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Critica Della Fotografia
Chi, come?
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Francesco T
Messaggio: #1
Il premio Nobel per la letteratura Brodskij, a proposito dei critici letterari, sosteneva che, un critico può essere: "
a- uno scribacchino ed essere affitto da un' ignoranza pari alla nostra;
b- può avere forti predilezioni o semplicemente essere ammanicato con l' industria editoriale;
c- se è uno scrittore di talento, trasformerà le sue recensioni in una forma autonoma d'arte e va a finire che noi leggiamo le recensioni invece dei libri recensiti."

Applicando questo schema alla fotografia, chi è il critico?

E cosa o come deve criticare?

Mentre in filosofia, la critica è "la facoltà intellettuale che permette di formulare giudizi obiettivi e analitici su fatti", "esame rigoroso a cui la ragione sottopone le cose", applicata all' arte, essa diventa "attività intellettuale che, in base a particolari concezioni estetiche, mira a chiarire, esaminare e giudicare le opere"(rif. De Mauro).
Con particolare riferimento a quest' ultima parte, quali sono le concezioni estetiche a cui fare riferimento? Ne esistono di universali? Se no, come accettare che una fotografia venga letta attraverso le concezioni estetiche personali?

Grazie sin d'ora per i vostri contributi.

Francesco
buzz
Staff
Messaggio: #2
Tocchi un tema grande quanto l'universo.
Possiamo solo esprimere pareri personali, a mio giudizio, in quanto il gusto è qualcosa che esula da regole universali.
Esistono convenzioni "terrene" quali l'equilibrio di una inquadratura, armonie di colori, significato di un soggetto, ma è proprio nel trasgredirle che alcuni artisti creano il loro personaggio e il loro modo di esprimersi.

In quanto ai critici... per me potrebbero fallire tutti, invece vivono di giuduizi su qualcosa che non hanno fatto.
La divina commedia è scritta in 3 volumi. Per contenere i volumi riguardanti le sue critiche e le critiche sulle critiche non basterebbe la biblioteca vatocana.

Io per esempio critico la frase citata sul De Mauro perché la filosofia non si occupa di fatti, ma di pensieri: come fa la critica filosofica a giudicare analiticamente i fatti? smile.gif
enrico
Messaggio: #3
Francesco,
il tema è molto interessante. Le domande che hai posto sono parecchie. Butto giù qualche riflessione:
Un critico fotografico per me deve essere una persona con molta esperienza in campo fotografico e fotografo lui stesso. Deve conoscere a fondo la tecnica: criticare un'opera significa "leggerla" innanzitutto come si fa a leggere se non si è bravi a "scrivere" (fotograficamente intendo)? Come si fa a giudicare se non si conosce il mezzo?
In piccolo, ho partecipato a molte giurie fotografiche per concorsi nei paesi e cittadine della mia zona. Ora, i giurati sono in un certo senso dei "critici". Ebbene, venivano chiamati: il giornalista, il sindaco, il presidente della comunità montana, il pittore. Spesso gente digiuna di fotografia che andavano a giudicare a volte dei veri artisti...! Ma questo è un discorso a parte.
Un critico fotografico deve avere una profonda cultura, non solo fotografica (tecnica, linguaggio, storia), ma anche generale.
Rilevi giustamente che i giudizi sono personali. Questo è inevitabile e non è detto che una critica seria di una foto definisca in maniera univoca la qualità artistica della stessa. Ma questo da un certo livello in poi, visto che certe "carenze grammaticali" possono essere oggettive e non è difficile distinguere uno sfocato intenzionale da un micromosso dovuto ad imperizia.
Mi fermo qui per ora. Grazie Francesco per questa bella opportunità di discussione.
ENrico
maurizioricceri
Messaggio: #4
Ciao Francesco,sulla filosofia di critica di una foto ,sono stati scritti fiumi di parole,al di là degli aspetti tecnici,da cui non ci si dovrebbe discostare di molto ma che tuttavia a volte , contravvenirli non guasta la composizione,vi sono tanti altri parametri di giudizio che a mio avviso,sono puramente soggettivi,devono appagare il Tuo senso estetico attraverso l'accoppiamento di colori,di toni,di intensità etc etc.Non sempre quella che a me sembra una buona foto ,lo debba essere necessariamente anche per te.Ciò che è universalmente riconosciuto fanno parte di una categoria di "mostri sacri " (foto,letteratura o altro )che si ha quasi timore a giudicarli. Comunque a tal proposito,nel forum, troverai pane per sfamarti.Ciao e buone foto.
maurizioricceri
Messaggio: #5
Hops...ho appena cliccato sull'invio e sono apparsi i pareri dell'amico Enrico e Buzz....me li aspettavo,ne ero certo,ero pronto a giocarmici la ..liquidazione !!! biggrin.gif
enrico
Messaggio: #6
QUOTE(maurizioricceri @ Jul 23 2006, 11:54 AM)
ero pronto a giocarmici la ..liquidazione !!! biggrin.gif
*



