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Macro-contrasto E Micro-contrasto
cosa sono?
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Betterman
Messaggio: #1
Come dal titolo della discussione avrete capito quale è la mia domanda:

cosa sono e quale differenza c'è fra i due?

ne sento parlare spesso qua nel forum e non capisco cosa siano, sui libri che possiedo non ho mai trovato riferimento a questi parametri, me li spiegate?

Ciao e grazie.gif a tutti

Roberto.
giannizadra
Messaggio: #2
QUOTE(Betterman @ Apr 29 2005, 02:31 PM)
Come dal titolo della discussione avrete capito quale è la mia domanda:

cosa sono e quale differenza c'è fra i due?

ne sento parlare spesso qua nel forum e non capisco cosa siano, sui libri che possiedo non ho mai trovato riferimento a questi parametri, me li spiegate?

Ciao e  grazie.gif  a tutti

Roberto.
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Il discorso sarebbe molto lungo, e richiederebbe una serie di definizioni (prima fra tutte la "frequenza spaziale", che indica quante successioni di bianco e nero sono contenute in un millimetro di immagine).
La capacità di riprodurre fedelmente il contrasto a frequenze spaziali basse (cioè tra zone relativamente più estese dell'immagine) si dice macrocontrasto di un obiettivo;
la capacità di riprodurre fedelmente il contrasto a frequenze spaziali elevate ( successioni di bianco e nero molto ravvicinate) si dice microcontrasto di un'ottica.
Il concetto ce l'ho chiaro, ma non so se sono riuscito a tradurlo in modo accettabilmente comprensibile... dry.gif

mmarzan
Messaggio: #3
QUOTE(gianluigizadra @ Apr 29 2005, 02:31 PM)
QUOTE(Betterman @ Apr 29 2005, 02:31 PM)
Come dal titolo della discussione avrete capito quale è la mia domanda:

cosa sono e quale differenza c'è fra i due?

ne sento parlare spesso qua nel forum e non capisco cosa siano, sui libri che possiedo non ho mai trovato riferimento a questi parametri, me li spiegate?

Ciao e  grazie.gif  a tutti

Roberto.
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Il discorso sarebbe molto lungo, e richiederebbe una serie di definizioni (prima fra tutte la "frequenza spaziale", che indica quante successioni di bianco e nero sono contenute in un millimetro di immagine).
La capacità di riprodurre fedelmente il contrasto a frequenze spaziali basse (cioè tra zone relativamente più estese dell'immagine) si dice macrocontrasto di un obiettivo;
la capacità di riprodurre fedelmente il contrasto a frequenze spaziali elevate ( successioni di bianco e nero molto ravvicinate) si dice microcontrasto di un'ottica.
Il concetto ce l'ho chiaro, ma non so se sono riuscito a tradurlo in modo accettabilmente comprensibile... dry.gif
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Proseguo con i quesiti...e immagino che:
questa capacità dipende dalla struttura dell'ottica, dai materiali impiegati per realizzarla e non saprei cos'altro, ma dal punto di vista pratico esistono parametri che diano un indicazione di questa caratteristica oppure no? E se si, un'ottica buona quale dei due contrasti deve privilegiare? Oppure è come spesso accade quella che offre il miglior compromesso?

Grazie e buona giornata.
Betterman
Messaggio: #4
QUOTE(gianluigizadra @ Apr 29 2005, 02:31 PM)
Il discorso sarebbe molto lungo, e richiederebbe una serie di definizioni (prima fra tutte la "frequenza spaziale", che indica quante successioni di bianco e nero sono contenute in un millimetro di immagine).
La capacità di riprodurre fedelmente il contrasto a frequenze spaziali basse (cioè tra zone relativamente più estese dell'immagine) si dice macrocontrasto di un obiettivo;
la capacità di riprodurre fedelmente il contrasto a frequenze spaziali elevate ( successioni di bianco e nero molto ravvicinate) si dice microcontrasto di un'ottica.
Il concetto ce l'ho chiaro, ma non so se sono riuscito a tradurlo in modo accettabilmente comprensibile... dry.gif
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Fra tutti quelli che hanno nominato questi concetti tu sei quello ch mi è rimasto più impresso, e sei anche quello da cui mi sarei aspettato una risposta.

