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Credo Sia Giunto Il Momento Di Emigrare...
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DEREGISTRATO
Messaggio: #26
Buongiorno a tutti!
Non desidero esprimere un'opinione, ma solo rispetto solidarietà nei confronti di chi ha aperto il 3D e di chi è intervenuto.
Di tanto in tanto, di fronte ad argomenti non frivoli come questo, di fronte ad argomenti che ci spingono a dire qualcosa in più su chi siamo e cosa facciamo nella vita, si intravede attraverso lo schermo del PC un mondo vero, con persone, e purtroppo anche problemi, veri.
Io rimango, rimango in Italia, rimango nel mio Sud, rimango al mio posto di dipendente pubblico, seduto per 12 ore al giorno ad una scrivania difficile, ma che, ovviamente, poggia sulle certezze di un lavoro sicuro, e cercherò ogni giorno di guadagnarmi con impegno e serietà il mio stipendio.
LO DEVO A TUTTI VOI!
Con umiltà e stima.
Vincenzo
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #27
QUOTE(Gianmaria Veronese @ Jan 2 2012, 11:39 PM) *
...

Che dire? Dico che tanti, troppi ragazzi non trovano lavoro solo perchè troppo pigri.. non si vogliono muovere da casa e non vogliono fare un minimo di sacrificio in termini di tempo sottratto allo svago.. è da tempo che cerchiamo ragazzi per lavorare il sabato e la domenica.. risultato? Nessuno ha voglia di lavorare il weekend e piuttosto stanno a casa a far nulla.. dry.gif
...


Come sempre la virtù sta nel mezzo, se da un lato ci sono molti in cerca di lavoro, che non accettano di lavorare di notte o nei WE, dall'altra ci sono anche datori di lavoro che offrono cifre assolutamente inadeguate per il lavoro notturno e dei festivi.
Come nel mercatino dell'usato di questo forum, un qualunque contratto è la convergenza di domanda ed offerta.
Ho visto offerte di lavoro ridicole, in cui si cerca manodopera specializzata con mezzi propri, disponibile a trasferte anche nei festivi, con compensi da contratto formazione di un neodiplomato.

Se questi non trovano uno straccio di risposta, non possono dar colpa solo a chi non risponde che non ha voglia di svendersi.

Personalmente piuttosto che regalare il mio Know How di programmatore C per sistemi a microcontrollori, costruito all'università e in 12 anni di lavoro, preferisco fare l'operaio manovale, almeno mi pagano una miseria ma il servizio è commisurato al prezzo pagato.

Sono comunque concorde nel dire che in italia (con la "i" piccola), è troppo difficile avere un lavoro a tempo indeterminato se sei giovane (per poter mettere su famiglia e casa), e troppo difficile liberarsi di fancaxxisti tirasera, se sei un'azienda.

E' proprio vero la verità sta nel mezzo.
Seestrasse
Messaggio: #28
se oggi avessi 20 anni, me ne andrei di corsa. Non avendoli più, auspico che possano farlo i miei figli.
Il punto, oggi, non è farsi il mazzo o doversi spostare, o almeno lo è in piccola parte.
Il punto, è che oggi le aziende possono permettersi di darti 4 castagne secche col ricatto che se non accetti possono benissimo rivolgersi a un mercato del lavoro che ricorda il vecchio caporalato, e a lavoratori che accettano di essere sfruttati perchè provenienti da luoghi in cui si sta anche peggio.
Questo per parlare dell'impiego privato, perchè in quello pubblico si sa benissimo come funziona e i risultati spesso sono sotto gli occhi di tutti.
E lo dice uno che dopo 25 anni di lavoro nel privato, si trova cassintegrato da 14 mesi e nel frattempo non ha trovato null'altro di dignitoso nel raggio di 400 km, prendendo in considerazione tutto, compresi spostamenti, lavoro notturno o raccolta dei pomodori.
Non possono esistere 60.000.000 di partite Iva, nè avere tutti in sorte di nascere in una famiglia con un'azienda avviata. Nè si può pretendere di poter rottamare dei lavoratori solo perchè avanti con gli anni e quindi più costosi per le imprese. Peraltro con un sistema pensionistico che diventa sempre più un miraggio per chi un lavoro già ce l'ha, e un fantasma per chi nel mondo del lavoro deve ancora entrare.

Messaggio modificato da Seestrasse il Jan 3 2012, 09:00 AM
truciolo56
Messaggio: #29
Capisco Ugo, capisco molte delle cose dette (non tutte le condivido, ma non voglio aprire dibattiti "diversi"), ma un Paese come l'Italia richiede che proprio chi vuole sia diverso resti e si impegni a cambiarlo.

La classe politica e la classe dirigente di un Paese sono - ahimè - lo specchio di un popolo, e l'espressione di una cultura che domina. Per questo credo che, prima di abbandonare alla deriva questo Paese occorra tentare di ricostruire il suo tessuto etico, di promuovere una cultura lontana dalle furbizie e dalle piccinerie che oggi sono tanto in voga, e di ricostruire una cultura del diritto che valga per tutti, che tenga conto del punto di vista di chi deve dare un lavoro e ottenere risultati e di chi deve svolgerlo, seriamente, dignitosamente e con la giusta paga.

E intanto? Intanto non so: siamo in una situazione fra il drammatico ed il ridicolo, chi ha più di 45-50 anni e perde il lavoro non ha speranze, e non ha nemmeno qualcosa per arrivare a questi stramaledetti 67 anni per avere una pensione da niente. I giovani hanno di fronte un"mercato del lavoro" malato, dove squali e caporali dominano (a mio figlio, per riempire gli scaffali di un supermercato, hanno chiesto la laurea breve!!). E' veramente difficile pensare a COSA va fatto per cambiare (non gli obiettivi, ma come rimuovere gli enormi ostacoli per raggiungerli).
Ma è certo che sarebbe bene avere le intelligenze e le energie per andare oltre. Per questo, forse, andare via rappresenta una soluzione personale ma è un danno per il Paese, per la sua parte sana e soprattutto per la parte più esposta.

