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La Luce -parte 2-
Gli Esposimetri
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Messaggio: #1
Se sull’intervento precedente avevamo visto quali sono le varie tipologie di illuminazione all’interno di uno studio (o set…) fotografico in questo caso potremo prendere in considerazione gli strumenti che solitamente servono per misurare la luce: gli esposimetri !
Bene, come certamente voi tutti saprete, lo strumento piu’ usato per misurare la luce è l’esposimetro e nella stragrande maggioranza dei casi è quello incorporato nella macchina fotografica. Diciamo che nella maggioranza dei casi quello incorporato svolge in maniera piu’ che egregia il suo compito, facendo una media dei valori luminosi che attraversano l’obiettivo e che a sua volta andranno ad impressionare la pellicola. Non sto’ neanche ad inoltrare discorsi su come gli esposimetri di certe macchine fotografiche con i vari programmi gestiscono anche il tempo e l’apertura del diaframma, ma ci sono certe situazioni di luce “complessa” (tipo proprio quella di alcuni set da studio) che a volte per avere una giusto valore d’esposizione è necessario l’uso di un esposimetro separato: il cosiddetto esposimetro a mano.
Quelli piu’ usati per questi scopi sono quelli a “luce riflessa” e quelli a “luce incidente”, quelli che hanno la classica calottina bianca opallina , oppure un piccolo obiettivo inserito, tanto per capirci.
Quelli che hanno la calotta bianca (cioè quel diffusore di luce posto sopra all’occhio elettronico) sono quelli piu’ famosi nel senso che possono funzionare sia in un modo che nell’altro: possono funzionare sia in luce riflessa, ossia misurando la luce riflessa dal soggetto (e che sono anche quelli delle macchine fotografiche), sia in luce incidente, cioè misurando la media della luce che attraversa la calotta bianca di diffusione dello strumento.
La differenza qual è ……? Diciamo che la misurazione in luce incidente è utile quando ci sono differenze di valori eccessivi di luce e ombra e che potrebbero quindi ingannare la lettura di un esposimetro a luce riflessa (ad es. se riprendiamo un soggetto con uno sfondo molto chiaro e luminoso l’esposimetro potrebbe essere influenzato dallo sfondo chiaro e sottoesporre quindi il soggetto), mentre quello a luce incidente misura invece il livello di luce complessiva della scena ignorando le zone d’ombra e alte luci, esponendo correttamente il soggetto.
Apriamo una parentesi sugli esposimetri a luce riflessa sia quelli separati che quelli incorporati nelle macchine fotografiche: esistono per entrambi anche la possibilita’ di variare i gradi dell’angolo di lettura della luce, cioè quelli “semispot” ed i piu’ selettivi “spot” (su quelli manuali, in questo caso sparisce la calotta e si trova un vero e proprio obiettivo) che arrivano ad avere un angolo di lettura anche di 1°, ma richiedono (soprattutto quest’ultimi) anche una notevole conoscenza ed esperienza per sfruttarli bene: in poche parole bisogna saper bene dove andare leggere l’esposizione. Poi ci sono i cosidetti multizonali (nel forum conosciamo bene il famoso MATRIX), che eseguono una ampia lettura, fanno una media attraverso un particolare database incorporato e danno il valore.
Quelli manuali (molti ma non tutti) offrono la possibilita’ di eseguire anche la lettura della luce del flash. Sono progettati per catturare e misurare il breve lampo del flash e possono comprendere varie tipologie di combinazioni multiple, ad es. misurano i valori di luce ambiente piu’ quelli del flash e eseguono una media per una corretta esposizione. C’è da considerare che la luce del flash è diversa di quella normale perché influisce sia sulla intensita’ che sulla durata, quindi se un esposimetro normale è costruito per misurare l’intensita’ della luce (che è sempre continua) quest’ultimo deve anche leggere la durata d’emissione del lampo.
Esiste anche un altro tipo di esposimetro chiamato “sonda Spot” e serve per misurare in maniera molto selettiva i vari valori di luce su un piano pellicola tipo quello del banco ottico dove il valore cambia anche in base all’estensione del soffietto. Sinceramente l’ho visto solo fare un paio di volte ma è roba da mal di testa, un uso molto particolare, anche se di assoluta eccellenza per riscontro dato.
Ora direte voi :…..ma chi se ne frega di tutto cio’? Beh sta’ di fatto che si sta’ lavorando con piu’ punti luce (cioè con uno principale, o piu, ed altri da contorno) è necessario l’uso di uno esp. Separato. Difatti calcolando separatamente l’emissione di ogn’uno decidendo cosi’ qual è il primario e l’intensita’ di quelli d’effetto si avra’ una esatta esposizione dei vari punti. Ma non è detto che non si possa utilizzare anche quello incorporato della machina: un esempio di corretta lettura potrebbe venir data se si va a leggere la luce su un cartoncino dal tono medio: il classico cartoncino girgio18% (quello poco descritto è inteso con un’ illuminazione a luce continua su un soggetto, tipo un classico ritratto dove il cartoncino ad es. andra’ posto davanti al viso della modella o modello o altro). Sperimentate e provate, è il miglior modo per valutare ed imparare a conoscere la LUCE.
Ciao Mauro.


