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Andicot
Messaggio: #1
Oggi casualmente ho notato una cosa strana, scattando un serie di foto a raffica ho notato che le anteprime nel display mostravano immagini differenti.
Così ho rifatto qualche prova veloce, tenendo la macchina poggiata sul tavolo, due scatti uno dietro l'altro a distanza di 1 secondo e dinuovo due immagini diverse, vi allego le immagini, non fate caso al soggetto.
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Ingrandimento full detail : 3.4 MB
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La prima cosa che ho pensato è che ci fosse un problema nel diaframma dell'obiettivo così ho provato con un altro e il risultato è analogo.
Cosa ne pensate?
Antonio Canetti
Messaggio: #2
l'esposizione mi sembra corretta, la differenza che noto è sul bilanciamneto del bianco; non è che hai inserito per sbaglio la funzione brackting del bianco?

Antonio
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #3
Che la reflex ha interpretato il WB in maniera diversa.
Se hai il bilanciamento del bianco in automatico riprova impostandolo manualmente.

nippokid (was here)
Messaggio: #4
Ciao. Capisco come si sia portati immediatamente a pensare ad un problema alla fotocamera, ma non è questo il caso, puoi stare tranquillo...è tutto "normale".

Come ti è stato fatto notare l'esposizione è uguale tra i due scatti, nonostante la percezione possa trarre in inganno. Basta desaturare le immagini per verificarlo. (Le minime differenze sono imputabili alla diversa moltiplicazione dei canali RGB indotti comunque dalla differenza nel WB..)
Quello che cambia è - appunto - il bilanciamento del bianco e anche in questo caso l'automatismo della fotocamera è esente da colpe. Otterresti lo stesso risultato, o comunque molto simile, anche utilizzando un preset a temperatura colore fissa.

La colpa è esclusivamente della discontinuità di emissione dei pessimi neon.
Senza entrare troppo nel merito della questione, alcune lampade a fluorescenza (ma non solo, purtroppo..) completano (..si fa per dire! dry.gif ) il loro spettro di emissione con una frequenza tale (50Hz) da risultare costanti per l'occhio umano, pur non essendolo nella realtà.

Con tempi di posa più brevi di 1/50" (circa), lo scatto fotografico isolerà l'emissione luminosa in un momento caratterizzato da uno spettro luminoso incompleto, da cui deriva, semplificando molto, un diverso bilanciamento del bianco per ogni scatto di una sequenza.
Mantenere tempi di posa più lunghi di 1/50" diminuirà il problema della cangianza cromatica, ma non trasformerà certo quelle lampade in sorgenti di luce adatte alla fotografia come l'incandescenza, ad esempio, caratterizzata invece da uno spettro luminoso completo e continuo. Sempre.

Esistono anche delle sorgenti a fluorescenza con spettro luminoso abbastanza completo, ma difficilmente si possono trovare in un luogo di lavoro o in un luogo pubblico per vari motivi... dry.gif

Io, per non sapere né leggere né scrivere, una scorta di lampadine da 100W ad incandescenza, appena messe al bando in nome del risparmio energetico, l'ho fatta. tongue.gif wink.gif

bye.


P.S. Piuttosto, direi che la D300s se la cava "benino" con i 3200ISO! ohmy.gif



Messaggio modificato da npkd il Oct 8 2009, 12:09 AM
Moua
Messaggio: #5
QUOTE(npkd @ Oct 8 2009, 01:07 AM) *
Ciao. Capisco come si sia portati immediatamente a pensare ad un problema alla fotocamera, ma non è questo il caso, puoi stare tranquillo...è tutto "normale"....cut....


Nippokid sei un grande, l'ho sempre detto io!!

Ciao
Attilio
nippokid (was here)
Messaggio: #6
Ahia! ...e stavolta cosa ho combinato?? unsure.gif

Ahahah, ciao Moua! smile.gif

Andicot
Messaggio: #7
Grazie per l'esauriente spiegazione.
albernet
Messaggio: #8
QUOTE(npkd @ Oct 8 2009, 01:07 AM) *
La colpa è esclusivamente della discontinuità di emissione dei pessimi neon.
Senza entrare troppo nel merito della questione, alcune lampade a fluorescenza (ma non solo, purtroppo..) completano (..si fa per dire! dry.gif ) il loro spettro di emissione con una frequenza tale (50Hz) da risultare costanti per l'occhio umano, pur non essendolo nella realtà.