Una sana, determinata, civile arrabbiatura collettiva, che indirizzi le azioni quotidiane (non tanto il voto, né la scelta dei "santi" ai quali votarci) credo sia l'unica speranza; la ribellione "normale" alle cose sbagliate, il tornare a ritenere un danno collettivo il rubare, corrompere, vivere alle spalle altrui (compreso chi al lavoro fa melina) sarebbe una prima lucina da accendere. I nostri figli (il mio ne ha 25) hanno imparato che i furbi hanno successo, mentre tempo fa il valore era proprio il lavoro, la qualità del lavoro, assieme ad un comportamento civico e civile che era irreprensibile: se tornassimo, semplicemente, a ridare valore a questo avremmo già indirizzato il Paese verso strade più sane.

Ovviamente, non intendo certo "caricare" sulle spalle di chi è già nei guai - come Ugo e gli altri - responsabilità che in fondo non sono sue: comprenderei comunque la scelta di emigrare, pur di avere una vita dignitosa, densa di quel rispetto che qui, purtroppo, è negato a molti.
Ci sono molti imprenditori seri (ne conosco, a partire da dove lavoro io), ma anche molti che vedono la "forza lavoro" come un qualsiasi strumento "usa e getta", da pagare pochissimo per il tempo strettamente necessario e poi "buttarli via"; delle imprese serie non posso che avere stima, per il fatto che resistono - a loro volta - in un sistema che sembra fatto apposta per rendere difficile produrre onestamente.
Ci sono lavoratori seri (moltissimi, anche nelle amministrazioni pubbliche) ed altri che invece tirano sera, e che vanno in qualche modo "corretti", costretti a rispettare la loro parte di contratto (che è fatti di diritti e doveri: gli uni senza gli altri non esistono...), perché è interesse anche di chi lavora bene.
Forse, anziché affrontare i problemi da sponde contrapposte, datori "seri"e lavoratori "seri" dovrebbero cercare il modo di cambiare assieme il sistema, a partire dal funzionamento di servizi che devono sostenere e non solo costare, dalle certezze di veder pagati subito (anche dagli enti pubblici!) i lavori fatti, e dalla possibilità di ottenere sostegno nei momenti difficili, e dalla lotta al lavoro spregiudicatamente sottopagato e nero, perché un sistema che sta in piedi è un sistema che vede tutti i soggetti trattati giustamente e dignitosamente, senza "servi" né "padroni".

Scusate lo sfogo vagamente utopistico, ma non riesco a rassegnarmi all'idea dello svuotamento della parte sana del Paese: resterebbero solo ladri, fannulloni e poveracci. Potremmo - mi illudo - dare di più e fare meglio.

auguri di cuore a tutti
Marco
beppe cgp
Messaggio: #30
QUOTE(truciolo56 @ Jan 3 2012, 09:55 AM) *
Capisco Ugo, capisco molte delle cose dette (non tutte le condivido, ma non voglio aprire dibattiti "diversi"), ma un Paese come l'Italia richiede che proprio chi vuole sia diverso resti e si impegni a cambiarlo.

La classe politica e la classe dirigente di un Paese sono - ahimè - lo specchio di un popolo, e l'espressione di una cultura che domina. Per questo credo che, prima di abbandonare alla deriva questo Paese occorra tentare di ricostruire il suo tessuto etico, di promuovere una cultura lontana dalle furbizie e dalle piccinerie che oggi sono tanto in voga, e di ricostruire una cultura del diritto che valga per tutti, che tenga conto del punto di vista di chi deve dare un lavoro e ottenere risultati e di chi deve svolgerlo, seriamente, dignitosamente e con la giusta paga.

E intanto? Intanto non so: siamo in una situazione fra il drammatico ed il ridicolo, chi ha più di 45-50 anni e perde il lavoro non ha speranze, e non ha nemmeno qualcosa per arrivare a questi stramaledetti 67 anni per avere una pensione da niente. I giovani hanno di fronte un"mercato del lavoro" malato, dove squali e caporali dominano (a mio figlio, per riempire gli scaffali di un supermercato, hanno chiesto la laurea breve!!). E' veramente difficile pensare a COSA va fatto per cambiare (non gli obiettivi, ma come rimuovere gli enormi ostacoli per raggiungerli).
Ma è certo che sarebbe bene avere le intelligenze e le energie per andare oltre. Per questo, forse, andare via rappresenta una soluzione personale ma è un danno per il Paese, per la sua parte sana e soprattutto per la parte più esposta.

Una sana, determinata, civile arrabbiatura collettiva, che indirizzi le azioni quotidiane (non tanto il voto, né la scelta dei "santi" ai quali votarci) credo sia l'unica speranza; la ribellione "normale" alle cose sbagliate, il tornare a ritenere un danno collettivo il rubare, corrompere, vivere alle spalle altrui (compreso chi al lavoro fa melina) sarebbe una prima lucina da accendere. I nostri figli (il mio ne ha 25) hanno imparato che i furbi hanno successo, mentre tempo fa il valore era proprio il lavoro, la qualità del lavoro, assieme ad un comportamento civico e civile che era irreprensibile: se tornassimo, semplicemente, a ridare valore a questo avremmo già indirizzato il Paese verso strade più sane.

Ovviamente, non intendo certo "caricare" sulle spalle di chi è già nei guai - come Ugo e gli altri - responsabilità che in fondo non sono sue: comprenderei comunque la scelta di emigrare, pur di avere una vita dignitosa, densa di quel rispetto che qui, purtroppo, è negato a molti.
Ci sono molti imprenditori seri (ne conosco, a partire da dove lavoro io), ma anche molti che vedono la "forza lavoro" come un qualsiasi strumento "usa e getta", da pagare pochissimo per il tempo strettamente necessario e poi "buttarli via"; delle imprese serie non posso che avere stima, per il fatto che resistono - a loro volta - in un sistema che sembra fatto apposta per rendere difficile produrre onestamente.
Ci sono lavoratori seri (moltissimi, anche nelle amministrazioni pubbliche) ed altri che invece tirano sera, e che vanno in qualche modo "corretti", costretti a rispettare la loro parte di contratto (che è fatti di diritti e doveri: gli uni senza gli altri non esistono...), perché è interesse anche di chi lavora bene.
Forse, anziché affrontare i problemi da sponde contrapposte, datori "seri"e lavoratori "seri" dovrebbero cercare il modo di cambiare assieme il sistema, a partire dal funzionamento di servizi che devono sostenere e non solo costare, dalle certezze di veder pagati subito (anche dagli enti pubblici!) i lavori fatti, e dalla possibilità di ottenere sostegno nei momenti difficili, e dalla lotta al lavoro spregiudicatamente sottopagato e nero, perché un sistema che sta in piedi è un sistema che vede tutti i soggetti trattati giustamente e dignitosamente, senza "servi" né "padroni".

