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50mm F/1.4 Vs 35mm F/1.8 è Corretto Dire Che ...
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freax
Messaggio: #1
un 50mm f/1.4 è luminoso quanto un 35mm f/1.8 ?

in particolare parlo dell'AF 50mm f/1.4 D vs AF-S 35mm f/1.8 DX

la motivazione addotta dalla persona X consisterebbe nel minor percorso che la luce copre in un 35mm rispetto ad un 50mm

ma vorrei il vostro conforto visto che di schemi ottici non me ne intendo molto ad ora ...

ora il numero f/ è un rapporto tra lunghezza focale e diaframma

la lunghezza focale si misura in mm e quindi è un valore misurabile , riconoscibile e standardizzato

i diaframmi sono anch'essi standard ovvero chiudere ad f/8 su un obiettivo X e chiudere a f/8 su un obiettivo Y è la stessa identica cosa , quindi sui diaframmi siamo certi che almeno la loro apertura è uno standard

ora f/ lo calcolo mettendo in rapporto queste due grandezze e fin qui ci siamo , ok ?

allora vado sulla wikipedia e trovo scritto quanto segue :

QUOTE
I numeri f esprimono il rapporto tra la lunghezza focale dell'obiettivo e il diametro dell'apertura del diaframma pertanto a valori più bassi di f corrispondono aperture di diaframma più ampie.

Per cui, ad esempio, con un obiettivo di 50 mm, un'apertura del diaframma di 25 mm corrisponde a f/2 mentre un'apertura di 3,125 mm a f/16.

Questo significa che, pur essendo la scala dei diaframmi standardizzata (è la stessa su tutti gli obiettivi), in realtà lo stesso numero f impostato su ottiche di focale diversa ha effetti diversi.

Infatti il rapporto, ad esempio di f/4, implica che per un teleobiettivo di lunghezza focale f = 200 mm il diametro di apertura dell'obiettivo è pari a 200/4 = 50 mm mentre per un grandangolare di lunghezza focale f = 35 mm l'apertura è pari a 35/4 = 8,75 mm. Quindi impostando ad 8 il valore del diaframma di un qualunque obiettivo equivale ad aprire il diaframma dell'obiettivo con un diametro pari ad 1/8 della sua lunghezza focale.

Tale regola ha valore per gli obiettivi non "retrofocus" con lunghezza focali oltre i 35 mm.


a questo punto confesso che in partenza dire che un 35mm f/1.8 è luminoso quanto un 50mm f/1.4 mi sarebbe apparso come pura utopia , ora non mi spiego questi passi della wikipedia e il dubbio che possa essere vero tutto ciò mi viene ...

chi è così gentile da spiegarmi questo passaggio della wiki e dare una risposta al quesito ?
enrico
Messaggio: #2
Non dar retta. Intanto ciò che riporta wikipedia è il calcolo del diametro del diaframma a partire dalla lunghezza focale e dal valore f.
obiettivi diversi impostati allo stesso numero f hanno all'incirca la stessa luminosità.
Infatti, lunghezza focale e diametro, lavorano in seso inverso. Se raddoppia la lunghezza focale, la luce che colpisce la pellicola si riduce ad un quarto; se triplica si riduce ad un nono. In pratica la diminuziione dell'illuminazione è pari al quadrato della distanza.
Poichè il flusso luminoso che entra attraverso l'apertura del diaframma è proporzionale alla superficie del foro, la superficie di un cerchio varia col quadrato del raggio. Stessa proporzione per il diametro che è una misura lineare quanto lo è il raggio. Se raddoppio il diametro del diaframma, raddoppio anche il raggio e la superficie diviene quattro volte tanto. Se lo triplico, la superficie diviene nove volte tanto. Anche in questo caso si segue la stessa legge.
Che due obiettivi diversi impostati allo stesso numero f posano aver luminosità diverse (ma non di molto) è in parte vero, ma per un altro ordine di motivi. In pratica dipende dallo schema ottico e dall'asorbimento dei diversi gruppi, diversi da un obiettivo all'altro. Tant'è che, almeno in campo cinematografico, sono in uso i numeri T al posto dei numeri F. Tali numeri T tengono conto anche di questo fattore, per cui due obiettivi impostati sugli stessi numeri T hanno la stessa identica luminosità.
Se vogliamo entrare poi nei dettagli, il diametro che si considera nel calcolo del numero f , non è il diametro fisico, ma quello del fascio di entrata che può essere modificato in dimensioni dalle lenti che si trovano al di quà dell'iride. Se vuoi, posso postare uno schema.
Per i termini retrofocus o teleobiettivi invertiti, è da notare che la lunghezza focale non si misura a partire dal centro fisico o ottico dell'obiettivo, ma dal piano nodale posteriore che può essere posto, dal progettista, anche al di fuori dell'obiettivo come oggetto fisico. In effetti, negli zoom, le lenti flottanti modificano la lunghezza focale del sistema, spostando il piano nodale.
La motivazione addotta dalla "persona" di cui parli, è assolutamente ingenua, perchè considera solo la variazione della lunghezza focale e non tiene conto del fatto che il numero f non rappresenta il diametro del foro del diaframma.
spero di essere stato chiaro. In ogni caso, chiedi pure.
Ciao
Enrico
enrico
Messaggio: #3
Ti chiarisco meglio l'argomento "numeri T":

