Saluti a tutti
qualche settimana fa ho acquistato un bellissimo libro fotografico "ULTIMA AFRICA" di Gianni Giansanti.
Il libro è corredato di un DVD in cui il fotografo racconta il suo reportage.
Oggi navigando in internet ho trovato queste sue parole dedicate al rigore giornalistico nel reportage...le riporto sperando di fare a voi cosa gradita
il brano è tratto dal sito TOSCANA FOTOFESTIVAL
marco
mmfr
"Il rigore giornalistico nel reportage" - La spettacolarizzazione delle immagini, degli avvenimenti, dei racconti, è, purtroppo, un fenomeno al quale non riusciamo a sottrarci – e a dire il vero sembra che neanche ci interessi troppo farlo. Complici i media, essa trova terreno fertile nei campi della moda, della politica, dello sport. Questo comporta, a mio avviso, una perdita del senso puramente giornalistico dell’informazione. Nel mio campo, ad esempio, che è quello del fotoreportage, a tutto tondo, non capita di rado di vedere fotografie sfocate, storte, sovraesposte o eccessivamente sottoesposte che purtroppo vengono pubblicate con il solo scopo di creare nuove tendenze nel campo del fotogiornalismo: in molti casi io questo lo giudico un fenomeno di spettacolarizzazione della fotografia – perlomeno quando questa è creata per essere reportage, che con il racconto ha molto a che fare. Se l’intento è quello giornalistico, che per me vuol dire andare a vedere e testimoniare quello che altre persone vedranno attraverso il mio obbiettivo e le mie fotografie, io ho il dovere di mostrare lucidamente e chiaramente l’avvenimento. E’ quella che si chiama informazione. L’interpretazione dell’informazione è una cosa che viene poi. Quello che vorrei sottolineare è che esiste una differenza tra fotografia come arte e fotografia come testimonianza, tra interpretazione della realtà (vera o costruita) e racconto della realtà. Che poi non vuol dire che una cosa sia più giusta, o più etica, o più importante dell’altra. Ma mischiare le due cose, confonderle, diventa pericoloso. Quella del reportage è una fotografia che deve raccontare, e dunque ha il compito di essere chiara e comprensibile per tutti.
qualche settimana fa ho acquistato un bellissimo libro fotografico "ULTIMA AFRICA" di Gianni Giansanti.
Il libro è corredato di un DVD in cui il fotografo racconta il suo reportage.
Oggi navigando in internet ho trovato queste sue parole dedicate al rigore giornalistico nel reportage...le riporto sperando di fare a voi cosa gradita
il brano è tratto dal sito TOSCANA FOTOFESTIVAL
marco
mmfr
"Il rigore giornalistico nel reportage" - La spettacolarizzazione delle immagini, degli avvenimenti, dei racconti, è, purtroppo, un fenomeno al quale non riusciamo a sottrarci – e a dire il vero sembra che neanche ci interessi troppo farlo. Complici i media, essa trova terreno fertile nei campi della moda, della politica, dello sport. Questo comporta, a mio avviso, una perdita del senso puramente giornalistico dell’informazione. Nel mio campo, ad esempio, che è quello del fotoreportage, a tutto tondo, non capita di rado di vedere fotografie sfocate, storte, sovraesposte o eccessivamente sottoesposte che purtroppo vengono pubblicate con il solo scopo di creare nuove tendenze nel campo del fotogiornalismo: in molti casi io questo lo giudico un fenomeno di spettacolarizzazione della fotografia – perlomeno quando questa è creata per essere reportage, che con il racconto ha molto a che fare. Se l’intento è quello giornalistico, che per me vuol dire andare a vedere e testimoniare quello che altre persone vedranno attraverso il mio obbiettivo e le mie fotografie, io ho il dovere di mostrare lucidamente e chiaramente l’avvenimento. E’ quella che si chiama informazione. L’interpretazione dell’informazione è una cosa che viene poi. Quello che vorrei sottolineare è che esiste una differenza tra fotografia come arte e fotografia come testimonianza, tra interpretazione della realtà (vera o costruita) e racconto della realtà. Che poi non vuol dire che una cosa sia più giusta, o più etica, o più importante dell’altra. Ma mischiare le due cose, confonderle, diventa pericoloso. Quella del reportage è una fotografia che deve raccontare, e dunque ha il compito di essere chiara e comprensibile per tutti.