Il matrimonialista
Mentre sono gli invitati
nelle case assai impegnati
nei lavaggi e coi vestiti,
loro sono già partiti
per la casa della sposa
che di certo non riposa.
Il fotografo prudente,
porta seco l’assistente
che l’aiuta, non c’è scampo,
con la borsa e con il lampo.
Su, sorrida, per favore.
Non s’addice quel colore.
Venga, prego, venga qua,
con la mamma ed il papà.
Quando l’ora della messa
s’avvicina, anzi s’appressa,
e la sposa è preparata,
via, si scende sulla strada.
Qui si scatta, è evidente,
fra gli applausi della gente.
Con la macchina che pesa
il fotografo entra in chiesa
un po’ prima della sposa
per scattare qualche posa
mentre avanza a passo netto
del papà stretta a braccetto.
Con lo sposo che l’attende
da mezz’ora fra la gente.
Mentre il prete già s’appressa
ed inizio dà alla messa,
il fotografo si pone
sulla destra dell’ambone
e fa cenni all’assistente
che col flash è lì presente.
Qualche amico è lì che aspetta
con banale macchinetta,
certamente non uguale
al fotografo ufficiale
che ne ha due e non le sgancia
sopra il petto e sulla pancia.
Il fotografo ha gran fiuto:
cenno rapido all’aiuto
e lo scatto vien perfetto
con la luce ch’è d’effetto.
Egli è teso e non si vede:
è del tempo alla mercede.
Deve rapido scattare
per l’evento non mancare.
Così, senza confusione,
scatta alla comunione
quando l’ostia già s’imbrocca
mezza fuori della bocca.
O l’anello le vien messo
dallo sposo ch’è dappresso.
Dopo la benedizione,
mamma mia che confusione:
tutti quanti sull’altare
tanti auguri vanno a fare.
Sol per poco si riposa
il fotografo da sposa,
che bisogna stare attenti
alle foto coi parenti,
coi compari e con gli amici
che son fieri, son felici.
Quando fuori dal portone
van gli sposi con passione,
l’uno all’altro stretti stretti
a ricevere i confetti
fra i capelli e sulla testa,
a scattare ancor s’appresta
quella pioggia che produce
grande effetto in controluce.
Tutti quelli ch’hanno invito,
con un poco di appetito
vanno in auto, s’è distante,
all’atteso ristorante.
Ma stan freschi ad aspettare
lor che tardano a tornare.
Lì nel parco sono andati
perché sian fotografati.
Belli, in mezzo alla natura.
Ma per gli altri è cosa dura.
C’è qualcuno ch’è giulivo
per il troppo aperitivo…
Oh, che bel! Fanno ritorno.
Si comincia col contorno,
col prosciutto e i carciofini,
col Crodino e con i vini.
Pure affonda la forchetta
il fotografo in gran fretta,
perché deve immortalare
ogni tavolo e scattare.
Alla fine del travaglio,
giunge della torta il taglio.
Qualche click finale e poi,
se ne va pei fatti suoi
il fotografo ufficiale,
il fotografo che vale.
L’accompagna fiero, aitante
e un po’ brillo l’aiutante.
Enrico Maddalena
Mentre sono gli invitati
nelle case assai impegnati
nei lavaggi e coi vestiti,
loro sono già partiti
per la casa della sposa
che di certo non riposa.
Il fotografo prudente,
porta seco l’assistente
che l’aiuta, non c’è scampo,
con la borsa e con il lampo.
Su, sorrida, per favore.
Non s’addice quel colore.
Venga, prego, venga qua,
con la mamma ed il papà.
Quando l’ora della messa
s’avvicina, anzi s’appressa,
e la sposa è preparata,
via, si scende sulla strada.
Qui si scatta, è evidente,
fra gli applausi della gente.
Con la macchina che pesa
il fotografo entra in chiesa
un po’ prima della sposa
per scattare qualche posa
mentre avanza a passo netto
del papà stretta a braccetto.
Con lo sposo che l’attende
da mezz’ora fra la gente.
Mentre il prete già s’appressa
ed inizio dà alla messa,
il fotografo si pone
sulla destra dell’ambone
e fa cenni all’assistente
che col flash è lì presente.
Qualche amico è lì che aspetta
con banale macchinetta,
certamente non uguale
al fotografo ufficiale
che ne ha due e non le sgancia
sopra il petto e sulla pancia.
Il fotografo ha gran fiuto:
cenno rapido all’aiuto
e lo scatto vien perfetto
con la luce ch’è d’effetto.
Egli è teso e non si vede:
è del tempo alla mercede.
Deve rapido scattare
per l’evento non mancare.
Così, senza confusione,
scatta alla comunione
quando l’ostia già s’imbrocca
mezza fuori della bocca.
O l’anello le vien messo
dallo sposo ch’è dappresso.
Dopo la benedizione,
mamma mia che confusione:
tutti quanti sull’altare
tanti auguri vanno a fare.
Sol per poco si riposa
il fotografo da sposa,
che bisogna stare attenti
alle foto coi parenti,
coi compari e con gli amici
che son fieri, son felici.
Quando fuori dal portone
van gli sposi con passione,
l’uno all’altro stretti stretti
a ricevere i confetti
fra i capelli e sulla testa,
a scattare ancor s’appresta
quella pioggia che produce
grande effetto in controluce.
Tutti quelli ch’hanno invito,
con un poco di appetito
vanno in auto, s’è distante,
all’atteso ristorante.
Ma stan freschi ad aspettare
lor che tardano a tornare.
Lì nel parco sono andati
perché sian fotografati.
Belli, in mezzo alla natura.
Ma per gli altri è cosa dura.
C’è qualcuno ch’è giulivo
per il troppo aperitivo…
Oh, che bel! Fanno ritorno.
Si comincia col contorno,
col prosciutto e i carciofini,
col Crodino e con i vini.
Pure affonda la forchetta
il fotografo in gran fretta,
perché deve immortalare
ogni tavolo e scattare.
Alla fine del travaglio,
giunge della torta il taglio.
Qualche click finale e poi,
se ne va pei fatti suoi
il fotografo ufficiale,
il fotografo che vale.
L’accompagna fiero, aitante
e un po’ brillo l’aiutante.
Enrico Maddalena
Subito premio nobel per la letteratura!
Mi sono sempre chiesto come mai, che io sappia , la documentazione fotografica del "gran giorno" non arrivi mai a includere la parte più interessante...
Nemmeno la poesia di Enrico mi fornisce risposta a tale quesito.
Ma lo ringrazio lo stesso, mi ha fatto divertire un mondo!
Nemmeno la poesia di Enrico mi fornisce risposta a tale quesito.
Ma lo ringrazio lo stesso, mi ha fatto divertire un mondo!
Bravo, bella poesia!