Scusate lo sfogo vagamente utopistico, ma non riesco a rassegnarmi all'idea dello svuotamento della parte sana del Paese: resterebbero solo ladri, fannulloni e poveracci. Potremmo - mi illudo - dare di più e fare meglio.

auguri di cuore a tutti
Marco


Il ragionamento di Marco va oltre... è una riflessione da persona estremamente intelligente e sensibile. Ovviamente condivido tutto quanto ha scritto.
Ho visto tantissima gente partire per l'estero con le solite motivazioni... ma il 90% sono tutti tornati con la coda tra le gambe... e il restante 10% probabilmente è gente che ha un certo spessore e che il successo lo avrebbe trovato anche in italia.
Penso anche che la maggior parte di quelli che a tutti i costi vogliono partire sia gente che non è disposta a lottare cadendo così nel grande sbaglio di esportare un eventuale talento mettendolo a frutto per un altro paese.
Capisco anche la situazione attuale, che è difficile, ma credetemi... il tempo dell'oro si sta finendo anche dalle altre parti... In mezzo a tanto pessimismo probabilmente nasceranno nuove opportunità... e la situazione economica "tirata" delle aziende porterà ad una selezione strettissima del personale... premiando coloro che davvero valgono. Sicuramente scappando si contribuisce a far andare ancora peggio le cose... rolleyes.gif
beppe cgp
Messaggio: #31
QUOTE(Gianmaria Veronese @ Jan 2 2012, 11:39 PM) *
In parte son d'accordo con te.. in parte assolutamente no..

Sto vivendo una situazione particolare che mi vede alle prese con una scelta ardua.. continuare con l'azienda di famiglia oppure andare per la mia strada con la mia laurea in ingegneria.. questo fà sì che mi sia affacciato al mondo del lavoro sia dal lato imprenditoriale, sia da quello dei normali dipendenti..

Che dire? Dico che tanti, troppi ragazzi non trovano lavoro solo perchè troppo pigri.. non si vogliono muovere da casa e non vogliono fare un minimo di sacrificio in termini di tempo sottratto allo svago.. è da tempo che cerchiamo ragazzi per lavorare il sabato e la domenica.. risultato? Nessuno ha voglia di lavorare il weekend e piuttosto stanno a casa a far nulla.. dry.gif

Insomma, non voglio fare di tutta l'erba un fascio, però credo che per quelli che hanno voglia di fare e hanno le capacità le possibilità ci siano.. per gli altri mi spiace, ma la concorrenza è tanta ed è normale che se ne stiano a cercare lavoro invano sleep.gif


Ragionamento che condivido... anche io vivo in una realtà aziendale...
e per tante mansioni (anche ben retribuite) si trovano consensi solo da parte di extra comunitari...
Perchè i nostri ragazzi italiani non accettano di lavorare in fabbrica... E quei pochi che accettano dopo una settimana di prova mollano con assurde motivazioni rolleyes.gif
Quindi c'è sicuramente da tirare in ballo anche un discorso di tenore di vita... ci siamo abituati troppo bene e come dice Giammaria non siamo più disposti a certi sacrifici.
Maury_75
Messaggio: #32
QUOTE(beppe cavalleri @ Jan 3 2012, 10:07 AM) *
Penso anche che la maggior parte di quelli che a tutti i costi vogliono partire sia gente che non è disposta a lottare


Ieri in televisione hanno detto che la pressione fiscale in italia è al 45%, la pressione fiscale più alta di tutto il mondo!
Ci sono lotte che si possono fare ma lottare in italia contro le cose che non vanno è come lottare contro i mulini a vento!
Io mi ritengo molto fortunato ad avere ancora un lavoro, il giorno che questo lavoro verrà a mancare ci sarà molto da riflettere sul da farsi.
Ti auguro di partire e di trovare tutto il bene di questo mondo!
A mio parere qui c'è poco da fare, a mali estremi estremi rimedi: dovremmo ritirare tutti i nostri soldi dalle banche pochi o tanti che siano e andarcene via, in modo da lasciare tutti questi figli di ..... nella mer.da e nella terra bruciata che hanno fatto. Quando si guarderanno in giro e si renderanno conto di essere padroni del nulla solo allora le cose cambieranno!

Buon anno! mad.gif
BANJO911
Messaggio: #33
QUOTE(Maury_75 @ Jan 3 2012, 10:34 AM) *
..... dovremmo ritirare tutti i nostri soldi dalle banche pochi o tanti che siano e andarcene via,


Le banche bisogna ridurle, farle morire, la finanza porta solo giovamento a se stessa, riduce in schiavismo i popoli, ci voglion le forche in piazza a Montecitorio, altrimenti non cambierà mai nulla....

A mali estremi, estremi rimedi,

Marco
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #34
QUOTE(beppe cavalleri @ Jan 3 2012, 10:12 AM) *
Ragionamento che condivido... anche io vivo in una realtà aziendale...
e per tante mansioni (anche ben retribuite) si trovano consensi solo da parte di extra comunitari...

Perchè i nostri ragazzi italiani non accettano di lavorare in fabbrica... E quei pochi che accettano dopo una settimana di prova mollano con assurde motivazioni rolleyes.gif
Quindi c'è sicuramente da tirare in ballo anche un discorso di tenore di vita... ci siamo abituati troppo bene e come dice Giammaria non siamo più disposti a certi sacrifici.


