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Ilford Fp4 Ad Alto Contrasto
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UnoSD
Messaggio: #1
Salve a tutti!

Ho cominciato da poco a sviluppare e stampare foto in bianco e nero ed, a disposizione presso il laboratorio, ho solo Ilfosol 3 per lo sviluppo, bloccaggio in acqua corrente e fissaggio con Hypam.

Seguo il manuale dell'Ilfosol 3 che dice di sviluppare per 4 minuti +/- 10% per ogni grado in meno e in più rispetto ai 24° standard...

Risciacquo veloce, fissaggio per 3 minuti, lavaggio con sapone e poi stampa!

Ho notato però che c'è veramente pochissimo contrasto nelle foto! Come posso risolvere questo problema? Uso la carta Ilfospeed rc deluxe 3 che dovrebbe essere abbastanza contrastata ma le foto continuano a venire un po' tutte sul grigio!

Qualcuno saprebbe gentilmente aiutarmi? (Se è possibile con gli strumenti che già ho, visto che il laboratorio non è mio e non ho gran disponibilità economica preferirei non comprare niente ma modificare il processo! Magari facendo un tiraggio alla pellicola se serve!)

Grazie,

Stefano
Lutz!
Messaggio: #2
QUOTE(UnoSD @ May 18 2011, 10:40 PM) *
Salve a tutti!

Ho cominciato da poco a sviluppare e stampare foto in bianco e nero ed, a disposizione presso il laboratorio, ho solo Ilfosol 3 per lo sviluppo, bloccaggio in acqua corrente e fissaggio con Hypam.

Seguo il manuale dell'Ilfosol 3 che dice di sviluppare per 4 minuti +/- 10% per ogni grado in meno e in più rispetto ai 24° standard...

Risciacquo veloce, fissaggio per 3 minuti, lavaggio con sapone e poi stampa!

Ho notato però che c'è veramente pochissimo contrasto nelle foto! Come posso risolvere questo problema? Uso la carta Ilfospeed rc deluxe 3 che dovrebbe essere abbastanza contrastata ma le foto continuano a venire un po' tutte sul grigio!

Qualcuno saprebbe gentilmente aiutarmi? (Se è possibile con gli strumenti che già ho, visto che il laboratorio non è mio e non ho gran disponibilità economica preferirei non comprare niente ma modificare il processo! Magari facendo un tiraggio alla pellicola se serve!)

Grazie,

Stefano


Ma parli della MultiGrade? L'ingranditore ha i filtri colorati appositi? Perche non usi il bagno di stop?


andreasoft
Messaggio: #3
QUOTE(UnoSD @ May 18 2011, 10:40 PM) *
Salve a tutti!

Ho cominciato da poco a sviluppare e stampare foto in bianco e nero ed, a disposizione presso il laboratorio, ho solo Ilfosol 3 per lo sviluppo, bloccaggio in acqua corrente e fissaggio con Hypam.

Seguo il manuale dell'Ilfosol 3 che dice di sviluppare per 4 minuti +/- 10% per ogni grado in meno e in più rispetto ai 24° standard...

Risciacquo veloce, fissaggio per 3 minuti, lavaggio con sapone e poi stampa!

Ho notato però che c'è veramente pochissimo contrasto nelle foto! Come posso risolvere questo problema? Uso la carta Ilfospeed rc deluxe 3 che dovrebbe essere abbastanza contrastata ma le foto continuano a venire un po' tutte sul grigio!

Qualcuno saprebbe gentilmente aiutarmi? (Se è possibile con gli strumenti che già ho, visto che il laboratorio non è mio e non ho gran disponibilità economica preferirei non comprare niente ma modificare il processo! Magari facendo un tiraggio alla pellicola se serve!)

Grazie,

Stefano


Vediamo un pò.

La terminologia standard è "stop" e non "bloccaggio". E' anche consigliabile utilizzare il bagno di stop vero, in quanto esso blocca ISTANTANEAMENTE la reazione, che non va più avanti. E' importante eseguire il procedimento corretto, perchè è inutile mettersi a contare i secondi e minuti di sviluppo, i gradi di temperatura, etc etc,, se poi lo sviluppo non si arresta nel momento voluto ma in uno casuale. NON lavare la pellicola con acqua e sapone (!!!!), usa acqua distillata con una piccola goccia di apposito imbibente, evitando di agitare troppo, per evitare bolle.

Ciò premesso, è bene distinguere tra contrasto del negativo e contrasto della stampa. Ovviamente stiamo parlando del macrocontrasto (cosa diversa dal microcontrasto, qui il discorso si fa lungo). Bisogna vedere prima che contrasto ha il tuo negativo, ed esso dipende da tantissime cose, ad es.

- tiraggio pellicola (maggiore tiraggio --> maggiore contrasto)
- agitazione della tank (maggiore agitazione --> maggiore contrasto)
- caratteristiche chimiche dello sviluppo utilizzato
- caratteristiche della pellicola
- esposizione della pellicola
- luce presente al momento dello scatto
....
....

Ti faccio un esempio. Un negativo FP4 esposto in luce piatta e scarsa sarà sicuramente poco contrastato; in quel caso è consigliabile come primo passo sottoesporre e sovrasviluppare la pellicola (ovvero, "tirarla"). Potresti valutare di effettuare uno sviluppo con agitazione vivace e/o usare uno sviluppo che esalta il contrasto. Normalmente io uso la Ilford Delta 400 su due corpi differenti. Un corpo è esposto e sviluppato a 200 ISO, l'altro a 1600. Il primo lo uso il luce forte e contrastata, il secondo in luce piatta e debole.

Ti consiglio di valutare (ed imparare a valutare) ad occhio il contrasto del negativo, perchè quella è la base di partenza per stabilire il contrasto della stampa. Puoi valutare il negativo per trasparenza o direttamente sotto l'ingranditore, guarda se ci sono ombre tappate o alte luci bloccate, oppure se c'è una uniforme e morbida tonalità di grigi. Ci vuole un minimo di esperienza in questo. Se hai davanti un negativo contrastato e vuoi ricondurlo ad un range normale, userai un filtro multigrade basso, ad es. un n° 1. Viceversa passerai ad es. ad un n° 4, ricordando che l'esposizione sotto l'ingranditore raddoppia all'incirca nel passaggio dal filtro 3 al filtro 4.

Una volta ottenuta una prima stampa che ti soddisfa come macrocontrasto ed esposizione (bianche, neri, grigi) ..... sei in realtà solo al punto di partenza.

Infatti, che ci sono sicuramente zone da sistemare con mascherature, bruciature, variazioni locali di contrasto, etc etc, tutte lavorazioni da valutare con la stampa di lavoro sott'occhio, in base alla PREVISUALIZZAZIONE effettuata dal fotografo al momento dello scatto (o anche successivamente).

