Toglimi una curiosità, Carlo, ma in questo vino l'uva è... contemplata?!
Siccome in giro se ne dicono tante che...
Siccome in giro se ne dicono tante che...
Anche se personalmente non bevo questi tipi di vino prodotti in serie ed inscatolati nel tetrapak, ritengo che siano controllati di quelli di pregio. Se una piccola cantina può fare delle porcherie che nessuno se ne accorgerebbe, un'azienda alimentare che vende in buona parte del mondo non può assolutamente permettersi di essere pescata per una qualsivoglia contraffazione o frode alimentare, sarebbe rovinata in un giorno.
Tornando alla tua domanda, l'uva c'è ed è buona parte costituita da vitigno di Sangiovese per il rosso e Trebbiano per il bianco, tipici della Romagna 'allargata' e ovviamente fuori controllo del consorzio DOC per questioni di costo.
Carlo
...........Tornando alla tua domanda, l'uva c'è ed è buona parte costituita da vitigno di Sangiovese per il rosso e Trebbiano per il bianco, tipici della Romagna 'allargata' e ovviamente fuori controllo del consorzio DOC per questioni di costo.
Carlo
Carlo
.... e come disse un direttore di mensa molti anni fa a chi esternava dei dubbi sul vino in tetrapack " ma che scherziamo? Questo lo danno finanche a Poggio Reale " : lui cercava di dire che non poteva essere na ciofeca, altrimenti ci sarebbero state dure conseguenze da parte dei carcerati.
Affermazione, quella sopra riportata, realmente fatta e non inventata.
L.
grazie per la segnaazione un interessante discussione.
Antonio
Cos'hai contro il Tavernello? Fai subito le pubbliche scuse... Ovviamente scherzo.
Leggendo prima il commento di chi ha postato il video e poi guardando il filmato, noto una discrepanza. Il blogger in un certo qual modo tende a demonizzare la cosa, mentre il fotografo, attore del filmato, espone quanto avviene nelle zone di guerra e non afferma che tutto è combinato, bensì che gli abitanti del posto, quando vedono un esercito di fotografi, si trasformano in attori. Non la vedo tuttavia una finzione scandalosa, non sono immagini di guerriglia artefatte, bensi immagini di vita comune in posti di guerra, che è ben diverso.
Carlo
Leggendo prima il commento di chi ha postato il video e poi guardando il filmato, noto una discrepanza. Il blogger in un certo qual modo tende a demonizzare la cosa, mentre il fotografo, attore del filmato, espone quanto avviene nelle zone di guerra e non afferma che tutto è combinato, bensì che gli abitanti del posto, quando vedono un esercito di fotografi, si trasformano in attori. Non la vedo tuttavia una finzione scandalosa, non sono immagini di guerriglia artefatte, bensi immagini di vita comune in posti di guerra, che è ben diverso.
Carlo
Beh il fotografo ha portato avanti il tema della drammaticità, ma come ha detto lui, se vogliono vendere, questa drammaticità se la devono creare, io non condivido questo. In ogni caso uno degli scopi del progetto come definito dall'autore è una sensibilizzazione del pubblico perchè possa dare una lettura critica alle immagini che gli vengono proposte. Con questo non voglio sminuire il lavoro di reporter che si trovano in luoghi disagiati o con conflitti in corso, ma come detto prima anche loro devono vivere e qui, secondo me, va a perdersi il vero senso del reportage , la foto non viene più usata per raccontare ma esclusivamente per trarre un guadagno, perciò perchè non ricrearla artificialmente?
Se andate a leggere anche la spiegazione nel link allegato al video l'ultima frase dice "Ciò che vediamo non è ciò che è, ma quello che ci viene mostrato. E che nasce sempre da un punto di vista. Difficilmente veramente oggettivo e non necessariamente innocente." (la traduzione letterale di google :-) ). Ma l'ultima frase recita:" Il fotogiornalista ha spesso a che fare con alcuni dei peggiori problemi di questo mondo e non può permettersi di non pensare alle conseguenze del suo lavoro."
Allora una foto "artificiale" (passatemi il termine) pubblicata o riproposta in determinarte circostanze può avere un significato ben diverso dalla foto ricreata e venduta per potersi pagare la pagnotta. Per questo non condivido questo atteggiamento, foto di questo tipo non possono essere condivise e pubblicate con atteggiamento superficiale.
Tutto querto ovviamente IMHO
Messaggio modificato da stefano80super il Oct 5 2011, 09:18 PM
oh mio dio pensavo non se ne sarebbe accorto nessuno. Grazie Carlo.
Di artefatto non c'è proprio nulla sono situazioni che si costruiscono da sè. Non c'è il fotografo che sposta il ribelle per illuminargli il volto.. c'è il ribelle che si mette in posa a modo suo: il fotografo non dovrebbe scattare? A me sembra evidente perchè ripeto.. nella prima parte del video si vede tutt'altro che una scenetta recitata quindi non sono fotografi che evitano casini. Sono fotografi che si sono trovati in quella specifica circostanza.