Perdona l'appunto, ma in agricoltura ad esempio ci sono solo extracomunitari dell'est per un semplicissimo motivo, spesso la retribuzione è da capestro (o poco ci manca), quando avevo 16 anni era normale per noi lavorare d'estate nei campi per la raccolta di tabacco, pesche e mele.
La paga era di circa 7-8000 lire/ora nette (in regola a volte nemmeno per tutte le ore), si parla di 25 anni fa.
Oggi si tengono solo extracomunitari, perchè c'è il velato ricatto che se non accettano paghe di poco superiori a quanto prendevo io, scatta il licenziamento e di conseguenza decade il permesso di soggiorno.
Ora non dico che in fabbrica da te sia così, ma è una realtà diffusa (sopratutto nelle piccole realtà artigiane) più di quello che si immagina, da me (in fabbrica) ci sarebbero fior di italiani che vorrebbero venire a lavorare (stiamo parlando di lavorare in linea di montaggio, mica in ufficio sia chiaro), il vero problema è che da qualche anno complice la recessione non si assume nuovo personale, si cerca di salvaguardare i presenti e i pensionamenti fungono da valvola di sfogo per compensare il calo di produzione contingente.
beppe cgp
Messaggio: #35
QUOTE(Marco (Kintaro70) @ Jan 3 2012, 10:57 AM) *
Perdona l'appunto, ma in agricoltura ad esempio ci sono solo extracomunitari dell'est per un semplicissimo motivo, spesso la retribuzione è da capestro (o poco ci manca), quando avevo 16 anni era normale per noi lavorare d'estate nei campi per la raccolta di tabacco, pesche e mele.
La paga era di circa 7-8000 lire/ora nette (in regola a volte nemmeno per tutte le ore), si parla di 25 anni fa.
Oggi si tengono solo extracomunitari, perchè c'è il velato ricatto che se non accettano paghe di poco superiori a quanto prendevo io, scatta il licenziamento e di conseguenza decade il permesso di soggiorno.
Ora non dico che in fabbrica da te sia così, ma è una realtà diffusa (sopratutto nelle piccole realtà artigiane) più di quello che si immagina, da me (in fabbrica) ci sarebbero fior di italiani che vorrebbero venire a lavorare (stiamo parlando di lavorare in linea di montaggio, mica in ufficio sia chiaro), il vero problema è che da qualche anno complice la recessione non si assume nuovo personale, si cerca di salvaguardare i presenti e i pensionamenti fungono da valvola di sfogo per compensare il calo di produzione contingente.


Ok, hai ragione, però come ci sono quelle tristi realtà, va anche indicato che non è sempre così... poi il pessimismo che i media ci inculcano in testa in un periodo abbastanza critico non fa altro che peggiorare le cose. La notizia negativa fa sempre più movimento di una positiva... ecco allora che ci massacrano di notizie catastrofiche. Non voglio dire che siamo in un periodo d'oro, ma credetemi che questo influsso ha una fortissima ripercussione l'economia e su tutti noi.
luciano 63
Messaggio: #36
QUOTE(Gianmaria Veronese @ Jan 2 2012, 11:39 PM)

Che dire? Dico che tanti, troppi ragazzi non trovano lavoro solo perchè troppo pigri.. non si vogliono muovere da casa e non vogliono fare un minimo di sacrificio in termini di tempo sottratto allo svago.. è da tempo che cerchiamo ragazzi per lavorare il sabato e la domenica.. risultato? Nessuno ha voglia di lavorare il weekend e piuttosto stanno a casa a far nulla.. dry.gif

Insomma, non voglio fare di tutta l'erba un fascio, però credo che per quelli che hanno voglia di fare e hanno le capacità le possibilità ci siano.. per gli altri mi spiace, ma la concorrenza è tanta ed è normale che se ne stiano a cercare lavoro invano sleep.gif
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Ciao, io sono un dipendente da oltre 30 anni e di ragazzi ne ho visti passare una marea, la maggior parte ( parlo dei piu' giovani senza famiglia, ma anche quelli con famiglia ) hanno tutti abbandonato, però non per pigrizia, ma per gli stipendi ridicoli che prendevano.Nel mio settore un nuovo assunto di 1° livello non arriva neanche a 900 euro e ti posso assicurare che anche io al loro posto farei la stessa cosa. Se ci metti le spese del trasporto tira tu le somme, chi me lo fa fare? Io stesso che ho il 3° livello che e' il massimo a cui posso aspirare non arrivo neanche a 1200 euro ed ho famiglia. Penso che su questo si deva riflettere, fare i sacrifici e' giusto, ma bisogna anche essere gratificati, perche' non e' possibile farsi un mazzo tanto e non arrivare a fine mese.


QUOTE(CVCPhoto @ Jan 2 2012, 11:55 PM)

Vogliamo anche aggiungere che molte assunzioni non vengono fatte perché chi assume un dipendente è cose se lo sposasse? Non è più possibile mandarlo via e se con tutti i giustificati motivi hai il coraggio di licenziarlo, i sindacati te lo fanno reintegrare.

Moltissimi poi, come dice Gianmaria, vogliono il lavoro comodo 'sottocasa' e non sono disposti a fare sacrifici e soprattutto a farsi il mazzo sottraendo i loro spazi di svago.


Il problema del posto fisso ora non esiste perche' chi assume lo fa' solo a tempo determinato e soprattutto tramite agenzie, e questo non fa' altro che scoraggiare i nostri ragazzi, perche' vengono assunti mese per mese quando sono fortunati, altri addirittura a settimana ,voi direte sì almeno lavorono, ma mettetivi nei loro panni, poi traete le somme. Purtroppo questa e' la triste realta'.