Non demordere, se hai altri dubbi, chiedi pure.

Spero di esserti stato utile, ciao! smile.gif
Lutz!
Messaggio: #4
QUOTE(andreasoft @ May 20 2011, 02:56 PM) *
Vediamo un pò.

La terminologia standard è "stop" e non "bloccaggio". E' anche consigliabile utilizzare il bagno di stop vero, in quanto esso blocca ISTANTANEAMENTE la reazione, che non va più avanti. E' importante eseguire il procedimento corretto, perchè è inutile mettersi a contare i secondi e minuti di sviluppo, i gradi di temperatura, etc etc,, se poi lo sviluppo non si arresta nel momento voluto ma in uno casuale. NON lavare la pellicola con acqua e sapone (!!!!), usa acqua distillata con una piccola goccia di apposito imbibente, evitando di agitare troppo, per evitare bolle.

Ciò premesso, è bene distinguere tra contrasto del negativo e contrasto della stampa. Ovviamente stiamo parlando del macrocontrasto (cosa diversa dal microcontrasto, qui il discorso si fa lungo). Bisogna vedere prima che contrasto ha il tuo negativo, ed esso dipende da tantissime cose, ad es.

- tiraggio pellicola (maggiore tiraggio --> maggiore contrasto)
- agitazione della tank (maggiore agitazione --> maggiore contrasto)
- caratteristiche chimiche dello sviluppo utilizzato
- caratteristiche della pellicola
- esposizione della pellicola
- luce presente al momento dello scatto
....
....

Ti faccio un esempio. Un negativo FP4 esposto in luce piatta e scarsa sarà sicuramente poco contrastato; in quel caso è consigliabile come primo passo sottoesporre e sovrasviluppare la pellicola (ovvero, "tirarla"). Potresti valutare di effettuare uno sviluppo con agitazione vivace e/o usare uno sviluppo che esalta il contrasto. Normalmente io uso la Ilford Delta 400 su due corpi differenti. Un corpo è esposto e sviluppato a 200 ISO, l'altro a 1600. Il primo lo uso il luce forte e contrastata, il secondo in luce piatta e debole.

Ti consiglio di valutare (ed imparare a valutare) ad occhio il contrasto del negativo, perchè quella è la base di partenza per stabilire il contrasto della stampa. Puoi valutare il negativo per trasparenza o direttamente sotto l'ingranditore, guarda se ci sono ombre tappate o alte luci bloccate, oppure se c'è una uniforme e morbida tonalità di grigi. Ci vuole un minimo di esperienza in questo. Se hai davanti un negativo contrastato e vuoi ricondurlo ad un range normale, userai un filtro multigrade basso, ad es. un n° 1. Viceversa passerai ad es. ad un n° 4, ricordando che l'esposizione sotto l'ingranditore raddoppia all'incirca nel passaggio dal filtro 3 al filtro 4.

Una volta ottenuta una prima stampa che ti soddisfa come macrocontrasto ed esposizione (bianche, neri, grigi) ..... sei in realtà solo al punto di partenza.

Infatti, che ci sono sicuramente zone da sistemare con mascherature, bruciature, variazioni locali di contrasto, etc etc, tutte lavorazioni da valutare con la stampa di lavoro sott'occhio, in base alla PREVISUALIZZAZIONE effettuata dal fotografo al momento dello scatto (o anche successivamente).

Non demordere, se hai altri dubbi, chiedi pure.

Spero di esserti stato utile, ciao! smile.gif

Andrea ottima risposta!! E trovo giusto dire... una volta ottenuta la prima stampa.... sei in realta' al punto di partenza! Sante parole.
bergat@tiscali.it
Messaggio: #5
Poco contrasto nelle foto? ma il negativo è ben contrastato o no? se lo e e la foto stampata non lo è dipende dallo sviluppo esaurito oppure dal tempo troppo esiguo nello sviluppo.
UnoSD
Messaggio: #6
QUOTE(Lutz! @ May 19 2011, 10:44 PM) *
Ma parli della MultiGrade? L'ingranditore ha i filtri colorati appositi? Perche non usi il bagno di stop?


Si, per lo sviluppo carta uso il Multigrade. Intendi i filtri per non imprimere la carta? (Se quelli, ovviamente si...) Non uso il bagno di stop, come ho detto, perché non è roba mia! Al laboratorio mi ci appoggio soltanto!

QUOTE(andreasoft @ May 20 2011, 02:56 PM) *
Vediamo un pò.

La terminologia standard è "stop" e non "bloccaggio". E' anche consigliabile utilizzare il bagno di stop vero, in quanto esso blocca ISTANTANEAMENTE la reazione, che non va più avanti. E' importante eseguire il procedimento corretto, perchè è inutile mettersi a contare i secondi e minuti di sviluppo, i gradi di temperatura, etc etc,, se poi lo sviluppo non si arresta nel momento voluto ma in uno casuale. NON lavare la pellicola con acqua e sapone (!!!!), usa acqua distillata con una piccola goccia di apposito imbibente, evitando di agitare troppo, per evitare bolle.

Come ho già detto non posso portare altra roba nel laboratorio, comunque ovviamente c'è il sapone specifico per le pellicole, non uso certo il sapone per le mani!

QUOTE(andreasoft @ May 20 2011, 02:56 PM) *
Ciò premesso, è bene distinguere tra contrasto del negativo e contrasto della stampa. Ovviamente stiamo parlando del macrocontrasto (cosa diversa dal microcontrasto, qui il discorso si fa lungo). Bisogna vedere prima che contrasto ha il tuo negativo, ed esso dipende da tantissime cose, ad es.

- tiraggio pellicola (maggiore tiraggio --> maggiore contrasto)
- agitazione della tank (maggiore agitazione --> maggiore contrasto)
- caratteristiche chimiche dello sviluppo utilizzato
- caratteristiche della pellicola
- esposizione della pellicola
- luce presente al momento dello scatto
....
....

Ti faccio un esempio. Un negativo FP4 esposto in luce piatta e scarsa sarà sicuramente poco contrastato; in quel caso è consigliabile come primo passo sottoesporre e sovrasviluppare la pellicola (ovvero, "tirarla"). Potresti valutare di effettuare uno sviluppo con agitazione vivace e/o usare uno sviluppo che esalta il contrasto. Normalmente io uso la Ilford Delta 400 su due corpi differenti. Un corpo è esposto e sviluppato a 200 ISO, l'altro a 1600. Il primo lo uso il luce forte e contrastata, il secondo in luce piatta e debole.