Ma perché, pensi che ce la daranno?.. :-O

Per il tema di Francesco, dicevo che per un critico è importante la conoscenza della storia della Fotografia (e quella dell'arte, della letteratura ecc, ad essa collegate) perché i gusti ed i modi di vedere e di percepire si evolvono continuamente. E' come se ci trovassimo all'interno di un film, in un particolare fotogramma. Se diamo un'occhiata anche ai fotogrammi precedenti, forse riusciamo a capire il racconto e, chissà, a prevedere ciò che accadrà di qui a poco.
Quando ascolto qualche canzone dei miei tempi, mio figlio mi guarda con una espressione di commiserazione...
Il modo di vedere e giudicare una foto dipende, oltre che dal periodo storico, anche dalla particolare cultura di un popolo (sapremmo giudicare davvero una foto scattata da un artista giapponese?) e dalla nostra mentalità. Quando la mentalità di un autore è simile alla nostra, la foto ci appare bella...
ENrico
maurizioricceri
Messaggio: #7
QUOTE(enrico @ Jul 23 2006, 12:42 PM)
Ma perché, pensi che ce la daranno?.. :-O

ENrico
*


Ciao Enrico,ero certo di un tuo intervento .Senza andare in OT,,solo una battuta , sono sette mesi che l'aspetto!!ma ora i nostri Signori impiegati dovranno usufruire delle "meritate " ferie e poi a settembre riposarsi dallo stess delle ferie e..........lasciamo perdere.
Riflettendo sul tuo intervento,mi è venuta in mente una domanda più volte postami,quando leggo delle recenzioni fatte sulla tal opera di un determinato autore, in cui una giuria esprime giudizi ,a mio parere avventati,con arroganza e presunzione sull'opera stessa.
Giuria spesso formata,bè siamo in tema di globalizzazione,da persone di etnia diversa,socialmente e culturalmente lontani miglia e miglia dal contesto in cui una foto,un libro etc etc scaturisce.Forse le giurie hanno un "metro" che si avvicina più a quelle che sono le leggi di mercato che non alla metamorfosi di quell'evoluzione psichica, socio culturale che sempre più spesso è l'imput che innesca quel bellissimo processo che è " IL BISOGNO DI COMUNICARE ".
Ciao buona giornata.

Messaggio modificato da maurizioricceri il Jul 23 2006, 02:23 PM
buzz
Staff
Messaggio: #8
Per fare il "bastian contrario", nonstante sia daccordo con enrico in fatto di cultura, proprio per questi motivi sono favorevole al fatto che a gudicare delle immagini non siano solo gli addetti ai lavori.
L'arte tanto è più valida quanto è più compresa dallo spettatore.
Ne danno dimostrazione i classici riconosciuti da tutti (michelangelo, raffaello ecc ecc) piuttosto che uno "schifani" che secondo me non viene capito nemmeno da lui stesso.
Per cui mi aspetto da un fotografo una critica alle regole compositive, al mosso, allo sfocato, all'esposizione, ma da un sindaco o da un pittore mi aspetto la semplice sensazione che l'immagine da me proposta genera in un animo non corrotto da tecnicismi. O piace o non piace.

