La mia famiglia è da sempre una famiglia di subacquei al cui interno si sono riprodotte le varie anime di questa disciplina.
E così io sono alternativamente, quello che fotografa i gamberetti, il profondista, quello che va sempre in giro; mio fratello Gianfranco il teorico ed esteta dell’apnea, il più affezionato a questo come gesto tecnico-sportivo, oltre che appassionato di pesca all’aspetto; l’altro mio fratello, Mario è l’atleta, e si sa con gli atleti c’è poco da parlare….
Mio fratello Gianfranco ebbe, a suo tempo, l’incarico dalla CMAS (la Confederazione Mondiale Attività Subacquea), di studiare una nuova attività agonistica per l’Apnea che evitasse i rischi che alcune attività avevano intrinsecamente.
Il risultato del suo lavoro è stato il lancio della nuova disciplina il JumpBlue (per noi che lo avevamo visto nascere invece si chiamava ApneaCube, sia per l’entusiasmo della Coppa America che per le modalità operative)
L’attività consiste nel percorrere i lati profondi di un cubo avente 15 metri per lato, ovviamente più metri si percorrevano e migliore era la prestazione. A questo modo si evitavano rischi ad i sub giudici e di soccorso (15 metri è una profondità abbastanza tranquilla) e si permetteva una migliore visibilità agli eventuali mezzi dei media.
E così io sono alternativamente, quello che fotografa i gamberetti, il profondista, quello che va sempre in giro; mio fratello Gianfranco il teorico ed esteta dell’apnea, il più affezionato a questo come gesto tecnico-sportivo, oltre che appassionato di pesca all’aspetto; l’altro mio fratello, Mario è l’atleta, e si sa con gli atleti c’è poco da parlare….
Mio fratello Gianfranco ebbe, a suo tempo, l’incarico dalla CMAS (la Confederazione Mondiale Attività Subacquea), di studiare una nuova attività agonistica per l’Apnea che evitasse i rischi che alcune attività avevano intrinsecamente.
Il risultato del suo lavoro è stato il lancio della nuova disciplina il JumpBlue (per noi che lo avevamo visto nascere invece si chiamava ApneaCube, sia per l’entusiasmo della Coppa America che per le modalità operative)
L’attività consiste nel percorrere i lati profondi di un cubo avente 15 metri per lato, ovviamente più metri si percorrevano e migliore era la prestazione. A questo modo si evitavano rischi ad i sub giudici e di soccorso (15 metri è una profondità abbastanza tranquilla) e si permetteva una migliore visibilità agli eventuali mezzi dei media.
Dopo avere effettuato una prima prova a Tremiti dimostrativa con partecipanti da vari paesi e con folta rappresentanza dalla Tunisia, dove si sarebbe svolta la prima gara mondiale si decise di fare uno stage e di verificare la prontezza dei sistemi sul posto per cui si partì a febbraio del 2003 per Bizerta (il Campionato del Mondo si sarebbe tenuto qui, nel Nord Tunisino a settembre).
Mancando foto del tutto parto io per fare sia le foto sub sia quelle terrestri di documentazione.
Già dalla partenza vedo che le previsioni sono pessime ed altrettanto è il viaggio. Atterriamo in una Tunisi fredda e bagnata e, in una macchina piccolissima partiamo verso Bizerta lasciando ai nostri lati chilometri di campagna allagata e strade sommerse.
Mancando foto del tutto parto io per fare sia le foto sub sia quelle terrestri di documentazione.
Già dalla partenza vedo che le previsioni sono pessime ed altrettanto è il viaggio. Atterriamo in una Tunisi fredda e bagnata e, in una macchina piccolissima partiamo verso Bizerta lasciando ai nostri lati chilometri di campagna allagata e strade sommerse.
Un vento gelido ci tormentava.
Le nostre facce scutavano il mare preoccupate. Io guardavo tutta la mia attrezzatura e pensavo al peso ed alla fatica. La solita domanda si affacciava dentro di me. Che ci faccio qui. Vabbe, con i nuovi amici spiavo il mare del campo gara che non diceva niente di buono. La spiaggia era completamente sommersa ed i marosi arrivavano al muretto del giardino dell'albergo.
Le nostre facce scutavano il mare preoccupate. Io guardavo tutta la mia attrezzatura e pensavo al peso ed alla fatica. La solita domanda si affacciava dentro di me. Che ci faccio qui. Vabbe, con i nuovi amici spiavo il mare del campo gara che non diceva niente di buono. La spiaggia era completamente sommersa ed i marosi arrivavano al muretto del giardino dell'albergo.
e allora, che si fa... e così cominciò questo viaggio alla scoperta di una Tunisia semi addormentata e fredda che a volte scopriva i colori ma piena di gente.
Qui stiamo entrando in Bizerta, il porto antico, quello da cui tante flotte partivano per scorrerie nella nostra sicilia
Qui stiamo entrando in Bizerta, il porto antico, quello da cui tante flotte partivano per scorrerie nella nostra sicilia
E' un ottimo esempio di come, a volte, si possono sfruttare gli imprevisti a proprio vantaggio.
Bravo gennaro, un bel racconto.
Bravo gennaro, un bel racconto.
anche io sono un patito di apnea, anche se a livelli del tutto caserecci...
ma non mi è ancora chiaro dalle figure, il funzionamento di questa nuova disciplina
ma non mi è ancora chiaro dalle figure, il funzionamento di questa nuova disciplina
Pensavo di vedere un po' delle tue splendide foto acquatiche invece ti ritrovo alla ricerca di scorci di questa terra lontana. Ottimo lavoro Gennaro a risentirci
Saro
Saro
beh non è più una disciplina nuova ha ormai i suoi campioni e campionati se cerchi sui vari siti di apnea in italia e sulla cmas o la fipsas sicuramente trovi un po' di informazioni (io cerco il regolamento e poi ti do il link)
non mancheranno le fotosub un po' di pazienza
gennaro
non mancheranno le fotosub un po' di pazienza
gennaro
e infatti sbagliamo alla grande. Dopo una notte al freddo (l'albergo ha i termoconvettori che funzionano ... vabbé) con la pioggia che tormenta i vetri e non solo la mattina ci svegliamo pieni di dolorini e sotto un cielo plumbeo. Decido, mentre gli altri si impegnano in uno stage sul regolamento, di affittare una macchina e di andare verso sud... E ad Hammamet la spiaggia é bella, il mare é calmo e l'aria più calda