Ti consiglio di valutare (ed imparare a valutare) ad occhio il contrasto del negativo, perchè quella è la base di partenza per stabilire il contrasto della stampa. Puoi valutare il negativo per trasparenza o direttamente sotto l'ingranditore, guarda se ci sono ombre tappate o alte luci bloccate, oppure se c'è una uniforme e morbida tonalità di grigi. Ci vuole un minimo di esperienza in questo. Se hai davanti un negativo contrastato e vuoi ricondurlo ad un range normale, userai un filtro multigrade basso, ad es. un n° 1. Viceversa passerai ad es. ad un n° 4, ricordando che l'esposizione sotto l'ingranditore raddoppia all'incirca nel passaggio dal filtro 3 al filtro 4.

Non so distinguere il contrasto di un negativo, potrei condividere la scansione di un fotogramma? Si capirebbe?
Cmq già avevo pensato di tirare l'FP4 a 200, ma non sapevo se bastasse quello! Ribadisco la domanda: Cos'è il multigrade? Non ne ho mai sentito parlare!

QUOTE(andreasoft @ May 20 2011, 02:56 PM) *
Una volta ottenuta una prima stampa che ti soddisfa come macrocontrasto ed esposizione (bianche, neri, grigi) ..... sei in realtà solo al punto di partenza.

Infatti, che ci sono sicuramente zone da sistemare con mascherature, bruciature, variazioni locali di contrasto, etc etc, tutte lavorazioni da valutare con la stampa di lavoro sott'occhio, in base alla PREVISUALIZZAZIONE effettuata dal fotografo al momento dello scatto (o anche successivamente).

Non demordere, se hai altri dubbi, chiedi pure.

Spero di esserti stato utile, ciao! smile.gif

Grazie mille per la risposta, spero di riuscire a far venire dei buoni negativi e buone stampe col vostro aiuto! (Ammesso di capire cos'è il multigrade e essendo comunque impossibilitato a fare un bagno di stop alla regola dell'arte...)


QUOTE(bergat@tiscali.it @ May 20 2011, 03:23 PM) *
Poco contrasto nelle foto? ma il negativo è ben contrastato o no? se lo e e la foto stampata non lo è dipende dallo sviluppo esaurito oppure dal tempo troppo esiguo nello sviluppo.

Le foto sono molto contrastate, anche perché prendo spesso aree con alte luci forti e molti neri! (Ovviamente parlando del digitale, anche se in analogico lo scarto di brillanza dovrebbe essere maggiore!)
andreasoft
Messaggio: #7
QUOTE(UnoSD @ May 21 2011, 01:38 AM) *
Si, per lo sviluppo carta uso il Multigrade. Intendi i filtri per non imprimere la carta? (Se quelli, ovviamente si...) Non uso il bagno di stop, come ho detto, perché non è roba mia! Al laboratorio mi ci appoggio soltanto!
Come ho già detto non posso portare altra roba nel laboratorio, comunque ovviamente c'è il sapone specifico per le pellicole, non uso certo il sapone per le mani!
Non so distinguere il contrasto di un negativo, potrei condividere la scansione di un fotogramma? Si capirebbe?
Cmq già avevo pensato di tirare l'FP4 a 200, ma non sapevo se bastasse quello! Ribadisco la domanda: Cos'è il multigrade? Non ne ho mai sentito parlare!
Grazie mille per la risposta, spero di riuscire a far venire dei buoni negativi e buone stampe col vostro aiuto! (Ammesso di capire cos'è il multigrade e essendo comunque impossibilitato a fare un bagno di stop alla regola dell'arte...)
Le foto sono molto contrastate, anche perché prendo spesso aree con alte luci forti e molti neri! (Ovviamente parlando del digitale, anche se in analogico lo scarto di brillanza dovrebbe essere maggiore!)


C'è un pò di confusione, perchè oltre a non avere le idee chiare sui procedimenti minimi di base di camera oscura, mi sembra che manchi anche un minimo di esperienza "visiva", cosa indispensabile per poter fotografare, prima ancora che mettersi a stampare.

Provo a chiarire due concetti base.

Primo concetto: il contrasto del negativo. Scatta due ritratti e sviluppali tutti e due alla stessa maniera. Uno scattalo in pieno sole, controluce, a mezzogirno, in una spiaggia o in un posto con moltissima luce; l'altro in un giorno nuvoloso con poca luce, o in ombra piena. In questo modo hai due negativi: il primo ad alto contrasto, il secondo a basso contrasto. Allenati anche a guardare i negativi e a riconoscerne le caratteristiche, andando a vedere se ci sono forti zone di alte luci ed ombre profonde (alto contrasto) oppure tonalità uniformi (basso contrassto).

Secondo concetto: il multigrade. Si tratta di una carta da stampa che consente di variare il contrasto della stampa (NON del negativo ...) variando un filtro colorato posto sull'ingrnaditore, in un apposito cassettino. I colori sono grafduati da 0 a 5, in ordine crescente di contrasto.

Ti consiglio fortemente di leggere CON ATTENZIONE il capitolo dedicato alla camera oscura in "Teoria e pratica della Reflex", di Giulio Forti; è un testo semplice ed abbastanza completo, ideale per iniziare. Altrimenti c'è la "bibbia", ovvero "La stampa", Ansel Adams.

Spero di esserti stato uttile. La stampa e lo sviluppo sono procedimenti di base SEMPLICI, però richiedono l'applicazione costante di alcune semplici regole, che se disattese, portano poi ad incostanza di risultati e risultati inattesi: bagni chimici freschi, preparati ad arte, tempi misurati bene, avere il procedimento CHIARO nella testa, ed un minimo di esperienza visiva.

Ciao smile.gif

Messaggio modificato da andreasoft il May 22 2011, 07:55 AM
UnoSD
Messaggio: #8
QUOTE(andreasoft @ May 22 2011, 08:54 AM) *
C'è un pò di confusione, perchè oltre a non avere le idee chiare sui procedimenti minimi di base di camera oscura, mi sembra che manchi anche un minimo di esperienza "visiva", cosa indispensabile per poter fotografare, prima ancora che mettersi a stampare.

Provo a chiarire due concetti base.

Primo concetto: il contrasto del negativo. Scatta due ritratti e sviluppali tutti e due alla stessa maniera. Uno scattalo in pieno sole, controluce, a mezzogirno, in una spiaggia o in un posto con moltissima luce; l'altro in un giorno nuvoloso con poca luce, o in ombra piena. In questo modo hai due negativi: il primo ad alto contrasto, il secondo a basso contrasto. Allenati anche a guardare i negativi e a riconoscerne le caratteristiche, andando a vedere se ci sono forti zone di alte luci ed ombre profonde (alto contrasto) oppure tonalità uniformi (basso contrassto).

