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IL GIRO DEI GIARDINETTI IN 20 ANNI
“Ovvero: O'Tatoccio Dell'AVIS”
Salve! Vorrei raccontarvi una mia esperienza vissuta in questi ultimi 20 anni …
Era il 1991, ero un assiduo frequentatore della zona Via IV Novembre “Giardinetti”, passavo lì gran
parte delle ore della mia giornata assieme ai miei amici, imbattendoci a volte in avvenimenti strani.
Un bel giorno di inizio estate al mio arrivo in Via IV Novembre trovai una ruspa che stava facendo
degli scavi sulla piazzetta accanto alla via, aveva già rimosso i vecchi sedili in peperino che si
trovavano lì da moltissimi anni e aveva messo tutto in piano il terreno.
Allora iniziammo a chiederci cosa stesse accadendo! Poi qualcuno ci portò notizia che di lì a poco
avrebbero eretto un monumento dedicato all'associazione AVIS e risistemato la piazzetta. Come mai
tutto questo all'improvviso, ci chiedevamo! Così una persona ci disse che l'AVIS aveva venduto
l'ambulanza che era inutilizzabile e con il denaro avrebbero fatto scolpire una statua in marmo a cui
avrebbero dato una adeguata sistemazione.
I lavori continuarono per qualche giorno, costruirono una base in cemento che doveva ospitare la
scultura.
Passò qualche giorno ancora e un pomeriggio assolato ai giardinetti si presentò una persona che
domandò se sapevamo dove dovesse essere collocata la scultura dell'AVIS, gli indicammo il luogo e
la base in cemento. Ci avvicinammo sul luogo assieme a questa persona che nel frattempo si era
presentato, dicendo: “Sono Claudio Magagnini e sono la persona che ha scolpito la statua!” ci disse
che era di Oriolo, e che stava arrivando proprio da li un camion contenente la scultura. Passarono
quindici minuti e arrivò questo camion con un carico molto pesante: un cubo di pietra e un altro
pezzo tutto imballato che non mostrava cosa ci fosse all'interno.
Come al solito ironicamente noi indicando il cubo di pietra e dicemmo a Claudio: “Bella questa
scultura !!! Hai avuto molta fantasia! Lui, che aveva capito che stavamo scherzando si unì alle
nostre risate e ci disse: “Spero che vi piacerà l'altro pezzo quando toglieranno il telo!” Così con
molta cautela l'autista del camion con la gru sistemò prima il cubo di marmo e poi sopra la scultura
ancora coperta dal telo, che restò coperta fino al giorno dell'inaugurazione.
Così dopo alcuni giorni si presentò il fabbro che iniziò a circondare con un inferriata alta due metri
circa la scultura come se fosse un recluso in un carcere di massima sicurezza. Finalmente venne il
giorno dell'inaugurazione, tutti curiosi aspettavamo il momento fatidico. Come per tutte le
inaugurazioni cera la banda musicale che suonò e il presidente che fece il discorso e annuncia che la
piazzetta da quel momento in poi si sarebbe chiamata “Largo Donatori Di Sangue” ,e così scoprì la
scultura: Claudio Magagnini aveva fatto un bellissimo lavoro … complimenti!!! La scultura
raffigurava un uomo che teneva in braccio una donna. Qui iniziò il calvario per la povera scultura,
da noi immediatamente battezzata “O'Tatoccio Dell'AVIS” … non so, forse perchè stavamo tutti
festeggiando con porchetta e vino e tutti iniziarono a domandarsi: ma cosa rappresentano questi
due? Se ne sentirono di tutti i colori, chi pensava che la donna fosse svenuta, chi immaginava una
scena di sesso, ecc ecc … comunque questo enigma rimane ancora oggi irrisolto.