Messaggio modificato da luciano 63 il Jan 3 2012, 11:10 AM
lorenzomulas(exdaisuke_jigen)
Messaggio: #37
Mannaggia...un po' mi dispiace leggere tutti questi commenti anche se, come dicevo prima, li condivido al 99% e io stesso mi considero uno "con le valigie in mano". certo i sacrifici sono da fare, amici, famiglia e i ricordi ai quali siamo legati, i posti più belli solo che poi mi viene in mente che futuro posso avere (laureando nel campo dell'edilizia) e quale futuro può avere una eventuale mia famiglia: figli già carichi di un considerevole debito pubblico, mondo del lavoro incerto, insomma le premesse non sono buone.
Non riesco sinceramente, ora come ora, a vedere un'uscita da questo vortice terribile, o meglio, secondo me le alternative ci sono eccome solo che reputo gli italiani troppo "deboli" per prendere delle decisioni forti e unite.
Seestrasse
Messaggio: #38
Mi sembra si stia fuorviando. Non mi pare che l'autore della discussione abbia parlato di lavoro di alta professionalità, mancato riconoscimento di alte specializzazioni ecc. Ha semplicemente detto: sono in cassa integrazione, al massimo troverei un impiego temporaneo per 450 euro mensili e poi?
Lavori comuni, o in fabbrica, in Germania non mancano ed hanno retribuzioni adeguate.
Senza generalizzare, certo che se qui da noi per adeguate si intendono 30 euro lordi al giorno o 35 per un lavoro notturno, vuol dire che qualcosa non torna. E comunque in assenza di altro io mi piegherei ed accetterei pure quelli e così credo anche l'amico che ha manifestato il suo disagio; ma io ho casa, famiglia e radici, lui una vita davanti.
Se qualche aziendalista potesse indirizzarlo, credo sarebbe grato, la buona volontà non mi sembra che gli manchi.
Diversamente, penso che per quanto a malincuore, un trasferimento in Germania sia la cosa migliore, per una persona che deva ancora pianificare la sua vita e voglia viverla con dignità.
_Mauro_
Messaggio: #39
Non ho avuto il coraggio di leggere tutti gli interventi. Sono allibito e sconcertato. Soprattutto quando a fare questi discorsi disfattisti e demoralizzati sono dei giovani. Io ho sempre pensato che se un paese non va bene, bisogna darsi da fare per migliorarlo. E questo ho cercato di fare. In questo paese, dove sembra quasi che chi resta sia un idiota o un malfattore, ho cominciato a cercare lavoro tra mille difficoltà e a maggior ragione ho tirato fuori mille pa**e, perchè ai problemi si reagisce con la forza d'animo e l'ostinazione. ho fatto ogni genere di lavoro sino a trovare più o meno il mio, ho fatto libera professione, l'ho lasciata per dedicarmi ad altro, ho fatto concorsi, ho studiato, molti non li ho passati, altri si, ho costruito, ho lottato. senza nessun aiuto o raccomandazione. Ho messo su famiglia, e vorrei per mia figlia un futuro migliore in questo paese, se vuole, o altrove, se preferisce. Ma intanto costruisco il mio futuro nel paese dove sono nato. Davvero è offensivo sentire che chi come me ha deciso e decide di restare, ed ha costruito qualcosa qui, costribuendo a far andare avanti questo paese pieno di problemi, è un disonesto, o un approfittatore, o un raccomandato, un mafioso o uno che si accontenta. Ho vissuto all'estero, ho girato il mondo, ma è questo il paese dove voglio vivere. Se qualcosa non va, voglio contribuire a cambiarla. Se la classe politica non funziona, cerco di fare la mia parte perchè cambi. Qui sembriamo tutti impotenti e innocenti, ma i politici italiani sono quelli che gli italiani stessi votano, e il sistema di raccomandazioni e di pressapochismo è il frutto di una mentalità bizantina che gli italiani sembrano fieri di avere nel loro DNA. Qui se si è scontenti bisogna lottare: non basta, allora bisogna lottare di più. Pensarci quando si va a votare, protestare, manifestare, contestare, farsi sentire, e poi intanto studiare, darsi da fare, informarsi, chiedere, guardarsi attorno, partecipare ai concorsi e tante cose che purtroppo non vedo fare alla maggior parte dei giovani di mia conoscenza che pure non fanno che lamentarsi di questo paese. Non possiamo lavarcene le mani come Ponzio Pilato. Questo paese è così perchè noi l'abbiamo fatto così, se non noi, i nostri vicini di casa o quelli della casa dietro l'angolo, non i marziani! Fuggire può essere comodo, costruttivo, risolutivo per il singolo, ma per il paese è un danno. Io dico buona fortuna a chi vuole partire, ma tutti i miei complimenti per chi ha la forza e il coraggio di restare e fare la sua parte per migliorare l'Italia.

ciao a tutti e Buone Feste

Mauro
beppe cgp
Messaggio: #40
QUOTE(luciano 63 @ Jan 3 2012, 11:09 AM) *
QUOTE(Gianmaria Veronese @ Jan 2 2012, 11:39 PM)

Che dire? Dico che tanti, troppi ragazzi non trovano lavoro solo perchè troppo pigri.. non si vogliono muovere da casa e non vogliono fare un minimo di sacrificio in termini di tempo sottratto allo svago.. è da tempo che cerchiamo ragazzi per lavorare il sabato e la domenica.. risultato? Nessuno ha voglia di lavorare il weekend e piuttosto stanno a casa a far nulla.. dry.gif

Insomma, non voglio fare di tutta l'erba un fascio, però credo che per quelli che hanno voglia di fare e hanno le capacità le possibilità ci siano.. per gli altri mi spiace, ma la concorrenza è tanta ed è normale che se ne stiano a cercare lavoro invano sleep.gif
Ciao, io sono un dipendente da oltre 30 anni e di ragazzi ne ho visti passare una marea, la maggior parte ( parlo dei piu' giovani senza famiglia, ma anche quelli con famiglia ) hanno tutti abbandonato, però non per pigrizia, ma per gli stipendi ridicoli che prendevano.Nel mio settore un nuovo assunto di 1° livello non arriva neanche a 900 euro e ti posso assicurare che anche io al loro posto farei la stessa cosa. Se ci metti le spese del trasporto tira tu le somme, chi me lo fa fare?


