Un post di Manuelnet85, gogliardata a parte, mi ha fatto venire in mente alcune considerazioni sulle immagini fotografiche che creiamo.
Sul loro successo, sul loro insuccesso.
Infatti, spesso, sentiamo proprio commenti del tipo:
"...credevo fosse abbastanza evidente... ...credevo si capisse..."
oppure:
"...ma perchè le mie foto, una volta stampate, non mi piacciono più come lo era quello che avevo visto..."
Sono convinto che stia proprio qui il nodo di tutta la questione, e poco conta, qui, il numero di pixel, curve, sensori.
Quanti, mentre inquadrano, riflettono su quello che stanno per fare?
"...mi piace ed allora scatto!" questo penso sia il solo pensiero predominante.
Ed i NON risultati non si fanno attendere, purtoppo.
Il ruolo del fotografo (ma si potrebbe usare anche il termine pittore, scultore, regista, ecc.) è quello di comunicare con la sua immagine un'emozione, un sentimento, un piacere ma, disgraziatamente (o per fortuna...), non tutto è "fotogenico".
Sei in vacanza a New York, città affascinante, le strade, l'odore dell'aria, la gente, il rumore del traffico, i clacson...
che atmosfera!
La fidanzata, come ci piace, come si muove, il tono della voce, il suo profumo...
Scattiamo,
scattiamo foto a manetta.
Quando poi le andiamo a guardiare, che delusione!
Le strade della città famosa, che tanto ci piacevano, sono diventate insignificanti, assomigliano a quelle delle nostre città....
La ragazza? quasi scomparsa nella troppo abbondante inquadratura, oppure espressione da ebete, ombre odiose sugli splendidi occhi...
Cosa è successo?
pochi pixel? la che curva dovevo usare? oppure è il bilanciamento del bianco che non funziona? oppure no, è la tal macchina che non rende bene l'incarnato...
Mi sembra di sentire i piloti, quelli dal secondo in poi, dopo il gran premio:
colpa delle gomme, l'avantreno saltellava..., lui ha la moto migliore.
No, la questione è un'altra, e qui nel Veneto si direbbe: "... ghe vol el soramanego! "
Soramanego che significa capacità, conoscenze, cultura.
Non averle non è una colpa ma non far nulla per conquistarle sì.
Ed allora, umilmente, andarsi a studiare cosa è una fotografia, partendo da zero, accettare il fatto che tutto, anche quello che da presuntuosi riteniamo insignificante, potrà essere determinante per avere buoni risultati ed andrà compreso, imparato. Magari non è detto che ci servirà subito, magari servirà per poter capire altri concetti.
Nessun pittore potrebbe fare un afresco senza conoscere le tecniche per farlo e così anche per chi vuole usare la fotocamera per esprimere la propria creatività c'è bisogno di conoscere la tecnica ed i vari linguaggi espressivi perchè dobbiamo tradurre in immagine anche quello che non è fotografabile.
Tutto e subito come spesso mi sembra si voglia fare, è impossibile.
L'immagine è comunicazione ed il linguaggio usato è fondamentale ed anche la storia della fotografia ha la sua importanza.
Una volta sono andato a vedermi una mostra di un fotografo. Non sapevo chi fosse. Giro per le stanze guardandomi con interesse tutte le immagini e, più le guardavo, più mi veniva, da presuntuoso, da sorridere:
"...ma guarda che mostra sono andati ad organizzare, tanto clamore per un fotografo che fa foto che qualunque fotoamatore farebbe...! "
Questo è quello che ho pensato.
Poi, terminato il percorso, leggo la biografia dell'autore.
E mi sono vergognato:
erano foto fatte agli inizi del '900, ed avevano un linguaggio talmente innovativo da essere scambiate a quelle fatte oggi.
Questa esperienza mi ha dato una lezione di vita che non scorderò più.
Riflettere prima di scattare, solo quando si avrà acquisito una quantità enorme di esperienza e conoscenze si potranno fare degli scatti in brevissimo tempo con una buona dose di garanzia che saranno "buoni".
Ma, anche e soprattutto a casa di quelli bravi, una buona foto è fatta "perdendo" molto tempo in riflessione, studio, preparazione.
E, a volte, l'unità di misura è anche di ore o di intere giornate.
Per le prime basi non serve molto tempo, le prime soddisfazioni non tarderanno ad arrivare poi, per affinare le nostre capacità, ci si renderà conto che non bastano neanche decine di anni ma allora, se si avranno messo da parte le presunzioni, sarà sempre più un piacere poter dire che la foto migliore dobbiamo ancora farla.
sergio pivetta
www.sergiopivetta.com
Sul loro successo, sul loro insuccesso.
