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diaframma-esposizione
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mariano rizzi
Messaggio: #1
Ciao, sono un appassionato principiante di fotografia e un felice possessore della nikon D100, volevo chiederVi se mi potete spiegare i poche parole che cosa consiste impostare manualmente l'apertura del diaframma, tempo esposizione (A/P F2.7 F7.3 blink.gif ecc.) (insomma le ipostazioni manuali)...che risultati si ottengono??


Vi ringrazio fin da ora per la vostra disponibilità!!!! grazie.gif Mariano
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robyt
Messaggio: #2
Mi sembra di capire che tu non abbia il manuale.
Ciò che chiedi è l'ABC dell'uso di una qualunque reflex e affrontare l'argomento in queste pagine è improponibile.
Ci sono in giro ottimi testi sull'argomento anche solo curiosando per la rete.
Per cominciare puoi dare un'occhiata QUI e poi fare un pò di prove.

Comunque, se la foto che hai allegato e tua, non mi sembri un principiante. wink.gif

Messaggio modificato da robyt il Dec 9 2005, 11:31 PM
giannizadra
Messaggio: #3
QUOTE(mariano rizzi @ Dec 9 2005, 11:13 PM)
Ciao, sono un appassionato principiante di fotografia e un felice possessore  della nikon D100, volevo chiederVi se mi potete spiegare i poche parole che cosa consiste impostare manualmente l'apertura del diaframma, tempo esposizione (A/P F2.7 F7.3  blink.gif  ecc.) (insomma le ipostazioni manuali)...che risultati si ottengono??
Vi ringrazio fin da ora per la vostra disponibilità!!!!     grazie.gif   Mariano
*



Ciao Mariano, benvenuto.
Messa così, la tua domanda richiede un corso-base di fotografia (o almeno un paio di lezioni sull'esposizione).
Puoi essere più preciso e circoscriverla?
Immagino che tu sappia cosa sono i tempi e i diaframmi.
Forse ti interessano i modi di esposizione (P,S,M,A).
In P, la macchiba decide tempi e diaframmi;
in A, tu stabilisci il diaframma e la macchina regola il tempo in conseguenza;
in S, tu il tempo e la macchina il diaframma;
in M, la macchina ti dà un'indicazione su scala analogica (trattini, 0 al centro) della misurazione esposimetrica: tu, impostando tempi e diaframmi, porti a 0 la scala.
Il risultato dovrebbe essere una corretta esposizione, secondo la modalità di misurazione esposimetrica scelta. Hai tre possibilità: Matrix, Semispot e Spot.
Qui mi fermo, in attesa di capire cosa desideri sapere..
robyt
Messaggio: #4
ops.. non mi ero accorto che era il tuo primo messaggio...... Benvenuto!
mariano rizzi
Messaggio: #5
Purtroppo la foto che ho allegato non l'ho scattata io, appunto vorrei imparare a scattare foto non "piatte" ma che coinvolgano lo spettatore....
sicuramente le impostazioni manuali sono migliori di quelle automatiche per ottenere delle foto uniche!!!

sono un principiante e non ho nessun timore di dirlo!!!
d'altronde la fotografia non è il mio lavoro, ma una mia passione come le automobili.....grazie mille per le risposte!!!

ciao

ps. guardate la foto che allego....come si fa ad ottenere questo risultato?? con dei faretti??
Ho notato inoltre che sulle pubblicità di paesaggi come nella mia regione (trentino) le fotografie hanno dei colori unici!!! sarà merito delle modifiche al computer??

grazie ciao dalla val di fassa!!!
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_Led_
Messaggio: #6
QUOTE(mariano rizzi @ Dec 13 2005, 09:37 PM)
...
ps. guardate la foto che allego....come si fa ad ottenere questo risultato?? con dei faretti?? 
*



Visto che c'é il sole basta un foglio di polistirolo bianco che riflette la luce sulla ruota.