Di artefatto non c'è proprio nulla sono situazioni che si costruiscono da sè. Non c'è il fotografo che sposta il ribelle per illuminargli il volto.. c'è il ribelle che si mette in posa a modo suo: il fotografo non dovrebbe scattare? A me sembra evidente perchè ripeto.. nella prima parte del video si vede tutt'altro che una scenetta recitata quindi non sono fotografi che evitano casini. Sono fotografi che si sono trovati in quella specifica circostanza.
E' quello che ho appreso anch'io dal filmato e che si discosta dal pistolotto del blogger.
.... e come disse un direttore di mensa molti anni fa a chi esternava dei dubbi sul vino in tetrapack " ma che scherziamo? Questo lo danno finanche a Poggio Reale " : lui cercava di dire che non poteva essere na ciofeca, altrimenti ci sarebbero state dure conseguenze da parte dei carcerati.
Affermazione, quella sopra riportata, realmente fatta e non inventata.
L.
Affermazione, quella sopra riportata, realmente fatta e non inventata.
L.
E' così in effetti... i grandi marchi non possono fare schifezze a danno della salute... solo a danno del palato, ma è un aspetto soggettivo questo.
Beh il fotografo ha portato avanti il tema della drammaticità, ma come ha detto lui, se vogliono vendere, questa drammaticità se la devono creare, io non condivido questo. In ogni caso uno degli scopi del progetto come definito dall'autore è una sensibilizzazione del pubblico perchè possa dare una lettura critica alle immagini che gli vengono proposte. Con questo non voglio sminuire il lavoro di reporter che si trovano in luoghi disagiati o con conflitti in corso, ma come detto prima anche loro devono vivere e qui, secondo me, va a perdersi il vero senso del reportage , la foto non viene più usata per raccontare ma esclusivamente per trarre un guadagno, perciò perchè non ricrearla artificialmente?
Se andate a leggere anche la spiegazione nel link allegato al video l'ultima frase dice "Ciò che vediamo non è ciò che è, ma quello che ci viene mostrato. E che nasce sempre da un punto di vista. Difficilmente veramente oggettivo e non necessariamente innocente." (la traduzione letterale di google :-) ). Ma l'ultima frase recita:" Il fotogiornalista ha spesso a che fare con alcuni dei peggiori problemi di questo mondo e non può permettersi di non pensare alle conseguenze del suo lavoro."
Allora una foto "artificiale" (passatemi il termine) pubblicata o riproposta in determinarte circostanze può avere un significato ben diverso dalla foto ricreata e venduta per potersi pagare la pagnotta. Per questo non condivido questo atteggiamento, foto di questo tipo non possono essere condivise e pubblicate con atteggiamento superficiale.
Tutto querto ovviamente IMHO
Se andate a leggere anche la spiegazione nel link allegato al video l'ultima frase dice "Ciò che vediamo non è ciò che è, ma quello che ci viene mostrato. E che nasce sempre da un punto di vista. Difficilmente veramente oggettivo e non necessariamente innocente." (la traduzione letterale di google :-) ). Ma l'ultima frase recita:" Il fotogiornalista ha spesso a che fare con alcuni dei peggiori problemi di questo mondo e non può permettersi di non pensare alle conseguenze del suo lavoro."
Allora una foto "artificiale" (passatemi il termine) pubblicata o riproposta in determinarte circostanze può avere un significato ben diverso dalla foto ricreata e venduta per potersi pagare la pagnotta. Per questo non condivido questo atteggiamento, foto di questo tipo non possono essere condivise e pubblicate con atteggiamento superficiale.
Tutto querto ovviamente IMHO
La drammaticità è accentuata dal taglio che danno all'immagine. Quando l'autore mostra le immagini allargate, lo stesso soggetto perde di drammaticità. Non sono immagini artefatte o costruite, bensì immagini di attesa. Si focalizzano su un gruppo di giovani e aspettano che qualcosa di certo succederà.
E' poi naturale che i fotografi vadano sulle strade a fare certi scatti che 'pagano' piuttosto che andare in un bar a fotografare gli anziani che giocano a carte.
Le immagini presentate nel video poi, non sono immagini di guerra, ma immagini di vita quotidiana nei paesi in guerra. Quando fischiano pallottole, molti fotografi comunque ci sono e ogni tanto queste pallottole affondano nella loro carne. Teniano conto anche di questo. E le immagini con le pallottole 'fischianti' non sono di certo studiate.
Carlo
Mamma mia che riesumazione!!!!
Grazie Sclerox di aver riportato in vita questo post...
Mi hai fatto ricordare i bei tempi delle grandi discussioni. Controllate i nomi degli autori dei post.... Quanti ne conoscete???
Eppure sono queste persone che hanno FATTO il forum...