Secondo concetto: il multigrade. Si tratta di una carta da stampa che consente di variare il contrasto della stampa (NON del negativo ...) variando un filtro colorato posto sull'ingrnaditore, in un apposito cassettino. I colori sono grafduati da 0 a 5, in ordine crescente di contrasto.

Ti consiglio fortemente di leggere CON ATTENZIONE il capitolo dedicato alla camera oscura in "Teoria e pratica della Reflex", di Giulio Forti; è un testo semplice ed abbastanza completo, ideale per iniziare. Altrimenti c'è la "bibbia", ovvero "La stampa", Ansel Adams.

Spero di esserti stato uttile. La stampa e lo sviluppo sono procedimenti di base SEMPLICI, però richiedono l'applicazione costante di alcune semplici regole, che se disattese, portano poi ad incostanza di risultati e risultati inattesi: bagni chimici freschi, preparati ad arte, tempi misurati bene, avere il procedimento CHIARO nella testa, ed un minimo di esperienza visiva.

Ciao smile.gif


So benissimo cos'è il contrasto.

Il multigrade non c'è nel laboratorio dove sviluppo.

Purtroppo non ci siamo capiti; volevo qualche dritta sul processo di sviluppo e stampa per aumentare il contrasto con gli strumenti che già ho a disposizione come ho detto più volte in tutto il topic. Quello che ho appreso riguardo questi procedimenti deriva direttamente dal corso che ho fatto lì e purtroppo non è di alto livello, tanto è vero che scaricando i manuali de "Ilfosol 3", "Fp4" e carta e oscurando meglio (era fatta malissimo) la camera oscura ho migliorato io stesso il tenore di qualità del laboratorio (questo per dare un'idea). La prossima volta che andrò sarà mercoledì, c'è qualcosa che posso fare per il mio prossimo rullino (oltre al tiraggio che farò) dati questi presupposti?
bergat@tiscali.it
Messaggio: #9
Per aumentare il contrasto nello sviluppo, bisogna sicuramente aumentare il tempo di sviluppo o la temperatura, se era questo che volevi sapere....
buzz
Staff
Messaggio: #10
Probabilmente il rullino non è perfettamente sviluppato, e per saperlo controlla le scritte sui bordi, che devono essere nere e nette.
Come ti ha consigliato bergat, allunga i tempi di sviluppo e cpontrolla bene il fissaggio, perchp se troppo breve lascia il negativo velato e quindi meno contrastato del dovuto.
Il bagno di ARRESTO (stop è l'unità di misura che raddoppia la luce che entra o esce da un'ottica) che è economicissimo ma utile, non è indispensabile in quanto il fissaggio di per sè arresta lo sviluppo. Serve piuttosto a preservare e risparmiare il fissaggio, quando si stampa molto, dato che quest'ultimo è riutilizzabile senza conseguenze, per molte volte.
se hai problemi di contrasto puoi anche usare la mascheratura selettiva.
UnoSD
Messaggio: #11
QUOTE(bergat@tiscali.it @ May 22 2011, 10:38 AM) *
Per aumentare il contrasto nello sviluppo, bisogna sicuramente aumentare il tempo di sviluppo o la temperatura, se era questo che volevi sapere....


Per i tempi ho seguito pedissequamente le istruzioni dell'Ilfosol 3! (Manuale pdf completo scaricato da internet)

Di quanto mi consigli di aumentare?

QUOTE(buzz @ May 22 2011, 11:25 AM) *
Probabilmente il rullino non è perfettamente sviluppato, e per saperlo controlla le scritte sui bordi, che devono essere nere e nette.
Come ti ha consigliato bergat, allunga i tempi di sviluppo e cpontrolla bene il fissaggio, perchp se troppo breve lascia il negativo velato e quindi meno contrastato del dovuto.
Il bagno di ARRESTO (stop è l'unità di misura che raddoppia la luce che entra o esce da un'ottica) che è economicissimo ma utile, non è indispensabile in quanto il fissaggio di per sè arresta lo sviluppo. Serve piuttosto a preservare e risparmiare il fissaggio, quando si stampa molto, dato che quest'ultimo è riutilizzabile senza conseguenze, per molte volte.
se hai problemi di contrasto puoi anche usare la mascheratura selettiva.


Le scritte sui bordi sono perfette, domani faccio una scansione o una foto alla pellicola e ve la mostro! ( Ora sono un po' stanco, ho appena finito di pittare casa! smile.gif )

Per la terminologia allora decidetevi!! Qual'è quella esatta??? XD
Però putroppo penso di non poterlo prendere entro mercoledì! Riproverò con la sola acqua!

Intendi usare un foglio di plastica trasparente e bloccare la luce sulle zone già chiare e far inscurire la scure, giusto?

Cmq proverò anche col tiraggio a 200! Ma di quanto allungo i tempi?

P.s. Può aver influito anche il fatto che la camera non è perfettamente "oscura", vero?
decarolisalfredo
Messaggio: #12
Mi associo a Buzz!

Comunque se usi la carta Multigrade dovresti avere i filtri quelli che dal giallo vanno al magenta, a seconda del filtro che introduci nel cassettino dell'ingranditore la carta sarà di una gradazione diversa.
Più monti un filtro con numero alto, più la foto verrà contrastata.

Se sei senza filtri la gradazione corrisponde ad un 2 e mezza circa.

Il filtro per non far impressionare la carta deve essere rosso, così come la lampada, se hai una lampada giallo verde ti rovina la Multigrade come se avesse preso luce.
Il massimo sarebbe la sua lampada di color ambra, ma costicchiano e non tutti l'hanno.
buzz
Staff
Messaggio: #13
credo di aver capito che usa la ilfospeed, quindi carta "tranquilla" per la lampada gialloverde.
Se hai infiltrazioni di luce in camera oscura veli sia il negativo che le stampe!
Ovvio che influisce. Molto più sul negativo e meno sulle stampe, ma dipende da quanto tempo li lasci esposti fuori dai loro scatoli di sicurezza.
Il bagno di arresto (non litighiamo sulla terminologia ma credo di aver ragione io in questo caso, ma vorrei sentire l'opinione di andreasoft) è semplice acido acetico glaciale diluito (3% circa) ed è sostituibile anche con normale aceto bianco da cucina, ma solo se raffinato.
andreasoft
Messaggio: #14
QUOTE(UnoSD @ May 22 2011, 10:31 AM) *
So benissimo cos'è il contrasto.


Beh, da quello che hai scritto prima, io ho capito esattamente il contrario, ti riporto la tua risposta: "Non so distinguere il contrasto di un negativo, potrei condividere la scansione di un fotogramma? Si capirebbe?"