Io, per non sapere né leggere né scrivere, una scorta di lampadine da 100W ad incandescenza, appena messe al bando in nome del risparmio energetico, l'ho fatta. tongue.gif wink.gif

Beh non è proprio così. Nei tubi al neon la luce e generata da un gas ionizzato che non risente,
entro certi limiti, né della tensione né della frequenza, se queste sono troppo elevate si
danneggiano il tubo e il reattore, se troppo basse non si avrà la scarica che ionizza il gas. La
temperatura colore nei tubi al neon non varia repentinamente, se non nei primi minuti dopo
l’accensione finché il gas non si è completamente ionizzato, ma varia nel tempo con l’esaurirsi
del gas: si avrà anche un calo di efficienza luminosa. Nel caso di un neon da 10000° Kelvin
nell’arco di due tre anni si potrà avere un abbassamento di 1500-2000° kelvin.
Soggette a questo fenomeno sono invece le famigerate lampade a incandescenza che in base alle
variazioni della tensione di rete, cambiano intensità luminosa e temperatura colore.
Molto più probabile che la differenza tra le due foto sia dovuta al WB della fotocamera, tallone
d’Achille di tutte le digitali. Anche a me è capitato sia con la D200, D300 e ora con la D700 di
scattare in luce artificiale e ottenere risultati diversi, è normale e rimediabile in PP
soprattutto se si scatta in raw.
Saluti Alberto.
nippokid (was here)
Messaggio: #9
Sicuro? Ma proprio sicuro, sicuro? wink.gif

Confermo e ribadisco tutto quanto ho scritto, pur semplificando. E' esattamente così. Basta provare.

Di famigerato l'incandescenza non ha proprio nulla, dal sole alle semplici lampadine, dalle lampade al quarzo agli "arri", dalle alogene agli illuminatori dicroici. Un corpo incandescente produce uno spettro di emissione continuo e completo in tutte le frequenze del "visibile" ideale per la ripresa (cine)fotografica. Non è difficile documentarsi.

Negarlo vuol dire anche negare l'intera storia della tecnica fotografia e della cinematografia.

Il WB tallone d'Achille di tutte le digitali? blink.gif Wow!

Invito chiunque abbia il dubbio di essere succube del proprio WB di fissare un preset e di scattare una raffica in una palestra o in ufficio con tempi più brevi di 1/50" per vedere l'effetto che fa... smile.gif

Ma basta anche un termocolorimetro per verificare l'impossibilità di isolare una temperatura colore costante di certe sorgenti di illuminazione; e non serve aspettare due o tre anni tra una misurazione e l'altra, eh!?

byebye.


Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #10
[quote name='Moua' date='Oct 8 2009, 01:34 AM' post='1742762']
Nippokid sei un grande, l'ho sempre detto io!!
Ciao
Attilio

Bella spiegazione, ho imparato qualcosa di nuovo. Mi associo pienamente ai complimenti di Attilio. grazie.gif
Un ciao da Primo-
decarolisalfredo
Messaggio: #11
Anche io so che le cose stanno come detto da NPKD, l'ho letto su di una rivista fotografica molti anni fa.
Tra le altre cose, anche se noi chiamiamo quelle lampade "al Neon" i veri Neon, ossia le lampade piene di questo gas, sono quelle colorate delle insene luminose, quelle per illuminare le stanze od altro sono piene di altri gas e le chiamavano a Luminescenza (mi sembra).
albernet
Messaggio: #12
Sicuro? Ma proprio sicuro, sicuro? wink.gif

Confermo e ribadisco tutto quanto ho scritto, pur semplificando. E' esattamente così. Basta provare.

Di famigerato l'incandescenza non ha proprio nulla, dal sole alle semplici lampadine, dalle lampade al quarzo agli "arri", dalle alogene agli illuminatori dicroici. Un corpo incandescente produce uno spettro di emissione continuo e completo in tutte le frequenze del "visibile" ideale per la ripresa (cine)fotografica. Non è difficile documentarsi.

Negarlo vuol dire anche negare l'intera storia della tecnica fotografia e della cinematografia.

Il WB tallone d'Achille di tutte le digitali? blink.gif Wow!

