Risultato della ricerca: sposi
en.giuliani
Come noto, è una grossa pietra circolare (circa 1,80 m di diametro) in marmo pavonazzetto che rappresenta una testa di fauno urlante: è la famosa "Bocca della Verità". Probabilmente, un chiusino, a forma di maschera, di una cloaca risalente al IV secolo a.C. Durante il Medioevo era consuetudine condurre l'indagato dinanzi al mascherone (allora affisso alle mura esterne della chiesa di S. Maria in Cosmedin) e fargli introdurre la mano nella "bocca della verità": se innocente, ritirava la mano indenne, ma, se colpevole, il mascherone avrebbe chiuso la bocca, troncando di netto la mano (alcuni maligni insinuavano che i giudici, qualora fossero stati convinti della colpevolezza del malcapitato, aiutassero il mascherone a compiere il suo dovere, ponendovi dietro un carnefice con una spada affilatissima). La tradizione sopravvive ancora ai giorni nostri, dimostrandosi un utile espediente per verificare la fedeltà di sposi e amanti! Oggi il chiusino è posizionato sotto il portico della chiesa di S. Maria in Cosmedin.
DarioTarasconi
Matrimonio di un amica, peccato per la persona che si è infiltrata sulla destra mo ho voluto lasciare la composizione originale
allo1953
PERCORRONO IL CIELO, SOSPINTE DA UN VENTO FORIERO DI GELO, CUI LA QUERCIA LE FRONDE OPPONE, ONDEGGIANDO ACERBE LE SPIGHE DEL GRANO. LA BRUNA TERRA, PAZIENTE, RIPOSI, IN ATTESA CHE IL SEME, DI NUOVO, LA SPOSI
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en.giuliani
Il "Mascherone" è una grossa pietra circolare (circa 1,80 m di diametro) che rappresenta una testa di fauno urlante: è la famosa "Bocca della Verità". Probabilmente un chiusino, a forma di maschera, di una cloaca risalente al IV secolo a.C. Durante il Medioevo era consuetudine condurre l'indagato dinanzi al mascherone (allora affisso alle mura esterne della chiesa di S.Maria in Cosmedin) e fargli introdurre la mano nella "bocca della verità": se innocente, ritirava la mano indenne, ma, se colpevole, il mascherone avrebbe chiuso la bocca, troncando di netto la mano (alcuni maligni insinuavano che i giudici, qualora fossero stati convinti della colpevolezza del malcapitato, aiutassero il mascherone a compiere il suo dovere, ponendovi dietro un carnefice con una spada affilatissima). La tradizione sopravvive ancora ai giorni nostri, dimostrandosi un utile espediente per verificare la fedeltà di sposi e amanti! Oggi il chiusino è posizionato sotto il portico della chiesa di S.Maria in Cosmedin.
mauriziot
... forse la piazza più bella del mondo, finalmente fotografata senza (quasi) impalcature sulla Basilica, senza sposi giapponesi con fotografi personali e impianti luce al seguito, senza turisti ubriachi. I limiti della foto, sia a destra sia a sinistra, sono grosse impalcature che ricoprivano i rispettivi palazzi; non includere il faro in alto a sinistra, che comunque mi piace, significava tagliare parte del campanile (99 metri), la cui inclusione nel fotogramma è stata possibile solo con il massimo decentramento dell'obiettivo (24pc e macchina molto inclinata verso l'alto, ovviamente); difficile ottenere lo stesso risultato con il 21, che comunque produce in questo caso un distorsione della prospettiva molto marcata. Venezia, settembre 2018
allo1953
ED ELEVATI AL CIELO. SONO PAROLE DEI PROMESSI SPOSI RIFERITE AI MONTI CHE FANNO DA CONTORNO AL LAGO DI COMO. QUESTI SONO I MONTI PISANI OSSERVATI NEL LORO VERSANTE ORIENTALE DA QUELLO CHE COSTITUIVA L' ALVEO DEL PADULE DI BIENTINA ORA BONIFICATO MA TUTTORA SOGGETTO AD OCCASIONALI ALLAGAMENTI
Lancelot68
Ho casualmente documentato il fugace incontro tra i due promessi sposi al calar del sole di una splendida giornata autunnale...