QUOTE(mariano rizzi @ Dec 13 2005, 09:37 PM)

Ho notato inoltre che sulle pubblicità di paesaggi come nella mia regione (trentino) le fotografie hanno dei colori unici!!! sarà merito delle modifiche al computer??

grazie ciao dalla val di fassa!!!
*



Ma guarda che le tue montagne hanno realmente quei colori, basta saperli tirare fuori tongue.gif (nella maggior parte dei casi basta un filtro polarizzatore wink.gif )
zanella-davide@libero.it
Messaggio: #7
Concordo con Led, una bella lucidata al cerchio e via con un bellissimo pannello bianco!! laugh.gif

Benvenuto nel forum,

Davide
mariano rizzi
Messaggio: #8
grazie ragazzi per le risposte!!!

mi potete spiegare cos'è il filtro polarizzatore?? è il filtro che attraversa anche i vetri? o è un filtro colorato??

grazie per le vostre risposte!!! guardate altre 2 foto......poi ditemi che trucchetti ci sono....grazie!!!!!

come faccio a rendere il cielo + blu e sfumato in una foto? mi serve un programma per pc o occorre settare perfettamente la macchina?

ciao mariano
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mariano rizzi
Messaggio: #9
ecco l'altra foto.....
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togusa
Messaggio: #10
Ciao e benvenuto.

Purtroppo la tua richiesta, in apparenza semplice, per essere esaudita richiederebbe ore di apprendimento (da parte tua) e di insegnamento (di qualcuno che possa farlo)... impensabile una cosa del genere su un forum.

Sicuramente una lettura al manuale della tua D100 (almeno sull'attrezzatura parti da un buon punto, niente da dire) dovrebbe chiarirti alcuni concetti base.
Poi la lettura di un bel libro di fotografia (non importa che sia dedicato al digitale) di tecniche base e' caldamente consigliata... ma gia' il manuale dovrebbe cominciare ad "accenderti le lampadine giuste".



Infine, riguardo alle foto che hai postato:
- La RS4 e' sicuramente ritoccata (la foto e' parte in bianco e nero e parte a colori) ma non ha nulla di particolarmente "tecnico"... per assurdo la si potrebbe rifare con la prima delle fotocamere compatte automatiche che ti capita sottomano.
- La foto della Clio ha qualche cosa in piu': e' stato usato un medio grandangolo ed e' stato utilizzato un diaframma molto chiuso (lo si capisce dalla profondita' di campo estremamente estesa, ovvero e' tutto a fuoco nella foto, sia i soggetti vicinissimi che lontanissmi). Infine, come gia' suggerito, pannello bianco per i riflessi (lo si vede anche in parte riflesso nella carrozzeria all'estremita' del passaruota, all'estrema sinistra dell'inquadratura... quell'alone bianco...).
- La X5: ritoccata (il cielo e' irreale)... pero' la realizzazione e' stata curata moltissimo, infatti secondo me e' stata usata la tecnica del panning, ovvero la fotocamera e il fotografo erano su un carrello posto su binari, che seguiva il movimento della macchina, infatti si ha l'effetto di mosso sullo sfondo ma non sulla macchina (difficile ottenerlo cosi' realistico in postproduzione).

Messaggio modificato da togusa il Dec 14 2005, 04:20 PM
_Led_
Messaggio: #11
QUOTE(mariano rizzi @ Dec 14 2005, 04:00 PM)
grazie ragazzi per le risposte!!!

mi potete spiegare cos'è il filtro polarizzatore?? è il filtro che attraversa anche i vetri? o è un filtro colorato??

grazie per le vostre risposte!!!  guardate altre 2 foto......poi ditemi che trucchetti ci sono....grazie!!!!!

come faccio a rendere il cielo + blu e sfumato in una foto? mi serve un programma per pc o occorre settare perfettamente la macchina?

ciao mariano
*



Il filtro polarizzatore è un filtro che lascia passare solo le onde luminose che oscillano su un determinato piano. Questo elimina tutti i riflessi delle superficie non metalliche (es. fogliame, cielo, vetri, etc.) rendendo i colori più saturi, il cielo più blu e più drammatico.
Indispensabile per i panorami (specialmente in montagna!)

La sfumatura si può ottenere anch'essa con dei filtri montati sull'obbiettivo (Graduated ND) ma nell'era dei computer (e di Photoshop) è senz'altro anacronistico e riduttivo.