Invito chiunque abbia il dubbio di essere succube del proprio WB di fissare un preset e di scattare una raffica in una palestra o in ufficio con tempi più brevi di 1/50" per vedere l'effetto che fa... smile.gif

Ma basta anche un termocolorimetro per verificare l'impossibilità di isolare una temperatura colore costante di certe sorgenti di illuminazione; e non serve aspettare due o tre anni tra una misurazione e l'altra, eh!?

byebye.

Sicurissimo. L'incandescenza è famigerata lo dimostra il fatto che vengono man mano vietate per la scarsa efficienza, solo del 2% e 15 lumen/watt per una 100w. Altra nota dolente la temperatura colore bassa e incostante, infatti, una 100w ha una temperatura colore di 2900k mentre una 40w 2650k, inoltre se si regola la luminosità con un dimmer, non si avrà mai la stessa temperatura colore. Le lampade al quarzo hanno un'efficienza migliore e una durata maggiore, ma oramai sono utilizzate per forni industriali (ceramiche, carrozzerie) e per il riscaldamento di palestre e chiese. Gli illuminatori dicroici non sono lampade, anche se vengono costruite lampade allogene con già integrato il riflettore dicroico, ma dei riflettori in cui si può montare qualunque lampada che sviluppi molto calore in quanto sono composti da una serie di specchi che deviano il calore, vengono usati nei supermercati per illuminare prodotti che possono deteriorarsi o rovinarsi con il calore, non capisco quale utilità possano avere in campo fotografico o cinematografico. L’ARRI famosa ditta americana che produce, vende e noleggia attrezzatura cinematografica, fotografica e teatrale, dalle macchine da presa ai cavi di corrente ha in catalogo una nutrita serie d’illuminatori il cui top di gamma è esclusivamente composto da illuminatori con lampade HMI (vapore di mercurio e ioduri metallici) che non avendo filamento ma anodo e catodo sono classificate lampade fluorescenti, il loro funzionamento è simile ai volgari tubi al neon, ma il loro aspetto le fa sembrare lampade allogene. hanno i pregi delle fluorescenti: bassi consumi, alto rendimento, temperatura colore da 2500k a oltre 20000k, e anche l'unico pregio che hanno le lampade a incandescenza, quello di avere uno spettro d'emissione equilibrato e piatto.
Anche nella storia dell'automobile c'è il carburo ma ora si usano la benzina ed il gasolio, nel futuro ci saranno forse l'idrogeno e l'elettrico, l'incandescenza sta per diventare il carburo dell'illuminazione di scena. Quando mi riferivo al WB come tallone d'Achille di tutte le digitali era ovviamente sottinteso quello automatico, che proprio con le luci al tungsteno o con illuminazione mista come nelle due foto dell'amico Andicot, dove si vedono chiaramente due fonti luminose molto diverse, dimostra la sua fallacità.
Saluti Alberto.
nippokid (was here)
Messaggio: #13
Dai, seriamente, Alberto, stai facendo un pò un pastrocchio, mescolando tutto ed il contrario di tutto in un unico discorso...

Temperatura colore, efficienza energetica, spettro di emissione, illuminazione mista, sbalzi di tensione, ARRI HMI da decine di migliaia di euro, tubi neon da 2,50 € paghi-uno/prendi-due...ho capito dove vuoi arrivare, comunque un paradosso in termini, ma non puoi arrivarci a suon di generalizzazioni. smile.gif

Ogni tecnologia di illuminazione ha le proprie caratteristiche peculiari, ma questo non permette di accostare un lampione ai vapori di mercurio con un riflettore HMI, un tubo neon da due soldi ed un tubo Kobold o Lupo con spettro studiato ad-hoc per la ripresa fotografica, solo perché hanno in comune la tecnologia...hanno diverso spettro, diversa emissione, diversa completezza di frequenze emesse, diversa costanza, diversa cangianza, diverso tutto!

Non puoi parlarne come se esistesse una sola "fluorescenza"!

Immagino non ti sfugga che 10 tubi a fluorescenza possano avere dieci spettri di emissione differenti a seconda della qualità e della destinazione d'uso prevista...