"Gli obiettivi, specie quelli con molte lenti, trasmettono meno luce di quella che ci si aspetterebbe, per assorbimento e riflessione, anche se il trattamento antiriflessi riduce il problema. Per le cineprese professionali vengono usati i numeri T (T sta per trasmittanza) che corrispondono alle aperture relative di un obiettivo perfetto (trasmittanza = 1, cioé senza perdite) che determina lo stesso illuminamento dell'obiettivo in esame. Se ad esempio un obiettivo ad f/5,6 trasmette solo il 50% della luce che lo attraversa (trasmittanza 0,5), viene tarato in corrispondenza, con T/8 ed è su questo valore e non su f/5,6 che si imposta l'esposizione."

Ti accludo anche uno schema sull'apertura fisica e su quella effettiva.
Mi scuso per qualche refuso sul post precedente, dovuto alla fretta. Bisognerebbe sempre rileggere prima di inviare il messaggio smile.gif
Ciao
Enrico

Anteprima(e) allegate
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freax
Messaggio: #4
QUOTE(enrico @ Jun 26 2009, 07:40 PM) *
Non dar retta. Intanto ciò che riporta wikipedia è il calcolo del diametro del diaframma a partire dalla lunghezza focale e dal valore f.
obiettivi diversi impostati allo stesso numero f hanno all'incirca la stessa luminosità.
Infatti, lunghezza focale e diametro, lavorano in seso inverso. Se raddoppia la lunghezza focale, la luce che colpisce la pellicola si riduce ad un quarto; se triplica si riduce ad un nono. In pratica la diminuziione dell'illuminazione è pari al quadrato della distanza.
Poichè il flusso luminoso che entra attraverso l'apertura del diaframma è proporzionale alla superficie del foro, la superficie di un cerchio varia col quadrato del raggio. Stessa proporzione per il diametro che è una misura lineare quanto lo è il raggio. Se raddoppio il diametro del diaframma, raddoppio anche il raggio e la superficie diviene quattro volte tanto. Se lo triplico, la superficie diviene nove volte tanto. Anche in questo caso si segue la stessa legge.
Che due obiettivi diversi impostati allo stesso numero f posano aver luminosità diverse (ma non di molto) è in parte vero, ma per un altro ordine di motivi. In pratica dipende dallo schema ottico e dall'asorbimento dei diversi gruppi, diversi da un obiettivo all'altro. Tant'è che, almeno in campo cinematografico, sono in uso i numeri T al posto dei numeri F. Tali numeri T tengono conto anche di questo fattore, per cui due obiettivi impostati sugli stessi numeri T hanno la stessa identica luminosità.
Se vogliamo entrare poi nei dettagli, il diametro che si considera nel calcolo del numero f , non è il diametro fisico, ma quello del fascio di entrata che può essere modificato in dimensioni dalle lenti che si trovano al di quà dell'iride. Se vuoi, posso postare uno schema.
Per i termini retrofocus o teleobiettivi invertiti, è da notare che la lunghezza focale non si misura a partire dal centro fisico o ottico dell'obiettivo, ma dal piano nodale posteriore che può essere posto, dal progettista, anche al di fuori dell'obiettivo come oggetto fisico. In effetti, negli zoom, le lenti flottanti modificano la lunghezza focale del sistema, spostando il piano nodale.
La motivazione addotta dalla "persona" di cui parli, è assolutamente ingenua, perchè considera solo la variazione della lunghezza focale e non tiene conto del fatto che il numero f non rappresenta il diametro del foro del diaframma.
spero di essere stato chiaro. In ogni caso, chiedi pure.
Ciao
Enrico


onestamente appena sentita questa cosa ho pensato proprio al trattamento ottico di una lente , forse complice l'articolo su l'SMC di Pentax che avevo letto pochi giorni prima , ma comunque faticavo a trovare una diretta e certa corrispondenza tra mm di focale e luminosità , mi era parso come un'affermazione del tipo "una moto va più veloce perché ha 2 ruote , un auto è più lenta perché ne ha 4" ovvero un sorta di no-sense quindi senza spiegazione logica e riscontro nella realtà .