QUOTE(UnoSD @ May 22 2011, 10:31 AM) *
... Il multigrade non c'è nel laboratorio dove sviluppo.
Purtroppo non ci siamo capiti; volevo qualche dritta sul processo di sviluppo e stampa per aumentare il contrasto con gli strumenti che già ho a disposizione come ho detto più volte in tutto il topic ... c'è qualcosa che posso fare per il mio prossimo rullino (oltre al tiraggio che farò) dati questi presupposti?


Se non hai carta multigrade, significa che dovrai stampare a gradazione fissa. L'unica cosa per aumentare il contrasto è usare le gradazioni 4 o 5, ma bisogna sempre vedere il negativo, tali gradazioni richiedono negativi poco contrastati. Come aumentare il contrasto del negativo te l'avevo già accennato, te lo ripeto brevemente: agitazione superiore e tiraggio della pellicola (sottoesponi di uno o due stop e prolunga lo sviluppo del 20-30%). Ti ricordo ancora che il contrasto dipende anche dalla luce, e per trasformare una luce molto piatta in una piena di contrasti forti occorre un bel tiraggio e una gradazione di carta elevata.
Zio Bob
Messaggio: #15
Se il negativo ha poco contrasto:
-diminuire la diluizione dello sviluppo (più prodotto meno acqua);
-aumentare il tempo complessivo di sviluppo;
-aumentare il tempo complessivo di agitazione (ma questo fa diminuire l'acutanza e quindi la nitidezza);
-aumentare la temperatura.

I parametri riportati dalla casa produttrice del chimico, possono avere effetti diversi a causa dell'interazione con altre sostanze contenute nell'acqua utilizzata. Il procedimento va standardizzato attraverso una serie di prove.

Se la stampa ha poco contrasto e stampi con una testa a diffusore (colori) utilizzando carta multigrade:
-aumentando il giallo diminuisce il contrasto;
-aumentando il magenta aumenta il contrasto.

Se la stampa ha poco contrasto e stampi con una testa a condensatore (BN) utilizzando carta multigrade:
-aumentando il numero che contraddistingue il filtro aumenta il contrasto.

In ogni caso, se la stampa ha poco contrasto:
-assicurati che l'azione dello sviluppo (della carta) sia completato evitando di sovraesporre e sottosviluppare. La giusta esposizione va trovata facendo diversi tentativi ma sempre ultimando lo sviluppo (in modo che la stampa si sia annerita al massimo).

Trovato il giusto equilibrio, mi concentrerei sulla acutanza, per ottenere il massimo dei risultati possibili. Per farlo bisogna trovare il miglior sviluppo del negativo considerando che l'acutanza aumenta se:
-aumenta la diluizione dello sviluppo con conseguente aumento dei tempi di sviluppo;
-diminuisce l'agitazione in fase di sviluppo del negativo;
-si prediligono gli sviluppi usa e getta rispetto a quelli riutilizzabili.

Aumentare l'acutanza equivale a migliorare la nitidezza dell'immagine. Lavorandoci sopra si possono ottenere risultati incredibili.

Buone stampe,ma soprattutto buoni sviluppi!
Zio Bob
Messaggio: #16
Aggiungo:
Altri elementi importanti sono:
- come è stata esposta la pellicola (50, 125 o 200 asa);
- hai controllato bene il tempo di sviluppo e la diluizione? Ad esempio la fp4 in ilfosol S va sviluppata per 6,5' in diluizione 1+4 ma in 6,5' in diluizione 1+9;
- ovviamente lo sviluppo non era già stato usato in precedenza (in caso di soluzioni riutilizzabili, bisogna incrementare il tempo ad ogni successivo sviluppo come ad esempio si fa(ceva?) con il tmax);
- controlla lo stato di conservazione dello sviluppo, che non sia vecchio.
UnoSD
Messaggio: #17
QUOTE(decarolisalfredo @ May 22 2011, 10:40 PM) *
Mi associo a Buzz!

Comunque se usi la carta Multigrade dovresti avere i filtri quelli che dal giallo vanno al magenta, a seconda del filtro che introduci nel cassettino dell'ingranditore la carta sarà di una gradazione diversa.
Più monti un filtro con numero alto, più la foto verrà contrastata.

Se sei senza filtri la gradazione corrisponde ad un 2 e mezza circa.

Il filtro per non far impressionare la carta deve essere rosso, così come la lampada, se hai una lampada giallo verde ti rovina la Multigrade come se avesse preso luce.
Il massimo sarebbe la sua lampada di color ambra, ma costicchiano e non tutti l'hanno.


Uso la Ilfospeed! L'ingranditore ha un cassettino? Lo hanno tutti? A che serve?

QUOTE(buzz @ May 22 2011, 11:56 PM) *
credo di aver capito che usa la ilfospeed, quindi carta "tranquilla" per la lampada gialloverde.
Se hai infiltrazioni di luce in camera oscura veli sia il negativo che le stampe!
Ovvio che influisce. Molto più sul negativo e meno sulle stampe, ma dipende da quanto tempo li lasci esposti fuori dai loro scatoli di sicurezza.
Il bagno di arresto (non litighiamo sulla terminologia ma credo di aver ragione io in questo caso, ma vorrei sentire l'opinione di andreasoft) è semplice acido acetico glaciale diluito (3% circa) ed è sostituibile anche con normale aceto bianco da cucina, ma solo se raffinato.


Purtroppo già ho rivoluzionato tutto il laboratorio perché mi lamentavo che entrava un sacco di luce, ho preso sotto le fatiche un po' di gente e l'ho oscurato meglio, non credo di poterlo fare ancora; visto e considerato anche che forse potrò andarci di nuovo solo mercoledì!

Grazie per l'ottimo consiglio sul bagno! (non ci metto la seconda parte così andiamo tutti d'accordo smile.gif )

QUOTE(andreasoft @ May 23 2011, 08:40 AM) *
Beh, da quello che hai scritto prima, io ho capito esattamente il contrario, ti riporto la tua risposta: "Non so distinguere il contrasto di un negativo, potrei condividere la scansione di un fotogramma? Si capirebbe?"
Se non hai carta multigrade, significa che dovrai stampare a gradazione fissa. L'unica cosa per aumentare il contrasto è usare le gradazioni 4 o 5, ma bisogna sempre vedere il negativo, tali gradazioni richiedono negativi poco contrastati. Come aumentare il contrasto del negativo te l'avevo già accennato, te lo ripeto brevemente: agitazione superiore e tiraggio della pellicola (sottoesponi di uno o due stop e prolunga lo sviluppo del 20-30%). Ti ricordo ancora che il contrasto dipende anche dalla luce, e per trasformare una luce molto piatta in una piena di contrasti forti occorre un bel tiraggio e una gradazione di carta elevata.