La seconda foto è a mio parere molto elaborata (al computer), secondo me ottenuta da almeno due (ma anche più) scatti.
Come la farei io:
1. macchina su cavalletto, strada di montagna vuota, scatto in iperfocale.
2. piazzo la BMW ferma con adeguata illuminazione e faccio lo stesso scatto.
3. modifico il primo scatto in PP con un effetto tipo "velocità warp" (Star Trek per intenderci, non so se esiste, ma immagino di si)
4. miscelo le due immagini in PP

In realtà la foto 2 si può fare anche in studio...
togusa
Messaggio: #12
QUOTE(Led566 @ Dec 14 2005, 04:48 PM)
[...]
La seconda foto è a mio parere molto elaborata (al computer), secondo me ottenuta da almeno due (ma anche più) scatti.
Come la farei io:
1. macchina su cavalletto, strada di montagna vuota, scatto in iperfocale.
2. piazzo la BMW ferma con adeguata illuminazione e faccio lo stesso scatto.
3. modifico il primo scatto in PP con un effetto tipo "velocità warp" (Star Trek per intenderci, non so se esiste, ma immagino di si)
4. miscelo le due immagini in PP

In realtà la foto 2 si può fare anche in studio...
[...]
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Posso permettermi di obiettare due dei punti che elenchi?

- Punto 2: la macchina non era ferma, almeno le ruote non lo erano, dato che girano.

- La foto del Punto 2 non puo' essere stata fatta in studio, dato che sulla carrozzeria si riflette il panorama... un effetto, questo, sicuramente molto difficle da simulare al computer in maniera realistica, un po' meno in studio... ma sicuramente era piu' pratico recarsi fisicamente in montagna con l'auto al seguito, dato che comunque ci si deve andare per fare la foto del Punto 1.

Comunque a parte queste precisazioni, la tecnica e' realizzabile anche in questa maniera.


Visionando i depliant BMW, comunque, si trovano spesso questo tipo di foto, e l'autore ha un po' il pallino dell'effetto "panning"... inoltre nei depliant si puo' notare che il riflesso del panorama sulla carrozzeria ha a sua volta l'effetto "mosso"... il che vuole dire che la foto all'auto e' stata scattata originariamente con la macchina in movimento, e l'effetto non e' frutto di post elaborazione.

Messaggio modificato da togusa il Dec 14 2005, 05:13 PM
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #13
QUOTE(togusa @ Dec 14 2005, 06:11 PM)
Posso permettermi di obiettare due dei punti che elenchi?

- Punto 2: la macchina non era ferma, almeno le ruote non lo erano, dato che girano.
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Su questo non ci giurerei affatto! simulare l'effetto di rotazione delle ruote in PS è un gioco da ragazzi!

ciao

Lorenzo
togusa
Messaggio: #14
QUOTE(l.ceva@libero.it @ Dec 14 2005, 05:36 PM)
Su questo non ci giurerei affatto!  simulare l'effetto di rotazione delle ruote in PS è un gioco da ragazzi!

ciao

Lorenzo
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Scusa ma... hai mai provato a simulare l'effetto rotazione su una ruota... in prospettiva? hmmm.gif ... Provaci, poi ne riparliamo. ph34r.gif

Prova ad ottenere lo stesso effetto della foto della X5, sulla Audi S4 della foto di poco prima... non si sa mai che ritratti.


Ciao!

Messaggio modificato da togusa il Dec 14 2005, 05:48 PM
togusa
Messaggio: #15
QUOTE(togusa @ Dec 14 2005, 05:47 PM)
[...]
Prova ad ottenere lo stesso effetto della foto della X5, sulla Audi S4 della foto di poco prima... non si sa mai che ritratti.
[...]
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Quoto me stesso... perche' ho provato a farlo io.
Non dico di esserci riuscito, pero' l'effetto e' abbastanza gradevole.
E' ancora molto lontano dall'essere davvero realistico comunque (le ruote sono proprio venute male)...
Ribadisco che secondo me la foto dell'X5 ha poco di artificiale nell'effetto del movimento.

Ecco la mia prova.
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Michele Festa
Messaggio: #16
Spero che tu abbia la pazienza e la voglia di leggere quanto ho riportato sotto