Questi sono tutti spettri di tubi a fluorescenza...
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Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

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Suppongo poi che non ti sfugga la relazione tra la frequenza di emissione luminosa e la frequenza cromatica degli oggetti sottoposti all'illuminazione, vero? Come credi che venga riprodotto un colore se irradiato con uno spettro parziale, che non contiene "quella" frequenza?

Qui un riassunto dello "spettro tipo" delle sorgenti di iluminazione. Inizia con la lampadina ad incandescenza e finisce col sole incandescente.
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L'incandescenza può anche essere poco efficiente da un punto di vista termodinamico, ma questo non ha alcuna attinenza con l'efficienza fotografica...se non si lamentano i bank e i poveri polistiroli, un fotografo ha ben poco di cui lamentarsi...

L'incostanza di temperatura colore in funzione del Wattaggio nominale o dell'eventuale variazione di intensità è un non-problema, permettimi, indice di una conoscenza puramente teorica dell'illuminazione.
Non si farà mica ambarabacciccìcoccò per scegliere le luci da utilizzare su un set, o si?!

Per me è solo una opportunità in più quella di poter mantenere uno spettro luminoso completo e costante, senza alcuna mancanza nelle frequenze del "visibile", e poter variare a piacimento e senza soluzione di continuità potenza e temperatura colore di un punto luce.

Suggerirò al mio set di illuminatori al quarzo Ianiro di andare a trovarsi una sistemazione in un forno industriale (???) ché ormai hanno fatto il loro tempo e sono fotograficamente obsoleti.
Riferirò ai banchi neon Kobold (flicker-free) e relativi ballast che i loro tubi da 28 pappine cad. sono la stessa roba di un tubo neon da ufficio.
Gli ARRI poi esistono con mille tecnologie diverse, dall'incandescenza ai LED, non ci sono solo gli HMI che peraltro sono daylight e si filtrano con gelatine di conversione o correzione per modificarne la temperatura colore. Ma dove le hai lette certe robe dei 20.000K?
Tra l'altro il 90% delle più importanti sfilate di moda del mondo sono illuminate con ARRI al tungsteno con lente di fresnel...altro che riscaldare le chiese!!

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Sono tutti aspetti, quelli tirati in ballo, che nulla hanno a che vedere con la fotografia. Io sono solo una campana, vallo a dire anche ai reporter e ai fotografi sportivi di tutto il mondo che quando tirano delle gran bestemmie perché trovano un illuminazione schifosa la colpa è del loro bilanciamento del bianco se non tirano fuori uno scatto uguale all'altro neanche a pagare, altro che ad essere pagati...ma daiii smile.gif

Questa è una sequenza di prova delle luci scattata quasi a raffica, in pochi istanti, dopo una misurazione con termocolorimetro di quella chiavica di luce neon presente, WB in K, in attesa che il simpatico John Malkovich mi concedesse qualche scatto.
Lo vedi che sono tutte diverse e i colori fanno paura? La colpa sarebbe del WB?

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Gli scatti poi li ho fatti vicino ad una lampada alogena, mica sotto la mitica, modernissima e tecnologica fluorescenza.

Il carburo?! Tze.

bye smile.gif



Messaggio modificato da npkd il Oct 9 2009, 02:22 AM
steve48
Messaggio: #14
Sono perfettamente in accordo con quanto afferma NPKD.

Lo spettro luminoso di una lampada ad incandescenza è di tipo continuo quindi contiene tutte le lunghezze d'onda, l'unica limitazione è quella verso il verde ed il blu praticamente assenti. questo conferisce alla lampada il noto tono caldo (temperatura colore bassa).

I tubi fluorescenti, erroneamente chiamati neon, basano l'emissione luminosa su un gas ionizzato che va ad eccitare la fluorescenza dello strato interno del tubo. Trattandosi di transizioni atomiche la lunghezza d'onda dell'emissione dipende solo dal salto quantico. Il loro principale difetto è che l'emissione è a righe quindi concentrata su particolari colori, tipicamente quelli alti dello spettro cioè verde, blu e violetto. Questo è il motivo per cui è quasi impossibile bilanciare correttamente un fluorescente.

Per inciso vorrei ricordare che il concetto di temperatura colore è legato all'emissione solare che ha uno spettro pressocchè continuo. Quindi pensare di tarare il WB dei fluorescenti è praticamente una pia illusione come sanno i fotografi più esperti.

Vorrei richiamare, infine, l'attenzione su un particolare a mio avviso trascurato.