e poi anche ragionando per assurdo e ammettendo di avere un 35mm più luminoso di un 50mm solo per la minor lunghezza focale è un ragionamento che non funziona , ci potrebbe benissimo essere un 35mm con un trattamento ottico pessimo e li il 50mm è più luminoso di parecchio anche senza avere quei mm in meno di focale , insomma come concetto non stava in piedi neanche a sorreggerlo con tesi assurde .

l'unica era proprio trovare uno standard e un'espressione come il numero f/ che consentisse di rapportare gli obiettivi tra loro , di qualsiasi focale e diaframma minimo/massimo , e a conti fatti è l'unico numero affidabile per verificare un obiettivo luminoso e uno buio , da uno che chiude poco ad uno che chiude molto .

Ti ringrazio infinitamente anche per quelle formulette sui rapporti che certamente qualcosa in più mi hanno chiarito ed effettivamente hanno dato ragione alla mia tesi compreso poi il discorso del numero T in campo cinematografico .

magari se riesci a recuperare quello schema sarebbe una cosa gradita e ti ringrazio in anticipo dato che non sapendone molto di tutto ciò è sempre meglio abbondare che deficere messicano.gif

PS
ho capito a grandi linee il discorso del piano nodale che può cadere fuori dall'obiettivo , se magari ci fosse anche quello nello schemino non sarebbe male , così per avere una visione di insieme migliore e completa .

Grazie 1000 comunque , era un'affermazione che effettivamente puzzava un po' troppo di superficialità ...
freax
Messaggio: #5
QUOTE(enrico @ Jun 26 2009, 07:55 PM) *
Ti chiarisco meglio l'argomento "numeri T":

"Gli obiettivi, specie quelli con molte lenti, trasmettono meno luce di quella che ci si aspetterebbe, per assorbimento e riflessione, anche se il trattamento antiriflessi riduce il problema. Per le cineprese professionali vengono usati i numeri T (T sta per trasmittanza) che corrispondono alle aperture relative di un obiettivo perfetto (trasmittanza = 1, cioé senza perdite) che determina lo stesso illuminamento dell'obiettivo in esame. Se ad esempio un obiettivo ad f/5,6 trasmette solo il 50% della luce che lo attraversa (trasmittanza 0,5), viene tarato in corrispondenza, con T/8 ed è su questo valore e non su f/5,6 che si imposta l'esposizione."

Ti accludo anche uno schema sull'apertura fisica e su quella effettiva.
Mi scuso per qualche refuso sul post precedente, dovuto alla fretta. Bisognerebbe sempre rileggere prima di inviare il messaggio smile.gif
Ciao
Enrico


quindi ad avere compreso bene il punto nodale è il punto di intersezione che si vede a destra nello schema , giusto ?
enrico
Messaggio: #6
Ti invio qualche schema. in effetti il discorso sarebbe lungo perchè occorrerebbe far distinzione fra piani principali e piani nodali ecc. Quello che è importante, è sfatare l'errore (che purtroppo si legge anche su qualche manuale di fotografia) che la lunghezza focale è la distanza del fuoco dal centro ottico.
Enrico

gli altri due:
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enrico
Messaggio: #7
Due pdf che potrebbero interessarti:
File allegati
File Allegato  diaframmi.pdf ( 15.98k ) Numero di download: 78
File Allegato  ottica_fotografica.pdf ( 106.04k ) Numero di download: 60
 
freax
Messaggio: #8
grazie mille enrico , adesso posso difendermi meglio di prima da sedicenti appassionati di fotografia grazie.gif

commessi inclusi messicano.gif
bart1972
Messaggio: #9

Ringrazio anche io Enrico, veramente preciso e professionale.. e con raro dono di chiarezza, mi sono salvato e stampato tutto smile.gif


Andrea
 
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