La macchina fotografica

Qualunque sia la tecnica impiegata, analogica o digitale, lo scatto di una fotografia presuppone una serie di azioni ben definite: accensione e predisposizione della fotocamera, inquadratura del soggetto (il che include regolare l'obiettivo zoom o lo zoom digitale), messa a fuoco, esposizione, eventuale attivazione del flash automatico (nel caso di luce troppo debole), bilanciamento del bianco, scatto e compressione/memorizzazione dell'immagine acquisita. Il bilanciamento del bianco e la compressione sono operazioni tipiche delle fotocamere digitali e sostituiscono l'opera svolta dalla pellicola nelle fotocamere analogiche.
Queste ultime, infatti, fissano l'immagine direttamente sulla pellicola attraverso un processo fotochimico e utilizzano il "bilanciamento del bianco" già impostato dal produttore di quella particolare pellicola. In gergo tecnico si parla di "temperatura cromatica" della pellicola, ossia del tipo di luce richiesto affinché i colori appaiano naturali e il bianco, appunto, sembri bianco. Esistono diversi tipi di pellicole, ma i due più comuni sono per luce diurna, adatti alle foto in esterni e con il flash, e per luce artificiale da lampade al tungsteno, adatto per le foto in interni. Non esistono pellicole per la luce al neon, le cui caratteristiche sono troppo variabili e perciò vanno corrette con particolari filtri da abbinare alle pellicole diurne. Le fotocamere digitali non richiedono la sostituzione della pellicola e nemmeno l'applicazione dei filtri, ma riconoscono automaticamente il tipo di luce presente per ogni scatto e si regolano di conseguenza.
Conviene conoscere come padroneggiare gli automatismi per avere la macchina pronta allo scatto quando ci serve.

L'esposizione

L'esposizione è sempre il frutto di due elementi che si combinano nel momento in cui si scatta la foto: il tempo di posa, che influisce sulla quantità di luce che colpisce il sensore, e l'intensità della luce stessa. Il tempo, abbiamo visto, viene governato in automatico oppure in manuale agendo su un particolare dispositivo della fotocamera, l'otturatore, che apre e chiude il flusso di luce che colpisce il sensore. L'intensità luminosa viene invece regolata da un secondo elemento, presente in qualsiasi fotocamera: il diaframma. Ha la forma che assomiglia all'iride dell'occhio umano e si compone di lamelle sovrapposte che, scorrendo una sull'altra, modificano le dimensioni di un'apertura che si trova solitamente dietro o in mezzo alle lenti dell'obiettivo, visibile a occhio nudo guardando all'interno dell'obiettivo stesso.
Oltre a regolare la quantità di luce che passa, il diaframma influenza anche la messa a fuoco degli elementi presenti nella scena. Facendo un'analogia con un oggetto a noi familiare, il diaframma lavora come un rubinetto. Maggiore sarà l'apertura, più intenso sarà il flusso d'acqua che scorre. Mettendo l'apertura in relazione al tempo di posa, vediamo che se noi dovessimo versare cinque litri d'acqua per avere la corretta esposizione (la quantità di luce necessaria per impressionare correttamente il sensore) potremmo aprire il rubinetto per metà e attendere che l'acqua scorra nella misura richiesta, oppure aprirlo per intero e riempire il secchio in metà del tempo. Avremo comunque versato cinque litri d'acqua, ma il risultato, come vedremo, non sarà identico nei due casi.
Quando stiamo per scattare una foto, la macchina misura in automatico la quantità di luce che arriva al sensore e determina la giusta combinazione tra apertura del diaframma e tempo di posa, determinando così l'esposizione della scena. Di norma, sceglie valori intermedi sia di apertura sia di tempo, che talvolta non bastano a produrre una fotografia interessante. Anzi, in particolari situazioni, il risultato può essere addirittura sbagliato. Come vedremo meglio più avanti, esistono infatti fattori che possono trarre in inganno l'automatismo di calcolo. Diventa perciò indispensabile, ai fini di ottenere fotografie corrette in tutte le situazioni e per creare anche effetti creativi, conoscere come la fotocamera governa la luce e come possiamo portare i suoi automatismi sotto il nostro pieno controllo.

