QUOTE(frivoli@yahoo.com @ Dec 11 2003, 03:18 PM)
...quando scatto in interni mi trovo quasi sempre delle aree ("bolle") molto chiare sulle foto...
In fotografia,
i riflessi riscontrabili su riprese fatte con focali grandangolari sono causati da differenti fattori. E' dunque impossibile generalizzare ma analizzando ogni aspetto coinvolto si potrà dare risposta ad effetti talvolta molto simili ma causati da circostanze e motivazioni ben distinte.
Nella fotografia in genere, scendendo al di sotto della focale "normale" 50mm cominciano ad entrare diverse complicazioni legate al particolare e complesso schema ottico che richiede anche lenti con maggiore curvatura. Ne consegue una più elevata attenzione da porre su luci laterali non in campo visibile in ripresa ma comunque in traiettoria sulla lente frontale. Chi non ha mai visto il classico effetto riflesso lente presente anche su pellicole cinematografiche di pregio ? A tale effetto si "ispira" anche lo specifico e volontario filtro di Photoshop.
Con focali grandangolari, ulteriori complicazioni vengono introdotte dalla maggiore vicinanza della lente posteriore al piano focale. Gli obiettivi tele, hanno l'ultima lente molto più lontana dal piano focale e (su schemi ottici non complessi) proporzionalmente legata alla lunghezza focale.
Quando le condizioni di ripresa in luce diurna costringono ad avere il sole (o una fonte luce) di lato sarebbe indicato, al fine di evitare riflessi ma anche di escludere il notevole abbassamento di contrasto, mascherare la luce laterale anche solo con una mano.
Ma perchè il riflesso si moltiplica ?
Quando la differenza EV è notevolmente elevata tra la luce puntiforme in campo (generata da una fonte ma anche da un riflesso) ed il resto della schena, avviene una riflessione della luce "prevalente" sul piano focale (pellicola o sensore), torna sull'ultima lente dell'obiettivo per rispecchiarsi spostato in base al disassamento nuovamente sul piano focale... e così via per rutto il tempo dell'otturazione. Ecco dunque che diventa difficile, senza accorgimenti e/o precauzioni specifiche, fotografare una candela accesa su uno sfondo buio e con determinate angolazioni. Il bagliore della fiamma, con focali grandangolari si moltiplicherà "generando" diverse fiamme irreali, sospese nel nulla e spostate lateralmente di un valore costante dato dalla distanza tra sensore e lente posteriore.
L'effetto viene anche peggiorato con sensibilità amplificate, con un diaframma più chiuso ma soprattutto nelle compatte "minute" a causa della ridottissima distanza tra lente posteriore e piano focale.
Il digitale inoltre, complica le cose a causa del comportamento differente del sensore che riflette quasi come uno specchio oltre alla più ridotta dimensione dell'are "piano focale"..
Per ridurre l'indesiderato effetto, le lenti (analogamente ad occhili) sono trattate con strati anti riflesso ma per non oscurare eccessivamente la "trasparenza" in luminosità dell'obiettivo, i trattamenti si "limitano" ad una specifica porzione dello spettro della luce. Ecco perchè osservando una lente posteriore di un obiettivo si vede la colorazione tipica in verde, magenta o talvolta anche cyan o gialla.
Ma cosa c'entra il flash?
L'illuminazione proiettata dall'iradiazione flash, colpisce la scena ed espone il sensore con la luce di ritorno. Se nella scena sono presenti punti di riflesso come specchi, materiali catarefrangenti, metalli, occhiali... si creerà la situazione di elevata differenza EV tra la scena illuminata ed i riflessi che restituiscono l'intera illuminazione senza "assorbimento". Con focali grandangolari, con diaframmi chiusi e con luci puntiformi in campo si manifesteranno riflessi posizionati in posti specularmente opposti al riflesso o alla forte fonte luce.
La "maniacale" pulizia della lente frontale in queste specifiche circostanze diventa molto importante perchè ogni impurità o ogni eventuale alone "grasso" aggiunge variabili di difrazione e riflessione "focalizzando" talvolta anche eventuale luce soffusa. L'eventuale lente frontale sporca produrrà effetti ripetibili solo sulla stessa identica scena. Cambiando la provenienza delle forti luci interessate, cambierà anche l'angolazione di proiezione sul sensore. L'immagine sul piano focale risulta ribaltata e capovolta rispetto la scena. Una luce in campo in alto a destra produrrà dunque un riflesso sul piano focale in basso a sinistra. Se poi con la mano si riflette parzialmente la luce flash in forma radente sulla lente frontale, allora ogni minima impurità si "accenderà" come fosse una microscopica ma luminosissima lampadina.
Ma ecco ancora un'altro effetto, noto in fotografia subacquea ma ora, in certi spefifici casi, anche in fotografia digitale. L'effetto "sospensione".
Con il flash irradiato sull'asse ottico in zone impolverate, si creerà una riflessione generata da ogni particella in sospensione. Un po' come l'ivisibile pulviscolo diventa evidente davanti ad una finestra colpita dal sole in forma radente o come la polvere visibile in notte fonda davanti al raggio di luce proiettato da una torcia elettrica. Questo raro effetto è normalmente estremo perchè frutto dell'insieme di variabili sopra riportate in forma "riassunta". Questo èffetto lo si paragona all'effetto occhi rosi solo per ciò che concerne la riflessione sull'asse ottico. Le variabili ed i benefici dell'eventuale funzione anti occhi rossi, con la polvere, non può avere effetto perchè la polvere non si "chiude" come l'iride dell'occhio.
Per rendere impercettibile l'effetto fisico causato da illuminazione e ripresa sullo stesso asse, si dovrebbe disporre di una illuminazione aggiunta il più distaccato possibile. E ciò, sulle compatte che prendono il nome proprio dalle dimensioni, divelta più difficile.
Giuseppe Maio
www.nital.it