I luoghi abbandonati 1 - Consonno (LC) Mi piace

1. Non so voi, ma a me i luoghi abbandonati hanno sempre affascinato. Siano essi complessi industriali, cascine, luna-park, palazzi, tutti, indifferentemente esercitano un fascino – forse sinistro – che mi porta ad immaginare le vite che si sono spese dentro qui luoghi, la quotidianità che le ha abitate, le umane vicende, gli amori, le morti di cui quei luoghi sono stati testimoni. Luoghi abbandonati al degrado, all’incuria, allo scempio ma anche alla tenace e infaticabile mano della Natura che lentamente, pazientemente, con gentile fermezza cerca di riprenderne possesso. Esplorare questi luoghi mi affascina e mi inquieta sempre per quel senso di mistero palpabile, frammisto ad una sottile poesia, che racconta del tempo che inesorabile, passa.

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2. In provincia di Lecco, nelle vicinanze del paese di Olginate si trova un luogo abbandonato. Si chiama Consonno e molti lo conosceranno o ne avranno sentito parlare. Non è un paese. O meglio non lo è più. Lo era sono agli anni sessanta, quando il "Grande Ufficiale Mario Bagno - Conte di Valle dell'Olmo", classe 1901, imprenditore del settore immobiliare, decise di acquistare in un colpo solo l'intero tenimento di Consonno, tipico borgo brianzolo sul Monte di Brianza, in posizione panoramica. Il suo progetto?

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3. La distruzione dell'antico borgo e la costruzione di una città dei balocchi, di un centro di divertimento. Siamo negli anni Sessanta, in pieno boom economico e l'attenzione ai valori ambientali non è ancora nata. Così con atto notarile dell'8 gennaio 1962, le famiglie Anghileri e Verga, proprietarie di tutta Consonno, cedono tutte le quote di partecipazione della società alla famiglia Bagno per la somma di 22.500.000 Lire.

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4. L'imprenditore realizza una strada camionabile per unire Olginate a Consonno e da quella comoda nuova via iniziarono ad affluire, ruspe, camion e betoniere. Fu l'inizio della fine per l’antico borgo che venne rapidamente demolito.

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5. Casa dopo casa il vecchio borgo di Consonno cade: alla fine dei lavori si salveranno solo la Chiesa di San Maurizio con l'attigua casa del cappellano ed il cimitero.

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graffiti

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6. Anche la collina adiacente al cimitero viene attaccata dalle ruspe: limita il panorama e il Conte Bagno la fa abbassare con esplosivo e ruspe, in modo che si possano ammirare da Consonno il Resegone e le Prealpi lecchesi.

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7. L'opera delle ruspe muta l'equilibrio idrogeologico della zona: nel novembre 1966 le piogge favoriscono lo slittamento verso valle di ingenti quantità di fango e pietrisco; nell'aprile del 1967 un nuovo movimento franoso invade la strada che congiungeva le frazioni di S.Maria, Albegno e Parzanella con Olginate. Ma il conte Bagno non si ferma neanche di fronte ad una denuncia di "Italia Nostra".

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8. Le vecchie case sono ormai sostituite dai nuovi edifici, sfingi egizie, cannoni, pagode, di tutto un po'.

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9. La stampa locale inizia a parlare dello scempio in atto e si moltiplicano le iniziative di protesta. Il gruppo di Lecco del Collegio Lombardo Architetti, su invito dell'Amministrazione Comunale, espresse un parere su ciò che stava accadendo stigmatizzando l'inqualificabile processo di distruzione dei valori ambientali, sottolineando l'alterazione della morfologia naturale del luogo, la distruzione totale del patrimonio verde e la costruzione di edifici dall'aspetto contrastante con la struttura del paesaggio.

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Ma il progetto va avanti e per Consonno iniziano gli anni ruggenti, che raggiungono il loro apice tra la fine degli anni Sessanta e gli inizi degli anni Settanta. Migliaia di persone raggiungono la città dei balocchi in cui si trova di tutto: un improbabile minareto, una galleria di negozi in stile arabeggiante, cannoni di Cinecittà, armigeri medioevali, sale da gioco, da ballo, sfingi egiziane, pagode cinesi, colonne doriche, il "Grand Hotel Plaza". Il grande centro di divertimento funziona a pieno regime. Ci sono serate danzanti e la partecipazione dei grandi artisti dello spettacolo di quegli anni.

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11. L'apoteosi di Consonno dura alcuni anni, ma poi inizia un inesorabile declino e a nulla valgono i tentativi di rilanciarlo.

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inquietanti graffiti ed un vecchio camion abbandonato da tempo.

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locali che si intuisce una volta adibiti a fabbrica (forse una falegnameria) utilizzata per produrre arredi per la Las Vegas della Brianza, ospitano relitti di macchinari e il solito disastro di pattumiera e oggetti abbandonati

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12. Il colpo di grazia arriva nell'ottobre del 1976 quando una frana cade sulla nuova strada di accesso che isola Consonno dal mondo e che gli riserva il tragico destino di "città fantasma".

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13. Da anni ormai si parla di una sua riqualificazione, di progetti di rifacimento, cambio d’uso, Piani del Governo del Territorio. Ma al momento la situazione è quella che potete vedere nelle foto: abbandono, distruzione, scempio da cui emana un fascino singolare e un po’ sinistro, proprio di tutti i luoghi abbandonati della terra e che un tempo furono abitati e pieni di vita.

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riflessioni su Consonno

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il retro dei negozi

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graffiti

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toilette

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14. Se siete incuriositi e volete maggiori e più dettagliate informazioni su Consonno visitate il bel sito curato da Giovanni Zardoni (qui trovate il suo blog) a questo indirizzo: http://www.consonno.it/home.htm da cui ho tratto le note che avete appena letto.

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la galleria dei negozi
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aldosartori 5 anni fa
Complimenti. Anche io come te sono affascinato dall'urbex. Credo proprio che farò un giro a Consonno!!