La messa a fuoco

La corretta messa a fuoco è un requisito essenziale per qualsiasi fotografia. Quando guardiamo gli oggetti e le persone intorno a noi, la nostra percezione è uniforme: ovunque spostiamo la nostra attenzione, vediamo sempre lo stesso livello di nitidezza. Di fatto i nostri occhi focalizzano continuamente ciò che osserviamo, adattandosi all'istante a qualsiasi variazione di distanza e di prospettiva, fornendoci così l'impressione che non esistano differenze tra gli oggetti vicini e lontani e che tutti siano costantemente a fuoco. Nella realtà, quando guardiamo qualcosa di vicino, gli oggetti lontani diventeranno sfocati nel perimetro visivo, e viceversa. L'obiettivo della fotocamera funziona nello stesso modo, con la differenza importante che nel momento di scattare la foto blocca la messa a fuoco a una determinata distanza e tutti gli oggetti presenti sull'ipotetico piano che passa per quella distanza saranno perfettamente nitidi, mentre gli oggetti più vicini o più lontani dall'obiettivo rispetto a tale distanza saranno via, via più sfocati. Ogni fotografia, perciò, ha un solo piano di messa a fuoco critica che viene determinato dalla fotocamera misurando in automatico la distanza in metri o centimetri tra l'obiettivo e il soggetto che si trova al centro del mirino nel momento in cui premiamo per metà il tasto di scatto.
Tuttò ciò che si trova su tale piano, ossia a tale distanza, detta fuoco critico, sarà perfettamente a fuoco e perciò apparirà distinto e nitido nella nostra fotografia. Ciò che invece sarà più lontano o più vicino all'obiettivo rispetto alla distanza di fuoco critico, sarà progressivamente sempre più sfocato fino al punto a diventare indistinguibile. Nella pratica, non è possibile riconoscere il piano di messa a fuoco a occhio nudo. Il passaggio dalla nitidezza alla sfocatura è graduale al punto da formare un'area entro la quale gli oggetti ci sembreranno comunque nitidi, anche se non avranno una messa a fuoco perfetta. Tale area prende il nome di profondità di campo e copre un'ampiezza variabile a seconda della distanza del soggetto dalla fotocamera, della lunghezza focale dell'obiettivo e dell'apertura di diaframma. Giocando sulla profondità di campo si creano effetti creativi molto interessanti e si può trasformare completamente una foto, a parità di soggetto e di condizioni di luce.
Quando si mette a fuoco un punto, esso ha la forma di un minuscolo cerchietto sul sensore o sulla superficie della pellicola. Il diametro di tale cerchio dipende dalla distanza a cui si trova l'oggetto a cui tale punto appartiene rispetto al piano di fuoco che abbiamo impostato per l'immagine e viene anche influenzato dall'apertura di diaframma.
Il nostro occhio ha una capacità limitata di discernere i dettagli e tende a trasformare in punti anche piccoli cerchi che abbiano una circonferenza inferiore a un certo valore denominato circolo o cerchio di confusione. Storicamente il circolo di confusione aveva un diametro di 0,25 mm per stampe osservate da una distanza di 25 cm, ma con lo sviluppo degli obiettivi a lunga focale e i sempre maggiori ingrandimenti delle foto, lo si considera ora compreso tra 0,20 o 0,33 mm a seconda delle situazioni. Il nostro occhio vedrà quindi come puntiforme qualsiasi cerchietto che abbia un diametro inferiore al cerchio di confusione, permettendoci perciò di ampliare l'efficacia della "focheggiatura" (messa a fuoco) e creando l'effetto della profondità di campo. Tale effetto è comunque proporzionale al livello d'ingrandimento che vogliamo raggiungere in stampa. Maggiori sono le dimensioni di quest'ultima, minore sarà l'effettiva profondità di campo percepita.
Ciò che appare perfettamente a fuoco in una stampa di piccolo formato apparirà fuori fuoco all'interno di un poster, questo perché il circolo di confusione, ingrandendosi, supererà la soglia minima di percezione del nostro occhio e noi vedremo un cerchio dove prima vedevamo solo un punto e perciò vedremo, correttamente, sfocato ciò che prima ci sembrava nitido.
Tieni conto di questo fatto quando progetti la tua foto e, in generale, per ottenere la massima estensione della messa a fuoco mantenete il diaframma più chiuso possibile oppure seleziona il programma "panorama" o un programma equivalente sulla tua fotocamera