Io stesso quando iniziai il mio lavoro da praticante prendevo 400€ mensili (nel 2002... non tanto tempo fa) senza alcun diritto o contratto... è stato difficile e a tratti anche umiliante... ma ora sono fiero di essemi sacrificato perchè nel mio piccolo ho raggiunto delle belle soddisfazioni, sia morali che economiche.
Con questo voglio dire una cosa... Come si possono pretendere tanti soldi quando non si sa fare nulla? A me scusate, ma pare una cosa assurda. Se un'azienda assume un apprendista,quindi uno che del lavoro non conosce nulla, è incomprensibile che venga pagato tanto... considerando che per i primi mesi è un costo passivo per l'azienda. Il vero problema è che si pretendono soldi senza avere delle valide competenze. Prima facciamoci il mazzo e dimostriamo di valere qualcosa... e state tranquilli che le soddisfazioni arrivano...


QUOTE(_Mauro_ @ Jan 3 2012, 11:10 AM) *
Non ho avuto il coraggio di leggere tutti gli interventi. Sono allibito e sconcertato. Soprattutto quando a fare questi discorsi disfattisti e demoralizzati sono dei giovani. Io ho sempre pensato che se un paese non va bene, bisogna darsi da fare per migliorarlo. E questo ho cercato di fare. In questo paese, dove sembra quasi che chi resta sia un idiota o un malfattore, ho cominciato a cercare lavoro tra mille difficoltà e a maggior ragione ho tirato fuori mille pa**e, perchè ai problemi si reagisce con la forza d'animo e l'ostinazione. ho fatto ogni genere di lavoro sino a trovare più o meno il mio, ho fatto libera professione, l'ho lasciata per dedicarmi ad altro, ho fatto concorsi, ho studiato, molti non li ho passati, altri si, ho costruito, ho lottato. senza nessun aiuto o raccomandazione. Ho messo su famiglia, e vorrei per mia figlia un futuro migliore in questo paese, se vuole, o altrove, se preferisce. Ma intanto costruisco il mio futuro nel paese dove sono nato. Davvero è offensivo sentire che chi come me ha deciso e decide di restare, ed ha costruito qualcosa qui, costribuendo a far andare avanti questo paese pieno di problemi, è un disonesto, o un approfittatore, o un raccomandato, un mafioso o uno che si accontenta. Ho vissuto all'estero, ho girato il mondo, ma è questo il paese dove voglio vivere. Se qualcosa non va, voglio contribuire a cambiarla. Se la classe politica non funziona, cerco di fare la mia parte perchè cambi. Qui sembriamo tutti impotenti e innocenti, ma i politici italiani sono quelli che gli italiani stessi votano, e il sistema di raccomandazioni e di pressapochismo è il frutto di una mentalità bizantina che gli italiani sembrano fieri di avere nel loro DNA. Qui se si è scontenti bisogna lottare: non basta, allora bisogna lottare di più. Pensarci quando si va a votare, protestare, manifestare, contestare, farsi sentire, e poi intanto studiare, darsi da fare, informarsi, chiedere, guardarsi attorno, partecipare ai concorsi e tante cose che purtroppo non vedo fare alla maggior parte dei giovani di mia conoscenza che pure non fanno che lamentarsi di questo paese. Non possiamo lavarcene le mani come Ponzio Pilato. Questo paese è così perchè noi l'abbiamo fatto così, se non noi, i nostri vicini di casa o quelli della casa dietro l'angolo, non i marziani! Fuggire può essere comodo, costruttivo, risolutivo per il singolo, ma per il paese è un danno. Io dico buona fortuna a chi vuole partire, ma tutti i miei complimenti per chi ha la forza e il coraggio di restare e fare la sua parte per migliorare l'Italia.

ciao a tutti e Buone Feste

Mauro


Complimenti Mauro! La penso esattamente come te! rolleyes.gif
davide_d
Messaggio: #41
Ciao Ugo, ciao a tutti.
per usa serie di scelte (giuste o sbagliate non so) mi ritrovo a fare l'ultimo anno di dottorato in scienze geologiche.
Dottorato senza borsa, perchè le borse dovevano andare alla moglie di un professore associato e l'altra ad un amico di un altro professore (non vuole essere una polemica, ma un semplice dato di fatto).
L'unica cosa che mi ha spinto a dire di si è il mio tutor, ragazzo (neanche 40enne) ricercatore, onesto con due grandi attributi. Che si è smazzato per riuscire a darmi un minimo di tranquillità economica (poco sotto la fatidica soglia 1000 euro) durante questi anni. Durante il dottorato sto collaboro con un laboratorio a glasgow, e faccio spesso avanti e dietro. Questa condizione di da l'opportunità di confrontare velocemente e in maniera reiterata le due situazioni.

Alla fine del dottorato spero di riuscirmi a trasferire a Glasgow, ma non perchè è più bella, no. E' difficile trovare un posto più bello del nostro paese.
Mi voglio trasferire soltanto perchè sono stufo di non essere tranquillo.
Sono stufo di non poter uscire tranquillamente a fare quattro passi senza aver timore che qualche deficente non rispetti i cartelli o i limiti e investa qualcuno. Sono stufo di vedere parcheggiate le auto sui marciapiedi e vedere le persone dover scendere in strada per passare. Così come sono stufo di vedere la mia città sporca di rifiuti, la televisone piena di rifiuti, i politici che mi rappresentano che continuano a prendermi per i fondelli. sono stufo di dover lottare contro le mille raccomandazioni, i mille giochi di potere e i mille sotterfugi che giornalmente circondano la mia vita.

Quello che chiedo è solo di poter uscire per andare a lavorare e guadagnarmi onestamente quel poco che mi serve per rendermi felice. Quello che chiedo è la tranquillità nel poter avere una famiglia e dei figli. Avere la possibilità di dare alla mia famiglia una vita dignitosa.
Avere la possibilità di affrontare le difficoltà che la vita ti riserva con tranquillità e con i mezzi per affrontarle.
L'italia, dal mio punto di vista, non è più un paese civile. Abbiamo perso la bussola e non sappiamo più dove stiamo andando.
Non è il problema dei cervelli che fuggono, ma sono le persone, i cuori che vanno via da questo paese.
beppe cgp
Messaggio: #42
QUOTE(davide_d @ Jan 3 2012, 11:23 AM) *
Ciao Ugo, ciao a tutti.
per usa serie di scelte (giuste o sbagliate non so) mi ritrovo a fare l'ultimo anno di dottorato in scienze geologiche.
Dottorato senza borsa, perchè le borse dovevano andare alla moglie di un professore associato e l'altra ad un amico di un altro professore (non vuole essere una polemica, ma un semplice dato di fatto).
L'unica cosa che mi ha spinto a dire di si è il mio tutor, ragazzo (neanche 40enne) ricercatore, onesto con due grandi attributi. Che si è smazzato per riuscire a darmi un minimo di tranquillità economica (poco sotto la fatidica soglia 1000 euro) durante questi anni. Durante il dottorato sto collaboro con un laboratorio a glasgow, e faccio spesso avanti e dietro. Questa condizione di da l'opportunità di confrontare velocemente e in maniera reiterata le due situazioni.

