La macchina fotografica mi ha consentito di partire da un incipit determinato e chiaro sotto il profilo dell'argomento per spalancare le porte, durante lo sviluppo del lavoro, ad una sorta di indeterminatezza.
A tal riguardo il titolo del lavoro vuole essere appunto generico e vago: "la stanza" potrebbe intendere quella di una "casa chiusa", oppure quella del nostro stesso appartamento.
è chiaramente il tema della sessualità ad essere indagato dalla lente fotografica, un tema che rappresenta però solo un ancoraggio verso qualcosa sul quale sospendo ogni espressione linguistico/alfabetica per non tradire la natura stessa della visione.
Grazie in anticipo per eventuali considerazioni
Giordano Proietti
A tal riguardo il titolo del lavoro vuole essere appunto generico e vago: "la stanza" potrebbe intendere quella di una "casa chiusa", oppure quella del nostro stesso appartamento.
è chiaramente il tema della sessualità ad essere indagato dalla lente fotografica, un tema che rappresenta però solo un ancoraggio verso qualcosa sul quale sospendo ogni espressione linguistico/alfabetica per non tradire la natura stessa della visione.
Grazie in anticipo per eventuali considerazioni
Giordano Proietti
Nn serve l'interpretazione in questo caso. Le foto sono già espressive una geniale idea di mostrare la sessualità jn ambito fotografico. Per me hai fatto un ottimo lavoro sia in fatto anche dj conversione e composizione. Ti chiedo una cosa: il diaframma chiuso per quale motivo? Te lo chiedo per capire meglio. Una idea c'è l'ho ma voglio sentire cosa mi dici. Ciao e complimenti.
Ciao,
Una serie interessante. Bravo
Una serie interessante. Bravo
Bella serie, nulla da dire. Molto particolare.
Ottimo lavoro, inventiva e realizzato perfettamente per quello che volevi esprimere.
Ciao,
Alessandro.
Ottimo lavoro, inventiva e realizzato perfettamente per quello che volevi esprimere.
Ciao,
Alessandro.
Mi piace il percorso , il modo in cui hai affrontato la tematica , un'evanescenza
leggibile ma allo stesso tempo impalpabile , visivamente armonica e ben supportata da
un'ottimo b&n , complimenti .
Ciao , Antonio .
Messaggio modificato da gian_dudu il Mar 13 2020, 12:13 AM
leggibile ma allo stesso tempo impalpabile , visivamente armonica e ben supportata da
un'ottimo b&n , complimenti .
Ciao , Antonio .
Messaggio modificato da gian_dudu il Mar 13 2020, 12:13 AM
una dimensione fotografica di notevole vibrazione, i migliori complimenti per l'impegno nella realizzazione e per questo interessante risultato ......bravo Giod !!!!
Ottimo lavoro davvero.
Hai sempre spunti davvero interessanti!
Hai sempre spunti davvero interessanti!
Una serie veramente molto evocativa, che lascia immenso spazio all'immaginazione. Complimenti
Andrea
Andrea
Una bella idea e un'ottima fattura, non facile da realizzare, complimenti per le composizioni sere astratte dal movimento e dalla conversione
... un tema che rappresenta però solo un ancoraggio verso qualcosa sul quale sospendo ogni espressione linguistico/alfabetica per non tradire la natura stessa della visione ...
Nelle sue numerose postfazioni al suo più celebre romanzo, "Il Nome della Rosa", Umberto Eco ebbe a scrivere che ogni autore, dopo aver completato l'opera, dovrebbe "scomparire" per non interferire con il suo cammino e con le diverse chiavi di interpretazione che ne avrebbero dato i lettori.
Era in altri termini convinto che uno scritto, una volta pubblicato, avesse il diritto di vivere "di vita propria" e che l'autore non dovesse porre limiti alle diverse "visioni" suscitate in coloro che ne avrebbero fruito.
In quest'ottica, rendere un'opera "libera" è secondo me non solo indice di maturità artistica, ma anche di altissimo rispetto verso l'Arte stessa perché la rende "liberamente" fruibile.
Non intendo esprimere commenti sul tuo lavoro, sono semplicemente ammirato del risultato che hai raggiunto. Queste immagini, potenti e leggere ad un tempo, quasi "pudìche" nonostante l'argomento che affrontano, dimostrano ancora una volta che la fotografia, se operata da un vero fotografo, può "parlare" di ogni cosa.
Buona Nikon a tutti.
Vincenzo