La corretta esposizione

Abbinando l'apertura di diaframma e il giusto tempo di posa, otteniamo l'esposizione corretta della nostra immagine, ciò significa la giusta quantità di luce per mantenere dettagli visibili sia nelle zone scure sia nelle zone chiare dell'immagine.
Un'esposizione insufficiente produrrà infatti ombre solide, senza dettagli visibili, un'esposizione eccessiva produrrà superfici chiare slavate e uniformi. Il calcolo dei due fattori, apertura di diaframma e tempo di posa, viene eseguito in automatico dalla fotocamera lasciandoci liberi di concentrarci sulla scena che vogliamo fotografare. Può tuttavia capitare che il risultato sia deludente ossia che l'immagine sia troppo chiara o troppo scura nonostante la luce disponibile sia sufficiente per il funzionamento dell'esposimetro, ossia il sistema che calcola automaticamente l'esposizione. In effetti, la scena che abbiamo inquadrato può contenere elementi che traggono in inganno il sensore, falsando il risultato.
Le situazioni classiche in cui ciò si verifica corrispondono a scenari molto comuni nelle foto delle nostre vacanze estive o invernali: il bagliore della spiaggia e il riflesso del sole sull'acqua oppure sulla neve, inducono la macchina a percepire più luce di quanta ne sia effettivamente disponibile per illuminare il soggetto e di conseguenza la fotocamera tiene tempi di scatto più brevi del necessario producendo invariabilmente immagini troppo scure. Una situazione analoga si verifica quando fotografiamo controluce, con il sole basso che si staglia dietro al soggetto. La situazione inversa, accade quando invece lo sfondo dell'immagine è particolarmente scuro e il soggetto è chiaro: otterremo un'immagine slavata poiché il sensore percepirà una quantità di luce complessiva inferiore a quella effettivamente disponibile sul soggetto e perciò prolungherà la posa erroneamente.
Tutte le fotocamere calcolano l'esposizione basandosi su una media della luce raccolta da un'immagine che viene percepita in bianco e nero. Tale media può essere facilmente falsata nel caso in cui esista un forte contrasto o una forte differenza di illuminazione tra soggetto e sfondo.
Fortunatamente abbiamo a disposizione diverse soluzioni per ovviare a questo inconveniente. Vediamo le quattro principali. La prima consiste nel verificare se la nostra fotocamera dispone di un programma di esposizione automatico concepito appositamente per le foto in montagna e al mare, e quindi di attivarlo. Lo troviamo sempre più spesso nelle compatte di recente concezione, soprattutto quelle di fascia medio-alta.
La seconda soluzione consiste nel limitare l'area di lettura del sensore, vale a dire imporgli di calcolare la luminosità in un solo punto o porzione definita dell'immagine, anziché su tutta la scena. La tecnica prende il nome di esposizione spot. In tal modo potremo puntare il sensore direttamente sul soggetto e leggere la luce riflessa da quest'ultimo, ignorando quella proveniente dallo sfondo (chiaro o scuro che sia). Purtroppo l'esposizione spot è disponibile solo su macchine di un certo costo

Alcune tecniche di composizione

Avvicinati al soggetto.
Maggiore è l'importanza che il soggetto assume nella foto, più impatto avrà l'immagine.
La regola dei terzi.

Suddividi l'immagine in nove riquadri ipotetici, tracciando due linee verticali e due linee orizzontali distanziate con uno spazio pari a un terzo della larghezza o dell'altezza dell'immagine. Colloca i punti di maggiore interesse del soggetto in corrispondenza dei nodi d'intersezione di queste linee oppure sulle linee stesse. Evita di collocare il soggetto esattamente al centro oppure ai bordi dell'immagine, a meno che tu voglia creare un effetto particolare sfruttando il contrasto creato dagli altri elementi nell'immagine (insomma, si può sempre violare la regola a condizione di essere bravi nel farlo).
Fotografa figure intere.
Una gamba, un braccio troncati a metà creano una cattiva impressione. Se vuoi un'inquadratura a mezzo busto, elimina del tutto le gambe, non lasciate moncherini, e via di questo passo.
Se fotografi un panorama oppure un oggetto orizzontale assicurati che le linee orizzontali siano tali e non pendano da un lato oppure dall'altro.
Evita sfondi troppo ricchi.
Uno sfondo pieno di cose oppure uno sfondo molto appariscente distrae dal soggetto. Talvolta, benché lo sfondo sia relativamente libero, ci sono oggetti che capitano in posizioni sfortunate, come ad esempio un palo o un albero che sembrino uscire dalla testa. Cambia angolo di visione rispetto al consueto. Tante volte basta alzare la fotocamera sopra la testa oppure abbassarla a livello della vita per ottenere effetti creativi interessanti.
Mantieni l'immagine pulita. Minori saranno gli elementi presenti, meglio sarà.
Nei panorami mantenendo alta la linea dell'orizzonte si mette in evidenza il panorama terrestre, creando un'immagine ricca di contenuto e d'impatto. Le linee sinuose del fiume che fanno da contrasto alla linea regolare della pianura e al profilo frastagliato delle montagne creano movimento nell'immagine
Mantenendo centrale la linea dell'orizzonte si crea un effetto simmetrico tra terra e cielo,
Una linea dell'orizzonte bassa valorizza il cielo e crea un'atmosfera di spazio e di ampio respiro.

Se pensi che oltre ad un livello teorico abbia bisogno anche di esempi, fammi sapere cosa non ti è chiaro.