Se non ho capito male: il macrocontrasto è la capacità di mantenere un buon contrasto in zone relativamente estese, mentre il microcontrasto è la capacità di mantenere un buon contrasto in zone più piccole con molte variazioni tonali.

Potresti farmi un esempio pratico delle zone dove possibile valutare queste 2 definizioni:
per il macro potrebbe andare un cielo? per il micro invece potrebbe andare che so un volto?

Ciao, Roberto.
mmarzan
Messaggio: #5
QUOTE(Betterman @ Apr 29 2005, 03:22 PM)
Fra tutti quelli che hanno nominato questi concetti tu sei quello ch mi è rimasto più impresso, e sei anche quello da cui mi sarei aspettato una risposta.

Se non ho capito male: il macrocontrasto è la capacità di mantenere un buon contrasto in zone relativamente estese, mentre il microcontrasto è la capacità di mantenere un buon contrasto in zone più piccole con molte variazioni tonali.

Potresti farmi un esempio pratico delle zone dove possibile valutare queste 2 definizioni:
per il macro potrebbe andare un cielo? per il micro invece potrebbe andare che so un volto?

Ciao, Roberto.
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Mi intrometto nuovamente per avere una conferma. Io ho capito quanto segue.
Micro e macro contrasto se in un immagine ci sono variazioni di tonalità (quindi se si può parlare di contrasto) esistono entrambi. Il macro è relativo a "punti distanti" da qui si capisce la bassa frequenza, mentre il micro si riferisce ai punti vicini (alta freq.). Per cui il micro è ad esempio il contrasto di bordo tra due zone di diversa tonalità...correggetemi se sbaglio.

Grazie e ciao.
giannizadra
Messaggio: #6
Molto in soldoni, del macrocontrasto potete farvi un'idea anche osservando , in un'immagine sufficientemente ingrandita, lo "stacco" tra le zone chiare e scure .
Il microcontrasto esige un'osservazione minuta e un occhio allenato,esaminando criticamente stampe di grande formato e dia proiettate due metri x tre.
Aiuta comparare immagini scattate nelle stesse condizioni con ottiche diverse.
I due termini non sono in contraddizione (possono essere in un'ottica buoni o cattivi entrambi o uno solo dei due). Spesso, in ottiche economiche, si tende ad accentuare il macrocontrasto per sopperire a carenze di microcontrasto con l'impressione di nitidezza che ne deriva.
Nei test MTF, il microcontrasto viene valutato a frequenze spaziali (per millimetro) elevate). Il macrocontrasto a frequenze spaziali (x mm) più ridotte.
Sono solo due dei molti aspetti della qualità di un'ottica...
sergiobutta
Messaggio: #7
Scusami Gianni, non sono ferratissimo, ma il microcontrasto viene determinato dal potere risolvente dell'insieme fotografico, obiettivo (risoluzione), camera, stampa e/o proiezione. Per camera intendo pellicola per la foto chimica e sensore per il digitale. E' giusto ? Tento di rispondere alla seconda domanda.
giannizadra
Messaggio: #8
Per il microcontrasto, giusto osservare stampe di grande formato o dia proiettate, con grande attenzione ai passaggi tonali e allo stacco chiaro-scuro dei particolari fini. Un'ottica con microcontrasto elevato produce un'immagine visivamente più nitida, brillante, e "in rilievo" rispetto a una dotata di maggior potere risolvente, ma di minore microcontrasto. Con un buon allenamento, si riesce a riconoscere la caratteristica. Che l'immagine sia migliore, lo si capisce invece molto facilmente. Più difficile capire il perché. Ma ci si arriva...
Nei test, il potere risolvente si misura contando quante linee/mm (bianco/nero) si riescono a distinguere;
il microcontrasto invece si verifica verificando il grado di contrasto tra bianco e nero, tra coppie di linee a frequenze spaziali (linee/mm) predefinite.
Ma l'osservazione delle immagini è decisiva.
Betterman
Messaggio: #9
Grzie ragazzi, queste discussioni mi piacciono proprio tanto. State spiegando cose molto particolari che difficlmente si riescono a capire, GRAZIE!!!
 
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