Alla fine del dottorato spero di riuscirmi a trasferire a Glasgow, ma non perchè è più bella, no. E' difficile trovare un posto più bello del nostro paese.
Mi voglio trasferire soltanto perchè sono stufo di non essere tranquillo.
Sono stufo di non poter uscire tranquillamente a fare quattro passi senza aver timore che qualche deficente non rispetti i cartelli o i limiti e investa qualcuno. Sono stufo di vedere parcheggiate le auto sui marciapiedi e vedere le persone dover scendere in strada per passare. Così come sono stufo di vedere la mia città sporca di rifiuti, la televisone piena di rifiuti, i politici che mi rappresentano che continuano a prendermi per i fondelli. sono stufo di dover lottare contro le mille raccomandazioni, i mille giochi di potere e i mille sotterfugi che giornalmente circondano la mia vita.

Quello che chiedo è solo di poter uscire per andare a lavorare e guadagnarmi onestamente quel poco che mi serve per rendermi felice. Quello che chiedo è la tranquillità nel poter avere una famiglia e dei figli. Avere la possibilità di dare alla mia famiglia una vita dignitosa.
Avere la possibilità di affrontare le difficoltà che la vita ti riserva con tranquillità e con i mezzi per affrontarle.
L'italia, dal mio punto di vista, non è più un paese civile. Abbiamo perso la bussola e non sappiamo più dove stiamo andando.
Non è il problema dei cervelli che fuggono, ma sono le persone, i cuori che vanno via da questo paese.


Questo però è un discorso a parte... indipendente dalla crisi economica....
logitech61
Messaggio: #43
Brevemente… ho 50 anni , 2 piccole attività e voglio trasferirmi.
Perché ? Perché conosco bene l'italici vizi e non potremo mai vincerli.
Cambia subito e goditi la vita.
Ci sono siti appositi che ti possono aiutare nel cambiamento , fatti da italiani che già si sono trasferiti.
Francesco
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #44
QUOTE(beppe cavalleri @ Jan 3 2012, 11:03 AM) *
Ok, hai ragione, però come ci sono quelle tristi realtà, va anche indicato che non è sempre così... poi il pessimismo che i media ci inculcano in testa in un periodo abbastanza critico non fa altro che peggiorare le cose. La notizia negativa fa sempre più movimento di una positiva... ecco allora che ci massacrano di notizie catastrofiche. Non voglio dire che siamo in un periodo d'oro, ma credetemi che questo influsso ha una fortissima ripercussione l'economia e su tutti noi.



Su questo sono d'accordissimo cosa credi, se la gente ha paura, anche chi può/potrebbe spendere non spende, e gli elettrodomestici che produciamo, non si vendono con lo stesso tenore.
Se non si vende non si lavora, se non si lavora non si spende, e si lavora ancor meno.

I principali motivi a mio avviso sono sempre gli stessi:
- le politiche di lavoro per i giovani sono ai limiti dello sfruttamento, contratti precari, a progetto con partita iva etc (quindi nessuna prospettiva per credibilità a lungo termine, quindi niente mutui casa e niente consumi importanti).

- si preferisce tenere i "vecchi" al lavoro, per non pagare le pensioni e questo blocca i giovani

- se i vecchi perdono il lavoro faranno i barboni fino alla pensione di vecchiaia (ammesso che ci sia ancora)

- le aziende spesso abusano del precariato, per l'incertezza del mercato, che lo rende/renderà ancora più incerto per i motivi di cui sopra.

- i giornalisti sono come avvoltoi che banchettano allegramente sulle carogne moribonde (per me i giornalisti sono i classici che sanno nulla di tutto, ovvero scrivono per fare ascolti e non per riportare le notizie).

- il governo che continua a preferire la linea di far pagare tasse ai tessuti sani, a scapito di quelli in cancrena (politica e appaltismo che ingrassa la malavita), invece che aver il coraggio di amputare per salvare il salvabile.

- banche sempre più dentro alla politica, che sfruttano il loro potere per arricchirsi senza produrre ricchezza.

A mio avviso basterebbe davvero poco buon senso per mantenere in carreggiata questa vettura impazzita, spendere dove serve, non dove fa comodo ... ma la logica ed il buon senso non ha casa nei palazzi del potere.

Messaggio modificato da Marco (Kintaro70) il Jan 3 2012, 11:36 AM
beppe cgp
Messaggio: #45
QUOTE(Marco (Kintaro70) @ Jan 3 2012, 11:32 AM) *
Su questo sono d'accordissimo cosa credi, se la gente ha paura, anche chi può/potrebbe spendere non spende, e gli elettrodomestici che produciamo, non si vendono con lo stesso tenore.
Se non si vende non si lavora, se non si lavora non si spende, e si lavora ancor meno.

I principali motivi a mio avviso sono sempre gli stessi:
- le politiche di lavoro per i giovani sono ai limiti dello sfruttamento, contratti precari, a progetto con partita iva etc (quindi nessuna prospettiva per credibilità a lungo termine, quindi niente mutui casa e niente consumi importanti).

- si preferisce tenere i "vecchi" al lavoro, per non pagare le pensioni e questo blocca i giovani

- se i vecchi perdono il lavoro faranno i barboni fino alla pensione di vecchiaia (ammesso che ci sia ancora)

- le aziende spesso abusano del precariato, per l'incertezza del mercato, che lo rende/renderà ancora più incerto per i motivi di cui sopra.

