pescopagano
Chi volesse osservare oggi il castello, vedrebbe un mucchio di neri macigni, coperti di edere e di rovi, senza una via praticabile.
La tradizione racconta che qui, invece, vi era il ricco Pietro Pagano, nemico di Dio e degli uomini.
Avvenne però che, verso la mezzanotte di un giorno di un anno ignoto, la gallina cantò tre volte di notte, e subitamente si udì uno rimbombo, un boato sotterraneo e più volte si scosse e tremò la terra. Allora rovinò il castello e si videro quei dirupi che prima non erano.
E così fu che il paese, dal nome di quel signore, rimasto sepolto sotto quelle rovine, si chiamò Pescopagano o Petra Pagana.
Indubbiamente questo aneddoto ricorda i tristi tempi del feudalesimo e il terremoto del 1466, riportato da Lodovico di I Raimo nei suoi annali: "Ai 14 gennaio 1466 ad hora nona fu un gran terremoto e durò più d’un miserere dicendosi ben per agio; e per la virtù di Dio nullo male successe a Napoli, ma nella Provincia di Principato Citra più e più terre foro guaste vidilicet Buccino, Pascopagano, Consa et altre Terre".
E l’altro più funesto ancora dell'8 settembre 1694 che distrusse quasi interamente l’abitato e fece rimaner sepolte sotto le macerie più di seicento persone.