Ti saluto
Michele



brutoda
Messaggio: #17
Pollice.gif
la nuove macchine fano tutto loro e si perde l'uso del cervello.
ho 55 anni e ricordo che ero intasato da tanti libri e hoconosciuto un vecchio fotogravo di Firenze e notai che in canera oscure stampava senza taimer!!
esperienza e allo setsso modo usava la camera .
Trucco impostare f-11 e come tempo di esposizione la sensibilita' del film es asa 125 tempo 125 in pieno giorno e regolarsi di conseguenza se la luce diminuisce o aumenta - vedi in mobtagna .
adesso uso le nuove Nikon ma ho acquostato anche la FM3 meccanica .
Ritornado la vecchio fotografo mi spigo' che un rubinetto rende bene l'idea , piu' lo apri piu' passa acqua , nel nostro caso luce, l'otturatore regola il tempo che deve restare aperto il rubinetto, obbiettivo,
consiglio di usare una vecchia camera senza esposimetro , si trovano a poco e
consumare un paio di rotolini . Quando si riuscirà a fare almeno 10 foto su
36 si apprezzera' una F6 o una D2X perche farà quello che vuoi tu e non quello che vuole la macchina .
prova per credere - pieno giorno f 11 e tempo uguale circa al valore asa del film e sparare e imparare a valutare il negativo aiuto parecchio a valutere che tipo di bilanciamneto devo usare con una digitale .
ciao
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #18
Ciao Mariano, stai gia ricevendo ottimi consigli.
volevo solo chiederti la fonte delle foto che hai allegato, perchè più le guardo più mi sembrano non fotografie ma elaborazioni 3D in ComputerGraphics. Ed è molto probabile in quanto spesso gli spot pubblicitari sono realizzati in questa tecnica; ne è un esempio lo spot della Audi 6, realizzato da CFC Framestore.
.. scusate l'OT, ma guardando le immagini mi era venuta in mente questa cosa. wink.gif

saluti
Bruno
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #19
QUOTE(togusa @ Dec 14 2005, 06:47 PM)
Scusa ma... hai mai provato a simulare l'effetto rotazione su una ruota... in prospettiva?  hmmm.gif ...  Provaci, poi ne riparliamo. ph34r.gif

Prova ad ottenere lo stesso effetto della foto della X5, sulla Audi S4 della foto di poco prima... non si sa mai che ritratti.
Ciao!
*




Questa l'ho fatta in 5 minuti! (mosso differente per ruote, sfondo e riflessi sulla carrozzeria)

Ho ragione di credere che i fotografi e i grafici che lavorano per BMW abbiano sicuramente più tempo da dedicarci, più conoscenza di PS di me e soprattutto un file migliore di quello che ho usato io!

Ciao

Lorenzo
Anteprima(e) allegate
Immagine Allegata

 
mariano rizzi
Messaggio: #20
ciao grazie mille per la guida...ma non è la stessa che si scarica dal sito nikon? cmq se potresti farmi vedere degli esempi con i vari settaggi ne sarei grato.

Grazie per il tempo dedicatomi!!! Grazie Tante Mariano
mariano rizzi
Messaggio: #21
scusate ma non capisco una cosa l'f number cosa indica? l'apertura del diaframma??

più alto è l'f number (es f. 11) e più aperto è il diaframma o è al contrario?? blink.gif

grazie......lo so che non me ne intendo di questi dati è che è da poco che inizio ad interessarmi di impostazioni macchina fotografica....
Michele Festa
Messaggio: #22
QUOTE(mariano rizzi @ Dec 14 2005, 10:17 PM)
ciao grazie mille per la guida...ma non è la stessa che si scarica dal sito nikon? cmq se potresti farmi vedere degli esempi con i vari settaggi ne sarei grato.

Grazie per il tempo dedicatomi!!! Grazie Tante Mariano
*


I principi generali sono gli stessi, perchè i fondamentali della fotografia non sono un'opinione aleatoria che chiunque può interpretare. Sono le basi per tutti, universalmente e convenzionalmente riconosciute, un po' come i teoremi matematici, sta a te studiarli e metterli in pratica. Pensavo non avessi letto l'experience sul forum, altrimenti non avrei scritto quel po' po' di roba.
Comunque ripeto, ti consiglio di studiare con attenzione e sperimentare.