Infatti, spesso, sentiamo proprio commenti del tipo:
"...credevo fosse abbastanza evidente... ...credevo si capisse..."
oppure:
"...ma perchè le mie foto, una volta stampate, non mi piacciono più come lo era quello che avevo visto..."
Sono convinto che stia proprio qui il nodo di tutta la questione, e poco conta, qui, il numero di pixel, curve, sensori.
Quanti, mentre inquadrano, riflettono su quello che stanno per fare?
"...mi piace ed allora scatto!" questo penso sia il solo pensiero predominante.
Ed i NON risultati non si fanno attendere, purtoppo.
Il ruolo del fotografo (ma si potrebbe usare anche il termine pittore, scultore, regista, ecc.) è quello di comunicare con la sua immagine un'emozione, un sentimento, un piacere ma, disgraziatamente (o per fortuna...), non tutto è "fotogenico".
Sei in vacanza a New York, città affascinante, le strade, l'odore dell'aria, la gente, il rumore del traffico, i clacson...
che atmosfera!
La fidanzata, come ci piace, come si muove, il tono della voce, il suo profumo...
Scattiamo,
scattiamo foto a manetta.
Quando poi le andiamo a guardiare, che delusione!
Le strade della città famosa, che tanto ci piacevano, sono diventate insignificanti, assomigliano a quelle delle nostre città....
La ragazza? quasi scomparsa nella troppo abbondante inquadratura, oppure espressione da ebete, ombre odiose sugli splendidi occhi...
Cosa è successo?
pochi pixel? la che curva dovevo usare? oppure è il bilanciamento del bianco che non funziona? oppure no, è la tal macchina che non rende bene l'incarnato...
Mi sembra di sentire i piloti, quelli dal secondo in poi, dopo il gran premio:
colpa delle gomme, l'avantreno saltellava..., lui ha la moto migliore.
No, la questione è un'altra, e qui nel Veneto si direbbe: "... ghe vol el soramanego! "
Soramanego che significa capacità, conoscenze, cultura.
Non averle non è una colpa ma non far nulla per conquistarle sì.
Ed allora, umilmente, andarsi a studiare cosa è una fotografia, partendo da zero, accettare il fatto che tutto, anche quello che da presuntuosi riteniamo insignificante, potrà essere determinante per avere buoni risultati ed andrà compreso, imparato. Magari non è detto che ci servirà subito, magari servirà per poter capire altri concetti.
Nessun pittore potrebbe fare un afresco senza conoscere le tecniche per farlo e così anche per chi vuole usare la fotocamera per esprimere la propria creatività c'è bisogno di conoscere la tecnica ed i vari linguaggi espressivi perchè dobbiamo tradurre in immagine anche quello che non è fotografabile.
Tutto e subito come spesso mi sembra si voglia fare, è impossibile.
L'immagine è comunicazione ed il linguaggio usato è fondamentale ed anche la storia della fotografia ha la sua importanza.
Una volta sono andato a vedermi una mostra di un fotografo. Non sapevo chi fosse. Giro per le stanze guardandomi con interesse tutte le immagini e, più le guardavo, più mi veniva, da presuntuoso, da sorridere:
"...ma guarda che mostra sono andati ad organizzare, tanto clamore per un fotografo che fa foto che qualunque fotoamatore farebbe...! "
Questo è quello che ho pensato.
Poi, terminato il percorso, leggo la biografia dell'autore.
E mi sono vergognato:
erano foto fatte agli inizi del '900, ed avevano un linguaggio talmente innovativo da essere scambiate a quelle fatte oggi.
Questa esperienza mi ha dato una lezione di vita che non scorderò più.
Riflettere prima di scattare, solo quando si avrà acquisito una quantità enorme di esperienza e conoscenze si potranno fare degli scatti in brevissimo tempo con una buona dose di garanzia che saranno "buoni".
Ma, anche e soprattutto a casa di quelli bravi, una buona foto è fatta "perdendo" molto tempo in riflessione, studio, preparazione.
E, a volte, l'unità di misura è anche di ore o di intere giornate.
Per le prime basi non serve molto tempo, le prime soddisfazioni non tarderanno ad arrivare poi, per affinare le nostre capacità, ci si renderà conto che non bastano neanche decine di anni ma allora, se si avranno messo da parte le presunzioni, sarà sempre più un piacere poter dire che la foto migliore dobbiamo ancora farla.
sergio pivetta
www.sergiopivetta.com
Sergio caro.
Un bel post che meriterebbe più della chiaccherata fatta al bar....