- i giornalisti sono come avvoltoi che banchettano allegramente sulle carogne moribonde (per me i giornalisti sono i classici che sanno nulla di tutto, ovvero scrivono per fare ascolti e non per riportare le notizie).

- il governo che continua a preferire la linea di far pagare tasse ai tessuti sani, a scapito di quelli in cancrena (politica e appaltismo che ingrassa la malavita), invece che aver il coraggio di amputare per salvare il salvabile.

- banche sempre più dentro alla politica, che sfruttano il loro potere per arricchirsi senza produrre ricchezza.

A mio avviso basterebbe davvero poco buon senso per mantenere in carreggiata questa vettura impazzita, spendere dove serve, non dove fa comodo ... ma la logica ed il buon senso non ha casa nei palazzi del potere.


Io sono ottimista...
L'economia ha i suoi alti e i suoi bassi... e i periodi di crisi servono anche per tagliare definitivamente gli eccessi e rimettersi in carreggiata con nuove prospettive.
In passato si guadagnava e gli sprechi c'erano cmq... però andava bene a tutti, o meglio, nessuno ci faceva caso più di tanto...
Ora speriamo che questa crisi elimini l'inutile e favorisca l'avvento di nuove opportunità...
Però dobbiamo rimanere e tenere duro messicano.gif non scappare messicano.gif
davide_d
Messaggio: #46
QUOTE(beppe cavalleri @ Jan 3 2012, 11:27 AM) *
Questo però è un discorso a parte... indipendente dalla crisi economica....


probabilmente sono andato un pò OT, ma questa crisi economica non sta solo amplificando il malessere già esistente?
e la maniera di gestire la crisi economica (che comunque sta colpendo anche altre nazioni) non è lo specchio di quello che comunque stava succedendo già prima?
Negativodigitale
Messaggio: #47
Io ad andar via dall'Italia non ci penso nemmeno, per motivi soprattutto pratici, qua ho il mio lavoro, i miei affetti, le mie pigrizie.

Però, in casa mia, avendo ben due partite IVA siamo stufi di essere considerati degli evasori senza evadere, siamo stufi di lavorare fino a luglio per lo Stato ed il resto dell'anno per noi, senza garanzie, senza nessuna tutela.
Al pari, siamo stufi di vedere stipendi bassi, ingiustizie palesi, imposte indirette che lievitano in continuazione e che portano ad una sostanziale e diffusa povertà.

Continueremo a farci il m@zzo, a combattere come sempre, ma con minore speranza, vista l'aria che tira ... e ai miei tre figli non saprei proprio cosa consigliare, oggi ...
dry.gif dry.gif dry.gif

Paolo
beppe cgp
Messaggio: #48
QUOTE(Negativodigitale @ Jan 3 2012, 11:50 AM) *
Io ad andar via dall'Italia non ci penso nemmeno, per motivi soprattutto pratici, qua ho il mio lavoro, i miei affetti, le mie pigrizie.

Però, in casa mia, avendo ben due partite IVA siamo stufi di essere considerati degli evasori senza evadere, siamo stufi di lavorare fino a luglio per lo Stato ed il resto dell'anno per noi, senza garanzie, senza nessuna tutela.
Al pari, siamo stufi di vedere stipendi bassi, ingiustizie palesi, imposte indirette che lievitano in continuazione e che portano ad una sostanziale e diffusa povertà.

Continueremo a farci il m@zzo, a combattere come sempre, ma con minore speranza, vista l'aria che tira ... e ai miei tre figli non saprei proprio cosa consigliare, oggi ...
dry.gif dry.gif dry.gif

Paolo


Pollice.gif
BANJO911
Messaggio: #49
QUOTE(davide_d @ Jan 3 2012, 11:23 AM) *
è il mio tutor, ragazzo (neanche 40enne) ricercatore, onesto con due grandi attributi.....


Questo è un altro grande problema..un 40enne in questo stato è ancora considerato "ragazzo", sinonimo di apprendista, accezione di praticante iniziale, non si cresce mai, si è sempre troppo giovani.....
Vincenzo Ianniciello
Banned
Messaggio: #50
QUOTE(fedemaz94 @ Jan 2 2012, 09:17 PM) *
La tua è una scelta che merita un grandissimo rispetto e anche una grande stima. Ora io sono in quarta liceo, ma ti confesso che dopo la laurea il mio sogno è quello di abbandonare questo paese. Negli ultimi anni dopo essere stato diverse volte negli Stati Uniti ho potuto ben cogliere come il futuro sia ben lontano dall'Italia.



...forse e' appena il caso di ricordare - benché io sia moooooooolto filo americano e amante di quella cultura - che la crisi economica che ha investito tutto il mondo, Europa compresa, e' partita proprio dagli USA quindi, prima di ammainare il tricolore io ci penserei su...
...a leggere i vari post che precedono mi vien ben da capire il perché questo nostro Bel Paese non potrà mai essere lontanamente simile agli Usa o alla citata Germania il cui popolo ha sicuramente un valore più di noi italiani, l'orgoglio...
...un grande senso di appartenenza e di amor di Patria che noi ci sognamo in quanto siamo subito pronti a saltare sul carro del più forte alla prima difficoltà...
...cari amici, voi che denigrate tanto il vostro Paese, via ricordo che l'Italia siamo tutti noi!!...
..e se oggi questa nazione e' diventata quello che vediamo tutti i giorni e' colpa di ciascuno di noi e di quelli che ci hanno preceduti!!....
...la corruzione, la mafia, il malcostume, il clientelismo e tutti i mali che affliggono la nostra società NON ce li hanno certo portati da fuori, ma ce li siamo inventati noi...
....e spero che non abbiate l'illusione che altri Paesi non ne siano affetti e che vi apriranno le porte solo perché siete volenterosi emigranti...

...per carità, non me ne voglia l'amico disoccupato cui va tutta la mia solidarietà e la mia comprensione, ma se non si hanno basi bel solide, sia economiche che culturali e di contatto, la Germania, la Francia o gli USA non saranno certo l'eldorado del terzo millennio...
 
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