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Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #2
Un signor intervento, come sempre...
su una cosa ho dei dubbi:
quando si usano luci miste (continue più flash), come avviene questa misurazione, quando entrambe le tipologie di luci sono accese o in modo separato?
Marco Negri
Messaggio: #3
QUOTE (matteoganora @ Mar 1 2004, 02:42 PM)
Un signor intervento, come sempre...

Mi associo al parere di Matteo. wink.gif
Ottimo intervento e grazie.
Marco
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #4
QUOTE (matteoganora @ Mar 1 2004, 02:42 PM)
Un signor intervento, come sempre...
su una cosa ho dei dubbi:
quando si usano luci miste (continue più flash), come avviene questa misurazione, quando entrambe le tipologie di luci sono accese o in modo separato?

Quando si compone un set di luci, la misurazione delle stesse va' fatta sempre in maniera indipendente, questo per il fatto di poter avere una lettura precisa per ogni punto luce, in modo da poter verificare l'esatta potenza della stessa e quindi regolarla di conseguenza. Ricordati comunque che piu' luci si hanno piu' il gioco si fa' "duro" (parlo della gestione) e non è detto che sia la soluzione migliore. Sul ritratto, in maniera particolare, ogni soggetto ha la sua luce........la sua anima.....!!
Ciao Mauro
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #5
Approfitto di alcune richieste per riportare su questi due interessanti capitoli sulla luce! wink.gif
gio
Messaggio: #6

Hai fatto bene perchè, pur non essendo un amante dello studio, ci sono nozioni molto utili.

Riguardo lo Spot a luce riflessa (fotocamera) mi piacerebbe sapere se può essere simulato da uno zoom che restringa il campo per poi effettuare una lettura del campo così ristretto senza l'uso dello spot (ovviamente a parità di diaframmi, iso ecc.).

Ciao!
Gio'
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #7
Da simulare c'è poco: una volta individuato la zona di lettura che piu' ti comoda basta che ti avvicini o zoomi fino a che il campo inquadrato interessato va' a coprire la zona di lettura dell'esposimentro che al momento hai inserito (se non disponi dello spot regola il semispot che è migliore, in questi casi del matrix...), ti devi avvicinare affinchè l'esposimetro della macchina non legga, o copra, a pieno la zona interessata. Attenzione che, se dovessi avvicinarti anche ad 5cm da soggetto, non importa se non mette a fuoco.....l'importante è che venga rilevata la zona d'eposizione, cioè il tono colore (o luce.....). Quindi devi muovere lo zoom oltre che le gambe...!
Ciao Mauro.
gio
Messaggio: #8

Thanks smile.gif
ssalvass
Messaggio: #9
Perdonatemi, ma in tema di analisi dell'esposizione vi chiedo un passo indietro:
premessa: un'amica mi ha chiesto di spiegarle il funzionamento di un pezzo da museo che ancora usa (AGFA anni 60, senza esposimetro ma con otturatore (1/200, 1/50, 1/25, posaB) e diaframma.
E' neofita, allora le ho spiegato che, nel calcolo dell'esposizione corretta, deve considerare la sensibilità della pellicola e giostrare otturatore/diaframma in funzione della situazione di luce (ed eventualmente della profondità di campo voluta).
Mi ha chiesto se conoscevo a memoria le possibili accoppiate di esposizione o, in alternativa, se le procuro una tabella.
Mi sono accorto che la tecnologia ha impigrito il mio cervello e che, a memoria, non saprei.
Prima di spedirla a comprare un esposimetro vi chiedo di aiutarmi a salvare la faccia:sapete dove posso trovare una tabella che relazioni:
-sensibilità pellicola;
-situazioni di luce tipo (sole, ombra, ecc...)
-le conseguenti varie combinate oturatore-diaframma?

VRingrazio anticipatamente e mi scuso per il "passo indietro" cui il mio intervento vi costringe.

Ssalvass
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gio
Messaggio: #10

Mi sembra di ricordare un'antica regoletta che può servire nei casi in cui proprio non si dispone dell'esposimetro.

In condizioni di luce diurna diretta (intendo quella che illumina direttamente un soggetto nelle ore centrali del giorno) a f16 la velocità corretta è pari all'inverso della sensibilità della pellicola.
Quindi se utilizza una 100 iso il tempo da settare è il più vicino ad 1/100.

Ovviamente è possibile effettuare gli aggiustamenti di diaframma calcolando gli stop per bilanciare la velocità (e viceversa) come è ovvio che occorre di un po' di occhio ed esperienza nelle altre condizioni...

Ciao
Gio'

P.S. Ma perchè farsi così del male? laugh.gif
 
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