Ti saluto
Michele

Messaggio modificato da Michele Festa il Dec 14 2005, 11:03 PM
togusa
Messaggio: #23
QUOTE(mariano rizzi @ Dec 14 2005, 10:35 PM)
scusate ma non capisco una cosa l'f number cosa indica? l'apertura del diaframma??

più alto è l'f number (es f. 11) e più aperto è il diaframma o è al contrario?? blink.gif

grazie......lo so che non me ne intendo di questi dati è che è da poco che inizio ad interessarmi di impostazioni macchina fotografica....
*




E' il contrario. A F/11 e' piu' chiuso che a F/8, che a sua volta e' piu' chiuso di F/4 e via cosi'...
buzz
Staff
Messaggio: #24
E' lodevole la dedizione con la quale ci si prodiga a spiegare le tecniche più sofisticate per ottenere i risultati delle foto in questione.
Tuttavia non credo che questo possa all'attuale giovare al nostro amico, e Michele è quello che più ha centrato il problema (non è il solo!)

Se devo ancora prendere la patente di guida, non posso chiedere all'istruttore comne si controlla la macchina in derapata, come si fa un testa coda e come si entra in curva a 300 all'ora con una ferrari F1.
Mi fa piacere che ci sia tanta voglia di imparare e degli obiettivi ambiziosi da raggiungere, e auguro al nostro amico di ragiungerli al più presto. Però non dobbiamo dimenticare che prima della laurea occorrono anni di studio, passando dalle scuole elementari per tutte le tappe necessarie.

Non volermene Mariano, ma spero che raggiungerai quei risultati al più presto. Intanto comincia a usare la coppia tempo-diaframma nel migliore dei modi, a capire cosa è la profondità di campo, a conoscere i filtri e le tecniche compositive e di scatto. Poi, lasciando intatto il tuo senso artistico, una volta imparato a "giuidare" la fotocamera, potrai anche andare fuoristrada, e cimentarti nello still-life e nelle foto di effetto come quelle che hai preso ad esempio.
Segui il forum, vai per gradi e mostraci i risultati.
Michele Festa
Messaggio: #25
Allora tento un'ultima spiegazione a proposito della coppia tempo diaframma e della profondità di campo.
Sappi che più il diaframma aumenta di numero, da 1,8 a 22, più si chiude e meno luce entra sul sensore o pellicola, viceversa se si va da 22 a 1,8. Ora supponendo che tu imposti in manuale la ripresa di una certa scena, la scala dell'esposimetro si fermerà a zero quando la chiusura del diaframma e il tempo di apertura dello stesso saranno sufficienti per avere una giusta illuminazione per la scena. Esempio per una certa inquadratura di una scena l'esposimetro dice che è corretta con un tempo di 1/125 e un diaframma 8.
Ora riprendendo il discorso del rubinetto che ti ho fatto nel mini tutorial precedente, posso ottenere ugualmente la scena corretta variando questo rapporto. Ad esempio decido di aprire di più il diaframma(poi ti spiegherò perchè), è chiaro che così entra più luce allora per ottenere ugualmente la corretta esposizione dovrò diminuire il tempo di apertura. Riprendendo l'esempio di prima,decido di passare da diaframma 8 a diaframma 2,8, per cui apro il diaframma di 3 scatti( che vengono detti in genere stop), significa che dovrò ridurre il tempo di tre stop, per cui dovrò passare da 1/125 a1/1000 di secondo.
Tu mi chiederai ma a cosa serve variare la coppia tempo diaframma se poi ottengo sempre la stessa quantità di luce?? Qui entra in gioco il discorso della profondità di campo, perchè una volta che ho messo il soggetto a fuoco, più il diaframma sarà chiuso, più lo sfondo dietro al soggetto sarà sfocato, per esempio così:

user posted image

Come vedi lo sfondo dietro al soggetto è sfocato perchè il diaframma è molto aperto, 2,8 e il tempo molto breve 1\1000.

Se invece a parità di luce che colpirà il sensore vario la coppia tempo diaframma di 4 stop, quindi da 2,8 passo a 11 e da 1\1000 passo a1\60 allora a parità di luce laprofondità di campo, cioè la parte a fuoco sarà molto più estesa, ad esempio così:


user posted image L'immagine è praticamente tutta a fuoco. Perchè il diaframma è molto chiuso.

Ovviamente le variabili sono tante nella fotografia ma spero di essere riuscito a farti capire a cosa serve il rapporto tempo diaframma. Ora non ti resta altro che leggere, studiare, sperimentare e farci vedere le tue foto. Buon divertimento

Rinnovo i saluti
Michele

Messaggio modificato da Michele Festa il Dec 15 2005, 01:42 AM
 
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