All'inizio tutti si prendevano cura del “Tatoccio”, mettevano vasi di fiori, li annaffiavano pulivano
la base del monumento e tutto andava bene. Ma gli anni passarono e la gente iniziò a dimenticarsi
del Tatoccio, così qualcuno per far parlare ancora di lui pensò di fare qualcosa …
Io come tutte le mattine uscendo da casa percorrevo via San Gratiliano e in cima di fronte alla
strada era situato il monumento dell'AVIS. Era una mattina del primo novembre a metà degli anni
novanta, giorno di festa e a qualcuno che la notte precedente aveva festeggiato Halloween era
venuto in mente di far divertire anche il “Tatoccio”. Appena arrivai allo stop della strada guardai in
alto è vidi che infilata sulla testa della scultura c'era un enorme zucca gialla con tanto di fori a forma
di occhi,naso e bocca … mi voltai verso destra, dove è l'Edicola del mio amico Felice che mi disse:
“Quest'anno ha voluto festeggiare anche lui … “e tutti risero e pensarono “Sarà stato Tizio o sarà
stato Caio?” Così il povero Tatoccio ne subì di tutti i colori anche gli anni seguenti. Come quella
volta che per il carnevale una mattina lo trovammo vestito da Zorro, con tanto di cappello e
mantello nero …
e Felice ci disse: “Il prossimo anno ha detto che si maschererà da Superman …” oppure quando lo
trasformarono in Michael Schumacher con tanto di casco rosso Ferrari sulla testa, poi ci fu la volta
che gli fecero lo scherzo sexy e gli misero il pene di argilla …
Povero Tatoccio! in una decina di anni di vita oltre che essere chiuso come un delinquente senza
aver mai fatto un reato ne ha subite di tutti i colori. Gli anni passavano e senza che nessuno se ne
accorgesse il Tatoccio viveva il suo anonimato nella tristezza più assoluta.
Dopo qualche anno un pomeriggio passando in via Leonardo Da Vinci all'incrocio con via
Michelangelo, guardai in alto e vidi, scusate il termine, un “culo” a me famigliare … sì, era proprio
il culo del Tatoccio: qualcuno aveva pensato di sistemarlo in un angolo dei giardini pubblici ma con
il “didietro” che dava proprio sulla via Leonardo Da Vinci e non era un bel vedere … anche questa
onta dopo tutto quello che gli era capitato in precedenza.
Passò ancora qualche anno e nessuno si prese più cura della scultura. Ma nel giugno del 2006, per
l'occasione dei venticinque anni di attività dell'associazione, qualcuno si ricordò del monumento e
decisero di depositare una corona, con tanto di cerimonia accompagnata dalla banda musicale. Ma
dopo quel giorno nessuno passò più da quelle parti tanto che quella corona restò per mesi giacente a
terra distrutta da acqua e vento e il monumento circondato da erbacce.
A volte mi trovavo a passare sulla strada che costeggia la scultura e pensavo: “Ok, sarà abbandonata
e mostrerà il culo a tutti quelli che percorrono le vie Michelangelo e Leonardo Da Vinci ma almeno
non subisce più travestimenti o maltrattamenti ...”
Così si arriva a Maggio 2011 e passando davanti al cancello dei giardini pubblici, sotto un albero e
dietro i cassonetti della spazzatura, indovinate chi c'era sulla destra del cancello? Sì proprio lui:
“O'Tatoccio” … giaceva lì a terra e non più sul suo cubo. Mi avvicino e mi domando: “Ma cosa fa
qui a terra? L'avranno messa all'ombra sotto l'albero per via di tutto il sole che ha preso in questi
ultimi anni. Oppure è il nuovo guardiano dei giardini pubblici, visto che sta davanti il cancello? Non
vorrei immaginare che lo hanno buttato, visto che sta dietro i cassonetti della spazzatura” …
Incontro un mio amico e gli chiedo se lui ha notizie del Tatoccio buttato in quel posto: mi fa notare
che dove era posizionato inizialmente il monumento, c'è uno scavo e mi dice che lo rimetteranno
dove era in origine. Lì ora è tutto cambiato: c'è una gradinata da noi intitolata “Piazza Di Spagna”,
non esiste più la lastra di marmo con la scritta “Largo Donatori Di Sangue”, dei pini che il
monumento aveva attorno ne sono rimasti un paio, il povero Tatoccio si appresta a ritornare nel suo
territorio dopo aver trascorso qualche anno all'estero, forse lo hanno rimpatriato perche non ha il
passaporto o chissà per quale motivo.
Io comunque sono sicuro di una cosa: se il Tatoccio potesse decidere cosa fare della sua esistenza si
posizionerebbe in mezzo a una valle sperduta nel deserto, lontano da tutti e senza più sentire e
vedere tutte le cose che in questi venti anni ha vissuto, buttato da una parte all'altra subendo tutti i
maltrattamenti, chiuso in gabbia come il più grande terrorista di questa terra …
Io ho un incubo ricorrente in questi giorni, cioè che una mattina aprendo la porta e sulla piazzetta
fuori casa mia mi trovo il culo del Tatoccio in faccia.
De Santis Severino 17/5/2011