L'aver messo al bando le lampade ad incandescenza per i noti problemi di scarsa afficienza potrebbe portare a qualche problema nel tempo con la salute della vista.

Mi spiego meglio, I fluorescenti hanno, come detto, l'emissione concentrata sul verde, blu e violetto, toni freddi, questo può comportare un maggiore affaticamento della vista in quanto i muscoli dell'occhio devono focheggiare su lunghezze d'onda brevi, ricordo che il cristallino non è un obiettivo apocromatico.
Al contrario l'emissione ad incandescenza, che è priva del blu e del violetto, risulta come tutti sanno una luce più riposante.

Sarebbe interessante avere il parere di qualche esperto oculista.

Anch'io, intanto, ho fatto una discreta scorta di lampade ad incandescenza rolleyes.gif rolleyes.gif rolleyes.gif

Saluti a tutti

Stefano









albernet
Messaggio: #15
Mi fa piacere che riconosci che è stato fatto un pastrocchio, io sono stato costretto a farlo per rispondere al tuo dove mettevi insieme il sole alle lampade da supermercato.
Temperatura colore, efficienza energetica, spettro d'emissione, fanno si che due lampade con la medesima tecnologia costruttiva abbiano caratteristiche così diverse vedi lampioni e riflettori HMI.
Se tu avessi letto, attentamente, avresti capito che non parlavo di una sola fluorescenza giacché ho citato temperature colore che vanno dai 2500k ai 20000k, si 20000k mi dispiace che tu non ne sia a conoscenza, io né ho avuto tra le mani diversi servono a riprodurre la luce dei cieli tropicali, sono utilizzati in acquariofilia. Esistono inoltre le lampade Gro-lux usate in agricoltura per favorire la crescita delle piante con temperatura colore di soli 2000k e lampade attiniche per l'allevamento dei coralli che producono uno spettro talmente stretto che non è più fornita la temperatura colore ma la lunghezza d'onda che va dai 315 400 nm. Un parametro che non conosco è la cangianza forse sarà utilizzato per misurare le luci psichedeliche in discoteca. Inoltre scrivi "...diverso spettro, diversa emissione, diversa completezza di emissione", tre modi diversi di dire la stessa cosa, bastava scrivere diverso spettro, e sarei io quello con le idee poco chiare “che fa pastrocchi”?
L'unica volta che mi è sfuggita una lampada fluorescente, ahimè e caduta e si è rotta. messicano.gif
Scrivi inoltre "L'incandescenza può anche essere poco efficiente da un punto di vista termodinamico", è vero il contrario quasi tutta l'energia assorbita è trasformata in calore, solo circa il 2% in luce, infatti, alcuni tipi opportunamente costruiti, come già detto, sono usati come potente fonte di calore, fra queste ci sono quelle chiamate erroneamente al quarzo, poiché il bulbo non è di quarzo ma di borosilicato. Forse intendevi riferirti all’ efficienza luminosa?
Comunque il rendimento termodinamico è tutt’altra cosa, e con le lampadine non c’èntra niente, magari se stessimo parlando di motori a combustione interna, potrebbe starci.
Per quanto riguarda la frequenza cromatica degli oggetti, è un problema risolto appunto con le lampade agli ioduri metallici o Hmi che hanno uno spettro completo.
La lente di fresnel viene montata su molti illuminatori indifferentemente che siano a incandescenza o fluorescenti, così come i filtri.
La difficoltà che hanno i fotografi sportivi col WB e che nella maggior parte dei casi si trovano con un’illuminazione mista naturale/artificiale come ad esempio negli stadi o nei palasport dove addirittura la luce naturale che entra dai finestroni si mescola a diversi tipi di luce artificiale, lì per forza di cose si è costretti a usare il wb automatico.
Avere tante apparecchiature non significa sapere come sono fatte e come funzionano, il forum è pieno di gente con D3 D3X ecc. che aprono un 3d per sapere dove si trovano nel menu i picture control.