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laurejacquemin
Sposi piazza san Marco Venezia
gianki49
Tramonto sul lago di Garlate, le barche che si vedono, sono due Lucie, un'imbarcazione storica a remi e/o a vela di piccole dimensioni adoperata dai pescatori del Lago di Lecco e Como per il trasporto del pescato. Lucia perché, nei Promessi sposi del Manzoni, Lucia Mondella se ne serve durante la partenza dal lago.
ariaaria
una sera in piazza san marco
apifferi
Le fedi, il bouquet e... mano nella mano
IvoMarkes
Si trova ai confini del comune di Sant'Anna d'Alfaedo (VR) situato al di sotto della contrada Crestena e della frazione Giare.E' ad una altitudine di 602 m s.l.m. sul percorso del sentiero europeo numero 5. Il ponte è all'incrocio degli impluvi delle vallette di Crestena e Fenile, la continuazione dell'impluvio porta in Valpantena. Il ponte è frutto dell'evoluzione naturale di una grotta. L'ipotesi più plausibile la propone Giuseppe Corrà . In principio vi era un covolo, una caverna carsica. La struttura della caverna era rappresentata da una sorta di architrave costituita dall'attuale ponte con al di sotto calcari più erodibili. Il corso prevalentemente torrentizio delle acque passava sopra il ponte formando una cascata. Molto lentamente si crearono degli inghiottitoi che portarono il corso delle acque all'interno della grotta e che scavarono la parte più debole risparmiando l'arco del ponte, costituito da lastriformi calcari del Rosso ammonitico. Attualmente il torrente scorre al di sotto, tra grandi massi di crollo, alimentato anche dalla sorgente della Grotta dell'Acqua. Il ponte, per la sua struttura insolita, ha sempre attratto gli artisti. Probabilmente il più famoso fu Andrea Mantegna che lo riprodusse a Mantova nel Palazzo Ducale all'interno degli affreschi della Camera degli Sposi. La vulgata popolare riporta che Dante Alighieri, esiliato a Verona e ospite di Cangrande della Scala, vi si ispirò per le Malebolge. Il gigantesco castagno (albero di castagne) presente nelle immediate vicinanze viene tuttora detto il Castagno di Dante. Ai lati della base del ponte vi sono alcune grotte abitate in periodo preistorico. Gli studi e gli scavi iniziarono nel 1932 e furono condotti, tra gli altri, da Achille Forti, Ramiro Fabiani e Raffaello Battaglia. Successivamente l'area fu studiata dal Museo Civico di Storia Naturale di Verona e attualmente dall'Istituto di Geologia dell'Università  di Ferrara. Molti dei ritrovamenti, costituiti da reperti che testimoniano la presenza di una industria litica basata sulla lavorazione delle selci, abbondantemente presenti nelle rocce affioranti nell'area, sono esibiti nel Museo Paleontologico e Preistorico di Sant'Anna d'Alfaedo (VR) che raccoglie reperti che vanno dal Ponte di Veja ai bacini del comune di Fumane. Le stime della presenza umana partono dal Paleolitico superiore e risalgono a 100.000 anni fa, la permanenza dovrebbe essere durata fino alla fine del secondo millennio a.C., periodo di probabile decadenza degli estrattori di selci a causa della diffusione dei metalli in quantità  sufficiente per la realizzazione dei manufatti che prima venivano fatti in selce. Gli abitanti vicino al ponte dovevano essere abili artigiani nel lavoro della selce costruendo frecce, aghi e punte. Come per altre comunità  della zona si sono trovati loro manufatti in molte parti dell'Europa, dal nord della Francia fino in Polonia.
DarioTarasconi
Vista la scena non ho potuto fare a meno di intrufolarmi e fare qualche scatto
F_Pelliccia
...viva gli sposi.....
Franco_Mazza
Tra sposi, turisti, curiosi e un padre che sente la musica con sua figlia: il suonatore di violoncello.