Sono un musicista, e quando ascolto brano di bach sono troppo preso a seguire il tocco, la precisione delle note eseguite, che non riesco più a godermelo.
Devo distrarmi per assorbire l'armonia pura, esente dalla tecnica compositiva musicale. E lo stesso vale per la fotografia. (per me)
davidebaroni
Messaggio: #9
"I critici sono come gli eunuchi: sanno come si fa... ma non possono!" (D. Buzzati)

Premessa: quella che segue è soltanto la mia opinione personale. Tutto ciò che ho scritto andrebbe fatto precedere da un colossale "secondo me...".

Caro Francesco, personalmente non sento la necessità della figura del Critico. Né in fotografia, né in alcuna altra Arte. Anche perché, come peraltro, fra le righe, accenni tu stesso, tendenzialmente la critica viene fatta in riferimento ai propri parametri estetici, culturali, ecc. ecc....

Trovo estremamente difficile identificare dei criteri "oggettivi", misurabili, da poter applicare alla critica fotografica. Forse dovremmo prima metterci d'accordo su cosa dovrebbe fare un critico.

Rispondendo alla tua domanda, o meglio alle tue domande conclusive, ci sono "concezioni estetiche" che sembrano essere basate sulle nostre strutture neurologiche... ma più che concezioni estetiche sono reazioni emotive e fisiologiche. La Psicologia della Gestalt e la psicoantropologia ne hanno identificate parecchie. Per esempio, noi reagiamo "positivamente" (anche la livello ormonale!) a certe pose di modelle femminili perché il nostro cervello riconosce le forme basilari che si delineano come segnali sessuali... Non c'entra niente la "bellezza" laugh.gif

La soggettività dell'estetica, poi, è addirittura diventata proverbiale: "Non è bello quel che è bello...". Inoltre, mica sempre si vuole esprimere "bellezza". A volte si vuole esprimere qualcosa che "disturba", perché magari va a "distruggere un mito" o mostra una realtà diversa da quella che si vorrebbe credere reale o semplicemente qualcosa che va "contro" un'idea di "culturalmente accettabile"... Quindi, in ogni caso, andrebbe considerato lo scopo, l'intenzione comunicativa del fotografo (o dell'artista), e questa purtroppo a volte non la conosce nemmeno il diretto interessato wink.gif .

Allora si potrebbe fare una critica "tecnica"... Mi viene in mente Ando Gilardi, che tanti anni fa inviò, sotto falso nome, alcune foto alle varie riviste specializzate del settore (compresa quella per cui lavorava), per un giudizio tecnico... sentendosi dare in risposta tutta una serie di consigli su come "evitare in futuro gli errori tecnici" e migliorare la qualità delle proprie immagini... che però erano dei Ray-o-grammes di Man Ray, considerati da molti dei capolavori biggrin.gif

Il fatto è che la foto, come ogni altra comunicazione, è soggetta a una lettura soggettiva, e le violazioni alle regole semantiche, sintattiche e grammaticali possono ben fare parte di questa comunicazione, ed essere intese a produre uno specifico effetto. Se il lettore (o il critico) non lo sa, o si limita a un "mi piace/non mi piace", questo sforzo potrebbe essere vanificato e persino disapprovato e marchiato come errore.

E allora quello che il cosiddetto critico potrebbe, forse, fare è proprio questo: identificare e spiegare la retorica sottostante, gli strumenti e gli artifici linguistici che vengono usati, fare una decodifica essenzialmente linguistica appunto, ed essere in questo modo d'aiuto e di insegnamento a coloro che della sua critica fruiscono.