steve48 più che di salto quantico? parlerei del numero quantico di spin totale che è in rapporto con la quantità di radiazioni ultraviolette invisibili emesse, ma che non ha niente a che fare con la lunghezza d'onda o la temperatura colore, queste sono determinate dalle polveri fluorescenti che rivestono internamente il tubo e che vengono ionizzate appunto dalle radiazioni ultraviolette.
Per quanto riguarda lo spettro nelle moderne lampade fluorescenti, grazie all'uso delle polveri pentafosforo, e simile a quello delle lampade a incandescenza. Per gli eventuali danni alla vista dovremmo allora smettere di usare TV e monitor di computer, considerando che sono quasi tutti retroilluminati con lampade fluorescenti di qualità sconosciuta.
Un'altra fonte di danno per la salute che viene attribuita alle fluorescenti è l'emissione di radiazioni elettromagnetiche che provocherebbero tumori e altre gravi patologie, ma allora dovremmo anche smettere di usare il cellulare, il wifi, il bluetooth, e quasi tutte le apparecchiature elettriche.
Saluti Alberto.
Passo e chiudo
nippokid (was here)
Messaggio: #16
Vabbuò, mi hai termodinamicamente "sgamato"...comunque hai capito benissimo cosa intendevo pastrocchiare dire..

Potremmo andare avanti a scrivere all'infinito, temo...io di fotografia, tu di acquariologia... biggrin.gif

Buona fluorescenza, a te, buona incandescenza, a me. Ora vado a cercarmi i Picture Control.. wink.gif

byebye.

Lutz!
Messaggio: #17
Solo una cosa sugli spettri e il secondo schema...

Penso ci sia un errore nella tabella: dove abbiamo la lampadina mi aspetterei lo spettro del tungsteno o del metallo con cui e' fatto il filamento, sicuramente e' approssimabile come spettro continuo, vedi quello del ferro.

Altra considerazione: Lo stesso materiale produce sempre lo stesso spettro ma con diverse intensita in funzione della energia, non a caso si parla di temperatura del colore.


Lutz!
Messaggio: #18
Ovviamente nkpd ha ragione e la scienza e' dalla sua (e dalla mia) parte.

Ho una domanda scema: se utilizziamo piu luci a fluorescenza invece di una sola il fenomeno si riduce aumenta o non cambia nulla?
SkZ
Messaggio: #19
mamma mia che quante inesattezze
E non da Nippo, sorry.

In genere tutto cio' che funziona ad energia alternata non perfettamente raddrizzata presenta una variazione a 100Hz, lampade ad incandescenza incluse. Ma la deriva termica del filamento maschera la variazione.

Partiamo dal fondo

Piu' lampade a fluorescenza, a scarica non migliorano perche' dovrebbero essere poste in modo che la loro dimensione sia piccola rispetto alle dimensioni del "punto luce" e funzionare in modo tale da "coprirsi" l'una con le altre. Altrimenti e' come avere delle luci straoboscopiche: punti luci che funzionano in momenti diversi

Un corpo nero emette secondo una funzione ben precisa che e' la planckiana. Si ha emissione di corpo nero quando l'oggetto e' in equilibrio termodinamico con la radiazione che emette ed e' dovuta a particelle libere termalizzate. L'emissione a righe e' dovuta all'eccitazione degli elettroni legati, ergo fenomeni differenti.
Ma un filamento? Un filamento e' pieno di elettroni liberi che si comportano come un gas.
Per avere emissione a righe devi avere delle collisioni su singoli atomi che si eccitano e poi riemettono l'energia assorbita in tale maniera come fotoni. Infatti le lampade al sodio (metallo) sono ai vapori di sodio, non hanno un filamento di sodio.

QUOTE(albernet @ Oct 9 2009, 04:44 PM) *
Scrivi inoltre "L'incandescenza può anche essere poco efficiente da un punto di vista termodinamico", è vero il contrario quasi tutta l'energia assorbita è trasformata in calore, solo circa il 2% in luce, infatti, alcuni tipi opportunamente costruiti, come già detto, sono usati come potente fonte di calore, fra queste ci sono quelle chiamate erroneamente al quarzo, poiché il bulbo non è di quarzo ma di borosilicato. Forse intendevi riferirti all’ efficienza luminosa?
Comunque il rendimento termodinamico è tutt’altra cosa, e con le lampadine non c’èntra niente, magari se stessimo parlando di motori a combustione interna, potrebbe starci.

