Kurtz, non stiamo giudicando le foto di Elena, stiamo solo usando il suo lavoro per stimolare le nostre idee.
Ho riletto i miei interventi e non vorrei che qualcuno pensasse che abbia qualcosa da insegnare, il che potrebbe anche darsi, ma le mie nozioni di fotografia sono piuttosto datate e soprattutto sono un autodidatta, come la maggior parte di voi.
Seguendo le vostre osservazioni, con cui sono in linea di massima d'accordo, si avverte nelle foto di Elena una specie di andirivieni tra intelletto ed istinto, tra testa e pancia. Poi sono stati usati i termini "ficcanti", "taglienti", "angoscia" che sono stati usati per esprimere le impressioni destate da queste foto. Non sono fotografie "ferme", ma è come se vi si avvertisse un dinamismo particolare, che io per mio comodo chiamo "conflitto".
La mia attenzione si è, sulle prime, soffermata sui ritratti che in alcune pose mi ricorda molto la Streisand per via del naso di Elena che ha una radice leggermente ingrossata e per gli occhi di un intenso blu. Poi mi ha incuriosito il cognome "Getzieh", dal suono vagamente medio orientale. Ma chi può dirlo? noi non conosciamo Elena, e ci fa pure comodo non conoscerla perchè così ci possiamo inventare le storie. Cos'è una fotografia se non l'invenzione di una storia?
La sua vaga somiglianza alla Streisand (che è ebrea) e il nome vagamente medio orientale, mi ha subito fatto venire in mente un'origine ebraica e chissà perchè in tale chiave mi è venuto da leggere tutto il suo lavoro fotografico. Lasciamo perdere la Shoa e stragi di massa varie, è che questo vago sentore di ebraicità (del tutto arbitrario, perchè nessuno ci può dire se sia più o meno fondato, anzi, non ce lo deve dire!),
mi suscita tutto un mondo legato alla profondità di introspezione, il giardino dei Finzi Contini, la musica Klezmer, i conflitti tipici interni delle famiglie ebraiche che conosco e ho conosciuto, così profondi, viscerali da essere tramandati senza difficoltà da padre in figlio. Ed ecco che ritornano intensi gli occhi di Elena che ti guardano senza espressione, un pò mogi, ma sono terribilmente azzurri su quel viso pallido.
Ecco, si comincia a sognare, forse sarà un incubo, non si sa. Ora si potrebbe anche fare qualche fotografia. Senza pensare.
Ciao.