raccoglimento. Il panorama si apre sulla valle e su quanto ancora resta del sottostante abitato. Fino a qualche anno fa, attorno alla chiesa, si radunavano le genti walser per la tradizionale processione della Candelora (attualmente sospesa per motivi di sicurezza).

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