Lavorare stanca - la via del sale 2 Mi piace

Qualche decina di chilometri a nord di Dakar, in Senegal, si trova il lago Rosa, così chiamato per la colorazione delle sue acque. Il colore è dato dalla elevata concentrazione di sale dovuta alla scarsa profondità del bacino e alle elevate temperature che producono una intensa evaporazione dell’elemento liquido. Il Lago Rosa divenne famoso in Europa negli scorsi decenni quale sede dell’arrivo della famosa gara motoristica Parigi-Dakar che appunto sulle sponde del lago si concludeva, nei bei tempi andati, quando il terrorismo non ci aveva ancora cambiato la vita. Passata la fama legata alla gara, il lago Rosa resta un luogo interessante. Sulle sue sponde sorgono alcuni villaggi e pochi, modesti ma piacevoli alberghetti e resort, per i pochi turisti che transitano da queste parti. il paesaggio è aspro, semidesertico, caratterizzato dalla presenza di una vegetazione mista di tamerici, ginestre, palme, baobab e arbusti che resistono alla siccità. La brezza della vicinissima costa atlantica solleva spesso nubi di sabbia e rende il cielo fosco, grigio, a dispetto dell’implacabile sole. Gli abitanti dei villaggi che gravitano sulla zona vivono di una modesta agricoltura di sussistenza, da un po’ di allevamento caprino e dal ricavato che la raccolta del sale dal lago fornisce loro.

piroghe dei cavatori di sale sulla sponda del Lago Rosa in S

Le sponde del lago sono affollate di modestissime piroghe, che vengono utilizzate per raggiungere il centro del lago.

cavatore di sale in piroga sul Lago Rosa in Senegal

Con il solo ausilio di una lunga pertica le piroghe vengono spinte verso il centro del lago

cavatori di sale in piroga sul Lago Rosa in Senegal

Gli uomini si calano nelle acque salatissime del lago e con l’aiuto della pertica staccano dal fondo dal blocchi di fango.

cavatori di sale in piroga sul Lago Rosa in Senegal

I blocchi di fango vengono caricati sulle piroghe

cavatori di sale in piroga sul Lago Rosa in Senegal

Le piroghe tornano a riva. raggiungono poi la riva. La pelle degli uomini mostra evidenti le tracce del sale.

salina sulle sponde del Lago Rosa in Senegal

Sulla riva inizia il processo di lavorazione che porterà a separare il fango dal sale.

lavorazione del sale sulle sponde del Lago Rosa in Senegal

Numerosa manodopera è impiegata in questa fase di lavorazione. Il materiale deve essere continuamente setacciato e rivoltato per permettere sia la raffinazione sia la perfetta essicazione. Ma il lavoro sulla terra non è meno duro di quello nell’acqua: i grani durissimi tagliano la pelle, la bruciano, la seccano. Sebbene sia mestiere faticoso esso costituisce in queste zona povere una importante fonte di guadagno.

grani di sale grezzo nelle saline del Lago Rosa in Senegal

così si presenta il sale alla fine del processo di essicazione: grossi, taglienti grani delle dimensioni di circa 3-5 millimetri.

apiedi sul fondo asciutto del Lago Rosa in senegal

Durante la stagione secca le acque si ritirano lasciando ampie zone del fondo scoperte. Gli abitanti dei villaggi ne approfittano e usano il fondo del lago come scorciatoia

donna che raccoglie il sale dal Lago Rosa in Senegal

Approfittando proprio del ritirarsi delle acque anche le donne si trasformano in cavatori di sale. Scavano buche nel terreno ancora molle e, a poca profondità, trovano il fango salmastro che raccolgono a mani nude.

raccolgitrice di sale al Lago Rosa - Senegal

Anche le donne con i bimbi piccolissimi, strettamente legati alla vita, non si risparmiano in questo lavoro. Tutto contribuisce ad arrotondare ad arrotondare il magro bilancio familiare.
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vinci62 11 anni fa
Un ottimo lavoro daniele, la descrizione iniziale e le didascalie relative ai singolo fotogrammi trasportano l'osservatore direttamente sul Lago Rosa per vivere ogni azione di questi grandi lavoratori che non si risparmiano certo la fatica aggiuntiva del peso del proprio piccolo. Le foto sono tutte ben realizzate e quelle che preferisco sono la prima, relativa alle piroghe allineate con una bella profondità di campo e gradevole composizione. La quinta per la nitidezza ed il contrasto ben dosato e l'ultima, quella relativa alla lavoratrice con bambino "a carico". Se solo molte donne di città, che sempre si lamentano, vedessero quest'ultima immagine, imparerebbero cosa significa il sacrificio....
Complimenti per questo reportage ben documentato.
Un saluto, vinci

dellamelina 11 anni fa
Interessante e ben raccontato, fotogramma dopo fotogramma.
Mauro