E anche così, ti garantisco che le imterpretazioni personali fioccherebbero, del tipo "avrebbe dovuto fare così invece che cosà", o addirittura "questa cosa si rappresenta così, non cosà, quindi lo strumento utilizzato bla bla bla". Il critico dovrebbe essere assolutamente super partes ed essere in grado di "astrarsi" dalle proprie idee e convinzioni, approcciando l'opera da criticare come se fosse un universo appena scoperto tutto da esplorare, e completamente libero da "giudizi e preconcetti". Ti garantisco che non è facile. biggrin.gif

Insomma, io personalmente farei a meno dei critici e istituirei la figura del "decodificatore". Ma è solo la mia opinione personale...

Peraltro, apprezzo molto quello che scrive Buzz, nel senso che per me il "critico" ultimo di un'opera d'arte è la pancia... Ma se so cosa fa reagire la mia pancia in quel modo, ho una visione più completa e profonda del processo di comunicazione in atto, e questa si fa più raffinata e precisa. smile.gif

Vabbé. Ci siamo ficcati in un'altra di quelle discussioni da cui non si riesce più a uscire. Questa è una bella discussione Talmudica...

Davide
maurizioricceri
Messaggio: #10
QUOTE(buzz @ Jul 23 2006, 02:31 PM)
Per fare il "bastian contrario", nonstante sia daccordo con enrico in fatto di cultura, proprio per questi motivi sono favorevole al fatto che a gudicare delle immagini non siano solo gli addetti ai lavori.
L'arte tanto è più valida quanto è più compresa dallo spettatore.
Ne danno dimostrazione i classici riconosciuti da tutti (michelangelo, raffaello ecc ecc) piuttosto che uno "schifani" che secondo me non viene capito nemmeno da lui stesso.
Per cui mi aspetto da un fotografo una critica alle regole compositive, al mosso, allo sfocato, all'esposizione, ma da un sindaco o da un pittore mi aspetto la semplice sensazione che l'immagine da me proposta genera in un animo non corrotto da tecnicismi. O piace o non piace.

Sono un musicista, e quando ascolto brano di bach sono troppo preso a seguire il tocco, la precisione delle note eseguite, che non riesco più a godermelo.
Devo distrarmi per assorbire l'armonia pura, esente dalla tecnica compositiva musicale. E lo stesso vale per la fotografia. (per me)
*


Non credo che i nostri pensieri siano molto lontani,anzi li vedo in perfetta sintonia.Forse potremmo riassumere che le giurie dovrebbero essere acculturate in riferimento all'oggetto ma lontane da quello che può essere una promozione pubblicitaria in particolare con finalità di lucro.Ed aggiungo...forse in talune persone si è perso volontariamente il piacere di provare emozioni di fronte a ciò che è semplicemente piacevole.
enrico
Messaggio: #11
In una di quelle giurie cui mi riferivo, il presidente della comunità montana esordì: "Questo paese ha tre cose di rilievo: la piazza, la vecchia torre e la chiesa. Quindi, per il primo, secondo e terzo premio, scegliamo una foto della piazza, una della chiesa ed una della torre". Dimenticando che l'oggetto del giudizio doveva essere la foto e non la cosa fotografata. Magari, l'immagine di un insignificante ciottolo di un qualunque vicolo del paese, poteva valere il primo premio.
Sic!
Enrico
buzz
Staff
Messaggio: #12
Enrico, non confondere la chiusura mentale con la cultura generale.
Sebbene anche secondo me essi vanni di pari passo, le eccezzioni sono tante. Ci sono persone chiuse di cervello anche tra i plurilaureati!!!

Pensa chge quando faccio vedere un ritratto molti giudicano la ragazza e non la foto!

enrico
Messaggio: #13
QUOTE(buzz @ Jul 23 2006, 07:20 PM)
Enrico, non confondere la chiusura mentale con la cultura generale.
Sebbene anche secondo me essi vanni di pari passo, le eccezzioni sono tante. Ci sono persone chiuse di cervello anche tra i plurilaureati!!!