Per imparare a far funzionare una fotocamera ci vogliono un paio d'ore.
Per imparare a fotografare occorrono anni. E come ineccepibilmente affermi, non si arriva mai al traguardo.
Spesso però vengono confuse le due cose.
Ciò su cui metti l'accento, è la base sulla quale fondare la nostra conoscenza (non solo fotografica).
Analizzare quello che si vede nel mirino prima di scattare cercando di non essere ...condizionati dalla nostra personale emozione del momento, o ancora meglio, cercando di trasmetterla esclusivamente con la foto, non è cosa facile.
E non c'entrano i Mp, il WB ...etc.
Piccola aggiunta puramente e banalmente tecnica.
Se proprio si vuole usare la macchina in Automatico, meglio utilizzare la priorità di diaframmi. Il controllo della PDC è fondamentale per la riuscita di una foto!
Spesso il fatto che si rimane delusi dalla stampa rispetto a quello che avevamo visto nel mirino, è perche la PDC non è la stessa. Si fa un ritratto alla ...fidanzata (Un esempio puerile), lo si vede bello, con uno sfondo sfocato al punto giusto e poi invece ci ritroviamo il muro nè sfocato nè a fuoco, e non riconosciamo più quello che invece ci ricordavamo.
Messaggio modificato da ludofox il Jun 13 2005, 09:42 AM
Un bel post che meriterebbe più della chiaccherata fatta al bar....
Per imparare a far funzionare una fotocamera ci vogliono un paio d'ore.
Per imparare a fotografare occorrono anni. E come ineccepibilmente affermi, non si arriva mai al traguardo.
Spesso però vengono confuse le due cose.
Ciò su cui metti l'accento, è la base sulla quale fondare la nostra conoscenza (non solo fotografica).
Analizzare quello che si vede nel mirino prima di scattare cercando di non essere ...condizionati dalla nostra personale emozione del momento, o ancora meglio, cercando di trasmetterla esclusivamente con la foto, non è cosa facile.
E non c'entrano i Mp, il WB ...etc.
Piccola aggiunta puramente e banalmente tecnica.
Se proprio si vuole usare la macchina in Automatico, meglio utilizzare la priorità di diaframmi. Il controllo della PDC è fondamentale per la riuscita di una foto!
Spesso il fatto che si rimane delusi dalla stampa rispetto a quello che avevamo visto nel mirino, è perche la PDC non è la stessa. Si fa un ritratto alla ...fidanzata (Un esempio puerile), lo si vede bello, con uno sfondo sfocato al punto giusto e poi invece ci ritroviamo il muro nè sfocato nè a fuoco, e non riconosciamo più quello che invece ci ricordavamo.
Messaggio modificato da ludofox il Jun 13 2005, 09:42 AM
ciao ragazzi! sergio io ora ho iniziato a fotografare è vero magari su alcune composizioni perdo più tempo mentre su altre sono molto istintivo però comunque ho bisogno di tempo per crescere da questo punto di vista,e comunque riguardo quella foto mi sembrava l'inquadratura migliore anche se non l'ho eseguita io personalmente! 
QUOTE(Manuelnet85 @ Jun 13 2005, 12:43 PM)
ciao ragazzi! sergio io ora ho iniziato a fotografare è vero magari su alcune composizioni perdo più tempo mentre su altre sono molto istintivo però comunque ho bisogno di tempo per crescere da questo punto di vista,e comunque riguardo quella foto mi sembrava l'inquadratura migliore anche se non l'ho eseguita io personalmente!
ciao Manuel,
no, non ce l'avevo assolutamente con te!
Ho citato il tuo post solo per avere un appiglio, uno spunto, per dire quello che spesso mi viene da pensare e da dire quando sento parlare di questi argomenti, o ne leggo le discussioni sul forum.
Era evidente che la foto, che hai postato, era una foto per documentare e farci vedere la simpatica goliardata che ti aveva ispirato la pianta.
La tua digitale, in questo caso, aveva ottimamente assolto il compito di notes elettronico e nulla di più serviva chiederle.
Però mi ha dato lo spunto.
E le foto "mancate" o poco riuscite di cui parlavo, o le discussioni, sono ben altre.
Foto che tanti vogliono far passare per "artistiche" solo perché vengono presentate di un certo formato o sono solo fatte con non so quanti miliardi di pixel o con pellicole grandi quanto un fazzoletto,
o discussioni, o meglio domande del tipo:
"...devo fare un ritratto,ditemi tutto quello che c'è da sapere"
oppure:
"...mi hanno commissionato un matrimonio, un lavoro pubblicitario, che devo fare?"