Non so distinguere il contrasto "del negativo" perché non ne ho visti molti fin'ora oltre ai miei, ma nel digitale ho già buona esperienza, l'avevo già detto! Comunque non fa niente! Non mi offendo se hai supposto che non sapessi cos'è il contrasto! smile.gif

Per sottoesporre mi basta dire alla fotocamera che è un 200 o un 400 per 1 e 2 stop, giusto?

Per gradazioni 4-5 parli della carta? Se si purtroppo c'è solo la 2 e la 3 a disposizione!

QUOTE(Zio Bob @ May 23 2011, 09:49 AM) *
Se il negativo ha poco contrasto:
-diminuire la diluizione dello sviluppo (più prodotto meno acqua);
-aumentare il tempo complessivo di sviluppo;
-aumentare il tempo complessivo di agitazione (ma questo fa diminuire l'acutanza e quindi la nitidezza);
-aumentare la temperatura.

I parametri riportati dalla casa produttrice del chimico, possono avere effetti diversi a causa dell'interazione con altre sostanze contenute nell'acqua utilizzata. Il procedimento va standardizzato attraverso una serie di prove.

Se la stampa ha poco contrasto e stampi con una testa a diffusore (colori) utilizzando carta multigrade:
-aumentando il giallo diminuisce il contrasto;
-aumentando il magenta aumenta il contrasto.

Se la stampa ha poco contrasto e stampi con una testa a condensatore (BN) utilizzando carta multigrade:
-aumentando il numero che contraddistingue il filtro aumenta il contrasto.

In ogni caso, se la stampa ha poco contrasto:
-assicurati che l'azione dello sviluppo (della carta) sia completato evitando di sovraesporre e sottosviluppare. La giusta esposizione va trovata facendo diversi tentativi ma sempre ultimando lo sviluppo (in modo che la stampa si sia annerita al massimo).

Trovato il giusto equilibrio, mi concentrerei sulla acutanza, per ottenere il massimo dei risultati possibili. Per farlo bisogna trovare il miglior sviluppo del negativo considerando che l'acutanza aumenta se:
-aumenta la diluizione dello sviluppo con conseguente aumento dei tempi di sviluppo;
-diminuisce l'agitazione in fase di sviluppo del negativo;
-si prediligono gli sviluppi usa e getta rispetto a quelli riutilizzabili.

Aumentare l'acutanza equivale a migliorare la nitidezza dell'immagine. Lavorandoci sopra si possono ottenere risultati incredibili.

Buone stampe,ma soprattutto buoni sviluppi!


Esaurientissimo! Grazie mille! (Grazie anche a tutti gli altri, non voglio svalutare nessuno! Sono tutti ottimi consigli)

Cos'è l'acutanza?

QUOTE(Zio Bob @ May 23 2011, 06:03 PM) *
Aggiungo:
Altri elementi importanti sono:
- come è stata esposta la pellicola (50, 125 o 200 asa);
- hai controllato bene il tempo di sviluppo e la diluizione? Ad esempio la fp4 in ilfosol S va sviluppata per 6,5' in diluizione 1+4 ma in 6,5' in diluizione 1+9;
- ovviamente lo sviluppo non era già stato usato in precedenza (in caso di soluzioni riutilizzabili, bisogna incrementare il tempo ad ogni successivo sviluppo come ad esempio si fa(ceva?) con il tmax);
- controlla lo stato di conservazione dello sviluppo, che non sia vecchio.


Purtroppo a volte mi capita di usare liquido riciclato... Ma la prossima volta cercherò di rifarlo per le mie pellicole...

Come ho detto ho seguito in maniera certosina il manuale e controllato anche la temperatura col termometro, ma da come mi hanno detto sopra ho capito che non è sempre l'ideale...

------

Comunque voglio approfittare di questo post lunghissimo per ringraziare davvero molto tutti, siete disponibilissimi e utilissimi!

P.s. Mi sapreste anche dire cosa cambia il diaframma dell'ingranditore? Ha qualche effetto particolare oppure non ha alcuna utilità giocare tra diaframmi e tempi nella stampa?
Zio Bob
Messaggio: #18
L'acutanza è una particolare qualità dei negativi in bn che conferisce alle immagini una grande nitidezza. Il fenomeno avviene sul confine tra due zone, una esposta e l'altra no (o poco esposta). Durante il bagno di sviluppo, le superfici di gelatina che hanno ricevuto esposizione, "consumano" lo sviluppo attivo disciolto, mentre quelle non esposte non lo consumano. Ciò comporta che se non agitiamo (o se agitiamo poco) la tank, la zona esposta "succhia" lo sviluppo sottraendolo alla parte non esposta. Pertanto, non agitando, o agitando poco, si rendono più marcate le linee di confine tra zone esposte e zone non esposte (o poco esposte), ciò si traduce in un senso particolare di nitidezza che viene appunto chiamato acutanza.

Da quanto scrivi, comunque, si comprende alla fine qual'è il motivo per cui i negativi ti vengono grigi e privi di contrasto.
Secondo me dipende dallo sviluppo.
Il bagno di sviluppo va preparato fresco ogni volta (a meno che non si usino particolari accortezze per reintegrare la quantità di chimico consumata).
Lo sviluppo si consuma con l'argento della gelatina, per cui una volta usato diviene meno efficace e quindi "sviluppa male e più lentamente".
Le svluppatrici professionali reintegrano la soluzione con un quantitativo di prodotto concentrato fresco ogni tot numero di pellicole, gli sviluppi riutilizzabili (ma devono essere tali in origine) compensano la minor efficacia con allungamenti progressivi del tempo di sviluppo. Quelli usa e getta (i migliori) non possono essere riutilizzati.
Secondo me, comunque, non ha senso lesinare sullo sviluppo, visto che è l'anello più importante della catena se si vuole produrre un negativo di qualità.
Un consiglio: usa le diluizioni massime (tanta acqua e pochissimo prodotto), diminuisci le agitazioni (se ad esempio è previsto 10 secondi per ogni minuto, fai 5 secondi ogni 2 minuti) e compensa la minor agitazione con un aumento del 10% del tempo di sviluppo. Questo aumenterà l'acutanza.

Il diaframma dell'ingranditore ad ogni stop dimezza (o raddoppia) la quantità di luce che passa. Quindi se ottieni una stampa ben esposta con 10 secondi a f8, in pratica otterrai una stampa esposta alla stessa maniera con 20 secondi a f11.
Questo ti serve per cercare di utilizzare l'obiettivo il più possibile con il diaframma che ha la migliore resa.

Messaggio modificato da Zio Bob il May 23 2011, 08:12 PM
buzz
Staff
Messaggio: #19
Il cassettino è un portafiltri, servono per la multigrade o per stampare a colori. Lo hanno solo gli ingranditori... che ce l'hanno!

