Dovrei costruire una fotocamera stenopeica realizzata da una scatola di scarpe, usare una carta fotografica 12,7x17,8 cm ILFORD come pellicola e ricavare il foro in un ritaglio di lattina.
La costruzione in se è ok; il problema che mi si presenta é: una volta ottenuto il negativo sul foglio e dopo averlo sviluppato, come posso fare per ottenere il positivo su un altro foglio di carta fotografica?

Niente di più semplice: poni il negativo di carta, emulsione contro emulsione, su di un foglio di carta vergine. Poni su tutto un vetro pulito e di un certo spessore. Esponi, sviluppi, fissi.
Ciao
Enrico

grazie... avevo già letto vagamente qualcosa di questo genere... mi mancava la parte del vetro

Il vetro ha lo scopo di portare a stretto contatto le due emulsioni altrimenti ne risentirebbe la definizione. E' un po' il primo procedimento di Talbot. L'immagine viene morbida a causa dell'influenza delle fibre della carta. Per migliorare il procedimento, il negativo veniva cerato per renderlo più trasparente.
Molti anni fa ho utilizzato i negativi di carta (senza foro stenopeico) per sperimentarne la morbidezza. E' possibile anche ritoccarli con una matita sul retro.
Ciao
Enrico

ho fatto 3 prove, ma in nessun caso sono riuscito ad ottenere il positivo su carta... solo scanerizzando e photoshoppando.

Forse l'esposizione non era corretta. Cosa ti è venuto fuori?

la prima prova era sicuramente troppo esposta e infatti è uscita completamente nera...
la seconda e la terza prova con un esposizione decisamente minore (sia come tempo che come intensità della luce) è venuto tutto il foglio nero tranne la silouette della mia mano con la quale lo stavo tenendo... ho pensato la prima volta di aver usato la carta dal lato sbagliato, anche se non mi sembrava, allora poi ho riprovato stando particolarmente attento al lato della carta, ma il risultato è stato lo stesso... ora, può anche essere che al buio mi sia sbagliato due volte su due, ma quando ho dovuto preparare la macchina stenopeica allo scatto due volte su due, nelle stesse condizioni di mancanza di luce, mi è bastato toccare la carta coi polpastrelli per capire quale dei due lati fosse quello sensibile, quindi non saprei spiegarmelo...

Perché la silouette della tua mano? Perché la stavi tenendo con la mano?
Poggia la carta vergine su di un piano, con il lato emulsione verso l'alto. Poni su questa carta l'altra carta (il negativo) con l'emulsione a contatto con l'emulsione della prima. Poni su tutto la lastra di vetro. Certo lavori in camera oscura ed alla luce di sicurezza, altrimenti non avresti avuto il negativo :-)
Per determinare la corretta esposizione fa questa prova:
Sistema sul tutto un cartoncino nero a coprirne buona parte, diciamo per esempio i 4/5. Esponi per 5 secondi. Sposta il cartoncino a coprire solo i 3/5 ed esponi per altri 5 secondi. Sposta ancora a 2/5, poi ad 1/5. Spegni la luce dell'ingranditore e sviluppa. Avrai delle esposizioni scalari di 5, 10, 15, 20 e 25 secondi. Da queste ti puoi regolare, magari rifacendo il tutto aumentando o diminuendo i tempi.
Il tuo negativo è ben contrastato o è molto leggero? Nel secondo caso, l'esposizione è un fattore critico.
Fammi sapere
Enrico

Ok, semplicemente sbagliavo io a impostare il tutto...
Ho usato un'esposizione di 15 secondi circa con una normale lampadina di quelle a risparmio energetico e direi che è andata bene... l'unica cosa che noto è che il positivo mi è venuto molto più contrastato rispetto a quello ottenuto con photoshop invertendo i colori, ma va bene lo stesso.

Grazie mille per i consigli.

Puoi usare una carta di gradazione più morbida.
Ciao
Enrico

...sviluppo per contatto ....così si diceva una volta!!

Roberto

Ciao Roberto,
ben riletto. Si, stampa per contatto. Io ho tre torchietti di quelli che si usavano una volta. Era molto pratico il bromografo, te lo ricordi?
Buona luce
Enrico

Anteprima(e) allegate

 

Ciao Roberto,
ben riletto. Si, stampa per contatto. Io ho tre torchietti di quelli che si usavano una volta. Era molto pratico il bromografo, te lo ricordi?
Buona luce
Enrico

.....hmmmmm ...la vecchiaia che avanza ....sviluppo per contatto è fantascienza. Si certo, chiedo scusa lapsus. STAMPA PER CONTATTO. Il TORCHIETTO, cavolo quanto tempo è passato. Avevo 20 anni esatti.
Ricordo che il mio caro fratellone stampava per contatto, su carta IL FORD, dei lucidi (da Geometri) su cui eseguivamo dei disegni ad inchiostro. La stampa per contatto produceva di fatto un BW con il tratto bianco su fondo NERO.
Vinsi un concorso fotografico con questa tecnica e beccai anche una segnalazione ad un altro Concorso ....
Erano gli albori della elaborazione fotografica ....

Ciao cari amici, grazie a Voi.

Roberto

Messaggio modificato da roberto depratti il Jul 1 2010, 05:15 PM

A proposito di carta, qualcuno sa se la carta fotosensibile è sensibile anche all'infrarosso?

Non è sensibile all'infrarosso. E' sensibile al blu, violetto, ultravioletto. Cieca al rosso, infrarosso e verde. la luce di sicurezza è infatti giallo-verde. In pratica, non si sono aggiunti all'emulsione i sensibilizzanti ottici. Il primo a scoprire l'uso dei sensibilizzanti ottici è stato Vogel (siamo nel 1873) che estese la sensibilità delle lastre al verde creando emulsioni "ortocromatiche". Nel 1899 Valenta rese le emulsioni sensibili anche al rosso (pancromatiche). Tali emulsioni vanno pertanto sviluppate al buio completo.
Al contrario, i sensori delle digitali sono molto sensibili all'infrarosso e pochissimo all'ultravioletto.
Buona luce
Enrico

Fatta l'esperienza scatola da scarpe stenopeica il ford... Vi mando presto le foto rese positive con li contatto..

OK Lutz!
Restiamo in curiosa attesa