Pensa chge quando faccio vedere un ritratto molti giudicano la ragazza e non la foto!
*



Ciao Buzz,
no, non li confondo. Era solo per raccontare ciò che capita sentire. Condivido il tuo pensiero di quando dici che anche un non fotografo può "sentire" quando una foto è bella, al di là della conoscenza dei tecnicismi. Ma conoscere il linguaggio fotografico e le de-formazioni (intese in senso positivo) che la tecnica mette nelle mani del fotografo, aiuti, Ma credo che un critico fotografico ne mastichi un po'.
Ciao
Enrico
margior
Messaggio: #14
QUOTE(Francesco T @ Jul 23 2006, 09:39 AM) *

...fotografia, chi è il critico?

E cosa o come deve criticare?

...la critica...applicata all' arte...diventa "attività intellettuale che, in base a particolari concezioni estetiche, mira a chiarire, esaminare e giudicare le opere"(rif. De Mauro).
Con particolare riferimento a quest' ultima parte, quali sono le concezioni estetiche a cui fare riferimento? Ne esistono di universali? Se no, come accettare che una fotografia venga letta attraverso le concezioni estetiche personali?

Grazie sin d'ora per i vostri contributi.

Francesco


Trovo che la definizione di De Mauro sia adeguata.

Per le "concezioni estetiche di riferimento": scusa il gioco di parole! puoi fare riferimento, per quanto riguarda la tradizione Occidentale, a Elio Franzini, Maddalena Mazzocut-Mis, Estetica, i nomi, i concetti, le correnti, Bruno Mondadori, 1996, facilmente reperibile in biblioteca e forse disponibile in versioni aggiornate, non so. Quel testo può essere integrato con Mario Perniola, L'estetica del Novecento, il Mulino, 2002. Questo testo fa parte di una collana, "Lessico dell'estetica" a cura di Remo Bodei e il Mulino ha già pubblicato diversi titoli.
Poi, visto che l'ho citato, sicuramente consiglio la lettura di altri testi di Mario Perniola, molto stimolanti, come Del sentire, Einaudi, 2002, L'arte e la sua ombra, Einaudi, 2000, il divertente Contro la comunicazione, Einaudi, credo 2005...e altri se interessa. Poi ovviamente sul tema c'è una bibliografia, anche recente, sterminata, perché, per vari motivi c'è stato un certo interesse filosofico sull'estetica in questi anni.

Concezioni estetiche universali? Credo che De Mauro risponda: il critico non fa altro che adottare un particolare "punto di vista". Che non necessariamente al giorno d'oggi, perlomeno in Occidente, può essere rapidamente etichettato (ad es. critica marxista, critica fenomenologica, ermeneutica, ecc.) nel senso che le teorie che sono state elaborate nel corso del tempo e che Franzini e Mazzocut "raccontano", sono oggi strumenti nella "cassetta degli attrezzi" di chi fa questo mestiere.

Sul tema "accettazione": un lavoro critico "fondato", ha sempre alle spalle una serie di premesse metodologiche. Sono appunto quei paletti che il critico sparge nei suoi scritti per chiarire quello che è il suo "punto di vista".

Non vorrei addentrarmi troppo in una discussione certamente complessa, ma riprendendo un discorso forse lasciato in sospeso nella discussione "Leggere la fotografia", tendo ad apprezzare più la linea tracciata dalla tradizione filosofica "critica", piuttosto che altre linee "empiriste" o "relativiste".
Pur con tutti i limiti del linguaggio, e aggiungerei della mente (bisogna aggiornarsi sulle neuroscienze!), nella costruzione del senso e del segno, alla fine vale la verità "esistenziale" heideggeriana (non sono un heideggeriano! lo ammiro per la baita di Messkirch!) dell'essere gettati nel Mondo: e oggi, quale Mondo...in questa guerra di filosofie noi dobbiamo usare strumenti critici e prendere decisioni. Insomma, è un auspicio...