Il sistema da seguire è di chiudersi in co per una decina di minuti e poi guardarsi intorno e vedere se ci sono infiltrazioni evidenti. Il sistema sicuro è quello di tirare fuori un foglio di carta, metterci sopra una moneta, aspettare mezz'ora (o anche meno se la carta la tieni ben conservata quando stampi) e poi sviluppare il foglio. se noti la sagoma della moneta c'è troppa luce infiltrata.

Per sapere se un negativo è ben contrastato, deve avere i bianchi trasparenti e i neri coprenti. ovviamente dipendentemente da cosa hai fotografato perchè un HK sarà molto scuro e senza trasparenze mentre un LK sarà quasi tutto trasparente. ti farai l'occhio.
Per sottoesporre basta ... sottoesporre, ovvero ingannare l'esposimetro scalando di uno stop o dichiarare alla macchina che hai una pellicola più sensibile, cosa difficile con le moderne che leggono il codice sul rullino, quindi meglio metter l'esposimetro a -1 per ogni stop di sottoesposizione.

L'acutanza è la sensazione di microcontrasto, un po' come la maschera di contrasto o unsharp mask di photoshop e altri programmi

Meglio non usare il riciclato se non hai la certezza dei risultati e di quanto lo hai (hanno) usato. Io ritengo inutile l'applicazione certosina delle regole, perchè i parametri in gioco sono troppi, quini mi sono sempre basato su una certa tolleranza e poi ho corretto in stampa.

il diaframma dell'ìngranditore serve, eccome!
A parte la possibilità di basculare il foglio per raddrizzare linee o ottenere effetti, quindi come per lo scatto, aumentare la profondità di campo, anche per dosare il tempo di posa a secondo la carta.
E' vero che un secondo a f2 è come 4 secondi a F4 e via discorrendo, ma la carta in un secondo potrebbe non impressionarsi a dovere, oppure in 40 secondi di esposizione non dare il risultato sperato. esiste il difetto di reciprocità sia nelle pellicole che nelle carte, che consiste nella non linearità della risposta nei tempi troppo brevi o troppo lunghi, quindi cerca un valore intermedio. Poi anche per quanto riguarda i graffi delle lenti, e della pellicola, con un diaframma molto chiuso li metti più in evidenza, ma aumenti anche il mocrocontrasto.
Insomma è sempre un compromesso da raggiungere e trovare sperimentando.

UnoSD
Messaggio: #20
QUOTE(Zio Bob @ May 23 2011, 09:11 PM) *
L'acutanza è una particolare qualità dei negativi in bn che conferisce alle immagini una grande nitidezza. Il fenomeno avviene sul confine tra due zone, una esposta e l'altra no (o poco esposta). Durante il bagno di sviluppo, le superfici di gelatina che hanno ricevuto esposizione, "consumano" lo sviluppo attivo disciolto, mentre quelle non esposte non lo consumano. Ciò comporta che se non agitiamo (o se agitiamo poco) la tank, la zona esposta "succhia" lo sviluppo sottraendolo alla parte non esposta. Pertanto, non agitando, o agitando poco, si rendono più marcate le linee di confine tra zone esposte e zone non esposte (o poco esposte), ciò si traduce in un senso particolare di nitidezza che viene appunto chiamato acutanza.

Da quanto scrivi, comunque, si comprende alla fine qual'è il motivo per cui i negativi ti vengono grigi e privi di contrasto.
Secondo me dipende dallo sviluppo.
Il bagno di sviluppo va preparato fresco ogni volta (a meno che non si usino particolari accortezze per reintegrare la quantità di chimico consumata).
Lo sviluppo si consuma con l'argento della gelatina, per cui una volta usato diviene meno efficace e quindi "sviluppa male e più lentamente".
Le svluppatrici professionali reintegrano la soluzione con un quantitativo di prodotto concentrato fresco ogni tot numero di pellicole, gli sviluppi riutilizzabili (ma devono essere tali in origine) compensano la minor efficacia con allungamenti progressivi del tempo di sviluppo. Quelli usa e getta (i migliori) non possono essere riutilizzati.
Secondo me, comunque, non ha senso lesinare sullo sviluppo, visto che è l'anello più importante della catena se si vuole produrre un negativo di qualità.
Un consiglio: usa le diluizioni massime (tanta acqua e pochissimo prodotto), diminuisci le agitazioni (se ad esempio è previsto 10 secondi per ogni minuto, fai 5 secondi ogni 2 minuti) e compensa la minor agitazione con un aumento del 10% del tempo di sviluppo. Questo aumenterà l'acutanza.

Il diaframma dell'ingranditore ad ogni stop dimezza (o raddoppia) la quantità di luce che passa. Quindi se ottieni una stampa ben esposta con 10 secondi a f8, in pratica otterrai una stampa esposta alla stessa maniera con 20 secondi a f11.
Questo ti serve per cercare di utilizzare l'obiettivo il più possibile con il diaframma che ha la migliore resa.


Come prima apprezzo molto la qualità delle tue risposte e ti ringrazio!

Per il consiglio: Questo che effetto avrà sul contrasto? Minore, maggiore o uguale allo sviluppo meno diluito e normalmente agitato (Una volta al minuto)?

QUOTE(buzz @ May 23 2011, 09:12 PM) *
Il cassettino è un portafiltri, servono per la multigrade o per stampare a colori. Lo hanno solo gli ingranditori... che ce l'hanno!

Il sistema da seguire è di chiudersi in co per una decina di minuti e poi guardarsi intorno e vedere se ci sono infiltrazioni evidenti. Il sistema sicuro è quello di tirare fuori un foglio di carta, metterci sopra una moneta, aspettare mezz'ora (o anche meno se la carta la tieni ben conservata quando stampi) e poi sviluppare il foglio. se noti la sagoma della moneta c'è troppa luce infiltrata.

Per sapere se un negativo è ben contrastato, deve avere i bianchi trasparenti e i neri coprenti. ovviamente dipendentemente da cosa hai fotografato perchè un HK sarà molto scuro e senza trasparenze mentre un LK sarà quasi tutto trasparente. ti farai l'occhio.
Per sottoesporre basta ... sottoesporre, ovvero ingannare l'esposimetro scalando di uno stop o dichiarare alla macchina che hai una pellicola più sensibile, cosa difficile con le moderne che leggono il codice sul rullino, quindi meglio metter l'esposimetro a -1 per ogni stop di sottoesposizione.

