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Davide, non sai quanto mi fanno piacere le tue osservazioni! In questo periodo sto meditando gl'intervalli in architettura, e puoi capire quanto mi sorprenda che tu colga qualcosa d'analogo in questo lavoro. Se l'hai avvertito forse in parte son riuscito a trasferirlo -non so come, tuttavia...
(...)
Ci ho pensato, e parecchio, per poterti rispondere. E sono arrivato a questa conclusione, che magari è un po' "confusa", visto il limite delle parole... e i miei limiti culturali personali.
Con una sola foto non ci saresti riuscito. E nemmeno con due o tre.
Ci sei riuscito con un racconto organico, fatto di immagini come un racconto intorno al fuoco è fatto di frasi che descrivono momenti, o se preferisci come il nostro renderci conto del tempo che passa, dell'evoluzione e della crescita delle cose è fatto di tanti fotogrammi distanziati fra loro da un tempo x, che vengono completati con l'immaginazione partendo dalle informazioni date dal fotogramma precedente e da quello seguente.
Se tu avessi dovuto raccontarlo a parole, il tuo racconto avrebbe probabilmente avuto lo stesso ritmo. In un certo senso è questo che hai fatto, hai sostituito le immagini alle parole, hai raccontato usando una lingua differente, e rispettando i tempi e le strutture sintattiche di un racconto in quella lingua.
Mi viene in mente, poiché accenni alla tua meditazione sugli intervalli in architettura (di cui nulla sapevo e nulla so), che anche l'architettura può essere "letta" come un linguaggio, un racconto... cfr. "Pietre che cantano", di Schneider, che è l'unico libro di architettura che ricordo di aver letto.
Quindi gli "intervalli in architettura" possono forse essere assimilati agli "intervalli nel linguaggio"... così come quelli nella musica, che è a sua volta un linguaggio. E gli intervalli fanno parte del linguaggio "non verbale", o meglio para-verbale, e sono perciò un elemento importantissimo della comunicazione.
Credo che sia "questo" che è passato attraverso il tuo racconto fotografico: l'uso degli intervalli nel raccontare, e la loro importanza.
E spero di essermi spiegato...
Come ho detto, è stato un accostamento inonscio ed istintivo. Più guardavo e riguardavo le tue immagini, più mi veniva in mente quella frase. Sono persino andato a prendere il libro in cui si trova per essere sicuro di fare la citazione corretta... E a quanto pare, come sempre, il mio inconscio aveva le sue buone ragioni!
A presto,
Davide
tutte belle
la preferita è l'uomo visto dal basso dalla grata
la preferita è l'uomo visto dal basso dalla grata
davvero una bella sequenza. il racconto è nelle immagini che dicono più di ogni parola
Complimenti anche se preferisco un pò di più quelle a colori...
Ciao!
Ciao!
un racconto per immagini che scorre bene così com'è, ma in almeno due occasioni mi sono fermato parecchio...i ritratti infatti sono bellissimi!
è bello raccontare (e ascoltare) un posto così
è bello raccontare (e ascoltare) un posto così
... Il mare è occasione per spalmarsi creme protettive. Non c'è più nulla da esplorare. Il porto è "morto" come il mare verso cui si protende. È morto nell'immaginario dell'uomo, ovviamente. Non gli parla più, non gl'ispira epopee come l'Odissea o Moby dick -l'ultima, grandiosa, una sorta di sigillo definitivo sull'avventura sui mari...
Fortunatamente non è così per tutti il mare è ancora vivo, potente e grande. Chi va per mare lo ama e lo rispetta e il tuo reportage parla con rispetto e ammirazione della "porta del mare"...
Una serie di foto indimenticabile.
Bravissimo Nico...posti poco, ma quando lo fai lasci decisamente il segno...
Eli
Complimenti Nico! Immagini davvero ben curate nella composizione, la luce e la presentazione.
Bastano solo i tuoi scatti senza dover aggiungere una sola parola per raccontare. Ottimo reportage !
Mirko
Bastano solo i tuoi scatti senza dover aggiungere una sola parola per raccontare. Ottimo reportage !
Mirko
Mi riprometto d'intervenire nuovamente, con più calma, ma intanto vi ringrazio ancora per gli apprezzamenti!
Nico....
Arrivo come sempre con ritardo ad applaudire a questa n-iesima Tua ricerca.
Ero da tempo a conoscenza del Tuo lavoro ma non immaginavo con quale maestria e potenzialità hai saputo ancora una volta presentare ai Nostri occhi.
Che dire...il collare prima o poi lo toglierai, la grande abilità nel trasmettere questi messaggi d' Arte MAI!
Un salutone al Grande NICO.
Messaggio modificato da Marco Negri il Sep 6 2006, 08:45 AM
Arrivo come sempre con ritardo ad applaudire a questa n-iesima Tua ricerca.
Ero da tempo a conoscenza del Tuo lavoro ma non immaginavo con quale maestria e potenzialità hai saputo ancora una volta presentare ai Nostri occhi.
Che dire...il collare prima o poi lo toglierai, la grande abilità nel trasmettere questi messaggi d' Arte MAI!
Un salutone al Grande NICO.
Messaggio modificato da Marco Negri il Sep 6 2006, 08:45 AM
Porc....
Commento breve ad un opera immensa...
Tutte bellissime...ma non sò perchè..mi piace tanto la terzultima
Commento breve ad un opera immensa...
Tutte bellissime...ma non sò perchè..mi piace tanto la terzultima
Ciao Niko, avevo perso questa 3ad inspiegabilmente... boh, semplicemente perso.
Arrivo in ritardo, dunque, mai troppo tardi per farti i miei sinceri comlimenti.
Amo le visioni "wide" del mondo e soprttutto nl reportage... ho notato due colori predominanti nel tuo racconto, uno freddo, il blu, forse il colore senza anima dell'acciaio, e uno caldo, il rosso, quello del fuoco della fiamma ossidrica, che ingravida il ferro e produce quelle splendide balena d'acciaio che solcano gli oceani.
Leggo tanta poesia nelle tue immagini, continua a deliziarci delle tue opere!
Gaetano
P.S. un unico appunto, usa il colore, lo trovo + appropriato a questo racconto.
Arrivo in ritardo, dunque, mai troppo tardi per farti i miei sinceri comlimenti.
Amo le visioni "wide" del mondo e soprttutto nl reportage... ho notato due colori predominanti nel tuo racconto, uno freddo, il blu, forse il colore senza anima dell'acciaio, e uno caldo, il rosso, quello del fuoco della fiamma ossidrica, che ingravida il ferro e produce quelle splendide balena d'acciaio che solcano gli oceani.
Leggo tanta poesia nelle tue immagini, continua a deliziarci delle tue opere!
Gaetano
P.S. un unico appunto, usa il colore, lo trovo + appropriato a questo racconto.