Ciao

Francesco T
Messaggio: #15
Ciao Margior,
innanzitutto grazie della risposta. Utili e graditi i suggerimenti dei testi.

Tra questi, ho già letto di Remo Bodei, anche nei suoi interventi presso
l' Istituto Italiano di Studi Filosofici di Napoli.

Se hai ulteriori suggerimenti e ritieni che vadano OT puoi farlo via MP.

Grazie, saluti.
Francesco
_Nico_
Messaggio: #16
QUOTE(twinsouls @ Jul 23 2006, 03:40 PM) *

Il critico dovrebbe essere assolutamente super partes ed essere in grado di "astrarsi" dalle proprie idee e convinzioni, approcciando l'opera da criticare come se fosse un universo appena scoperto tutto da esplorare, e completamente libero da "giudizi e preconcetti". Ti garantisco che non è facile. biggrin.gif

Non è facile, ma è l'unica strada... Come spogliarsi dei propri pregiudizi, dei propri presupposti? Interrogando se stessi su cosa sia il bello, per esempio. E soprattutto interrogando l'opera. Chi aspira a fare il critico ha in genere impellenza di dare risposte al mondo, di manifestare se stesso -in realtà. E invece bisogna cominciare ponendo domande all'opera. Anche quelle banali -soprattutto quelle banali. Perché chi aspira a fare il critico adora essere originale... smile.gif

E invece si comincia con domande banali, banalissime: la scena, per esempio. Dove e quando si svolge. Le figure (se vi sono): quante sono, quanto spazio occupano, dove sono, come sono i corpi, le vesti, le pose. Domande banalissime. Vi garantisco che la pazienza di sottoporre l'opera a un circuito sensato di domande dà frutti. Anzitutto perché si ricorderà l'immagine come prima era impossibile, e in secondo luogo perché si scopriranno parecchi aspetti che l'urgenza di voler manifestare la propria opinione, il proprio io, aveva trascurato...

Uno schema molto generale di valutazione dell'opera è secondo me basato sulla triade intenzione - processo - risultato.
Francesco T
Messaggio: #17
QUOTE(_Nico_ @ Aug 2 2006, 09:15 AM) *


Uno schema molto generale di valutazione dell'opera è secondo me basato sulla triade intenzione - processo - risultato.


Maurizio,
con ciò vuoi dire che, la prima domanda è: qual'è l' intenzione dell'artista in questa opera? E la domanda la poni a te stesso, o all' artista?

Spero di essere stato chiaro blink.gif

Saluti
Francesco
_Nico_
Messaggio: #18
Sei stato chiarissimo! smile.gif

Possibilmente, è naturale, all'artista. Il che sembrerebbe circoscrivere la possibilità alla sola arte contemporanea. In realtà è possibile farlo anche con l'arte antica. Lavorando sulle fonti... In certi casi si è fortunati, e si trovano documenti relativi all'opera. In altri casi si dovrà scavare sulle fonti dell'epoca e procedere per via indiziaria...

In caso sia impossibile chiederlo all'artista, bisognerà chiederlo all'opera, ma con la consapevolezza che si rischia di proiettare una nostra qualche intenzione. Insomma, dev'essere più una domanda, un punto di ricerca e di valutazione dell'opera, che una soluzione...