Sarebbe, rimanendo in argomento col titolo motociclistico del mio post, come chiedere in un forum:
"...devo progettare una biella di un motore 4 tempi, come faccio?"
Si, ci sono le formule che si potrebbero elencare, carichi di punta, coefficienti vari....
ma come si fanno a chiedere cose che necessitano di anni di scuola, senza parlare dell'esperienza?
ingenuità?
QUOTE(ludofox @ Jun 13 2005, 10:41 AM)
Sergio caro.
Un bel post che meriterebbe più della chiaccherata fatta al bar....
Ciò su cui metti l'accento, è la base sulla quale fondare la nostra conoscenza (non solo fotografica).
Analizzare quello che si vede nel mirino prima di scattare cercando di non essere ...condizionati dalla nostra personale emozione del momento, o ancora meglio, cercando di trasmetterla esclusivamente con la foto, non è cosa facile.
E non c'entrano i Mp, il WB ...etc.
Un bel post che meriterebbe più della chiaccherata fatta al bar....
Ciò su cui metti l'accento, è la base sulla quale fondare la nostra conoscenza (non solo fotografica).
Analizzare quello che si vede nel mirino prima di scattare cercando di non essere ...condizionati dalla nostra personale emozione del momento, o ancora meglio, cercando di trasmetterla esclusivamente con la foto, non è cosa facile.
E non c'entrano i Mp, il WB ...etc.
Ciao Ludovico,
sono contento che anche tu la pensi come me.
Sono anche convinto che un buon allenamento alla riflessione di cui parlavo, possa venire dalla visione di quanto vogliamo inquadrare guardandola sul vetro smerigliato del banco ottico, più che sull'immediato mirino delle reflex.
E tu ne sai qualcosa (complimenti per le tue foto, un esempio di rigore e pulizia).
sergio
QUOTE(sergiopivetta @ Jun 13 2005, 03:31 PM)
Sono anche convinto che un buon allenamento alla riflessione di cui parlavo, possa venire dalla visione di quanto vogliamo inquadrare guardandola sul vetro smerigliato del banco ottico, più che sull'immediato mirino delle reflex.
Infatti, caro Sergio, non sai quanta ragione hai!
Il banco è una palestra formidabile.
Solo per il fatto di vedere al contrario, quindi in una situazione più innaturale, rende meno ...immediata l'analisi di ciò che si vede dentro e costringendo in qualche modo, ad ...osservare invece che guardare.
Lo sforzo che occorre fare è proprio quello di utilizzare al mirino delle reflex, nello stesso modo.
E poi:
QUOTE
Sarebbe, rimanendo in argomento col titolo motociclistico del mio post, come chiedere in un forum:
"...devo progettare una biella di un motore 4 tempi, come faccio?"
Come non essere d'accordo?
"...devo progettare una biella di un motore 4 tempi, come faccio?"
Messaggio modificato da ludofox il Jun 13 2005, 03:16 PM
QUOTE(ludofox @ Jun 13 2005, 04:13 PM)
Infatti, caro Sergio, non sai quanta ragione hai!
Il banco è una palestra formidabile.
Solo per il fatto di vedere al contrario, quindi in una situazione più innaturale, rende meno ...immediata l'analisi di ciò che si vede dentro e costringendo in qualche modo, ad ...osservare invece che guardare.
Lo sforzo che occorre fare è proprio quello di utilizzare al mirino delle reflex, nello stesso modo.
Infatti cerco sempre, e con qualsiasi tipo di soggetto, quando fotografo con la reflex, di sganciarmi dalle emozioni ed osservare il soggetto dal punto di vista della composizione, dei particolari necessari, inutili o dannosi.
Come se stessi usando il Sinar e, solo dopo aver risolto questi problemi, penso al lato emotivo.
sergio
QUOTE(sergiopivetta @ Jun 13 2005, 03:07 PM)
Sarebbe, rimanendo in argomento col titolo motociclistico del mio post, come chiedere in un forum:
"...devo progettare una biella di un motore 4 tempi, come faccio?"
Si, ci sono le formule che si potrebbero elencare, carichi di punta, coefficienti vari....
"...devo progettare una biella di un motore 4 tempi, come faccio?"
Si, ci sono le formule che si potrebbero elencare, carichi di punta, coefficienti vari....
Quando si dice avere un sesto senso.
Dicono spesso che un fotografo, quando fotografa, deve avere il dono di "vederci dentro" in modo da poter interpretare al meglio il soggetto.
Stamattina, leggendo il giornale, ho dato un'occhiata ai temi degli esami di maturità.
All'ITIS, nel progettare una pompa, dovevano proprio... dimensionare una biella!
sergio pivetta
