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Il Grande Formato, I Professionisti E La Buona Fotografia
, Un post a basso contenuto di marketing
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theinfiltrated
Nikonista
Messaggio: #1
Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.



Cosa concorre a formare una buona fotografia?
In condizioni standard (le lenti e le macchine più vendute, qualsiasi cosa con qualsiasi lente dal m4/3 in su), c'è un solo fattore che ne determina per il 90% il risultato finale (sopratutto se downscaled per il web): LA LUCE, LA LUCE e ancora LA LUCE.


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L'abilità tecnica del fotografo dovrebbe consistere principalmente nel comporre una scena che sia bene illuminata, correttamente illuminata, gradevolmente illuminata. In questo sono di grande aiuto i pannelli riflettori, le giuste ore del giorno, le finestre, i flash corredati di modificatori. L'avere una lente f1.4 sposta poco. Seriously.
Ah, peraltro, delle lenti superluminose che ho visto io in produzione, praticamente nessuna si potrebbero usare a TA per il genere "ritratto classico", perché il piano focale alle corrette distanze di ripresa non sarebbe sufficientemente esteso per contenere bene la figura umana; lo stacco si ottiene allontanando lo sfondo e cambiando i rapporti delle distanze, non con il noctilux biggrin.gif.

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La nitidezza, il microcontrasto, la risoluzione del sensore e la gamma dinamica sono tutte cose bellissime, "più cen'è e meglio è", ma contribuiscono per l'appunto al 10% del risultato finale. Inoltre, oggi sono in buona parte più che sufficienti su macchine/corpi/ottiche attuali.
Queste caratteristiche assumono importanza un po' più grande se, per motivazioni professionali o per gusto personale si devono fare stampe veramente grandi e che devono essere viste da molto vicino. Per stampe grandi e basta, si rischia l'effetto "display retina"; fin troppi pixel se dobbiamo osservare l'immagine da 1m di distanza. Inutili.
Saper usare bene dell'attrezzatura ben costruita è molto più importante di avere l'attrezzatura migliore sul mercato. Molto più importante. Ricordo di un giovane fotografo magnum con il 18-55.
E dei famosi del passato che scattavano con i tessar non-coated foto sulle quali si sbava ancora abbondantemente, anche per la qualità.

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Il marketing del benessere ha trasformato il commercio "pubblicizzato" in una continua vendita di fuffa. Oggi il fotogiornalista che deve "documentare un evento" va lì con d4+70-200, imposta su CH... and he is done. Non ci vedo arte, non capisco perché pagarlo più della miseria che attualmente guadagna.
La crisi del mercato professionale "scattone" (non parlo di studio ad alti livelli eh, Tim Tadder può dormire sonni tranquilli!) è ben giustificata dal fatto che un qualsiasi amatore può spesso fare altrettanto bene il loro lavoro "documentaristico", avendo attrezzature spesso equivalenti e comunque sufficienti, compensando la non standardizzazione del workflow con il maggior tempo a disposizione.

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Oggi l'amatore è sempre più concentrato sulle caratteristiche tecniche dell'attrezzatura che utilizza (ma il mio 24-70 f2.8 conterrà abbastanza bene il flare? Oddio, oddio!) spesso del tutto marginali rispetto alla qualità dell'immagine finale, sopratutto nell'era della postproduzione nella quale viviamo. L'amatore fa quasi per definizione "fine art". Non capisco il proliferare degli zoom se non per le foto della vacanza... Ma allora non prendere il succitato 24-70, magari biggrin.gif. Peso, ingombro, complicazione, mettiamoci anche la qualità d'immagine, comunque facente parte del 10% di cui sopra.
La roba che pubblicizzano è parecchio "bloated". Non sopravvive ad una generazione di evoluzione di una qualsiasi componente del sistema, spesso. I nikon Ai-Ais-ecc sono una simpatica eccezione, non a caso una delle montature più usate in ambiti non amatoriali (ok, anche per la distanza flangia).

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L'attrezzatura fotografica dovrebbe essere semplicemente un mezzo che non si frappone fra noi e la creazione dell'immagine, cioè deve essere:
  • Affidabile - Meno roba c'è e meno si rompe. Lo capite subito guardando ad esempio il design delle armi da fuoco.