Si parla di efficienza termodinamica ogni volta che si fornisce energia ad un sistema affinche' faccia un lavoro e indica quanta di quella energia non va in entropia o calore (entropia~calore/temperatura). Quando si parla di resistenze, le cose si fanno buffe: tecnicamente una stufa elettrica ha una bassa efficienza termodinamica: va quasi tutto in calore laugh.gif
Nel caso di lampade ad incandescenza parlare di "bassa efficienza luminosa sul 2%" e' una cavolata immane a priori: il calore e' radiazione elettromagnetica. Il problema e' che la planckiana a 3700K ha il massimo verso l'IR (8000A, NIR) ergo emette molta della sua energia in zone in cui non vediamo (83%).

QUOTE(albernet @ Oct 9 2009, 04:44 PM) *
steve48 più che di salto quantico? parlerei del numero quantico di spin totale che è in rapporto con la quantità di radiazioni ultraviolette invisibili emesse, ma che non ha niente a che fare con la lunghezza d'onda o la temperatura colore, queste sono determinate dalle polveri fluorescenti che rivestono internamente il tubo e che vengono ionizzate appunto dalle radiazioni ultraviolette.

blink.gif Oddio spero che adesso tu non introduca l'interazione S-L
Cmq il numero quantico di spin totale non esiste: esistono i numeri quantici n, l, m, s per gli atomi (principale, angolare, magnetico e di spin), quello j per gli stati quantici delle molecole, ...
Questi assieme identificano univocamente uno stato quantico.
Ma solo il principale (che e' quello che determina il livello energetico) si puo' apprezzare in questo caso: non penso che una reflex distingua il doppietto del sodio laugh.gif
Considerato che la costante di struttura fine e' molto piccola.

QUOTE(albernet @ Oct 9 2009, 04:44 PM) *
Per gli eventuali danni alla vista dovremmo allora smettere di usare TV e monitor di computer, considerando che sono quasi tutti retroilluminati con lampade fluorescenti di qualità sconosciuta.
Un'altra fonte di danno per la salute che viene attribuita alle fluorescenti è l'emissione di radiazioni elettromagnetiche che provocherebbero tumori e altre gravi patologie, ma allora dovremmo anche smettere di usare il cellulare, il wifi, il bluetooth, e quasi tutte le apparecchiature elettriche.
Saluti Alberto.
Passo e chiudo

E infatti e' da sempre sconsigliato usare neon generici per l'illuminazione dei posti di lavoro e tutti quei luoghi dove si rimane a lungo, appunto perche' da affaticamento alla vista. Come e' sconsigliato passare tanto tempo di fronte a schermi e in prossimita' di campi elettromagnetici wink.gif


Alberto, sulla variazione nella foto ha totalmente ragione nippo. Fai come feci io tempo fa: una raffica a 1/1000 ad un neon. piu' di una raffica e vedrai come varia dal bianco al rosso la luce.

Messaggio modificato da SkZ il Oct 23 2009, 10:24 PM
enry68
Nikonista
Messaggio: #20
Oh che bello una cosa tecnica.

Ho letto quello che dice il nostro Nippo e ha perfettamente ragione.

Non si tratta di'interpretazione in questo caso. Il NEO flickera e su questo non ci piove, la macchina fotografica ha preso le esposizioni dei 2 scatti in due momenti ovviamente diversi e questi momenti non essendo sincronizzati con l'emissione pulsante del neon sono capitate in due momenti in cui il NEON era in condizioni differenti. I nostri occhi integrano e bilanciano in automatico , la macchina con tempi brevi non può essere paragonata al nostro occhio.

Per togliersi ogni dubbio basta rifare le foto con tempi di esposizione discretamente lunghi in modo che il valore mediato della luce (e della sua frequenza) siano registrati dagli automatismi.

Non si fraintenda la mia ultima frase, la frequenza della luce emessa dal Neon è sempre la stessa ma non è proprio una riga sullo spettro, diciamo una banda molto stretta, quindi quando la tensione di alimentazione scende sotto un certo valore (lo fa circa 50 volte al secondo) il gas ionizzato riduce la sua luminosità e si sposta leggermente verso l'infrarosso per poi tornare a regime non appena la tensione sale nuovamente e così via...