Ci sono casi in cui il risultato è superiore all'intenzione, e purtroppo miriadi di casi contrari. Esempio: quando Annibale Carracci dipinge una parete d'un palazzo con un paesaggio, quasi sicuramente non ha come intenzione l'invenzione del genere del paesaggio. Non s'è detto "adesso invento il genere del paesaggio"... Probabilmente il committente voleva solamente una veduta di campagna che fosse 'riposante' e gradevole all'occhio... In questo caso il risultato è superiore all'intenzione: quello è il primo decisivo passo verso la pittura di paesaggio. E anni dopo, a Roma, Annibale ha ben presente quel lavoro, e decide di fingere che Giuseppe e Maria, in fuga per l'Egitto, passino per la campagna romana, vera protagonista della scena. In quest'opera, sicuramente, Annibale ha voluto che il paesaggio fosse comprimario e quasi protagonista...

Il caso opposto, in cui il risultato è inferiore all'intenzione? Frequentissimo: molti son convinti che per fare arte bastino le idee, o i sentimenti, o i desideri. E che naturalmente i loro siano meritevoli dell'attenzione dell'umanità... smile.gif
Invece l'arte è incarnazione di pensieri, sentimenti e volizioni nella materia. Dunque accade molto di frequente vedere lavori inferiori alle intenzioni. Anche perché, nell'ambire a esser parte del mondo dell'arte, si pensa che più elevata è l'intenzione e migliore sarà il risultato... Purtoppo non è così, se non rae volte.
Francesco T
Messaggio: #19
QUOTE(_Nico_ @ Aug 2 2006, 09:40 AM) *

Sei stato chiarissimo! smile.gif

Possibilmente, è naturale, all'artista. Il che sembrerebbe circoscrivere la possibilità alla sola arte contemporanea.
...



Maurizio,
ritieni valido lo schema (intenzione - processo - risultato) anche per la fotografia?

Perchè in effetti, ogni volta che mi sono recato ad una mostra fotografica, anche in presenza dell'autore, in effetti ciò è stato fatto (attravero un dialogo tra autore e pubblico, attraverso la presentazione della mostra etc..).

Francesco
_Nico_
Messaggio: #20
Sì, Francesco... Anzi, ritengo la foto ancor più adatta: essa, più che la pittura (o il multimaterico ecc. smile.gif) si prefigge ancora la comunicazione -e non solo la trasmissione d'emozioni, come un po' restrittivamente si ripete sul nostro forum.

Vitruvio, parlando dell'architettura ne fissava in tre i principi: utilitas, firmitas, venustas. La firmitas era la stabilità, dunque la solidità strutturale dell'edificio. La venustas la sua decorazione. E l'utilitas il suo rispondere allo scopo prefisso.

Ecco, il rapporto intenzione - processo - risultato dovrebbe aiutare a mettere meglio a fuoco -è il caso di dire... smile.gif - la capacità dell'opera di rispondere allo scopo prefisso.
ConteMaxS
Messaggio: #21
QUOTE(_Nico_ @ Aug 2 2006, 09:40 AM) *

Invece l'arte è incarnazione di pensieri, sentimenti e volizioni nella materia. Dunque accade molto di frequente vedere lavori inferiori alle intenzioni. Anche perché, nell'ambire a esser parte del mondo dell'arte, si pensa che più elevata è l'intenzione e migliore sarà il risultato... Purtoppo non è così, se non rae volte.



E' chiaro a tutti voi cari amici del forum?
Eh, l' abbiamo detto mo' e non lo vogliamo dire più.
Grazie Maurizio per avermi anticipato.
Ci vediamo per il caffè.

Messaggio modificato da ConteMaxS il Aug 2 2006, 09:28 PM
.Eli.
Messaggio: #22
Ho letto con interesse tutti gli interventi ed avrei una domanda:
qualcuno di voi ha mai sottoposto i suoi lavori ad un critico? Intendo dire in sedi come il Foto Festival di Savignano.
E se sì, cosa ne è venuto fuori e quali sono state le sue (del fotografo) impressioni?

Grazie

Eli
davidebaroni
Messaggio: #23
QUOTE(.Eli. @ Aug 3 2006, 09:06 AM) *

Ho letto con interesse tutti gli interventi ed avrei una domanda:
qualcuno di voi ha mai sottoposto i suoi lavori ad un critico? Intendo dire in sedi come il Foto Festival di Savignano.
E se sì, cosa ne è venuto fuori e quali sono state le sue (del fotografo) impressioni?