L'acutanza è la sensazione di microcontrasto, un po' come la maschera di contrasto o unsharp mask di photoshop e altri programmi

Meglio non usare il riciclato se non hai la certezza dei risultati e di quanto lo hai (hanno) usato. Io ritengo inutile l'applicazione certosina delle regole, perchè i parametri in gioco sono troppi, quini mi sono sempre basato su una certa tolleranza e poi ho corretto in stampa.

il diaframma dell'ìngranditore serve, eccome!
A parte la possibilità di basculare il foglio per raddrizzare linee o ottenere effetti, quindi come per lo scatto, aumentare la profondità di campo, anche per dosare il tempo di posa a secondo la carta.
E' vero che un secondo a f2 è come 4 secondi a F4 e via discorrendo, ma la carta in un secondo potrebbe non impressionarsi a dovere, oppure in 40 secondi di esposizione non dare il risultato sperato. esiste il difetto di reciprocità sia nelle pellicole che nelle carte, che consiste nella non linearità della risposta nei tempi troppo brevi o troppo lunghi, quindi cerca un valore intermedio. Poi anche per quanto riguarda i graffi delle lenti, e della pellicola, con un diaframma molto chiuso li metti più in evidenza, ma aumenti anche il mocrocontrasto.
Insomma è sempre un compromesso da raggiungere e trovare sperimentando.


Al buio completo purtroppo si vedono piccoli spiragli provenire dalla porta e dalla finestra una volta abituatisi al buio... Come ho detto purtroppo non so se mi sarà possibile risolvere... Se avessi soldi mi comprerei un ingranditore e farei tutto per bene a casa mia!

HK, LK???? Scusate l'ignoranza! (Ribadisco che se domani riesco a mettere mano sullo scanner dell'ufficio posto le foto!

Per il discorso della precisione sono d'accordo, ma quando i parametri non sono calcolabili la cosa migliore credo sia seguire i manuali delle pellicole e se si ha la possibilità di sperimentare, sperimentare! E poi correggere a poco a poco... Ma la seconda per me non è facile ci vado solo una volta a settimana e non ho che poche ore lì...

"quindi come per lo scatto, aumentare la profondità di campo"???? Ma sei sicuro di questo? È un'immagine bidimensionale il negativo, mica in stampa si può correggere la profondità?? Al limite si può avere più possibilità di mettere a fuoco correttamente sulla carta ma mica si può modificare la foto?

"Anche per dosare il tempo di posa a secondo la carta." Cosa cambia nella foto? Su cosa influisce?
Zio Bob
Messaggio: #21
Il contrasto aumenta con l'aumentare dell'azione dello sviluppo. L'agitazione stimola la soluzione e quindi più si agita più aumenta il contrasto.
Ma agitando molto perdiamo l'acutanza.
Quindi la mia scelta è quella di agitare poco e poi recuperare prolungando il tempo complessivo di sviluppo.

La profondità di campo in stampa non è quella che vediamo nella foto, ma è la zona a fuoco poco sopra e poco sotto il piano dell'ingranditore, serve solo a correggere (un po) eventuali errori di messa a fuoco in stampa (ovviamente non in ripresa).
La messa a fuoco in camera oscura deve essere perfetta. Per questo si usano i focometri che mostrano la grana della pellicola. La messa a fuoco si fa sui grani e non sull'immagine.
UnoSD
Messaggio: #22
QUOTE(Zio Bob @ May 23 2011, 09:47 PM) *
Il contrasto aumenta con l'aumentare dell'azione dello sviluppo. L'agitazione stimola la soluzione e quindi più si agita più aumenta il contrasto.
Ma agitando molto perdiamo l'acutanza.
Quindi la mia scelta è quella di agitare poco e poi recuperare prolungando il tempo complessivo di sviluppo.

La profondità di campo in stampa non è quella che vediamo nella foto, ma è la zona a fuoco poco sopra e poco sotto il piano dell'ingranditore, serve solo a correggere (un po) eventuali errori di messa a fuoco in stampa (ovviamente non in ripresa).
La messa a fuoco in camera oscura deve essere perfetta. Per questo si usano i focometri che mostrano la grana della pellicola. La messa a fuoco si fa sui grani e non sull'immagine.


Ah, ecco! Dicevo! Ma allora cerco semplicemente di mettere un diaframma non troppo chiuso (per evitare diffrazione) e non troppo aperto per evitare perdita di qualità, giusto? Poi non cambia molto se si mette a fuoco bene, ho capito? (Certo, se uno sapesse il diaframma migliore per quell'ottica sarebbe il massimo, ma dovrei cercare l'ottica su internet ed è lunga la cosa... Lo metto a metà, no?)

Quello che abbiamo lì lo chiamano "microfocus" e ci vedo la grana sulla proiezione del negativo. Usano il nome sbagliato per chiamare il focometro?
Zio Bob
Messaggio: #23
QUOTE(UnoSD @ May 23 2011, 10:06 PM) *
Ah, ecco! Dicevo! Ma allora cerco semplicemente di mettere un diaframma non troppo chiuso (per evitare diffrazione) e non troppo aperto per evitare perdita di qualità, giusto? Poi non cambia molto se si mette a fuoco bene, ho capito? (Certo, se uno sapesse il diaframma migliore per quell'ottica sarebbe il massimo, ma dovrei cercare l'ottica su internet ed è lunga la cosa... Lo metto a metà, no?)

Quello che abbiamo lì lo chiamano "microfocus" e ci vedo la grana sulla proiezione del negativo. Usano il nome sbagliato per chiamare il focometro?

Credo che si possano chiamare in entrambi i modi, l'importante è mettere a fuoco a TA, popi chiudere il diaframma.
Di solito gli obiettivi danno il massimo chiudendo 2 o 3 stop, ma se il tempo di esposizione è troppo breve e non i consente di effettuare le mascherature che dovessero essere necessarie, allora chiudiamo di più per aumentare il tempo di posa.
UnoSD
Messaggio: #24
QUOTE(Zio Bob @ May 24 2011, 06:39 AM) *
Credo che si possano chiamare in entrambi i modi, l'importante è mettere a fuoco a TA, popi chiudere il diaframma.
Di solito gli obiettivi danno il massimo chiudendo 2 o 3 stop, ma se il tempo di esposizione è troppo breve e non i consente di effettuare le mascherature che dovessero essere necessarie, allora chiudiamo di più per aumentare il tempo di posa.


TA??

Cmq ecco le foto dei negativi e se volete posto anche le relative stampe. Premetto che non mi aspettavo che lo scanner fosse così scadente, forse era meglio se lo facevo col mio a casa, si vedono molto meglio dal vivo...

Negativi su Imageshack.us
Zio Bob
Messaggio: #25
TA= tutta apertura
A me questa pellicola sembra velata. Forse ha preso luce quando è stata estratta dal rullino. velata e sottosviluppata. Ma vista così può anche ingannare.
In ogni caso, le infiltrazioni di luce in camera oscura sono particolarmente dannose quando apriamo i rulli per caricare le spirali. Poi, da quando la tank è chiusa siamo a posto. La carta è molto meno sensibile alla luce.
 
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