Rispondo a chi ha chiesto cosa succede con più tubi al neon (ovvero se cambia qualcosa): assolutamente NULLA ( a parte che c'è più luce ovviamente). I neon se collegati alla spessa sorgente (ENEL in questo caso) sono tutti sincroni, e tolti fenomeni inerziali differenti dovuti a caratteristiche intrinseche dei singoli tubi (non sono tutti iidentici) e dei coefficienti elettrici di sfasamento delle singole elettroniche (i trasformatori non sono anch'essi tutti identici), la luce si "muove" tutta in fase.

Enry
albernet
Messaggio: #21
La planckiana più che una funzione è una curva che rappresenta lo spettro stellare.
Le lampade fluorescenti funzionano solo a corrente alternata, quelle a batteria hanno all’’interno un convertitore DC/AC e i filamenti servono solo a innescare il gas e non ha produrre luce.
Il filamento di una lampada a incandescenza ha deriva termica solo nei primi istanti dopo l'accensione, raggiunta la temperatura di funzionamento non si ha più deriva termica; le variazioni non sono dovute alla frequenza (50Hz), ma alla tensione.
In quanto al fatto che lo spin totale non esista ci sarebbe da tirare in ballo oltre alla mamma anche la nonna, ma siccome non ho il tempo e sinceramente, neanche la voglia di digitare o scannerizzare pagine a supporto delle mie inesattezze, allego un link dove spigano cosa non è lo spin totale che non esiste.

http://it.wikipedia.org/wiki/Molteplicit%C3%A0_di_spin

Chiedo scusa per il ritardo ma sono stato in montagna, dove non ho internet... per fortuna.
Passo e strachiudo. Saluti Alberto.
Diego_arge
Messaggio: #22
QUOTE(Andicot @ Oct 7 2009, 09:47 PM) *
Oggi casualmente ho notato una cosa strana, scattando un serie di foto a raffica ho notato che le anteprime nel display mostravano immagini differenti.
Così ho rifatto qualche prova veloce, tenendo la macchina poggiata sul tavolo, due scatti uno dietro l'altro a distanza di 1 secondo e dinuovo due immagini diverse, vi allego le immagini, non fate caso al soggetto.

<a href="http://www1.nital.it/uploads/ori/200910/gallery_4accfcb76497f_DSC3199.JPG" target="_blank">Ingrandimento full detail : 3.4 MB
</a>
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La prima cosa che ho pensato è che ci fosse un problema nel diaframma dell'obiettivo così ho provato con un altro e il risultato è analogo.
Cosa ne pensate?



Andicot, Andicot, Andicot blink.gif

ma ti rendi conto di che "pastrocchio" hai scatenato ????

ma quel giorno non potevi scendere al bar a prendere un caffè invece che fotografare i neon????

Scherzi a parte hai fatto partire un thread atipico ma davvero interessante, ringrazio i contributori delle loro dotte osservazioni, tutte hanno comunque fornito uno spunto (anche più di uno) di riflessione..

Più di tutti mi ha comunque convinto npkd, nella sua prima spiegazione:

".......La colpa è esclusivamente della discontinuità di emissione dei pessimi neon.
Senza entrare troppo nel merito della questione, alcune lampade a fluorescenza (ma non solo, purtroppo..) completano (..si fa per dire! ) il loro spettro di emissione con una frequenza tale (50Hz) da risultare costanti per l'occhio umano, pur non essendolo nella realtà.

Con tempi di posa più brevi di 1/50" (circa), lo scatto fotografico isolerà l'emissione luminosa in un momento caratterizzato da uno spettro luminoso incompleto, da cui deriva, semplificando molto, un diverso bilanciamento del bianco per ogni scatto di una sequenza.
Mantenere tempi di posa più lunghi di 1/50" diminuirà il problema della cangianza cromatica, ma non trasformerà certo quelle lampade in sorgenti di luce adatte alla fotografia come l'incandescenza, ad esempio, caratterizzata invece da uno spettro luminoso completo e continuo........."

Questa mi torna anche con l'evidenza pratica di una ripresa filmata con la D90 che ha un rate di 24 fps e con illuminazione al neon evidenza il banding orizzontale dovuto alla prossimità ( quasi la metà esatta) della frequenza di ripresa e quella di rete 50 hz che quindi interferiscono. Questo mi conferma che l'emissione del neon è tutt'altro che costante su tempi più brevi di 1/50.

Diego

Messaggio modificato da Diego_arge il Jan 20 2010, 11:49 PM
 
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