Grazie

Eli


Beh, io ho portato un "portfolio" (su CD... rolleyes.gif ) a una manifestazione qui vicino, a Gabicce Mare, denominata Fotofestival. C'era un tizio, di cui non ricordo il nome ma che dicevano fosse bravo in queste cose, che faceva "letture" di portfolio (no, no... Non leggeva i portfolio come se fossero tarocchi o altra forma di divinazione... Non si trattava di portfoliomanzia!). Avevo portato la mia "serie" di nudi b/n estremo, e alcune foto brasiliane. Insomma, le foto che avevo esposto in una strana mostra a Modena nel 1983. Ha voluto sapere come era architettata l'installazione, e gli è piaciuta l'idea che aveva trovato piuttosto "forte", sfidante, e (parola sua) coraggiosa... Non so bene perché. Gli ho visto leggere i lavori di diverse altre persone, e, se per qualcuno ha avuto parole di elogio (peraltro, a parer mio, meritatissimo), altri li ha "stroncati", ma con eleganza... Per me era stato un "esperimento", una specie di "test". La cosa più divertente in assoluto sarebbe stata fotografare le facce di quelli che si facevano leggere il portfolio... biggrin.gif

_Nico_, vedo che siamo in perfetta sintonia. Non ho la tua cultura in Storia dell'Arte, ma la penso esattamente come te (e come il ConteMaxS...)... senza le citazioni! biggrin.gif

Davide

Messaggio modificato da twinsouls il Aug 5 2006, 01:56 PM
ConteMaxS
Messaggio: #24
QUOTE(_Nico_ @ Aug 2 2006, 09:40 AM) *

Sei stato chiarissimo! smile.gif
...............
E anni dopo, a Roma, Annibale ha ben presente quel lavoro, e decide di fingere che Giuseppe e Maria, in fuga per l'Egitto, passino per la campagna romana, vera protagonista della scena. In quest'opera, sicuramente, Annibale ha voluto che il paesaggio fosse comprimario e quasi protagonista...


Caspita, ha anticipato i Maetri Presepai che invece li hanno fatti passare per le pizzerie Napoletane.
Vabbè, un primato artistico in meno per i Partenopei.
ConteMaxS
Messaggio: #25
QUOTE(.Eli. @ Aug 3 2006, 09:06 AM) *

Ho letto con interesse tutti gli interventi ed avrei una domanda:
qualcuno di voi ha mai sottoposto i suoi lavori ad un critico? Intendo dire in sedi come il Foto Festival di Savignano.
E se sì, cosa ne è venuto fuori e quali sono state le sue (del fotografo) impressioni?

Grazie

Eli


Personalmente non ho mai sottoposto le mie fotografie ad una giuria "seria", nonostante la mia apparente goliardia ho un fortissimo e innato senso del pudore e per tanto non ho la pretesa di essere un artista, un fotoamatore si.

In ogni caso, una delle critiche più belle alle mie fotografie l' ho ricevuta da un caro amico, Franco, un ex operaio della Italsider di Bagnoli (FrancescoT mi può capire), terza media serale presa durante gli anni di lavoro.

Mi premetto di allegare il file in PDF, sperando di non inquinare la discussione.
Credo che mai nessun guru della critica fotografica sia stato tanto chiaro, basta leggere per capire il contesto anche senza le fotografie e vi prego di credermi, quanto è descritto nelle ultime righe, corrisponde esattamente a ciò che ho pensato quando ho deciso di esporre quelle cinque immagini.
La cosa bella è che Franco non mi ha mai chiesto nulla, certo l' esperienza comune ci ha aiutati, ma tent' è.....

Messaggio modificato da ConteMaxS il Aug 6 2006, 06:02 PM
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