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  • Semplice - Semplice != Facile. Semplice vuol dire che è possibile impostare qualsiasi "configurazione" dello strumento tramite pochi, separati controlli. Non è affatto detto che raggiungere una specifica configurazione sia alla portata di tutti; ad esempio: controlli manuali di diaframma, esposizione, flash, messa a fuoco, tilt/shift. Con cinque controlli abbiamo esaurito la totalità delle impostazioni necessarie a scattare un'immagine, a meno di necessità veramente, ma veramente particolari (flash strobo?).

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  • Gradevole da usare - No, non credo sia molto divertente star lì a smadonnare con le rotelle per cambiare una cosa semplicissima come il tempo di scatto dell'otturatore, peraltro sbagliando pulsante frattanto hai cambiato iso, diaframma e WB. E non è neanche simpatico che l'af decida di farsi gli affari suoi proprio mentre gli sposi si baciano, o che la tua attrezzatura sembri uscita da uno stampato in plastica che neanche la plancia delle auto economiche. Necessitano ghiere di burro, corpi dalla precisione (anche tattile) impeccabile, insomma strumenti che rendano piacevole l'utilizzo, o al più neutro. Se ci fanno dannare, se ci danno delle "cattive sensazioni", non vanno bene. Quello sì. Il nano coating è tuttalpiù ininfluente, dato che non lo vediamo.

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Le foto di questo post (immagino siano arcinote nel forum) vengono da un sito pubblicizzato sulle stesse, quindi evito di fare pubblicità riportandolo ancora biggrin.gif. Disclaimer o qualcosa del genere.

Sono state scattate nella seconda guerra mondiale da fotografi professionisti che utilizzavano macchine di grande formato con kodachrome 4x5 e chiaramente tutta l'attrezzatura dell'epoca:
  • Obbiettivi che oggi consideriamo mediocri, difatti sono stati aggiornati più e più volte dalle stesse case produttrici con modelli via via più performanti, fino all'ultimo "salto quantico" con le versioni per il digitale, infinitamente più risolventi di questi. Vi sembrano poco nitidi? tongue.gif
  • Esposizione manuale, manualissima, settata a colpi di click sugli otturatori compur che si staravano come niente. Sì, otturatori starati. Quelli moderni, elettronici, sono anche più affidabili.
  • Nessuna previsualizzazione dello scatto, se escludiamo mirini esterni e vetro smerigliato sul piano focale, con immagine capovolta E invertita. Non parliamo della stima dell'effetto dei numerosi flash usati...
  • La guerra. Sicuramente non facilitava molto le cose.

A mio parere queste foto sono straordinarie, straordinariamente belle. Ineccepibili.
Non è stata la pellicola (25 iso! Oggi mal sopportiamo macchine che non arrivano a 51200.), o le ottiche, anche se tutte quelle per il grande formato sono generalmente di buon livello.
È stata la profonda conoscenza e sapiente utilizzo della luce, sia naturale che artificiale. Rifatte con una Nikon odierna sarebbero potute venir meglio, o peggio, chissà; ma non credo proprio che la differenza percettiva avrebbe superato il 10% dell'impressione di qualità che avete avuto guardandole.
Questo è il senso del mio post: battiamoci per quel 90%, quello che "fa la foto", che è indipendente dal fatto di avere la lente asferica o meno. Nessuna delle foto postate supera i 3mpixel, spesso anzi sono parecchio più piccole e l'anteprima che starete guardando probabilmente non va oltre 0.5mpixel.
Eppure sono molto gradevoli lo stesso, la bellezza che contengono vi arriva praticamente intatta.

Ci tengo a precisare che non sono associato al sito delle foto, non mi frega nulla se le comprate, ecc ecc.
Ah, neppure sono amico di Tadder, qualche volta però ho seguito dei suoi interventi su strobist.

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theinfiltrated   Il Grande Formato, I Professionisti E La Buona Fotografia   Dec 20 2013, 12:44 PM
Fel68   Illuminante, da applauso, bene bravo bravo e ancor...   Dec 20 2013, 01:05 PM
luther blissett   Ma dov'è quel maledeto tasto degli applausi?? ...   Dec 20 2013, 02:16 PM
ifelix   Sono piacevolmente stupito dalla qualità delle fot...   Dec 20 2013, 02:16 PM
Fel68  
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